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Autore: ornylumi    25/03/2011    6 recensioni
Un immaginario capitolo extra di Harry Potter e i Doni della Morte, posto subito dopo la fine della battaglia di Hogwarts. Un viaggio nei ricordi di Bellatrix, visti attraverso gli occhi di Harry, alla ricerca della vera ragione per cui è diventata quello che era: la più spietata e fedele Mangiamorte.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Harry Potter, Narcissa Malfoy, Rodolphus Lestrange, Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Rodolphus/Bellatrix
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Bellatrix era di nuovo davanti a uno specchio. Questa volta integro, a figura intera, e rifletteva l’immagine di una donna più adulta, più consapevole. Portava un abito di seta verde, molto elegante, che lasciava scoperta la schiena e le dava quasi un’aria regale. Mentre fissava seria la propria immagine, Narcissa era dietro di lei e cercava di raccoglierle i capelli in una complessa acconciatura. Il contrasto tra le due sorelle era ancora più evidente, quando erano così vicine; le dita delicate e sottili di Narcissa si perdevano nei folti capelli neri di Bellatrix, la pelle chiara e l’espressione serena dell’una sembravano incompatibili con l’oscurità e la durezza che trasparivano dall’altra. Eppure erano lì, insieme, a prepararsi per quella che doveva essere un’occasione speciale.

“Niente!” esclamò Narcissa, lasciando ricadere parte dei capelli della sorella. “Non vogliono stare a posto. Sono quasi più ribelli di te”.

Un mezzo sorriso piegò le labbra di Bellatrix, ma solo per un attimo. “Lasciali sciolti. È così che li porto sempre, non vedo perché oggi dovrebbe essere diverso”.

“Forse perché è il giorno del tuo matrimonio”. Eccola, la ragione dei loro vestiti eleganti. “Non hai voluto nemmeno l’abito bianco, come dovrebbe essere per una sposa”.

“Non è adatto a me, lo sai. Tra noi due sei tu quella candida e pura, lo indosserai quando sarà il momento. Neanche questo ridicolo colore pastello mi piace”. Era evidente che non mentiva; l’espressione allo specchio mostrava tutto il suo disappunto per quei drappi di seta che la coprivano.

“Ah, lo so. Saresti stata capace di vestirti di nero, se nostra madre non avesse insistito tanto. Sei terribile”. Bellatrix sorrise di nuovo, in maniera appena percepibile, a quell’affettuoso rimprovero. Narcissa lasciò andare completamente il suo compito e si sedette accanto a lei, diventando improvvisamente seria.

“Dimmi la verità. Perché hai deciso di sposarti?” le chiese, guardandola attraverso lo specchio.

“Per tante ragioni. Ora non so quale ti aspetti di sentire”.

“Quelle reali, Bella. Non quelle ufficiali, che hai dispensato ad amici e parenti. Sono tua sorella, merito qualcosa di più”.

“Non ho mentito” dichiarò Bellatrix, con convinzione. “A nessuno. Se proprio vuoi, le elencherò ancora una volta. Primo, perché Rod me l’ha chiesto. Mi piace, ci frequentiamo dai tempi della scuola e abbiamo le stesse idee per il futuro. Non vedo perché avrei dovuto rifiutare. Secondo, perché sono stanca di essere una figlia e voglio diventare una moglie. Una casa mia, una vita solo mia di cui posso decidere a mio piacimento. In questo dovresti capirmi, è quello che vuoi anche tu. Terzo, perché anche i nostri genitori lo meritano, dopo il tradimento di Andromeda”. La lista si concludeva lì. Eppure mancava una ragione, la più importante, che era ben presente nella sua testa ma non osava uscirle dalle labbra. Di nuovo, anche Harry la percepiva, come se potesse leggerle la mente. Perché lui vuole così.

“Quello che dici è così… serio, razionale” commentò Narcissa, poco convinta da quella risposta. “Va bene per alcuni tipi di scelte, ma non per un matrimonio. Io sposerò Lucius perché lo amo, e nessun altro motivo al mondo mi porterebbe a farlo”.

Bellatrix stava per ribattere, ma sua sorella glielo impedì, prevenendola. “Sì, lo so cosa stai per dirmi. Che l’amore è una sciocchezza, che non si addice alla nostra gente. Ma non sono d’accordo; esiste anche chi lo merita, il nostro amore. E lo pensavi anche tu un tempo. Le idee che hai adesso non ti appartengono, non sono realmente tue… è come se qualcun altro te le avesse imposte”.

Quell’ultima frase non piacque a Bellatrix. Il suo sguardo s’indurì e la mano destra strinse forte la stoffa della gonna. “Nessuno può impormi niente, Cissy. Se ho un’idea, è mia soltanto. Se la cambio, è una mia scelta. E se la pensi diversamente ti sbagli”.

Narcissa sembrava sconcertata da quella reazione. Sua sorella era molto suscettibile, quando si toccavano le corde della sua influenzabilità. “Va bene” le concesse, infine. “Allora mi sarò sbagliata”.

Lentamente si alzò dalla sedia e tornò alle spalle di Bellatrix. “Sarà meglio aiutarsi con la magia”, si disse. Immediatamente dopo, con un colpo di bacchetta i capelli ritornarono perfettamente ordinati nell’acconciatura. Bastò qualche istante, tuttavia, perché una ciocca si liberasse di nuovo da quella imposizione, ricadendo prepotentemente sul viso di Bellatrix. “Lo sapevo” fu il commento di Narcissa. “Ma sei bella anche così. Ah, manca ancora una cosa”.

Narcissa si allontanò un istante, per poi raggiungere nuovamente la sorella. Tra le mani aveva qualcosa di sottile e luccicante, come una catenina d’oro. Bellatrix si voltò, incuriosita.

“È un ricordo di famiglia” le spiegò Narcissa, rivelando alla fine della catena un ciondolo color argento, costellato da piccoli diamanti che formavano una B. “Per tradizione va alla moglie del primogenito, ma nel nostro caso puoi averla solo tu. Era destino che fosse tua, del resto. Si adatta anche al tuo nome”. Passò le mani attorno al collo di Bellatrix e le infilò quel gioiello, che al tocco della sua pelle parve quasi brillare di più.

“Grazie” mormorò Bellatrix, osservando rapita il ciondolo allo specchio. Le sue dita percorsero delicatamente i bordi della lettera.

“Rodolphus è felice” disse poi Narcissa, cogliendola di sorpresa. “Non riusciva a crederci, quando hai accettato la sua proposta. È uno di quegli sciocchi che provano amore” la prese in giro.

“Anch’io sono felice. Davvero”. Harry non sapeva dire se quella risposta avesse convinto Narcissa, ma lei non replicò. E Bellatrix, osservandosi dietro la ciocca ribelle che le copriva in parte gli occhi, per la prima volta sorrise veramente.

   
 
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