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Autore: Fly12    04/04/2011    16 recensioni
fu difficile per Naruto spezzare quel bacio, il suo cuore era come lacerato – dimenticami – dopo quelle parole l’Uzumaki se ne andò, mentre Hinata giaceva immobile, con le lacrime che cadevano a terra.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Cap. 15

 

Tutti noi sogniamo. Chi può negarlo. I sogni sono parte di noi. I sogni sono quella parte di noi che ancora spera. Sognare è l'unico modo per vivere. Perchè tra la verità e la bugia preferiamo rimanere nel dubbio di un qualcosa di meglio e per questo sogniamo.

Il lento cigolio di un'altalena riecheggia in un piccolo pezzo di prato verde. Un albero giace incurvato sotto un cielo opaco. Le foglie sono di un colore arancione quasi marrone e lente cadono a terra.”

Non possiamo mai smettere di credere. Perchè dobbiamo tentare. Possiamo andare oltre la verità e le bugie. Possiamo raggiungere quel sogno.

Il vento soffia leggero su quel pezzo di prato. Le foglie danzano. La sagoma di una persona compare poco lontano.”

E respiriamo. Apriamo i nostri polmoni e facciamo entrare quella fresca brezza che ci solletica la pelle. Ci domandiamo se il nostro cuore è ancora in grado di battere. Ci domandiamo se esiste ancora un posto per il nostro cuore. Ci domandiamo tante cose, ma non cerchiamo nessuna risposta. Non la vogliamo veramente.

A passi lenti la figura si avvicina all'albero. Con una mano afferra la corda dell'altalena. Ora non cigola più.”

Abbiamo creduto di essere al limite. Abbiamo creduto di cadere. E abbiamo desiderato di poter mollare. Ma appena ad un passo dal burrone, qualcosa ci ha trattenuto.

Un sorriso compare sul volto di quella figura. Il vento gli muove i neri capelli. I suoi occhi, neri, si alzano verso il cielo – ora è questo il mio posto.”

Alla fine quello che vogliamo è solo poter credere in qualcosa. Credere in qualcuno. Credere di poter amare di nuovo.

Il tempo è passato velocemente, i mesi sono volati, ma le emozioni sono rimaste nitide come quel giorno di pioggia.

Camminando per la strada la gente non fa caso a quel ragazzo castano che mentre porta una bici, guarda il cielo, anche lui in cerca di quelle risposte che spesso il suo migliore amico aveva cercato tra le nuvole. Un respiro. Le sue labbra si schiudono pronte a dire parole mai dette, parole che forse nemmeno in quel momento avrebbe detto.

A passi lenti, il castano, si dirigeva verso la scuola, l'aria tiepida di primavera si faceva sentire, ma i pensieri del ragazzo erano indirizzati altrove – un nuovo inizio – un sorriso un po' amaro compare sul volto di Kiba – è questo che cercavi oltre le nuvole – lo sguardo ora cade sulla bici accanto a lui – ora l'hai trovata la strada per arrivarci – risate di ragazzi riecheggiarono nelle orecchie dell'Inuzuka che svoltando un angolo si ritrovò a pochi metri dal grande cancello della scuola.

Sul tetto della scuola Hinata se ne stava appoggiata alla ringhiera, l'aria le scompigliava i capelli, ma non le importava, i suoi occhi puntati verso il sole semi nascosto nel cielo. Era impossibile per lei non pensare quanto il sole assomigliasse al suo amore. Chiuse gli occhi e si lascio scaldare dai raggi che le sfioravano la pelle – se te lo dico – la corvina porta una mano sul petto, all'altezza del cuore – ascolterai? - riapre gli occhi e guarda verso l'orizzonte – rimarrai? - in mezzo al via vai di ragazzi, Hinata, scorge Kiba entrare nel cortile della scuola – sarai qui per sempre? - i suoi occhi si abbassano appena – non te ne andrai mai? - un respiro e improvvisamente una sensazione di calore la circonda – ti amo.

Kiba sistema la bici poco distante dall'entrata, mette il catenaccio e infila in tasca la chiave. Con calma si dirige poi verso l'entrata, sulla porta trova Neji che cercava di far ragionare il suo amico Lee che sembrava più che convinto di quello che diceva, insieme a loro TenTen li osservava, o almeno osservava Neji, con un sorriso. Superato il trio entra a scuola e mentre raggiunge il corridoio principale ripensa a quante volte lungo quei corridoi aveva riso, aveva scherzato e corso per non arrivare in ritardo. Quante cose che aveva fatto e ora? Ora sembrava che le cose fossero cambiate, non sapeva nemmeno lui come, ma qualcosa era diverso. Voltando lo sguardo si ritrovò ad osservare la sua compagna di classe Ino che ferma vicino ad una finestra chiacchierava con alcune ragazze, poco lontano Sai era intento a disegnare qualcosa e da come buttava fugacemente lo sguardo verso la bionda, stava sicuramente disegnando lei.

Andò oltre e raggiunto il piano delle aule si infilò nel corridoio degli armadietti, li appoggiato contro uno di essi, Suigestu battibeccava con Karin, poteva sembrare che stessero litigando, ma guardandoli bene pareva di più che si divertissero e che fossero ad un passo dal saltarsi addosso.

Era quasi assurdo per Kiba pensare a come non avesse mai notato tutti quegli scambi di sguardi, quei gesti, quelle parole appena sussurrate nell'orecchio di qualcuno. Era assurdo ma gli venne da sorridere ripensando a come anche Naruto avesse fatto piccoli e sfuggenti gesti che lui non aveva mai notato e che ora ripensandoci parevano così chiari.

Passo dopo passo Kiba proseguiva lungo il corridoio. Raggiunse la sua classe, ci guardò dentro e ci vide Shikamaru addormentato sul banco, mentre davanti a lui, una ragazza bionda con quattro codini appoggiava un pacchettino, e nonostante tutto lui l'aveva sicuramente sentita.

L'Inuzuka proseguì, oltrepassò il suo armadietto e si fermò un momento accanto a quello di Naruto. Si voltò, lo guardò. Il lucchetto arancione. Una leggera ammaccatura e un foglio che sbucava da un lato. Il disordine e il caos era normale attorno al biondo. Kiba appoggiò una mano sull'armadietto sentendo il leggero affossamento dell'ammaccatura.

Proprio in quel momento qualcuno gli passava accanto. Il castano voltò la testa e fissò negli occhi Sasuke che con la sua solita aria da tenebroso lasciava dietro di se una scia fredda, al suo fianco Sakura, che si teneva stretta al suo braccio. I due si scambiarono un veloce sguardo e in quell'attimo si scambiarono una tacita resa o forse era un'apparente tregua.

Il castano ricominciò a camminare, il suo sguardo vagava tra il soffitto e fuori dalla finestra, così come un flash, il ricordo di quel giorno riaffiorò così vivido, come se fosse tornato a quel giorno.

Lacrime tra la pioggia. Una voce in un mare di dolore. Kiba accanto a Hinata che tra i singhiozzi ripete ostinatamente il nome del biondo. La pioggia li bagna, ma a nessuno dei due sembra importare. Kiba alza poi lo sguardo al cielo e si domanda se oltre quelle nuvole ci siano le stelle e se quelle stelle fossero in grado si sentire il suono di quel cuore spezzato. Una domanda stupida, eppure in quel momento sembrava che solo il cielo possedesse le risposte a tutto quel dolore.”

Senza rendersene conto Kiba era giunto davanti alle scale dove appoggiata al muro con le braccia incrociate c'era una ragazza mora. La ragazza della bici. Il suo sguardo era un misto tra felice e irritata, forse per l'attesa. Si staccò dal muro per protestare ma il castano gli impedì di aprire bocca, chiudendogliela con le sue. La mora si lascio catturare dal quelle labbra, quel gusto intenso e quel brivido selvaggio che lui le procurava. Quando il castano si staccò da lei, contrariata, la guardò e senza darle modo di dire o fare niente, la prese per mano e iniziò a salire le scale – Kira andiamo – lei venne trascinata mentre inciampava tra gli scalini e i suoi passi.

Hinata si era voltata, ora la sua schiena riceveva il calore del sole. Le sue labbra erano piegate in un sorriso, gli occhi chiusi si aprirono e il suo cuore iniziò a battere prepotente. Un brivido seguito da una sensazione di calore la invase fin nelle ossa.

Kiba saliva le scale due scalini per volta, Kira invano tentava di frenare l'avanzata del castano – aspetta Kiba.

E poi capiamo. Capiamo che le fotografie non sostituiscono le persone. Capiamo che gli addii fanno sempre troppo male. Capiamo che i ricordi belli o brutti, fanno sempre piangere. E capiamo che le parole non potranno mai sostituire un'emozione. La vita non è altri che un millesimo di un secondo. Un secondo in cui prima cadi poi ti rialzi.

Ecco la vita. Un attimo prima. Un attimo dopo.

Kiba stringe la maniglia della porta. Quella porta che lo aveva sempre separato dal suo migliore amico. Quella porta che non era mai riuscito ad aprire. Quella porta, che ora non lo avrebbe più fermato.

Poi all'improvviso ci rendiamo conto che quel giorno di pioggia, quel giorno in cui tutto era crollato. Quel giorno non era nient'altro che un attimo.

Senza esitazioni Kiba gira la maniglia e apre la porta.

L'impatto con la luce costringe il castano a chiudere gli occhi, una leggera brezza d'aria si infila tra i suoi castani capelli. Istintivamente si porta una mano tra i capelli, frenando l'aria.

Un attimo dopo Kiba apre gli occhi e tenta di parlare, ma Kira riesce fermarlo in tempo, facendogli capire finalmente la situazione. Con le mani la mora volta la testa del castano leggermente a sinistra verso la ringhiera e li c'è Hinata immersa nel calore del suo sole.

Gli occhi candidi di Hinata sono chiusi, un dolce sapore accarezza le sue labbra, il ricordo di lacrime, il ricordo di parole, il ricordo di un attimo. Ora quell'attimo è li, proprio li davanti a lei, quell'attimo in cui aveva aperto il suo cuore, quell'attimo in cui Naruto le era entrato dentro facendola innamorare. La corvina sente la sua guancia quasi bruciare al contatto con quel calore così confortante e rassicurante. Il suo cuore batte. Forte. Gli occhi di Hinata si schiudono, si aprono lentamente. Una chioma bionda illumina quel viso che mai si sarebbe stancata di guardare. Gli occhi turchesi incrociano i suoi e insieme si mescolano.

Il sole sorge una volta sola per le persone. Ma quando lo fa, lascia aperta una porta. Bisogna varcare quella porta finchè resta aperta. E Naruto lo ha fatto.

Le labbra dei due si staccano ma restano ad un respiro di distanza l'uno dall'altra. Il biondo guarda la corvina e sorride – voglio solo che tu sappia – la mano del biondo prende tra le dita una ciocca dei capelli di lei – che non ti lascerò mai andare – lentamente appoggia la sua fronte su quella di lei – ti amo – i due restano a guardarsi per interminabili istanti finchè un leggero colpo di tosse non li costringe a voltarsi verso la porta – scusate... - Kiba fa un passo avanti e subito una gomitata lo raggiunge al fianco e la voce bassa di Kira lo rimprovera per averli interrotti. Ma niente vale più di quel giorno, di quel momento. Perchè Naruto è con loro è non è un sogno.

Hinata è arrossita mentre Naruto inizia a grattarsi la testa – ragazzi... - il castano si avvicina all'amico, felice di vederlo finalmente sorridere veramente, un sorriso vero. Il biondo allunga il braccio verso l'amico e in sincronia si scambiano un saluto, il loro saluto, due pugni che si incontrano. Un gesto che racchiude quella loro complicità che da sempre avevano avuto. Un gesto che li univa quasi come fratelli.

Ora sono di nuovo tutti insieme.

E non serve parlare. Camminiamo in mezzo ai ricordi in uno stato di dormiveglia. Immagini confuse si susseguono. Immagini di ricordi.

C'era stato un pomeriggio in cui due mani si erano intrecciate in un ballo improvvisato. Un giorno in cui le labbra avevano sussurrato piano parole che non sono state udite. Un giorno in cui pioveva e il cielo era grigio e tetro. Un giorno in cui si correva per poter vedere per pochi secondi il sorriso di una persona. E un giorno di primavera passato su una panchina a chiacchierare e ridere. Un altro giorno in cui una lacrima scendeva dagli occhi. Così tanti giorni. Così tanti ricordi.

E ora lo senti? Li senti? Senti i nostri cuori che battono all'unisono? Ricorda. Ricorda tutto. Non dimenticare.

Ora trattieni il respiro. Apri gli occhi e sussurra piano: immensamente amo, immensamente vivo.

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'Autrice:

Bene siamo giunti finalmente alla fine della fic. Storia che mi è stata ispirata dalla canzone Broken dei Lifehouse.

Kira Uchiha 87: Grazie My Alien ^^

Vaius: Oh beh spero di non averti deluso con il finale ^^ ma sai sono sadica e crudele e mi diverto a fare questi finali a sorpresa XD aspetto con impazienza un tuo giudizio finale sulla mia contorta fic XD

Ringraziamenti:

per prima cosa ringrazio la “My Alien” Kira Uchiha 87 a cui ho in parte dedicato la fic (da notare la famosa ragazza della bici) e devo dire che senza di lei molte scene non sarebbero state così corntortamente drammatiche XD grazie mille anche per la tua santa pazienza nel correggermi tutti i cap dai miei obsoleti errori di ortografia XD

poi ringrazio tutti coloro che hanno seguito e recensito la mia storia ^^

un ringraziamento anche a chi a messo la mia fic tra i preferiti e chi l'ha seguita fino alla fine ^^

 

 

 

 

 

 

   
 
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