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Autore: Lela White    28/03/2011    6 recensioni
A volte è molto più facile scappare. A volte, è l’unica possibilità che ci si presenta. A volte la vita ti mette davanti a l’unica eventualità che non puoi sopportare e tutto diventa semplicemente troppo doloroso…
Michela è una studentessa universitaria, semplice, dolce ed ingenua. Alessandro è colui che c’è sempre stato, il suo migliore amico, che la sempre protetta da tutto, tralasciando l’unico, imprevedibile pericolo, se stesso! Il loro è un legame possessivo, completo, disarmante, che li lascia entrambi persi di fronte l’inevitabile. Nulla però è scontato, non lo sono loro…non ne sono capaci e quando Michy fugge…tutto cambia!
Una storia narrata tra presente e passato, perché nulla di adesso può essere spiegato senza ricordare ciò che erano stati, ciò che non sono più….ma cosa è accaduto? Non più quelli di ieri, ma solo quelli di oggi…
Può l’amicizia trasformarsi in amore? Può l’Amore trasformarsi in rabbia e dolore? E se tutto ciò per cui hai lottato, vissuto…sparisse portandosi via tutto, cosa faresti?
Dal capitolo 1-( “..perchè se l’amicizia è uno dei tesori più grandi, l’Amore è uno dei dolori più forti che una persona possa provare..”)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fuga - Cap 2

 

FUGA
CAPITOLO 2

Appuntamento

Capitolo betato da Nes_sie



A distanza di due anni, posso ricordare quel pomeriggio, come la prima volta che io ed Alessandro,
litigammo davvero. Mi sentivo tremendamente triste ed arrabbiata perché, anche se nel corso degli anni vi erano state diverse discussioni, come in un normale rapporto di amicizia, mai e poi mai avevamo litigato con quei toni. E soprattutto io non avevo mai reagito così caldamente.

Inoltre, se prima della discussione con Alessandro, non avevo voglia di andare a questo fatidico appuntamento, dopo quel pomeriggio mi sembrava tutto una terribile punizione.

“Vedrai che ci divertiremo”, disse Daniela con tono eccitato.

Eravamo nella sua macchina e lei cercava di guidare, ripassarsi per la terza volta il rossetto e convincermi che sarebbe stata una serata grandiosa, allo stesso tempo.

Io e Daniela eravamo caratterialmente diverse, ma ci conoscevamo sin dal liceo e mi piaceva la sua compagnia allegra. Almeno finché non si metteva in testa di farmi uscire con qualche suo amico. Lei era sicuramente più disinvolta di me, specialmente con i ragazzi, ma questo rappresentava il perfetto contrappeso per la mia timidezza e forse anche la ragione che aveva reso possibile la nostra amicizia, durante quegli anni.

Anche Gaia usciva spesso con noi, ma mai per appuntamenti segreti visto che era fidanzata, praticamente da sempre, con Riccardo. Eravamo, comunque, un insolito trio: la timida, la disinvolta e la testarda. Gaia era ovviamente quest'ultima. Con lei avevo un rapporto diverso, forse perché ci conoscevamo da più tempo o perché era più simile a me in certi aspetti. Essendo la cugina di Alessandro e avendo la nostra stessa età, ci ritrovammo ad uscire spesso insieme, fin dalle medie. Inoltre vivevamo nello stesso quartiere perciò passavamo intere giornate insieme, anche se Gaia frequentava un'altra scuola.

Con l'inizio del Liceo, scegliemmo tutti lo Scientifico della mia città e lì incontrammo Daniela. Quando Gaia si fidanzò con Riccardo, in quarta liceo, insieme a lui anche Davide, Stefano ed Ilaria entrarono a far parte del nostro gruppo e tutti insieme affrontammo il lungo passaggio dalla maturità alla scelta dell'università. La cosa più bella era che, anche se avevamo intrapreso corsi universitari o lavori diversi, eravamo tutti molto uniti e ci divertivamo da matti insieme. Erano un pò
come la mia seconda famiglia. Ogni tanto qualcuno si fidanzava o si invaghiva di qualcun altro, ed ecco che la famiglia si allargava temporaneamente per poi tornare al punto di partenza.

Dal canto mio, avevo avuto solo una storia, con Fabio, che non si poteva neanche classificare come tale visto che durò pochi mesi, dopo dei quali lui mi lasciò. Diceva che il mio cuore e la mia testa, erano da un'altra parte. Non capii da principio cosa volesse dire, visto che gli avevo donato la parte più importante di me: era stato la mia prima esperienza con l'altro sesso, in tutti i sensi. Iniziai, però, ad intuire qualcosa quando, la sera stessa che Fabio mi lasciò, la passai a casa di Ale a piangere e a pentirmi di non aver aspettato qualcun altro.


E Poi c'era Alessandro. Lui di storie non ne voleva sentire nemmeno parlare ma, al contrario, di avventure, poteva discuterne per giorni interi. Paradossalmente, non lo si poteva descrivere come un superficiale maschilista, poiché le donne le ammirava, le amava a modo suo, le rispettava con la sua onestà. Sì, perché Ale era terribilmente sincero, di quell'onestà straziante e talvolta del tutto disarmante, che ti faceva venir voglia di schiaffeggiarlo o prendergli il viso e baciarlo finché non si fosse rimangiato tutto!

Era saccente, orgoglioso, possessivo sin al midollo, ma tutto questo solo ed esclusivamente con chi voleva lui. Non avevo mai visto qualcuno capace di gestire i suoi sentimenti e il suo carattere a seconda di chi avesse di fronte, senza risultare per questo finto o calcolatore. Lui capiva le persone e con chi credeva ne valesse la pena si esponeva nella sua totalità, altrimenti, in caso contrario, il suo atteggiamento rimaneva misurato. La parola chiave per lui era Fiducia: non la dava facilmente e non la pretendeva ma, se avevi la fortuna di possederla, era totale, e ti faceva sentire la persona più importante del mondo. Mi faceva sentire la più importante del mondo... nel bene o nel male. Come quel pomeriggio.

"Stai pensando a lui?", chiese Daniela.

"Come scusa?" Non mi ero resa conto di non aver sostenuto nessun tipo di conversazione, da quando ero salita in macchina.

"Guarda che so
che hai litigato con Alessandro."

Mi voltai sorpresa, io non avevo detto nulla!

"Gaia!", esordimmo insieme.

"Non volevi che lo sapessi ?", chiese Daniela. E potei sentire un tono risentito nella sua voce.

Scossi la testa sorridendo: dopo così tanto tempo che ci conoscevamo, avevo ancora la sensazione che soffrisse di gelosia per l'amicizia tra me e Gaia.

"No, sciocca! Cosa credi? È solo che non volevo pensarci stasera, tutto qui
", sussurrai guardando fuori dal finestrino.

"Beh, non sembra che tu ci stia riuscendo granché, o sbaglio?"

Scossi di nuovo la testa e tornai a guardarla.

"Posso chiederti una cosa?", esordì guardando la strada. Era stranamente seria.

"Certo."

"Sei innamorata di Alessandro?"

Sentii un pugno nello stomaco, assolutamente inaspettato. Insomma, tutto mi sarei spettata tranne che una domanda del genere.

"Ma che cavolo dici? Che domanda... che domanda sarebbe. E poi che vuol dire? Ti rendi conto di chi stiamo parlando? È il mio migliore... è come se fosse mio fr..."

"Fratello?"

"Esatto!"

"Però non riesci a dirlo. Come mai?"

La guardai sconvolta, aprendo la bocca come un pesce lesso per poi richiuderla facendo sbattere i denti.

"Non sai di cosa parli, non puoi capire... il nostro rapporto è più complicato. Non esiste una definizione per tutto, ci sono delle eccezioni..."

"E tu stai dando di matto, per una semplice domanda", continuò imperterrita.

Sentii il viso avvampare e le orecchie andare in fumo.

"Non è come credi. Sono solo un po’ giù perché non abbiamo mai litigato in quel modo e credo di aver esagerato. Forse ero solo nervosa, tutto qui. Non ci sono teorie psicologiche dietro", affermai sicura di me.

Lei si ammutolì e mosse il capo in segno di aver compreso. Poi dopo qualche minuto sorrise di nuovo.

"E adesso cosa c'è?" La guardai curiosa.

"Stavo pensando che questa serata sarà perfetta per farti svagare un po’. Questo ragazzo è stupendo, e poi il sesso è la miglior cura per tutto."

"No, scusa, e chi è che dovrebbe fare sesso con chi? Non so nemmeno se mi piacerà, dato che non l'ho mai visto!"

Daniela scoppio a ridere come se avessi detto la più grande fesseria di questo mondo. Mi fece sentire una stupida.

"È lui ad aver visto te, e gli sei subito piaciuta. Inoltre da quel che si dice ci sa fare, e per rispondere all'ultimo punto sono sicura che ti piacerà. Insomma è un figo pazzesco, se non mi avesse chiesto lui, specificatamente, di uscire con te, ci avrei provato io! Comunque non mi lamento, anche il suo amico non è da buttare", disse, specchiandosi e correggendo di nuovo il rossetto.

In quel preciso istante, avrei voluto volentieri aprire lo sportello e catapultarmi fuori dalla macchina, a costo di rompermi qualcosa!



*************************


"E così sei amica di Daniela?", chiese Diego ammiccando, come se quella scoperta significasse chissà cosa.

"Già", ammisi con non poco sforzo.

Mi sentivo un topolino messo all'angolo, ed in effetti era così che mi trovavo. Eravamo dentro un disco pub e avevamo deciso di sederci ai tavolini all'aperto. Ma scelsero un tavolo angolare nella parte più buia, illuminata solo da qualche fiaccola. Il tutto doveva essere stato studiato per rendere quella parte del locale più intima, ed inoltre a me era toccato sedermi sulla panca vicino al muro con Diego posizionato al mio fianco che cercava di fare colpo su di me. Peccato che invece a me stesse mancando l'aria e avessi una voglia terribile di andarmene.

Il fantomatico "figo pazzesco Diego" era il sosia perfetto di Ken fidanzato di Barbie, con tanto di abbronzatura super finta ottenuta direttamente dal solarium più rinomato della città. Se si fosse presentato con una camicia azzurra a fiori, stile hawaiana, gli sarei probabilmente scoppiata a ridere in faccia.

Il problema principale non era che fosse bello o brutto, perché mentirei se dicessi che era un mostro. Ma quella sua aria particolarmente studiata e quell'atteggiamento preparato con cui cercava di snocciolarmi ogni tanto qualche frase fatta e per nulla gradita, lo facevano risultare troppo... finto.

"Ti ha mai detto nessuno che hai degli occhi che fanno male?", chiese ammiccando di nuovo e sporgendosi verso di me.

Era un complimento?

"In che senso?", chiesi per non sembrare maleducata.

"È dall'inizio della serata che ogni volta che mi guardi, mi uccidi..." E scattò il sorriso plastificato a seguire.

A quel punto credetti si aspettasse cascassi ai suoi piedi, ma anni ed anni di battute del genere non mi avrebbero condotta a nulla.

Mi ritrassi istintivamente, guardandomi intorno e cercando Daniela che era andata un attimo in bagno, ma ormai sembrava non tornare più. Per di più, l'altro amico era andato a prendere qualcos'altro da bere, ma era sparito anche lui.

In un lampo mi vennero in mente le parole di Alessandro...

"Come se non conoscessi le abitudini della tua amica, come minimo ti ritroverai ad aspettarla da qualche parte mentre si sbatte uno dei due."

No, non poteva essere. Non poteva avermi lasciato lì da sola con quella specie di...

"Non credi che ci stiano mettendo un po’ troppo?", chiesi mentre cominciavo a guardarmi intorno.

Diego scoppiò a ridere e scosse la testa.

"Ma non hai visto che quei due si mangiavano con gli occhi? Credo proprio che saranno impegnati per un altro po’. Se vuoi possiamo trovare anche noi un modo per... passare il tempo. Mi auguro non ti stia annoiando!"

A quelle parole un brivido mi percorse la schiena. E no, non era assolutamente di piacere. Quella situazione era sbagliata fin dall'inizio, ed ero stata stupida io a non capirlo. La rabbia verso me stessa mi fece avvampare, segno che Diego interpretò come timidezza. Si fece avanti, ma lo bloccai.

"Mi scusi un momento? Dovrei andare in bagno." Mi alzai di scatto, obbligandolo a farmi passare e mi lanciai alla ricerca di Daniela. Me l'avrebbe pagata. Mi aveva messo in una posizione assurda e per di più ero bloccata lì, visto che le chiavi della macchina le aveva lei. In quel momento, mentre mi facevo largo tra la gente, il mio cellulare vibrò: mi avventai su di esso con una rabbia indescrivibile.

"Dimmi dove cavolo sei e vieni subito qui!", urlai, ma la risposta non fu quella che mi aspettavo.

"Ehi, calmati, sono io ma che succede?" La voce di Gaia mi tranquillizzò per qualche secondo.

"Niente è solo che la nostra cara amica è... non posso crederci che lui avesse ragione, io non credevo..."

"Ti calmi e mi dici cosa succede? Stai bene?"

"Si, sto bene. È solo che mi trovo in un pub e Daniela è sparita con quell'altro ragazzo, lasciandomi con Mister figo che non la smette di fissarmi le tette e dire che ho degli occhi che lo uccidono..." E mentre finivo la frase, realizzai di averla detta ad alta voce e di quanto tutto ciò risultasse assurdo. Iniziai a ridere.

"Tesoro, sei impazzita?", chiese Gaia seriamente, e questo non fece che aumentare di più le mie risate.

"Sì, sì... forse", ammisi, uscendo definitivamente dal locale.

"Senti dove sei che ti veniamo a prendere?"

Sentii l'allarme della macchina di Riccardo e capii che si stavano muovendo. Iniziai a sentirmi terribilmente in colpa.

"Sono al Boa, ma non c'è bisogno che veniate, non voglio rovinare la serata anche a voi. Non è successo niente, quel ragazzo è solo un provolone, e comunque prima o poi Daniela dovrà pur tornare!" Cercai di parlare il più veloce possibile, perché sentivo la macchina muoversi.

"Okay, non preoccuparti, ci vediamo tra dieci minuti fuori all'ingresso." E chiuse la comunicazione.

Mi sentii una perfetta idiota. Ma cosa diavolo mi prendeva? In fondo quel ragazzo non mi aveva fatto niente, era la situazione che non mi piaceva, ma era un problema mio. Ero io che non riuscivo a lasciarmi andare. Cosa avevo di sbagliato? Perché non potevo rilassarmi e godermi una serata in maniera diversa?

"Ehi, sei qui", disse una voce alle mie spalle.

Mi voltai e vidi Diego avvicinarsi con il volto non più così sorridente.

"Scusami, mi ha chiamato una mia amica e non riuscivo a sentire nulla dentro, così sono uscita", gli sorrisi, pentendomi per i brutti pensieri che avevo fatto su di lui.

Lui sbuffò, guardando l'orologio e non rispose.

"Daniela e il tuo amico sono tornati?", chiesi per spezzare l'imbarazzo.

Lui si voltò a guardarmi con un sorriso strafottente.

"Per loro fortuna no. Staranno sicuramente divertendosi più di me."

Mi ghiacciai davanti a quelle parole.

"Senti, è evidente che questa serata è stata uno sbaglio."

Vidi i suoi occhi, letteralmente imbestialire.

"Uno sbaglio c'è stato sicuro. Pensavo fossi diversa."

Scossi la testa, cercando di mantenere la calma: mi sentivo come un vulcano.

"È evidente che siamo molto diversi e quindi non potreb..."

Si girò di scatto, puntando un dito contro la mia faccia.

"Ehi, non provarci neanche! Io non mi faccio scaricare da una ragazzina. Pensavo fossi una bella scopata, tutto qui."

Esplosi di nuovo, per la terza volta in quella giornata. Ma che avevano tutti quanti?

"E pensavi male! quindi smettila di startene qui a frignare, per me puoi anche andartene."

Si avventò verso di me con foga, e non seppi dove trovai il coraggio di fare ciò che feci.

"Se ti azzardi a toccarmi te ne pentirai, te lo giuro", gli sputai in faccia.

Il buttafuori del locale, si avvicinò.

"Ci sono problemi?", chiese mettendosi tra di me e il cavernicolo.

"No, me ne stavo andando" disse lui senza allontanare gli occhi dai miei.

Riuscii a tenere il suo sguardo solo grazie all'adrenalina che mi scorreva nelle vene. Andandosene mi diede una spallata e sussurrò "Stronza!"

Rimasi di spalle fin quando lo sentii salire in macchina, dopodiché non resistetti più e scoppiai a piangere.

"Signorina si sente bene?", chiese il buttafuori ancora al mio fianco.

"Si graz..."

"Micky, stai bene?" La sua voce mi fece voltare di scatto.

Lo guardai e, incontrando i suoi occhi, sentii il fuoco bruciarmi nelle vene, il cuore cominciò a battere furiosamente e senza pensare, senza vergognarmi ma solo per dare voce a ciò che il mio corpo mi stava urlando di fare, gli corsi incontro e lo abbracciai con tutta la forza che avevo.

"Shhh, calmati, ci sono io." La voce calda di Alessandro mi avvolse entrandomi nel cuore. Era quello il suo posto.



*************************

Ed ecco il 2 capitolo, l'ho scritto ancora più di getto dell'altro, ma ho approfittato di questo weekend in cui non ho fatto praticamente nulla :D Ringrazio tutte le ragazze che mi hanno recensito, chi mi ha messo tra le seguite, chi tra le preferite, grazie davvero...non sò se me lo merito perchè la storia è ancora all'inizio, ho così tante idee che vorrei scriverle subito, tutte, ma ho bisogno di tempo. Non era mia intenzione, finire un altro capitolo in così poco tempo, ma stasera mi sono fatta prendere la mano e ho deciso di interrompere qui perchè dai prossimi capitoli le cose si complicano. Come vedete, sono entrati in scena nuovi personaggi, alcuni solo accennati, come il gruppo di amici di Michela che vedremo più in là, e poi che ne pensate di Daniela? Come vi sembra?

Aspetto una vostra opinione e se vi va di scrivermi due paroline, ne sarò contenta!!! GRAZIE ancora, Baci Londinesi xoxoxox

ps: Vorrei ringraziare "LadyEl" per la sua pazienza ed il suo aiuto, se non la conoscete (ma credo sia impossibile perchè è tra le migliore autrici su efp) andate a leggere le sue storie, non che abbia bisogno della mia pubblicità, ma avevo voglia di ricambiare nel mio piccolo la sua gentilezza.

ringrazio inoltre il gruppo di fb "l'angolo di Jane" gestito dalla mia amica Viola, che ha pubblicato un link su questa piccola storia che timida timida sta muovendo i primi passi :)

A presto, Lela


   
 
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