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Autore: adamantina    24/02/2011    0 recensioni
Luce è cambiata.
È sempre stata indipendente, ma ora la sua vita è legata a doppio filo a quella della piccola Nicole, sua figlia. Il tempo per ubriacarsi, fare sciocchezze e soprattutto sbagliare è finito, e a soli vent’anni si ritrova catapultata nel mondo degli adulti.
E quando torna in Inghilterra, dopo tre anni di assenza, con la Seconda Guerra Magica che infuria, ritroverà tante vecchie conoscenze e dovrà mettersi in gioco con tutta se stessa per proteggere la vita di chi ama e anche quegli ideali che pensava di aver perso per sempre.
[Seguito della ff Promise]
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Promise'
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4. CAMBIATO

 

< You could say I lost my faith in science and progress
You could say I lost my belief in the holy church
You could say I lost my sense of direction
You could say all of this and worse, but
If I ever lose my faith in you
There'd be nothing left for me to do >

 

Sting, “If I ever lose my faith in you”

 

 

Il mattino dopo, Nicholas si era svegliato e stava osservando con rimpianto il triangolo di cielo nuvoloso che riusciva a vedere da quella posizione.

Quando la porta si aprì, si voltò e vide entrare Luce.

La porta venne chiusa dietro di lei: in qualche modo aveva convinto la guardia a rimanere fuori.

Luce osservò Nicholas, quindi estrasse la bacchetta e la puntò verso qualcosa di invisibile accanto a sé.

-Revelio.-

Gli occhi del Mangiamorte si spalancarono.

Accanto a Luce era comparsa una bambina di quasi quattro anni. I boccoli biondi e gli occhi color del cielo la facevano somigliare ad un piccolo angelo. Indossava un vestitino azzurro.

Nicholas non riuscì ad aprire bocca. Tentò di mettersi seduto, e ci riuscì nonostante le corde sfregassero spiacevolmente contro i polsi.

Fissò la bambina a lungo, e lei guardò lui.

-Papà?-, chiese timidamente.

Luce vede chiaramente gli occhi di Nicholas farsi lucidi per un momento.

Prese la figlia in braccio e la depositò sul letto.

-Nicole-, sussurrò Nicholas.

-Mamma?-

-Dimmi.-

-Perché è legato?-

Luce scambiò un’occhiata preoccupata con Nicholas.

-È … fa parte della cura, tesoro.-

-Quale cura?-

-Vedi, il papà è malato.-

-Ha la febbre?-

Nicholas fece un mezzo sorriso.

-Sì, Nicole-, confermò Luce.

-Sai, papà, anche io avevo la febbre una volta. Però poi è passata perché la mamma mi ha dato un bacio magico-, spiegò Nicole in tono confidenziale.

Nicholas sorrise apertamente.

-La tua mamma è molto brava, Nicole.-

-Perché non glielo dai anche a lui il bacio magico, mamma? Così poi gli passa la febbre!-, esclamò la bambina entusiasta.

-Già, credo … credo che dopo lo farò.-

-Non vedo l’ora-, mormorò Nicholas, facendole l’occhiolino.

Luce arrossì e prese in braccio la figlia.

-È troppo rischioso rimanere qui. Dobbiamo andare.-

Nicholas annuì, mentre l’ilarità scompariva dal suo volto.

-Ciao, Luce. Ciao, Nicole.-

-Ciao, papà-, disse Nicole.

Gli occhi di Nicholas tornarono ad essere lucidi.

Papà.

Quante volte aveva sognato di sentirselo dire da Nicole?

 

-Luce.-

-Cosa c’è?-

La ragazza stava controllando le ferite di Nicholas.

-Grazie per aver portato qui Nicole.-

-Daniel dice che non è stata una buona idea.-

-Perché?-

-Perché tra poco tu andrai ad Azkaban.-

Nicholas sospirò.

-Lo so. E so che c’è una grande probabilità che non ne esca più. Per questo mi ha fatto piacere vedere Nicole. E, in ogni caso, puoi dire a Daniel che non succederà più.-

Il tono di Nicholas era amaro.

-È solo preoccupato per lei, Nick.-

-Ha ragione. Sono stato egoista, ma puoi biasimarmi se ho voluto vedere mia figlia per la prima ed ultima volta?-

-Certo che no.-

Luce cominciò con gli incantesimi di rito.

-Quanto tempo resterò qua?-

-Non lo so. Tre, quattro giorni, forse.-

Luce vide Nicholas irrigidirsi istintivamente. Mancava così poco.

-Nicholas … c’è una cosa di cui ti voglio parlare.-

-Sarebbe?-

Luce si sedette sul bordo del letto e spostò leggermente le corde che gli cingevano i polsi, guardandolo intensamente.

Nicholas abbassò lo sguardo per vedere due cicatrici che gli sfregiavano i polsi.

-Oh, queste.-

-Già.-

-Io … ho avuto un brutto momento.-

-L’avevo immaginato.-

-È stato … poco dopo la tua partenza. Dopo che … ho dovuto … -

Luce lo interruppe.

-Non devi raccontarmelo, se non te la senti.-

-Non riuscivo a sopportarlo. Era troppo … ma poi Kody mi ha trovato, e ha mandato a chiamare qualcuno, e mi hanno salvato. Quando il Signore Oscuro è venuto a saperlo si è infuriato. Ha minacciato di … -, si fermò. –Comunque, da allora non ci ho più provato. Ho accettato tutto. Uccidere diventa più facile, sai, con il tempo. Ci fai l’abitudine.-

Il tono amaro di Nicholas colpì Luce, che gli prese la mano.

-So che è colpa mia-, disse. –Sei diventato Mangiamorte per me, e adesso … -

-Lo rifarei mille volte, Luce.-

-Io no. Io resterei al tuo fianco, nel bene e nel male.-

Nicholas sorrise debolmente.

-È troppo tardi.-

-Lo so.-

Luce sospirò e si alzò.

-Hai bisogno di qualcosa?-

-No, grazie.-

-Allora torno più tardi.-

Luce uscì, e Nicholas rimase solo.

Pochi minuti dopo, sentì delle voci fuori dalla stanza e la porta si riaprì.

Nicholas sussultò, stupefatto.

Era una visita decisamente inaspettata.

Daniel lo raggiunse e incrociò le braccia.

-Sono venuto a dirti che domani andrai ad Azkaban. Il processo si terrà tra un mese, ma siamo stati d’accordo nel decidere l’incarcerazione preventiva, vista l’enorme quantità di prove che testimoniano la tua colpevolezza. Il tuo medimago ha sollevato delle obiezioni, ma gli Auror le hanno respinte.-

Nicholas guardò quello che un tempo era stato il suo migliore amico.

-Anche per me è davvero splendido rivederti-, commentò ironicamente.

Daniel controllò che la porta fosse chiusa prima di rispondere.

-Sono cambiate tante cose, Nicholas.-

-Stai dicendo che io sono cambiato, vero?-

-Sì.-

-Sai perché ho fatto tutto questo, Dan. E sono sicuro che l’avresti fatto anche tu, al mio posto.-

Il giovane Auror si irrigidì.

-Non ne sono certo.-

-Ne andava della vita di Luce e di Nicole. Non avevo scelta.-

-C’è sempre una scelta.-

-C’è sempre una frase fatta da tirare fuori in questi casi.-

Daniel sbuffò, senza guardarlo negli occhi. Nicholas seguì il suo sguardo e vide che si era fermato sul Marchio Nero che spiccava sul suo braccio, la lingua biforcuta scura e saettante.

-C’è stato un tempo in cui credevo che saremmo rimasti amici per sempre-, commentò cupamente Daniel.

-Quel tempo è finito quando è morta Cherise.-

-Sì, ma io non avrei creduto che tu potessi diventare Mangiamorte fino all’attacco al Ministro della Magia.-

-Conosci le mie ragioni, Daniel. Non ho intenzione di giustificarmi ancora.-

Dopo un momento di silenzio, fu Daniel a continuare.

-Sono un Auror adesso, sai?-

-Lo so.-

-Ho dovuto votare per la tua incarcerazione preventiva.-

Nicholas lo guardò di sottecchi.

-E?-

-E niente. Ho votato a favore.-

Nicholas sbuffò.

-Delizioso. Ora che me l’hai detto mi sento molto meglio. Grazie.-

-Devi capire che siamo su due schieramenti opposti, adesso.-

-Se dovessimo combattere l’uno contro l’altro, avendone la possibilità, mi uccideresti, Dan?-

Daniel esitò.

-Non succederà, perché tu andrai ad Azkaban-, affermò infine.

-Bel modo di sviare la domanda-, si congratulò Nicholas. –Perché sei venuto?-

-Solo … per dirti della decisione che abbiamo preso.-

-Beh, è stato un piacere.-

Daniel non aggiunse altro e se ne andò.

 

Luce visitò Nicholas per l’ultima volta la mattina dopo.

Mentre controllava il battito cardiaco, non riuscì ad aprire bocca. Aveva lo stomaco chiuso al solo pensiero di Nicholas in una cella di Azkaban.

Lui sembrava solo pensieroso e continuava a guardare fuori dalla finestra.

Quando ebbe terminato con i controlli, Luce incrociò le braccia sul petto.

-È tutto-, mormorò.

Nicholas parve riscuotersi dal suo torpore.

-È stato bello rivederti, Luce.-

-Anche per me.-

-Dai un bacio a Nicole da parte mia.-

Lei annuì, sentendo un nodo che le stringeva fastidiosamente la gola.

-Nicholas … vorrei solo che tu sapessi che … so che tutto quello che hai fatto, l’hai fatto per me. E non potrò mai ripagarti per questo.-

Lui non replicò.

-Però-, proseguì Luce, lottando per non far tremare la propria voce, -C’è una cosa che voglio lasciarti.-

Si avvicinò e gli posò un bacio sulle labbra. Fu delicato, appena accennato.

-Ti prego, tienitelo stretto. Non lasciare che i Dissennatori te lo rubino.-

Detto questo, uscì senza più guardarsi indietro.

Nicholas rimase fermo, stupito.

Quando entrarono gli Auror, Daniel compreso, lo slegarono e si smaterializzarono sull’isola. Entrarono ad Azkaban, e Nicholas sentì immediatamente la tremenda sensazione di tutta la felicità che gli veniva risucchiata via dal corpo.

Vide gli stessi sentimenti sul volto degli Auror, e immaginò che fossero lieti di potersene andare via subito.

Lui invece avrebbe dovuto restare lì per giorni, mesi, anni.

Forse per sempre.

Lo condussero lungo un corridoio lungo e buio, e Nicholas vide celle popolate da quelli che sembravano fantasmi, solo ombre di esseri umani.

Il silenzio era opprimente, e le figure spettrali dei Dissennatori galleggiavano oziosamente nell’aria gelida.

Si fermarono di fronte ad una cella, dove lo rinchiusero senza troppi scrupoli. Sentendo la chiave girare nella toppa, Nicholas vide ogni speranza morire.

-Cooper-, disse uno degli Auror, -Voglio sapere i nomi degli alleati dei Mangiamorte all’interno del Ministero. So che li conosci. Parla.-

Nicholas li conosceva eccome, ma non aprì bocca.

L’uomo tentò più volte con le maniere buone, quindi allungò spazientito la bacchetta, facendola passare attraverso le sbarre.

Nicholas capì cosa sarebbe successo un secondo prima, ma non gli sarebbero state sufficienti ore per prepararsi.

-Crucio!-

Erano passati oltre tre anni dall’ultima volta, e il male si dimentica. Perciò lo colse del tutto impreparato e gli strappò un grido.

Sembrava che gli avessero acceso un fuoco nelle vene, in ogni singolo muscolo, nervo, osso.

Dopo qualche minuto, così come era arrivato, il dolore scomparve.

-Allora, Cooper?-

Ostinatamente, Nicholas tacque, il cuore che gli batteva nel petto come impazzito.

L’Auror ripeté la maledizione, e il Mangiamorte riprese a gridare e a contorcersi.

Daniel era presente, e assisteva con le mani strette a pugno.

Gli faceva male, terribilmente male, vedere Nicholas torturato in quel modo.

Continuava a ripetersi che era giusto, che loro erano dalla parte dei buoni.

Ma non riusciva più a trovare differenze tra ciò che facevano i Mangiamorte e ciò che stavano facendo in quel momento gli Auror.

Incrociò lo sguardo di Nicholas e non lo lasciò, neanche quando lui serrò gli occhi, inarcando la schiena per tentare di contrastare le fitte lancinanti di dolore.

Mi dispiace, avrebbe voluto dirgli, ma non poteva né ne aveva il coraggio.

-Avanti, parla!-

Ma Nicholas continuò a stare zitto, e la tortura riprese.

Passata mezz’ora, Daniel, lo sguardo fisso in quello dell’amico, finalmente intervenne.

-Basta così-, decise.

-Ma non ha ancora…-

-Torneremo domani.-

Gli altri si decisero ad acconsentire e si allontanarono. Daniel esitò, quindi distolse lo sguardo da Nicholas e li seguì.

Nicholas rimase immobile, il volto premuto contro il pavimento di pietra, i pensieri confusi, i momenti felici che gli scivolavano via dalle dita senza che riuscisse a trattenerli.

   
 
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