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Autore: reb    05/03/2011    4 recensioni
Prima non ci aveva fatto caso per via del buio, ma era carina. Con quella pelle chiara e le lentiggini sul naso. Poi occhi così non ne aveva mai visti.
-Perché non togli il cappello?- chiese curioso il bambino – Hai le orecchie a punta? O magari come un gatto?-
-Hai i capelli rossi!-
[... ...]
Perché quella bambina conosciuta tanti anni prima, che per i primi mesi si era aggirata curiosa per il castello con la sola compagnia di Mocciosus, adesso era diventata non solo bellissima, ma anche popolare. E tutti, tutti dannazione, non facevano che girarle intorno.
Eppure avrebbero dovuto saperlo che Lily Evans era territorio proibito!
-Eeevaans?- esclamò ancora vicino alla carrozza.
-Esci con me, Evans?-
Era talmente presa dai suoi pensieri che nemmeno l’aveva visto avvicinarsi. -Quante volte devo dirti di no, Potter, prima di farti capire la mia risposta?-
-Tante quante io ne impiegherò per convincerti a darmi una possibilità.- rispose serio lui.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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James nelle ultime ore era arrivato a una sola conclusione. Una conclusione che lui non poteva sapere, ma avrebbe fatto storia nel mondo babbano, arrivando perfino a scriverne libri e discuterne a livelli più o meno professionali.
Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere.
Non poteva esserci altra spiegazione al comportamento della Evans.
Il giorno prima si era lasciata baciare. Aveva ricambiato quel fantastico bacio, l’aveva stretto a sé. Non aveva tentato di ucciderlo e ne aveva parlato con Alice.
E adesso non gli parlava. Anzi poco prima, quando si erano incontrati sulla porta della Sala Comune, lei era tornata indietro sui suoi passi, scappando letteralmente a gambe levate.
E James avrebbe solo voluto strozzarla.
Più di ogni altra cosa avrebbe voluto scuoterla per farla parlare.
Perché, dannazione, se la meritava una cavolo di spiegazione, no? Si meritava di sapere perché lo trattava come un appestato. Perché quando aveva incontrato il suo sguardo l’aveva guardato come fosse il diavolo in persona!
E visto che era sempre stata abituata a frequentare il peggio, i riferimenti a Mocciosus erano assolutamente casuali e privi di qualunque risentimento, non poteva proprio permettersi quello sguardo.
Dannazione!
-Ehi James, cosa succede?- chiese Remus, entrando silenzioso nella loro stanza, carico di libri e pergamene, il cui contenuto era probabilmente ignoto a James. Forse più tardi avrebbe potuto chiedergli cosa avrebbero dovuto fare per la mattina dopo. E magari anche se avrebbero dovuto preparare temi, perché non si era minimamente preoccupato di aprire libro. Tanto il giorno dopo alle prime ore avevano Trasfigurazione e non correva rischi. Era la sua materia, anche senza studiare.
-Evans mi evita.- borbottò lugubre, lanciando il libro di Incantesimi che si stava convincendo di leggere dall’altra parte della stanza.
-James! Con quello dovresti studiare, non giocare a pallacanestro!- lo riprese Remus.
L’avevano informato appena uscito dall’infermeria della novità sul ragazzo-futuro-Mangiamorte, ma nemmeno quell’informazione era riuscita a fargli saltare la sessione pomeridiana di studio. Solo perché non avevano un nome non voleva dire che non potevano guardarsi in giro. Lui l’aveva fatto fino a che non aveva incontrato Evans e Sirius lo stava facendo tuttora. Tanto aveva deciso che prima di aprile, quell’anno, non avrebbe aperto libro.
-Ho detto che Evans mi evita, Rem! Che vuoi che mi importi di quel barbosissimo libro?- si irritò.
Come se fosse anche solo minimamente importante. Aveva ben altri problemi al momento. Capire la ragazza al primo posto. Subito dopo dare un’identità all’infame senza volto. E se avanzava del tempo anche organizzare uno scherzo a Serpeverde, Sirius era stato categorico al riguardo. Anche se non aveva voluto spiegargli il motivo di tanto accanimento.
-Ma se a pranzo eri tre metri sopra il cielo.- commentò vago Lupin, sistemando i suoi libri per materia, non volendo entrare in argomento e ancora scosso dalla recente trasformazione. Succedeva ogni volta, per un paio di giorni rimaneva strano e distante. Oltre che stanco.
Ma James ci avrebbe scommesso che stava pregando con tutto se stesso che Sirius entrasse in camera in quel momento per fargli da orsetto del cuore cui confessare le sue pene. Tutto perché Rem non voleva mettersi in mezzo, perché Lily era sua amica. E perché non condivideva il suo modo di relazionarsi con lei. Solo perché le chiedeva di uscire spesso e urlasse per chiamarla, non voleva dire essere eccessivamente rompiscatole, no?
-Beh ora sono tre metri sotto terra. Perché lei mi evita. Mi evita, per Merlino! Non può baciarmi e poi evitarmi, così solo perché lo decide lei. Senza nemmeno spiegarsi!- sbottò, scagliando il cuscino di Peter alla cieca per la stanza.
Cavolo, più tardi sarebbe dovuto andare a cercarlo, visto che non volendo aveva centrato la porta. James sperò con tutto se stesso che non fosse finito fin in Sala Comune. In quel caso non l’avrebbe rivisto e si sentì anche appena appena in colpa.
-Perché non vai a parlarle, allora?- propose poco convinto. Le sue soluzioni erano sempre troppo razionali e pacate per poter essere accettate pacificamente da James e lo sapevano entrambi.
-E per dirle cosa? Per urlarle contro? Non ci penso nemmeno…non voglio giocarmi la mia possibilità. E poi deve essere lei a venire, per una volta.- borbottò mettendo su un broncio adorabile, e gettandosi a braccia incrociate sul proprio letto.
James sospirò. Perché con Evans doveva essere sempre così difficile? Perché non poteva semplicemente andare là e scuoterla, baciarla? Parlare senza pensare, per una volta, alla reazione che lei avrebbe potuto avere. Senza preoccuparsi di rovinare tutto. Senza quell’ansia che lo accompagnava da sempre.
Ma non poteva rischiare tutto, dannazione. Anche se quella lunatica non gli rendeva certo le cose facili.
Con uno sbuffo prese il cuscino dietro la sua schiena per schiacciarselo in faccia. Magari con meno ossigeno al cervello sarebbe riuscito a pensare meglio. O al massimo sarebbe svenuto per la mancanza di esso, smettendo del tutto di pensare.
Fu per questo che non sentì la porta aprirsi e non vide l’ospite inatteso che si limitò a scambiare uno sguardo insicuro con Remus prima di avvicinarsi silenziosamente, tanto quanto il ragazzo che prendeva la porta da dove era entrato nemmeno dieci minuti prima.
Fu per questo che quando sentì una mano sulla spalla non si mosse di un millimetro, limitandosi a borbottare melodrammatico -Lasciami perdere, Rem. Voglio solo soffocarmi in pace.-
-Stai davvero tentando di soffocarti?- la voce femminile, inattesa, fu contemporanea all’abbassamento del materasso, poco più in basso delle sue ginocchia.
Quella voce…
Un attimo. Giusto il tempo di realizzarlo e il cuscino gli cadde sul bacino mentre si tirava su di scatto, abbandonando ogni intento precedente.
…Evans?
-So che non dovrei essere qui. Non fare quella faccia sorpresa.- borbottò stizzita, guardando tuttavia in un’altra direzione con un cipiglio scontento in viso.
-Allora perché sei qui?- chiese cercando di sembrare normale, riuscendoci perfettamente, nonostante la risposta sgarbata.
Dopotutto lui era James Potter. E un Potter poteva fare qualunque cosa, suo padre glielo ripeteva sempre.
Lei sembrò spiazzata da quella domanda a bruciapelo, non era da lui effettivamente, essere così diretto e poco sorridente con lei. Dopotutto non si erano scambiati promesse o altro. Non gli aveva dichiarato amore eterno, né aveva detto alcunché, a essere sinceri.
-Ecco…pensavo…- cominciò indecisa -…Alice pensava che ti dovessi una spiegazione.- ammise alla fine.
Alice pensava.
Alice pensava!
Lui stava attraversando un atroce momento di autocompatimento, quasi soffocandosi col cuscino perché non riusciva a capire i suoi improvvisi e ingiustificati sbalzi d’umore, e lei decideva di andare da lui per Alice lo aveva detto!
Ma dove viveva quella dannata ragazza?
-Alice?- non riuscì a impedirsi di sibilare, anche se nascondendo il novanta percento della rabbia che sentiva.
Come aveva detto a Remus, dopotutto, non poteva rovinare tutto con lei urlandole addosso pretendendo una spiegazione. Dannazione voleva conquistarla e aveva fatto anche qualche passo avanti, il fatto che respirasse lo dimostrava, non poteva cedere all’istinto proprio adesso. Anche se era difficile da morire. Così fece due respiri profondi riuscendo a calmarsi prima di guardarla di nuovo.
Sembrava imbarazzata, adesso. Probabilmente si era resa conto di quello che aveva detto. O che lui non l’aveva apprezzato.
-Quindi non saresti venuta se non fosse stato per Alice?- chiese di nuovo, stavolta calmo, almeno in apparenza. Perché per Morgana almeno con se stesso non poteva negare di essere ferito da quella constatazione.
-Certo che sarei…insomma non subito però sarei venuta. Magari pensando anche a cosa dirti, invece di essere spinta fin davanti alla tua porta.- rispose tutto in un fiato.
James represse l’istinto di storcere la bocca, anche se probabilmente per l’espressione degli occhi non poté fare molto, perché conosceva una bugia quando la sentiva.
Lui era il re delle bugie. Ne aveva raccontate così tante, tra quelle ai professori e ai suoi non le contava nemmeno più, che poteva dirsi un maestro in materia.
Forse solo Sirius poteva competere con lui al riguardo.
Certo che sarebbe venuta. Magari dopo mesi, quando avrebbe sentito il senso di colpa così forte da non riuscire a pensare ad altro.
-Mi spiace. Hai ragione. Se non avesse insistito Alice non sarei venuta.- ammise infine lei.
-Non dici niente?- Evans si era sporta leggermente verso di lui, cercando di capire cosa pensasse, probabilmente, o se la mancanza di ossigeno causata dal cuscino lo avesse irrimediabilmente compromesso. E quell’ipotesi probabilmente per lei era la più propizia perché le avrebbe evitato discorsi imbarazzanti.
-Tu sei venuta per parlare. E sempre tu hai deciso di evitarmi, di nuovo.- commentò vago.
La vide arrossire, ancora una volta presa in contropiede dalla sua schiettezza, ma stava facendo uno sforzo immane per non urlare né baciarla. Non poteva certo chiedergli di più di così!
-… …-
Rimasero a guardarsi per qualche minuto senza parlare. Lei era visibilmente combattuta tra il desiderio di prenderlo a calci e spiegarsi. Tanto che alla fine fu James a rompere il silenzio.
Con amara ironia si trovò a pensare che ancora una volta era lui a piegarsi andandole incontro.
-Scusa, è che sono intrattabile quando vengo svegliato e Rem lo aveva fatto giusto pochi secondi prima che tu entrassi.- mentì.
Quella si che era una bugia come si deve. Tanto che la vide rilassarsi, tranquillizzata dalla spiegazione e dal suo tono adesso più conciliante. Quasi identico a quello che abitualmente usava con lei.
Se Sirius l’avesse sentito in quel momento probabilmente lo avrebbe guardato con compatimento. E non poteva dargli tutti i torti.
Così, sospirando, il ragazzo si mise seduto decentemente, incrociando le gambe. Se lei si fosse decisa a parlare, lo sapeva, sarebbe stato un discorso pesante. Soprattutto per lui.
-Non è facile per me tutto questo. Soprattutto considerando le opinioni che ho su di te e che non ho mai nascosto…- finì per bloccarsi di nuovo la ragazza.
James stava decisamente perdendo la pazienza, ma si impose la calma ancora per un po’. Almeno fino a che lei non se ne fosse andata.
-Evans, mi stai dicendo che è stato un errore? Perché non riesco proprio a capirlo.- commentò sarcastico, di fronte all’ennesimo imbarazzato silenzio della rossa che aveva davanti.
Eppure avrebbe voluto mangiarsi le mani per quello che aveva appena sputato fuori, perché, dannazione a lui e i suoi buoni propositi, le aveva appena dato la via di fuga perfetta.
-No…non è stato…insomma non credo. Per me non lo è stato…- gli rispose in un sussurro.
E James per poco non cadde dal letto, nonostante la posizione più che stabile in cui si trovava.
Niente recriminazioni? Niente scuse? Niente “è stato un errore, mi spiace”?
Chi diavolo aveva davanti? Perché tutto si sarebbe aspettato da Evans tranne che quella sconclusionata e imbarazzata ammissione.
-Vorrei solo capire, Potter. O almeno credo. Perché io non riesco a capirci…- continuò poi, appena appena più sicura di quello che provava.
-Mi stai chiedendo del tempo? Lo sai, vero, Evans che sono anni che non faccio altro che aspettarti?- la interruppe sempre più incredulo.
Probabilmente a breve lei si sarebbe ripresa di qualunque pozione o fattura Alice e Julie le avessero rifilato. E avrebbe iniziato a comportarsi come sempre, prendendolo a calci magari per averla baciata.
-Ecco…io lo capirei se non ne volessi sapere. E ti darei ragione, anche se non ti sto esattamente chiedendo del tempo per venire a patti con…questa cosa. È più la richiesta di un impegno, chiamiamolo così. Per conoscerti. Ti sto chiedendo una possibilità, insomma.- buttò fuori d’un fiato Evans.
-Cosa?- James non riusciva a credere a quello che aveva appena sentito.
Adesso aveva la certezza che qualcuno le avesse rifilato qualcosa. Magari un Serpeverde l’aveva messa sotto Imperius. Oppure…
-Lo so che può sembrare strano detto da me. Perché ci conosciamo da sette anni e siamo anche nella stessa Casa. Ma negli ultimi mesi ho capito di non conoscerti affatto. Forse per colpa mia e dei miei pregiudizi. Anzi probabilmente a causa mia. Non sei solo il pallone gonfiato che credevo e lo hai dimostrato più volte. Tanto che senza nemmeno volerlo mi sono resa conto di fidarmi, di te intendo. Non so nemmeno come sia successo, in realtà.- ridacchiò, forse per smorzare l’atmosfera.
James rimase alcuni secondi a boccheggiare come un pesce, cercando di far funzionare nuovamente il cervello, almeno quel tanto che bastava per risponderle. Per dire si a qualunque cosa gli avesse chiesto.
Probabilmente avrebbe anche bacia…no quello no, magari stretto la mano a Mocciosus, se lei lo avesse voluto. Rischiando chissà quali malattie visto l’untuoso soggetto di cui stava parlando.
Sentendo la testa piena di bolle e una grandissima voglia di urlare, si lasciò cadere nuovamente indietro, recuperando nella discesa anche il cuscino, ancora saldamente sul suo grembo, per schiacciarselo di nuovo in faccia.
Magari non vedendola per alcuni secondi sarebbe riuscito a pensare lucidamente.
A venire a patti con l’incredibile.
Non si stava tirando indietro. Per qualche strana congiunzione astrale Evans gli stava implicitamente dicendo di si.
-Devo sembrarti pazza. E probabilmente lo sono, a dirti queste cose quando fino a ieri ti prendevo a male parole. Credo sia meglio che me ne vada, anche perché se stavi dormendo magari vuoi…- ricominciò a parlare a macchinetta la ragazza, agitandosi o forse alzandosi dal letto.
Un secondo. Un secondo di puro panico dovuto al tono imbarazzato e vagamente isterico di lei. Un secondo di quasi sofferenza al pensiero che se le avesse permesso di uscire di lì senza risposta, probabilmente, non avrebbe più avuto una possibilità.
Un secondo e prese la sua decisione.
Il cuscino volò a terra per lo scatto che fece e si ritrovò in piedi, giusto a due passi da lei che puntava con decisione la porta.
-Ieri mi stavi baciando, Evans.- si limitò solo a correggerla prendendola per un polso e tirarla verso di sé.
Le lasciò il tempo di capire anche se avrebbe soltanto voluto saltare addosso, per sentire di nuovo le labbra sulle sue. Le lasciò il tempo per tirarsi indietro, pregando tuttavia che non lo facesse.
Per Merlino, quanto gli era mancata!
Il calore del suo corpo. Quel profumo speciale che aveva. Il suo sapore…
La magia. Era quella la vera magia, James ci avrebbe scommesso.
Perché era impossibile che quella cosa tra loro fosse qualcosa di diverso.
Sciolse la presa sul suo polso, fermamente deciso a conquistare anche l’altro fianco, quando la mano sinistra di lei gli imprigionò la mano, incrociando le loro dita.
E bastò quel piccolo gesto per farlo andare fuori di testa.
Si piegò ancora di più su di lei, costringendola a inclinare maggiormente la testa, per avere migliore accesso alla sua bocca.
Continuò a giocare con quelle labbra dolci, beandosi della sua risposta, della mano destra di lei tra i capelli, almeno fino a quando lei non lo costrinse ad allontanarsi per riprendere fiato.
Come il giorno prima era bellissima. Con le guancie rosse e le labbra umide. Forse anche gli occhi sarebbero stati dello stesso brillante verde se solo lei avesse ricambiato il suo sguardo. Sguardo che invece rimaneva ostinatamente puntato sulla sua gola, mentre tentava, come il giorno prima, di riprendere silenziosamente fiato.
La magia, perché quella cosa tra loro non poteva essere niente di diverso, venne rotta dal rumore della porta che sbatteva, immediatamente seguita dall’esclamazione stupita di Peter. Ma bastò.
Evans liberò la mano che ancora stringeva quella di lui e con un sorriso si allontanò di un passo.
Non sembrava volersene andare, non del tutto, ma lo sguardo allucinato di Peter doveva metterla parecchio a disagio. James invece provava solo una profonda irritazione, che scemò appena quando l’amico capì i silenziosi segnali che gli stava inviando e che gli intimavano minacciosi di lasciarli soli.
Certo non poteva aspettarsi che Peter capisse al primo colpo messaggi del genere, quando non riusciva a farlo nemmeno con quelli vocali a volte, ma non pensava che potesse essere così idiota da rinchiudersi in bagno invece che imboccare la porta da cui era appena entrato.
Forse è il caso che vada.- disse la ragazza, una volta di nuovo soli.
James avrebbe voluto buttarsi a terra dalla frustrazione.
Un attimo prima la stava baciando poi entrava Peter…
-E…Potter? Grazie.- gli sorrise, incrociando finalmente il suo sguardo.
-Dato che accetto le tue condizioni non vedo perché non dovrei baciarti, Evans.- le rispose con un sorriso malandrino, fraintendendo volontariamente quel ringraziamento.
Lei arrossì di botto, borbottando qualcosa che suonava come un “posso sempre schiantarti, però” anche se il tono non era molto convinto.
James la guardò uscire col sorriso che andava sempre più aumentando.
Ancora non poteva crederci, ce l’aveva fatta. O almeno era sulla buona strada!
 
 















 
ANGOLO AUTRICE.
Probabilmente nessuna ci credeva, ma ce l’ho fatta. Sto pubblicando nei tempi preventivati, cioè due settimane…come va?
Cosa mi dite del capitolo?
Intanto inizio col dire qualcosa io. Un paio di note, insomma. La battuta tra Remus e James, credo l’abbiate capita tutte, ma è ripresa dal film, o libro che dir si voglia, “Tre metri sopra il cielo”. Ce lo vedevo bene James a demolirla nel giro di due secondi. Magari amate quel film, amate Step e Babi, quindi chiedo venia per la parodia, ma io invece ho contratto una forte intolleranza al riguardo. Nel periodo subito seguente a quando uscì la mia città è diventata una sorta di museo a cielo aperto, piena di scritte copiate pari pari. Da quello e dal seguito.
Altra cosa che ci tenevo a dire riguarda l’argomento “Chi è il Mangiamorte? Giochiamo ai detective”. So che ne sto parlando, per bocca dei protagonisti, come qualcosa di brutto, pauroso, ma sostanzialmente innoquo. Dopotutto loro ancora non hanno conosciuto la guerra. Sono semplici studente che ne sentono parlare, che ne sanno chi più chi meno, ma non sono mai scesi in campo. Non sono Harry, insomma. Quindi sto cercando volutamente di non scendere troppo nel dramma o nel clima di terrore, perché loro non lo conoscono. O almeno credo sia così.
 Passando ad altro, che è un po’ il punto del giorno…oh oh oh…LILY! Troppo OOC, che dite?
È un po’ un azzardo, perché lei si propone, non urla e strepita come ho letto altrove, non ci sono zuccherose dichiarazioni né altro…ma sono un po’ più umani entrambi. E poi mi fregio a ogni capitolo del titolo di autore quindi in pratica rigiro la frittata come mi pare!! J
Comunque quello che ho scritto lo penso davvero. Voglio dire lei arriva da un giorno all’altro a guardarlo con occhi nuovi e non se ne capacita. Lui non ne può più, ma non vuole rinunciare a lottare. Anche se ancora una volta è il mio adorato James a chinare la testa, andandole incontro per l’ennesima volta. Ma sarà premiato, non temete!
Per quanto riguarda il prossimo capitolo rientrerò nei tempi. E se volete un piccolo spoiler, piccino piccino, finalmente partiranno per la tanto agognata Vacanza Studio! E scopriremo anche con chi sono finite le ragazze, ma soprattutto la cara Julie.
Mi fate sapere cosa ne pensate?
E tanto che sono in vena di rompervi le scatole e monopolizzarvi, se avete tempo e soprattutto voglia, ho pubblicato la mia prima one-shot su Twilight “Gigli”, magari fateci un salto. È una Bella/Edward, perché non so scrivere allontanandomi troppo dalla traccia originale, ma è…vabbè non del tutto B/E.
Come sempre i commenti sono felicemente accettati, corredati con occhi cuoriciosi (non so se avete presente Sailor Moon, sono come Bunny quando vede Marzio).
Un bacio grande grande.
Rebecca.
   
 
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