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Autore: MiaStonk    26/03/2011    9 recensioni
Dimenticate una Victoire Weasley semplicemente perfetta, altezzosa e superba. Dimenticate la ragazza che ammalia col suo sguardo e il suo portamento elegante. Dimenticate la ragazza con un ottavo di sangue Veela. Fate spazio ad una giovane Grifondoro esuberante e chiassosa. Ad un giocatrice di Quidditch in gamba e stravagante. Ad un'amica leale e impicciona, ad una Victoire imperfetta, semplicemente Weasley.
Dal prologo: Ho sangue Veela nelle vene.
Lunghi capelli biondi, chiari come i raggi di una spenta luna.
Occhi di un azzurro pallido, ghiaccio direbbe qualcuno.
Ma i geni Delacour si fermano qui[...]
Non ho un portamento aggraziato, sono goffa e rumorosa.
Non ammalio con il mio sguardo, tutt’al più faccio ridere.
Sono l’orgoglio di mio zio George e la disgrazia di mia madre.
Sono una Weasley, e fiera di esserlo[...]
In ultimo, ma non meno importante, Teddy Lupin mi è completamente indifferente.
No, non sono innamorata di lui come in molti sperano.
Nemmeno lo odio come si vocifera.
A stento so che esiste, a stento ci rivolgiamo la parola.
Io vivo nel mio mondo fatto di caos e allegria.
Lui vive nel suo, fatto di ordine e noia.
Io e lui, opposti che non si attraggono.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Teddy Lupin, Victorie Weasley
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'You&Me'
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4. Molliccio, Confidenze e Fata Turchina

 

La prima colazione è un pasto importante, solitamente lo consumo piano, gustandomi ogni pezzetto di cibo e ritardando il più possibile l’ora della primissima lezione della giornata. Quest’oggi è diverso, ingurgito velocemente toast, uova e quant’altro sotto lo sguardo consapevole di Marie e quello sbalordito dei due sociopatici e del capitano, seduti di fronte a noi.

 

<< Dsfevo sfare ign frettsa >>

 

<< Va di fretta >>

 

Marie si premura di tradurre le mie parole all’occhiata perplessa che gli altri le lanciano. Poi continua, visto che non sembro intenzionata a spiegarne il motivo, o forse sono troppo impegnata a non soffocare col pezzettino di bacon che ha deciso di indugiare nella mia gola.

 

<< Abbiamo Difesa alle prime ore e il professor Mcmillian ci riproporrà un molliccio, Vicky ne è entusiasta visto che la sua paura è abbastanza stravagante >>

 

Smetto di ingozzarmi e mi preparo a rispondere io ai tre paia d’occhi interrogativi. Sono sempre stata fiera di quello che è il mio più profondo timore, questo perché è assolutamente ridicolo e buffo, il che rende al meglio la mia personalità bizzarra. E sconfiggerlo con un riddikulus è un gioco da ragazzi.

 

<< Il Molliccio prende le mie sembianze, ma in una copia sputata di mia madre >>

 

Teddy piega gli angoli della bocca in un sorrisino appena accennato, Alastor mi fissa come se non avesse ascoltato nemmeno mezza parola dall’inizio della conversazione e Dylan ha un’espressione che definire confusa sarebbe usare un eufemismo.

 

<< Mi sembra assurdo …>>

 

<< Questo perché tu non conosci mia madre e il mio timore di diventare come lei >>

 

<< Non credo che tu possa mai raggiungere il suo stile e la sua eleganza, Victoire >>

 

<< Oh, grazie Teddy Bear è la cosa più carina che tu mi abbia mai detto! >>

 

Lo vedo piegare le labbra in una smorfia, il mio nomignolo non deve piacergli per niente. Intanto Dylan scuote il capo divertito e Marie mi sorride complice. Ma c’è uno sguardo che mi è mancato, e una voce che non ho proprio udito: Yvonne.

 

Mi volto alla mia sinistra dove dovrebbe essere, è immersa nella lettura della Gazzetta del Profeta, sembra non aver dato retta a niente di quello che ho detto. Comincia a somigliare in tutto e per tutto al sociopatico numero due. Le do una lieve gomitata, richiamando la sua attenzione.

 

<< Yvy sei pronta ad affrontare le nostre paure? >>

 

La vedo sussultare appena e voltarsi verso di me. Scrolla le spalle, mostrandomi un’espressione indifferente e annoiata.

 

<< Ho intenzione di saltare la lezione, ho il tema di pozioni da terminare e se non lo consegno oggi, Lumacorno potrebbe anche considerare l’idea di farmi esplodere assieme al mio calderone >>

 

Sgrano gli occhi, afferrandola per le spalle e scuotendola vigorosamente. Lei è la mia fedele compagna di scorribande, non può tirarsi indietro quando ci si prospetta un simile divertimento. Si perché vedere il Molliccio/Vicky altezzoso e vestito di tutto punto è uno spettacolo impagabile.

 

A pensarci bene avrei dovuto inviare un gufo a mia madre e chiederle di assistere alla lezione, sarebbe stata la sua unica occasione di vedermi nel modo in cui avrebbe sempre voluto che fossi.

 

<< Ma non puoi! >>

 

Yvy sbuffa, liberandosi dalla mia presa e rialzandosi per lasciare la Sala Grande. Certo è strano che non sia entusiasta all’idea di farsi due risate alla lezione, ma quello che risulta essere ancora più bizzarro è che non abbia rivolto nemmeno un cenno di saluto a Shacklebolt o un urletto isterico o una parola del tutto insensata.

 

Come me anche Dylan e Teddy sembrano averlo notato, Alastor ha rialzato il capo dal suo piatto per pochi secondi per poi riabbassarlo subito mentre Marie ha assunto la solita espressione pensierosa e comprensiva. Faccio per rialzarmi anch’io e seguirla, quando la Summers mi afferra, spingendomi sulla panca.

 

<< Cazzo fai? >>

 

<< Vicky, Yvonne ha terminato il suo tema di pozioni la scorsa notte, io stessa le ho dato una mano… semplicemente non vuole affrontare il suo molliccio e se ci rifletti un attimo, comprenderai anche tu il perché >>

 

Ascolto con attenzione le parole di Marie, fissandola con sguardo vacuo. Sono una stupida, presa dal mio entusiasmo ho completamente scordato quale possa essere la sua più grande paura, e il fatto che già l’anno prima aveva evitato una lezione simile. Sono una pessima amica.

 

Mi limito ad annuire, riportando lo sguardo sul mio piatto e ripetendomi quanto io sia idiota. Voglio andare da lei, starle vicino e magari saltare anch’io Difesa. Marie sembra leggermi nel pensiero e capire la mia intenzione perché posa una mano sul mio braccio, scuotendo leggermente il capo.

 

<< No Vicky, questo è uno di quei momenti >>

 

Yvonne è la mia copia sputata per molti versi, come me ama la confusione e il divertimento, è chiassosa e costantemente allegra. Per chi non la conosce bene, direbbe senza alcun dubbio che nemmeno una preoccupazione sfiori il suo animo. Niente di più sbagliato.

 

Di tanto in tanto ha bisogno di allontanarsi dal caos e da noi. Ci sono quei momenti in cui solo la solitudine può farle compagnia, momenti in cui un latente dolore viene e a galla e ha bisogno di sfogarlo piangendo o rifugiandosi nei suoi ricordi. E da quegli attimi, tutti sono tagliati fuori.

 

Poi ritorna ad essere la solita Yvonne, allegra e spensierata, ma per chi la conosce bene come me può cogliere quel velo di tristezza nei suoi meravigliosi occhi nocciola e può accorgersi che il suo sorriso non è lo stesso, non risplende come al solito.

 

Annuisco, rialzando lo sguardo su Dylan e Teddy che mi fissano pensierosi. Agito la mano in un gesto di noncuranza, il segreto di Yvonne è ben custodito. Così riprendo a blaterare parole senza senso, spalleggiata dalla piccola Summers.

 

 Incrocio per un istante lo sguardo di Teddy che non sembra essersi bevuto la mia finta allegria, tuttavia non fa domande, ma preferisce assecondarmi. Gli sorrido riconoscente e lui ricambia complice. Noto con la coda dell’occhio Alastor rialzarsi, dopo aver preso una strana pergamena dalla borsa di Lupin e lasciare la Sala.

 

Non do peso alla cosa, continuo a chiacchierare con Marie e Wood, ma la mia mente e il mio cuore sono altrove. Sono con Yvonne, col suo dolore e il suo coraggio.

 

                                                                       ***

 

Yvonne ha saltato anche le lezioni successive a Difesa, per non parlare del pranzo. Quando io e Marie usciamo dall’ultima aula nel tardo pomeriggio, ognuna persa nei propri pensieri, tutti riguardanti la nostra migliore amica, ci imbattiamo in alcune ragazzine che ciarlano di qualcosa.

 

<< Li ho visti anch’io… Il caposcuola Shacklebolt e la MacDonald uscire dal ripostiglio delle scope al piano terra! >>

 

Io e Marie ci guardiamo, ma non riesco a commentare o schiantare una di quelle linguacciute che Yvy viene verso di noi. Tutti dicono che parlo troppo e a sproposito, eppure ora le parole muoiono nella mia gola prima di formarsi. Dovrei chiederle scusa per la mia poca sensibilità? Per non averla capita? O abbracciarla semplicemente?

 

E poi è lei a liberarmi dai miei dilemmi, sorridendoci e prendendo le nostre mani nelle sue.

 

<< Venite con me, voglio parlarvi >>

 

E così la seguiamo, senza batter ciglio. Ci ritroviamo in riva al lago, ai piedi del nostro albero. Ed è Yvonne che comincia a proferir parola, a confidarsi. Perché è quello che sta facendo e per la prima volta. Anni fa ci parlò del suo segreto, ma fu un modo per metterci a conoscenza della sua situazione familiare, non aggiunse altro ad una semplice cronaca.

 

Non ci parlò di quello che aveva provato e che ancora provava. Non palesò il suo dolore, non come sta facendo ora. Ora che piange tra le mie braccia, lasciando che Marie le accarezzi la testa dolcemente. Ora che parla dei suoi incubi e delle pozioni che è costretta a bere per dormire un sonno profondo e senza sogni. Ora che esprime il suo dolore, ora che ammette di odiare suo nonno per essere stato un Mangiamorte e soprattutto per aver ucciso sua madre, la cui unica colpa era stata quella di amare un babbano.

 

E nel momento stesso in cui la stringo tra le mie braccia, capisco quanto poco sapevo di lei. Mi ero accontenta di quello che lei voleva sapessi e vedessi in lei, non sono mai andata oltre la superficie e mi detesto per questo. Come posso essere la sua migliore amica se non sono a conoscenza di una cosa così personale? Come posso affermare di volerle bene se non ero accanto a lei quando soffocava le lacrime sul suo cuscino?

 

E solo ora mi rendo conto di quanto la vita sia stata generosa con me. Della fortuna che ho avuto nell’essere una Weasley e nell’avere una famiglia come la mia. E si, anche di avere ancora una madre, a differenza di Yvonne. E alla fine dei giochi sembra che parte della mia paura si sia avverata, sono viziata e superficiale proprio come Fleur.

 

E quando Yvonne smette di piangere e ci sorride, finalmente più serena, sento il cuore alleggerirsi un poco. Lei e  Marie sono le mie ancore, un loro sorriso è in grado di allontanare ogni mia paura, ogni mio turbamento, almeno per un po’.

 

<< Ehi, aspetta! Tu e Shacklebolt in un ripostiglio delle scope? >>

 

                                                                            ***

 

Quando ritorniamo alla nostra Sala Comune, l’ora di cena è già ampiamente passata. Marie accompagna Yvy in camera, è stata un lunga giornata per lei. Mi accascio sul divano rosso e infilo la testa tra i cuscini. Da piccola era l’unico modo per rilassarmi. Quello e infastidire fratelli e cugini, e immergermi nel fango solo per far infervorare mia madre: quella è un’azione più che catartica.

 

Un colpettino sulla mia spalla mi suggerisce che non sono più sola e che qualcuno sta richiamando la mia attenzione. Perché non mi lasciano in pace almeno questa sera? Sono arrabbiata e affamata, pessima combinazione per Victoire Weasley.  Cerco di ignorarlo, si stancherà prima o poi, chiunque sia. Un altro colpetto e un altro ancora. Tenace.

 

<< Lasciami morire in pace o dammi il colpo di grazia! >>

 

La mia voce è attutita dal cuscino, ma credo il messaggio sia stata comunque recepito.

 

<< Non tentarmi, Victoire >>

 

Quella voce e il mio nome pronunciato per intero. Una sola persona osa farlo ad Hogwarts. Rialzo la testa, prima spiaccicata sul guanciale e mi rimetto seduta. Lo vedo sorridere e sedersi accanto a me. Mi guarda con la coda dell’occhio, rialzando un sopracciglio e sogghignando.

 

<< Non eri a cena, e Victoire Weasley che salto un pasto è qualcosa che ha dell’incredibile… anche quella volta che ingurgitasti per errore del torrone sanguinolento, arrivasti in Sala Grande con un paio di fazzoletti infilati nel naso, tutto pur di riempirti lo stomaco >>

 

Oh, bei ricordi! Le risatine alle mie spalle e i commenti poco velati nemmeno mi sfiorarono. Non rinuncerei per niente al mondo ad uno dei banchetti di Hogwarts, certo a meno che la mia migliore amica non necessiti di un mio abbraccio.

 

<< Il cibo è il nutrimento dell’anima Teddy Bear! >>

 

<< Interessante teoria >>

 

Restiamo in silenzio per qualche secondo, fin quando il mio stomaco non decide di reclamare. Poso le mani sulla pancia, borbottando qualcosa che somiglia ad un ‘Mangerei un bue intero se potessi’, quando Lupin si rialza, porgendomi la mano.

 

<< Vieni con me >>

 

Lo guardo con un’espressione perplessa, ponderando su cosa fare. Alla fine decido di assecondarlo e mi rialzo, lasciando che mi guidi fuori la Sala Comune e verso i Sotterranei a quanto pare. Tiene ancora la mia mano nella sua e non ho intenzione di ritirarla. E’ calda e riesce a trasmettermi un senso di protezione. O probabilmente è proprio Teddy a darmi l’idea di sicurezza e fiducia, a farmi pensare che lui ci sarà sempre ovunque io guardi.

 

Ci fermiamo dinanzi ad un grosso dipinto raffigurante un piatto di frutta. Lupin si avvicina ad esso, solleticando una pera. Lo guardo divertita e perplessa allo stesso tempo, fin quando sotto il mio sguardo sbalordito, non si apre una porta. Teddy mi fa cenno di seguirlo ed entriamo in quelle che dovrebbero essere le cucine.

 

Vi sono quattro lunghi tavoli di legno, proprio come quelli della Sala Grande e in fondo alla stanza vi è un grande focolare in mattoni. In un attimo decine di elfi domestici si avvicinano a noi, salutandoci con riverenza e inchinandosi tanto da toccare il pavimento. Sono vestiti di stracci su cui è posto lo stemma di Hogwarts.

 

<< Oh, Merlino… zia Hermione potrebbe ucciderti lo sai? >>

 

<< Ne sono consapevole, tuttavia li tratto col massimo rispetto e… >>

 

<< Oh, chi se ne frega! Creaturine belle potreste, cortesemente, portarmi qualcosina da sgranocchiare? Magari una di quelle torte giganti al cioccolato? >>

 

<< Certo, signorina! >>

 

<< Subito signorina! >>

 

In un baleno i piccoli elfi scompaiono dalla nostra vista, adoperandosi per esaudire il mio desiderio. Poso le mani sui fianchi e soddisfatta rivolgo un sorriso a Lupin che intanto mi fissa scuotendo il capo. Ci sediamo sulla panca di uno dei quattro tavoli e curiosa mi guardo intorno.

 

<< E’ stato lo zio Harry a parlarti del passaggio alle cucine? >>

 

<< Non proprio, ma è grazie a qualcosa che lui mi ha dato che l’ho scoperto >>

 

Arriccio il nasino, avvicinando il viso al suo e indagando la sua espressione. Sono forse la persona più curiosa al mondo, ho bisogno di saperne di più. Teddy sembra rendersene conto perchè, rassegnato, sospira.

 

<< E’ la Mappa del Malandrino, ne hai sentito parlare dalla tua famiglia,no? Harry me l’ha data asserendo che dovessi possederla anch’io, essendo come lui figlio di uno degli ideatori >>

 

Dimentico che il legame che Teddy ha con mio zio vada oltre all’essere il suo padrino. Loro sono gli ultimi discendenti dei Malandrini e c’ è qualcosa di molto più forte a legare le loro vite. L’arrivo di un’enorme torta,posata sotto i miei occhi, mi distrae da ogni pensiero.

 

Mi fiondo su di essa, ingurgitandola senza la minima decenza, mangiandola con le mani e impiastricciandomi viso, capelli e divisa. Oh, mia madre si rivolterebbe nella tomba! Un momento… mia madre non è morta. Bhè, quisquilie

 

Teddy, seduto accanto a me, posa il viso sul palmo della mano, il gomito sulla lignea superficie del tavolo. Mi fissa con una lieve curva divertita delle labbra, sono certa che sta trattenendosi dal ridermi in faccia. Ma la sua ferrea educazione gli impedisce di essere maleducato, a differenza mia.

 

Venti minuti dopo della meravigliosa prelibatezza al cioccolato restano solo poche briciole. Stavolta ho superato me stessa, devo ammetterlo. Poso le mani sul mio stomaco dolorante, prima reclamava, ora chiede pietà.

 

<< Va meglio ora? >>

 

Riposo lo sguardo su Lupin e non so perché ho la sensazione che quella domanda non si riferisca solo al mio precedente digiuno. C’ è qualcosa nei suoi occhi, nei suoi modi che mi induce a credere che  sappia sempre tutto ciò che mi riguarda. E solo ora mi viene in mente che ogni volta che qualcosa va storto, lui magicamente compare al mio fianco. Come una vera e propria fata turchina.

 

La mia personalissima fata turchina.

 

Gli sorrido riconoscente e anche lui ha capito. Ci rialziamo, lasciando che gli elfi ci riempiano le tasche di dolciumi vari. Li accetto volentieri, primo perché potrebbero anche schiattare davanti a me se non lo faccio, secondo voglio portarne un po’ ad Yvonne e Marie.

 

Usciamo dalle cucine e ci incamminiamo nei corridoi deserti, il coprifuoco è scattato da parecchio. E stavolta sono io a prendere la mano di Teddy, a stringerla tra la mia. Si volta verso di me, inizialmente confuso e poi quasi sollevato. Ricambia il mio sorriso e in fretta saliamo le scale che ci conducono al settimo piano.

 

Dopo aver attraversato il ritratto della Signora Grassa e prima di salire le scale del mio dormitorio, la sua voce mi blocca sul primo gradino.

 

<< Yvonne e Marie sono fortunate ad averti come amica, Victoire… non dubitarne >>

 

E le sue parole sono come balsamo per il mio dolore e miei dubbi. Gli vado incontro, buttandogli le braccia al collo. Non sono brava con le parole, non lo sono mai stata. Un abbraccio, un lieve bacio sulla guancia e un sorriso possono essere dei validi sostituti.

 

Prima di imboccare le scale, mi volto ancora una volta.

 

<< Buonanotte dolce Fata Turchina! >>

 

E tornando al mio dormitorio sento la voce di Teddy arrivare alle mie orecchie. Sorrido, scuotendo il capo divertita.

 

<< Victoire! >>

 

 

 

 

Un capitolo un tantino diverso, dove la follia di Vicky lascia spazio anche ad un po’ di razionalità. Del resto non credevate sul serio che lei ed Yvonne fossero solo due ragazzette scatenate,no?! Bhè, c’è molto altro!

Forse la storia di Yvonne vi sarà apparsa un po’ ‘pesante’, ma ho deciso fosse importante.

Un passo in avanti per Victoire e Teddy, contente? Penso a lui come una presenza nella vita di lei, indiscreta e silenziosa, ma costante. Da qui il nuovo nomignolo coniato da Vicky ‘fata Turchina’. Azzeccato,no?! xD

Si, lo so… è pessima quando ci si mette! Ma amatela così com’è! :p

Come la scorsa volta, anche per questo capitolo ho pubblicato un ‘diverso punto di vista’, in ‘You&Me, another p.o.v’. Sarà quello di Alastor.

Vi abbraccio! :*

 

 

 

   
 
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