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Autore: Eternal Cosmos    14/01/2006    5 recensioni
Harry ha vinto la guerra contro Voldemort, ma ad un alto prezzo terribile. Fawkes gli dà un'altra opportunità in un mondo nuovo, dove lui morì come un infante...e dove Voldemort ancora è appostato nelle ombre...
Genere: Generale, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The World Without Me
di Eternal Cosmos

tradotto da Mezzo_E_Mezzo

Rinuncia: Non possiedo Harry Potter


TRADUZIONE ALTERNATIVA POSTATA IL 21/11/2009
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Capitolo 5 : [Encounter] Incontro
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Le seguenti due settimane trascorsero agevolmente per Harry. I suoi giorni passavano allo stesso ritmo: lavorare, dormire, fare un giro, e andare a Diagon Alley a fare acquisti per Rosmerta.
Ogni volta che andava a Diagon Alley, non gli mancava l’opportunità di andare alla gelateria di Florean Fortebraccio, anche se fuori faceva freddo: era il gelato migliore. Harry si teneva alla larga dalle persone e le persone si tenevano alla larga da lui.
Aveva guadagnato la reputazione d’essere misterioso ed un possibile Mangiamorte a Hogsmeade, un insulto enorme per Harry, ma almeno nessuno tentava di arrestarlo, dato che non aveva prove e lui non aveva fatto nulla di male.
Harry aveva la fiducia di Rosmerta dalla sua parte: la donna era popolare nel mondo magico.
Non aveva ancora incontrato nessuno dei servitori di Voldemort, Mangiamorte e Dissennatori inclusi, ma si teneva informato su di loro dalla Gazzetta dell'Oracolo. Ma Hogsmeade era stato tranquillo per troppo a lungo e Harry prevedeva che non sarebbe passato molto prima che Tom attaccasse il piccolo villaggio.
Gli studenti rimanevano sempre lontano da lui, durante i fine-settimana a Hogsmeade. Harry pensava di aver visto Seamus una volta, che camminava per la strada, ma era durante uno dei suoi turni e così non era stato capace di andare fuori per confermare se realmente era il Gryffindor del settimo anno.
Anche Malfoy stava evitando i Tre Manici di Scopa, con l’apprezzamento di Harry. Xiomara Hooch mantenne la sua abitudine di venire almeno una volta per settimana, anche se solamente per parlare di Quidditch con lui. Gli studenti del primo anno erano diventati più competenti sulla scopa, così le sue lezioni erano meno massacranti, grazie a Dio per lei.
Ma questa vita pacata non poteva durare per sempre.
Il giorno cominciò come una normale domenica di un qualsiasi altro fine-settimana a Hogsmeade. Colin Creevey ed i suoi amici avevano deciso di andare a Mielandia dato che i loro approvvigionamenti di dolci stavano toccando il fondo.
Era accompagnato dal suo più giovane fratello, come sempre, e da altri membri di Ravenclaw e di Hufflepuff. Giravano sempre in gruppi, e siccome tutti volevano andare a Hogsmeade, avevano deciso di andare insieme.
Sorprendentemente, non andarono ai tre Manici di Scopa -forse era la paura dello strano ragazzo che lavorava là- ma passarono il giorno intero appostandosi lì attorno e divertendosi. Stratchy&Sons, il negozio di calami Scrivenschaft, l'emporio degli scherzi di Zonko, MondoMago, non c’era che l’imbarazzo della scelta!
Il tempo passò rapidamente, e presto dovettero risalire a Hogwarts prima che il sole calasse completamente. Il gruppo decise che era ora di ritornare, ma Colin li ignorò. Bighellonò lì intorno e si divertiva troppo per dare loro ascolto, e decise di continuare a girovagare ancora un poco.
Luna Lovegood, che era con loro, guardò il cielo, rabbrividendo. “Ragazzi, è meglio se ritorniamo al castello. Sta iniziando a farsi buio fuori! Colin dovrà riprendersi prima o poi dal suo giro turistico; potremo prenderlo in giro quando tornerà a Hogwarts gridandoci di aspettarlo.”
Gli altri risero ed annuirono, tutti troppo ansiosi di andarsene da lì. Così risalirono, insieme ad ogni altro studente presente nel villaggio, al castello.
Harry, nel frattempo, si recò per Rosmerta a MondoMago. Una delle macchine da caffé magiche aveva iniziato a dare di matto, e spruzzare tutti quelli che le passavano vicino. La donna era stata costretta a lanciargli un Petrificus Totalus, per poterla fermare.
Così, Harry stava andando al negozio di riparazioni magiche. Il vecchio mago che vi lavorava grugnì al ragazzo come unico benvenuto, e gli disse di mettere la macchina sulla cassa. Harry spiegò all’uomo quale era il problema ed il vecchio annuì, pensierosamente. “Va bene. Ma dovrai lasciarmelo per stanotte. Non ho il tempo ora, di ripararlo; devo pulire il negozio.”
Harry si guardò attorno, e davvero, non aveva fatto caso al macello presente nel negozio. Era come se fosse passato un tornado. “Che cosa è accaduto qui?” Chiese, curioso.
L’uomo grugnì, e mormorando rispose. “Sono quei ragazzini di Hogwarts! I piccoli messaggeri di Satana, ecco che cosa sono! Hanno corso per tutto il negozio, quando avrebbero dovuto risalire a Hogwarts! Ho visto uno di loro che ancora girava qui attorno solo una decina di minuti fa, ed è già passato il momento di risalire a scuola. Era del tutto da solo; i suoi amici sono stati più intelligenti di lui.”
L’uomo continuò a mormorare, ma Harry non stava ascoltandolo più. I suoi occhi blu si restrinsero a fenditure, e camminò fuori del negozio, solo per sentire le persone che incominciavano a gridare per la paura.
Una strega quasi si scontrò con Harry, e lui l’afferrò per le spalle. “SONO QUI! SONO STATI VISTI!!! Torna ai Tre Manici di Scopa, ragazzo!” Era completamente impazzita, e si guardava selvaggiamente attorno, terrorizzata.
Harry si liberò dalla stretta presa e mantenne la calma. “Chi, chi è stato avvistato?” Chiese con cipiglio scuro ed un improvviso presagio.
“I MANGIAMORTE!!!! AHHH!” E con un ultimo grido, fuggì a cercare ricovero in casa propria, lasciando dietro di sè un ragazzo preoccupato.
Mangiamorte erano stati avvistati, ma non erano in Hogsmeade, a quanto sembrava. In tal modo, poteva significare solo una cosa: erano sulla strada per Hogwarts.
E lo studente che era rimasto da solo? Era anche lui in viaggio per Hogwarts? Il semplice pensiero, fece fermare Harry, per poi girarsi verso la pista che conduceva al castello... situata vicino alla Foresta Proibita.
“Merlino, spero di non essere in ritardo!” Pregò, mentre si assicurava ermeticamente il mantello ed il cappuccio. Harry sentì l'improvvisa aria gelida che attaccava i suoi sensi, mentre attraversò lo scudo attorno al villaggio, e scomparve attraverso il buio della notte... dimenticandosi di Hedwig e Nagini che stavano aspettandolo ai Tre Manici di Scopa.
....................................

Colin rabbrividì per la decima volta, osando alzare uno sguardo nervoso dietro di sè, bastonandosi mentalmente per non aver ascoltato gli altri. Desiderava poter camminare più velocemente, ma la spessa neve ed il freddo lo rendevano impossibile.
Il coraggio dei Gryffindor l’aveva abbandonato parecchio tempo prima, e a buona ragione, facendolo guaire di paura ad ogni suono sospetto che usciva dalla foresta misteriosa. Un ramoscello si spezzò, facendolo fermare, il corpo teso e la mano tremante che si abbassava nel cercare la sua bacchetta.
Ma, appena recuperò il pezzo di legno e lo alzò, fu colpito dall’incantesimo d’Expelliarmus, che lo fece finire gridando addosso ad un albero, con tale forza da farlo svenire.
Di conseguenza, non riuscì a sentire le risate soffocate che echeggiavano nell’atmosfera fredda.
Harry, al contrario, sentì fin troppo chiaramente il grido che aumentò la sua paura. Tentò di correre più veloce, ma imprecò forte al vedersi rallentato dalla neve. “Dannazione!” Mormorò cupamente, e si trasformò nella sua forma d’animagus, volando rapidamente verso il ragazzo in pericolo, con una nuova determinazione.
I due Mangiamorte avanzarono sul ragazzo inconscio con un’ansia malata. “Che piccolo ragazzo sciocco abbiamo qui. Ed un Gryffindor, per di più! Cosa dovremmo farne? L’uccidiamo ora o lo portiamo al nostro Lord?” Chiese il primo, impazientemente, mentre agitava la sua bacchetta.
Il suo complice ridacchiò oscuramente. “Che ne dici se lo torturiamo un po' prima? E’ un buon compromesso.”
Il primo annuì entusiasticamente, ed entrambi brandirono la loro bacchetta. La successiva cosa che seppero, però, fu che vennero gettati entrambi all'indietro da una violenta raffica di vento, e allo stesso tempo udirono un sonoro verso minaccioso che tagliò l’aria come un coltello attraverso il burro.
I due Mangiamorte si rialzarono velocemente; la bestia che li aveva abbattuti era sembrata abbastanza grande. Ma non appena si prepararono a colpirla con qualche maledizione, gelarono. Non c’era nessuna bestia, almeno non più. Al suo posto, c’era una persona coperta con un mantello che stava in piedi protettivamente di fronte allo studente.
“Chi diavolo sei?!” Chiese il secondo Mangiamorte, adiratamente, ma senza ricevere risposta. Questa persona era diritta di fronte a loro, mostrando calma e fiducia in se stesso.
“Che cosa dovremmo fare?” Chiese il primo uomo, con tono duro.
L’altro iniziò a beffare il nuovo arrivato. “Non pensavo che esistessero ancora persone così stupidamente coraggiose da ostacolarci, sfidando apertamente il Lord Oscuro. A parte quello sciocco amante dei babbani di Dumbledore e i suoi piccoli fedeli seguaci. Dovremmo portarlo al nostro padrone, così che possa ucciderlo lui stesso, quest’idiota.”
Mentre i due dibattevano sul suo fato, Harry ebbe il tempo di allungare una rapida occhiata verso Colin; era ancora svenuto.
Il Ragazzo-che-è Sopravvissuto sapeva che anche se lo superavano in numero, aveva ancora del vantaggio: lui sapeva chi stava affrontando, mentre loro no. I Mangiamorte avevano la tendenza a sottovalutare i loro nemici. E in tutti i suoi anni di lotta contro Voldemort, Harry aveva incontrato tutti i suoi seguaci, ed aveva imparato a riconoscerli dalla voce e da come agivano.
Così, Harry riconobbe che il secondo era il leader del piccolo duetto, e ghignò; non pensava che avrebbe rivisto così presto Lucius Malfoy.
L’altro era Antonin Dolohov, non meno pericoloso e sempre ansioso di accomodare il suo Lord e di torturare innocenti, il figlio-di-una-cagna.
“Non avrei mai pensato di rivedere voi due così presto, dopo il mio arrivo. Un peccato che non possa uccidervi oggi; adesso non ho voglia di essere accusato d’assassinio, specialmente dato che uno di voi STA lavorando per il ministero.”
I due Mangiamorte gelarono e guardarono verso di lui, tenendo sollevate minacciosamente le loro bacchette. “Tu! Come puoi dire una cosa simile?!”
Sotto il suo mantello, Harry sorrise tetramente. “Perchè io so chi siete. In realtà, io conosco tutti quelli che sono come voi.”
I due uomini s'irrigidirono visibilmente, ed il secondo, che Harry aveva identificato come Lucius Malfoy, chiese duramente; “Chi diavolo sei, ad ogni modo?!”
Harry decise di avere il proprio divertimento con loro, e fece cadere momentaneamente il fascino, mentre con la mano abbassò il cappuccio. Gli occhi di entrambi si spalancarono, quando riuscirono a vedere: il viso era poco distinto a causa della neve, d’accordo, ma abbastanza da scorgere un paio d’occhi verdi ardenti, che li fissavano con un’intensità tale, che Dolohov pensò per un attimo che l'Anatema Mortale stesse per colpirli.
“E’ solo un ragazzino! Un piccolo animale come l’altro!” esclamò Malfoy, scuotendosi dalla propria sorpresa, per poi ghignare. Questo marmocchio non poteva esser molto potente; probabilmente stava solo bluffando. E ci voleva più che solo un bluff, per spaventare un Malfoy. “Hai del fegato per tentare di intimidirci, marmocchio! Dimmi il tuo nome, così che possa andare sulla tua lapide dopo che ti avrò ucciso!”
I due servitori oscuri risero con cattiveria, ma il ragazzo sorrise furbescamente, per poi rimettersi il cappuccio ed attivare nuovamente il fascino. “Il mio nome, ora come ora, è irrilevante. Tuttavia, se insistete sul volermi chiamare in qualche modo, potete chiamarmi il Ragazzo-che-è-Sopravvissuto.”
Harry recuperò la sua bacchetta dalla tasca ed indietreggiò all’interno della Foresta Proibita, quando Dolohov tentò di colpirlo con la maledizione Cruciatus. Usando l’oscurità attorno a sè a proprio vantaggio, così da non poter essere visto, Harry rise di loro beffardamente quando Dolohov fallì il suo obiettivo d’alcuni metri alla sua destra.
COME OSI PRENDERTI GIOCO DI NOI, RAGAZZO!? NESSUNO OSA BEFFARSI DI NOI, A MENO CHE NON ABBIA VOGLIA DI MORIRE!” Il calmo e aristocratico Malfoy era scomparso; ormai era furioso, livido dalla rabbia.
I due stavano preparandosi a scagliare contemporaneamente dei malocchi pericolosi verso la Foresta Proibita, quando Harry, audacemente saltò fuori dall’oscurità, cogliendoli di sorpresa con la sua rapidità. Velocemente decise di usare uno dei nuovi incantesimi che aveva imparato durante il periodo di guerra del suo vecchio mondo, un incantesimo che non avrebbe permesso loro di dimenticarlo molto presto. “Lacero!”
Harry sventolò la sua bacchetta e colpì entrambi i Mangiamorte allo stesso tempo, abbassando la voce così che non avrebbero sentito l’incantesimo da lui usato.
Malfoy e Dolohov non riuscirono a vederlo arrivare; come dolore era comparabile al Cruciatus, ma non era affatto il secondo Imperdonabile. I due gridarono dolorosamente, cadendo nella neve profonda, contorcendosi e piangendo mentre sentivano il dolore della pelle e delle loro viscere che si rompevano. Era come se quest’incantesimo ignoto fosse utilizzato per fare a brandelli una persona finché non sveniva o moriva.
Harry sorrise sadicamente, un tratto del volto che aveva guadagnato dall’affrontare Voldemort e vederlo faccia a faccia molte volte. Era gradevole essere quello col potere!
Ma Harry aggrottò le sopracciglia quando uno dei Mangiamorte colpiti riuscì a strisciare, MOLTO dolorosamente, verso la propria bacchetta, e prima che Harry potesse fare qualsiasi cosa fu colpito con un malocchio Penetrante lungo tutto il braccio sinistro, e venne squarciato anche il mantello di dragonhide in quell’area.
Quello lo fece grugnire e interrompere l’incantesimo che stava usando su di loro; i due si alzarono rapidamente, non senza lamentarsi per il dolore, e non persero tempo dallo Smaterializzarsi via, lontano da lui.
Harry ignorò il dolore nel braccio, e sbuffò rumorosamente per la loro ritirata frettolosa. Ora aveva l’attenzione dei Mangiamorte, precisamente quello che voleva. Ma avrebbero cercato il misterioso ragazzo chiamatosi ‘Il Ragazzo-che-è-Sopravvissuto’. Non Harry Potter, non James Evans. Harry ghignò furbescamente; aveva innescato un inferno di ricerca!
Harry avvertì un lamento soffocato dietro di lui, e si voltò rapidamente, puntando la sua bacchetta contro qualunque cosa stesse tentando di strisciare dietro di lui. Colin Creevey, dall'aria parecchio sbattuta ma comunque con la solita energia, alzò le mani in aria e squittì.
Harry sospirò udibilmente, abbassando la bacchetta. “Non strisciarmi di nuovo alle spalle,” disse neutralmente, ma suonava più come un avviso serio che come una minaccia.
Colin riguadagnò rapidamente il solito entusiasmo e guardò la persona incappucciata con l'ammirazione negli occhi spalancati, facendo contorcere mentalmente Harry; Colin aveva visto la sua vera faccia?
“WOW! Li hai fatti andare via! E' stato grande! Che incantesimo hai usato contro di loro? Puoi mostrarmelo?”
Harry roteò gli occhi. Colin era ovvio e appiccicoso come sempre; Harry fu grato che il giovane Gryffindor non avesse con sè la sua fedele compagna -la sua macchina fotografica-. “No, non te lo mostrerò. Risali alla tua scuola,” gli borbottò, preparandosi a risalire a Hogsmeade.
Ma non appena si voltò sentì Colin afferrare il suo mantello. “Sei ferito! Ritorna con me a Hogwarts, sono sicuro che Madama Pomfrey accetterà di guarirti; è la miglior medi-strega dei dintorni, e aiuta le persone di Hogsmeade, a volte! E ad ogni modo, se ‘loro’ ritornassero?” Il ragazzo biondo insistette, tirandolo verso Hogwarts.
Harry sospirò e cedette; era troppo stanco per disputare e Colin era nel giusto. Malfoy poteva tornare di nuovo, con altri come scorta.
Ma quando il castello entrò in vista, Harry non pensò più che fosse una così buona idea. Era pronto a rivedere tutti coloro che lui aveva amato, vivi, ma ignoranti di chi lui fosse? Ancora più importante, loro erano pronti per lui? Un ragazzo strano, misterioso, con un potere segreto con cui non ci si poteva giocare e con una meta ignota? Un ragazzo che si comportava piuttosto oscuramente ed aveva la personalità di qualcuno che aveva visto molte, troppe morti e aveva combattuto più di quanto alla sua giovane età sarebbe stato permesso?
Harry sapeva di aver guadagnato alcune disturbanti, ed anche pericolose, caratteristiche in tutti i suoi anni come bersaglio, burattino ed arma per il mondo magico. Harry aveva più paura di far male ad un ragazzino innocente intento in una birichinata su di lui che del Direttore che lo guardava austeramente. ‘VIGILANZA CONTINUA!’ Si era inciso nella sua mente, ed i suoi riflessi erano mortali.
Ma era in ritardo per tornare indietro; Colin aveva aperto l’enorme porta ed avanzò, tirandoselo dietro con fervore. Il giovane Gryffindor strillò nervosamente, fermandosi improvvisamente sui suoi passi, quasi facendosi investire da Harry; Harry osservò cosa potesse aver provocato la sorpresa di Colin, e straanamente non rimase colto alla sprovvista dal vedere il Preside, Severus Snape e Minerva McGonagall che guardavano l’allievo con evidente sollievo, e poi lui con improvvisa cautela.
“Venti punti da Gryffindor per non aver rispettato le regole, sig. Creevey! Il coprifuoco durante i fine-settimana ad Hogsmeade è alle cinque.” Disse con un ghigno Severus Snape.
Harry non sapeva se in questo Severus Snape si poteva aver fiducia, ma era bello vedere l’insegnante di pozioni agire come d’abitudine.
Sotto lo sguardo duro ed intenso del Maestro di Pozioni, il ragazzo deglutì, iniziando a balbettare nervosamente un chiarimento. “B-bene, professore...” Iniziò Colin, nervosamente, e Snape stava quasi per azzannarlo quando Albus interferì, lo scintillio che Harry era abituato a vedere quasi non esistente nei vecchi occhi.
“Che cosa è accaduto, sig. Creevey? Sembra completamente arruffato.”
“Uh, sono stato attaccato dai M-Mangiamorte...”
Gli occhi d’Albus si strinsero, come quelli di Snape, ma Minerva boccheggiò di paura. Prima che la donna poté iniziare ad interrogarlo sul suo benessere, Colin continuò, questa volta indicando entusiasticamente l’estraneo incappucciato. “Ma lui mi ha salvato! Ero svenuto, perché mi avevano gettato contro un albero, ma quando mi sono risvegliato l’ho visto gettare un incantesimo ad entrambi loro e li ha fatti precipitare nella neve, gridando come pazzi! E poi uno di loro è riuscito ad usare la sua bacchetta e gli ha gettato contro un- Oh! Il malocchio Penetrante!” Ricordò Colin, fermandosi a metà frase, girandosi verso il suo Redentore.
“Sei rimasto ferito malamente dal malocchio Penetrante! Quasi me ne dimenticavo! Deve essere doloroso!”
Harry battè le palpebre, ricordandosi solo ora il dolore palpitante nel suo braccio sinistro.
“L'ho portato qui così che Madama Pomfrey potesse guarirlo! Per favore, professor Dumbledore! Mi castighi se vuole, ma lo aiuti! Mi ha salvato la vita!” Chiese con tono disperato Colin.
Il Preside sorrise leggermente. “Sig. Creevey, non c’è bisogno di implorare. Non sono il genere di persona che lascia soffrire gli altri. E lei verrà con noi all’infermeria così Poppy potrà controllare anche lei.” Poi si girò al nuovo venuto. “La ringrazio per aver salvato Colin. Questi tempi di guerra sono pericolosi, e non possiamo permetterci di perdere nessuno dei nostri preziosi ragazzi. Ragazzi che creeranno un giorno il futuro.” Albus chinò appena la testa.
Harry abbassò il cappuccio e chinò la propria in risposta silenziosamente, l’espressione seria. Quando li guardò nuovamente, non gli sfuggì che gli occhi d’Albus, Snape e Colin si spalancarono e l’ansito silenzioso di Minerva. Sapeva che avrebbe ottenuto tale reazione; lui sembrava Sirius, anche se lievemente diverso e più giovane. “Che c’è?”
Tutti schiarirono la gola, guardando altrove. Dumbledore fece segno a Harry di seguirlo e tutti si spostarono quietamente verso l’Infermeria.
“Assomigli ad uno dei miei insegnanti,” bisbigliò Colin, mentre camminava accanto a lui cercando il modo di evadere lo sguardo fisso di Snape.
Harry sollevò un sopracciglio, ma non commentò.
“Il sig. Creevey, è nel giusto, sa? Lei assomiglia molto al nostro insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure: il sig. Black. Qual’è il suo nome, giovane?” Chiese curioso il Preside, cercando di farlo sbottonare.
“Mi è capitato di ottenere la stessa reazione dalle persone di Hogsmeade. Mi ci sono abituato. Ad ogni modo, il mio nome è James Evans,” fu la sua risposta.
Snape ghignò all’ovvio nome babbano. “Bene, sig. Evans, sembra piuttosto giovane per essere fuori da scuola! E cosa stava facendo sul sentiero tra Hogwarts e Hogsmeade a quest’ora, per cominciare? Sono quasi le nove e trenta!” Era evidente che il Maestro di Pozioni stesse tentando di intimidirlo per fargli spargere i suoi segreti al vento, ma la tattica non aveva effetto su Evans.
“La mia vecchia scuola fu distrutta, così non c’è ragione di parlarne. Ho diciassette anni, ma penso di saperne abbastanza per sopravvivere. Un paio di settimane fa ho trovato un lavoro ai Tre Manici di Scopa, per occupare il mio tempo. Ero nel negozio di riparazioni, quando il proprietario affermò che uno degli studenti fino a dieci minuti prima stava ancora vagando nei dintorni, e quando uscii dal negozio le persone stavano gridando che dei Mangiamorte erano stati avvistati sul luogo.”
Il ragazzo scrollò le spalle. “Credo di aver reagito d’istinto.”
Snape non sembrò trovare divertente il fatto che l’estraneo avesse risposto a tutte le sue domande, ma rimase quieto. C’era, attorno al giovane, un’aura che stava agitandolo. Il Preside, probabilmente, si era già accorto di ciò, ma l’unica cosa che potevano fare era restare in guardia finché avessero potuto ottenere conferma da Rosmerta.
Dumbledore chiese a Colin e James di sedersi su di un letto mentre lui chiamava Madama Pomfrey.
“”Cosa è successo, Albus? Chi ha maledetto chi, questa volta, e a quest’ora? Malfoy? Weasley?” Poppy Pomfrey arrivò, ma sollevò le sopracciglia quando tre adulti dall'aria solenne, il sedicenne Colin Creevey ed un ragazzo che non aveva mai visto, la fissarono di rimando.
Gli angoli della bocca d’Albus si piegarono un poco all’insù, alla menzione di Malfoy e Weasley; quei due si odiavano a morte, e dopo un confronto finivano sempre in infermeria.
Harry rimase quieto, anche se il suo cuore iniziò a battere più veloce alla menzione del suo(morto) miglior amico. ‘No, lui non sa chi sono, qui. Non è lo stesso Ron.’ Si disse.
“Sono stati attaccati da due Mangiamorte, Poppy. Beh, il sig. Creevey è stato attaccato, ed il sig. Evans qui apparentemente ha salvato la sua vita. Può dargli uno sguardo, per favore?” Chiese Albus, ignorando l’anelito della medi-strega alla menzione di un altro attacco su uno studente.
Immediatamente si avvicinò ai due ragazzi, iniziando ad occuparsi prima di Colin. Dopo un paio di minuti, ed un paio di ‘OW!’ dal Gryffindor biondo quando gli toccava il retro della testa, la donna mormorò un incantesimo salutare con la sua bacchetta.
Il bernoccolo si sgonfiò e Colin sospirò di sollievo. Lei gli diede una piccola fiala contenente una pozione contro il mal di testa, che lui immediatamente bevve senza pensarci due volte. “Sig. Creevey, ha il permesso di risalire al suo dormitorio. Era una botta abbastanza brutta, ma nulla di troppo serio. Ora, è la sua volta, signor...”
Harry sorrise debolmente; i suoi occhi erano infossati e stanchi. “James Evans, Madama Pomfrey. Sono spiacente di provocarle tali fastidi a quest’ora.”
Poppy annuì, ma rifiutò di credere che lui stesse provocando problemi; aveva salvato uno degli studenti dai Mangiamorte, per la causa di Merlino! Per cosa stava scusandosi?!
“Non è per nulla un guaio, sig. Evans. E’ il mio lavoro guarire le persone. Ora, mi permetta di dare uno sguardo a questo braccio, vuole? Il sig. Creevey ha affermato che è stato colpito da un malocchio Penetrante, vero?”
‘James’ annuì ed iniziò a togliersi il mantello. Un contorcimento del suo occhio fu l’unico segnale evidente che stava soffrendo nel movimento. Nessun fremito, nessun lamento di dolore...certo, la ferita non poteva essere troppo brutta.
Colin stava tentando di rubare un’occhiata da sopra la spalla di Poppy alla ferità, senza molta preoccupazione. Ma Snape, Dumbledore e Minerva, anche se il loro portamento era rilassato, stavano aspettando di vedere il suo braccio -sinistro- con tutta la serietà del mondo.
Harry, silenziosamente sospirò, si tolse il mantello e la maglia, ma non senza difficoltà. Il suo braccio sinistro era, letteralmente, a bagno nel sangue ma Severus si disse che a volte i tagli potevano apparire peggio di quello che realmente erano.
Ma non appena Poppy disinfettò il taglio, anche lui si trovò a fissare una ferita impressionante. Dumbledore e Minerva sembravano shockati come gli altri, ma riuscirono ad annuirsi impercettibilmente l’un l’altra; a parte la ferita sanguinante, il braccio non era marchiato. Tutti loro si rilassarono e lasciarono che Madama Pomfrey facesse il suo lavoro.
“Mio Dio! E' stato realmente un malocchio Penetrante che ha fatto questo?! L’ha preso in pieno! Mi sorprende che lei non sia svenuto dalla semplice perdita di sangue o che non abbia gridato dal dolore nel muovere il braccio!” E aveva ragione: non era un taglio, era uno squarcio, ed uno grande, che cominciava un poco sotto la spalla per finire al polso. Era pericoloso. Ed era stato colpito con tale forza che l’incantesimo aveva tagliato fino all’osso, danneggiandolo.
“Dovrà rimanere qui per stanotte, mi spiace. Non c’è ragione per cui le permetterei di andarsene fuori dalla mia vista fino a che non sarà completamente guarito. Si stenda sul letto alla sua sinistra e si metta comodo, mentre trovo una fiala di Skele-Grow.” Disse Poppy, con una smorfia quando menzionò la pozione dal disgustoso sapore e molto dolorosa.
Minerva nel frattempo aveva allontanato il senza riposo e poco collaborativo Colin, e quando Poppy ritornò iniziò il lavoro rimarginando i lembi di pelle tagliata con la sua magia salutare. Poi fermò il braccio con una fascia per impedirgli di muoverlo.
Trasfigurò i suoi vestiti in un comodo pigiama e gli porse la fiala che doveva bere. “E’ stato molto fortunato, giovanotto. Il mantello di dragonhide ha creato abbastanza resistenza da rendere l’incantesimo meno effettivo. Altrimenti, l’intero osso del suo braccio poteva essere troncato,” disse Poppy con disgusto all’immagine mentale. “E questa pozione farà male.”
Ancora una volta, si sorpresero quando il ragazzo annuì assentemente e bevve il contenuto intero della fiala. L’unico chiarimento che offrì lui alle loro facce sconvolte fu: “Conosco gli effetti di questa pozione. Non è la prima volta che la prendo.”
Quando il Direttore alzò un sopracciglio indagatore, Harry chiarì la sua risposta. “E' stato durante il mio secondo anno alla mia vecchia scuola. Avevamo un vero incompetente come insegnante in Difesa Contro le Arti Oscure, e quando mi ruppi un braccio durante una partita di Quidditch, l’idiota non aspettò l’infermiera e tentò di sistemare le ossa lui. Invece, le fece completamente sparire. Non ricordo quante dosi di Skele-Grow ho dovuto prendere, ma fece un male d’inferno. Questa ferita, non è nulla comparata ad allora.”
Poppy scosse la testa al pensiero di qualcun altro che non fosse un medi-mago che si prendeva cura di un paziente.
Harry iniziò a sbadigliare e s’inclinò nel letto. Poppy mandò via i tre adulti fuori dall’Infermeria, annunciando che sarebbe stato meglio per tutti andare a letto. Era molto stanca, e non aveva voglia di svegliarsi male la mattina seguente. Con un’ultima occhiata al ragazzo nel letto, pronunciò “Nox”, spegnendo la luce e andò a dormire.
Harry aprì un occhio e, quando fu sicuro che nessuno era presente, gettò un incantesimo di silenzio attorno al suo letto. Fatto questo, finalmente, soccombé al sonno.




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