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Autore: CottonBatu    29/01/2006    22 recensioni
“RON!” finalmente il ragazzo aveva spostato la sua attenzione dai suoi addominali, che lui aveva stupidamente scambiato per ciccetta, a Hermione, o più precisamente alla foto che lei gli stava mostrando. Quella foto. Erano loro. Erano loro il giorno del loro matrimonio. Cazzo.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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SOLO UN’OCCHIATINA

SOLO UN’OCCHIATINA

CAP. 2   IN FAMIGLIA

 

 

Erano passati circa dieci minuti da quando la bella bambina, che sosteneva di essere la figlia di Ron e Hermione, aveva cominciato a trotterellare qua e là per la stanza ricordando in maniera agghiacciante la signora Weasley, ed erano passati circa dieci minuti da quando i suoi presunti genitori si erano accasciati sul letto a fissarla con gli occhi sgranati e la bocca semiaperta dallo stupore.

E per quanto stessero cercando una spiegazione plausibile a quello che era successo, per quanto ci stessero pensando così intensamente che le tempie gli pulsavano, per quando si stessero sforzando così tanto che le loro sopracciglia era talmente aggrottate da fare male, non riuscivano a trovare una  teoria meno assurda di quella di Ron, che sosteneva che gli alieni erano venuti sulla Terra, li avevano presi e li avevano spostati in una dimensione parallela, giusto perché non avevano niente da fare.

Nel frattempo, la bimba, un pochino allarmata dal comportamento di mammina e papino, si stava avvicinando pianino, pianino a Hermione, che la guardò con aria stralunata.

 

“Mammina…” aveva detto la bimba stropicciandosi un occhio, “…ho fame” Hermione spalancò ulteriormente gli occhi nocciola, mentre la bimba prendeva con una mano la sua vestaglia, con l’altra la mano di Ron, e li conduceva tranquillamente in cucina.

E loro continuavano a guardarla, e guardarla, e a guardarla e avevano continuato a farlo anche quando lei li aveva fatti sedere e con non poche difficoltà aveva preso una bellissima torta al cioccolato dentro al forno.

 

“Ne voglio un pezzo grande, grande, grande così” aveva detto lei spalancando le braccia più che poteva e guardando con lo stesso bel sorriso di Hermione, un Ron indeciso se tagliare la torta o scappare dalla porta principale.

Alla fine optò per la torta.

In fondo cominciava ad essere affamato e quel dolce aveva un aspetto davvero invitante.

Tagliò tre pezzi ugualmente enormi e li sistemò con apparente tranquillità nei tre piattini che erano già disposti sul tavolo. Nel momento in cui anche l’ultima fetta di torta venne poggiata sull’apposito piattino, sia Ron sia la bambina si lanciarono voraci sulla loro fetta, mentre Hermione li guardava, atterrita dalla mostruosa somiglianza dei due.

Fu la bimba la prima a finire e, facendo un sorrisone allegro e soddisfatto, prese a dondolarsi in maniera adorabile sulla sedia, mentre si succhiava un dito sporco di cioccolata.

 

“Papà?...”

Ron non poté fare a meno di alzare lo sguardo, gesto che fece arrossire violentemente sia  lui, sia Hermione. Ma la bimba, non sembrando preoccuparsi dello strano comportamento che i suoi genitori avevano quella mattina, proseguì come se nulla fosse. “…Quando arriva il fratellino che mi avevi promesso?”

Il pezzo di torta che Ron stava masticando attentò alla sua incolumità bloccandosi a metà trachea; a Hermione andò di traverso il succo di frutta che stava bevendo.

 

N-non credo che arriverà tanto presto, piccolina…” aveva detto lei con una risatina nervosa. La bambina udendo quelle parole si era improvvisamente rabbuiata, incrociando le braccine morbide al petto.

 

“Ma come?! Mi avevate detto che avrei avuto il fratellino presto, presto!” mormorò lei con una vocina tremolante, alzandosi e andando a poggiare la testolina fulva sulla pancia di Hermione.

Lei rimase per un lungo momento interdetta, poi capì e arrossì furiosamente.

Ron, invece, troppo preso dall’arduo tentativo di sopravvivere, non sembrò badare allo sguardo di Hermione e alla strana posizione in cui si trovava la bambina.

 

“Che hai?” chiese poi lui notando il rossore di Hermione.

 

Cr-credo…credo di essere incinta…” e la torta attentò nuovamente alla vita di Ron.

 

 

*

 

 

 

Era passata mezz’ora dalla sconvolgente rivelazione di Hermione, e ora si trovavano nel salotto della loro casa a sparare congetture a caso su come fossero mai finiti lì.

Ron, in piena crisi di panico, parlava a vanvera, gettandosi in teorie che includevano navicelle spaziali, vascelli pirata e arcaiche maledizioni, mentre Hermione si era ritirata in un meditabondo silenzio che ad uno sguardo attento avrebbe potuto preannunciare un epico esaurimento nervoso.

 

“…Insomma ci dev’essere un motivo! Magari siamo stati ibernati e ci siamo risvegliati nel futuro!” questa fu la centesima proposta di Ron che si zittì subito dopo, con una sola occhiataccia della ragazza.

 

“E come avresti fatto a mettermi incinta due volte, mentre eravamo ibernati, eh?!” le parole le morirono in gola, mentre si chiudeva ulteriormente la vestaglia, in imbarazzo.

Ron distolse lo sguardo da lei, le orecchie caldissime.

 

“…Era solo un’idea…” borbottò poi lui sulla difensiva, cominciando ad andare avanti e indietro per la stanza.

 

“Secondo me dovremmo chiamare qualcuno” propose Hermione, risoluta, appoggiandosi allo schienale del divano. 

 

“E chi? Il Ministero, magari?!” chiese lui sarcastico.

 

“No, scemo, Harry…o Ginny” azzardò lei, ignorando lo sguardo corrucciato del ragazzo.

 

“Si potrebbe provare…Però non sappiamo dove ci troviamo, e non abbiamo mezzi per scoprirlo purtroppo” disse lui lasciandosi cadere stancamente sul divano, vicino a Hermione. Lei pensò per un po’ alle sue ultime parole, poi si  illuminò.

 

“Non è vero, che non ci sono mezzi!” disse lei alzandosi e dirigendosi in cucina, dove la bambina stava giocando con una bambola di pezza.

 

“Tesoro, ti va di fare un gioco?” chiese Hermione rivolgendosi alla bambina con un tono di voce affettuoso. Talmente affettuoso che Ron non poté non arrossire al pensiero che quella che aveva davanti era la sua famiglia.

In quel mondo almeno.

Hermione sembrava essersi quasi abituata all’idea di avere una famiglia con lui, ma Ron? No, lui era troppo sconvolto, e contento e agitato, per pensare che una cosa del genere sarebbe mai potuta accadere per davvero in qualunque  mondo o dimensione.

Che lei avrebbe potuto scegliere lui, proprio lui, tra tutti quanti. Proprio lui e nessun altro.

Ci aveva fantasticato così tanto su, che gli era sembrato stranissimo ritrovarsi in una realtà in cui i suoi desideri erano realtà.

In cui Hermione era…sua?

Poteva dire così?

Ron si chiese anche se avrebbe potuto pensarlo.

 

La bambina annuì forte con la testa, agitando una cascata di boccoli rossicci.

Prese la mano di Hermione e la condusse sul divano.

 

“A che giochiamo?” chiese la piccina. Hermione fece finta di pensarci un po’ su, mentre Ron le raggiungeva sul sofà e la bimba gli si gettava sulle gambe.

 

“Facciamo così: adesso io ti faccio delle domande, prima facili e poi sempre più difficili, e se rispondi bene, ti facciamo un bel regalo!” disse Hermione risoluta. La bambina ci pensò un po’ su e poi finalmente annuì con la testolina riccioluta. “Allora, prima domanda: come ti chiami?”

Ron rivolse a Hermione uno sguardo ammirato per il colpo di genio che aveva avuto.

 

“Facile! Ellie Weasley!”

 

Ellie?!” disse Ron corrucciato, mentre Hermione lo guardava torva.

 

“Sì, Ellie!...cioè Eleanor…” disse la piccola correggendosi.

 

“E in che città siamo?”

La bimba parve pensarci un po’ prima di rispondere.

 

“Londra? Cioè, non Londra Londra…siamo vicino però, vero?” chiese Ellie preoccupata di sbagliare.

 

“Non ti preoccupare, va benissimo, così” la rassicurò Ron guadagnandosi un sorriso di Hermione.

 

“E vediamo…per caso…dove sono zia Ginny e Harry?” chiese ancora lei. Ellie sembrò corrucciarsi in un primo momento, ma poi guardò fuori dalla finestra e si illuminò.

 

“Sono qui!” strillò lei scendendo dalle gambe di Ron e correndo verso la porta per accogliere i due ragazzi.

Ron e Hermione si alzarono e seguirono Ellie all’ingresso, vedendo all’entrata le due persone che sarebbero dovute essere Harry e Ginny cresciuti.

Davanti a loro c’era un ragazzone alto con bellissimi occhi verdi e un’inconfondibile cicatrice sulla fronte che teneva la mano ad una ragazza dai lunghi capelli rossi, qualche lentiggine ancora sparsa sul viso e…incinta. Sì, Ginny Weasley, o propriamente, la Signora Ginny Potter, era incinta del salvatore del mondo magico da circa sette mesi e mezzo.

E pare che a Ron, questo piccolo particolare non era sfuggito.

Guardava la sorella, come se stesse guardando una bomba ad orologeria, con uno sguardo terrificato sul volto.

A riportarlo alla realtà fu una gomitata ben assestata di Hermione, che guardava con le sopracciglia inarcate il ventre rigonfio della sua migliore amica.

 

Ginny e Harry…?” aveva sussurrato la ragazza in tono quasi interrogativo, cosa che non sfuggì agli altri due.

 

“Sì, perché chi ti aspettavi?” disse Harry ridacchiando, mentre Ginny notava che i suoi amici erano ancora in tenuta notturna.

 

“Harry, tesoro…forse siamo capitati in un brutto momento…” disse lei indicando con la testa lo stato di Ron e Hermione.

Harry guardò per un attimo i due, i vestiti stropicciati e lo sguardo sperduto. Notò come lei continuasse a chiudersi spasmodicamente la vestaglia, le sue guance rosse, i suoi capelli anche più spettinati del normale; vide come lui si passava nervosamente una mano tra i capelli, la sua maglietta sgualcita, la sua aria spossata.

 

“Oh…” disse lui, improvvisamente in imbarazzo. “-Oh, cielo ragazzi, scusate! Dovevamo avvertire, avete ragione...Noi-noi adesso andiamo eh?” Harry fece per tornare sui suoi passi, mentre Ginny schioccava un bacio a Ellie.

Ron e Hermione si lanciarono uno sguardo in tralice, arrossendo come raramente era capitato loro di fare.

 

“NO!” gridò lei, mentre Ginny e Ellie le lanciavano uno sguardo corrucciato. “Non è come credete!” fece una risatina e Ron aveva lo sguardo vacuo di chi immagina cose che non dovrebbe immaginare. “Non ve ne andate… dobbiamo parlarvi” aveva mormorato la ragazza ancora rossissima, cercando di guardare il meno possibile dalla parte di Ron. 

Harry e Ginny si guardarono, ora allarmati.

 

 

*

 

 

 

“Quindi voi ci state dicendo che non siete i Ron e Hermione che conosciamo noi, ma che venite dal passato o da qualche altra dimensione parallela alla nostra, e che lì avete diciassette anni?” aveva ricapitolato Harry una volta che Ron e Hermione gli avevano spiegato al situazione.

Più Hermione che Ron, in effetti, perché lui era troppo occupato a fissare il ventre di Ginny con uno sguardo psicotico e a lanciare occhiate omicide a Harry, che non sembrava particolarmente a suo agio in quella situazione.

 

“Secondo voi cosa può essere successo?” chiese Hermione una volta terminato il racconto; Ginny  ci pensò un attimo, accarezzandosi inconsciamente la pancia.

 

Bhè…c’è da dire che in via teorica, tutta questa storia non dovrebbe centrare con qualcosa di oscuro, essendo Voldemort stato ucciso nell’estate tra il sesto e il settimo anno ad Hogwarts, quindi magari è una cosa che avete provocato voi…” propose lei non del tutto convinta.

 

“E come avremmo fatto secondo te?” chiese Ron irritato.

 

“Cosa vuoi che ne sappia io! Fatto sta che se vi ritrovate qui, un motivo di sicuro c’è!” detto questo, tutti e quattro si ritirarono in un religioso silenzio, tutti troppo persi nei propri pensieri per parlare.

 

“…Magari dovete imparare qualcosa” era stato Harry a parlare per primo e ora tutti lo stavano guardando, in attesa di una spiegazione più esauriente. “….Dico solo che magari dovete capire qualcosa, una lezione di vita, o che so io, e poi tornerete da soli nella vostra realtà” azzardò lui, mentre Hermione adottava la sua caratteristica espressione riflessiva.

 

“Quindi tu stai dicendo che finché non capiamo quello che dobbiamo capire, resteremo in questa realtà?” chiese lei dopo qualche minuto di riflessione.

 

“Potrebbe essere…ora però il problema sorge spontaneo: cosa miseriaccia dobbiamo capire?!” intervenne Ron sempre più innervosito. Harry sembrò pensare attentamente alla risposta da dargli, ma poi si limitò a stringere le spalle.

 

“Non so…cosa è successo prima di ritrovarvi qui?”

Ron e Hermione si guardarono un attimo, imbarazzati.

 

“Abbiamo litigato…” esalò Hermione con lo sguardo rivolto al tavolo.  

 

Mpf, sai che novità! Voi litigate sempre, perché questa litigata sarebbe stata diversa?!” disse Ginny ora un pochino spazientita da quella situazione paradossale. Harry fece un sospiro, poi si stiracchiò sulla sedia.

 

“Non saprei.” il suo sguardo si perse per un lungo momento nel vuoto, nel tentativo di dare una risposta meno inutile. Poi si riscosse e lanciò un’occhiata a Ginny. “Beh ragazzi, forse ora è meglio lasciarvi. Andiamo Gin” disse improvvisamente lui alzandosi dalla sedia.

Ron, Hermione e Ginny si guardarono per un attimo, interdetti.

 

“Come sarebbe a dire ‘andiamo Gin?! Ve ne andate? Non ci aiutate a risolvere questa situazione?” disse Ron allarmato, mentre la sorella raggiungeva il marito.

 

“Beh, noi più di tanto non possiamo fare, Ron. Voi avete combinato questo pasticcio e voi dovete cavarvene fuori. Spetta a voi capire cosa possa essere successo di tanto grave da portarvi fin qui e per quale motivo!” disse Harry subito prima di scomparire con Ginny fuori dalla porta.

Ron si alzò dalla sedia, iroso.

 

“Grandioso! Grazie mille. Grandi amici, che abbiamo” borbottò Ron una volta rimasto solo con Hermione.

 

“Avrebbero potuto darci una mano in più, in effetti” convenne lei andando nell’altra stanza da Ellie che per tutto il tempo era stata nella sua cameretta a giocare con la puffola pigmea che le avevano portato Harry e Ginny e che lei decise di chiamare Bob.

Dopo qualche minuto anche Ron la raggiunse e guardando Hermione giocare con Ellie e Bob, sentì qualcosa dentro, che lo rendeva felice e nervoso allo stesso tempo.

Forse cominciava a capire…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ta-daaaaaaa! Avete visto che l’ho continuata?

Spero abbiate apprezzato C:! Dunque, questo è un capitolo un pochino di transizione, ma vedrete che sarà importante ai fini della storia. Ordunque, è tempo di passare ai ringraziamenti! Ringrazio enormementissimamente  Ginny_Potter, commentatrice, Judeau, cornelia84, Naife, vania, Lady Fiamma Lestrange, Romen Evans, Merylin, Elly (oh, come il nome della bimba^^), Ronny92, call, eagle88, Clo87, ramona55, Lily, SiJay, Lollo, funkia, Hermionina e k_eliza, che hanno commentato!

Grazie, grazie, grazie!

I vostri commenti mi hanno resa felicissima! Ovviamente ringrazio anche tutte le persone che hanno solo letto :D...Però un commentino potreste anche lasciarlo u_u *tzè*

:DD Baciottosss

   
 
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