Star Wars, Anakin Skywalker, Obi-wan Kenobi, Yoda, Padmé Amidala, Luke Skywalker, Leia Organa Skywalker, Han Solo e tutti gli altri personaggi sono © di George Lucas, LucasFilms Ltd e Twentieth Century Fox. Questa fanfiction è stata scritta per puro diletto, senza alcun fine di lucro. Nessuna violazione al copyright si ritiene, pertanto, intesa.
_ :*: FRAMMENTI D’ANIMA :*: __
__ :*: Parte II – La preda… e il cacciatore :*: __
By Aresian.
PREMESSA: Questa fanfiction si presenta come una sorta di sequenza d’episodi, tutti collegati ai sei film di Star Wars, in un modo o nell’altro, i cui riferimenti troverete debitamente citati in calce.
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Erano giorni che, inquieto, si aggirava come un torvo
avvoltoio sul ponte della nave. Era impaziente di scoprire il nascondiglio del
giovane padawan, e di tutta la sua accolita ribelle. Aveva fatto scandagliare
ogni quadrante, ogni sistema nel raggio di più di 12 parsec da Coruscant, ma ancora
non gli era riuscito di scovare il loro nascondiglio. All’improvviso, il
concitato parlottare di un gruppo d’ufficiali, intorno all’Ammiraglio della
Flotta, attirò la sua attenzione. Percepiva la puerile eccitazione del
comandante e il malcelato disappunto del suo superiore, ma questo non lo
riguardava minimamente, non era lì per disciplinare l’esercito Imperiale e i
suoi cloni, quanto piuttosto per distruggere, definitivamente, l’Alleanza.
“Avete trovato qualcosa?” esordì in tono glaciale, mentre sondava
l’animo confuso e preoccupato dei presenti. Era quanto mai fastidioso
percepire, costantemente, quelle grette presenze e le loro insulse beghe di
potere e autorità, così infinitamente inutili e misere in confronto al potere
della Forza.
Lo zelante comandante gli sciorinò un resoconto
dettagliato del rapporto di una Sonda. Pareva avere rilevato uno spartano
avamposto nel Sistema di Hoth. Ignorando le disquisizioni patetiche del
comandante, concentrò i suoi poteri in quella porzione di cosmo. Finalmente una
traccia, sì, lo sentiva era il luogo giusto. Un pianeta ostile e inospitale,
perfetto per nascondersi, per tentare di passare inosservati.
Eccellente. Facciamo rotta per il Sistema di Hoth”
L’eccitazione del cacciatore che ha avuto sentore della preda,
che già pregusta di vederla dimenare nella propria trappola, era tradita dalla
sua voce ansimante, lo sapeva ma non se ne curò minimamente, anzi, di fronte
alle flebili rimostranze dell’Ammiraglio ribatté deciso.
“Non ho dubbi, e Skywalker è con loro”
La perentorietà della sua affermazione, nonché il tono con
il quale la pose, gli garantì l’ossequioso e, soprattutto, terrorizzato
silenzio dei presenti.Presto avrebbe
stroncato la ribellione e avrebbe avuto, innanzi a sé, il suo giovane
avversario. Era ansioso di combattere con lui, di misurarsi con la sua … Forza.
Ansioso di scoprire se l’istinto di quell’IO mediocre che ardiva, talvolta,
importunare i suoi pensieri, non lo avesse ingannato.
Aveva atteso, lungo il viaggio, nella sua Camera Iperbarica,
ritemprando il proprio corpo, o meglio ciò che restava di quello che una volta
era stato un energico e vitale corpo umano. Il ricordo del suo sembiante, di
ventidue anni, lo travolse all’istante acuendo il senso di rimpianto che,
talvolta, invadeva la sua anima oscura, a tradimento. Non adesso, altre erano
le priorità, non certo il lusso dei ricordi tormentosi di quell’IO deplorato.
Scacciando tali, manifesti, pensieri si concentrò su se stesso, sulla
Forza…Doveva essere pronto allo scontro, al meglio, e per questo non avrebbe
lasciato nulla al caso. Era ansioso, come non gli capitava ormai da tempo
immemore. Stravagante quella sensazione d’aspettativa, di desiderio di
confronto, che ora lo pervadeva. Fortunatamente era lontano da Coruscant e
dall’Imperatore o questi avrebbe percepito la perturbazione, seppur flebile e
quasi impercettibile, nella “sua” Forza. Non avrebbe saputo dire il perché quel
prossimo confronto lo stimolasse tanto, o meglio non volle porsi la questione giacché,
in fondo a se stesso, sapeva di temere la risposta. Giunse poi la notizia,
inappropriata e irritante, dell’Ammiraglio. I ribelli avevano innalzato uno
scudo protettivo. Di fatto, non aveva mai nutrito dubbio alcuno sulla
possibilità di trovare la sua preda in quell’infausto pianeta, ma l’inefficienza
di quel dannato soldato rischiava di mandare a monte i suoi piani. Da tempo,
ormai, Darth Vader risolveva i problemi estirpandoli alla radice, e così fece
anche questa volta. Sotto l’influsso malefico e potente dei suoi poteri, l’Ammiraglio
cadde esanime, strangolato come da un’impalpabile e impercepibile mano
invisibile. Il comandante, che tanto si era adoperato per caldeggiare la
missione su Hoth, veniva invece promosso al grado d’Ammiraglio, sul campo, un
investitura ottenuta nel sangue e che, presto, nel sangue sarebbe stata resa.
Con malcelata impazienza, Darth Vader si presentò sul
ponte di comando, attendendo che le forze d’assalto aprissero un varco nello
scudo avversario. Lo percepiva, sì, sentiva che Skywalker si trovava sul
pianeta, che era impegnato in battaglia. I suoi poteri erano ancora grezzi e
approssimativi, ma avvertiva in lui una convinzione maggiore di quanto non
fosse accaduto sulla “Morte Nera”.Con
un brivido perverso assaporò la sensazione della Forza che scorreva sul campo
di battaglia, sì, quello era l’elemento vitale che riusciva, sempre, a
scatenare in lui subitanea reazione. Da quando aveva sterminato tutti gli Jedi,
dando loro la caccia uno per uno per tutta la Galassia, aveva perso la linfa
vitale del suo desiderio di battaglia, di potere e trionfo, ora aveva
l’occasione per misurare nuovamente i suoi poteri e questo era tremendamente…
eccitante. Era pronto allo scontro, come non mai. Con passo deciso si avviò
verso l’hangar, avrebbe preso il suo caccia monoposto e avrebbe chiuso la
questione, con l’avversario, in un duello aereo, i suoi preferiti dopo gli
scontri a corpo a corpo in punta di lightsaber. Era quasi giunto a destinazione
quando un’imperante necessità lo arrestò. Un pensiero perverso eppur affascinante,
nella sua complessità, si era fatto strada nella sua mente contorta.
Affrontare, ora, il giovane sarebbe stato controproducente. In un duello aereo
sarebbe stato difficile evitare d’ammazzarlo, cosa che tutto d’un tratto era
diventata d’assoluta importanza per l’oscuro signore dei Sith. Doveva
affrontarlo a viso aperto, faccia a faccia, doveva percepire distintamente i
suoi pensieri, le sue emozioni, doveva sapere se era… suo figlio. Quale insano
pensiero giungeva ora a turbarlo? Suo figlio? Con questo, quale rilevanza
poteva avere tale scoperta, adesso? Era un potenziale Jedi, un potenziale
nemico, andava distrutto fin che ce n’era la possibilità eppure non era certo
che fosse la soluzione migliore. No, nella sua mente si faceva strada un pensiero
proibito, tanto proibito e pericoloso da doverlo celare persino a se stesso,
onde evitare che l’Imperatore, così malignamente subdolo e perspicace, potesse
cogliere la sottigliezza dei suoi intenti. Non doveva braccare il ragazzo, non
ora. I tempi non erano maturi. Avrebbe fatto prigionieri i suoi amici, giacché
l’amicizia rendeva quel giovane così prevedibile e vulnerabile, e poi si
sarebbe occupato del resto. Così lo aveva lasciato… andare, scendendo sul
pianeta al seguito della squadra d’assalto di terra, mirando al suo nuovo
obiettivo, la cattura dei ribelli ai quali il padawan era così fortemente
legato.
Mentre la sagoma metallica del Trasporto Correliano abbandonava, sfrecciando rapida verso il cielo, l’angusto hangar, Darth Vader avvertì come una sorta di privazione. No, non doveva perderli o niente di quanto aveva previsto e pregustato avrebbe visto compimento. Indispettito per il contrattempo, concentrò i proprio poteri per percepire il giovane Skywalker, senza nutrire dubbio alcuno sul fatto che fosse sopravvissuto all’attacco, avvertendo immediatamente come questi si stesse, a sua volta, allontanando rapidamente seguendo una rotta che lo conduceva in un angolo remoto e molto lontano nella Galassia, un luogo ove, lo avvertiva, ambiva a conoscere i segreti dei Jedi, seguendo la chimera di un potere che nulla di paragonabile aveva al cospetto del “lato oscuro” della Forza. No, non lo avrebbe seguito, anche se questo sarebbe stato il suo dovere primo verso l’Impero e verso il suo Signore. Rifiutandosi di focalizzare, in profondità, le ragioni di tale condotta, rientrò sulla Star Distroyer, pronto a fare rapporto al Signore dei Sith, ponendo sotto il più rigido autocontrollo l’emanazione del proprio spirito dannato, inaridendo un animo già, di per sé, più cupo della notte nelle profondità di una miniera di Ban.
L’ologramma del Signore dei Sith brillava, impalpabile e
tremante, innanzi a Darth Vader, doverosamente inchinato al cospetto del
proprio Maestro. La voce arrochita e insinuante di Palpatine giunse chiara come
una scarica di folgoratore laser.
“Hai compiuto considerevoli progressi, amico mio, nella
lotta contro la Ribellione. La distruzione della Base su Hoth è stato un buon
punto di partenza., tuttavia sussiste il problema del nuovo potenziale Jedi.
Egli rappresenta una minaccia per l’Impero e per la mia persona”.
Darth Vader sollevò leggermento il capo, puntando lo
sguardo di vitreo metallo nero sull’immagine azzurrognola che fluttuava nello
spazio circostante.
“E’ solo un ragazzo e Obi-wan non può più aiutarlo”
Una semplice e ponderata constatazione, che tuttavia
produsse una reazione, immediata, da parte dell’Imperatore.
“Se il figlio di Skywalker restasse in vita sarebbe un
pericolo troppe grande per noi. Va eliminato immediatamente”.
Darth Vader parve esitare una frazione di secondo, prima
di proporre con contrito riserbo.
“Se si potesse portarlo dalla nostra parte sarebbe un
prezioso e potente alleato, maestro”
Vader sentiva, “percepiva” che l’Imperatore cercava di
sondare le ragioni celate dietro la sua affermazione, come a scoprire se un
residuato deprecabile d’umanità lo stesse inducendo a tentare di salvare, dalla
distruzione, il figlio di quell’Anakin Skywalker che aveva cessato di esistere
più di ventitré anni prima. Dovette, in ogni caso, essere soddisfatto per
quello che “lesse” nell’animo del fedele Sith, giacché concesse.
“Potrebbe essere un’ottima soluzione. Credi sia
possibile portarlo dal nostro lato?”
La risposta fu immediata e gelida, come a confermare la
totale assenza di debolezza umana negli intenti del Sith.
“O si unirà a noi o morirà”
- continua -
NOTE: Ambientato nella prima parte dell’Episodio V “L’Impero colpisce ancora”. Le frasi in corsivo sono espressamente riportate, anche se non necessariamente in modo letterale, dal film e su esse si basa la fusione tra quanto da me creato, di fantasia, e quanto realmente narrato da Lucas.
Un grazie a chi ha recensito il primo capitolo. Spero che quello odierno vi piaccia. A presto.