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Autore: CottonBatu    26/01/2006    50 recensioni
“RON!” finalmente il ragazzo aveva spostato la sua attenzione dai suoi addominali, che lui aveva stupidamente scambiato per ciccetta, a Hermione, o più precisamente alla foto che lei gli stava mostrando. Quella foto. Erano loro. Erano loro il giorno del loro matrimonio. Cazzo.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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SOLO UN’OCCHIATINA

SOLO UN’OCCHIATINA

CAP. 1 OMG!

riveduta e corretta il 24.01.2009

 

 

“Ronald! Smettila subito di parlarmi in questo modo!” urlò una ragazza dai lunghi capelli scuri e ricci.

 

“Io non ti sto parlando in nessun modo! Smettila tu, piuttosto, di trattarmi come un bambino!” aveva risposto un ragazzo dagli occhi azzurrissimi e i capelli rosso fuoco.

 

“Io non ti tratto come un bambino! Tu sei un bambino! Uno stupido bambino maleducato!” rispose lei aumentando ancora di più il tono di voce e attirando l’attenzione dell’intera Sala Comune.

 

“Ah, io sarei un bambino?! E tu cosa saresti allora?”

 

Ron e Hermione stavano litigando di nuovo, con immenso giubilo dei timpani dei loro compagni di Casa.

Nell’ultimo periodo la cosa sembrava addirittura peggiorata.

Litigavano prima di colazione, dopo colazione, a colazione, tra una lezione e l’altra, prima o dopo pranzo, appena terminati gli allenamenti di Quidditch, qualche frecciatina a cena e un ultimo significativo bisticcio subito prima di andare a dormire, per concludere con ottimismo la dura giornata scolastica.

Seamus e Dean guardarono il volto innaturalmente arrossato di Ron ridendo, Calì e Lavanda  quasi urlavano per sovrastare le grida dei due pur di poter parlare delle loro avventure amorose con due aitanti Corvonero dell’ultimo anno. Colin Canon, tentato per un secondo di immortalare la scena con una foto, desistette dal suo intento raggelato dallo sguardo che Hermione gli rivolse.

Neville, sbuffò, scambiandosi uno sguardo colmo di significati con Oscar.

 

“Sempre la solita storia” borbottò Ginny a Harry, incrociando le braccia al petto con un gesto stizzito. “Non si può continuare così, oggi è la quinta volta” squittì lei, digrignando i denti dall’irritazione.

Harry, accanto a lei, si passò una mano trai capelli, sospirando pesantemente. La situazione era diventata davvero insostenibile, lei aveva ragione.

Ginny diceva che era perché si piacevano talmente tanto da non riuscire più ad essere soddisfatti da amici. E Harry, un po’ perché non sapeva più dove andare a sbattere la testa, un po’ perché era improbabilmente seccato da quella situazione paradossale, le aveva dato ragione.

Ron amava Hermione e Hermione amava Ron, punto.

Loro ci erano arrivati, così come il resto di Hogwarts. Ma i diretti interessati?

Harry aveva veramente qualche dubbio. E anche Ginny aveva qualche dubbio. Persino Oscar aveva qualche dubbio.

Certo era, che non si poteva andare avanti in questo modo.

 

Adesso basta!” aveva urlato Harry sovrastando le voci di entrambi con la sua, facendo sobbalzare Ginny. Ora tutta l’attenzione dei presenti era rivolta a lui, e anche Ron e Hermione si erano zittiti all’istante dopo che il loro amico aveva gridato.

 

“Non capite che non vi sopporta più nessuno? Volete essere grandi? Bene, allora iniziate a non rimbeccarvi ogni cinque minuti e a non urlarvi contro a vicenda” aveva sbottato lui, mentre sorpassava il buco del ritratto e lasciava un’Hermione sull’orlo delle lacrime e un Ron decisamente shockato.

Ora nella Sala Comune regnava un’atmosfera tesa, gelida e innaturale, e nessuno dei due litiganti sembrava avere intenzione di guardare l’altro.

La prima a muoversi fu Hermione, che con un flebile ‘Buonanotte’ era corsa velocemente nel dormitorio, seguita a ruota da Ginny che non mancò di lanciare un’occhiata sdegnata al fratello prima di scomparire su per le scale del dormitorio dietro alla sua migliore amica.

Ron serrò i pugni, conficcandosi le unghie nei palmi. Alzò lo sguardo e incontrò quelli incuriositi dei suoi compagni di Casa.

 

“Beh?!” urlò, ancora furioso. Dean e Seamus abbassarono immediatamente i loro sguardi ridenti, Lavanda e Calì gli lanciarono un’occhiata in tralice prima di proseguire con il loro discorso e Neville sussultò, mentre Oscar cadeva miseramente dal bracciolo della poltrona.

Ron sospirò, e si lasciò cadere sulla poltrona di fronte al camino, i suoi occhi fissi e vitrei sulle braci.

La odiava.

Odiava tutto di lei.

Il suo modo di fare, il suo tono saccente, il suo sguardo deluso e risentito quando lo guardava fallire  in qualche cosa, la maniera in cui lo faceva sentire inferiore.

Chi si credeva di essere?!

Non era migliore di lui solo perché sapeva più cose.

Non era migliore di lui solo perché a conti fatti aveva sempre ragione lei.

Non era migliore di lui solo perché era eccezionale.

Non era migliore di lui, e questo era quanto.

Ron abbassò lo sguardo sul tappeto, serrando le mascelle.

Invece sì.

 

 

Un’ora dopo il litigio, Ron era ancora seduto sulla poltrona dove si era accasciato poco dopo che Hermione era andata via.

Stava fissando le braci nel camino, assente, immobile, inconsapevole che la Sala Comune si era velocemente svuotata intorno a lui poco dopo che lei era andata via.

Avrebbe voluto a tutti i costi aspettare Harry per parlargli, per chiedergli scusa, per fargli sapere quanto avesse ragione a dire che ormai la situazione stava diventando insostenibile. Si sentiva in errore, inadeguato molto più di quanto non si fosse mai sentito e aveva bisogno di riappacificarsi almeno con uno dei suoi migliori amici.

I suoi occhi però si fecero pesanti, il suo corpo affondò maggiormente tra i cuscini del divano e il suo respiro divenne improvvisamente pesante; avrebbe voluto aspettare Harry, avrebbe voluto dirgli tante cose, avrebbe voluto sparlare di Hermione se lui glielo avesse permesso.

Ma si addormentò.

 

 

 

*

 

 

 

Era mattina presto quando Ron e Hermione riaprirono gli occhi.

Solo che niente era come l’avevano lasciato la sera prima.

E’ probabile che lo shock più grande sia stato quello di ritrovarsi nello stesso letto. Insomma…Ron e Hermione. Nello stesso letto! Un letto grande, comodo che implicava le loro vicinanza nell’incoscienza, che implicava un toccarsi, uno sfiorarsi, un’avvicinarsi che in quel momento sarebbe stato inconcepibile da svegli. Non era credibile, insomma.

Non ci avrebbe creduto Harry.

Non ci avrebbe creduto Ginny.

E non ci credé nemmeno Ron quando si era ritrovato con Hermione addormentata affianco, in un letto che non ricordava neanche di aver raggiunto la sera prima.

Era seduto sul letto ora, e aveva iniziato  a fissare quasi inconsciamente il viso addormentato della donna accanto a lui, che sembrava Hermione, solo un pochino più grande.

Ma non era possibile vero?

Cioè, stava sognando giusto?

Quella donna non poteva essere Hermione!

Eppure quei capelli solo un pochino più lunghi del solito, quel nasino regolare e quelle labbra così rosse e piene sembravano proprio della sua Hermione.

Arrossì al pensiero che aveva appena formulato.

Avvicinò piano il suo viso a quello della ragazza e per poco non gettò uno strillo quando lei aprì inaspettatamente gli occhi e iniziò a urlare, spingendolo giù dal letto.

 

“Hermione! Hermione…calmati! Calmati, sono io!”, ma lei non si calmava e continuava a urlare in preda al panico.

Dopo svariati minuti, in cui lui aveva cercato in tutti i modi di avvicinarla e lei aveva attentato senza remora ai suoi gioielli di famiglia, Ron era riuscito finalmente a bloccarla per le spalle.

 

“Hermione, miseriaccia, guardami! Sono io! Ron!” aveva sbottato lui, guardandola dritto negli occhi e allentando subito la presa notando la sua espressione spaventata.

 

“Ron…” aveva sussurrato lei mentre allargava gli occhi sorpresa. “…cosa…cosa ti è successo? Sembri più vecchio…” aveva detto lei massaggiandosi il braccio che Ron le aveva afferrato e ignorando l’occhiataccia del rosso.

 

“Se sono invecchiato io, allora lo sei anche tu” borbottò lui, stizzito.

 

“Non essere ridicolo, Ronald!” rise lei, “Come avrei fatto ad invecchiare in una sola notte?!

 

“E allora io?! E poi se non ci credi, vatti a guardare allo specchio!” e Hermione non se l’era fatto ripetere due volte. Si era alzata ed era andata spedita verso lo specchio dalla parte opposta della camera, pronta a confutare la tesi del suo inconsuetamente barbuto amico.

 

“Oddio!” strillò, mettendosi le mani sul petto per coprire ciò che la sua camiciola da notte non nascondeva come avrebbe dovuto, “Ron! Guardami!…Ron, ma che…cosa diavolo ci è successo?!” aveva detto lei dopo aver studiato velocemente il riflesso di una donna sui venticinque anni e con le forme decisamente più generose delle sue.

Arrossì al solo pensiero, afferrando una vestaglia pastello abbandonata su una sedia poco lontano.

 

“Non ne ho la minima idea…magari siamo finiti in qualche-” si era bloccato subito una volta che aveva raggiunto Hermione allo specchio e aveva visto il riflesso di un ragazzo decisamente bello, molto muscoloso e con i lineamenti induriti dalla barba incolta sul viso.

 

“Hermione! Ma mi hai visto?! Sembro un barbone! E poi guarda qui…” ma lei non lo ascoltava più. L’attenzione della ragazza era caduta su una foto poggiata sul cassettone della biancheria. Con gli occhi spalancati e la bocca leggermente aperta dallo stupore, si era avvicinata al mobile e aveva preso la foto accuratamente incorniciata.

 

“Ron…”

 

“-…Guarda, guarda! Cioè, ma come mi sono ridotto?! Poi guarda qui, ho le maniglie dell’amore!

 

“Ron…”

 

“Merlino, sono grasso! Come ho fatto a ingrassare?”

 

“RON!” finalmente il ragazzo aveva spostato la sua attenzione dai suoi addominali, che lui aveva stupidamente scambiato per ciccetta, a Hermione, o più precisamente alla foto che lei gli stava mostrando.

Quella foto.

Erano loro.

Erano loro il giorno del loro matrimonio.

Cazzo.

 

“Noi…noi siamo sposati…” aveva sussurrato lei, arrossendo violentemente e rispondendo alla muta domanda di Ron, che aveva le sopracciglia talmente inarcate che se avessero potuto gli sarebbero arrivate dietro la nuca.

 

Sp-sposati…” aveva balbettato lui, mentre fissava con gli occhi fuori dalle orbite la fede all’anulare sinistro e le sue orecchie assumevano inevitabilmente una tonalità molto accesa.

Ci fu un lungo silenzio imbarazzato tra i due, entrambi troppo sconvolti e agitati per avere il coraggio di guardarsi in faccia.

Il silenzio quasi religioso che si era formato, venne però rotto da un rumore di passi fuori dalla camera da letto.

Sia Ron che Hermione si girarono di scatto verso l’entrata, quando questa venne aperta da una bimba sui quattro anni dagli enormi occhi azzurri e lunghi boccoli color rame che adesso saltellava tutta contenta verso di loro.

 

“Mamma! Papà! Vi siete svegliati finalmente!”

Ron emise un suono strozzato.

 

M-mamma?!...” la voce di Hermione aveva una forte flessione isterica. Fissò la bimba con gli occhi sgranati, mentre lei abbracciava le ginocchia delpadre’ tutta sorridente e apparentemente non badando allo sguardo atterrito che Ron le rivolse.

 

“O Santa Morgana…” queste furono le uniche parole che uscirono dalla bocca del ragazzo appena la bambina si fu staccata dalle sue gambe ed ebbe l’occasione di guardarla bene.

Era esattamente uguale a lui.

 

Cosa era successo? Come erano arrivati lì?

Ron e Hermione si guardarono per un secondo, il loro sguardo indecifrabile.

Quella sarebbe stata sicuramente una giornata interessante.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Solo una prova, per una nuova FF che sarà lunga non più di quattro o cinque capitoli…come vi sembra? Piaciuta?!

Aspetto commenti, mi raccomando!

Baciotti :D

Gaia :3

 

   
 
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