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Autore: Sunny    10/01/2006    56 recensioni
A vent'anni dalla scomparsa di Voldemort, il Mondo della Magia si vede ricomparire il suo Marchio Nero nell'oscurità della notte... ma questa volta in campo scenderanno anche nuove forze, più decise e più agguerrite che mai. Intrighi mortali, lotte all'ultimo sangue, amori inarrestabili e passioni travolgenti sconvolgeranno gli eroi della 'vecchia' e della 'nuova' guardia, in un mondo in guerra in cui il cuore ha la meglio anche sulla ragione...
Genere: Azione, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Ahem… chap un po’ violentino… ricordatevi che questa storia ha un rating R, perciò… *

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FIRE MELTS ICE

 

 

 

 

CAPITOLO 18: FIGHT CLUB

 

 

There goes my baby
She knows how to rock n' roll
She drives me crazy
She gives me hot and cold fever
Then she leaves me in a cool cool sweat

                                      Crazy Little Thing Called Love, Queen

 

***************

 

 

Katie appoggiò anche l’ultimo piatto sulla tavola, sistemandolo pigramente. Si sentiva talmente apatica che non aveva voglia di fare nulla. Aveva perfino perso il conto dei giorni… cos’era, giovedì? Probabilmente… non era più tornata a Hogwarts perché i suoi genitori non la volevano perdere d’occhio, così aveva smesso di contare i giorni… le ore sembravano già abbastanza infinite da sole. Ne erano passate ventiquattro dall’ultimo ‘contatto’ – se così poteva definirlo – che aveva avuto con Alex, e non solo non si era potuta sfogare con nessuno… se n’era rimasta con le mani in mano, comportandosi in maniera diametralmente opposta al suo carattere, e da qui era subentrata l’apatia. Non aveva voglia di fare nulla.

 

Quella sera i suoi genitori erano a un incontro segreto di War Mage, per quello che aveva potuto capire si trattava dell’ultimo prima di quelli che suo padre chiamava ‘fuochi d’artificio’… Simon era da Mel, e lei era stata accompagnata a casa di Jack e Amelia, un luogo ritenuto più sicuro. Povero Jack, ce la stava mettendo davvero tutta per strapparle un sorriso, ma accontentarlo le sembrava così difficile… e sì che in altre circostanze ridergli dietro sarebbe stato automatico, dato che in assenza di Amelia, alla solita visitina di controllo, si stava dando da fare per preparare una cenetta coi fiocchi… per quanto i risultati fossero piuttosto squallidini, Jack sembrava genuinamente emozionato. In realtà tutta la casa era pervasa da un’aria frizzantina tutta particolare… al punto che per un attimo Katie abbandonò i suoi pensieri tristi per avvicinare suo fratello e chiedere qualche spiegazione. C’era davvero un’insolita allegria nel suo sguardo.

 

“Kat?” Jack era ai fornelli. “Hai visto per caso il burro che ho lasciato sul tavolo prima?”

 

La biondina gli indicò il frigorifero. “L’ho rimesso a posto, non credevo ti servisse.”

 

Lui le strizzò l’occhiolino. “Stasera, sorellina, ti stupirò con le mie doti culinarie.”

 

Katie si appoggiò al mobile della cucina, sospirando brevemente. “Amelia quando torna?”

 

Jack lanciò uno sguardo all’orologio. “Mmh… a momenti, credo. Si sarà fermata a parlare un po’ con Susy, l’ha accompagnata lei.”

 

Katie annuì e si guardò assentemente intorno… finchè non scorse una strana fotografia attaccata all’anta del frigorifero. L’inquadratura era tutta per una specie di tenue nuvola di fumo che prendeva forma lentamente… qualcosa di rotondo… due cosini che potevano passare per delle piccole braccia… un paio di gambette raggomitolate…

 

“Ma questo…”

 

Jack fece un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro. “Hai visto quant’è bella? E’ la bambina… beh, si vede strana perché ho scattato una foto all’incantesimo che usa sempre zia Ginny quando la controlla, ma era l’unico modo per poterla vedere con calma… visto che bella testolina rotonda? E avresti dovuto sentire il cuore… batteva fortissimo, come un tamburo impazzito! Dio, se ne esistono di suoni così armoniosi su questa terra…”

 

Katie si ritrovò a sorridere prima di potersi stupire, visto che non lo faceva da giorni. “Dovresti vederti… ti brillano gli occhi.”

 

Jack ridacchiò e riprese ad armeggiare con la padella.

 

Katie si morse leggermente le labbra e si sporse in avanti, avvicinandosi al fratello. “Non c’è niente che vuoi dirmi?”

 

“Oh oh, allora il buon vecchio intuito non ti ha abbandonato, eh?”

 

“Fortunatamente, almeno quello…”

 

Jack lasciò perdere la padella e si voltò verso di lei, incrociando le braccia sul petto e sorridendo fiero. “Acqua in bocca, Kat, perché questa è un’anteprima assoluta… Amelia e io stiamo insieme.”

 

Per la prima volta dopo tutti quei giorni Katie si sentì veramente felice… provò un assaggio di quella serenità a cui era tanto abituata, e che tanto le mancava, nel sapere quella notizia così bella… le venne spontaneo abbracciare forte il fratello. “Tu non puoi neanche immaginare che gioia mi hai dato! Sono felicissima per voi!”

 

Jack ricambiò l’abbraccio, stropicciandole i capelli. “Ehi, se avessi saputo che bastava questo a farti sorridere di nuovo…”

 

Katie rise e lo guardò, contenta di avere davanti a lei un ragazzo maturo e non più il ragazzino sbruffone di qualche mese prima. “Se ti dicessi che non me l’aspettavo, sarei una gran bugiarda… ma quando è successo? E perché non ci avete detto tutto subito, lo sai che papà e mamma faranno salti di gioia…”

 

Jack fece una smorfia. “Stiamo… cercando il momento più adatto. Amelia ha detto che stasera deve dirmi una cosa importante, poi non ci saranno altri impedimenti… e potremo fare l’annuncio in grande stile.”

 

Katie si accigliò. “Cosa credi che ti voglia dire?”

 

Jack gettò un’occhiata oltre la finestra. “Adesso glielo chiediamo direttamente.”

 

Katie guardò attraverso la porta-finestra… Amelia stava salutando la sua amica, la ragazza alta che l’aveva accompagnata fino al cancello di casa, e adesso stava entrando. Jack si fiondò nel corridoio, ma Katie ebbe abbastanza rispetto da non seguirlo immediatamente… forse volevano un po’ di privacy. Anche se la tentazione di vederli mentre si scambiavano un bacio era forte…

 

Amelia non fece in tempo a voltarsi dopo aver chiuso la porta di casa, che si ritrovò stretta a un corpo ben più grosso e solido del suo… e non potè neanche sorridere, perché le sue labbra erano impegnate. La cosa non la turbò minimamente… adorava l’irruenza di Jack. Era così… così unicamente lui, come un profumo nell’aria che si riconosce e si distingue dagli altri.

 

“Crudele…” le mormorò lui contro le labbra, indulgendo ad un sorriso. “…ti sei fatta desiderare per due ore intere…”

 

Amelia arricciò il naso in quel modo tutto suo, che lui tanto amava. “Ho fatto prima che ho potuto.”

 

Jack le fece scivolare una mano sul pancione. “La monella come sta?”

 

“Sana come un pesciolino… tua zia dice che sta venendo su proprio bene.”

 

“Il tuo peso? E’ tutto a posto?”

 

“Sono nei parametri, procede tutto per il verso giusto.” Amelia gli accarezzò il viso. “Io e te… dovremmo parlare adesso.”

 

Jack le stampò un bacio sulle labbra. “A stomaco pieno, piccola. E poi abbiamo un’ospite… Kat, guarda che lo so che muori dalla voglia di assistere all’idillio, vieni fuori!”

 

Amelia strabuzzò gli occhi quando si vide la ragazzina per casa, e le venne d’istinto allontanarsi da Jack… ma poi la biondina le venne incontro e l’abbracciò allegramente.

 

“Ho saputo della bella notizia.” Katie le diede un bacio sulla guancia. “Grazie per avermi resa felice.”

 

Amelia ricambiò il bacio, e nemmeno per un momento pensò di rimproverare Jack per aver parlato di loro due senza prima averla consultata. Qualsiasi cosa avesse fatto sorridere di nuovo Katie era una benedizione del cielo.

 

“Ho preparato una cenetta deliziosa, la tavola è già apparecchiata.” Jack si strofinò le mani. “Manchiamo solo noi… andiamo?”

 

Amelia frenò il suo entusiasmo appoggiandogli la mano sul braccio. “No, un attimo… Jack, io e te dobbiamo assolutamente parlare. Non riesco più a rimandare di un solo minuto.”

 

Jack inarcò le sopracciglia. “Sei sicura di non voler mangiare un boccone prima?”

 

Amelia scosse la testa. “Non riuscirei a mandare giù niente, ora come ora.”

 

Katie guardò prima uno, poi l’altra… e decise che era meglio lasciarli soli. “Io… vado a controllare che la cena non si raffreddi.” Mormorò, scivolando via oltre il corridoio e tornando in cucina.

 

Jack studiò il viso teso della sua compagna. “Sei pallida… vieni a stenderti un po’ sul letto, ti farà bene…”

 

Amelia lo trattenne. “Ho solo bisogno di parlarti… ma dammi la mano, ti prego.”

 

Jack si sentì spaesato, ma si limitò ad obbedirle. “Amy…”

 

“Tu e io non ci siamo mai tenuti segreti.” Amelia strinse forte gli occhi per un attimo. “Io non posso più tenere il mio solo per me… ho bisogno di condividerlo con te, perché ti amo… comunque vada, ti prego, tieni sempre a mente che ti amo con tutte le mie forze.”

 

Jack provò a stringerla a sé, ma lei arretrò. “Tesoro, non avere paura di me… noi siamo una squadra, non te lo ricordi più?”

 

Amelia sentì una lacrima scivolarle lungo la guancia. “Non la penserai così… dopo.”

 

Jack inspirò profondamente e le strinse la mano con forza. “Dimmi tutto quello che devo sapere di lui.” Le disse piano, eppure con una voce stranamente solida. “Non gli permetterò di vivere come un fantasma tra me e te. Togliamoci il dente, per quanto male possa fare… sono sicuro che non riuscirà a dividerci.”

 

Amelia annuì e chiuse forte gli occhi. Si era scervellata per trovare il modo più dolce per dirgli la verità… e non l’aveva trovato, perché per quanto potesse addolcire la pillola, non avrebbe mai potuto  alleviare il peso di quella confessione. Aveva così tanta paura di perderlo, proprio ora che si erano trovati… ma lo doveva a lui e a sua figlia, non si poteva tirare indietro. Anche se il suo unico desiderio era sprofondare in un sonno profondo e risvegliarsi giorni dopo… doveva proprio farlo.

 

Lentamente appoggiò la testa contro il suo petto, stringendo gli occhi. “Ti ricordi di quella notte che sei tornato a casa ubriaco… dopo aver dato le dimissioni… dopo Steacy… faceva freddo, nevicava fitto, e tu sei stato via per tanto tempo e non tornavi più… poi sei tornato, però eri completamente ubriaco.”

 

Jack si accigliò, sentendosi preso in contropiede da una simile domanda. “Non… non mi ricordo quasi niente, dovevo essere proprio fatto.”

 

“Abbiamo litigato perché non ti avevo permesso di rassegnare le dimissioni.”

 

“Si, questo me lo ricordo… poi però devo essere crollato, perché ho il buio totale... ma che cosa ha che fare questo con lui?”

 

Amelia si fece forza… le costò parecchio, ma arretrò di qualche passo e cercò di incrociare il suo sguardo stranito e di reggerlo. “E’ colpa mia.”

 

Jack sbattè gli occhi. “Scusa?”

 

Amelia prese a contorcersi le dita. “Non ricordi niente perché ti ho modificato la memoria… non volevo che ricordassi.”

 

“Non volevi…” Jack rimase spaesato per qualche momento, poi si accigliò e la prese solidamente per le spalle. “Perché non volevi che ricordassi? Cosa avrei dovuto ricordare?”

 

Amelia sentì le lacrime pungerle gli occhi quando lesse la confusione nei suoi grandi occhi blu, fu dura resistere… per quanto non avevano mai avuto bisogno di parole loro due, bastava uno scambio di sguardi ed era fatta, intesa perfetta…

 

Jack scacciò dalla mente la vocina insistente e spietata che gli sussurrava cattivi pensieri, e scosse leggermente la ragazza per le spalle. “Che cosa non dovevo ricordare, Amelia?”

 

“…e-eri ubriaco, Jack…” lei fece una piccola smorfia addolorata e abbassò gli occhi. “…non ti rendevi conto di quello che facevi… o di quello che dicevi…”

 

Jack rimase basito per un attimo, e la vocetta si fece petulante più che mai. Troppi pezzi di un puzzle assurdo cominciavano a collimare… a collimare pericolosamente… “…che diavolo stai dicendo?” le mormorò rauco. “Che cosa… cos’ho fatto, cos’ho detto?”

 

Amelia lo guardò con gli occhi lucidi, mordendosi le labbra. “Non eri in te…” sussurrò con una vocina a malapena udibile.

 

Jack impallidì spaventosamente. Lasciò andare le spalle della ragazza, e si passò le mani fra i capelli. “Oddio…” mormorò, arretrando di qualche passo e continuando ad avere quello sguardo catatonico. “…stai dicendo che ti ho…”

 

“No!” Amelia scosse violentemente la testa. “Jack, non è stata colpa tua… io non ho avuto la forza di fermarti, perché ti amavo proprio come ti amo adesso… per te però era diverso, lo so, eri solo disperato… e i-io non volevo vederti soffrire ancora, non dopo Steacy, non dopo averti stretto a me…”

 

Jack scosse lentamente la testa, come se le cose non riuscissero ancora a quadrare nel suo cervello. Era assurdo. Del tutto assurdo. Non poteva essere vero, assolutamente no…aprì e chiuse la bocca un paio di volte, ma aveva la gola completamente secca. Non riusciva a dire niente…provava una miriade di sensazioni e di emozioni violentissime, non riusciva a fare chiarezza.

 

Amelia fece un passo verso di lui. “Jack, ti prego, lasciami spiegare…”

 

Jack arretrò bruscamente, tenendola a distanza di sicurezza. “Non ti avvicinare.” Sussurrò rabbiosamente. Forse non riusciva a fare ordine nelle sue emozioni… ma una cosa era ben chiara… una più delle altre. “Tu mi hai mentito.”

 

Amelia scosse la testa. “Non volevo vederti soffrire…”

 

“Quella notte abbiamo fatto l’amore, e tu la mattina dopo mi hai cancellato ogni ricordo.” Jack alzò la voce per coprire la sua. “…e la bambina…”

 

Amelia ingoiò le lacrime e annuì, abbassando gli occhi.

 

“Dio santo...” Jack si passò le mani fra i capelli, chiuse gli occhi, prese a camminare avanti e indietro… non capiva più niente, sentiva solo l’eco di quelle parole rimbombargli nel cervello fino a stordirlo.

 

“Ascoltami, per favore, poi potrai anche…”

 

“Tu sei una bugiarda.”

 

“Dannazione, ti sto chiedendo un solo minuto per spiegarti che…”

 

“BUGIARDA!!!”

 

Amelia sussultò e le venne spontaneo fare due passi indietro.

 

“Ho passato questi mesi…a maledire un uomo senza volto… senza nome…” Jack le si avvicinò un passo alla volta, gli occhi carichi di una rabbia indomabile. “…a odiare qualcuno che ti aveva fatto soffrire… e adesso scopro che era tutta una bugia… una tua bugia!!”

 

“Non potevo dirti la verità!” piagnucolò Amelia. “Non avrei…”

 

“QUANDO CAZZO PENSAVI DI DIRMI CHE QUELLA E’ MIA FIGLIA?!?” Jack urlò a pieni polmoni. Sentiva la rabbia prendere il posto del sangue nelle vene e circolare a ruota libera nel suo corpo… non riusciva a focalizzare su altro. “Disonesta, traditrice, spietata e maligna!!! Come hai osato prenderti i miei ricordi, come ti sei permessa di decidere tu al posto mio, come hai potuto pensare di non dirmi una cosa simile?!?”

 

“Non avevo scelta, non capisci?” lo implorò lei. “Sarebbe stato l’inferno per la nostra amicizia, tu quella notte non volevi me, non mi hai mai voluta finora!! Avevi bisogno di un po’ di amore, lo mendicavi, ma poi come sarebbe stato la mattina dopo? Come diavolo sarebbe stato la mattina dopo scoprire una cosa simile?! Non mi avresti più guardato in faccia, e io non volevo…”

 

“Ma chi te l’ha detto, chi???” urlò lui, pazzo di rabbia. “Chi ti ha detto che è stato solo per disperazione che siamo finiti insieme quella notte, quello che è successo fra noi allora è successo anche adesso, a distanza di mesi, chi cazzo ti da il diritto di decidere cosa avrei o non avrei fatto la mattina dopo?! Dovevi lasciarmi la possibilità di comportarmi da persona matura, invece mi hai trattato come un fottutissimo bambino!!”

 

“Non era un bambino che stavo proteggendo, ma l’uomo che ho sempre amato!!” gli urlò di rimando lei. “Con quale cuore dovevo appesantirti ancora, darti altri motivi per star male?! Hai dimenticato quanto hai sofferto per Steacy?!”

 

“Non ti sei fidata di me, fottutissima idiota!!!”

 

“Se ho sbagliato, ti giuro su quello che vuoi che è stato per troppo amore!!! Non volevo che soffrissi, sapevo come sarebbero…”

 

“Ma questo, questo è niente…” Jack scosse la testa, il viso tirato in una smorfia di ripugnanza. “Quando hai scoperto di essere incinta… nemmeno allora hai avuto il coraggio di dirmi niente!! Quella che ti porti dentro è mia figlia, Dio santissimo, quando pensavi di dirmelo?!? Ma tu sei un mostro… non solo mi hai tolto i miei ricordi, forse se non ci fossimo messi insieme mi avresti tolto anche mia figlia!!!”

 

“TU NON ERI COSI’ QUATTRO MESI FA!!!” Amelia strillò con tutte le sue forze e la sua disperazione… ormai le prime lacrime cominciavano a inumidirle gli occhi. Lacrime di rabbia… di dolore. Come aveva previsto, non era riuscita a fargli capire nulla. “Maledizione, non eri pronto a fare il padre… non ti ricordi che cosa mi hai detto quando abbiamo saputo della bambina?! Mi volevi perfino suggerire di interrompere la gravidanza perché non era roba per noi, come diavolo pretendevi che io ti prendessi da parte, ti facessi un bel sorriso e ti dicessi che il responsabile eri tu?!”

 

“E secondo te avrei mai potuto dirti di abortire se avessi saputo che era figlia mia?!?”

 

“Avresti reagito peggio di cosi, avevo paura, va bene?!?”

 

“Io… io non ci posso credere!” Jack scosse la testa e la guardò come se non la conoscesse affatto. “Tu non hai avuto fiducia in me… tu… ti ho adorata per una vita, sono stato sempre al tuo fianco, che cosa credevi… che ti avrei buttata fuori di casa se avessi saputo che eri incinta per colpa mia?!”

 

“Io non volevo che anche la nostra bambina fosse un maledetto incidente di percorso!!!” Amelia gridò quelle parole piangendo, singhiozzando… ormai non c’era più dignità da salvare. “Non lo capisci proprio… è la storia che si ripete… ma io ho giurato a me stessa che mia figlia non avrebbe mai dovuto vivere il dolore che ho vissuto io… tu non eri così quando è successo tutto questo, eri un irresponsabile… avevo paura di perderti, ma non perché non mi fidassi di te… sapevo che ti saresti assunto le tue responsabilità, ma ti avrei costretto a legarti a me quando non mi amavi, e tutto questo avrebbe fatto sì che tu considerassi tua figlia un… un incidente… ma lei non lo è, lei è la mia gioia, la mia ragione di vita, tu ci sei arrivato solo dopo a questo, l’uomo che sei diventato meritava di sapere tutta la verità e io te l’avrei detta comunque, anche se non ci fossimo messi insieme!!”

 

Jack fece una smorfia disgustata e amareggiata. “Come speri che ti creda? Tu hai perso tutta la mia fiducia.”

 

Amelia strinse forte gli occhi, incapace di vedere ancora quel viso così amato stravolto dalla rabbia furiosa. “Ti prego, ti supplico, in cuor tuo devi potermi capire… ti scongiuro, se puoi perdonarmi… fallo per nostra figlia, ti prego…”

 

“E’ comodo chiamarla nostra figlia ora, non è vero?!” Jack colpì il muro con un pugno che fece tremare la parete. “Per la puttana, sei incinta di mia figlia e io non ne sapevo niente… non mi hai dato la possibilità di dimostrarti che per lei sarei cresciuto, hai preso da sola tutte le decisioni, mi hai trattato come un maledetto imbecille…”

 

“Tu sei cresciuto per lei!” Amelia scosse la testa fra le lacrime, e cercò disperatamente di avvicinarsi. “Ti scongiuro, ascoltami… io volevo solo che tu ti sentissi libero…”

 

Jack le scacciò bruscamente la mano quando lei tentò di sfiorarlo. “Non mi toccare… stammi lontano, tu mi hai tradito, non mi hai lasciato niente… io ho sempre creduto solo a te, non mi fidavo neanche di me stesso come mi fidavo di te… hai distrutto tutto quello che abbiamo creato perché sei una dannata egoista, e perché non hai avuto un po’ di fiducia in me.”

 

Amelia singhiozzò senza ritegno quando lo vide avviarsi verso la porta. “Jack… per favore…”

 

“Vaffanculo.” Jack nemmeno si voltò a guardarla un’ultima volta… semplicemente uscì di casa e si sbattè forte la porta alle spalle.

 

Il rumore di quella porta risuonò come una sentenza di morte nel cervello di Amelia. Lo sapeva, lo aveva sempre saputo che il momento della verità sarebbe stato tremendo… ma questo aveva superato ogni sua più pessimistica previsione. L’aveva perso… alla fine l’aveva perso. Aveva perso il suo migliore amico. Aveva perso l’uomo che amava. Aveva perso il padre di sua figlia. Aveva perso tutto quello che le aveva dato la voglia di vivere in quegli anni. Non le era rimasto più nulla. O meglio… le era rimasto l’odio di Jack. Perchè lui adesso la odiava. Glielo aveva letto negli occhi… la detestava e la disprezzava, e non l’avrebbe mai perdonata.

 

“Amelia!!”

 

Katie abbandonò ogni discrezione, li aveva sentiti urlare e nonostante il suo istintivo bisogno di aiutarli se n’era rimasta in disparte tutto il tempo, ma adesso non poteva più starne fuori… non con Amelia che era crollata sulle ginocchia in quel modo.

 

“Oddio, Amy, stai bene?... ti prego, non fare scherzi… pensa alla bambina… dimmi che stai bene!”

 

Amelia sembrava in stato catatonico. Non sentiva le parole di Katie, le rimbombavano in testa solo quelle rabbiose di Jack… e due lacrime le uscirono dagli occhi stanchi e spenti.

 

“… è fatto così, lo sai, Jack prima agisce e poi pensa… non fare così, ti prego, vedrai che tornerà tra meno di un’ora… non voleva dire quello che ha detto, lui ti adora, e adora anche la bambina… ci scommetto quello che vuoi, tornerà da te e metterete tutto a posto…”

 

La mia bambina… la mia bambina non è un incidente di percorso… è tutto quello che mi resta, l’unico motivo per cui vivo… l’ultimo regalo di Jack…io sono sua madre, lei è la mia prima priorità, non posso permettermi di stare male… non se faccio star male anche lei…

 

“…dove vai?” Katie vide la sua amica alzarsi e barcollare verso la sua stanza… balzare in piedi e seguirla fu un istinto. “Amy, aspetta… dove stai andando, che vuoi fare??”

 

 

***************

 

 

Sembrava incredibile come una tale folla di persone riuscisse a osservare un silenzio così religioso, eppure i cento e più War Mage seduti nello stanzone centrale della Stamberga Strillante pendevano dalle labbra di un unico uomo, le cui parole crude e nette risuonavano con forza nella sala.

 

“Non si può più evitare l’attacco.” Harry scosse la testa. “Domani assalteremo il quartier generale e depureremo questo esercito, restituendolo alla sua vera funzione. L’unico modo per buttare fuori Taventoon è farlo fisicamente, perciò, a costo di sembrarvi ripetitivo, voglio che sia chiaro a tutti quello che stiamo per fare perché non chiamiamo le cose con altri nomi… questa si chiama guerra civile.”

 

Il maggiore Rogers fece un sorrisetto. “Tanto ormai stiamo facendo la ruggine a furia di fare i bravi ragazzi.”

 

“Già.” Concordò un altro soldato. “E poi chi di noi non ha voglia di svegliare il bambino cattivo che c’è in sé?” questo suscitò fragorose risate, incluse quelle di Harry e Ron.

 

“Bene.” Hermione smise di giocherellare con le dita sulla sua bacchetta e attirò su di sé l’attenzione della folla. “Allora cominciamo a fare sul serio. Tanto per iniziare, osservate attentamente la piantina di Hogsmeade e dintorni, dove sarà più folto il numero di War Mage fasulli che dobbiamo arrestare. Saranno quattro gruppi, hanno una missione su cui non ho avuto il tempo di approfondire, ma sappiamo per certo che saranno qui, qui, qui e qui.” Spiegò, indicando i quattro punti sulla cartina appesa alla parete alla sua destra.

 

Un uomo coi capelli sale e pepe alzò la mano, e Ron lo notò. “Che c’è, Decker?”

 

“Credo di sapere che compito hanno le quattro squadre a Hogsmeade.”

 

“Sarebbe?”

 

“Non ne ho l’assoluta certezza, perché l’ho sentito attraverso una specie di strano giocattolo che mi ha regalato mio figlio, e che nemmeno credevo funzionasse.” Ammise l’uomo, arrossendo lievemente. “Ma ho visto il tenente Date entrare da Taventoon a turno finito l’altra sera, e sono rimasto ad ascoltare… parlavano di un diversivo. Baccano da creare mentre i ragazzi di Hogwarts sono fuori. Qualcosa di apocalittico abbastanza da tenere tutti gli occhi puntati lì… e lontani da Azkaban.”

 

“Da Azkaban?” ripetè inorridito Ron, le cui viscere si contrassero dalla rabbia. Adesso anche con i ragazzini ve la prendete…

 

“Hanno detto così.” Ripetè l’uomo.

 

“Che diavolo hanno in mente?” ringhiò il maggiore Rogers, mentre il suo vicino si lasciava andare a una bestemmia rabbiosa contro la codardia dei loro nemici.

 

“Ancora con la tattica dei diversivi, ma perché…” Harry si sporse in avanti, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e massaggiandosi le tempie. “Che senso ha uscire allo scoperto proprio adesso?”

 

Hermione incrociò le braccia sul petto. “Ha senso, invece. Mirano ai Dissennatori.”

 

“I Dissennatori?” Ron inarcò un sopracciglio scettico. “Ma a che scopo, tutti noi ci sappiamo difendere usando un banalissimo Patronus… forse vogliono i prigionieri.”

 

“Libereranno anche quelli, ma non sono loro l’obiettivo principale.” Hermione si passò una ciocca di capelli dietro le orecchie. “Riflettete: sanno che noi non resteremo a guardare… ci terranno impegnati usando i civili come ostaggi, sguinzagliando i Dissennatori proprio dove riterranno di poter fare breccia. E così ci costringerebbero a giocare secondo le loro regole.”

 

“Che figli di puttana.” Commentò uno dei presenti. “Se lo sono studiato proprio a tavolino questo piano, eh?”

 

“Li fermeremo prima.” Harry si alzò in piedi. “Ci divideremo. Un gruppo si occuperà di Azkaban, l’altro attaccherà Taventoon al quartier generale.”

 

Ron fece un sorrisetto. “Gli ritorciamo addosso la loro stessa strategia.”

 

“Precisamente.” Harry fece una smorfia furbastra. “Vediamo se la vendetta fa male come dicono.”

 

“E’ un buon piano.” assentì Hermione. “Ora vediamo solo di studiarlo nei dettagli.”

 

“Solo una cosa, aspetta.” Ron si voltò verso l’uomo coi capelli sale e pepe che aveva parlato prima. “Decker?”

 

“Si, signore?”

 

“Quel giocattolo che le ha regalato suo figlio… che roba è, da dove arriva?”

 

“Oh, è una specie di filo che consente di sentire le conversazioni off-limits… l’hanno comprato per gioco i miei figli in un negozio di scherzi magici a Dublino.”

 

Ron fece un sorrisetto e annuì.

 

Fred e George, vecchie canaglie…

 

Si, era proprio vero… per quanto difficile sembrava, avrebbero vinto quella guerra. Grazie alla partecipazione di tutti, Ron sentiva di avere a disposizione un esercito maggiore di quanto non fosse in realtà… perché, a differenza di quello nemico, il loro era unito. Cementato. Forte. E motivato.

 

 

***************

 

 

“…ti prego, Amy, aspetta ancora un momento… parliamone…”

 

Katie sentiva l’adrenalina pomparle con forza il sangue nelle vene… Amelia sembrava fuori di sé. Si stava preparando una valigia gettandoci dentro i vestiti alla rinfusa, e non sembrava intenzionata a fermarsi.

 

“Non te ne puoi andare!”

 

“Non ti lascio sola.” Replicò piano Amelia, senza interrompere quello che stava facendo. “Aspetterò che vengano a riprenderti i tuoi genitori.”

 

“Amelia, aspetta un attimo… sei sconvolta… e poi dove vuoi andare nelle tue condizioni? Lascia che ti aiuti…”

 

Katie non fece in tempo ad allungare una mano verso la sua tempia che Amelia arretrò bruscamente. “No! Non stavolta… non puoi fare niente, Katie, non… non ti preoccupare.”

 

“E come faccio a non preoccuparmi, guarda in che stato sei!” Katie si passò nervosamente una mano fra i capelli, vizio che aveva ereditato da sua madre. “Ti prego, non fare pazzie… tu e Jack non risolverete i vostri problemi se te ne vai!”

 

“Non c’è nessun ‘me e Jack’.” Amelia chiuse con forza la valigia, provando da sola un senso di nausea nel sentire la sua voce così metallica e atona. “Io devo pensare a mia figlia.”

 

“Appunto!” Katie tentò di toglierle la valigia di mano. “Ti stai facendo solo del male così, aspetta almeno che lui sia tornato, così ne…”

 

La biondina si bloccò, spalancando gli occhi come inorridita, e Amelia si voltò per capire cosa avesse visto di così terribile… rimase anche lei senza fiato per qualche attimo.

 

Fu solo una questione di istanti prima che le tre figure nere nel giardinetto fracassassero la porta-finestra ed entrassero.

 

Non ci fu il tempo per pensare, solo quello per agire… Amelia fu immediata, agguantò Katie e la trascinò con lei giù, dietro il letto, per ripararsi dai tre incantesimi che le vennero sparati contro quasi simultaneamente.

 

“Ma che sta succedendo?!” urlò disperata Katie, coprendosi la testa.

 

Amelia si sarebbe posta la stessa domanda, ma come War Mage era abituata ad agire d’istinto… si sfilò la bacchetta dai pantaloni e aspettò che due raggi verdi le passassero sopra la testa, quindi si sollevò leggermente oltre il bordo del letto per scagliare a sua volta un incantesimo, e atterrò uno dei tre.

 

“Dobbiamo uscire da qui!!” Amelia afferrò Katie per un polso e la trascinò verso la porta, riparandosi dal fuoco nemico e lanciando a sua volta incantesimi di difesa ed attacco.

 

Raggiunsero di corsa il corridoio, e Katie strillò quando si ritrovarono davanti altri quattro uomini con mantelli e cappucci neri addosso. Amelia vide uno di loro puntare la bacchetta e non gli lasciò il tempo di prendere la mira, colpendogli la mano con un calcio ben piazzato e disarmandolo per poi finirlo con un rapido incantesimo di pietrificazione. Gli altri assalitori scagliarono contemporaneamente tre incantesimi così veloci che la brunetta fece appena in tempo a urlare “Protego!” per creare una barriera protettiva attorno a sé e a Katie.

 

“Ma chi sono questi?!?” fece terrorizzata Katie, mentre vedeva fasci di luce infrangersi contro la barriera azzurrina. “Che vogliono da noi?!”

 

“Non avere paura, fidati di me!” le disse freneticamente Amelia, pronta con la bacchetta in mano. “Appena abbasso la barriera, corri verso la cucina… corri più veloce che puoi, se usciamo da qui è fatta! Stai pronta!”

 

Al cenno di Amelia, la barriera si dissolse in una nuvola di fumo argenteo accecante, il che permise a Katie di correre verso la cucina indisturbata, e ad Amelia di lanciarsi contro i tre uomini che le braccavano la strada, momentaneamente accecati dalla luce argentea e troppo violenta. Coltili alla sprovvista, Amelia centrò uno in pieno petto col pugnale che per prudenza teneva sempre nascosto nella cintura, pietrificò l’altro e lo scaraventò con violenza sul terzo, tramortendolo.

 

Katie correva più veloce che potesse, ma frenò bruscamente e lanciò un piccolo urletto quando si vide bloccare la strada da un energumeno in nero con la bacchetta puntata. Dietro di lei Amelia fu veloce ad incantare il tappeto su cui stava l’omone, che si arrotolò su se stesso con rapidità facendo cadere di testa a terra l’uomo in nero; sarebbe stato prudente controllare che il colpo lo avesse messo fuori gioco, ma non c’era tempo. Amelia sfruttò quel piccolo vantaggio per afferrare il polso di Katie e correre nella cucina.

 

“No!!!” strillò Katie. La cucina l’avevano raggiunta, ma c’erano due uomini in nero anche lì. Avevano sfondato la porta ed erano arrivati anche lì, come comparsi dal nulla.

 

Amelia non si lasciò scoraggiare. Con una pedata lanciò una sedia fra le gambe di quello che vedendole era scattato in avanti, e lo tramortì con un calcio al volto. Un terzo uomo comparso non si capiva da dove le fu alle spalle e le tirò i capelli, ma lei agguantò al volo la padella con l’olio bollente che era rimasta sui fornelli e gli scaraventò il contenuto in pieno volto. Quando l’uomo si portò le mani al viso urlando, la brunetta lo colpì due volte alla testa con la padella. Katie dal canto suo fece appena in tempo a voltarsi che si ritrovò il terzo uomo in nero alle spalle… quando quello le ghermì il braccio con forza, la biondina non ci pensò due volte e si liberò conficcandogli nella mano una forchetta di quelle sulla tavola apparecchiata.

 

Sembrava finita, ma non era così. Dal corridoio alle loro spalle sopraggiunse un ennesimo gruppo di uomini in nero, e Amelia dovette rovesciare il tavolo con un calcio per usarlo come scudo contro i loro incantesimi. Katie affannava rumorosamente e le stava stringendo il braccio così forte che non lo sentiva più. E dall’altra parte gli uomini in nero urlavano qualcosa di incomprensibile…

 

“Che facciamo adesso?” mormorò tremante Katie, guardando terrorizzata la sua amica.

 

Amelia cercò di raccogliere un po’ di fiato, poi strinse saldamente la bacchetta fra le dita. “Io ti copro… scappa dalla porta-finestra, posso darti almeno una decina di secondi, se corri ce la puoi fare…”

 

Katie scosse furiosamente la testa. “Non ti lascio sola!!”

 

“Invece devi andare!” Amelia fece una smorfia quando avvertì il tavolo tremare sotto un colpo più forte. “Non c’è tempo, corri… vai a cercare aiuto, io qui me la cavo!”

 

“Ma non…”

 

“Presto!!!”

 

Amelia diede uno spintone a Katie, quasi gettandola di violenza contro quel che restava della porta-finestra, e non le lasciò altra scelta. La ragazzina si voltò a guardarla, disperata e ansimante, e la vide gettarsi all’attacco come una furia… forse avrebbe potuto prendere ancora un po’ di tempo e tenerli a bada, ma per quanto? Aveva bisogno di aiuto. Doveva assolutamente procurarglielo.

 

Katie corse nel piccolo giardino, saltò al volo la staccionata e si ritrovò per strada… fu allora che le parve di aver avuto un miracolo dal cielo: erano in arrivo quattro uomini con la divisa da War Mage addosso. Rinforzi!

 

“Grazie al cielo!!” Katie gli corse incontro. “In quella casa c’è un attacco in corso, Amelia è in pericolo!!”

 

Uno dei quattro uomini sollevò leggermente il capo e fece un cenno con la mano… con sua enorme sorpresa, la ragazzina si ritrovò ad essere afferrata bruscamente per un braccio da uno dei War Mage.

 

“Ma che cosa…ehi, ma siete impazziti?? Vi ho appena detto che…”

 

“Un altro po’ e ve la facevate scappare.” Quello che aveva dato il cenno fece un sinistro sorriso obliquo. “Dieci di voi per prendere una mocciosa, e neanche lo sapete fare.”

 

Katie si voltò, sconvolta, e vide due degli uomini in nero di prima riuscire a superare la resistenza leonina di Amelia e uscire fuori, in strada. Improvvisamente tutto le divenne perfettamente chiaro… maledettamente chiaro. “Traditori!!” sibilò, digrignando i denti. “Siete degli sporchi traditori!!!”

 

L’uomo che la tratteneva la gettò senza grazia verso i due incappucciati, che la afferrarono per le braccia e la sollevarono di peso. Katie scalciò violentemente e senza sosta, urlando a squarciagola e cercando inutilmente di divincolarsi.

 

“Mettetemi subito giù, maledetti traditori, o ve ne farò pentire amaramente!! Ho detto di lasciarmi andare…Amelia!!! Amelia, è una trappola!!! E’ UNA TRAPPOLA!!!”

 

“Katie!!” Amelia fece appena in tempo ad uscire dalla porta-finestra a pezzi per vedere i due incappucciati sparire nel nulla, e con loro la piccola Katie. “Nooo!!!!” la ragazza si lanciò in quella direzione, ma una bacchetta puntata alla gola frenò la sua corsa.

 

Il proprietario della bacchetta non ebbe neanche il pudore di celare il suo volto… il suo sguardo follemente estasiato e maniacale si accompagnò a una sonora risata, e ad Amelia non servì guardarlo in faccia per riconoscerlo. Per riconoscere i membri della sua squadra. Solo uno aveva quella risata così odiosa in tutta la War Mage Team…

 

“Frank Famble… avrei dovuto immaginarlo.”

 

“Si… avresti potuto.” Famble sorrise rapace, come un falco pronto ad afferrare la sua preda ormai indifesa, e abbassò la bacchetta al livello del pancione della ragazza. “Adesso… se vogliamo che succeda niente a questo bastardino… consegnami immediatamente la bacchetta.”

 

Amelia sapeva benissimo che privarsi dell’unica arma con cui poteva difendersi significava firmare la sua condanna a morte, ma non osò nemmeno esitare. Non con sua figlia sotto tiro.

 

Frank le strappò la bacchetta dalla mano e se la gettò alle spalle. “Bravissima… e adesso rientriamo.”

 

Amelia non ebbe paura di fissare in faccia tutti i presenti, che già avevano preso a schernirla con parole che avrebbero fatto arrossire un marinaio, e si portò una mano sulla pancia rotonda. Lì dentro c’era il suo pensiero felice… c’era tutto ciò che di lei meritava ancora di vivere. La sua bambina era in pericolo… e lei l’avrebbe difesa fino all’ultimo respiro. Poteva farlo… doveva solo mantenere il sangue freddo.

 

Frank Famble poteva quasi sentire la bava in bocca… il momento tanto atteso era finalmente arrivato, Amelia Sheffield era sola, disarmata e in suo completo potere… era una sensazione a dir poco inebriante. La osservò mentre ricambiava con sguardi carichi di odio le volgarissime prese in giro dei suoi uomini, e si sentì eccitato più che mai. Quella piccola belva con i capelli arruffati, gli occhi carichi di odio, la pelle soffice imperlata di sudore, il fiato corto che le scuoteva il petto…

 

Un raptus di desiderio folle mosse i passi per lui, e prima che lei avesse il tempo di rendersene conto si ritrovò con la sua lingua in bocca, le braccia bloccate dalle sue, le gambe tenute a freno dalle sue ginocchia.

 

Finalmente non ci sarà nessuno a difenderti… siamo soli io e te, mia bellissima tigre…

 

Amelia si dimenò con violenza, ma inutilmente… così afferrò fra i denti la lingua irrispettosa e invasiva di Frank e la morse fino a fargliela sanguinare. Il ragazzo si ritrasse immediatamente con un grugnito di dolore, ma le tirò un manrovescio che la fece cadere di schiena a terra.

 

“Hai capito.” Fece ridendo uno dei War Mage presenti. “Questa sgualdrinella è una tosta…”

 

Frank sorrise in modo maniacale quando vide il livore dipinto sul viso di Amelia. “Adesso ti svelerò un segreto… mi sono sempre piaciuti i cavalli selvaggi, e sai perché? Perché non sono ancora domati… e la parte più divertente è spezzare il loro spirito… frantumare il loro orgoglio…”

 

Te lo do io il cavallo selvaggio…

 

Nessuno si aspettava che Amelia avrebbe colpito con un calcio al pube il War Mage che le era più vicino. La ragazza corse più veloce che potè, ma si sentì raggiungere da un incantesimo alle spalle e cadde a terra, rotolandosi per il dolore. Il Cruciatus era davvero insostenibile come si leggeva sui libri.

 

Quando il dolore lancinante cessò solo pochi minuti dopo, Amelia si sentiva troppo debole per reagire e si lasciò tirare su dai due energumeni di Famble, che la tennero in piedi per le braccia.

 

Frank Famble rise e le avviluppò il mento in una mano, guardandola negli occhi ancora rabbiosi. “Piccola Amelia, non c’è proprio verso con te… sei una dura, eh? Vedrai che prima della fine della serata mi implorerai di prenderti a ripetizione… il bastardo che ti porti dentro doveva essere mio… ma per fortuna possiamo rimediare rimpiazzandolo, non credi?” uno sputo in faccia fu la risposta, e questo gli cancellò dal viso quell’irritante sorrisetto. Il volto di Frank si fece arcigno mentre si sfilava un pugnale dal cinturone. “Benissimo. Allora faremo a modo tuo.”

 

Amelia strinse fortissimo gli occhi e serrò le mascelle, decisa a non emettere neanche un gemito che potesse dargli soddisfazione, ma il dolore che provò mentre le carni della schiena le venivano lacerate e straziate le fece vedere bianco per un minuto.

 

 

***************

 

 

Simon fece un piccolo sorriso malinconico. Jack era terribilmente prevedibile, non era stato affatto difficile trovarlo… il vecchio asilo abbandonato era il suo rifugio praticamente da sempre, era scontato che fosse lì. Era appoggiato coi gomiti sulla piccola ringhiera che dava su una Londra lontana e illuminata dalle luci della notte, e aveva l’aria di essere lì già da un bel pezzo. Talmente assorto nei suoi pensieri da mettere da parte l’istinto di War Mage, non si era accorto di non essere solo. Fu solo quando Simon pestò rumorosamente un rametto a terra che Jack si voltò.

 

“E tu che ci fai qui?!”

 

Simon scrollò le spalle. “Un uccellino mi ha fatto una soffiata.”

 

Jack lo guardò titubante, porgendogli la mano. “Non dovresti essere da solo e fuori casa a quest’ora… ce la fai, vuoi che…”

 

“Ah, andiamo, testa di legno…” Simon gli scansò gentilmente il braccio. “Questo trattamento lo accetto da mamma, non da te.”

 

Jack lo osservò mentre si avvicinava camminando bene sulle sue gambe, senza barcollare né tremare, e quando si appoggiò alla ringhiera alla sua stessa maniera non lo fece come se ne avesse un disperato bisogno per tenersi su… quindi era vero, si era ripreso del tutto. Almeno lui.

 

“Mmh… si direbbe che ci sia una festa stasera a Trafalgar Square, eh? Fanno i fuochi d’artificio… chissà quale idiozia festeggiano i Babbani. Spendono tanti di quei soldi in fuochi d’artificio, e poi si lamentano che la vita costa. Non li capirò mai.”

 

Jack tirò su col naso e guardò oltre. “Come sapevi che ero qui?”

 

Simon si sistemò meglio gli occhiali sul naso. “Katie mi ha contattato… ha detto che tu e Amelia vi siete scannati di brutto, ed era preoccupata per te. In realtà io non lo ero affatto… quando sparisci dalla circolazione è talmente facile rintracciarti che diventa imbarazzante. Sei come un libro aperto per me.”

 

Jack rimase per un lungo momento in silenzio. Il vento gli pizzicò le guance bollenti, e fu una sensazione piacevole… ma gli diede ugualmente i brividi. Sospirò pesantemente… aveva gli occhi lucidi.

 

Simon ne studiò con attenzione il profilo, poi strizzò gli occhi e si voltò in modo da poterlo guardare in faccia, dando le spalle alla ringhiera. “E se ne parlassimo?”

 

Jack fece una piccola smorfia amara. “C’è troppo da dire.”

 

“La notte è ancora giovane, e anche noi.” Simon gli strizzò un piccolo occhiolino. “Mettimi alla prova, magari afferro tutto in poco tempo.”

 

Jack provò a inumidirsi le labbra, ma la lingua era ridotta peggio di uno straccio per i pavimenti. Si schiarì lievemente la gola, ma non servì a nulla. La voce gli era rimasta rauca. “I-Io non capisco più niente, ho la testa piena e vuota insieme… mi sembra di parlare per non impazzire, ma dico cose che il mio cervello non comanda…”

 

“E’ una vita che lo fai, fratellone.” Simon gli appoggiò una mano amichevole sulla spalla. “Ci sono abituato. E poi magari per una volta hai un buon motivo per dire cose che non pensi… dobbiamo giocare agli indovinelli ancora per molto, o me lo dici da solo cos’è successo?”

 

Jack non osò alzare lo sguardo… provava vergogna, per sé e per tutta la situazione. “Amelia… io e lei… lo so che ti sembrerà assurdo, ma la bambina è mia figlia.”

 

“Lo so.”

 

“Lo…” Jack si voltò di scattò… e lo stupore cedette il passo alla rabbia. “Piccolo bastardo, anche tu sapevi tutto e non mi hai detto niente?! Hai fatto parte di questa farsa, mi hai mentito…”

 

Simon si limitò a fare una smorfia da poco. “Non essere idiota, io non ti ho affatto mentito. Ho semplicemente tenuto la cosa per me, Amelia mi ha fatto giurare che non lo avrei detto a nessuno e io le ho obbedito.”

 

Jack diede un calcio alla ringhiera, facendola vibrare. “Tu stavi per morire, e nemmeno allora mi hai detto niente!!”

 

“Ma certo, quello si che era il momento ideale per darti una notizia simile. Stupido io che non ci ho pensato! E poi è vero, che cretino che sono, se te l’avessi detto io l’avresti presa molto meglio.” Simon inarcò un sopracciglio, assumendo un’espressione di puro sarcasmo. “Andiamo. Per un momento fermati e cerca di essere ragionevole.”

 

Ragionevole???” Jack aprì e chiuse la bocca diverse volte, come se facesse fatica a mettere insieme le parole. “Ma insomma…qui il pazzo sono io?! Lo capisci che cosa vuol dire tutto questo? Che se Amelia è incinta di mia figlia… io e lei siamo stati a letto insieme!! Abbiamo fatto l’amore, e io nemmeno me lo ricordo!!!”

 

“Tecnicamente si, la situazione è questa.”

 

“E secondo te questo non dovrebbe sconvolgermi?!?”

 

“Sai, non è necessario urlare. Sono mezzo cieco, ma ci sento benissimo.”

 

Jack arretrò, cominciò ad andare avanti e indietro smanettando… era palese che avesse perso il controllo di sé. “Tu non capisci, non puoi capire… Amelia è sempre stata la cosa più bella della mia vita… e nemmeno due giorni fa ho capito di amarla, di volerla, ed ero lì come un idiota a pensare che lei mi avrebbe rifiutato perché poteva essere ancora innamorata dell’uomo che l’aveva messa incinta… Dio santo, se non ci fossimo messi insieme nemmeno me l’avrebbe detto, non avrei mai saputo che la bambina è figlia mia!!!”

 

Simon sospirò pesantemente. “Lo so che è difficile, ma ti devi calmare.”

 

Calmare???”

 

“Hai perso completamente il controllo, in queste condizioni non troverai una soluzione.”

 

“E come suggerisci che mi dovrei calmare, come cazzo pensi che possa… oh!!”

 

Simon non mosse un muscolo e continuò a tenere la bacchetta puntata contro la fronte di suo fratello. “Riesci a rimanere in silenzio per due secondi di fila?”

 

“Che diavolo ti ha preso, sei impazzito?!?”

 

Il ragazzo bruno non si scompose, si limitò a ignorarlo. L’unica cosa che fece fu pronunciare una strana formula in latino a bassa voce, e un piccolo lampo partì dalla punta della sua bacchetta.

 

Per Jack fu come essere colpiti in pieno da un turbine di vento freddo, si sentì come se lo stessero trascinando su, oltre le nuvole, oltre tutto… e poi fu come vivere in una nube di fumo chiaro attraversata continuamente da flash e lampi che intervallavano un’immagine dopo l’altra. Immagini, sensazioni, cose che non sapeva di aver provato… dovevano appartenere a quella notte. Fu la cosa più strana del mondo riappropriarsi di emozioni che gli sembravano estranee e familiari al tempo stesso. Ma rivide tutto, e a poco a poco potè mettere insieme i pezzi del puzzle… lui ubriaco nella neve, poi il calore dell’abbraccio di Amelia, le sue parole dolci e piene di trasporto… il suo profumo, la sua pelle vellutata… il sapore dolcissimo dei suoi baci… quel modo adorabile di avvinghiarsi a lui… la sensazione indescrivibile di essere un’unica cosa con lei… i sussurri di parole d’amore con quel filo di fiato rimasto… la pace interiore totale nell’essere cullati dal suo respiro… la completezza di dormire con lei fra le braccia…

 

Jack si rese conto di essere scivolato per terra quando sbattendo gli occhi recuperò l’uso della vista, e vide Simon sedersi pacatamente accanto a lui.

 

“Se mi dai un paio di minuti, cercherò di spiegarti qualcosa.” gli mormorò con calma. “Innanzitutto non ti sto giudicando… hai avuto una notizia sconvolgente, è chiaro che non riesci a calmarti, ma è necessario che tu lo faccia perché devi capire assolutamente, e devi farlo ora. Hai visto quello che è successo quella notte. E a giudicare dalla tua faccia, hai ricordato bene anche cosa hai provato… bene, adesso cerca di interiorizzare anche questo: Amelia si è portata dentro queste emozioni e queste esperienze per tutto questo tempo, e se è venuta da me è stato solo perché era disperata. Poi sia chiara un’altra cosa: nemmeno io ho saputo tutto subito, ero preoccupato quanto te quando la vedevo sfuggente e sempre triste… mi ha raccontato la verità solo il giorno che ha scoperto di essere incinta. Si è sfogata come avrebbe voluto fare con te, se tu non fossi stato il diretto interessato.”

 

Jack appoggiò stancamente la nuca contro la ringhiera alle sue spalle, tenendo lo sguardo fisso davanti a sé. “Perché non mi ha detto niente?”

 

“Le persone sbagliano perché agiscono secondo i loro sentimenti, Jack.”

 

“…sentimenti?”

 

“Paura.” Simon gli voltò il viso finchè non ottenne il suo sguardo. “E’ così difficile da capire? Tu sei tutto il suo mondo da sempre. Da quando era alta quanto la gamba di un tavolo, quella ragazza non ha fatto un passo senza di te. Tu non te ne sei mai accorto, sinceramente non so neanche il perché, ma si è innamorata di te…”

 

Jack spalancò gli occhi. “Ti ha detto… di noi?”

 

Simon fece un sorrisetto amaro. “Amelia è innamorata di te da anni, Jack. Sei tu che ti sei svegliato solo adesso, non lei.”

 

Jack si passò una mano sugli occhi, poi fra i capelli. “Perché cazzo non mi ha detto niente… perché non è venuta da me? Alla luce di questo, dopo quella notte avrebbe dovuto parlare, dirmi come stavano le cose…”

 

“Non sono mai stato il primo della classe in Divinazione, ma sono pronto a giocarmi la casa nuova che so già come sarebbero andate le cose.” Simon scosse la testa. “Che le avresti offerto? La tua comprensione? La tua pietà? O il tuo imbarazzo, il tuo disagio, i silenzi che sarebbero calati fra voi perché tu non provavi lo stesso per lei ma non avresti mai voluto farla soffrire? Il modo ideale per portare avanti un’amicizia che dura da sempre. E se vogliamo aggiungerci che tu eri anche sconvolto per Steacy, direi che abbiamo una bella cinquina.”

 

Jack si strinse forte la testa fra le mani. “Mi sembra di impazzire… anche tu come lei, anche tu credi che l’avrei abbandonata se avessi saputo che era colpa mia…”

 

“Tu non mi stai ascoltando affatto, idiota. Fatti un esame di coscienza, per cortesia, e in tutta onestà… oggi quando parli di quella bambina vai sventolando al mondo intero che il primo calcetto l’ha dato contro la tua mano. Sai quasi cinque mesi fa cosa dicevi? Parlavi di colpa, di problema… Amelia questa bambina l’ha voluta sempre, innanzitutto perché è tua, e poi perché finalmente ha potuto riversare quell’amore di mamma che l’è sempre mancato.”

 

Jack scosse nevroticamente la testa e balzò in piedi. “Io… mi sarei comportato diversamente fin da subito se avessi saputo la verità!”

 

“Ma ti saresti sentito un padre o una specie di stupratore malriuscito?”

 

“Che… no! Certo che no, maledizione!”

 

“Perché?”

 

“Perché ne avremmo parlato…”

 

“Davvero?”

 

“Cazzo, si!”

 

“Immagino che bei discorsi, anch’io riuscirei a guardare in faccia la mia migliore amica sapendo di averla messa incinta per errore.”

 

“MIA FIGLIA NON E’ UN ERRORE!!!”

 

Simon annuì lentamente, e un sorriso furbo si fece largo sul suo viso.

 

Per qualche momento Jack chiuse forte gli occhi. “Dannazione, io la voglio… la voglio perché lei è me e Amelia insieme, e io di Amelia sono innamorato! Me lo sento nelle vene, mi scoppia il cuore per quanto la amo… se chiudo gli occhi vedo solo lei… non lo so, non lo so perché non me ne sono reso conto prima, so solo che la amo e che non sono mai stato così felice come in questi ultimi giorni con lei… che cosa diavolo ho vissuto, una bugia?”

 

Simon colse la disperazione nella voce del fratello, e gli rispose con un sorriso sereno. “Forza, riporta qui le chiappe. Adesso ne parliamo con calma e sistemiamo tutto. Ti faccio vedere che ne esci da solo, scommettiamo?”

 

 

***************

 

 

Amelia strinse i denti e si rialzò in piedi, mentre le gocce di sudore che le imperlavano la fronte scivolandole sul viso si mescolavano al sangue che le usciva dai tagli sui lividi. La schiena le bruciava tanto da darle i brividi, ma non abbassò il mento né scelse la linea arrendevole… avrebbe difeso sua figlia a costo della vita. E l’avrebbe fatto a testa alta.

 

Uno dei War Mage, quello con gli orribili incisivi quadrati e sporgenti, rise della grossa. “Guardatela, la mezzosangue non ne ha avuto abbastanza!”

 

Amelia traballò instabilmente sulle gambe, e si aggrappò al tavolo. “Vaffanculo.” Ringhiò fra i denti.

 

L’uomo avanzò speditamente verso di lei e le puntò contro la bacchetta. “Adesso ti faccio vedere io qual è il tuo degno ruolo nella società, puttana…”

 

Amelia capì immediatamente che razza di umiliazione l’avrebbe attesa quando l’omone la afferrò per i capelli e la sbattè dolorosamente sulle ginocchia proprio davanti a lui. Fu con la forza della disperazione che allungò il braccio sul tavolo, e per un colpo di fortuna trovò quello che cercava…

 

L’urlo disumano dell’uomo quando si ritrovò una forchetta conficcata in mezzo alle gambe avrebbe scosso terra e cielo, ma incredibilmente Frank Famble si sganasciò dalle risate. Amelia si rialzò con tutta la rabbia che provava, colpì con un pugno in faccia il War Mage che le si parava davanti e cercò di guadagnare qualche metro di corsa… finchè un Cruciatus la colpì in pieno petto, facendola piegare in due dal dolore.

 

“Intrepida e indomita, non ti ho mai desiderato tanto quanto adesso.” Famble la trascinò in piedi e la sbattè di schiena contro il muro, così forte che lei urlò per il dolore alla schiena, e le inchiodò braccia e gambe in modo che non potesse sottrarsi ai suoi baci avidi e prepotenti. “…sei mia ormai…” le sussurrò mentre le leccava il collo.

 

Amelia soffocò un singhiozzo per dignità, e fece di tutto per sottrarsi a quella bocca viscida. “Sei un lurido pezzo di merda…”

 

Frank rise mentre le sbottonava con frenesia i pantaloni per poterci infilare la mano dentro. “Mi chiamerai con ben altri nomi quando urlerai il mio nome mentre godi…”

 

Amelia sentì le lacrime pungerle gli occhi… sembrava assurdo, ma stava succedendo davvero? No, non glielo avrebbe lasciato fare… una rabbia cieca le diede la forza di reagire… doveva difendere se stessa, ma prima di ogni altra cosa doveva salvare la sua bambina. Così ignorò il dolore allucinante alla schiena, fece leva sui reni per spingere Frank con tutta la sua forza tanto da buttarlo indietro, e completò l’opera con una testata dritta sul volto. Famble crollò sulle ginocchia, stordito, e Amelia ne approfittò per superarlo e recuperare al volo una bacchetta non sua. Meglio che niente, visto che le fu utile ad eliminare uno dei tre uomini che le correvano dietro indiavolati. Almeno aveva ridotto il numero dei suoi assalitori.

 

“Fermati, puttana!!”

 

Uno dei due War Mage la bloccò per le gambe e la strattonò indietro, e Amelia si costrinse a mordersi le labbra per non urlare di dolore… il pavimento le aveva seviziato la pelle delle mani e delle ginocchia.

 

“…piccola sgualdrinella senza cervello…” Frank la strattonò in piedi, tenendola per la gola. “Se vuoi fare sul serio, ti accontento molto volentieri!”

 

Amelia ingoiò un gemito di dolore quando Famble le affondò i denti nel collo, ma non potè non urlare quando le piantò le unghie nella schiena piagata e zuppa di sangue.

 

 

***************

 

 

“Abbiamo passato un intero pomeriggio seduti esattamente come stiamo io e te adesso.” Simon sorrise e scosse la testa. “Credo sia una delle poche volte in cui ho perso la calma anch’io… le ho detto chiaramente che era ingiusto nei tuoi confronti ma soprattutto nei suoi, non dirti niente significava portarsi dentro un fardello che alla fine sarebbe venuto a galla, però poi l’ho ascoltata. Non faceva altro che dirmi come tu miglioravi di giorno in giorno dopo Steacy, come avevi ripreso a ridere e scherzare e come eri tornato a fare il tuo lavoro. Aveva troppa paura di disfare quello che stavi facendo.”

 

Jack sollevò il viso dalle braccia su cui lo teneva appoggiato. “Io ancora non riesco a crederci.”

 

“Cambia qualcosa il fatto che la bambina sia tua?”

 

“Si, ma non nel senso che crede lei.”

 

“Ma lei adesso lo sa che sei cresciuto.”

 

“Evidentemente non abbastanza.” Jack sospirò mesto e fece un piccolo sorriso amaro. “All’inizio era un vero inferno. Si, insomma… Amelia non faceva altro che dormire e vomitare, era ridotta uno straccio tutto per colpa di un esserino che nemmeno si era formato. Poi però le cose sono cambiate perché lei lo amava questo esserino… anche quando non si sentiva bene era felice, sorrideva… e ho pensato che se una in gamba come lei si era innamorata a tal punto di un cosetto quasi invisibile, forse c’era qualcosa che non vedevo io… e alla fine ho scoperto che ha sempre avuto ragione lei. Che un bambino che viene al mondo è impegnativo, ma è anche bellissimo… non sai quante volte abbiamo passato la sera a raccontare delle nostre gloriose imprese di Hogwarts per far sentire le nostre voci alla bambina. Amelia dice che così sarà più facile farsi riconoscere da lei quando sarà nata.”

 

Simon annuì. “E ti è passata la paura.”

 

“Si.” Jack si coprì il viso con le mani. “Se solo penso a tutte le volte che ho pensato all’ingiustizia del mondo, al fatto che il vero padre della bambina si era preso quello che cominciavo a volere io… mi sento… non lo so come mi sento.”

 

“Proviamo sotto la voce rincoglionito?”

 

“C’è una discreta possibilità.”

 

“O sconvolto.”

 

“Anche.”

 

“E se provassimo con… papà?”

 

Jack si fermò un attimo a pensare. “Mi sarebbe piaciuto.”

 

Simon si accigliò. “Perché il passato?”

 

“Perché ammesso che io voglia passarci sopra…” Jack scosse la testa. “Ammesso che voglia capire le motivazioni di Amelia e perdonarla… sarà lei adesso a non perdonare me.”

 

Simon rise. “Questa è buona…”

 

“Tu non c’eri prima.” Jack sbuffò. “Le ho detto di tutto… lei mi ha supplicato di ascoltarla, di capire, e io le ho sbattuto la porta in faccia. Non mi perdonerebbe mai. E non so nemmeno se ne sono capace io.”

 

“Te la stai complicando in una maniera assurda.” Simon fece un piccolo sorriso e si sistemò meglio gli occhiali sul naso. “Ghiaccio e fuoco non sono elementi che possono coesistere, Jack… o sei razionale o segui il tuo cuore, non puoi fare entrambe le cose in questo momento. O assecondi quello che ti dicono l’orgoglio e la ragione, o lasci parlare i tuoi sentimenti… che cosa scegli, Grande Padre? Provi a usare il cervello, forse per una delle prime volte nella tua vita, qualcosa a cui non sei nemmeno abituato, per di più… oppure dai retta ai tuoi sentimenti, a quel carattere da impulsivo che ti ritrovi? Andiamo, tu hai mille difetti, ma il cuore ce l’hai al posto giusto… devi solo farlo funzionare. Che cosa ti dice ora?”

 

Jack rimase in silenzio per un lungo momento. “Che non voglio perdere Amelia.” Mormorò piano, come se volesse trovare il coraggio di ammettere quella verità innanzitutto con se stesso. “Che non ho intenzione di lasciarla uscire dalla mia vita.”

 

Simon ridacchiò vispo. “Ci avrei giurato.”

 

Jack annuì lentamente… poco alla volta la luminosità dei suoi occhi stava tornando, ricominciava a essere quello che era sempre stato. “In fondo possiamo parlarne… posso supplicarla di ascoltarmi e possiamo chiederci scusa a vicenda… magari anche ricominciare da dove ci siamo interrotti… io, lei e… e nostra figlia.”

 

Simon con un colpo di bacchetta incantò un ciuffetto d’erba appena strappato dal terreno, lo trasformò in una rosa e gliela porse. “Portati questo biglietto da visita, le donne amano i fiori. Esperienza personale, non hai idea di quanti metri quadrati di culo ti salva una margheritina strappata dal prato del vicino.”

 

Jack rise e lo abbracciò, strapazzandogli i capelli. “Sei il migliore.”

 

“Questo si sapeva.” Simon gli diede una pacca sulle spalle. “Avanti, muoviti… le tue donne ti stanno aspettando.”

 

Jack annuì allegramente, balzò in piedi e corse nella direzione di casa sua. Col cuore più leggero, perché adesso sapeva cosa fare.

 

 

***************

 

 

Due grossi lacrimoni scivolarono sulle guance di una ormai sfinita Amelia, nonostante si fosse ripromessa fin dall’inizio di non dare ai suoi nemici la soddisfazione di vederla piangere, ma era troppo distrutta per resistere. E quelle lacrime, prima ancora che per quel lancinante dolore alla schiena, erano per la consapevolezza di non poter più proteggere sua figlia… di non riuscire più a evitare l’inevitabile… e questo la faceva star male più di tutte le ferite messe insieme.

 

Frank Famble col suo solito ghigno si chinò alla sua altezza, guardandola divertito mentre cercava di riprendere fiato lì seduta contro il muro, e le accarezzò la guancia umida di pianto e di sangue. “Che ti succede, piccola Amelia? Ti sei stancata di giocare al gatto e al topo? Era anche ora, non credi?”

 

Amelia serrò forte gli occhi, e represse a fatica un conato di vomito quando lui le passò la lingua sulla guancia.

 

“Mmh… che buon sapore hanno le tue lacrime…” Frank ridacchiò e le passò una mano sulla nuca fin nei capelli. “Tu sei mia, mi appartieni… solo e soltanto mia…”

 

Costretta a un bacio che le provocava solo repulsione, Amelia sentì che quello doveva essere per forza un incubo… tutto il sangue perso le annebbiava la vista, le sembrava di camminare sull’ovatta… perché Jack non era lì con lei? Lui c’era sempre stato quando la terra aveva tremato per lei, sempre… ora non c’era perché la odiava. Solo poche ore prima aveva gustato il sapore dei suoi baci, e ora questo… no, non era con il ricordo delle aggressioni di Frank Famble che doveva finire. Voleva almeno morire con il bacio di Jack come ultimo ricordo felice… voleva solo lui. Con un ultimo sforzo allungò la mano e trovò per terra un pezzo di vetro appuntito, probabilmente un frammento della finestra, e in un ultimo guizzo di disperazione lo piantò con forza nella coscia del suo nemico, che subito si ritrasse.

 

“Brutta puttana!!”

 

Frank schizzò in piedi per togliersi il pezzo di vetro dalla gamba, ma prima assestò un ceffone in faccia ad Amelia, facendole voltare il viso dall’altra parte. Benchè stordita dal colpo, la ragazza tentò debolmente di trascinarsi su gambe e braccia, cercando invano di sfuggire carponi, ma era troppo dolorante e le risate sguaiate dei suoi aggressori le procurarono nuove lacrime di rabbia e disperazione.

 

Perdonami, piccola mia… ho fatto tutto quello che ho potuto, ci ho provato… perdonami…

 

Famble la voltò di schiena a terra con una manata, le puntò contro la bacchetta e urlò “Crucio!”

 

Impossibile, il dolore era diventato impossibile… Amelia quasi non riconosceva la sua stessa voce mentre urlava. Sentiva tanto freddo, ed era come se il buio incalzasse attorno a sé… e lei aveva tanta voglia di cedere a quel buio, perché non ce la faceva più a resistere, ma avrebbe anche tanto voluto continuare a lottare per la sua bambina… e per rivedere un’ultima volta il viso dell’uomo che amava…

 

Jack… mi dispiace così tanto…

 

Frank distolse la bacchetta solo quando le vide perdere i sensi, poi si chinò su di lei per tastarle il collo. Il ghigno che gli comparve sulla faccia era fiero e vittorioso. Era ancora viva… e a sua completa disposizione.

 

Uno dei due War Mage fece un sorriso sinistro. “Finalmente, questo demonio non ne voleva proprio sapere di tirare le cuoia, eh?”

 

“Già.” L’altro s’interruppe quando vide il suo collega inginocchiarsi fra le gambe della ragazza e spalancargliele. “Ehi, Frank, che diavolo fai? Non c’è tempo per queste cose…”

 

“Chiudi il cesso.” Con un sorriso famelico, Famble si slacciò la cintura. “Sono mesi che aspetto questo momento… e fosse anche l’ultima cosa che faccio, mi scoperò questa strega assatanata fino alle lacrime.”

 

“L’ordine è di ucciderla.”

 

“E lo faremo. Solo che prima ci divertiremo un po’… non sono così egoista, Daniels, te la faccio assaggiare dopo il mio turno.”

 

I due uomini si guardarono in faccia e scoppiarono a ridere contemporaneamente, accompagnandosi alla risata soddisfatta di Frank Famble… le loro mascelle si spalancarono decisamente troppo, al punto da emettere suoni troppo roboanti e chiassosi.

 

Forse se avessero fatto meno rumore avrebbero sentito il pericolo arrivare, e non sarebbe stata una sorpresa. Invece tutto fu una sorpresa.

 

A cominciare dal pugnale che in volo si andò a schiantare nel petto di uno dei tre.

 

Mentre quello cadeva già cadavere, l’altro si voltò nella direzione da cui era arrivato il pugnale… ma si vide attraversare il corpo da un fascio di luce verde prima di poter aprire la bocca, e finì a terra in una manciata di attimi.

 

Frank Famble si alzò di scatto e si girò… ebbe a malapena il tempo di vedere un ciuffo di capelli rossi prima di ricevere una sedia prima sul volto e poi allo stomaco. La sedia si fracassò, e prima che ricadesse per terra Famble era già stato spedito contro un muro da uno schiantesimo.

 

Jack non si soffermò a vedere che effetto avesse avuto lo schiantesimo, il suo primo pensiero fu gettarsi in ginocchio da Amelia. Ancora non aveva immagazzinato quello che era successo, tornando a casa aveva visto i vetri infranti e delle ombre agitarsi nella cucina… e poi aveva visto lei lì a terra, con quel maledetto che cercava di approfittare della situazione. E non ci aveva capito più niente dalla rabbia. Si sentiva sotto shock, non poteva crederci… era tornato di corsa per lei, e l’aveva ritrovata in quello stato. La rabbia lo aveva accecato, ma ora che vedeva in che condizioni fosse, la paura era più grande. Ancora una volta in poche ore, troppe emozioni tutte insieme.

 

“Amelia…” sussurrò appena. Era così pallida, la pelle chiara in contrasto così netto con il sangue rosso vivo che era quasi ovunque. Allungò la mano tremante per sentirle il polso… il battito era debole. Jack alzò gli occhi al cielo, sentendoseli pungere da lacrime di rabbia e frustrazione, e si chinò su di lei… le accarezzò disperatamente il viso contratto dal dolore, era chiaro che avesse sofferto… e tutto per colpa sua. Perché lui l’aveva abbandonata! “Amore mio… sono qui adesso…” le sussurrò col pianto mozzato in gola, mentre la stringeva a sé il più delicatamente possibile. “Ci sono qui io, è tutto finito, è tutto finito… Amelia, ti prego…”

 

Che ti hanno fatto… che ti ho fatto… Dio, mi sembra di impazzire… non me lo merito, ma ti supplico… apri gli occhi… apri gli occhi, amore, dimmi che stai bene…

 

Una lacrima impertinente gli solcò la guancia arrossata quando vide in che condizioni era il viso della sua piccoletta… lividi, tagli, il labbro spaccato… le guance bagnate dalle lacrime. Gliele asciugò a suon di baci, la strinse a sé e cercò di contenere il suo corpo minuto nel suo più robusto, come se in quel modo potesse sottrarla al dolore e alla paura.

 

“E’ stata una vera delizia, lo sai, Weasley?”

 

Quella voce viscida… Jack vide rosso.

 

“Ah, che ti sei perso… scommetto che per te non ha mai urlato tanto.” Frank Famble era di nuovo in piedi, bacchetta alla mano, uno zigomo sanguinante. “Un po’ piagnucolosa, la ragazzina… ma non fa niente, glielo perdoniamo perché muove le gambe come una sirena… sei d’accordo?”

 

Jack sentì un ruggito di odio soffocargli la gola… strinse un pugno così forte che le unghie gli si conficcarono nella carne, e il respiro cominciò ad uscirgli sempre più rumorosamente dal petto. A quel punto una sola cosa era chiara: non avrebbe fatto prigionieri. Non ci sarebbero stati sopravvissuti quella notte. Quello dietro di lui era già un cadavere. Depose con tutta la cura possibile Amelia dove l’aveva trovata, soffermandosi a baciarle la fronte e a passarle il pollice sulle labbra gonfie e insanguinate, poi si alzò. E quando si voltò lentamente verso la sua preda, Jack era in tutto e per tutto simile a un gigantesco orso appena issato sulle zampe posteriori, pronto a dar voce alla sua rabbia omicida senza freni.

 

Ignaro della furia sanguinaria che aveva appena scatenato, Frank Famble ghignò. “E sappi che non ho ancora finito con lei… la sua bella testolina andrà a fare compagnia a quelle dei suoi simili. Ma se vuoi, facciamo lo sconto famiglia e mi prendo anche la tua zucca vuota… così non sarà sola.”

 

Jack non disse niente… avrebbe emesso solo ruggiti incomprensibili, il cervello non gli connetteva più. Aveva davanti agli occhi solo il viso tumefatto e in lacrime del suo amore, della ragazza che amava, della madre della sua bambina… si, presto una testa sarebbe ruzzolata, ma non la sua. Il petto gli si alzava e si abbassava freneticamente per il respiro affannoso, l’unica cosa che riuscì a ringhiare fu un “Tu sei morto” sibilato a denti stretti, mentre con un gesto brusco si sfilava la bacchetta dal cinturone e la gettava per terra.

 

Frank gettò indietro la testa e rise. “Ah, e così, eh? Te la vuoi giocare da uomo.” Anche lui prese la bacchetta, la fece dondolare fra le dita in modo irritante, e poi la lasciò cadere per terra. “E sia, allora… dopo tutto, ai condannati a morte si lascia il privilegio dell’ultimo desiderio.”

 

Tu non avrai nemmeno questo.

 

Jack non aspettò oltre, si avventò sul nemico per dare finalmente sfogo alla rabbia travolgente che lo stava sconquassando; Frank parò il primo pugno, ma il secondo colpo diretto allo stomaco fu così violento da fargli sollevare i piedi da terra, e a quello seguirono una ginocchiata in pieno petto e una testata sul naso… il giovane rosso era una furia cieca. Frank provò a replicare con un buon destro che gli ferì lo zigomo, ma Jack gli passò velocemente un piede dietro le ginocchia e lo fece inciampare; non contento lo afferrò per le spalle e lo scaraventò nel tavolino di vetro, che si infranse rovinosamente.

 

Famble si rialzò col volto sfigurato dalle schegge di vetro, ma per Jack non era ancora abbastanza… neanche lontanamente. Si scagliò su di lui gettandosi a capofitto, caricandolo allo stomaco e sbattendolo contro il tavolo della cucina che sotto il peso si fracassò, spezzando a metà le quattro gambe e mandandole a schizzare per la stanza come saette impazzite. Il ragazzo bruno puntò i piedi contro il petto del nemico per respingerlo, ma non guadagnò abbastanza spazio… il rosso non gli permise di rialzarsi, colpendolo al viso con due pugni dritti in bocca.

 

Frank sputò il sangue per terra e si pulì il mento con una manica, quindi si rimise in piedi. Jack alzò i pugni e gli fece cenno di farsi avanti… l’orso dentro di lui aveva fame. Famble cercò di colpirlo allo stomaco, ma non soltanto incontrò una difesa ferrea e apparentemente invalicabile… si era concentrato così tanto sull’attacco, carico di odio e frustrazione, che aveva dimenticato di tenere alta la guardia. E così non vide arrivare il pugno che lo colpì dritto al mento, e finì a terra ancora una volta.

 

“Alzati, figlio di puttana.” Jack serrò i pugni e agitò rapidamente le dita per fargli cenno di rialzarsi in fretta. “Alzati, io e te abbiamo un conto aperto che dobbiamo chiudere stasera.”

 

Frank Famble barcollò mentre si rimetteva in piedi. “Oh, certo che ce l’abbiamo, figlio di papà… ma anche se mi gonfierai di botte, non potrai portare indietro il tempo. La tua bella mezzosangue ha le ore contate, è finita per lei e per il suo bastardo.”

 

Jack gli fu addosso prima che potesse finire la frase. Con quella rabbia che gli montava dentro, i suoi colpi erano due volte più potenti e il loro effetto due volte più distruttivo, al punto che con un ‘semplice’ colpo al viso Famble cadde rovinosamente a terra per l’ennesima volta. Nel disperato tentativo di fermarlo, gli lanciò addosso una gamba del tavolo che era caduta proprio lì vicino a lui, ma Jack la evitò e replicò con un calcio, poi un altro, e un altro ancora, e ancora…

 

…Amelia, è colpa mia… ti hanno fatto del male, ed è tutta colpa mia!

 

Ormai era una maschera rattrappita di sangue quella che Jack tirò su per il bavero dell’uniforme e costrinse di spalle al muro. Lo guardò con tutto l’odio di cui era capace, perché più che il suo lurido viso vedeva quello sofferente e in lacrime della sua Amelia… con un urlo animalesco lo scaraventò nei resti della porta-finestra. Lo voleva morto. Doveva pagare col sangue ogni più piccolo graffio che aveva fatto a lei.

 

Era diventata una lotta senza quartiere, all’ultimo sangue, e lui non aveva speranze… Frank se ne rese conto mentre si rimetteva ancora una volta in piedi, traballante e instabile. Non ci stette a pensare neanche un secondo, sguainò la spada facendo un sorrisino viscido e si avventò su di lui. Jack riuscì a schivare il colpo, afferrò al volo l’attizzatoio del caminetto e usò quello per fermare la lama che si stava abbattendo impietosamente su di lui. I due nemici continuavano a guardarsi in cagnesco mentre tentavano di prevalere l’uno sull’altro, digrignando i denti con odio, finchè fu la forza di un più robusto e furioso Jack Weasley ad avere la meglio. Frank arretrò di qualche passo e tornò alla carica, ma Jack fu più veloce… con tutta la violenza possibile gli colpì in pieno il braccio con l’attizzatoio, facendogli cadere la spada di mano. L’attizzatoio lo colpì ancora e più forte, stavolta al viso, e il ragazzo cadde a terra di peso a poca distanza dalla sua lama.

 

Avvenne tutto in pochi fatali istanti, eppure sembrò che fosse una scena al rallentatore.

 

Frank si rimise in piedi con la fatica e la consapevole disperazione di avere un solo ultimo tentativo per salvarsi, e riprese la spada. Jack vide a terra una delle gambe del tavolo spezzata in modo strano, come se una diagonale ne avesse reciso la punta in modo da farla sembrare una lancia rudimentale…

 

Famble scagliò il suo fendente con tutta la sua forza… Jack lo schivò abbassandosi dal lato giusto, e quando si rialzò gli piantò in pieno petto la gamba spezzata del tavolo. Frank Famble boccheggiò, la lama gli cadde di mano e la bocca gli si riempì di sangue mentre spalancava gli occhi in un’espressione di orrore.

 

Jack avvicinò il volto stravolto dalla furia a quello madido di sudore del nemico morente. “Ti ho sempre detto di stare lontano da lei.” Ruggì, spingendo più a fondo la sua arma improvvisata. Famble barcollò all’indietro un paio di volte, eruttando sangue, poi cadde a terra con un tonfo netto e pesante. Jack rimase a fissarlo ancora per qualche istante, aspettando che il fiato gli tornasse normale, poi lentamente si girò e cercò con gli occhi il suo amore… e il cuore gli si fermò per un attimo.

 

Amelia era immersa in una pozza di sangue.

 

La bambina…

 

“No… NO!!” se prima Jack aveva avuto paura anche di sfiorarla, ora si gettò a capofitto su di lei e la prese fra le braccia con urgenza, imbrattandosi di sangue. “Amelia, no… non lo puoi fare questo, no, ti supplico!! Ti prego… amore, tu sei forte…” la scosse freneticamente, ma non ottenne alcuna reazione. Jack chiuse forte gli occhi, reprimendo a fatica un pianto di dolore e rabbia, ma soprattutto un maledetto senso di colpa e di impotenza. Ancora una volta la racchiuse nel suo abbraccio vigoroso, baciandole disperatamente le labbra, appoggiando la fronte contro la sua… oh, se avesse potuto prendere lui tutto il dolore e vederla sana e felice, lei e la piccola… non poteva perderle, né lei né sua figlia, non ora che le aveva ritrovate… era assurdo. Era un incubo. “…ti prego… ti prego…” le sussurrò, la voce rotta dal pianto ormai prossimo.

 

Era troppo preso, quel ragazzo aveva smesso i panni dell’implacabile War Mage, del terribile vendicatore che era diventato appena aveva messo piede in casa… ora era solo Jack Weasley, un padre che stava perdendo una figlia, un uomo innamorato che stava perdendo la propria donna. Per questo motivo si accorse solo dopo dell’ombra che gli era comparsa alle spalle, e si girò troppo tardi per qualunque reazione.

 

“Muori!!!”

 

Jack si rese conto subito che non avrebbe potuto fermare il War Mage della squadra di Famble, un ragazzo dagli incisivi squadrati e il volto ustionato, che aveva le braccia sollevate in aria con la sciabola in mano.

 

Quello che non si aspettava era di veder spuntare dal petto di quell’uomo una lama di pugnale.

 

Il War Mage strabuzzò gli occhi, lasciò la sciabola che finì rumorosamente per terra, e stramazzò. Alle sue spalle c’era la possente figura di un Ron Weasley dal fiato corto e gli occhi colmi di furia.

 

“Papà!!” urlò disperato Jack.

 

Hermione superò il marito per correre ad accovacciarsi accanto ai due ragazzi. “Dio mio! Amelia! Jack, tu stai bene?”

 

“Mamma, devi fare qualcosa!!” Jack ormai era capace solo di gridare, non controllava più nulla di sé. “Amelia sta male!!! Non farla morire, fai qualcosa!!!”

 

Ron le tastò freneticamente il polso, e rivolse lo sguardo stravolto e sconcertato in lungo e in largo nella stanza distrutta. “Che diavolo è successo?! Chi cazzo è stato?!”

 

Jack scosse freneticamente la testa. “E’ tutta colpa mia, solo colpa mia…”

 

“Calmati… calmati, dannazione!” Ron lo agguantò per una spalla e gli diede una scrollata. “Jack, non è colpa di nessuno, dobbiamo pensare ad Amelia, devi restare lucido!”

 

Hermione non si perse in chiacchiere, afferrò un cuscino e lo trasformò in una coperta, poi la avvolse rapidamente attorno al corpo di Amelia. “Non ti preoccupare, tesoro, ci siamo noi con te.” le sussurrò all’orecchio, baciandole la tempia insanguinata e ripulendogliela con la manica dell’uniforme, poi alzò gli occhi agitati. “Dobbiamo portarla immediatamente all’ospedale, sta perdendo troppo sangue!”

 

Jack balzò in piedi con la ragazza stretta saldamente fra le braccia. “Resisti, piccoletta… resisti, non farmi scherzi…”

 

Ron gli mise in mano una penna. “Tieni, prendi la mia passaporta per il San Mungo, farete prima!”

 

“Piano, non la scuotere troppo.” Hermione sorresse la testa di Amelia, appoggiandola con dolcezza contro la spalla del figlio.

 

Ron si guardò in giro. “Katie dov’è?”

 

Per Jack fu come una doccia fredda, e perse ogni goccia di colore dal viso. Era tornato a casa e aveva trovato quel disastro, Amelia in quelle condizioni… e per la terza volta in poche ore aveva commesso un errore fatale. Sua sorella… vedendo Amelia in quello stato aveva dimenticato tutto il resto, perfino lei. La sua adorata sorellina di cui per quella sera era responsabile più che mai. “…Katie?” provò a urlare alla stanza distrutta, guardandosi freneticamente in giro. “Katie, dove sei?”

 

Hermione si portò le mani alla bocca e guardò Ron, bianca come un cencio.

 

Ron scosse la testa. “Non perdete tempo, correte all’ospedale! Penso io a Katie, ora muovetevi!”

 

“Teniamoci in contatto!” riuscì a urlare Hermione un istante prima che Jack attivasse la passaporta.

 

Ron estrasse la bacchetta e si guardò in giro con circospezione. Immerso in quel silenzio spettrale, esaminò i cadaveri per terra e si assicurò che fossero solo carcasse, sfiorandoli con un piede o urtandoli mentre si muoveva lentamente nella casa disastrata. Vide con orrore l’enorme pozza di sangue in cui fino a un attimo prima Jack aveva stretto a sé Amelia, e sentì un bisogno disperato di chiudere gli occhi e fare il vuoto in testa. Lo stomaco gli friggeva come carne sulla brace, la tigre dentro di lui si dimenava per ruggire in tutta la sua violenza. Si sforzò di non pensare per restare valido, e continuò a frugare ogni angolo della casa in cerca di Katie. L’unico rumore che si sentiva era quello del suo fiato affannoso, benchè il battito furioso del suo cuore gli rimbombasse sonoro nella testa.

 

La casa era piccola, non gli ci volle molto per completare il giro…e fu allora che Ron se lo sentì scendere fin nelle vene. Panico… una sensazione che credeva di aver imparato a dominare in tutti quegli anni, ma a quanto sembrava non era così. Lo colse una frenesia di trovare un figlio di cane che avesse ancora un po’ di fiato in gola per potergli dire cosa diavolo erano venuti a fare, come avevano osato accanirsi contro una ragazza incinta, e cosa avevano fatto alla sua bambina…

 

E poi lo vide.

 

Lì per terra, fra i pezzi rotti della porta-finestra. Il braccialetto portafortuna di stoffa che aveva regalato lui alla sua piccola Katie prima che entrasse a Hogwarts, quello che lei non si era mai tolta. Era lì per terra, ridotto a brandelli.

 

Un urlo disumano si sentì nella notte, e fu così forte che fece volare via dai rami secchi di un albero un piccolo gruppo di gufi grigi.

 

 

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*.* …madre, sto cominciando a diventare cattiva! Fino a qualche anno fa avevo più pietà… si, non c’è dubbio, questa è l’influenza di qualcuno di voi… *cough*Signor Marrone, non fischiettare che tanto il tuo devoto padawan sta guardando proprio te…*cough*  E la cosa bella è che è il primo chap del 2006, si può proprio dire che cominciamo l’anno in bellezza! >__< Ahimè, adorati lettori, ci sono cose che non possono essere evitate… e siccome sono sicurissima che la befana vi ha portato tanti dolciumi zuccherosi nella calza, nel nome di tutto quello zucchero ipercalorico sono certa che mi perdonerete! *^____^* …vero? *.*  Facciamo finta che mi abbiate detto di si! *^________^* Non mi dilungo troppo, gente amata, perché è arrivato Gennaio e con esso i miei primi appelli d’esame, quindi devo proprio mettermi a studiare di impegno (e non passare il tempo a leggermi e rileggermi Il Principe Mezzosangue, come invece faccio!)… in compenso c’è da dire che il prossimo chap, “Buongiorno Notte”, potrebbe essere postato un po’ prima (ehi, non è una promessa, solo una supposizione! ^__^) perché mi si preannuncia un Febbraio di fuoco, pieno zeppo di appelli di esame… e la laurea della mia ciccina sorelluzza, che così prende un po’ di pace, povera stella! Vedetela così quando ci metto troppo tempo ad aggiornare e la tentazione sarebbe quella di ammazzarmi: almeno così ritardiamo la fine di BAWM! Ih ih ih! ^________- Ah, prima che mi dimentico… un bacio gigantesco anche a tutti quelli che hanno recensito la mia ultima shottina! ^_____-

 

Dunque! E’ arrivato il momento degli special thanks a tutti i tesori che hanno trovato un momento di tempo per lasciarmi una recensione… che vi voglio bene già lo sapete, che vorrei non deludervi mai pure, in questo chappy ho rivoluzionato il mondo quindi già so che devo sigillare porte e finestre da stanotte… X_x  Ehi, ho l’attenuante di aver ucciso il malefico Frank Flambè! ^______-

 

Caillean: ih ih, anch’io mi sono divertita da morire con quella scena della partita a scacchi… e pensa che è stata un’ispirazione dell’ultimo minuto! ^___^ Harry lo abbiamo solo intravisto stavolta… ma mi sento di prometterti che lo rivedrai e anche molto, credimi… ^_____- Un bacio enorme!

Saphira89: …la cosa bella è che la povera Mel avrà ricevuto una ventina di proposte di morte per essere sostituita! *^________^* Ahi ahi, i tuoi tesorucci hanno fatto un po’ di casini stavolta… incrociamo le dita per loro! *.* Un baciotto!

Ruka88: …posso solo immaginare quanto ti sarai gasata stavolta, quando Jack gliele ha suonate di santa ragione a Frank! *^_____^* Roba da trombetta dello stadio! ^_____- E si, perché… ti confesso che mi sono gasata anch’io! XD Un bacio… coi capelli rossi! ^___-

Lazyl: sei stata un’ottimo profeta, se n’è caduto mezzo continente in questo chap! XD Nuu, tesoro, non ti terrorizzare… vedi che la prossima volta magari spunta fuori il buon vecchio e malandato Alex! ^_____- Un bacissimo!

Daisy05: passata l’influenza, tesora? Bella la mia collega di amore per I Passi! Io amo quel film… *_____* E tu sei sempre un tesoro, anche a me arrivi a mouse! *^_____^* E per premiarti, ti prometto che la prossima volta rivedremo Alex! Ecco, se in orizzontale o in verticale, questo dipende… ma almeno cominciamo a rivederlo, che è già qualcosa! ^______- Oh, e la bella notizia è arrivata… presto la nostra famigliola si allarga!!! Fratellino in arrivo!! XD Un bacio grandissimo!

Angèle87: la mia amorosissima! Mi gioco il pigiama della Nenè che ti stai disperando al momento! ç_____ç Però ti ho pensato durante la reazione di Jack, tutta bellina coi pon-pon… *_____* Amorissima, la bella notizia ce l’hanno data mamma e papà: fratellino congolese in arrivo!!!! Un cioccolatino di tre anni paciocco paciocco!!! XD Ti voglio benissimo!!!

Strekon: *Sunny in Padawan Mode si scopre la testa dal cappuccio, rivelando l’inconfondibile treccina da apprendista* Ah, maestro Marrone, ispirano molto queste ciatat…respiri leggeri! *^_______^*  Maestro, qua bisogna che mi dai un po’ di lezioni per le scene di azione perché qua ne sono in arrivo tante, e lo specialista assoluto dell’argomento sei tu… io nel frattempo comincio ad accendere la mia spaduzza laser, che mentre si scalda, col cavolo che diventa rossa… sono ancora un padawan, non c’è che dire… -_____-* Un bacio… trecciuto!

Sirius4ever: anch’io lo vedo molto carino Simon con gli occhialuzzi! *^____^* E Hermione… eh si, alla fine è diventata una Weasley a tutti gli effetti anche lei! Grazie cara, troppo buona! Un bacio forte!

Syssy5: per frtuna che mi sono accorta in tempo di essermi dimenticata la pubblicità, non me lo sarei perdonato! Fiùùù… *^_____^* Tranquilla cara, adesso potrai rifarti gli occhi… alle provocazioni cominceranno a rispondere per le rime, e con gli interessi direi! Jack ha dato il la con Frank Famble… chi sarà il prossimo? ^______- Un bacio!

Alewen: ç_____ç poveri Jack e Amy, mai un attimo di tregua… come sono spietata! U.U Pensa che quella scena di Hermione è stata fra le prime che mi sono venute in mente quando pensavo a FMI! E le scene di Dear Diary vengono dal bellissimo film “I Passi dell’Amore”. Che è meraviglioso! *^____^* Un bacione!

Marikotter: allora, vediamo di rispondere a qualche domandina… per quanto riguarda il pacco di gente che hai nominato, i nonni Weasley si presume che siano in cielo perché un po’ troppo anzianotti… e anche gli altri viaggiano sulla sessantina abbondante (Sirius e Remus anche di più!) …un po’ troppo ‘nonnetti’, vado in crisi a scrivere di loro così pieni di capelli bianchi! ^____^ Per Jack e Amelia, direi che ti hanno dato loro tutte le risposte… e la guerra civile… lo scopriremo insieme chi vincerà! ^____- Un bacetto!

Carol87: grazie per i complimenti, cara! E per la tua gioia, wualcosa a Katie alla fine è successa davvero! *_____* Siamo sadiche in due! ^_____- Un bacissimo!

Meggie: amorina! Eh eh, lieta di sapere che Hermione ti ha fatto gasare… ma mi gioco sempre le mutande di mia sorella che un certo occhialuto in questo chap così terrificante ha trovato il tempo di farti sbavare un po’… ^______- Te lo dovrei incartare e spedire a casa con un bel fiocco rosso quel figliolo, come premio per quel capolavoro che stai scrivendo! *^______^* Ti voglio benissimo!!!

Hiromi: …si, ti dovevi preoccupare! *.* E io devo fare un saltino alle Bahamas… ^_____- Fight Club è il titolo di un film (con Bradd Pitt e Edward Norton) in cui ci si batte sempre, senza regole, senza stop… un po’ quello che è capitato in questo chap, zuffe da tutte le parti! X_x Un baciottolo!

Anduril: …tesora, quando me la metti così, rischi pericolosamente di convincermi a non fare quello che devo fare! *.* ‘Ccipicchia se il tuo ragionamento filava… non fa una piega! Ho capito, ucciderò un stuntman! *^_____^* Non so perché non riesci a vedere questi video, ma se mi dai il tuio indirizzo, te li spedisco con MaxiMail di Virgilio! ^_____- Un bacio grandissimo!

ValeWolf: nu, povera stella, eri tutta contenta che non avevo strapazzato nessuno e guarda cos’ho combinato adesso! Perdono!! U.U* Ih ih, quella scena di Hermione mi è saltata in testa contemporaneamente a quella dell’esclusione di Ron… come hai giustamente detto tu, le due cose erano collegate! E poi ho ascoltato la tua richiesta, abbiamo avuto anche ‘angolino dell’occhialuto, nonostante il casino! *^____^* E bada che a me piacciono le recensioni lunghe, non farti mai problemi! Un bacio grande grande!

Giuggy: ciau cicci! Eh eh, ci siamo gasate con la Hermione l’ultima volta, eh? E quanto ci siamo gasate stavolta nel momento clou, incontro di lotta greco-romana fra Jack e quello schifosono di Frank Famble? *^_____^* Il povero Alex… lo rivedremo prestissimo! Un bacino schioccoso!

Elly: …sangue, sangue, sangue!! *^_________^* Stavolta ce n’è stato in abbondanza, anche se da entrambe le parti, ahimè… U.U Però il mandrillo del tuo cuore si è fatto onore, no? Almeno questo, anche se è nei casini…X_x Un bacio a te… e uno al bazooka! ^___-

Avana Kedavra: forte la Hermione in versione Weasley completamente, eh? Si direbbe che abbia avuto un altro attacco di odio, tipo al terzo anno col ceffone a Malfoy! ^______- Quanto a Jack e Amy…peccato la calma, che è andata a farsi benedire in due secondi o poco meno… *.* Incrociamo le dita! Un bacio grandissimissimo!

Vale: amorissima! Visto che casino ho combinato? *.* Però almeno Jack ti ha obbedito alla lettera, ci ha dato dentro di brutto col viscidone! ^_____- Ci hai azzeccato su Harry, love! E Simon… beh, uno calmo e razionale in questo chappy irrazionale ci voleva proprio, che poi sia il nostro coccolotto personale non guasta… ^_____- Grazie per le tue parole adorabili, cicci, mi metti sempre di buonumore! Ti voglio un bene grandissimo!!!

Saty: …già ti vedo con le cesoie a potare tutti i cespugli di more dopo questa apocalisse! #_____# Quanto avevi ragione sul Big Bang in arrivo… i mini pony e i pan di stelle li hanno messi proprio in fuga! ç_______ç Però tu non disperare, love, in realtà qualcosa è andata bene, Jack si è convertito al partito dei Grandi Padri… ora speriamo in bene per Amy e la bimba! *.* E la sai una cosa? In effetti Jack avrebbe dovuto squagliarlo Frank, sarebbe stato meglio… >.< Tesorissimo, grazie a te per la recensione… le tue le aspetto sempre! *^______^* Un bacio cespuglioso!

Cloe Sullivan: eh eh, magari volessero pubblicare qualcosa di mio… ma mi sa che ce ne vuole e ce ne vuole per migliorare al punto giusto! ^___^ Adesso che ho finito questo benedetto polpettone leggerò di sicuro (con tanto di recensione) le tue storie, tranquilla! ^____- E si, il film meraviglioso è proprio quello che dicevi tu, I Passi dell’Amore… e anche la seconda volta ci hai fatto centro, quello è Ryan Philippe di Cruel Intentions! Quando progettai questo personaggio e lo raccontai alla mia beta, lei mi disse che le ricordava tanto questo tipo in questo film e me l’ha fatto vedere… il film non è che mi sia piaciuto tanto, ma lui è spiccicato Alex! ^_____- Bacissimi!

Deepderk: che carino Jack coi volantini!! *^____^* Ahia, il ragazzo però se l’è presa… comprensibile, povero! Quando ho letto che era il tuo compleannuzzo ho pensato che ti avrei dedicato il chap successivo, ma ho pensato che era tristee  violento, non era adatto a un regalo… ti dedico il prossimo! ^____- E grazie per quello che mi hai detto… è bello sapere che BAWM non ti ha mai stancato, visto che è un bel polpettone lungo! ^____^ Un bacio fortissimo!

MandyJJ: pensa, collega, che prima di questo chap mi sono sparata tutto Fallen proprio in vena… ce voleva la carica! ^_____- Ci sono ancora un bel poì di pezzi degli Evanescence che aspettano solo di essere inseriti! *_____* Un baciotto musicale!

Sharkie: …mi sa che per questo chap incontrerò solo Mr Hyde! O_____o I fuochi d’artificio sono in arrivo, Jack ha saputo, Frank è diventato un puntaspilli… direi che di cose ne sono successe stavolta! ^_____- Non ti preoccupare cara, sfogati pure! Un bacione!

Larya: che bella cosa che mi hai detto, non ti ringrazierò mai abbastanza! *_____* Diciamo che le idee per fortuna non mi mancano perché ho sempre avuto molta fantasia, e le emozioni… adoro viverle, adoro farle vivere ai miei personaggi… e se da loro un po’ di queste emozioni passano a chi legge è un successo bellissimo, la mia ricetta è tutta qui! ^_____- Poi si sa, la musica aiuta da morire… ispira! Un bacio grandissimo!

Lily: presentimento azzeccato, la calma era solo apparente… adesso speriamo che possa tornare, tutto dipende da come andranno le cose! *.* E Alex lo rivedremo molto presto… ecco, se Ron volesse passarsi una mano per la coscienza e dare una mano, non è che sarebbe male… alla fine di questo incasinatissimo chap l’ho visto un po’ arrabbiatino…! Incrociamo le dita! ^_____- Un bacio forte forte!

Fabry: eh, dovremmo ringraziarlo George, quello non era il momento giusto… pensa se fosse successo questo macello lì al quartier generale! *.* Bacio!

Marty92: ma prego, tesorino! *^____^* E mi fa piacere che i video ti siano piaciuti! Uuuh, una fic su Ron e Herm tutta natalizia… già scritta? Devo assolutamente controllare, perché se c’è già la voglio recensire! ^____^ Un bacetto grandissimo!

Giugizzu: non me ne parlare, presto anche noi avremo i lavori per casa e io sarò una ragazza disperata perché odio il casino e i pittori per casa… U.U come ti capisco! Beh, almeno stavolta un po’ di azione c’è stata, così alleviamo un po’ le pene da lavori in corso! ^______- Un baciottone!

Roberta: eh no, non sono riuscita ad aggiornare perché il chap era lungo e difficile, e con un esercito di parenti sfarfalleggianti per casa, scrivere era improponibil… ma se ti consola, devo sparare ancora qualche cartuccia prima della fine, perciò manca ancora un po’! ^_____- Un bacione!

Lilychang: sei perdonatissima! Soprattutto se consideri che anche il mio pc fa un rumore strano… X_x Purtroppo per Jack e Amelia la pace è durata proprio poco… ora possiamo solo sperare! >_< In più ci siamo persi anche la Katie! Ho proprio combinato un macello in questo chap, non c’è che dire… monella Sunny! °^______^° Un baciotto e un abbraccio!

Ransie86: grazie cara! ^___^ Il video su Alex e Katie l’ha fatto la Kim, non io, ma il film è proprio quello! Prima di scrivere FMI non lo conoscevo, poi la mia beta lettrice mi ha detto che il personaggio di Aòex assomigliava tantissimo a questo tipo di Cruel Intentions… così mi sono sentita in dovere di vederlo, per farmi un’idea! Il film mi è piaciuto solo in parte, ma lui in effetti era proprio Alex… avevano tantissime cose in comune, perfino certi modi di fare! *_____* Un bacino!

Lady Numb: tesora! Potere alle donne, eh? ^______- Piace anche a me Hermione quando è così power! *_____* Qua è successo un gran casino, i due piccioncini innamorati sono… scoppiati? In realtà dipende da Amelia, se non ce la perdiamo per strada, perché se recupera direi che finalmente i ciccetti si sono tolti il pensiero e possono rilassarsi… preghiamo inensamente per Amy e la sua piccola! *.* E Famble ha fatto la sua degna fine, anche se sciolto nell’acido veniva giù meglio… com’è che non c’è mai un barile di acido quando ti serve, non lo so! ^_____- Un bacio puffettoso!

Ayashi: e te lo immaginavi bene! U.U Ahimè, bisogna capirlo, Jack è un impulsivo e di fronte a una notizia simile… ha fatto il botto come un petardo! O.O Hermione sarà molto contenta dei tuoi complimenti, e Alex… adesso vedrò di fare qualcosa per lui, nel bene o nel male a breve lo rivedremo! ^____- Un bacio grande!

Cho Potter: se ti può consolare, cara, anch’io non sopporto Taventoon… mai amato da che l’ho creato! ^_____- Ci attrezzeremo per farlo soffrire ben bene, per la gioia mia, tua… e di molti altri! ^____^ Un baciottolo!

Giuggia89: …tiro a indovinare, adesso Frank lo sopporti ancora meno! *^____^* Beh, tanto la cosa buona è che nel casino generale ce lo siamo levato dalle scatole… ha combinato un bel guaio, il malefico, ma almeno ha pagato… >.< E Jack, beh lui… il carattere peperino l’ha preso dal papà, la notizia in sé era un po’ terremotosa… ed è successo un bel casino! O.O Speriamo in bene… un bacio enorme anche a te!

Maga Magò: …avevi ragione tu, tesora, Jack non poteva proprio prenderla bene… poveretto, in parte lo capisco, una notizia simile devi avere i nervi saldi per incassarla, e lui non è proprio il tipo! *.* E Flambè, maledetto infame, se n’è andato assieme all’anno vecchio, l’abbiamo buttato giù la notte del 31 con le robe rotte! *^_______^* Un bacio fortissimo, ciauz cicci!

Kim: lovosa, che per questo chap mi hai fatto ahche da beta… ti immagino con un bel coltellaccio da cucina in mano, anche se il lavoro sporco l’ha già fatto Jack… ^_____- Uffi, e adesso che sei tornata a scuola non ci sentiamo più tutti i giorni tutte belline! U.U Diplomati in fretta, amicissima, così ce ne andiamo a Hollywood il più in fretta che si può! *^_____^* Ti voglio beniiiiiissimo!

Lilith: buonissimo anno anche a te, cara! Ups, mi sa che con questo chap più che un sogno ho regalato un incubo… perdoooono, vedrò di rimettere insieme i pezzi per la prossima volta! *^____^* Un bacio grande grande!

Selphie: che bello sapere che ci sei anche tu! Sono molto felice che la storia ti abbia coinvolta! *^___^* Eh, la confessione di Amy è arrivata… il problema è venuto dopo! Adesso siamo in attesa… *.* E in via del tutto eccezionale, ti do una soffiata: rivedremo molto presto Dan e Sarah con grandi novità in vista! ^_____- Un bacione!

Karien: sai che ho pensato se era meglio lasciare Frank a Jack o spedirlo a te… mi sa che tu lo ammazzavi meglio! *^_______^* Vedrai, l’odiatissimo Taventoon presto avrà davvero moooolti problemi… abbiamo un set di genitori leggermente incavolati e stanchi di queste cattiverie! Ti inserisco nell’elenco dei ribelli, così ti togli lo sfizio di rompergli il sederone? ^_____- Un bacio grande grande!

Gaia Loire: non sai che gioia mi hai dato con quella recensione! E’ la prima volta che vedo una recensione-pubblicità da un altro sito alla mia storia, mi sono emozionata! *_____* E poi sono così contenta che la storia ti sia piaciuta e non ti abbia mai stancato… ti ringrazio davvero tantissimo, e ti mando un bacio gigantesco! Ciao… e ancora grazie! *^_____^*

Heather: povera cara, è vero… tutta BAWM è un bel mattoncino, proprio da droga! Sei stata eroica a leggertela tutta! ^_____^ Sono io che ti ringrazio! Ih ih, un bel buco a Harry glielo facciamo se sopravvive a questa storia… Chad me lo vedo, già lì con l’ago pronto… XD Perché cosino morbido? Ih ih, non c’è mai stata una logica nel modo di Jack di assegnare i nomignoli, nel caso specifico… beh, lui è robusto e alto di fisico, Amelia è piccolina e magra… e lui la prende in giro così, meno male che lei ci è abituata e non se la prende… le ha dato tutti i nomi possibili e immaginabili! Koala, Popò, cosino morbido… XD Un bacione… morbido!

Emily Doe: qualsiasi recensione è sempre apprezzatissima, cara, non devi mai preoccuparti! E poi come ti capisco, essere sommersi dallo studio è un tormento a cui prima o poi siamo sottoposti tutti ed è proprio brutto… ç_____ç Tieni duro, presto anche per te finirà il liceo! E se nei ritagli riesci a scrivere cose meravigliose come la fic su Narnia che ho letto… w i ritagli della Emily! *^____^* Un bacione anti-studio!

Roby92: tesoro, anche per te… volevo dedicarti questo chap in onore del compleanno, ma mi è sembrato un po’ troppo triste e violento… voglio dedicartene uno un po’ più sereno! Ma il tuo regalo verrà, parola! ^____- Per Alex e Katie… insieme non lo so, ma li rivedremo presto… buon ritorno all’infern…ahem, scuola! *^_____^* (…io alla mia scuola ho dato nomi peggiori…^____-) Un bacissimo!

Aantos: grazie mille per i complimenti! ^____^ Mi dispiace di non poter aggiornare più in fretta, ma il fatto è che i capitoli sono più lunghi, ci metto di più… ma di spezzarli a metà non se ne parla, perciò… un po’ di pazienza in più ci vuole, però almeno arriva un capitolo un po’ più lunghetto! ^_____- Baci anche a te!

Daffydebby: tesoro, non vergognarti affatto! Parli con una che non ha mai un millesimo di secondo libero, perciò… come ti capisco! E ci hai anche azzeccato, perché l’idillio di Jack e Amelia è durato poco… non ci resta che sperare! *.* Però almeno Frank è stato massacrato! *^______^* Riposati dalle vacanze… e un bacio forte forte sia a te che ai tuoi bambini!

 

Bene, amorini e amorine… possiamo proprio dirlo, l’anno è cominciato (ancora buon 2006 a tutti) e siamo tutti alle prese coi rientri… U.U* E io coi miei primi esami! Incrociamo tutti le dita… e se resta qualche ditino libero che ha voglia di cliccare sulla scrittina quaggiù, recentemente diventata verde… ^_______- Ci si becca presto col prossimo capitolozzo “Buongiorno Notte”, vi voglio tanto bene e grazie per il tempo che mi regalate sia con una lettura che con una recensione! Bacio bacio! ^3^

 

Sunny

 

 

  
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