- Eccola, è arrivata. La stavo aspettando- farneticò la donna appena l’ avvocato che aveva assunto ,perché si occupasse del suo caso, varcò la soglia del bar. Si erano sentiti per telefono il pomeriggio precedente e avevano concordato di incontrarsi per la prima colazione in un tranquillo bar del centro per conoscersi e iniziare ad analizzare insieme i punti che giocavano in loro favore e quelli che, invece, li sfavorivano.
L’ avvocato sorrise e le strinse la mano – Si, mi dispiace per il ritardo ma il traffico, anche a quest’ ora del mattino, è molto. Comunque sia, è un piacere conoscerla- .
I due si sedettero a un tavolo in un angolo appartato del locale e, mentre ordinavano due caffè e dei pasticcini con cui fare colazione, la donna non potè far a meno di osservare attentamente e con un po’ di ammirazione l’ uomo che le era seduto di fronte.
Doveva essere piuttosto giovane, sui trent’anni, forse. In ogni caso, avevano almeno qualche anno di differenza. Non era molto alto di statura, a dir la verità, ma aveva un fisico piuttosto atletico, il ché si poteva capire dalla struttura fisica e dai muscoli che venivano messi in mostra in quanto indossava una camicia da giorno con le maniche rimboccate fin sopra il gomito. Questo abbigliamento l’ aveva parecchio sorpresa: era convinta che tutti gli avvocati si vestissero in modo formale anche fuori dal tribunale mentre quello che aveva davanti aveva vestiti normali: niente cravatta o giacca.
La carnagione era chiara e gli occhi, come i suoi, non erano molto grandi e avevano un taglio all’ orientale. I capelli erano scuri: neri, no, forse marroni. Non lo capiva, avrebbe dovuto avvicinarsi ulteriormente a lui per avere una conferma ma lasciò correre. Si soffermò, invece, sulle labbra : carnose, rosee, circondate da un accenno di barba che dava al giovane un aria molto matura. Beh, un bell’ uomo, non c’ era che dire.
- Mi segue?-
Era così intenta a osservarlo che non si era nemmeno accorta che il cameriere era sparito dietro il bancone e che il suo avvocato le stava parlando.
- Ehm, mi scusi penso di non aver capito. Potrebbe ripetere ?- e abbozzò un sorriso.
- Dicevo - riprese con pazienza il giovane – che per iniziare vorrei che lei mi raccontasse la sua storia. Insomma, quello che l’ ha portata allo scontro con suo marito. Ho letto il fascicolo del suo caso ma preferirei sentirle raccontare questi fatti di persona. Questo perché le voglio chiedere di sforzarsi e non tralasciare nemmeno il più piccolo particolare perché potrebbe sempre essere un elemento utile. So – il suo tono distinto e professionale lasciò per un attimo posto a un tono rassicurante – che non sarà semplice per lei. Da quel che ho capito sarà una causa parecchio difficile da vincere ma la voglio rassicurare dicendole che, essendoci di mezzo anche un bambino, cosa che mi ha scosso parecchio, intendo lavorarci giorno e notte poiché credo che, se collaboriamo, riusciremo ad avere risultati positivi-.
La giovane annuì affascinata e commossa da quelle parole: aveva finalmente trovato una persona in grado di aiutarla e, di certo, non se la sarebbe lasciata scappare. Non proprio adesso che aveva iniziato a nutrire un po’ di speranza.
- La ringrazio…- sorrise e sospirò- per quanto riguarda la mia storia…-
L’ avvocato la interruppe – Aspetti. Prima che inizi a raccontare, credo sia opportuno che io conosca il suo nome e lei il mio. Dopo tutto, dovremo lavorare insieme per un lungo periodo e non vorrei trovarmi nella situazione imbarazzante di doverglielo domandare dopo mesi di conoscenza - disse e, subito dopo, sorrise.
- Sono Joseph Jonas- concluse poi.
La giovane lo guardò e sfoderò un altro sorriso – Demetria Lovato-
ANGOLO AUTRICE:
Ehi! =) Ecco il terzo capitolo dove finalmente entra in scena Joe! Spero vi piaccia e che mi lascerete anche solo una piccola recensione! Diciamo che l' ho scritto perchè mi è venuta l' ispirazione mentre facevo matematica... haha si vede che i polinomi e i monomi portano ispirazione! XDXD
baci
Marty <3