Capitolo 3 – Kevin
Gli scopro il collo e la sto per mordere quando sento qualcosa di freddo all’altezza dello stomaco, non faccio in tempo ad abbassare lo sguardo che un dolore lancinante mi fa tremare la gambe e indietreggio cadendo.
La ragazza mi punta la pistola alla tempia e invoca parole sacre: “Padre Nuestro que estàs en los cielos santificado sea tu nombre, venga tu reino...”
Quelle parole, il simbolo sulla pistola non mi lasciano dubbi, la ragazza è un esorcista. Maledetta.
Chiudo gli occhi sapendo che la pallottola nello stomaco non mi permetteva di muovermi agilmente.
Bang.
Mi preparo al dolore ma esso non arriva, apro gli occhi e vedo che la ragazza è a terra, svenuta e sanguinante, di fianco a lei c’è Liam, il proiettile che doveva essere per me era stato indirizzato a suo carico e lo aveva colpito in gola.
Il suo candido pelo si macchiava di rosso, barcollava, cadeva ma si rialza sempre con una forza che ora non trovo in me.
Mi trascino vicino a lui e gli lego il collo con un brandello di camicia
-Stupido, dovevi lasciarmi morire!
Esclamo mentre lui abbassa lo sguardo e nega.
-Siamo pari, uno a uno.
Credo che non lo capirò mai, l’ ho aiutato quando era in difficoltà ed ora mi aiuta per sdebitarsi anche se sa che se dovessi ucciderlo lo farei senza nessuno scrupolo,sono un vampiro… ma ne sarei veramente capace? Io Kevin Will sarei in grado di uccidere il mio unico amico? No.
Un ringhio di Liam mi riporta alla realtà, mi ordina di portarla a casa e si incammina davanti a me, sanguinante e con il respiro affannato.
Nel tragitto raccoglie alcune erbe e alcuni fiori e una volta a casa sbatte la ragazza in cantina e poi mi cura mettendo quelle erbe sulla ferita.
Allungo una mano per aiutarlo a medicarsi ma un ringhio basso e minaccioso mi obbliga ad arretrare, non mi aveva mai minacciato così tanto.
Esce di casa barcollando, so che non devo seguirlo…
Scendo, osservo la ragazza e la lego al muro con catene: ha i capelli rosso sangue, è una mocciosa di 18 anni, pelle olivastra e un visino delizioso.
Sarebbe un pranzo perfetto, mi sdraio nel letto e tento di dormire con scarsi risultati, è grazie a Liam se cammino ancora, se sono vivo.
Sono passati già quattro giorni dall’evento con l’esorcista donna.
Liam deve ancora tornare e non permetterò alla ragazza di andarsene in giro per il mondo ad uccidere miei simili.
Mi sono accorto che senza di lui sono nulla, non so cacciare, e forse mi manca un poco, se non torna la donna dovrà morire.
È da quattro giorni che la ragazza fa silenzio, un silenzio opprimente, quasi surreale.
-Che vuoi da me?
La sua voce esce sicura e stanca dalla sua bocca. Faccio silenzio perché nemmeno io so cosa voglio da lei.
-Chi sei Esorcista?
La osservo cercando risposte che ovviamente non trovo
Ride.
-Sono il Generale Shala Cross. Complimenti, non pensavo che un vampiro potesse allearsi con un licantropo.
Ora sono io a ridere, un generale, chissà che goduria ci sarebbe stata nell’ucciderla…
-Tu sei il Conte? Il Conte Will?
Annuisco anche se in verità prima ero un conte, la spalla destra del re dei vampiri ma poi ho deciso di mollare tutto e mi sono ritirato a Lisbona.
-Le tue terre sono dilaniate dalle guerre, dalle carestie e soprattutto dai Novox, morti che attraverso patti con il dio Kyle tornano a camminare sulla terra sottostando alle regole di una regina spietata.
La interrompo
-Sprechi il tuo tempo, io non torno indietro.
-Ho avuto l’ordine di ucciderti, il Papa ti ritiene uno dei colpevoli delle stragi perché a carico di questo casino c’è tua sorella Lya Will.
E così è viva, credevo fosse morta da anni invece eccola riapparire come un parassita che torna per distruggerti la vita per l’ennesima volta.
Non gli è bastato uccidermi moglie, figli e trasformarmi in vampiro, no, lei deve tornare per uccidermi una volta per tutte per poter governare sulle mie terre.
Le immagini di quella notte riecheggiano vive dentro me, incubi rossi fatti di urla della mia amata, dilaniata da un Golem, il sangue delle mie adorate figlie che scorreva a fiotti fino ai miei piedi.
I loro occhi bianchi e vuoti della loro solita vitalità , la loro pelle diafana e i loro corpi freddi mi fanno ancora tremare.
Gli scopro il collo e la sto per mordere quando sento qualcosa di freddo all’altezza dello stomaco, non faccio in tempo ad abbassare lo sguardo che un dolore lancinante mi fa tremare la gambe e indietreggio cadendo.
La ragazza mi punta la pistola alla tempia e invoca parole sacre: “Padre Nuestro que estàs en los cielos santificado sea tu nombre, venga tu reino...”
Quelle parole, il simbolo sulla pistola non mi lasciano dubbi, la ragazza è un esorcista. Maledetta.
Chiudo gli occhi sapendo che la pallottola nello stomaco non mi permetteva di muovermi agilmente.
Bang.
Mi preparo al dolore ma esso non arriva, apro gli occhi e vedo che la ragazza è a terra, svenuta e sanguinante, di fianco a lei c’è Liam, il proiettile che doveva essere per me era stato indirizzato a suo carico e lo aveva colpito in gola.
Il suo candido pelo si macchiava di rosso, barcollava, cadeva ma si rialza sempre con una forza che ora non trovo in me.
Mi trascino vicino a lui e gli lego il collo con un brandello di camicia
-Stupido, dovevi lasciarmi morire!
Esclamo mentre lui abbassa lo sguardo e nega.
-Siamo pari, uno a uno.
Credo che non lo capirò mai, l’ ho aiutato quando era in difficoltà ed ora mi aiuta per sdebitarsi anche se sa che se dovessi ucciderlo lo farei senza nessuno scrupolo,sono un vampiro… ma ne sarei veramente capace? Io Kevin Will sarei in grado di uccidere il mio unico amico? No.
Un ringhio di Liam mi riporta alla realtà, mi ordina di portarla a casa e si incammina davanti a me, sanguinante e con il respiro affannato.
Nel tragitto raccoglie alcune erbe e alcuni fiori e una volta a casa sbatte la ragazza in cantina e poi mi cura mettendo quelle erbe sulla ferita.
Allungo una mano per aiutarlo a medicarsi ma un ringhio basso e minaccioso mi obbliga ad arretrare, non mi aveva mai minacciato così tanto.
Esce di casa barcollando, so che non devo seguirlo…
Scendo, osservo la ragazza e la lego al muro con catene: ha i capelli rosso sangue, è una mocciosa di 18 anni, pelle olivastra e un visino delizioso.
Sarebbe un pranzo perfetto, mi sdraio nel letto e tento di dormire con scarsi risultati, è grazie a Liam se cammino ancora, se sono vivo.
Sono passati già quattro giorni dall’evento con l’esorcista donna.
Liam deve ancora tornare e non permetterò alla ragazza di andarsene in giro per il mondo ad uccidere miei simili.
Mi sono accorto che senza di lui sono nulla, non so cacciare, e forse mi manca un poco, se non torna la donna dovrà morire.
È da quattro giorni che la ragazza fa silenzio, un silenzio opprimente, quasi surreale.
-Che vuoi da me?
La sua voce esce sicura e stanca dalla sua bocca. Faccio silenzio perché nemmeno io so cosa voglio da lei.
-Chi sei Esorcista?
La osservo cercando risposte che ovviamente non trovo
Ride.
-Sono il Generale Shala Cross. Complimenti, non pensavo che un vampiro potesse allearsi con un licantropo.
Ora sono io a ridere, un generale, chissà che goduria ci sarebbe stata nell’ucciderla…
-Tu sei il Conte? Il Conte Will?
Annuisco anche se in verità prima ero un conte, la spalla destra del re dei vampiri ma poi ho deciso di mollare tutto e mi sono ritirato a Lisbona.
-Le tue terre sono dilaniate dalle guerre, dalle carestie e soprattutto dai Novox, morti che attraverso patti con il dio Kyle tornano a camminare sulla terra sottostando alle regole di una regina spietata.
La interrompo
-Sprechi il tuo tempo, io non torno indietro.
-Ho avuto l’ordine di ucciderti, il Papa ti ritiene uno dei colpevoli delle stragi perché a carico di questo casino c’è tua sorella Lya Will.
E così è viva, credevo fosse morta da anni invece eccola riapparire come un parassita che torna per distruggerti la vita per l’ennesima volta.
Non gli è bastato uccidermi moglie, figli e trasformarmi in vampiro, no, lei deve tornare per uccidermi una volta per tutte per poter governare sulle mie terre.
Le immagini di quella notte riecheggiano vive dentro me, incubi rossi fatti di urla della mia amata, dilaniata da un Golem, il sangue delle mie adorate figlie che scorreva a fiotti fino ai miei piedi.
I loro occhi bianchi e vuoti della loro solita vitalità , la loro pelle diafana e i loro corpi freddi mi fanno ancora tremare.