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Autore: giulina    03/03/2011    5 recensioni
C'è Alessandro e c'è Giorgia.
Compagni di banco, amici, nemici e forse anche qualcosa di più.
Dal capitolo 1:
-Toh chi c’è! Castelli credevo tu fossi morto travolto da una valanga di neve laggiù in Trentino! Noto con dispiacere che sei ancora vivo- Scherzò la ragazza sorridendo al moro che le si era avvicinato.
-E no mia cara! Le mie vacanze natalizie sono state bellissime e purtroppo per te non ho subito nessuna amputazione e non mi sono rotto nemmeno un ossicino sciando fra le montagne innevate…-
- ….con le caprette che ti facevano ciao! Senti Heidi hai mica un accendino da prestarmi o laggiù, nella baita del nonno, usate ancora i fiammiferi?!-
Dal capitolo 11:
Sotto a quel portone, con la sola luce dei campanelli accanto a loro a illuminare i loro volti, Alessandro e Giorgia si erano continuati a baciare, incuranti dell’ora e di essere visti da qualche passante.
Baci appena accennati, alcuni più profondi, morsi, risate dai respiri spezzati anche in quel momento così intimo, così loro.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Giorgia se ne stava impalata al centro del salotto di casa Castelli. La foto di un Alessandro con il culetto all’aria in mano e gli occhi impegnati a fissare il compagno di banco ancora umido per la doccia, con i capelli neri bagnati che gocciolavano sul parquet.

Da saltargli addosso all’istante, se non fosse stato per la sorella che era nella camera affianco, e per quel ridicolo accappatoio che indossava con disinvoltura.

-Non sei la mia mamma- Disse con voce incerta Alessandro, osservando curioso la ragazza che aveva di fronte.

-No…e tu indossi un accappatoio dei pokemon. Pensa, siamo entrambi sconvolti!- Lo prese in giro la mora scoppiando a ridere.

-Ammettilo. Vorresti vedere cosa c’è sotto, quest'accappatoio dei pokemon.- Replicò il ragazzo appoggiandosi allo stipite della porta con un sorriso malizioso sul volto.

Giorgia aveva ascoltato si e no due parole di quello che aveva detto, dopodichè il suo sguardo lo aveva perlustrato ben bene, soffermandosi un po’ troppo dove c’era la testa di Pikachu; a sud dell’ombellico, in poche parole.

-Peccato che abbia già finito la doccia, potevamo farla insieme, ti vedo piuttosto accaldata…- Le disse con un sorrisino storto avvicinandosi al corpo della, ormai, bella addormentata nel mondo meraviglioso della perversione.

-Ma stai zitto, porco. Ho solo riaccompagnato a casa tua sorella che stava per essere presa a pugni da una mia amica e arrestata dalla polizia!-

-Oh….stava ancora protestando alla macelleria del centro commerciale?-

-Già! Quella ragazzina andrebbe sedata.- Gli rispose Giorgia indietreggiando nella stanza.

Nella sua testa la canzone per lo streap tese di Nove settimane e mezzo continuava imperterrita a suonare; la cosa era abbastanza grave.

-Mamma si è scordata di darle il Valium stamani. Secondo me sono gli ormoni- Le rispose Alessandro grattandosi fintamente distratto la pancia nuda. Nuda, nuda, nuda…

-Ehm…s-si…è l’e-età…- La bava di Giorgia aveva ormai formato il lago Michigan sul pavimento e i suoi ormoni - come le succedeva spesso nell’ultimo mese- avevano incominciato a ballare la macarena chiedendo a gran voce il moro tutto nudo.

Alessandro arrivò davanti alla ragazza che lo fissava inebetita e le sorrise sfiorandole una guancia arrossata.

-Hey cocco-tutto-nudo, fai qualche passetto indietro, mi togli l’aria!- Si lamentò Giorgia spingendolo lontano da sé, facendo il gravissimo errore di poggiargli una mano all’altezza del cuore.

Allarme rosso, allarme rosso!!! Qui tutto va a fuoco, fuoco e fiamme signori. Aiuto, Roger Roger, Mayday Mayday! Roger dove cazzo sei???!!

I due ragazzi rimasero a fissarsi, scordandosi di sbattere anche le ciglia, e Chiara lì ritrovò così qualche minuto dopo.

-Ma dai! Vi lascio soli due minuti e che fate?! Vi incominciate a palpare come due polipi! Sono giovane e pura, vorrei evitare questa scene!-

La voce della ragazzina fu come una doccia fredda per i due assatanati, che si allontanarono prendendo una certa distanza.

-Zitta, piccinaccola! Io e Giorgia stavamo discutendo di cose serie!-

-Se se, me lo dissero anche mamma e papà un giorno quando li trovai in atteggiamenti disdicevoli sul divano- Chiara alzò gli occhi al cielo e si avvicinò a Giorgia per mostrale la maglietta con la scimmietta di cui le aveva parlato poco prima.

-Ragazzi cosa volete per cen…-

La signora Donatella Castelli, incurante di quello che era successo qualche minuto prima, entrò tutta trafelata in salotto e rimase a fissare curiosa la scena che le si parò davanti agli occhi.

-C’è un party e nessuno mi ha invitata?- Chiese la donna incrociando le braccia al petto, sorridendo.

Giorgia era ormai bordeux, così come Alessandro che si grattava nervosamente la testa.

-Ma no mamma! Oggi ho incontrato Giorgia al centro commerciale e l’ho invitata qui da noi! Te la ricordi, no?-

Donatella scrutò la ragazzina che dietro al figlio tutto ignudo, aveva le guance arrossate e lo sguardo basso. I capelli erano di un marrone scuro e sciolti sulle spalle; indossava un semplice paio di Jeans e una camicetta bianca con sopra una giacchetta nera. Molto carina, fu il responso di mamma Castelli.

-Ma certo! Giorgia tesoro, quanto tempo è che non ci vediamo?- La donna si avvicinò alla mora e l’abbracciò di slancio nemmeno fossero amiche di lunga data.

-Oh..Bè…si è un bel po’- Le rispose titubante, cercando con lo sguardo Alessandro che ridacchiava sotto i baffi.

-Ti fermi a cena da noi, vero? Sono già le sette e mezza e tra poco arriva anche il mi marito!-

-Io…non vorrei disturbare ecco. Poi mia madre avrà già prepar..-

-Ma che disturbare e disturbare! Sei la benvenuta in questa casa, Nini! Ho fatto una carbonara che è la fine del mondo-

-Mamma!- La interruppe Chiara, guardando la madre con rimprovero.

-A te t’ho fatto un’insalatina al tofu. Stai tranquilla, mai che tu mangiassi come una persona normale eh!-

La zittì la donna tornando a guardare con un sorriso Giorgia.

-Alla carbonara non posso dire di no!- Le rispose facendole illuminare gli occhi.

-Cicciona…- Biascicò a bassa voce Alessandro che si prese tre pappine in testa e sguardi carichi di rimprovero dalle tre donne.

 

 

La cena fu un momento alquanto comico.

Seduto capotavola c’era il signor Giuseppe Castelli che sorvegliava l’ospite da sotto le sue folte sopracciglia nere che coprivano anche parte degli occhi scuri.

Alla sua destra, la moglie, Donatella Castelli, stava mescolando l’insalata in una scodella verde acqua, nascondendo un sorrisino soddisfatto dietro ai suoi lunghi e crespi ricci castani.

Davanti alla donna, la più piccola dei Castelli si era legata i capelli in una coda alta e alternava lo sguardo fra suo fratello, seduto accanto a lei, e la sua nuova“cognatina”.

Tutto nel più assoluto silenzio.

-Ehm…allora…Giulia-

-Giorgia, papà- Lo corresse il figlio.

-Si si, Giorgia volevo dire! Sei sempre la compagna di banco di Alessandro?- Le chiese l’uomo incrociando le mani sotto al mento.

-Si, sono l’unica che lo sopporta- Rispose imbarazzata la mora bevendo un sorso d’acqua dal bicchiere.

-Giusè! Non parlà a vanvera e lascia mangiare questa piccola creatura! Tesoro, ti piace la carbonara?- Parlò Donatella zittendo il marito che stava per replicare.

-B-buonissima!- Rispose Giorgia infilzando uno spaghetto con la forchetta, portandoselo alla bocca.

-Menomale! I mi figlioli non mi danno mai una soddisfazione! Una è grulla che mangia solo verdura, a quell’altro un gli garba nulla! E io cosa devo fa!? L’unico che mi dava soddisfazione era il povero Adolfo, il nostro cane pace all’anima sua! Ora sarà già stato divorato dai vermi, dai bachi, dalle formiche, dagli scar..-

-Ehm tesoro… stò mangiando- La interruppe il marito.

Chiara parlò per tutta la cena di bestie di vario genere, del suo rapporto con una sua nuova e carnivora compagna di classe e della sua festa di compleanno che si sarebbe tenuta il sabato prossimo in una piccola villetta fuori città, a cui Giorgia era stata invitata.

 

 

Dopo la cena e il buonissimo dolce al mascarpone della signora Castelli, Giorgia e Alessandro si erano ritirati nella camera di quest’ultimo per “ripassare” matematica per il giorno dopo. Nessuno c’aveva creduto, naturalmente.

Il moro si era sdraiato sul suo letto, dalle coperte sfatte, ed era rimasto ad osservare la ragazza che si muoveva impacciata nella sua stanza.

Passò una mano sulla libreria vicino alla scrivania, sorridendo di sbieco.

-Dov’è la collezione di filmini porno e riviste di Playboy?- Gli chiese Giorgia prendendo in mano un libro dalla copertina consumata.

-Sotto al letto, naturalmente- Scherzò il ragazzo poggiando la testa al muro dietro il letto.

-Sarei quasi curiosa di controllare ma voglio evitare di trovare qualcosa…di spiacevole. Piuttosto, perché diavolo tieni ancora la foto di classe della prima superiore?- Lo riproverò osservando la foto in questione incorniciata sopra la scrivania dove una ventina di ragazzini sorridevano entusiasti; tutti tranne lei e quel idiota sdraiato sul letto che, qualche minuto prima che la foto fosse stata scattata, si erano picchiati nel giardino dalla scuola come si poteva notare dai capelli arruffati, i vestiti fangosi e gli sguardi assassini che si lanciavano.

-Ricordo ancora il calcio che mi hai dato nei gioielli di famiglia- Le disse Alessandro facendo una smorfia con la bocca socchiusa.

-Te mi avevi fatto lo scalpo prendendomi per i capelli!-

-Ma non è vero! Avevo un braccialetto che mi era rimasto impigliato nelle tue trecce!- Si difese alzandosi dal letto.

-Bugiardo! Te ce l’avevi con me perché ero andata a dire a Jessica Curti della 1 A che quando baciavi sbavavi- Lo fulminò Giorgia.

-Vero anche questo piccola birbantella. Anche da giovane avevi la lingua di una vipera lo sai?- Disse Alessandro trascinandola per un braccio sul letto per poi unire le loro labbra.

-Ale…..-lo richiamò Giorgia staccandosi dal suo abbraccio- ….c’è Ibrahimovic che ci sta fissando!-

-Tu lascialo guardare- Le rispose baciandole una guancia per poi catturare nuovamente le sue labbra in un bacio.

-Mamma!!! Vieni a vedere, Alessandro e Giorgia sono sul letto!!!- Li arrivò nitida la voce di Chiara sulla soglia della porta.

-Sono vestiti almeno??-

-Si grazie a Dio!-

-E allora chiudi la porta e torna a guardare Boing, sei ancora troppo piccola per quelle cose!!-

La porta. Si maledì Alessandro.

Quella maledetta porta quando avrebbe imparato a chiuderla???

 

 

La mattina dopo Giorgia si alzò di ottimo umore.

Si era risvegliata con la sua piccola Gigia nel letto che dormiva ancora beatamente ed era scesa a fare colazione dove aveva trovato suo fratello Andrea, a sedere al tavolo che beveva una tazza di caffè prima di andare all’università.

Dopo un rapido saluto era uscita di casa con lo zaino in spalla ed era salita in auto; sulla sua mitica panda bianca.

Con il cd degli Oasis aveva guidato fino a scuola e aveva parcheggiato nel piccolo parcheggio proprio dietro il liceo dove ormai da un anno era abituata a mettere l’auto.

Impegnata in un acuto di Noel Gallagher, quando aveva aperto la portiera non si era accorta che qualcuno stava passando in bicicletta. Il risultato: un disastro.

Giorgia era rimasta in piedi accanto alla portiera, con gli occhi e la bocca spalancati per una buona manciata di minuti, a fissare il povero malcapitato che era finito per terra con la bici poco lontano da lui.

-Oh…io…i-io….Oh Dio!!!! Merda!!-La mora dopo essersi ripresa era corsa in suo aiuto e aveva aiutato il ragazzo a rimettersi in piedi.

-Tranquilla. Non c’è bisogno di scomodare Dio!- Le aveva risposto il biondo che aveva travolto, quando si era alzato leggermente traballante.

-Io…no guarda ti prego…scusami..s-sono un’idota! Un’imbranata cronica!..Io…sono inscusabile lo so ma proprio non so com…-

-Giorgia! Hey tranquilla! Non c’è bisogno che tu ti faccia venire un infarto. Sto bene, non vedi?!-

E Giorgia vedeva. Vedeva proprio un bel vedere.

Eh si, perché lo gnocco che aveva travolto non sono era biondo con due splendenti occhi verdi e un sorriso sfavillante, ma anche due belle spalle e sicuramente anche due belle mele. Ma soprattutto Giorgia lo conosceva.

-F-francesco? Oddio non ti avevo nemmeno riconosciuto!- Giorgia si passò una mano sul volto arrossato per l’imbarazzo e sorrise al ragazzo.

Francesco Torri oltre ad essere bello come il sole era anche il rappresentate dell’altra quinta scientifica con cui erano andati in gita lo scorso anno a Vienna.

Si erano conosciuti tra un giro al museo e una passeggiata tra le ville di alcuni re e tra di loro si era da subito istaurata una bella amicizia.

Naturalmente Giorgia sbavava indegnamente ogni volta che lo vedeva o ci parlava, ma questi erano solo dettagli.

-Sbadata come sempre eh?!- Le disse scherzosamente dandole un buffetto sulla guancia.

-Già. D’altronde sono stata io a perdermi nei meandri nel parco di Augarten l’anno scorso-

-E sono stato io a ritrovarti mentre mangiavi una merendina, da sola e al buio che cercavi di farti capire da una guardia!!- Le rispose Francesco mentre tirava su da terra la bicicletta.

-Il mio eroe. Rimpiango di non averti visto arrivare con un cavallo bianco!-

-Ho la fobia dei cavalli-

-Allora meglio così!!- I due ragazzi scoppiarono a ridere.

-Allora…ci vediamo- Gli disse Giorgia facendogli un gesto di saluto con la mano.

-Certo combina guai!- Le rispose Francesco baciandole una guancia per poi dirigersi verso la scuola.

La mora rimase qualche minuto impalata all’auto guardando la sua “vecchia” cotta andare via sopra il suo destriero (una bicicletta).

-Che culo…- Fu la sua unica affermazione seguita da un sospiro sconsolato.

 

 

 

 

Buonasera, buongiorno, ciao a tutti, bonjour, buenastarde, parshsbxh (giuliese)!!!!!

Sono leggermente fusa e credo che si possa benissimo notare!

Ma nonostante il mal di testa e il compito di francese di domani sono qui a posare, con ritardo lo so lo so, il nuovo capitolo.

Non mi voglio dilungare molto per cui vi dico solo che Francesco è un personaggio abbastanza importante *schiva i pomodori che le vengano lanciati insieme a dei cesti di insalata*

Naturalmente ringrazio chi commenta sempre, chi legge e chi pensa che sono una povera matta!

Un bacione one one,

Giulia.

   
 
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