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Autore: Selenite    14/03/2011    14 recensioni
Mahel è un'allegra ragazza di 16 anni, il cui nome le è stato dato dalla madre, una scrittrice di libri per ragazzi, prendendo ispirazione da un personaggio delle sue stesse storie. Nonostante Mahel odi il suo nome, si ritroverà nell'universo delle fiabe di sua madre, per aiutare il co-protagonista Lagharta alla salvezza del mondo. Sembra una storia fantasy come le altre, ma non lo è... Perchè Lagharta non è un eroe come tutti gli altri. E odia Mahel dal più profondo del suo cuore.
Ho messo rating piuttosto alto, in quanto ci sarà la presenza di alcune scene abbastanza crude. Ringrazio in anticipo per la cortesia che chiunque vorrà riservarmi nel leggere ^^
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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***

Dedicato a Vie.
Perchè senza di lei questa storia non sarebbe mai nata. Gaia non esisterebbe. E Mahel e Lagharta non si sarebbero mai incontrati.
Grazie a quella Vie di tanti, tanti anni fa, che mi apparve in sogno e mi sorrise, dando il via a questa magnifica avventura...

***

CAPITOLO 22

Cambiare il futuro I


Respira, Mahel, respira” ripeteva la ragazza dentro di sé, come un mantra.
Era così difficile far finta di non aver visto nulla, nascondere quel magone allo stomaco così spaventoso e disperato. Di nuovo quel mantra, un altro respiro profondo.
I suoi occhi ricercarono quelli blu di Lagharta, di sfuggita, trovandoli fissi su di lei, in attesa. Mahel non potè far altro che fissare a sua volta il guerriero con sguardo indeciso, dubbioso, inquieto. Il guerriero se ne accorse e prese a fissarla, confuso.
Quello sguardo non era da Mahel.
La guardava in silenzio, sapendo che gli occhi di tutti erano fissati su di loro. Quello sguardo implorante, triste...come se non ci fosse altra risposta al mondo, sentendosi stupido per non averlo capito subito, il suo sguardo cambiò.
Lei sapeva.
Tirò i muscoli del suo corpo, le mani si strinsero in pugni. Saluss captò le vibrazioni disperate del cuore di Lagharta e gli si avvicinò. Ma la mano di Lagharta si parò davanti a lei, lo sguardo si posò verso il basso.
Terrorizzato.
-Penso che voi due...dobbiate parlare- esordì Lagharta con voce ferma, come si stesse sforzando di mantenere la calma -Io devo...penso...si, penso di dover andare a fare una camminata- aggiunse, alzando per un attimo lo sguardo verso Mahel. Quello scambio durò appena una manciata di secondi, prima che il guerriero sparisse di nuovo chissà dove. Ma una cosa era sicura.
Lo sguardo che si erano scambiati era pieno di dolore, tristezza...e rimorso.

-Mahel...?- la chiamò Alvexia, vedendo lo sguardo della ragazza fisso ancora nel punto in cui vi era il guerriero un attimo prima, gli occhi lucidi -Mahel?-
La ragazza si voltò verso la Lilith, che considerava un'amica. Ed ebbe disgusto di sé stessa, di ciò che aveva provato...e di ciò che avrebbe potuto pensare.
Una lacrima silenziosa e solitaria varcò la sua guancia sinistra, scorrendo fino al mento senza che lei provasse neppure a fermarla. Restò in bilico sulla linea del volto per un secondo, per poi cadere a terra, gelida, come lo sguardo della ragazza in quel momento.
Non sentiva niente, non capiva niente. Sapeva solo che qualcosa si era rotto, dentro di lei, e niente sarebbe potuto essere più come prima.
Alvexia le si avvicinò, il sorriso dolce dipinto sul volto.
-Piangi per me...o per i tuoi sentimenti ormai non più tanto nascosti...?- chiese la Lilith abbozzando un sorriso, forse ancora più triste di quanti non ne avesse fatti prima.
Mahel la fissava senza proferire parola. Non riusciva a farlo.
-Mahel...- riprese Alvexia, asciugandole con la mano la scia della lacrima con affetto e dolcezza -So cosa hai visto...ho sentito i tuoi passi. Ho l'orecchio allenato- aggiunse, sperando di provocare in lei una reazione, qualche parola. Qualcosa.
-E quindi...?- chiese Mahel apatica, scuotendo la testa -Non hai doveri verso di me, non devi preoccupartene- respirò, cercando di riprendere il controllo sul suo cervello, sulle sue emozioni e sul suo cuore in subbuglio -So quale sia la tua decisione. L'ho sempre saputo. Vorrei solo che tu fossi sicura di quello che fai...e di quello che vuoi. Stai per lasciare qualcosa che...che ami- aggiunse Mahel con difficoltà, non rendendosi conto di quale fossero le emozioni da lei provate in quel momento.
La Lilith, ridacchiando, baciò la ragazza sulla fronte, per poi avvicinarlesi all'orecchio e sussurrarle -Stai attenta, principessina...perchè se non farai niente per impedirmelo, io te lo porterò via...- sibilò con voce maligna, aspettandosi una qualche reazione.
Guardando negli occhi Mahel vide all'inizio solamente smarrimento. Probabilmente anche indecisione. Non potè far altro che sorridere.
Nell'allungare le dita verso di lei, per carezzarla e rassicurarla sulle sue parole, Mahel si scostò. Si irrigidì, lo sguardo divenne severo e deciso -Non te lo permetterò mai- furono le sue uniche parole, secche.
Alvexia si sorprese a ridere di nuovo malignamente, sibilando parole crudeli -Staremo a vedere- disse con aria di sfida, sparendo nell'aria in un attimo, senza darle il tempo neanche di ribattere.
La Liltih pensò che si erano lasciate proprio nel modo peggiore, tanto che se ne sarebbe pentita per sempre. Avrebbe preferito dirle la verità, dirle che le sue parole erano dovute a...beh, forse non era il momento.
Sicuramente sarebbe stato più divertente aspettare che, finalmente, qualcosa si smuovesse nel cuore di Mahel. E magari, anche in quello di Lagharta.

Lagharta sapeva di essersi comportato in modo stupido. Molto stupido.
Sapeva che accanto a lui svolazzava Saluss, preoccupata. Ma non poteva fare altrimenti. Doveva allontanarsi da lì, almeno per il momento e riflettere.
Si...ma su che cosa?
-Lagharta...- chiamò la fatina, avvicinandoglisi -Lagharta-
-Dimmi Saluss- rispose in modo calmo, trattenendo le migliaia e migliaia di parole senza senso che gli stavano salendo in gola -Cosa c'è?-
-Mi spieghi perchè sei scappato?- chiese Saluss, fermando Lagharta dal proseguire per la sua strada invisibile -Non è da te-
-Lo so che non è da me- rispose Lagharta, confuso -Non potevo fare altrimenti-
-In tutta la tua vita hai sempre affrontato tutto e tutti. Questa volta cosa c'è di diverso? Da cosa stai scappando?-
Lagharta si fermò, ponderando bene le sue parole. Aveva quasi timore a dirle, si vergognava di provare quella paura così infondata -Dai suoi occhi-

Quegli occhi verdi che sanno guardarmi attraverso, come nessuno ha mai fatto...

-Come?- chiese stupita la fatina, nella speranza di aver sentito male -Gli occhi di chi?-
-Di...di Mahel- aggiunse lui, incontrando gli occhi di Saluss.
Dio come si sentiva stupido.
La fatina, al contrario di ciò che avrebbe mai pensato, sentì le risa salirle alle labbra. Eccolo là, davanti a lei, il guerriero senza macchia e senza paura. Colui che non voltava mai la schiena davanti a niente, che correva sempre in direzione del suo avversario.
Che si rintanava in un angolo buio del suo cervello per paura di due occhi meravigliosi e puri che non avevano nessuna colpa.
Le parole le uscirono di bocca senza alcuno sforzo -Sei un'idiota-
Lagharta abbassò la testa, annuendo -Lo so-
Saluss gli si avvicinò e si preparò ad una predica che mai si sarebbe sognata di fargli -Spiegamelo. No, parlo sul serio. Cosa ti potrebbe fare mai Mahel? L'hai vista, no? Le uniche cose che sa fare sono piangere e alzare la voce. Non ha altro modo di affrontarti se non quello si stagliarsi davanti a te e guardarti dal basso in alto. E tu dici che i suoi occhi ti fanno paura? Ma sei scemo?-
-So benissimo quello che pensi. Anche io lo penso. Non è Mahel a farmi paura. Sono i suoi occhi. Io...- si interruppe un attimo, quasi confuso -Io non ci riesco. Guardo i suoi occhi e li vedo guardarmi dentro, vedermi oltre quello che tutti quanti vedono. E non riesco ad affrontarli. Posso affrontare gli occhi rossi della Lilith, milioni di volte. Ma quelli di Mahel non riesco...so di non poterli vincere...-
Saluss afferrò una ciocca di capelli di Lagharta e li tirò, forte, verso di sé -Per me continui ad essere un'idiota. Caspita Lagharta, le Ninfe del Lago del Cielo ti hanno quasi ammazzato durante l'allenamento, ma non hai mai voltato loro le spalle. Non l'hai mai fatto davanti a nessuno, neppure quando di te vedevano solo la parte più brutta e disgustosa. E davanti agli occhi di chi ti guarda con affetto scappi? Che uomo sei?!-
-Lo so benissimo anche da solo questo!- urlò Lagharta, fermando la parlantina di Saluss -Lo so...-
Saluss lasciò la ciocca di capelli di Lagharta e gli svolazzò al viso, posando le sue manine sulle guance appena spolverate di barba del guerriero -Lagharta...devi smetterla. Smetti di aver paura di quella dannata Profezia...-
Lagharta voltò il capo di lato, non ci voleva pensare -Saluss...io non posso riuscire a sopportare un dolore simile a quello della Profezia...-

Era così sciocco.
Teneramente, adorabilmente sciocco.
Lo amava con tutte le forze, ma adesso che aveva visto i suoi occhi al dire quelle parole, non poteva più far finta di nulla: la Profezia si sarebbe avverata. E la sua sposa sarebbe stata proprio la principessina, che lo volesse o meno.
Scosse la testa e gli si avvicinò, seria -Lagharta...tu sai benissimo che la Profezia non è sicura d'avversarsi. Il futuro non è mai...immutabile-
Lagharta si lasciò cadere a terra, stanco. Aprì le mani a coppa, raramente lo faceva con Saluss, e lasciò che gli fluttuasse sopra -Lo so...-
-E allora cos'è che ti fa paura...?-
-Saluss...il dolore, quel dolore, pungente e triste della perdita della mia sposa...è la cosa più atroce che abbia mai patito. Chiunque essa fosse, il perderla davanti ai miei occhi senza che io possa far niente...non voglio provare un dolore simile...-
-Ma Lagharta...la Sibilla ti rassicurò subito sulla Profezia e sui tuoi sogni. Il tuo destino, e quello della tua sposa, solo tu lo puoi decidere. Il futuro, così come lo hai visto, non è già deciso. Hai la libertà di cambiare le cose, se lo vuoi veramente. Ma non devi più scappare...-
Lagharta andò a ricercare gli occhi brillanti della sua compagna di avventure, sorridendo triste -Saluss...-
-Fino ad ora hai rinchiuso dentro di te tutte le cattiverie, le angherie che le persone ti hanno riservato, in quanto portatore del nome “Lagharta”. Hai sopportato a testa alta tutte le prove che ti si sono presentate, e ciò ti fa onore. Ma non ha senso che scappi dagli occhi di una persona che ti accetta e ti...vuole bene...-
-Quegli occhi soffriranno per colpa mia. Io non...- Lagharta non sapeva neanche come proseguire, ma Saluss lo interruppe.
-So cosa vuol dire provare un amore tanto forte da soffrirne. Perdere una delle persone che più si amano al mondo...- le mani della fatina tremavano davanti ai suoi occhi -Averla tra le mani fino ad un attimo prima e...perderla...senza poter fare niente. Anche io avrei voluto salvare Exitio, anche io avrei voluto tenerla al mio fianco per sempre. Ma è stata lei stessa a decidere il suo destino. Non posso fare niente se lei non me lo permette...-
Lagharta capiva ciò che la fatina stava cercando di dirgli.
-Fino ad ora...ho desiderato con tutto il cuore che tu non trovassi la tua sposa. Lo so che è una cosa orribile da pensare, ma...non volevo che tu potessi provare un dolore simile a quello che ti svegliava ogni notte in preda a feroci urla di dilaniazione- Saluss si fermò un attimo, al ricordo di quelle notti orribili -Però, se fosse davvero Mahel la tua futura sposa...io credo che troveresti una libertà che non crederesti nemmeno. L'amore è capace di un tepore e di una felicità che ti sei sempre negato. Posso capire la fuga da dolore...ma non accetto la fuga dall'amore, dalla dolcezza della tua sposa e dal tuo sorriso più sincero...-
Lagharta portò la fatina più vicino a sé. La strinse al suo petto, cercando di far entrare dentro di sé la sicurezza che la stessa fatina stava dimostrando ad entrambi -Non voglio veder morire la persona che amo davanti ai miei occhi...e se fosse Mahel non riuscirei mai a perdonarmelo, perchè il suo posto non è qua...-
Saluss strinse la stoffa della maglia di Lagharta, pronta a fare di nuovo la stessa promessa di qualche anno prima -Dovesse costarmi la vita...impedirò alla Profezia di avverarsi. E se si trattasse di Mahel...vi renderò gli sposi più felici del mondo...-

Quegli scalini erano così freddi, adesso.
Adesso che se n'era andata.
Aveva pianto per qualcosa che non capiva o che, forse, non era ancora il momento che capisse. Si sentiva così stupida.
E così sola.
Non avrebbe mai voluto che Alvexia se ne andasse, eppure alla fine se n'era andata. Non c'era più. E adesso lei avrebbe dovuto affrontare da sola lo sguardo di Lagharta.
Non credeva di farcela.
Portò le ginocchia al petto, affondandovi il volto in mezzo. E iniziò a pensare.
Era stata per colpa sua? Erano state le sue parole? Oppure quello di Alvexia era stato un ammonimento ad accorgersi di qualcosa? Magari ai suoi...sentimenti?
In quel momento voleva solo che lei tornasse.
Quando qualcuno si posò accanto a lei alzò lo sguardo, speranzosa, ma incontrò niente altro che gli occhi profondi e dolci di Lagharta -Ti sei pentita di averla lasciata andare?-
Mahel abbassò di nuovo lo sguardo, triste, borbottando a malapena -Non posso obbligarla a scegliere una strada di cui non è sicura...-
Lagharta annuì, prendendo a guardare davanti a lui. Sapeva di non potere affrontare i suoi occhi, non adesso. E neanche Mahel era nelle condizioni migliori.
Saluss, dal canto suo, li osservava da lontano.
E sorrideva.

-Mi dispiace- esordì Mahel all'improvviso, la testa ancora ancorata verso il basso.
Lagharta sbuffò -Avevo capito che adesso sapevi tutto- disse ridendo, cercando di mettere a tacere quella voce dentro di sé che implorava a quelle immagini strazianti di andarsene -Non devi fartene una colpa. Non è colpa tua, in effetti-
-Ti sbagli- aggiunse la ragazza, borbottando -Se io non esistessi...la Guerra, la Profezia...tutto questo non esisterebbe ed il tuo dolore non avrebbe mai preso parte-
-Può darsi- rispose secco Lagharta, lasciando che lo sguardo della ragazza si alzasse di nuovo verso il suo, tremolante come quello di un cagnolino -Ma se tu non esistessi...non credo sarei così felice di essere me stesso. Penso-
Mahel lo guardava fisso, senza capire. Lagharta le sfiorò il mento con le dita e avvicinò il suo volto a quello di lei, guardandola negli occhi -Io contro questi non posso vincere...-
Mahel si allontanò di scatto, spaventata. Lagharta ridacchiò e la tirò verso di sé, senza incrociare più il suo sguardo -Se tu non mi avessi guardato con quegli occhi pieni di speranza, sicuramente sarei rimasto in collera con il mondo per sempre- disse lui, posando il mento sopra la nuca di lei -Ti ringrazio-
Mahel sentì di nuovo quella morsa allo stomaco. Quel dolore, piacevole e strano al tempo stesso, che si trasformava in brivido lungo la schiena. Le sue mani afferrarono la stoffa della maglia di Lagharta, mentre le sue labbra si schiudevano in un sorriso.
Magari la scena che aveva visto la sera prima era simile a quella che stava vivendo lei in quel momento...Lagharta si stava aprendo. Lo stava facendo davvero.
Eppure sentì una fitta al cuore, pensando che non era stata la prima persona che Lagharta avesse stretto così dolcemente tra le braccia...

Era così minuta. Sentiva che sorrideva, soddisfatta di avercela fatta.
La principessina poteva essere davvero un animaletto fastidioso.
Quando la sentì stringergli la maglia, provò una sensazione diversa da quella avuta con Alvexia la sera prima. La sensazione dentro al suo cuore era...di tepore. Di tenerezza.
Solo Mahel possedeva quel cuore dolce e caldo capace di far sentire in pace le persone con cui entrava in contatto. Chissà con che stato d'animo la Lilith se n'era andata, allontanandosi da quella fonte di dolcezza e tenerezza...
Il guerriero era convinto, ormai, che non poteva più tenergli nascosto il suo passato. Ormai la considerava un'amica preziosa e voleva continuare, e concludere, il viaggio assieme a lei. E quando fosse giunto il momento, l'avrebbe rimandata a casa. Nel suo mondo.
Il suo stomaco si strinse in una morsa strana, non dolorosa quanto gelida, ma non ci fece caso. Non si accorse che era dovuto al pensiero del momento in cui avrebbe dovuto separarsi da lei...

Di nuovo, quella sensazione. Ma stavolta era diversa, era...piacevole.
Dolcezza, tenerezza. Pace.
Non aveva mai provato niente di simile. Ma tra le braccia di Lagharta sentiva di essere al sicuro. Si sentiva protetta.
Le vennero alla mente le parole di Alvexia ed un dubbio l'assalì nuovamente. La domanda a cui non sapeva dare risposta, magari, era la stessa che le aveva indirettamente posto la Lilith. Non sapeva se avrebbe dovuto preoccuparsene o meno.
Chiuse gli occhi e sorrise.
Il tempo per le preoccupazioni era ancora lontano...



***

In ritardo di un ulteriore giorno sulla tabella di marcia. Vi chiedo scusa. Ieri non è stata proprio una giornata splendida...e non parlo solo di pioggia...
Ma non sto più a tediarvi con le mie disgrazie tragi-comiche. Vi chiedo solo scusa e prego che possiate mai scusarmi.
Grazie a tutti coloro che hanno commentato lo scorso capitolo (grazie cioè a Genis, BumBj, piccolaKiki, fruttina89, Andreia (la mia adorata ex Dust_and_Diesel), Lirin Lawliet, Tayra (la mia ADORATA Tayra), Milou_, love_music (non ti preoccupare che sto benissimo, mi butta giù solo la pioggia ç_ç crampini crampini) ed Argorit (te lo scrivo anche qua: la fisioterapia non è così tremenda, dipende da chi trovi...penso ^-^''); entro domani pomeriggio risponderò a tutti ^-^) siete stati la mia forza per scrivere questo capitolo, che mi ha strappato qualche lacrimuccia ed una domanda: ma io che poteri ho su questi due?!
Inoltre grazie alle 50 persone che hanno inserito Lagharta tra le preferite, le 67 che l'hanno inserita tra le seguite e le 16 che l'hanno inserita tra quelle da ricordare. Grazie mille a tutti quanti ^-^
Ovviamente grazie anche a tutti coloro che leggono solamente ^-^ siete tutti gentilissimi!!!
Adesso cercherò di aggiornare ogni domenica, se dovessi ritardare accuso la fisioterapia U.U
Grazie a tutti quanti, di nuovo, non smetterò mai di farlo! Vi adoro!!!
Con affetto e devozione,
Selenite =)

  
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