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Autore: Hikary    20/03/2011    1 recensioni
[Unknown girl x Unknown boy]
Quando il cuore batte forte, il cervello si spegne e lo stomaco é più accartociato dell'ultima versione di latino per casa...
...siamo propri sicuri che sia un semplice colpo di fulmine?
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo breve racconto é molto speciale.
La sua vera natura sarebbe quella di una RPS, ma per amore e rispetto di alcune persone non ho voluto che lo fosse. E' una storia che potrebbe essere di tante persone; una lei e un lui presi in un momento, una mattina qualunque, delle loro esistenze. Ci sono accenni che lasciano supporre alcuni aspetti della loro vita, ma nulla é definitivo. Potrei chiamarlo davvero slice of life.
Un po' come quei racconti che la mia prof d'inglese adora farci analizzare.
Un po' peché sono in un periodo Virginia Woolf/The Hours.
Un po' per la mia sorellina e il suo gioco delle canzoni, che potrebbe ricavare mille film da una sola di esse :D
Un po' – praticamente tutto quello che resta – per la mia adoratissima Sam, anche se ha fatto il voto quaresimale di non aprire Efp fino a Pasqua x)p

Desclaimer: il paragone psicofarmaci/colpo di fulmine arriva da un delizioso spettacolo di musica e cabaret visto l'altra sera, che mi ha ispirato tante cose, tra cui questa. Era l'introduzione ad una canzone di cui non ricordo il titolo e che dice qualcosa come “ cosa mi hai messo nel caffé?”.


Psicofarmaci.

A lei pareva quasi di poter toccare l'entusiasmo della compagnia, quella mattina.
Un sabato come tanti, eppure non stava più nella pelle  all'idea di due intere performance – matinée  ed evening, come da tradizione – con il primo cast al completo. Si perse a contare il numero impressionante di catastrofi che li aveva perseguitati quell'inverno: influenze, cali di voce e perfino un braccio rotto – la solita Happy-Sarah, che ogni anno tentava la sorte con un paio di pattini da ghiaccio e il suo ostinato entusiamo. Un giorno o l'altro l'avrebbe uccisa.
Riprese a camminare accanto al palco, senza smettere di sorseggiare il suo caffé mattutino. Beveva a piccoli sorsi, quasi esitante, beveva e camminava. Il caffé era la sua buona scusa per attardarsi alle prove e godersi il silenzio carico di attesa in cui era immersa la platea vuota. Niente al mondo, niente le dava un'emozione tanto intensa quanto le duemila persone che ogni sera occupavano le poltroncine rosse per lei. Lei e tutti gli altri, certo, non solo per lei; ma anche per lei.
Sfiorò la rete del golfo con due dita sognanti; si perse in un sospiro, mando giù ancora un sorso. C'erano ancora tante cose da fare prima di andare in scena.
Tanti minuti, tanti silenzi, mormorò tra sé, ma alla fine, come ogni volta, il fragore degli applausi sarebbe arrivato. E allora saprò di esserci riuscita.

E ad ogni modo, tornando al caffé che proprio non voleva finire, glielo aveva portato lui, arrivato poco dopo di lei. “ Buongiorno occhioni”, le aveva detto, comparendole alle spalle come al solito, “ ti ho preso un caffé”. I suddetti occhi si erano spalancati per la sorpresa, più blu che mai, e lei si era voltata di scatto, a metà tra lo spavento e la gioia incontenibile di una bambina che ha già intuito il regalo nascosto sotto la carta. Strappato il metaforico fiocco, si era ritrovata con un caffé in mano, esattamente il suo, dalla dose di zucchero alla quantità di panna, e il sorriso del principe tutto per sé. Era terribilmente brava a sorridere di rimando con naturalezza, nonostante sentisse lo stomaco accartocciarsi ogni volta che lui la guardava in quel modo, ad ogni stupido, piccolo gesto di affetto.

Quindi era a buon diritto che stringeva ancora il bicchiere di carta come un piccolo tesoro, attorcigliandosi una ciocca color rame attorno all'indice libero. La sua adorata Lù, migliore amica in carica nonché partner sulla scena, stava sicuramente per arrivare. Voleva dirle del caffé e non dirle nulla, lamentarsi dei tiri mancini della sorte – fidanzati al momento sbagliato, qualche coniuge qua e là, regole del teatro e colpi di fulmine dal pessimo umorismo -  e far finta di sentirsi benissimo.
Un po' quello che faceva di solito.
Un po' la solita indecisione generale in cui sguazzavano tutti, ultimamente, da cui nascevano comportamenti indecifrabili quali portarle il caffé, a lei e a lei soltanto. Non capiva, ma sapeva che la sua Lù avrebbe dato una spiegazione semplice e logica – gli piaci, anche se non dovresti...
Ciò nonostante, quando la vide entrare, saltò su in preda all'eccitazione, travolgendo un paio di colleghi mentre si precipitava ad accoglierla all'entrata di servizio.
Si guardarono in silenzio, squadrandosi a vicenda.

« Ancora il caffé? »
« Già le domande? »

Sorrisero, poi lei prese l'amica sottobraccio, con la chiara intenzione di non lasciarla prima di aver recuperato il proprio equilibrio mentale, e la trascinò verso il corridoio. Appollaiata su uno sgabello del camerino di Lù, mandò giù  qualche altro sorso del famoso caffé.

« Sei un po' su di giri, questa mattina. »
« Lo so. Ma non so perché. » arrossì, bevve ancora e si corresse « Credo, più o meno ...mah. ».

Questa volta aveva preso un bel sorso e il bicchiere iniziava a farsi troppo leggero. Preoccupata, continuò a spiegare – o forse a  confondere – le cose che le erano passate per la testa durante quella mattinata. L'impressione era che, una volta finito, non sarebbe più ruscita ad andare avanti.

« Era tutto okay, prima...  »
« Parliamo sempre del principe, giusto? »
« Mh-mh. » annuì lei, non resistendo alla tentazione di un'altro sorso; accidenti, era davvero buono.

Lù roteò gli occhi.

« Ahi-ahi. Questo tuo colpo di testa mi ha lasciata senza parole. Voglio proprio vedere come ne verrai fuori... »
« Ah, grazie tante! E tu in teoria saresti quella con il titolo di “ migliore amica” ? »
« Beh » Lù diede uno strattone deciso all'elastico, chiudendo in un chignon la sua cascata di capelli biondi « se per questo, lui dovrebbe essere il principe, perciò di che ti preoccupi? Il lieto fine non tarderà tanto. »
« Di che stiamo parlando? » lei ridacchiò, il caffé quasi finito.
« Mmm » Lù scrollò le spalle « forse dello spettacolo. O forse é la realtà che gli somiglia in maniera quasi inquietante. »
« Tu non mi prendi sul serio! » piagnucolò.
« Come posso non scherzarci su? Oh, andiamo, é stato a dir poco incredibile! Te lo ricordi, no? Lui entra da quella porta e tu a momenti ...svieni. »
« Esagerata! »
« Trovi? Uhm, vediamo, dimmi se é normale: occhi che s'incontrano, mani che si sfiorano, qualche amichevole sorriso di circostanza e contemporaneamente, nelle vostre testoline bacate ...Zot! Tum! Sbarabam! Gambe molli, testa che gira, carenza di ossigeno – e sì che poi si spiega la totale mancanza di attività cerebrale.. »

Ci mancò poco che l'altra rovesciasse quel che restava del caffé, tra uno spasmo di risate e l'altro.

« Quando basta un secondo per scatenare un tale putiferio... »

E' un colpo di fulmine, pensò lei, ingoiando finalmente l'ultimo sorso di caffé. E' vero amore.

« ...sono senza dubbio gli effetti di uno psicofarmaco. Potente. »
« Di un che? »
« Psicofarmaci. Tipo, per dire, versati nel thé. In un bicchiere d'acqua al bar. » lanciò un'occhiata al bicchiere dell'altra « Nel caffé. »

Anche lei guardava il fondo vuoto del suo bicchiere, ora.

« Psicofarmaci..? » ripetè.

Guardò l'amica e di nuovo il bicchiere, l'amica e poi rimase a fissare il fondo bianco.
Qualcuno bussò.
Una testa ricciuta fece capolino da dietro la porta. Lù sorrise, adorabile, mentre lei sussultò nel ritrovarsi faccia a faccia con il suo principe.

« Lungi da me interrompere » le riprese scherzosamente « ma sapete com'é, una trentina di persone, di là dal corridoio, aspetta voi due per iniziare le prove. »
« Mi cambio e arrivo, qualcuno, qui, mi stava distraendo. » Lù regalò una linguaccia all'amica e la spinse fuori dal camerino.

Gli altri due rimasero qualche secondo immobili, storditi dal tonfo sordo della porta che era appena chiusa davanti ai loro nasi.

« Antipatica... » brontolò lei. « Non la stavo affatto distraendo! »  

Lui sogghignò.

« Siete adorabili. »
« Trovi? » ribatté ironica, imitando Lù, mentre tentava invano di ricavare un ultimo sorso dal bicchiere.
« Oh, ma hai ancora il caffé? Doveva essere proprio buono! »

Lei si fermò di colpo.
Lo guardò, il capo reclinato nel tentativo di afferrare qualcosa di inspiegabile, poi l'occhio tornò alla porta chiusa del camerino di Lù.

« Non. Siete. Affatto. Divertenti! » sbottò « Per niente, proprio per niente! »

Lanciò il bicchiere nel cestino più prossimo e se ne andò di gran carriera verso la sala prove.
Lù si era ben guardata dall'uscire prima che l'amica si fosse adeguatamente allontanata. Cautamente, riaprì la porta e sgranò gli occhi alla volta del collega.

« Wow. Che le hai detto? »
« Niente. Ma che accidenti c'era in quel caffé? »

Lù gonfiò le guance per trattenere una risata.

« Oddio » si mordicchiò la lingua, senza per altro dimenticarsi di annotare mentalmente l'espressione deliziosamente preoccupata di lui « e pensare che sherzavo...! »

Notes
Riuscirci, occhi & mani, principi, lieto fine ...mmm, forse ho scritto già troppo x)p
  
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