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Autore: lady_violet    01/04/2011    3 recensioni
E SE... Harry si fosse rifiutato di andare via con Hagrid quella notte in quella vecchia catapecchia sullo scoglio? E SE... il povero ragazzo credesse che la storia di essere un mago e i suoi derivanti fossero l'ennesimo scherzo macchinato dai Dursley?... Cosa succederà? Andrà lo stesso ad Hogwarts? Incontrerà lo stesso il mitico duo o cambierà direttamente cerchio d'amicizia finendo ad andare d'amore e d'accordo con Draco?? L'amore sarà presente all'appello, e combinerà qualche pasticcio...
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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12

12. Che tormento quel ragazzo…

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Il torpore che lo avvolgeva, si dissolse lentamente e le immagini sfocate che vorticavano nella testa di Harry si assopirono. Aprì di scatto gli occhi e rimase ad osservare attonito un verde intenso scuro che lo avvolgeva. Si mise seduto e notò che era una cappa di velluto, con graziosi ghirigori d’argento.

Quella non era la sua stanza…

Un sorriso a trentadue denti gli stirò le labbra e scostò velocemente la tenda che lo separava dalla sua nuova camera, che aveva visto poco e niente a causa del torpore derivato dal cibo. Inforcò gli occhiali e si precipitò da Draco.

“Draaaco! Sono qui, siamo qui” gli urlò praticamente in un orecchio e il povero malcapitato fece un salto d’un metro e appena vide chi osava disturbare il suo sonno, gli lanciò contro la prima cosa che gli capitò a tiro, la fatica non fu sprecata.

“Ahi, sei violento” si lamentò Harry, massaggiandosi la testa e sperando che non gli comparisse un bernoccolo per colpa sua, gli bastava già la sua cicatrice.

“Un altro suono e comparirà presto il gemello a fargli compagnia” mugugnò il biondino, rigirandosi nel letto.

“Ma non puoi rimetterti a dormire, tra tre quarti d’ora dobbiamo andare alla nostra prima lezione” gli disse esasperato, togliendogli nuovamente le coperte di dosso.

Inutile dire che da li a qualche secondo Harry stava di nuovo a lamentarsi, tenendosi la parte destra del capo, questa volta.

“Avevo avvertito… mezz’ora… per dormire. Vattene” bofonchiò ed Harry a malapena capì che quelli non erano solo mugolii inconsulti.

Harry sbuffò e si voltò ad esaminare lo stato degli altri compagni di dormita. Con loro c’erano Tiger e Goyle che, nascosti da quei pesanti drappi di velluto, facevano sollevare la stoffa al ritmo del loro russare. Accanto al suo letto giaceva un moretto con la pelle pallida, con cui aveva scambiato a malapena un grugnito ieri sera per darsi la buonanotte.

Harry scrollò le spalle e con uno sbuffo si rinchiuse in bagno, per prepararsi con calma.

 

Quaranta minuti dopo…

“Harry apri questa cavolo di porta!” strepitò Draco, tempestando la porta di pugni.

“Minuto…” rispose con nonchalance Harry da dentro, pettinandosi i capelli per fargli avere un aspetto più umano.

“Tra cinque minuti dobbiamo stare tutti giù in Sala Grande, deficiente” ribattè con degli spasmi alle mani che tanto agognavano di stringere qualcosa di pallido e sottile tra le mani, che fosse un coltello o un collo non avrebbe avuto importanza.

“Calma Malfoy. Il ragazzo ha bisogno di tempo per rendersi presentabile, mentre a noi bastano pochi minuti perché siamo perfetti di nostro” annunciò la sua presenza il nuovo arrivato, appoggiandosi al muro.

Draco si girò verso di lui, con l’espressione più scettica che possedeva commentò:”Tu non stai bene, Zabini. Adesso aiutami a buttare giù questa cosa che impedisce l’ingresso al bagno”

“Secondo me faresti meglio a chiederlo a quei due colossi che ti fanno da guardie del corpo”

Al piccolo Malfoy gli si accese una lampadina e sfregandosi le mani andò a svegliare Tiger e Goyle. Prese un lembo della coperta del primo e tirò, per farlo cadere giù dal letto, ma la missione fallì. Sbuffò seccato e Zabini andò a dargli una mano, così finalmente al terzo tentativo ci riuscirono e un tonfo annunciò la riuscita del suo piano. Tiger scattò e si guardò intorno confuso, grattandosi la testa. I due ragazzini erano spossati, ma non demorsero e si precipitarono a dare il ben servito anche a Goyle. Stavolta ci riuscirono al quinto tentativo e con il poco fiato rimasto in gola fecero intendere ai due che dovevano assolutamente buttare giù la porta del bagno da li a una trentina di secondi.

“No… è troppo presto per fare esercizio, torno a dormire” mugugnò Goyle e Tiger acconsentì con un grugnito.

“Se non buttate giù quella porta non arriveremo in tempo per la colazione e dovremmo saltarla per arrivare in tempo alle lezioni” snocciolò Draco con un arietta di superiorità.

Inutile dire che i due scattarono in avanti e in pochi secondi riuscirono a levare di torno l’intralcio della porta. Harry lanciò un urletto e sobbalzò, facendo cadere il pettine che teneva in mano per terra.

“Wow, dovrei procurarmene un paio anche io” commentò Zabini stupito, osservando la porta mezza sfondata.

“Già, sono utili., anche se stupidi più di un carciofo. Comunque adesso è nostro…” assentì Draco annuendo.

“Ma che..” tentò di dire Harry, quando venne praticando sollevato di peso e sbattuto via da li.

Si alzò massaggiandosi il sedere dolorante e guardò la porta chiudersi con un tonfo secco qualche secondo dopo. Posò il pigiama nell’armadio e afferrò la borsa per mettere i libri delle lezioni che avrebbero avuto quel giorno. Avevano trovato l’orario delle lezioni appeso sulla bacheca nella sala comune e se non ricordava male la prima ora avrebbe dovuto avere Trasfigurazione, chissà che materia era, ma il nome gli stava simpatico.

 

“Avanti Draco non puoi tenermi il muso tutto il giorno” si lagnò Harry, addentando un muffin.

Silenzio. Il gelo sarebbe stato più caloroso a quel punto, invece di quella statua di indifferenza che imperturbabile continuava il suo pasto.

“Uff, alla fine ce l’abbiamo fatta ad arrivare in tempo per la colazione” decretò Harry, sbuffando, anche se le sue guancie si imporporarono leggermente perché era pienamente consapevole che li non c’era anima viva, esclusi loro.

“Harry?” intervenne Zabini, guardandolo storto.

“Si?”

“Zitto e mangia” mugugnò, occhieggiando l’orario:”Abbiamo solo 5 minuti contati per arrivare in classe”

Nessuno fiatò all’osservazione e appena ebbero mandato giù l’ultimo boccone tutti a correre per i corridoi, cercando di non scivolare e di non rompersi l’osso del collo.

Draco fu il primo a spalancare la porta, senza fiato e con i capelli leggermente in disordine. Tutti coloro che erano seduti ordinatamente ai loro posti li guardarono e si misero a sghignazzare, immaginando la ramanzina che l’insegnante avrebbe regalato loro per essere arrivati in ritardo già il primo giorno.

Zabini sbatté contro di lui e poi a catena anche gli ultimi tre ed Harry rischiò il soffocamento, perché era finito modalità sandwich in mezzo a Tiger e Goyle.

La donna che la sera scorsa li aveva scortati fin in Sala Grande era seriamente sul punto di farsi scoppiare qualche vena, tanto il suo collo era teso come una corda di violino.

“Voi… seduti” le parole sembrarono fuoriuscire malamente dalle labbra talmente fini da sembrare una cicatrice rosea sul volto pallido.

Quel giorno era una data da segnare sul calendario. Harry era la prima volta che vedeva Draco così remissivo di fronte a qualcuno. Si dovette correggere leggermente quando il biondino sfogò tutto il suo malumore in uno sguardo, ovviamente diretto verso di lui, talmente gelido che un brivido freddo gli corse su per la schiena.

Si accomodarono in silenzio e la lezione riprese.

“Smettila è colpa tua” mugugnò Harry, nascondendosi dietro il palmo per poter sussurrare verso il compagno alla sua sinistra.

“E perché sentiamo?” il ghiaccio sarebbe stato più affettuoso.

“Perché tu non ti sei voluto alzare quando te l’ho chiesto io e ho detto tutto” rispose cercando di fare il sostenuto, per rigirare la frittata.

“Non ci casco e adesso fammi seguire” la conversazione si chiuse li ed Harry sospirò afflitto, non voleva che proprio nei primi giorni della loro amicizia cominciassero i primi battibecchi.

Si disse che era ora di cominciare anche lui a prestare un po’ di attenzione, ma non era il momento. Con il ronzio di sottofondo della professoressa che parlava, lui scorse le varie facce presenti in aula. Molte le aveva viste la sera prima al banchetto e alcune mormoravano nella sua direzione. Harry alzò gli occhi al cielo e si disse che doveva abituarsi a questo strano stato di notorietà che lo aveva colto all’improvviso. Si ripromise che non avrebbe mai tagliato la frangia così almeno la cicatrice sarebbe stata sempre coperta da occhi indiscreti.

All’improvviso una piccola pallina di carta volò verso di lui e gli atterrò sul banco, con leggerezza. Alzò gli occhi, stupito, e si affrettò a dispiegare il foglio per leggervi il contenuto: Ma che bravo… Già il primo giorno arrivi tardi. Aspettami all’uscita cosi parliamo e stiamo un po’ insieme. Hermione.

Girò la testa verso di lei e intravide l’ombra di un occhiolino tra i suoi riccioli bruni, ma sembrò un miraggio perché subito dopo si rimise eretta, sollevando il naso per aria, per farsi vedere attentissima alla lezione.

Harry trattenne il sorriso e finalmente un po’ più leggero cominciò a seguire anche lui la lezione, stavolta seriamente. Una smorfia di fastidio si impresse sul volto di Draco, dopo aver letto il bigliettino da sopra la spalla dell’amico, e scoccò un’occhiata velenosa verso Hermione che continuò imperterrita a seguire la lezione, senza accorgersi che accidentalmente aveva alimentato l’astio che il biondino provava nei suoi confronti.

“Non vorrai andare con lei, spero” sibilò Draco, sporgendosi verso l’amico.

“Oh, guarda chi si degna di rivolgermi la parola” commentò sarcasticamente, alzando gli occhi al cielo.

“Tu non andrai con lei e non ci parlerai” adesso era passato direttamente al tono di comando, tanto da far indignare Harry.

“Cosa? Non sei di certo mia madre per dirmi quello che devo e non devo fare” sbottò, facendo attenzione a non farsi scoprire.

“Tu. la. lasci. Perdere.” Fece una pausa ad ogni parola, per imprimere meglio il concetto a quel testa di legno.

“Io. Ci. Vado.” Usò lo stesso metodo del biondino e poi allontanò impercettibilmente il banco, girando il volto per non incrociare il suo sguardo, tanto per fargli intendere che la conversazione era chiusa.

Cavolo, non poteva certo dirgli cosa fare. Aveva una testa lui, forse lo aveva scambiato per Tiger oppure per Goyle, ma lui non si sarebbe fatto piegare sotto quelle imposizioni senza logica.

Una pallina gli rimbalzò sul retro della testa e si voltò di scatto, per cogliere in fallo il fautore dell’azione. Vide solo Tiger che gli sorrideva in modo ebete e Draco che al suo fianco faceva segnale di ok con il pollice allo zuccone. Oddio, che tormento quel ragazzo. Aveva fatto tutto quel giro solo per farlo girare nella sua direzione, in modo che potesse sillabare ancora una volta:”Tu. Non. Ci. Vai.”

“Sei insopportabile! Non decidi tu per me, lei è mia amica quanto lo sei tu”

Draco si rabbuiò un attimo e si sfregò il mento con il pollice, sembrava stesse riflettendo. Ogni tanto il suo viso pallido veniva alterato da qualche smorfia o alzata di sopracciglia, ma era divertente starlo a guardare.

“Vengo con te” sputò il suo verdetto forzatamente, ma con un luccichio machiavellico negli occhi.

Bah, chi lo capiva era bravo. Prima gli proibiva tassativamente di andare e adesso voleva partecipare pure lui.

Finalmente la lezione seguì e Draco vestì un ruolo totalmente inappropriato per lui: il cagnolino. Non perdeva di vista Harry neanche un secondo e quasi quasi sarebbe arrivato a prenderlo per la manina, ma la sua inesauribile fonte di orgoglio glielo proibiva, per fortuna. Dal canto suo Harry cercava in tutti i modi di lasciarselo indietro, perché sapeva che appena Hermione avrebbe visto chi portava con se l’avrebbe trucidato con un’occhiata.

Pensando al diavolo, ecco spuntare le corna, o meglio, la chioma riccioluta che gli faceva segnale per permettergli di raggiungerla.

“Ciao” salutò allegramente la ragazza, sorridendo contenta, anche se inarcò un sopracciglio quando notò l’espressione afflitta e rassegnata sul volto di Harry, che sembrava quasi voler urlare scusa.

“Ehi… sai, è volut..” cominciò a farfugliare, ma venne interrotto da Draco che spuntò con un sorriso così grande che di più finti in giro non se ne può trovare.

“Ehi Piattola, mi unisco anche io alla vostra piccola rimpatriata” esordì tranquillamente

“Cosa??” la sua predizione si era avverata.

  ...          

Mi piacciono i piani di Draco, sono così carini **.. xD comunque saluto le anime vive che passeranno di qui per leggere il capitolo e come ogni volta chiedo venia... sta diventando un abitudine O.o.. non va bene. Tornando al capitolo, mi sentivo particolarmente in vena di risate oggi xD scusate se il tutto è risultato un pò banale e demenziale, se non vi piace così basta avvertire e smetto di far fare cose sceme a Harry & co. Ci si becca al prossimo capitolo xD ciaooo                       

  
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