Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: psychee    19/02/2011    1 recensioni
Una ragazza alle prese con il suo primo amore.
Un ragazzo alle prese con una delle tante.
Una biondina ossigenata che darà filo da torcere ad entrambi.
Una migliore amica pari alla forza di un carro armato.
Tutto il resto è... inaspettato.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non pensavo che bastasse così poco per ricordare chi cercavo di dimenticare.
Amber era andata via, mio fratello era in camera sua ed io nella mia. I nostri genitori erano stati invitati da alcuni parenti a cena fuori, ed io e mio fratello ci eravamo astenuti, inventandoci di avere qualche decimo di febbre.
Ovviamente i nostri hanno voluto accertarsi e hanno costretto, ad entrambi, a misarci la febbre. Ho avuto la splendida idea di mettere il termometro nell’acqua calda, e poi accanto al termosifone bollente e… puff, 38 e mezzo di febbre. Mio fratello ha copiato il mio geniale metodo raggiungendo persino un 39 ma questi sono dettagli.
Sta di fatto che i nostri si sono convinti e dopo averci raccomandato di prendere qualche medicina per abbassare la febbre hanno varcato la porta di casa.
E, inutile dirlo, quando il gatto non c’è… i topi ballano. Musica a tutto volume, rock, proveniente dalla camera di mio fratello mentre io ero nella mia a truccarmi. I capelli raccolti in un monotono e momentaneo tuppo, e il vestito nero aderente poggiato sul letto, che aspettava solo che lo indossassi.
E non avrei mai creduto che truccarmi avrebbe risvegliato in me tutti i possibili ricordi di questo dannato pianeta, tra cui il mio migliore amico.
O ex migliore amico? Visto e considerando che da quando era entrato a far parte di un gruppetto di ‘fighetti’ era cambiato completamente, persino nei miei confronti. Ma la cosa peggiore è che c’era persino la lontananza a diverci. E pensare che il giorno in cui partì mi aveva abbracciato così forte da farmi bloccare il fiato, e mi aveva detto con una voce che avrebbe fatto sciogliere chiunque che nulla sarebbe cambiato tra di noi.
Lo avevo considerato sempre diverso da quei ragazzi che avevo frequentato solo per qualche giorno, eppure stava diventando esattamente come loro e ogni mia convinzione si stava dissolvendo nel nulla.
D’un tratto la porta si aprì di scatto, e quasi non sbavai il trucco, tra l’altro eyeliner che mi stavo mettendo.
Mio fratello, con l’eleganza di un ippopotamo nell’habitat sbagliato, era entrato in camera mia. Vedendomi in quelle condizioni alzò un sopracciglio, restando sulla soglia.

“Ancora non sei pronta? Strano.” Proferì lui, senza però fare ulteriori domande. Meglio così. Insomma, l’unica cosa che mi mancava era un fratello rompi-palle che si premurava di sapere ogni mio pensiero.
Ma, fortunatamente, James non apparteneva a questa categoria. Almeno, per ora.

“Qualche problema? Tutte le volte che mi hai fatto aspettare te davanti alla porta di casa.” Mi lamentai io, schioccando la lingua al palato e chiudendo l’eyeliner per poi metterlo dentro l’armadio, buttato a casaccio.
L’ordine non era il mio punto di forza, per niente.  Sperai vivamente che se ne andasse, ma anzi lui si poggiò contro lo stipite della porta, non sapendo neanche perché e cosa stesse facendo di così interessante. Lo vidi avanzare e non mi premurai di controllare che diamine stesse ispezionando, abitavamo da 10 anni in quella casa e stava controllando le cose dentro alla mia stanza come se non l’avesse mai vista.

“E tu dovresti uscire con questo straccetto addosso?” Mi sembrava troppo strano che non avesse detto ancora niente sul mio possibile – anzi sicuro – abbigliamento di quella sera. Voltai di poco la testa per scorgerlo vicino al mio letto, che teneva tra le mani quel vestito. A dir il vero tra le sue mani sembrava addirittura più corto, piccolo.
Va bene, forse avevo un po’ esagerato e okay, non era il mio stile ma quella sera volevo divertirmi e non pensare a niente.
Avevo 17 anni e credevo di averne diritto,  e non sarebbe stato un fratello di 19 anni ad impedirmelo.

“Non se ne parla!” Mi sbraitò contro, ricevendo in cambio un grande sospiro irritato. Come non detto, la prossima volta ricordatemi di non dar voce ai miei pensieri visto che era accaduto l’esatto contrario.

“Oh avanti James, è solo un vestito, tutte saranno vestite così!” Mi lamentai io, incrociando le braccia al petto e guardandolo imbronciata, quasi credendo che con quella finta espressione da bambina riuscissi a convincerlo.
Ovviamente mi sbagliavo, con lui non era mai funzionato.

“Cazzo c’entra! Tutte saranno delle puttane e basta, e non voglio che ti immischi nella massa.” Disse, alzando il vestitino che assomigliava più uno straccio da come ne stava parlando. Alzò persino la mano con la quale lo teneva, come a voler puntalizzare.
Oh, ma che carino. Va al diavolo, James.

“Le mie amiche non sono puttane, James! E anche se fosse tu sei il primo che se le fa senza pudore quindi dove sta il problema?!” Era sempre così tra di noi, ci farete l’abitudine. Credo.

“Il problema è che tu sei mia sorella e dato che ci saranno anche i miei amici non voglio che facciano i morti di figa con te, chiaro?” Lanciò in malomodo il vestito sul letto e infine uscì dalla mia stanza, sbattendo addirittura la porta.

“Ti odio.” Mormorai più a me stessa che a lui, visto che anche volendo lui non mi avrebbe sentita. Sentii la musica proveniente dalla sua stanza farsi più forte, e una piccola idea frullò nella mia testa. Afferrai velocemente il cellulare e mandai un messaggio ad Amber:
“Vienimi a prendere ora.”
Premetti sul tasto ‘invio’ e lo lanciai momentaneamente tra le lenzuola prima di avvicinarmi al letto, spogliarmi dal pigiama e infilarmi quel vestito a fascia nero e corto fino a metà coscia. In effetti… forse addosso era un tantino più corto di come lo era sembrato addosso a quel manichino, ma pazienza.
Mi avvicinai allo specchio che avevo dentro all’armadio, su un’anta, e mi sciolsi il tuppo e i miei capelli ricci e rossi caddero sulle mie spalle. Ero soddisfatta, ero accettabile e mi piacevo. Non c’era più ombra della ragazzina di tempo fa, l’apparecchio era sparito, gli occhiali anche, quei piccoli brufoli pure.
Avevo cambiato scuola dopo quell’episodio, e non avevo rivisto più nessuno dei miei ex compagni d’istituto. Ma meglio così, non ne ho sentito la mancanza.
Sentii il cellulare vibrare e lo presi, leggendo distrattamente uno ‘scendi’. Così feci, lentamente, senza farmi sgamare da mio fratello ancora chiuso in camera sua.
Si sarebbe imbestialito a morte appena avrebbe scoperto che me n’ero andata senza di lui e che per di più mi ero messa quel vestito ma pazienza, mica poteva prendermi di peso e portarmi via.
Credo.
 
Arrivammo davanti alla grande villa dove ci sarebbe stata la festa, e solo a guardarla da fuori io ed Amber restammo a bocca aperta. Era enorme, aveva una piscina altrettanto grande fuori e dentro era già pieno di gente che brindava con super alcolici sicuramente.

“Am, ho cambiato idea…”
“Eh no carina, ora tu esci da questa macchina e andiamo a questa festa. Siamo arrivate fin qui, non possiamo tornare indietro!” Scese e venne ad aprirmi la portella visto che io ancora non lo avevo fatto e non ne sembravo neanche in procinto.

“Anche perché non voglio assorbirmi la furia di tuo fratello.”
“Cosa?” Dissi, visto che riuscì a sentire solo ‘fratello’. Lei scosse la testa e mosse la mano come a voler sorvolare l’argomento ed io aggrottai appena la fronte, seguendola e sentendomi estremamente goffa e fuori luogo. Ragazze come me e come Amber camminavano più spedite, più sicuro, facendo ondeggiare i loro capelli.
Ci provai, ad imitarle intendo. Sentii lo sguardo di Amber su di me e sentii palesemente che stava tentando con tutta se stessa di non scoppiarmi a ridere in faccia.

“Ehm… En, che diamine stai facendo?”
“Eh? Io… ehm… niente, provavo la tecnica, muovi i fianchi” e ondeggiai i fianchi, posando le mani su di essi.
“Sculetta.” Anche quello, ma non uscì tanto sensualmente.
“E squoti i capelli.” Okay, basta, vi risparmio altre scene. Quell’ultima mia trovata sembrava più un ‘ondeggiare di una rockstar folle’ soprattutto con i capelli rossi che mi ritrovavo. Amber non resistette più e scoppiò a ridere, prendendomi per un braccio e trascinandomi.
“Non so se te n’eri accorta ma c’erano dei ragazzi dietro quando hai fatto spettacolo…”
Sbiancai, e ne ebbi la conferma visto l’espressione sconcertata ma divertita che mi rivolse Amber. Voltai la testa dietro di me e notai quattro ragazzi poggiati contro un paio di alberi lì vicini che stavano guardando con un ghigno maledetto sul volto.
“Entriamo. Subito.” Da quando avevo tutta questa fretta di entrare? E sapevo che quella sarebbe stata solo una delle prima figuraccie di tutta la serata. Chissà quante ancora ne avrei fatte.
Solo perché mi ero vestita in quel modo, forse, non sarei riuscita ad essere diversa. Sarei rimasta la solita dodicenne, almeno interiormente parlando visto che ne avevo 17, di anni.
La festa era già iniziata da un pezzo, e lo notammo anche vedendo parecchia gente già sbronza. Guardai con un’espressione sconcertata un ragazzo che stava vomitando dentro ad un vaso.

“Andiamo En, prendiamoci qualcosa da bere.”
La seguii senza battere ciglio, andando fino ad un piccolo bancone che stava fuori, dalla parte opposta all’entrata però. Aveva affittato persino un barista. Ecco, se quella gente non era ricca… volevo proprio vedere. Prenotammo entrambe delle vodka alla fragole e io guardavo l’entrata, come temendo una particolare entrata.
“Cosa dirai a James?” Mi chiese lei, e bevve tutto d’un sorso la vodka non prima di aver lanciato un’occhiatina maliziosa al barista. Tipico di Amber, probabilmente si sarebbe fatto anche lui. Presi il mio drink ed io, al contrario suo, presi a sorseggiarla.
“Avanti, butta tutto giù!” Mi disse quasi, facendomi un segno con le mani, come per dire di muovermi. Sbuffai appena e lo bevvi tutto d’un sorso, la gola prese a bruciarmi in un modo pazzesco e le labbra si incresparono in una smorfia. Proprio in quel momento la fortuna volle l’ingresso di James. E sembrava parecchio incazzato, eccome. Si guardava intorno, come se cercasse qualcosa, o meglio qualcuno.
“Ti ho voluto bene.” Mi disse Am, dandomi una pacca sulla spalla vedendolo venire incontro a me.
“TU!”
“Io… ma come sei sexy stasera.” Dissi, abbozzando un sorriso che doveva essere angelico ma che a lui risultò come il miglior sorriso che una ruffiana potesse fare.
“Non mi costa nulla prenderti di peso e portarti a casa, e porre fino a questo tuo giochetto da ragazzina con gli ormoni a mille.” Mi stava fulminando con lo sguardo.
Quanto lo odiavo quando faceva così. Era mister stronzaggine con le altre ragazze e con me era come… ma che ne so’, un padre, il mio ragazzo, un qualcosa del genere. E mi dava incredibilmente fastidio. Un suo amico, da dietro, gli diede una pacca sulla spalla.
“Avanti Jamie, non farà niente, la teniamo sott’occhio noi. Falla divertire.” E gli fece un’occhiolino. Jason era il suo migliore amico, un tipo dai capelli biondo platino, corti, spalle larghe e muscoloso. Insomma, non passava mica inosservato.
Abbozzai un sorrisino soddisfatto quando vidi James sospirare, l’aveva convinto!
Io facevo Jason santo, subito, ora, in quel medesimo istante. Mi sporsi verso di lui e gli stampai un bacio sulla guancia sussurrandogli un ‘grazie’. Non iniziate a pensare male, per me Jason era un secondo fratello maggiore, solo… meno rompipalle di James, per non portarla alla lunga. James mi riservò l’ennesima, lunga occhiata.
“Bada a ciò che fai.” Sembrava un ordine, anzi lo era. Sorrisi, il sorriso più angelico che potessi fare e lo vidi allontanarsi con i suoi amici verso delle nuove prede. Scossi appena la testa, forse un po’ infastidita. Era normale quel senso di fastidio verso le ragazze che frequentava mio fratello, ce l’avevo da sempre.
Amber mi afferrò per un braccio e mi trascinò con sé.

“Ho visto delle persone che conosco. Cioè, conosco… lì c’è una mia amica. O ex amica. Ma non ha importanza.”
Non mi fidavo tanto di quelle parole, ma lasciai correre. Infondo era una festa ed eravamo lì per divertirci, non per pensare. Arrivammo presto tra un gruppetto di ragazzi e ragazze, che stavano parlando egregiamente. Ecco, usiamo il passato và.
Appena arrivammo io ed Amber un silenzio piombo calò, smisero di parlare e gli occhi furono puntati su di noi. Tutti indagatori, tutti distaccati e chi stizzito per quell’interruzione. Solo uno sguardo mi era parso apatico, quello di un ragazzo che se ne stava seduto sul divanetto. Avvinghiato a lui una bionda ossigenata dalle forme smaniose che sembrava volerselo fare ora e subito.
Quegli occhi mi stavano mettendo in soggezione, e pesavano più di quelli dei presenti attorno a noi. Fu Amber a parlare per prima, spezzando il silenzio.
“Amy, lei è la mia amica Erin.” Disse, indicandomi, e se prima avevo pensato di non dire il mio nome e dovetti chiaramente abbandonare quella mia folle idea.
E se prima avevo osato dire di sentirmi in soggezione, in quel momento allora che avrei dovuto dire? E il bello era che la festa era appena iniziata.


Giuro che so contare fino a sette e so quando una settimana finisce!
Ma questo è un periodaccio, e tra scuola, pc rincretinito a causa di alcuni virus, preparazione per un saggio che dovrò fare a maggio e partenza per Berlino sto fuori di testa.
Questo è l'altro capitolo, e a dir il vero non è neanche tutto. Avevo detto che sarebbe stato il capitolo della festa, ma questo in realtà è solo l'inizio. Ho fatto un pò la cattiva e l'ho diviso in due, ecco u.u Ciò, ovviamente, implica che il prossimo lo posterò tra pochi giorni visto che ho quasi finito (: devo solo aggiungere qualcosa e fare le correzioni.
E... niente, ringrazio infinitamente forbidden rose, LaPazza7, Pissy 95, revy chan11, shanitsu e wilma per aver messo la storia tra le seguite. Eli12, lode_today_the_world e Marty_995 per averla messa tra le preferite e So_Elena per averla messa tra le ricordate.
Al prossimo capitolo!

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: psychee