Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: ornylumi    09/04/2011    7 recensioni
Un immaginario capitolo extra di Harry Potter e i Doni della Morte, posto subito dopo la fine della battaglia di Hogwarts. Un viaggio nei ricordi di Bellatrix, visti attraverso gli occhi di Harry, alla ricerca della vera ragione per cui è diventata quello che era: la più spietata e fedele Mangiamorte.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Harry Potter, Narcissa Malfoy, Rodolphus Lestrange, Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Rodolphus/Bellatrix
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era in una cella. Piccola, sporca, con le pareti scrostate. Un letto malconcio e un tavolino di legno erano tutto ciò che la arredava, e una minuscola finestra con le sbarre l’unica apertura sul mondo esterno. Harry non aveva mai visto Azkaban, ma in quel momento pensò che non poteva essere peggio di così. A volte l’aveva visitata nei suoi incubi, altre aveva provato a immaginare come doveva essere vivere lì, magari per anni, circondati dai Dissennatori che portavano via la speranza. Adesso, capiva che anche senza quegli orrendi guardiani resistere non doveva essere affatto facile, perché una stanza come quella toglieva da sé ogni desiderio di vivere.

Bellatrix era seduta a terra, irriconoscibile. Più magra che mai, con i polsi e le caviglie quasi inesistenti, veniva da chiedersi se riuscisse ancora a stare in piedi o ad afferrare qualcosa. Era vestita solo di stracci, dai quali spuntavano gambe e braccia più pallide di quanto fossero mai state, probabilmente perché da tempo non vedevano la luce. Le labbra esangui davano tutta l’aria di una persona malata, e persino i capelli non erano più gli stessi, arruffati e senza l’antica lucentezza. Ma ciò che lo impressionava, più di tutto il resto, erano i suoi occhi. Spenti, senza l’ombra di un’emozione, guardavano fisso la parete di fronte e si perdevano nel nulla, nella più totale assenza di pensieri. Sembrava di essere in una fotografia babbana, immobile, se non fosse stato per le onde del mare che rompevano il silenzio, infrangendosi sulle rocce sottostanti. Ma per Harry, era solo quello che meritava; per ciò che aveva fatto, e per la sua completa mancanza di scrupoli e di pentimento.

Dopo pochi minuti, qualcosa accadde. La porta della cella accennò ad aprirsi e Harry vide Bellatrix arretrare contro la parete, in un gesto che nel tempo doveva esserle diventato d’abitudine. Il terrore le si dipinse sul volto; ma non era un Dissennatore, che entrava per tormentarla. Era suo marito.

Rodolphus era cambiato almeno quanto lei. Altrettanto magro, sporco e terrorizzato, ma tuttavia preso dall’emozione di rivederla. Anche negli occhi di Bellatrix tornò un barlume di vita, quando capì che si trattava di lui. In un filo di voce, mormorò il suo nome: “Rod…”

Restò per un attimo sulla soglia, poi si mise a correre. Le si accovacciò vicino, l’abbracciò, le appoggiò la testa sul petto e pianse, come un bambino. Dopo l’esitazione della sorpresa, anche Bellatrix lo circondò con le braccia e gli passò tra i capelli le sue dita annerite.

“Come hai fatto a entrare?” gli chiese piano.

“Hanno lasciato la porta aperta” rispose lui, tentando di darsi un contegno. ”Non te ne sei accorta?”

Di nuovo, la sorpresa s’impadronì del suo viso. Gli disse di no; e nello stato in cui si trovava era assolutamente comprensibile.

“Si comportano in modo strano” continuò Rodolphus. “I Dissennatori, voglio dire. È come se fossero distratti, come se s’impegnassero meno per renderci la vita impossibile. Quello che mi ha portato la cena, oggi, sembrava quasi che mi stesse dicendo di uscire e venire da te. Ero convinto che una volta fuori gli altri percepissero la mia presenza, ma non è successo. Sono riuscito ad arrivare fin qui senza che mi fermassero”.

“Non me ne sono accorta. Non noto più niente”. Il modo in cui lo disse era atroce, sembrava che l’avessero privata della sua anima. Anche se non avrebbe voluto, Harry provò pietà per lei.

“Credi che potremmo scappare? Fino ad ora non ci pensavo neanche, ma visti gli ultimi cambiamenti non lo escludo”. Rodolphus aveva sollevato il capo e la guardava negli occhi, con quella speranza che s’impossessava di lui. “E poi, tuo cugino ci è riuscito”.

A sentir nominare Sirius, qualcosa in Bellatrix cambiò. Il suo sguardo si accese di rabbia, di odio, di vendetta. E un’ira altrettanto forte si accese in Harry, che in un attimo dimenticò la pietà di poco prima.

Sirius Black…” biascicò, come se stesse pronunciando qualcosa d’infinitamente sgradevole. “Il mio caro cugino, incarcerato per l’unico atto dignitoso della sua vita che neppure ha commesso. E poi fuggito, nessuno sa come. Quel vigliacco traditore è libero, e noi siamo ancora sepolti qui. Se mai ne usciremo vivi, lo ucciderò. Giuro che lo ucciderò”. Era stata di parola, purtroppo, anche quella volta.

“Avrai il mio appoggio” le rispose Rodolphus. E piegò le labbra in un ghigno malefico, da assassino. “Avevi ragione, Bella. Sta tornando. Il Marchio è sempre più nitido, e brucia come una volta. Di questo ti sarai accorta”.

“Sì…” in un attimo divenne appassionata, come se stesse pronunciando il sì del suo matrimonio. “Come potrei non accorgermene… è sulla mia pelle, nella mia carne. È la conferma di ciò che ho sempre saputo. È vivo, è forte. E sta tornando da me”.

Rodolphus si accigliò dopo quell’ultima frase, forse perché aveva detto “da me” e non “da noi”. “È questo che ti ha tenuto in vita, vero?” Improvvisamente era duro, minaccioso, com’era stato prima di Azkaban. “La tua cieca fiducia. Neppure i Dissennatori sono riusciti a portartela via. Forse perché non è un pensiero felice, non ti ha mai resa tale, lui. Ma folle, quello sì. Lo sei sempre stata, anche prima di questa dannata cella. E l’inferno mi prenda se non sono un pazzo anch’io, che ti ho seguita”. E posò le labbra sulle sue, dandole un bacio deciso che rivendicava il suo possesso della donna. Avida di sensazioni piacevoli, che per molto tempo dovevano esserle state negate, Bellatrix rispose al bacio. Ma quel momento d’intimità fu interrotto; da qualcun altro, che entrava nuovamente nella cella.

Note:

Ciao a tutti! Scrivere di Azkaban si sta rivelando più lungo e complicato del previsto... E' un argomento che voglio trattare per bene, quindi (spero) mi perdonerete se ci metto un po' di più. Intanto vi regalo questa prima parte, che fa da prologo a quello che sta per succedere. Scusate se ho lasciato un pochino di suspense nel finale, è venuta fuori così! Grazie, e a presto.

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ornylumi