Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: sihu    24/02/2011    8 recensioni
una storia a cavallo tra due tempi che si incontrano, quello dei Malandrini e quello dei nostri eroi. Harry, Ron, Hermione e Ginny si trovano a passare il settimo anno insieme ai Malandrini. il risultato? un continuo susseguirsi di colpi di scena, amori che nascono, gelosie, paranoie e molto altro ancora. DALL'ULTIMO CAPITOLO: “Remus, sei suo padre..” esclamò Ron alla fine. A Sirius e James mancò l’aria mentre Remus impallidì all’improvviso. Lily non poteva credere alle sue orecchie. Remus era padre, ma di chi? Di Harry? Di Teddy forse?
Genere: Commedia, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 61

IL QUADRO COMINCIA A DELINEARSI

 Le notizie che Piton aveva comunicato a Lily fecero velocemente il giro della compagnia, lasciando tutti quanti di sasso. Nessuno si aspettava che Piton avrebbe collaborato così facilmente, ne tanto meno che avesse informazioni così preziose per loro. Non appena la ragazza era tornata nella propria sala comune tutti quanti le si erano riuniti intorno, ascoltandola in religioso silenzio. Solo alla fine si erano lasciati andare a fare commenti, increduli che alla fine il mangiamorte avesse sul serio deciso di collaborare. Ognuno avvertiva chiaramente che, nascosta tra gli enigmi, vi era la soluzione del mistero. Il momento appariva solenne e più che mai cruciale per James. Harry, da parte sua, era rimasto molto colpito da come il suo padrino Sirius non si fosse sbagliato nel dare un ulteriore opportunità al Serpeverde nonostante l’odio che correva tra i due, ma sapeva bene che tuttavia era presto per tirare delle conclusioni. Piton non aveva detto espressamente di voler tornare sui suoi passi, ma solamente che ci avrebbe fatto un pensiero. Nulla di più. Questo apriva notevolmente il ventaglio di possibilità circa il futuro che li aspettava, ma rimaneva lo stesso assurdo cominciare a pensarci da ora. Al momento avevano problemi ben più grandi, forse anche di loro, e non potevano certo stare dietro alle paranoie di un mangiamorte quasi pentito. In più il pensiero del padre tormentava Harry al punto da renderlo del tutto insensibile alle sorti del suo vecchio professore di pozioni anche se questi si era rivelato ben più profondo della pozzanghera che poteva sembrare di primo impatto. Il ragazzo sopravvissuto non riusciva ad accettare di perdere ancora suo padre, non quando lo aveva ritrovato e aveva faticosamente creato un rapporto con lui dopo tutti i misteri, gli screzi e le incomprensioni dei primi mesi.

“Ha praticamente detto che è stato Anderson!” esclamò Remus, scuotendo la testa dopo aver a lungo soppesato le parole dell’amica. 

Il racconto di Lily era l’ennesima prova, un po’ confusa forse, che confermava che il vecchio professore era in qualche modo collegato a quella storia strana ed oscura. Nessun altro professore avrebbe potuto cancellare la memoria di uno studente, nemmeno la McGranitt in un momento di rabbia.

“No, ha detto che era nell’ufficio di un professore..” precisò Hermione, pensierosa. 

Anche lei come Remus non credeva nell’innocenza del professore ma non bastava certo la parola di Piton ad incriminarlo. Per quanto ne sapevano poteva essere una trappola, o magari un tentativo di depistarli. Dovevano assolutamente saperne di più prima di credere al ragazzo, anche se sapevano che c’erano buone possibilità che fosse sincero. Ad ogni modo, allo stato attuale delle cose sospettavano di Anderson ma non avevano nessuna idea circa alle motivazioni che potevano averlo spinto ad agire in quel modo.

“Secondo te quanti altri professori cancellerebbero la memoria ad uno studente?” chiese Remus, incredulo, scuotendo la testa. 

Hermione aprì la bocca per rispondere, ma poi preferì tacere. Il licantropo non aveva tutti i torti, ma c’era qualcosa di oscuro in quella faccenda che le metteva i brividi. Qualcosa di celato, un terribile dettaglio che doveva ancora essere scoperto.

“Ad un mangiamorte, vorrai dire.” Specificò Regulus, pensieroso.

“Non ti seguo..” mormorò Zhoana, fissando con insistenza il fratello minore del suo ragazzo. 

Il ragazzo sospirò, senza staccare gli occhi dal fuoco che ardeva nel camino.

“Tutti sanno che Piton è un mangiamorte. Un professore avrebbe potuto fargli delle domande per conto di Silente e cancellare la sua memoria subito dopo.” Spiegò Sirius, intuendo cosa doveva stare passando nella mente del suo fratellino. 

Tutti loro sapevano bene che nella lotta ai maghi oscuri tutto era concesso agli auror in nome della sicurezza del paese. Visto in quest’ottica un incantesimo per cancellare la memoria ad un mangiamorte, anche se costituiva un fatto decisamente strano, non poteva essere considerata una prova contro Anderson.

“Silente non userebbe mai questi modi. Alastor Moody ha più volte chiesto di poter interrogare i ragazzi con il marchio nero, ma Silente ha sempre detto di no. Il preside sostiene che fino a che gli studenti sono al castello sono sotto la sua protezione e c’è ancora tempo per riportarli sulla buona strada.” Spiegò Frank, camminando avanti e indietro per la stanza con l’aria di uno che non sa che pesci pigliare. 

Invece che arrivare a qualcosa grazie alle parole di Piton stavano solamente escludendo tutte le possibilità, una dopo l’altra, senza capire che diamine poteva essere successo.

“Chiunque sia stato, a cancellare la memoria a Piton e a rapire James è qualcuno che non ha nulla da perdere al punto dall’ essere disposto a mettersi sia contro Silente che Voldemort.” Concluse Harry, lasciandosi cadere su una poltrona. 

Era stanco, incredibilmente stanco, ma non poteva certo riposare. Man mano che le ore passavano la situazione si faceva sempre più grave e le possibilità di ritrovare James in vita diminuivano.

“In questo caso non credo possa essere Anderson..” sospirò Neville, incerto. 

Anderson avrebbe potuto certamente andare contro Voldemort, magari anche contro Silente ma non contro entrambi. Non nello stesso momento. Non avrebbe avuto nessuna ragione per farlo, né tanto meno nessun tornaconto.

“Perché no? Quel vecchio è abbastanza pazzo dal mettersi contro Silente pur continuando ad odiare i mangiamorte.” Disse Frank, pensieroso, ricordando i racconti del padre.

Fin da quando era bambino, Thomas aveva raccontato al figlio del suo terribile addestramento insieme a Bob e Al con il vecchio Anderson. La cosa che aveva colpito Frank, oltre alle terribili prova a cui sottoponeva i suoi allievi e alle precarie condizioni degli allenamenti, era la vena di pazzia che sembrava pervadere l’auror. Secondo il signor Paciock alle volte Anderson godeva nel vederli soffrire, fallire una prova o trascinarsi faticosamente fino alla fine del percorso di guerra che aveva imposto loro e non faceva che ripetere che dovevano diventare dei buoni soldati perché lui potesse andarne fiero. Voleva controllarli, essere grande, potente e rispettato. Il dolore, la fatica ed il sangue dei suoi ragazzi non servivano ad altro che a glorificare lui e le sue aspirazioni di carriera. Quando non era stato scelto come ministro della magia, infastidito, aveva dato le dimissioni e si era ritirato ad Hogwarts ad insegnare. Diceva che voleva stare tranquillo e trasmettere il suo sapere alle nuove generazioni ma tutti sapevano che il realtà era solamente interessato alla carica di preside della scuola alla morte di Silente. Probabilmente anche il vecchio preside lo sapeva, ma fingeva di non essersene reso conto.

“Si, ma perché rapire James?” chiese Alice, confusa. 

Frank alzò le spalle, senza riuscire a trovare una risposta. Capire cosa passava nella mente di quel vecchio auror pazzo era un’impresa che andava ben al di là delle sua capacità. La ragazza cercò lo sguardo di qualcuno dei presenti ma in ogni volto leggeva la stessa confusione. Non vi era nessuna ragione logica per fare del male a James. La sparizione di un alunno non lo avrebbe aiutato in nessun modo a diventare preside, ne tanto meno ad ostacolare Voldemort.

“Bellatrix, deve esserci per forza quella squilibrata dietro a tutto questo.” Esclamò alla fine la versione più adulta di Sirius, facendo sobbalzare tutti i presenti.

Solo una pazza come sua cugina avrebbe potuto architettare un piano simile, magari trovando il modo di coinvolgere anche Anderson. Harry alzò di colpo la testa, dandosi mentalmente dello stupido per non esserci arrivato da solo.

“Credevo volesse Teddy..” mormorò confuso il Sirius più giovane, cercando di incrociare lo sguardo dell’uomo, seduto a terra con la testa abbandonata mollemente sulle ginocchia.

“Che motivo avrebbe di agire in questo modo?” chiese Lily, accigliata. 

Bellatrix aveva dimostrato di essere disposta a tutto, anche andare contro quello che era il suo Signore, pur di eliminare il piccolo Teddy e sua nipote. Era impensabile che avesse di colpo cambiato idea e bersaglio. Senza contare che il coinvolgimento di Bellatrix scagionava Anderson e lasciava senza spiegazione tutti quei comportamenti assurdi.

“Dimenticate la logica, state parlando di una pazza. Bella non ha bisogno di una ragione per fare del male alla gente, può benissimo torturarla perché è divertente..” spiegò il Sirius più anziano, talmente serio al punto di spaventare gli altri.

“Oppure per fare in modo che Harry non nasca..” mormorò a bassa voce Ginny, cercando di dare senso alle parole dell’uomo. 

Per quanto la rossa trovasse Sirius infantile, precipitoso e irruento era certa che avesse ragione. Solo Bellatrix avrebbe potuto architettare un piano così pazzo, crudele ed insensato per arrivare al suo obiettivo.

“Anche, non ci avevo pensato.” Disse Sirius, alzando appena la testa.

“Perché andare contro il suo adorato signore?” chiese Ron, incredulo, avvicinandosi al mago seduto a terra.

“A questo punto credo si senta più potente di lui, credo voglia superarlo.” Ipotizzò Hermione, pallida. 

Quell’eventualità era decisamente la peggiore di tutte. Bellatrix, come loro, conosceva il futuro e sapeva almeno a grandi linee cosa li aspettava. Con quelle conoscenze, unite a quelle che aveva accumulato nei lunghi anni passati come Mangiamorte, poteva diventare una minaccia ben più pericolosa di Voldemort stesso.

“Sarebbe terribile, dobbiamo impedire che ne chiami altri dal futuro.” Esclamò Remus, agitato. 

I volti dei presenti si erano fatti più pallidi e tirati, sconvolti dalle ultime ipotesi. In pochi istanti erano passati a discutere di una minaccia che si muoveva nell’ombra, che tramava contro di loro al punto da volerli morti e che si stava per abbattere sull’intero mondo della magia senza che loro sapessero cosa fare per fermarla.

“Non credo ce ne siano altri.” Sospirò Neville, sicuro.

“Non importa, meglio esserne sicuri.” Aggiunse Alice, preoccupata. 

Bellatrix costituiva una minaccia più grande di Voldemort da sola, se qualcuno si fosse unito a lei sarebbe stata la fine. Contrastarla sarebbe diventato impossibile e il loro mondo, tutto quello per cui i loro genitori e Silente avevano lottato fino a quel momento, sarebbe finito in un soffio.

“Bene, in questo caso andrò subito a parlare con Silente. Ron, vieni con me?” disse Hermione, decisa. 

Non c’era tempo da perdere, era arrivato il momento di agire prima che fosse tardi.

“Certo.. arrivo.” Si affrettò a dire Ron, seguendo la ragazza. 

Harry guardò i due amici allontanarsi insieme, diretti verso l’ufficio del preside. Improvvisamente si rese conto che la guerra era ricominciata davvero e che tutto quello che avevano fatto fino a quel momento sarebbe stato inutile, soprattutto se non fossero riusciti a salvare James.
Rimase per qualche istante a fissare il punto in cui gli amici erano scomparsi, chiedendosi se doveva o meno andare con loro. Alla fine decise che non era necessario. Ron ed Hermione erano stati al suo fianco tutto il tempo e conoscevano tutte le sfumature di quello che li aspettava. Poteva tranquillamente fidarsi di loro, senza paura che potessero dire al vecchio preside di più di quello che era necessario dire.

“Remus?” chiamò Sirius, fissando a lungo l’amico. 

Il ragazzo era come in trance, perso nei suoi pensieri al punto da ignorare tutto ciò che lo circondava.

“Qualcosa non torna..” sbuffò alla fine il licantropo, non ancora convinto dell’innocenza di Anderson nonostante il palese coinvolgimento di Bellatrix.

“Che vuoi dire?”chiese Frank, accigliato.

“Per quanto pazza e pericolosa sia, non può avere fatto tutto da sola.” Esclamò alla fine Remus, riferendosi alla cugina di Sirius sbucata dal futuro. 

L’uomo alzò la testa, abbozzando un sorriso. Gli era mancata moltissimo l’acuta intelligenza dell’amico e la sua incredibile capacità di cogliere sfumature che passavano inosservate alla maggior parte delle altre persone.

“A questo punto interviene Anderson.” Suggerì Regulus, pensieroso come l’amico.

“Vuoi dire che il professore collaborava con lei?” chiese Sirius, perplesso, fissando alternativamente il suo migliore amico e suo fratello.

“Potrebbe essere. Lui il braccio, lei la mente. Non è escluso che ce ne fossero altri.” Ipotizzò Frank, grattandosi la testa. 

Il coinvolgimento di entrambi cominciava a sembrare innegabile, ma i collegamenti tra i due apparivano ancora piuttosto oscuri.

Per un po’ nella stanza cadde il silenzio, interrotto solamente dai respiri dei ragazzi.

“Aspetta, ora ricordo. Anderson aveva fatto chiamare Piton e gli aveva detto che non si fidava di Silente.” Esclamò Regulus all’improvviso, ricordando la conversazione che aveva avuto tempo prima con il suo vecchio compagno di casa e maledicendosi per non essersene ricordato prima. 
Avrebbe senza ombra di dubbio semplificato parecchio le cose, forse  avrebbero potuto capire che la donna era coinvolta prima che James  sparisse per mano sua.

“Ne sei sicuro?” chiese Ginny, fissando intensamente il ragazzo.

“Purtroppo si. Piton, Bella e Lucius hanno usato quell’informazione per far accettare me tra i mangiamorte.” Spiegò Regulus, con una punta di amarezza nella voce. 

Era stata proprio quella conversazione ha segnare il suo ingresso tra le file di quel mago pazzo, per questo la sua mente aveva cercato di rimuoverla e cancellarla. Era solo grazie ad Harry se lui alla fine aveva trovato il coraggio di mollare tutto e seguire quello che gli suggeriva il suo animo. Se non fosse stato per quel ragazzino sbucato dal futuro, quella conversazione avrebbe segnato per sempre la sua vita. O meglio, la sua condanna a morte.

“Gli aveva detto solo che non si fidava di Silente?” chiese Lily, attenta a non perdere nemmeno un dettaglio. 

Era sicura che nelle parole del ragazzo ci fosse la chiave per trovare James. Doveva per forza essere così o sarebbe stato tutto inutile. Non aveva senso salvare il mondo magico se poi non avrebbe potuto viverci con l’uomo che amava.

“Gli aveva anche chiesto di seguire voi, per saperne di più su Harry. Credo che sospettasse che tu sapessi di più di quello che dovevi e voleva scoprire perché.” Raccontò Regulus, sforzandosi di ricordare ogni dettaglio, anche il più insignificante. 

Tutto poteva servire per scoprire la verità, incastrare Anderson, arrestare Bellatrix e ritrovare James.

“Si, ma perché cancellare la memoria a Piton e collaborare con Bella?” chiese il Sirius più piccolo, perplesso. 

Nessun auror, sano o meno di mente, avrebbe mai collaborato con un mangiamorte.

“Anderson voleva informazioni su di voi, quindi è andato da un mangiamorte visto che Silente non sapeva nulla o non voleva parlarne con lui. Piton ha parlato, Bella è venuta a sapere tutto e si offerta di dargli risposte in cambio di aiuto.” Ipotizzò il Sirius più grande, pensieroso, cercando di ricostruire quello che doveva essere succcesso.

“Questo spiega perché Cygnus ha fatto una brutta fine e perché la memoria di Piton è stata cancellata.” Concluse Harry, fissando intensamente il proprio padrino. 

Ogni dettaglio combaciava e andava a formare un quadro completo e inquietante.

“Certo, così tutto torna. Lui fa sparire James dalla scuola, lei lo nasconde da qualche parte qui fuori.” Esclamò Frank, battendo un pugno sul tavolo.

“Dobbiamo fare qualcosa!” esclamò il più piccolo dei due Sirius Black. 

Se Bellatrix stava nascondendo James da qualche parte, allora il suo amico era in pericolo. Sua cugina odiava tutta la famiglia Potter e con il passare degli anni quell’antico odio doveva essere andato aumentando. Se James era con lei, allora era in pericolo. Nel migliore dei casi lo stava torturando, nel peggiore non voleva nemmeno pensarci.

“No, dobbiamo agire con calma.” Lo ammonì l’altro, mantenendo la calma.

“Vuoi che ti ricordi cosa è successo l’ultima volta che hai detto questa frase?” sbuffò Neville, scuotendo la testa. 

Ginny sbuffò, infastidita dall’ennesima discussione inutile che aveva per oggetto l’ormai nota impazienza dell’animagus.

“Davvero ragazzi, c’è la vita di James in ballo. Non solo quella, forse..” continuò Sirius, ignorando le occhiate velenose che Ginny gli lanciava di tanto in tanto.

“Non ti seguo..” mormorò Remus. 

Normalmente sarebbe stato il primo ad ammonire tutti di fare le cose con calma, ma non in una situazione come quella. James era in pericolo e loro lo dovevano aiutare. Non c’era altro a cui pensare, dovevano trovarlo e riportarlo a casa al più presto prima che fosse tardi.

“Bellatrix vuole uccidere Teddy per cancellare l’onta dalla sua famiglia, no?” chiese Sirius, pacato, cercando di spiegare ai ragazzi le ragioni per cui dovevano andare con calma.

“Qualcosa del genere, si.” Rispose Lily, confusa.

“Allora potrebbe essere una trappola, un modo per arrivare al piccolo mentre noi saremo occupati nelle ricerche di James.” Concluse Sirius, con amarezza. 

Per quanto volesse prendere a calci la cugina e salvare l’amico più di ogni altra cosa, si rendeva conto che agire in fretta avrebbe solo peggiorato le cose e messo in pericolo anche il piccolo.

“Stai dicendo che dobbiamo lasciare che quella pazza furiosa di tua cugina uccida mio padre perché potrebbe essere una trappola? È ovvio che lo è!” esclamò Harry, fuori di sé.

Sirius lo guardò intensamente, senza dire nulla, poi sospirò. Era normale che Harry fosse fuori di sé in quella situazione, ma il mago sapeva bene che doveva pensare anche a Teddy. Il piccolo era il figlio di Remus, esattamente come Harry era figlio di James. La loro sicurezza veniva prima di qualsiasi altra cosa, anche della vita del suo migliore amico nel passato ed alla propria. Harry e Teddy erano il futuro, l’ultima traccia vivente dei suoi due amici. Se doveva vivere in quel tempo li voleva con sé, vivi.

“Ha ragione, Anderson potrebbe farlo sparire mentre noi andiamo a cercare James e Bellatrix.” Esclamò Remus, dandosi dell’idiota per non averci pensato per primo.

“Dobbiamo parlare a Silente, dirgli quello che sta succedendo. Solo lui può fermare Anderson.” Suggerì Alice, scattando in piedi nervosamente.

“Frena, non abbiamo prove. Non ci crederà nessuno.” Ricordò loro il Sirius più grande, restando immobile quasi qualcuno gli avesse lanciato un qualche incantesimo bloccante.

“Potremmo parlare con gli auror. Tuo padre, Moody e il padre di James sono ancora al castello, no?” disse il Sirius più piccolo, rivolto a Frank. 

Il ragazzo scosse appena la testa.

“Sono rientrati, credo sia rimasto solo mio padre.” Rispose il ragazzo, pensieroso.

“Devi andarci a parlare!” esclamarono Alice e Zhoana in coro. 

L’aiuto dei grandi, in particolare degli auror, sembrava l’unica cosa che poteva sbloccare quella situazione.

“Non se ne parla, non mi darà mai retta.” Decretò Frank, deciso e sconsolato.

“Il padre di James ci ha detto che hanno dei sospetti su di lui.” Ricordò Regulus, cercando di convincere l’amico inspiegabilmente restio ad intervenire.

“Si, ma un conto è che ha dei sospetti lui e un conto è che un adolescente accusa il suo maestro senza uno straccio di prove. Finirebbe che Anderson verrebbe a sapere tutto.” Spiegò pazientemente Frank, sconsolato. 

Era perfettamente consapevole che se fosse andato dal padre questi non avrebbe fatto nulla, anzi, forse lo avrebbe addirittura preso per pazzo e sarebbe andato a parlarne proprio con Anderson.

“In quel caso rischieremmo anche di mettere in pericolo la vita di James.” Sospirò Ginny, pensierosa e sconsolata. 

Nonostante loro avessero ragione, nessuno avrebbe creduto senza prove. Non potevano contare sugli auror, ne su Silente o su altri. Dovevano agire da soli, come al solito, e sperare che tutto andasse nel migliore dei modi.

“Quindi cosa proponete?” chiese Sirius, agitato. 

Proprio non riusciva a stare fermo con le mani in mano, specialmente ora che erano praticamente sicuri che Anderson stesse macchinando qualcosa insieme a quella pazza di sua cugina venuta da chissà dove.

“Dobbiamo fare tutto da soli.” Affermò Harry, sicuro, evitando di incrociare lo sguardo del suo padrino per non leggervi la preoccupazione che doveva essere dipinta nei suoi occhi.

“Che ne sarà di Teddy?” chiese Remus, preoccupato per il bambino. 

Non potevano andarsene a cercare James lasciandolo il piccolo da solo al castello. Probabilmente era proprio quello che Anderson e Bellatrix volevano che facessero.

“Lo affideremo ai Potter. Robert e Dorea se ne prenderanno cura, ne sono sicuro.” Rispose Harry, serio. 

I suoi nonni erano le uniche persone che erano al corrente di tutta quanta la storia. Avrebbero capito e li avrebbero aiutati. Certo, anche Silente sapeva tutto ma loro non potevano certo andare da lui e dirgli che dovevano affidargli il bambino prima che andassero a cercare James chissà dove pregandolo di non dire nulla ad Anderson che forse era coinvolto in tutta quanta quella assurda faccenda.

“È una pazzia.. come pensate di portarlo fino a Potter Manor? Vi ricordo che gli studenti non sono autorizzati a lasciare la scuola.” Esclamò Regulus, scuotendo la testa.

“Beh, io non sono uno studente..” mormorò il Sirius più grande, con un sorriso malandrino disegnato sul volto.

“Sirius, fattelo dire sei geniale!” esclamò il Sirius più piccolo, battendo le mani.

“Patetico, si fa i complimenti da solo.” Sbuffò Remus, alzando gli occhi al cielo.

“Ehi!” esclamarono in coro i due Sirius.

“Patetico e permaloso..” aggiunse Ginny, sconsolata.

“Falla finita..” ringhiò il Sirius più piccolo.

“Lupastro geloso..” fece eco quello più grande.

“Ehm, il nome James Potter vi dice qualcosa?” chiese Lily, cercando di portare nuovamente l’attenzione degli amici su quello che al momento era il loro problema principale.

I due smisero all’istante di litigare ed abbassarono la testa, colpevoli. Quel piccolo momento di spensieratezza, ad ogni modo, aveva fatto bene a tutti. Ognuno dei presenti sapeva che di lì a poco si sarebbero imbattuti in una battaglia durissima, ma quanto meno era speranzoso e sicuro di potercela fare. Insieme avrebbero messo alle strette Anderson, Bellatrix e chiunque altro si fosse parato sulla loro strada.

“Hai ragione, diamoci una mossa.” Mormorò Frank, mentre Ginny si affrettava ad appellare con la magia le cose del bambino. In pochi minuti tutto fu pronto per la partenza del piccolo che non capiva le ragioni di tutto quel trambusto.

“Remus, hai salutato il piccolo?” chiese il Sirius più grande, prima di prendere in custodia il figlio del suo migliore amico. 

Il ragazzo sospirò e si avvicinò al piccolo, cercando di nascondere per quanto possibile i suoi occhi lucidi. Separarsi da Teddy era difficile, anche se sapeva che Robert e Dorea non avrebbero permesso a nessuno di fargli del male.

“Fa il bravo, intesi? Prometto che quando tutto sarà finito tornerai qui al castello insieme a me.” Mormorò Remus al piccolo, che sorrideva felice.

Il licantropo rimase anche per qualche istante a fissare il piccolo, prima di porgerlo a Sirius che aspettava pazientemente che l’amico fosse pronto a separarsi da lui. Nessuno meglio di Sirius sapeva quanto fossero strazianti per Lunastorta gli addii, anche se erano solamente temporanei.

“Sei sicuro di riuscire a trovare Potter Manor?” chiese Remus, preoccupato che l’amico potesse perdersi, vagare in lungo e in largo per il mondo magico finendo con l’essere scoperto da qualche mago o peggio mangiamorte.

“Scherzi? Conosco la strada che conduce a quella casa come le mie tasche!” rispose Sirius, risentito per quel commento.

“Beh, sta attento. Per quello che ne sappiamo anche questa potrebbe essere una trappola.” Fece eco Harry, senza preoccuparsi di mascherare il suo tono spaventato. 

Suo padre era appena sparito nel nulla, non avrebbe tollerato anche la morte del suo padrino senza diventare matto. Non una seconda volta.

“Sta tranquillo campione, non mi succederà niente. Tu aspettami qui, non fare niente prima del mio ritorno e non dire nulla ne a Silente ne a nessun auror.” Si raccomandò l’uomo, fissando il ragazzo negli occhi e scompigliandogli con affetto i capelli.

“Va bene, ma tu fa in fretta.” Borbottò Harry, preoccupato mentre l’uomo spariva nell’oscurità senza dare nell’occhio.

 

Trovare la casa dei Potter non fu certo un problema per il mago. La dimora di quella che considerava la sua vera famiglia era esattamente dove lui si ricordava che fosse, enorme e maestosa come suo solito. Anche gli incantesimi di protezione erano sempre gli stessi e proprio per questo fu semplice entrare nella casa superando la recinzione e il grosso portone di quercia. Gli elfi domestici erano in cucina, impegnati con la cena, e non fecero caso all’uomo che si aggirava silenzioso e furtivo per i corridoi della casa. Fu Dorea ad accorgersi dell’intruso, trovandoselo improvvisamente davanti sull’uscio della libreria.

“Sta indietro!” urlò la madre di James, spaventata, puntando la bacchetta contro il nuovo arrivato. 

Sembrava sorpresa che gli allarmi non avessero funzionato, esattamente come gli sembrava strano che il presunto aggressore teneva tra le braccia un fagottino che non doveva avere più di un anno. La sua sorpresa, tuttavia, era principalmente indirizzata al viso dell’uomo che gli appariva più che mai familiare.

“Dorea, che succede?” chiese la voce di un uomo, arrivando di corsa attirato dalle grida della moglie. 

Non avrebbe permesso a nessuno di fare del male a Dorea, non dopo che il loro unico figlio era appena sparito nel nulla senza lasciare la minima traccia.

“Avanti mamma, sono io.. un po’ cresciuto, ma sempre io!” mormorò Sirius, divertito. 

Era sempre piacevole rivedere la signora Potter, anche se questo voleva dire avere la sua bacchetta puntata a pochi centimetri dalla faccia. I lineamenti del suo viso erano gli stessi di sempre, non sembrava nemmeno passato un giorno dall’ultima volta che l’aveva vista.

“Chi diamine sei?” chiese il padre di James, facendo irruzione nella stanza con la bacchetta tra le mani. 

Non appena incontrò gli occhi dell’uomo sul viso dell’auror si dipinse la stessa espressione sorpresa che campeggiava su quello della moglie. Per quanto assurdo potesse essere il nuovo venuto era assolutamente identico a Sirius Black.

“Chi ti sembro? Sono Sirius Black..” sbuffò Sirius, stanco di ripetere la stessa storia per l’ennesima volta nel giro di poche ore. 

Robert Potter rise tra i denti, senza abbassare la bacchetta. La moglie Dorea fece lo stesso, per quanto scossa da quelle parole.

“Dovresti essere un adolescente, non avere la mia età.” Esclamò l’auror, sorpreso.

“Vengo dal futuro.. Harry vi ha detto che ero morto, ma si sbagliava.” Spiegò Sirius, impaziente di poter parlare per il vero motivo della sua presenza all’interno della proprietà dei Potter. 

Vinta dalle parole dell’uomo, o forse dalle troppe emozioni di quella assurda giornata, Dorea abbassò la bacchetta e si lasciò cadere sulla prima poltrona che trovò. Robert tuttavia, era più che mai deciso a non darsi per vinto.

“Hanno appena rapito mio figlio, credi che abbia voglia di fidarmi sulla parola?” chiese Robert Potter, scettico. 

Sirius sbuffò, seccato. Con quelle assurde paranoie stavano perdendo tempo prezioso. Tempo che forse James non aveva.

“Sono qui per questo. Io e i ragazzi pensiamo di sapere chi sia il responsabile della sparizione di James.” Iniziò a spiegare Sirius, senza fare il minimo movimento. 

Sapeva bene che entrambi lo stavano ancora tenendo sotto tiro, anche se la madre di James sembrava troppo stupita per dire o fare qualsiasi cosa.

“Chi è? Dimmi il nome..” sibilò l’auror, furioso e più che mai arrabbiato.

“Non posso papà, ti cacceresti nei guai.” Disse bonariamente Sirius, con un tono dolce che lasciava intendere tutto l’affetto che provava per l’uomo che gli stava di fronte.

L’ultima cosa che voleva era che l’uomo affrontasse quella pazza di sua cugina da solo. Non avrebbe avuto speranze, non si sarebbe salvato una seconda volta.

“Sono abituato a combattere i mangiamorte.” Ribatté l’altro, offeso dalle parole dell’uomo che gli stava di fronte.

“Non si tratta dei mangiamorte, non questa volta.” Cercò di farlo ragionare Sirius. 

L’uomo sembrò pensarci su. Per qualche istante parve quasi che fosse disposto a riporre la bacchetta, ma poi i suoi occhi ripresero a brillare d’odio.

“Che sei venuto a fare, allora?” chiese l’auror, non ancora del tutto convinto. 

“Ho bisogno che vi prendiate cura di Teddy. Non può restare al castello, perché chi ha rapito James potrebbe fargli del male mentre noi lo cerchiamo.” Spiegò Sirius, muovendo appena le braccia perché i genitori di James potessero riconoscere il bambino addormentato che era insieme a lui. 

A quella vista Dorea abbassò subito la bacchetta, seguita a ruota da Robert. Nessuno dei due poteva anche solo pensare di ferire il piccolo con un colpo accidentale. Senza contare che se aveva il bambino, voleva dire che era effettivamente chi diceva di essere. Ne Remus, ne Harry ne nessun altro avrebbero mai lasciato che Teddy fosse portato via da un perfetto sconosciuto.

“È stata Bellatrix, quella venuta dal futuro!” esclamò il padre di James, intuendo all’improvviso come dovevano essere andate veramente le cose. 

Sirius annuì appena.

“Oh merlino!” urlò Dorea, portandosi le mani al viso. 

Quella donna aveva già quasi ucciso suo marito, ed ora se la prendeva anche con suo figlio, quasi odiasse la sua famiglia.

“Per questo devi lasciar fare a me.” Disse Sirius, appoggiando una mano sulla spalla dell’uomo. 

Robert non si innervosì per quel contatto, al contrario si voltò verso l’uomo e lo studiò a lungo con un espressione preoccupata.

“Quella donna è pericolosa..” mormorò alla fine l’auror, cercando di mettere in guardia l’uomo che si trovava di fronte. 

Per quanto quel Sirius sembrasse cresciuto, lui lo vedeva ancora come uno dei suoi figli.

“Credimi, nessuno lo sa più di me. Ho un conto in sospeso che intendo saldare.. Voi pensate a Teddy, io farò il resto.” Concluse Sirius, risoluto. 

Questa volta Bellatrix non avrebbe avuto scampo. Sarebbe morta, pagando tutte le atroci sofferenze che aveva inflitto agli altri.

“Non puoi fare tutto da solo!” esclamò Dorea, agitata.

“Beh, tuo nipote è un tipo in gamba..” suggerì Sirius, sorridendo.

“Harry.. prometti che ti prenderai cura di lui e che mi riporterai mio figlio?” chiese Robert, burbero. 

In gioco cominciava ad esserci la vita di troppe persone a lui care, ma non poteva fare nulla se non fidarsi di Sirius.

“Fosse l’ultima cosa che faccio. Tu penserai a Teddy?” chiese Sirius, con la stessa espressione indecifrabile e severa.

“A costo della mia vita.” Promise l’auror, allungando una mano verso l’uomo che gli stava di fronte.

“Bene, sapevo che saremmo arrivati ad un accordo!” esclamò Sirius, porgendo il piccolo alla signora Potter prima di sparire con un movimento di bacchetta.

***

La stanza aveva iniziato a girare, prima lentamente poi sempre più forte fino a che James aveva sentito il bisogno di aggrapparsi ad uno spuntone di roccia. Nel farlo, si ferì le mani. Sentì il sangue scorrere lungo le braccia e capì che quelle ferite erano vere, reali.

Il ragazzo aprì e chiuse gli occhi più volte, chiedendosi se anche quello che stava accadendo era la realtà oppure solamente il frutto della sua fervida immaginazione e della febbre. Senza un reale motivo il freddo era passato. D’improvviso non era più scosso dai tremiti, ma erano cominciate quelle vertigini. Erano talmente forti che nonostante fosse a terra, accucciato alla meglio contro una parete, aveva la sensazione di stare cadendo nel vuoto. James maledì quella situazione e la sua testardaggine. Adesso gli sarebbe senza dubbio tornato utile avere seguito di più le lezioni di erbologia o quanto meno avere dato retta a Remus quanto cercava di spiegargli le basi della medicina magica. Quel poco che sapeva, ad ogni modo, bastava per capire che era spacciato. Con il passare delle ore le sue condizioni sarebbero senza dubbio peggiorate, avrebbe perso conoscenza e non ci sarebbe stato nulla da fare.

Preso dal panico, il ragazzo si sforzò di tornare lucido. Doveva calmarsi e rimanere sveglio, pensando a qualcosa. Immediatamente la sua mente andò a Lily, alla morbidezza delle sua labbra, ai suoi capelli di sete ed alla sua voce dolce e decisa. Senza che se ne rendesse conto i suoi occhi iniziarono a bagnarsi di lacrime. La voleva con tutto se stesso, doveva tornare da lei. Fece dei respiri profondi, strizzò gli occhi per cercare di vedere qualcosa di più in mezzo a tutta quella oscurità e per allontanare quella strana nebbia che gli oscurava quasi del tutto la visuale e si mise seduto. Questa ultima operazione gli costò parecchia fatica a causa delle vertigini e dei tagli sulle braccia. Rimase così, immobile, a lungo. Un tempo indeterminato, potevano essere minuti così come ore o giorni. Per qualche istante James si sentì ottimista, quasi credeva di potercela davvero fare. Le vertigini gli stavano dando tregua, il freddo non era un problema e il sangue non scorreva più copioso dalle ferite. Come per magia, stava bene e vedeva una possibile via d’uscita. Prima che il ragazzo potesse davvero gioire, tutto svanì. Le ferite tornarono a fargli male, il freddo gli bloccò quasi il respiro e le vertigini lo costrinsero a sporgersi in avanti per rimettere.

Di nuovo James si trovò carponi, scosso dai brividi e senza il minimo controllo del proprio corpo. Il cuore aveva iniziato a battere più forte, troppo, e la stanchezza era pian piano scesa su di lui. Stava per crollare addormentato, il cercatore poteva avvertirlo chiaramente.

James cercò di lottare con tutte le sue forze per restare sveglio e vivere, ma alla fine dovette arrendersi. 
Il buio scese sui suoi occhi, a coprire tutto quello che lo circondava. Non provava più dolore, solo una malinconia infinita ed uno strano senso di pace. Vinto dalla stanchezza James si lasciò andare, perdendo completamente coscienza di sé. Era la fine.

ANGOLO DELL'AUTRICE

ebbene si, sono nuovamente in ritardo! per chiedere scusa, vi darò qualche anticipazione sul prossimo capitolo:

  • innanzitutto James: credere sul serio che sia morto? non ci potete credere? fate bene, pazientate fino alle prime righe del prossimo capitolo.
  • vi chiedete con ansia che decisione prenderà Piton circa il suo futuro? non dovrete farlo per molto, a breve lo saprete.
  • vorreste saltare nella storia e tirare personalmente il collo a Bellatrix? nel prossimo (lunghissimo) capitolo qualcuno finalemente lo farà per voi.
a questo punto, dopo averti anticipato qualcosa, passiamo avanti! come sempre, grazie mille a chi commenta!
GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE!

LadySaika: sono contenta ti sia piaciuto lo scorso capitolo! ormai sono dell'idea che senza Sirius questa storia sarebbe veramente molto triste! se avessero rapito lui invece che James sarebbe stata una vera tragedia!

Brando: i capitoli "rivelazione" sono quelli che mi vengono sempre peggio e che mi prendono molto tempo! meno male che adesso tutti sanno tutto, o quasi. le ricerche sono ufficialmente iniziate, o meglio, adesso sanno chi sono i colpevoli. nel prossimo capitolo (giuro che James è vivo e che sta bene) ci sarà una grande confusione e finalmente malandrini, auror e Silente collaboraranno!

Dracucciole: grazie mille, è sempre bello leggere i vostri commenti!

FunnyPink: io sono convinta, crisi di nervi a parte, che Sirius serva per tenere alto il morale e strappare una risata. senza di lui qualcuno avrebbe giò tentato di tagliarsi le vene!

Cloe Black: anche io adoro i due Sirius, sono assulutamente fantastici!

Marty_youchy: grazie mille, sei veramente un tesoro!

Smemo92: il tuo commento è fantastico, sono convinta che il prossimo capitolo ti piacerà parecchio!

Domi97: innanzitutto, chiedo perdono per i tempi. dopo questo capitolo (e relative anticipiazioni) sono abbastanza convinta che sarai ancora più furiosa, ma spero che porterai pazienza lo stesso. hai lo stesso tutta la mia stima, io avrei abbandonato l'impresa per i troppi capitoli!

NicoRin: grazie mille per il tuo commento. come vedi ti ho fatto aspettare un po', cerca di portare pazienza! :D

Fine: spero di averti accontentato! grazie mille del commento!

Terry93: prometto che nel prossimo capitolo capirai chi ha rapito James e perchè! :D

GRAZIE MILLE, AL PROSSIMO (LUNGHISSIMO!!!) CAPITOLO!

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: sihu