Capitolo 8
C’è
sempre un perché…
Doris si svegliò presto quella mattina. In
realtà aveva dormito poco e male e le emozioni ed i sentimenti
contrastanti che provava dentro di sé non l’aiutavano certo ad
essere serena. Draco… Il suo Draco, in un certo
senso. Quello che lei forse sperava di conoscere come amico… La nemesi
del suo amore… Il saccente, viziato, odioso Draco non l’aveva
lasciata neanche per un attimo quella notte. Sapeva cosa provava per lui, sapeva che amava Harry, eppure era rimasto accanto a lei a
vegliarle il sonno. Doris l’aveva sentito allontanarsi poco prima, quando
era entrata Candice. Ed ora? Che
doveva fare ora? Dargli un’opportunità? Non come fidanzato, certo!
Non avrebbe mai lasciato Harry, lo sapeva lei e lo
sapeva lui. Ma come amico, forse…
“Oh! Buongiorno, miss Doris” la salutò
dolcemente Candice, mentre le controllava la temperatura e le ferite.
“Buongiorno” rispose lei semplicemente, sempre
persa nei suoi pensieri.
“Bene! Potete andare. Ma
non affaticatevi troppo per qualche giorno ancora” le comunicò
poco dopo la medimaga.
Doris la ringraziò e una volta lavata e vestita si
diresse verso la sala grande per fare colazione.
*Che devo fare???* si chiedeva
mentre mangiava in silenzio, da sola. Era presto e tutti gli altri erano
sicuramente ancora nei loro letti visto che erano appena le sei. Doris si
alzò e sempre concentrata si diresse verso il fiume, per riflettere
cullata dallo scrosciare sereno del corso d’acqua.
Era quasi arrivata quando
riconobbe la voce di Blaise. Era preoccupato, Doris ne era
sicura. Lesta, si nascose dietro degli alberi e ascoltò la conversazione
del cugino con
*Draco???* si chiese stupita
Doris.
“Te l’ho detto, Blaise. Non ho alcuna intenzione di farle del male o di farla lasciare con
lo Sfregiato. Lo sai che non potrei”
“Avanti Draco! Sei rimasto da lei tutta la notte. Cosa credi di ottenere così? Sai molto bene che non
tornerà mai da te”
“Lo so! Dannazione, Blaise! Mi credi tanto stupido??? Non voglio allontanarla da Potter! Quante volte devo
dirtelo???” quasi urlò.
“Finché non mi
convincerai che non le farai del male! E che non te ne farai
tu!” Blaise osservò per un lungo attimo il suo amico negli occhi.
Poi riprese
“Lo so perché hai rinnegato
“Non lo scoprirà! E
poi non voglio che si senta….”
“…in obbligo? Non è quello che mi
preoccupa. Ama talmente tanto Harry da non potergli stare lontano. Ma non voglio che tu la illuda che… ecco… sei
cambiato. Io… io non… non lo sopporterei!”
gli disse abbassando lo sguardo.
Una strana consapevolezza si impossessò
di Doris *Possibile che Blaise sia...* ma i suoi pensieri vennero interrotti
dalle parole di Draco
“Blaise… non dirmi che… Cazzo! Non è possibile!” quasi sussurrò
il biondino.
“Già! Patetico, vero? Blaise Zabini,
l’ammaliante serpeverde, misterioso e tenebroso, che fa strage di cuori
tra le ragazze ed i ragazzi di Hogwarts, è
innamorato dell’unica persona di cui non dovrebbe” si intromise una
terza persona, applaudendo con scherno.
I tre rimasero ad osservarsi qualche
secondo prima che, con la voce rotta dal pianto, costui riprendesse a
parlare
“Ma cosa potevo aspettarmi
dal grande Blaise? Non poteva certo ricambiare il mio amore per lui, vero? No
certo! Ed io che ci avevo sperato… quando mi hai
baciato l’ho sperato con tutto me stesso. Invece ti trovo qui a
dichiarare il tuo amore a... Ma dovevo aspettarmelo, in fondo! E’ sempre
stato nei tuoi pensieri. Nessuno è mai riuscito a soppiantarlo”
Poi rapidamente si allontanò per tornare al
castello.
“Theo, aspetta! Non è come credi… Ma
Blaise, perché non gli hai detto che ami Doris???”
chiese con una tale innocenza Draco, che anche Doris non poté fare a
meno di dargli dell’idiota.
“Perché non è
lei la persona che amo. Io sono gay, Draco” gli rispose
invece con dolcezza il moro.
“Co… Oh! Merda! Blaise io…” Draco aveva finalmente
capito.
“Non preoccuparti, Draco. Lo so che tu non lo sei, e
non voglio attentare alla tua incolumità. Ma
dovevi saperlo. Dovevi sapere che ti ho amato. Non fosse
altro perché non potevo più fingere con te”
“E Theo? Anche
lui è…” chiese, cercando di cambiare discorso.
“Lui è bisex. Ma a quanto
pare non lo sapevi, se sei così meravigliato”
“No! In effetti…”
Un silenzio tombale calò su di loro. Nessuno dei
due pareva avesse il coraggio di parlare. Lentamente Blaise si girò.
“Mi… amavi???
E… e ora?” chiese, imbarazzato, Draco, bloccando Blaise sul posto.
“Sarai sempre importante per me. E
per te ci sarò sempre. Ma non ti amo
più. Ho capito che il mio cuore appartiene a qualcun altro. Spero che
resteremo amici, comunque” gli rispose
dolcemente.
Fece per andarsene, quando Draco lo abbracciò
stretto a sé.
“Questo non cambia niente. La tua amicizia è
troppo preziosa per me per perderla per un pregiudizio
che neanche mi appartiene”
“Grazie Draco. E’ più di quanto sperassi” gli sorrise “Bhè! Meglio che vada a parlare con quella testa calda di Nott.
Non vorrei che facesse qualche sciocchezza”
“In bocca al lupo, allora. Ti auguro di riuscire a
chiarire. Theo è un ragazzo d’oro”
Blaise gli sorrise “Lo
so!” sussurrò, prima di andar via.
Draco rimase ad osservare la schiena di Blaise che si
allontanava. Quando non lo vide più, si sedette
in riva al fiume. Una sigaretta tremante tra le mani era l’unico segno
del suo stato d’animo. Doris rimase a fissarlo a lungo, cercando di
percepire le sue emozioni, e di rendere proprie quella massa
di notizie che aveva involontariamente appreso. Non si era meravigliata di
scoprire le preferenze sessuali del cugino. In fondo un po’ se lo
aspettava. Forse era stato qualcosa che aveva detto, o qualche atteggiamento
che aveva avuto, ma aveva intuito che era gay. Non
avrebbe potuto dirlo di Nott, e questo un po’ la stupiva.
Quello che le aveva dato invece una dolosa consapevolezza era
che Draco era ancora innamorato di lei. Ed ora
che avrebbe fatto? Cosa poteva fare? Non erano solo lei e lui. C’erano in
ballo i sentimenti di Mel e di Harry, per non parlare del fatto che,
sicuramente, i suoi amici non lo avrebbero mai accettato. Non che lui
abbia fatto mai qualcosa per cambiare questa realtà…
“Resterai ancora per molto
nascosta o ti decidi a raggiungermi?”
La voce di Draco la investì come una sferzata di
vento gelido. Le sue guance avvamparono, e se l’avesse
vista Ginny avrebbe detto che sicuramente poteva far concorrenza a Ron per la
tonalità che aveva assunto. Lentamente uscì allo scoperto e si
sedette accanto a quell’angelo maledetto.
Rimasero a lungo così, in silenzio.
“E’ stato a causa mia vero?” gli chiese lei a bruciapelo.
“Da quanto sei lì ad
origliare la conversazione tra me e Blaise?”
“Non origliavo. Ci sono capitata
per sbaglio” protestò lei, sotto lo sguardo sornione e divertito
del biondino “Ti prego, Draco. Voglio saperlo! E
voglio che mi dici perché sei stato accanto a me questa notte e
perché mi hai salvato la vita. Voglio sapere cosa pretendi da me e cosa
speri per il futuro. Vogli…”
“L’erba voglio non
cresce nemmeno nel giardino del re! Non lo sai?” la
prese in giro Draco. Ma vedendo lo sguardo di fuoco di Doris le disse, mesto
“Rispondi a questa domanda, ed io risponderò
alla tua. Cosa t’importa di me? Hai il tuo amato
Potter di cui preoccuparti. In fondo hai sempre voluto lui…”
“Draco… Non cambiare discorso. Non sono qui
per parlare della tua stupida ed inutile rivalità con
Harry…”
“Rispondi!” la intimò
Doris respirò forte e poi, lentamente rispose
“Io credo di essermi sbagliata su di te. Non
voglio dire che sei un ragazzo adorabile. Dico solo che, forse, non ti ho
veramente conosciuto per quello che sei”
“Complimenti miss perfezione! Certo non la pensavi così mentre eri tra le sue braccia nella capanna del mezzogigante…”
“Ma cosa…? Tu ci hai
visti???” gli chiese sorpresa.
“Sei un’abitudinaria, Doris” la
sbeffeggiò Draco “Volevi sapere se ho rinnegato mio padre per te?
Si! Ed ora puoi anche sloggiare! Non ho bisogno della tua pietà” le disse lui duro.
“Ed io della tua arroganza!
Ascoltami! Io vorrei solo poterti essere amica e…”
“Oh, Doris! Sei divertente sai?!
Ma vattene, va! Nessuno vuole essere amico di un
Malfoy… Lasciami solo!” quasi le urlò, alzandosi in piedi.
“Va bene! Me ne vado! Ma
sappi che io volevo essere amica di Draco, non di un Malfoy. Ma
cosa pretendevo pure io, che fossi cambiato? Sono solo una stupida…” lo fronteggiò lei.
“Credi di conoscermi così bene da giudicarmi?
TU NON MI CONOSCI AFFATTO!!! Io ci ho provato! Ho cercato di farmi a…” Draco si bloccò!
Stava perdendo il suo proverbiale sangue freddo e non voleva che lei lo vedesse
così vulnerabile come si sentiva
“…amare? Certo che ti sei impegnato! Devo
ricordarti che hai cercato di prendermi con la forza?” gli chiese lei dura e tagliente.
Draco la guardò a lungo nelle sue iridi verdi,
così belle e si perse. Se voleva dimostrarle
che era cambiato, quello era il momento giusto.
“Io volevo solo vedere nei tuoi occhi lo stesso
sguardo che riservi a quel idiota di Potter. Volevo
vedere i tuoi occhi offuscati dal desiderio per me. Volevo leggervi che ero
l’unico per te. Ma in essi, come nel tuo cuore,
c’era posto solo per lui, per il prescelto”
“Non cambierai mai, vero? Gli darai sempre addosso
senza conoscerlo, vero? Perché? Non sarà
anche questo colpa mia…”
“Non lo stavo beffeggiando. Lui è stato il
tuo prescelto. Ma non hai mai dato la
possibilità a me di competere con lui. Credi che sia stato facile per
me? Anch’io ho dei sentimenti, cosa pensi? Credi
davvero che sia di ghiaccio e senza cuore?”
Doris lo guardò negli occhi e quello che vide fu
solo dolore. Non rabbia, né rancore, né odio. Ma
puro, semplice, devastante dolore. E per una volta si
sentì in colpa con quel ragazzo.
“Draco… Io…” Non trovava le parole
per mostrargli ciò che aveva dentro.
“Ti reputi migliore di me, Doris? Davvero tu e
Potter credete di esservi comportati meglio di me e
Chang? Voi ci avete usato, come abbiamo fatto noi, ma almeno noi lo mostravamo. Voi no! Dovevate mantenere la perfetta maschera
di Grifoni perfetti. Sai… sareste stati bene
entrambi a Serpeverde….” sorrise amaro
“Draco perdonami… Io non volevo farti
soffrire…” tentò lei, con un groppo in gola.
“Si che lo volevi, Doris!
E’ inutile nasconderlo, sai? Hai sempre pensato che lo meritassi!”
“No, non è così. Credimi!”
“E sai qual è la
cosa buffa? Che è così! Io lo meritavo,
per come ero. Ma l’ho
capito tardi. Quando sono tornato a casa per le
vacanze, ed ero solo nella mia stanza, ho avuto molto tempo per riflettere. Ho
rivissuto ogni singolo attimo con te e ho analizzato ogni gesto, ogni parola, ogni momento passato con te. Volevo capire e
vendicarmi, ma poi ho capito. Ho capito che mi eri
entrata dentro e che mi avevi cambiato. E ho compreso
che tu non mi avresti dato alcun’altra
chance…”
Doris lo guardò. I suoi occhi lucidi tradivano le
lacrime che ostinatamente lei cercava di ricacciare. Draco continuò
quello che, a diritto, era diventato il suo personale sfogo.
“E, nonostante tutto, non
riuscivo ad odiarti. Quel giorno avrei dovuto ferirti. Non ci sono riuscito!
Sono stato un debole per mio padre… Per tutta la vita ho
cercato di essere il miglior figlio che mio padre potesse desiderare… ho
fatto tutto ciò che potevo per renderlo fiero di me: ho agito come lui,
mi sono vestito come lui e ho creduto nella sua causa. Mi sono bastati pochi
mesi con te per cambiare… E sai che ha fatto mio padre
prima che di diseredarmi, oltre a torturarmi per ore? Questo!”
Draco si arrotolò la manica della camicia e il
marchio nero comparve in tutta la sua gravità. Doris si sentì
stringere il cuore in una morsa di dolore. Capiva finalmente il perché
aveva avuto tali sensazioni devastanti quando aveva sfiorato
il suo braccio in discoteca, e come Draco si era accorto che ve ne erano degli
altri. Ma soprattutto, per la prima volta, capiva il
dolore solitario che doveva aver provato lui: aveva rinnegato il padre per non
incorrere in questo, ma Lucius Malfoy non amava perdere, neanche se vi era in
ballo la vita del figlio. Doris fece l’unica cosa che poteva:
l’abbracciò forte, più che poteva.
Voleva che lui non si sentisse rifiutato per quel marchio non voluto, né
che si sentisse poco amato.
“Perdonami, Draco… Perdonami…”
gli diceva come una nenia. Le uniche parole che era in
grado di pronunciare.
Draco la fissò allibito per un attimo. Non avrebbe
mai creduto che lei gli avrebbe mostrato affetto. Non dopo quello
che aveva fatto e detto. Ma il calore umano che lei
gli mostrava gli fece abbassare tutte le difese e lentamente ricambiò la
sua stretta.
“Non è colpa tua Doris” le disse dopo
che si ebbero calmati “Lui mi ha rovinato la
vita e io non voglio rovinarla a te. Sono un Mangiamorte, Doris. Prima lo
accetterai, prima capirai che tra di noi non
può esservi neanche un accenno di amicizia” le disse triste.
“Non lo sei, Draco. Tu non sei come loro. Non lo
sarai mai. Sei solo un ragazzo sfortunato per aver avuto uno stronzo come padre. Prima lo capirai,
prima accetterai una nuova vita” gli rispose accarezzandogli la
guancia.
“E comprenderebbe anche la
tua amicizia? Come puoi crederlo davvero? Io sono marchiato. Lo sarò per
sempre. Tu, Potter e compagnia bella non potrete mai
accettarlo”
“Al massimo loro faranno difficoltà ad
accettare te, visto i vostri trascorsi. Ma sono sicura
che Harry, alla fine, ti tenderà la mano. In fondo siete molto
più simili di quanto credete”
“Tu sei una sognatrice Elassar. Potter non mi
perdonerà mai”
“Se iniziassi a chiamarlo Harry e a chiedergli
scusa…” sorrise lei
“Iniziamo con Harry… il resto lo vedremo”
Doris rise. La prima vera risata da
quando lo aveva incontrato. E Draco rimase a
guardarla sereno. Così si sentiva, con lei. E sarebbe stato sempre
così, ne era sicuro.
*****
“Theo??? Che… che ore
sono?” chiese un’assonnata Melissa, quando il suo nuovo amico la
svegliò con le lacrime agli occhi “Che succede???” chiese
vedendolo in quello stato pietoso.
“Melissa… E’… è
Blaise… Lui e Draco…” disse confusamente.
“E’ successo qualcosa ai ragazzi? Theo spiegati!” quasi urlò scendendo dal letto
e avvicinandosi velocemente al moro che era crollato sul pavimento vicino alla
porta.
“Blaise… lui non… non prova niente per
me!”
“Oh, Theo! Non fare così. Non può
essere vero. Blaise non avrebbe potuto baciarti se non provasse
nulla per te” cercò di rincuorarlo Mel.
“Ama Draco. Lo ha sempre amato”
“E… e Draco?” chiese lei con un tonfo al
cuore
“Lui non è né gay né bisex. Quindi…”
“Bhè! E’ una bella notizia, no? Blaise
non ha chances con lui” cercò di
rincuorarlo lei.
Theodor la guardò come si guarda
un alieno. Ma come faceva a trovare sempre il lato positivo
delle cose??? Poi le sorrise. Mel ricambiò quel gesto, e lo
abbracciò stretto, mentre ricordavano gli eventi di qualche giorno prima
§§§ flashback §§§
“E’ molto bello qui. Ora capisco perché
Doris era affascinata dal lago e dalla radura vicino alla riva, ad Hogwarts”
“Doris me ne ha parlato tanto. Sono curiosa di
vederla. Chissà!”
Theodor e Melissa passeggiavano sulla riva del fiume e
cercavano di conoscersi. Doris non accennava a risvegliarsi e Mel era molto
preoccupata, così Nott aveva pensato di farla distrarre un po’
invitandola a fare una passeggiata. Sarà stata
l’atmosfera, o il fatto che con lei si sentiva a suo agio, che ad un
certo punto la baciò. Quando si staccarono si
guardarono negli occhi a lungo. Era stato… strano! Lui aveva presto
sostituito il suo viso, nella sua mente, con quello di
un ragazzo moro che era al capezzale della cugina in quel preciso momento. E lei aveva per un attimo sperato che al posto di quel
ragazzo ce ne fosse uno biondo e con gli occhi argentei.
“Ehm… Mel… io non…”
provò a dire imbarazzato, ma Mel gli sorrise
“Anche tu non hai provato
nulla?” gli chiese.
Forse non era bello sentirselo dire in modo così
schietto, ma era la verità e lui non poté che confermare. Da
lì, raccontarle della sua bisessualità e di Blaise fu naturale.
Alla fine le aveva fatto prometterle di non rivelarlo
a nessuno, soprattutto a Doris. Non sapeva se lei era a conoscenza o meno delle
preferenze del cugino, ma di certo doveva essere lui a parlargliene.
“E Blaise sa che tu lo
ami?” gli chiese Mel.
“Non credo che…”
“Devi farlo! Non puoi sapere cosa prova per te se
non gli confessi i tuoi sentimenti”
“So che amava Draco”
Una fitta allo stomaco la colpì. Cos’era? Non
poteva essere innamorata e gelosa di un ragazzo dopo solo tre giorni.
“Amava! Non sai cosa prova ora” gli disse,
tuttavia “Ascolta! Andiamo in infermeria e sostituisco Blaise,
così parlate” gli propose, trascinandolo
con sé.
Theo provò a ribellarsi un po’, ma lei era
irremovibile e quando lo lasciò solo con il bel moro, lui si
sentì mancare. Non sapeva che fare, che dire. Erano ancora l’uno
di fronte all’altro e Blaise lo guardava curioso
“Mi ha detto Mel che volevi parlarmi. Sono qui” lo incitò lui.
Theo allora fece quello che mai, se avesse solo ragionato
un attimo in più, avrebbe fatto. Si era avvicinato a Blaise e
l’aveva baciato. Dolcemente. Blaise era rimasto stupito. Non avrebbe mai
creduto che Theo… Quando Nott si staccò, convinto di non essere
ricambiato, si girò e cercò di
andarsene, ma Blaise fu più veloce e, bloccandolo per un braccio, lo
fece voltare e lo baciò con foga.
Da uno spiraglio socchiuso della porta
dell’infermeria una soddisfatta Melissa osservava
contenta la scena…
§§§ fine flashback §§§
“Theo ascoltami, ti prego.
Fammi spiegare”
Blaise batteva un pugno alla porta della stanza dove Nott
si era chiuso, sigillandolo con un incantesimo. Quando
aveva provato ad entrare era stato scaraventato lontano da una forza
invisibile, ed erano ormai già quindici minuti buoni che chiedeva al
testardo moro di farlo entrare. Dall’altro lato della porta un ferito e
disilluso Theodor Nott era seduto a terra con il viso nascosto dalle braccia e
cercava disperatamente di non piangere, ma lacrime birichine scendevano sul suo
volto niveo.
Melissa, all’arrivo di Blaise, gli aveva sussurrato un bocca al lupo e, datogli un bacio sulla guancia era
scomparsa nel camino.
“Theo…” sussurrò stremato Blaise.
Lentamente si sedette a terra *E va bene, mi
siederò qui e ti parlerò* si disse, cercando di raccogliere i
suoi pensieri.
Quando ormai Theo era convinto che Blaise se ne fosse
andato, la sua voce lo riscosse
“Lo so che credi che ti abbia usato ed illuso. Ma io
sono stato sincero quando ti ho baciato. Tu mi piaci
Theo”
Nessun rumore proveniva ancora dalla stanza
“Mi piaci davvero. Draco è stato il mio primo
amore, è vero, ma ho capito da tempo che è solo un amico.
Speciale, certo. Importante, indubbiamente”
Il cuore di Theodor aveva rallentato i suoi battiti
“Sarà sempre il mio migliore amico, ed io ci
sarò sempre per lui, ma non è lui che mi piace, né lui
quello con cui vorrei stare ora”
Theo non sapeva che fare. Voleva disperatamente credergli,
ma quello che aveva sentito nel bosco…
“Quello che hai sentito è solo una parte del
discorso. Doris è una persona meravigliosa, non fosse per quel piccolo
difetto del suo amore per Potter, e non volevo che
Draco la facesse soffrire ancora. Soprattutto non volevo illudermi ancora. In
tutti questi anni, nonostante lo sperassi con tutto me stesso, mi sono spesso
illuso che fosse diverso da come appariva. Non volevo
soffrire ancora. E non perché lo amo, ma solo
perché la sua amicizia è una delle cose a me più care,
come… come lo sei tu”
Ancora silenzio…
“Io… io credo di amarti, Theo. E già da un po’…”
Blaise si alzò lentamente. Appoggiò la
fronte alla porta e sussurrò
“Credimi, amore. Ci sei solo tu nel mio cuore”
Un sussurrò che giunse
limpido nel cuore di Theo e che gli fece mancare un battito. Rapidamente
si alzò e, annullati tutti gli incantesimi, aprì la porta
velocemente. Blaise si era già allontanato di qualche metro.
“Blaise…” la voce era flebile “sai
perché mi sono rifiutato di seguire la causa?”
Il moro lo guardò, non capendo dove volesse andare a parare. Lo sapeva, eccome! Non avrebbe mai
dimenticato quella sera…
§§§ flashback §§§
Un rumore sordo e nervoso proveniva dalla porta
“Arrivo… Calma!”
sbottò Blaise.
*Chi diavolo può essere? Nessuno può
arrivare fino a questa casa se non è Severus…* si disse avvicinandosi cautamente all’uscio, con la
bacchetta ben salda in mano.
Quando l’aprì si ritrovò
tra le braccia un sanguinante e tremante Theodor Nott.
“Theo… che ti è successo???”
“L’ha uccisa! Quel bastardo l’ha
uccisa!”
Blaise non capiva “Chi Theo?” gli chiese,
mentre lo faceva stendere sul divano del salotto
“Mia madre… quel gran figlio di puttana
l’ha uccisa… e sai perché? Perché mi ha difeso” scoppiò il moro sconvolto.
Proprio in quel momento entrò il professore di
pozioni, portando con sé un Draco Malfoy in condizioni ancora peggiori.
“Severus… Che è successo?” chiese allarmato Blaise.
“Draco è stato torturato da Lucius
perché non voleva farsi marchiare. Quel bastardo… Ma sono arrivato
troppo tardi… guarda!” gli disse,
indicandogli il braccio sinistro.
La rabbia di Blaise crebbe a dismisura. Afferrò la
sua bacchetta e si diresse verso l’uscita.
“Fermo! Cosa credi di fare?
Ti uccideranno appena sentiranno un tuo passo”
“Non posso perdonarli! Non gliela farò
passare liscia…”
“Non è il tuo compito! Lascia fare a noi
dell’Ordine. Tu pensa a loro. Hanno bisogno di cure. Dovranno
prendere questa pozione per almeno tre giorni” gli disse
consegnandogli delle boccette.
“E tu? Dove andrai?” gli chiese, vedendolo uscire.
“Devo fingere di essere dalla loro… Solo
così potremo vendicarli” gli disse indicando i due ragazzi distesi
nei loro letti.
“Dammi notizie” gli rispose semplicemente
Blaise, mentre si prendeva cura di loro, con l’aiuto degli elfi
domestici.
Erano passati tre giorni, prima che accennassero ad un
miglioramento. Era stato allora che aveva capito di amare Theo più di
quanto credesse. Quando l’aveva visto ridotto
così male, aveva avuto una gran voglia di uccidere Nott senior. Nessuno
poteva far del male al suo Theo! Neanche un fedelissimo del Lord Oscuro! Si era
ripromesso di aspettare ancora un giorno, e se non avesse avuto notizie da Severus
sarebbe andato lui stesso da loro. Ma,
fortunatamente, era arrivato un gufo con un biglietto del professore che lo
aveva rassicurato.
“E’ di Severus?” la debole voce di Theo
lo aveva riscosso dai suoi pensieri
“Si! Dice che è tutto a posto, ora”
“E’… è
morto?”
Blaise capì che si riferiva a suo padre
“No! Ma l’hanno
catturato gli Auror”
“Bene!”
“Te la senti di raccontarmi cos’è
successo?” gli chiese dolcemente Blaise, prendendogli una mano tra le
sue.
Dopo quello che parve
un’eternità Theo iniziò a raccontare
“Mia madre aveva scoperto, quella mattina, che mio
padre l’aveva tradita con l’americana… Sai
Blaise annuì
“La sera avevano litigato furiosamente, e mio padre
le aveva scagliato
“Mi dispiace Theo!” riuscì solo a
sussurrare Blaise, sconvolto.
“E lui, Draco? Come… come sta?”
“Mio padre non mi ha perdonato di essere cambiato
per colpa di Doris e mi ha marchiato. Dopo le torture, ovvio!”
La voce sarcastica, anche se debole, di Draco giunse alle
loro orecchie come un colpo di fucile. Rimasero così, in silenzio per
molto tempo, prima che giungesse un elfo con il pranzo…
§§§ fine flashback §§§
“L’avevi promesso a tua madre!” gli
rispose Blaise
“Esatto! Le avevo promesso
di vivere la mia vita! E io volevo viverla con
te!”
Quella rivelazione fece battere velocemente il cuore del
moro, e la speranza aleggiò nel suo cuore. In un attimo strinse le sue
braccia attorno alla vita di Theodor
“Perdonami, Theo! Farò di tutto perché
tu sia felice con me. Te lo giuro”
Il bacio che gli dette Theodor, fu
dei più teneri, dolci, innamorati e belli che avesse mai ricevuto nella
sua vita. Ora iniziavano entrambi a vivere…
*****
*Ma dove sono finita? Non è l’infermeria... Devo aver sbagliato qualcosa,
nella fretta! Chissà cosa combinano Blaise e Theo.
Spero che risolvano. Mi sembrano così
innamorati…*
“Chi c’è?”
*Oddio! Non può essere! Non posso essere nelle
stanze di…*
“Melissa??? Cercavi me?”
“Ehm… no, Signore! Volevo… volevo solo sapere come stava Doris”
“Credo che tu abbia sbagliato destinazione. Anche se non credo che miss Elassar sia ancora lì. Mi
pare di averla vista camminare verso il fiume. E se vuoi raggiungerla dovresti cambiarti. La mattina
è sempre fresca, anche se siamo a luglio” rispose
lui, con il suo solito tono arcigno. Anche se, quando
l’aveva vista lì, in pigiama, si era spaventato.
“Ehm… si…” Melissa lo guardò imbarazzata “Bene… allora vado…”
“Melissa hai deciso se venire con me o restare
qui?”
“Ehm… no! A dire il vero, me lo ha chiesto
solo ieri. Io… io non ci ho ancora pensato” *Perché? Perché la sua freddezza mi ferisce? In fondo non lo
conosco neanche. Come può essere che solo per il fatto che,
biologicamente, è mio padre, mi dia fastidio il
suo atteggiamento?* pensò, osservandolo negli occhi.
“Bene! Ricordati ciò che ti ho detto ieri,
e…” *Idiota! Sei un idiota, Severus! E’ solo una ragazzina. E per di più è tua figlia! Sei uno stupido!*
“Lo so, Signore! Non sono stupida! Le ricordo le
cose che mi dice senza che me le ripeta” Mel era
furiosa. E ferita.
“Non essere così impertinente! Sono sempre tuo padre!” la rimproverò, duro.
“Davvero? Strano! Non lo sembra!”
gli rispose lei. Ormai era partita per la tangente e di certo non si sarebbe fermata per un piccolo rimprovero.
“Che vuoi dire?”
Severus era allibito dalla sua mancanza di rispetto, anche se, in fondo, era
fiero del suo carattere battagliero.
“Voglio dire che di solito un padre degno di questo
nome si preoccupa di conoscere la figlia che non sapeva di avere. La cerca, la
contatta. Ma tu, niente! Sei rimasto a Londra
fregandotene di me! E se fossi stata in pericolo? Se avessi patito la fame e vissuto per la strada? Tu non
sapevi niente di me, e quando sei arrivato qui mi hai
trattato come una stupida! Tratti meglio Doris che me! E
lei mi ha raccontato del tuo astio verso lei, ed Harry, e tutta la sua casa. E
ora, che sono apparsa in pigiama, non ti sei neanche preoccupato di chiedermi
se stavo bene. Sai! Non è normale vedermi in
piedi alle sei e mezza del mattino, in estate. Sono un peso per te? Bene! Non
sei obbligato a farmi da padre. Ho vissuto diciassette anni senza di te. Posso
continuare a farlo! E non preoccuparti! Sono
abbastanza ricca da badare a me stessa se decidessi di
venire a vivere in Inghilterra. Ed ora scusami, ma ho
da fare!”
Finalmente si era sfogata! Gli aveva detto tutto quello
che pensava! Severus la guardava esterrefatto.
“Hai finito?” le chiese
quando concluse il discorso “Vuoi essere trattata come
un’adulta? Bene! Non sapevo della tua esistenza. L’ho scoperto per
caso il giorno prima di venire qui, perché mi
ero deciso di aprire la lettera di tua madre. Era lapidaria. Diceva solo che
avevo una figlia di nome Melissa e che viveva con Rubens e Diamond Saint-John a
Salems’. Non una foto. Non un accenno a te in diciassette anni. Non
sapevo che fare. Avevo avuto una storia con lei, è vero, ma non era
durata per molto. Quando aveva capito che avrebbe
ottenuto di più andando a letto con altri, ci siamo lasciati. Non ci
amavamo. Non saremmo mai stati una famigliola felice. Ma io non ti avrei mai abbandonato se avessi saputo della
tua esistenza”
Melissa lo osservò attentamente. Anche a lui sua
madre aveva fatto del male, ne era certa.
“Emily non è mai stata una vera madre. Ho
iniziato a vivere solo quando mi ha adottato lo
zio” mormorò.
A Severus si strinse il cuore “Dici
che non mi preoccupo per te? Forse perché sono sicuro
che qui non c’è pericolo. E ti ho
chiesto di venire con me per conoscerti meglio. Non ti prometto un padre
affettuoso e sdolcinato, ma sono e sarò sempre tuo padre. E tu non puoi farci nulla”
“Lo so! Ma non è
facile! Non ti conosco! So solo che sei un mangiamorte che fa la spia per
Silente. Che torturi i Grifondoro ed Harry Potter in
particolare. E che il tuo soprannome è
Mocciosus. Non so altro di te”
Il sopracciglio di Severus tremò, ma cercò
lo stesso di parlare con calma
“Allora! Punto primo. Non chiamarmi mai, mai,
Mocciosus. E’ un soprannome che mi hanno dato il
padre di Potter ed i suoi amici. Ed io lo odio! Punto
secondo. Sono il capo della casata dei serpeverde. E’ normale che li
favorisca. Ma non ho nulla contro Potter. Forse solo il fatto che sia un po’ troppo presuntuoso.
Ma per questo purtroppo non posso far nulla. Punto
terzo. Non dire mai a nessuno che sono la spia di
Silente. Non sai se ci sono nemici e spie del Lord in giro. E
preferirei vivere ancora per molto tempo. Ci siamo capiti?”
Mel fece un cenno affermativo con il capo.
“Bene!” continuò Severus “Ora che
ne dici di iniziare a conoscerci un po’. Stavo
giusto per fare colazione. Chiederò all’elfo di
potarti qualcosa” le propose l’arcigno professore.
La ragazza sorrise “Va bene, padre. Ne sarò
felice”
Il cuore di Severus si riscaldò al sentire quella
piccola parola. E sorrise. Un sorriso sincero e
luminoso, proprio come il sole che splendeva in cielo…
Ringraziamenti:
Grazie mille a tutti coloro
che leggono la mia storia e a quelli che recensiscono. Mi fa davvero molto
piacere leggere i commenti, i suggerimenti e le opinioni di ognuno di voi.
Vi piace questo capitolo? E’ denso di avvenimenti, e abbiamo scoperto anche le motivazioni che
hanno spinto Draco e Theo a rinunciare all’Oscuro. E
di Blaise e Severus che ne pensate? Il mio Sev qui
è molto dolce, non trovate?
Bene! Vorrei passare a ringraziare
personalmente chi ha recensito il precedente capitolo nella vecchia edizione,
ma purtroppo ho perso le recensioni che avevo salvato.
PERDONATEMI!!!!!! L’unico/a che posso
nominare è Wolverine che ha recensito nella nuova versione e
ringraziarlo/a per il suo supporto
che è sempre importante per me.
E con un ultimo
augurio al mio dolce Sev che compie gli anni domani,
vi saluto e vi mando un bacio.
ADoris