Nott in Love - Theodore
Nott/Hermione
Theodore Nott aggiunse un altro
ingrediente nel proprio
calderone e ne approfittò per dare un’occhiata al
tavolo vicino: come sempre la
Mezzosangue Granger era più avanti di tutti, e la sua
pozione aveva già il
colore amaranto descritto dal libro.
Fin dal primo anno Theodore aveva
capito che quell’insopportabile
Sotutto era un autentico asso in Pozioni e, per quanto lui non fosse
l’ultimo
della classe, aveva deciso di servirsi dei talenti della Granger per
migliorare
i propri voti. Sorvegliava ogni suo movimento, prendendo nota di come
le sue
mani sminuzzassero le foglie di tiglio e le sue dita danzassero sul
calderone
per spargere le conchiglie in polvere sulla superficie del liquido;
memorizzava
perfino l’espressione concentrata, assorta e infine
soddisfatta che si
disegnava sul viso della ragazza ogni volta che completava un passaggio
delle
istruzioni, e poi si sforzava di imitare quei gesti che lei compiva con
tanta
maestria – con tanta grazia
– e che
fatti da chiunque altro parevano sempre artificiosi e imperfetti.
Non perché lei gli
piacesse, beninteso. No, proprio no.
Era solo questione di tecnica.
Tecnica e perfezione. E
qualche sguardo rubato ad una Mezzosangue era un piccolo prezzo da
pagare per
raggiungere la Gloria.
Loony Bin - Uric
Testamatta/Guendalina la
Guercia (Uric the
Oddball/Wendelin the Weird)
Uric Testamatta non era esattamente
lo scapolo più
desiderabile del mondo magico: le streghe erano stranamente
poco attratte dal suo coraggio (e ce ne voleva
parecchio per ospitare cinquanta Augurey in casa, sfidando la fama di
presagi
di morte che li circondava), dalla sua mente geniale (purtroppo il
fatto che
avesse ascoltato il canto di un Fwooper senza impazzire non deponeva a
suo
favore) e dal suo senso estetico (nessuna sembrava estasiata dalla
medusa che
usava come cappello). Così, quando un gufo gli
portò una lettera da parte di ‘una
sua fervente ammiratrice’, Radolphus
Pittiman, suo amico e biografo,
pensò subito ad uno scherzo.
Si sbagliava: le lettere continuarono
ad arrivare con
cadenza settimanale, fino a quando Uric non decise di incontrare la
soave
creatura che sembrava tanto attratta da lui. Quel fatidico giorno il
mago
cominciò a camminare avanti e indietro per il salotto alle
quattro del mattino,
e alle tre meno cinque del pomeriggio, ora fissata per
l’appuntamento, era
ormai fuori di sé dall’ansia.
“Radolphus, credi che
andremo d’accordo?” chiese
nervosamente all’amico, raddrizzandosi il copricapo (per
l’occasione aveva
sostituito la medusa con un tasso vivo).
Radolphus guardò fuori
dalla finestra e vide un’attraente
giovane strega dai capelli rossi che risaliva il vialetto, ridacchiando
e
contorcendosi come se una mano invisibile le facesse il solletico.
Nulla di
strano, se non fosse per il fatto che era completamente avvolta dalle
fiamme.
“Roghi Babbani!”
spiegò la ragazza all’esterrefatto elfo
domestico che le aprì la porta. “Sono così
divertenti… non riesco proprio a farne a meno!”
“Sì, Uric: credo
proprio che vi piacerete moltissimo!”
commentò Radolphus con un sorrisetto.
No, non sono innamorato, dice il buon Theodore in questo
capitolo. Che
dite, gli crediamo?
Di questo ragazzo non sappiamo, con rispetto parlando, una beneamata
mazza, cosa che permette ai fanwriter di strapazzarlo come meglio
credono. Di solito è il ragazzo riservato e riflessivo che
si oppone a quel dongiovanni dagli occhi
azzurri-che-in-realtà-dovrebbero-essere-scuri di Zabini.
Ancor meno sappiamo sui baldi giovani della FF numero due. Scommetto
che state fissando lo schermo con aria vacua, dunque
dividerò con voi quello che ho scoperto sulla HPWiki:
Uric
è un mago talmente eccentrico che di fronte a lui Xeno
Lovegood sembra un impiegato di banca, mentre Guendalina è
la strega che si divertiva a farsi ardere sul rogo protetta da un
incantesimo Freddafiamma: praticamente, anime gemelle. Sono citati
rispettivamente in PF8 e in PA1;
le informazioni su di loro provengono da HPWiki.