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Autore: JackoSaint    10/04/2011    2 recensioni
"Vive cada dia como si fuera el ùltimo"
Vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo

Pamela Ruiz, ventenne, combatte da ormai tutta la vita contro l'androfobia. Più semplicemente, la paura per gli uomini. In una Siviglia contemporanea, un burrascoso passato macchiato d'indicibili sofferenze s'incontrerà con un presente fatto d'amore e di passione. Una rosa cremisi ed un paio di labbra rosso sanguigno segneranno per Pamela la rinascita.
(scritta da: Giorgia)
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Capricorn Shura, Nuovo Personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3: Leandro Shura Alvarez: i retroscena


Ed eccomi! Scusate per il ritardo, ma con tutti questi impegni aggiornare è abbastanza impegnativo... di certo non sparitò ancora, promesso! U.U
In questo capitolo inizieranno a presentarsi i primi abbozzi di trama... meglio dire i primi incasinamenti di trama... LOL
Buona lettura, e grazie! ^^
GIO




Capitolo 2
Leandro Shura Alvarez: i retroscena



La lezione di ballo non mi entusiasmò: in primis, tutti gli altri miei compagni sapevano già ballare abbastanza bene mentre io ero rigida come un tronco d’albero. Seconda cosa, le possibilità di fuggire si erano ridotte al minimo dato che Leandro mi aveva tenuto sotto costante vigilanza per tutta la durata del corso.

Non pensavo che il ballo fosse una disciplina da prendere così sul serio. O sai ballare o non sai ballare, punto.

- Si può migliorare ma non troppo, il ritmo devi avercelo nel sangue – mi disse negli spogliatoi una certa Angelina, mentre le altre ragazze stavano già uscendo. – Te la sei cavata bene, suvvia - .

Sbuffai poco convinta. – Semplicemente non credo di essere fatta per il ballo - .

- D’altronde non puoi pensare di raggiungere subito i livelli di Alina e Shura, no? - .

- Shura? - .

- Il secondo nome di Leandro – mi rispose lei notando il mio disorientamento, - strano che Alina non te lo abbia detto - .

Negai col capo. – Lo so solo ora – Mi allacciai con obbrobriosa lentezza le scarpe, sotto agli occhi attenti della mia nuova conoscenza.

Era una ragazza simpatica e semplice, dopotutto. Non aveva l’aria di tirarsela troppo, pareva una sempliciotta con una precaria vita da giovane donna molto impegnata.

- E perché lo chiami con il suo secondo nome? – le chiesi tanto per attaccare bottone: non mi piaceva assolutamente il silenzio.

Lei si caricò il borsone su di una spalla e sorrise. – E’ così che si fa chiamare dagli amici più intimi - .

- Sei sua amica? - .

- Andavamo al liceo assieme – .

Mi infilai velocemente la giacca e uscimmo dagli spogliatoi: la palestra era già vuota, probabilmente gli altri erano andati e la signora Ramìrez mi aspettava fuori dal portone.

- Andavamo al liceo assieme – ripeté lei, e mi parve di scorgere un sorriso nostalgico sul suo volto.

Non mi trattenni e feci per domandare altro, ma lei mi precedette:

- Erano bei tempi. Hai presente le marachelle che si combinano, no? Poi lui ha voluto smettere di studiare - .

- Non ha finito la scuola? - .

 - Già, ha abbandonato prima. Si è dato totalmente alla danza - .

Quel discorso mi incuriosii; mi incuriosii a tal punto che, una volta giunte fuori sotto ai raggi del sole, le chiesi se nel pomeriggio fosse libera per passare da me così da riprendere l’argomento. – Vorrei approfondire... approfondire la storia di Leandro, se non ti dispiace. Sembra che tu lo conosca bene - .

Angelina annuì, leggermente titubante. – Sì, parecchio; e mi farebbe piacere vederti per parlarti un po’ di lui ma... ma non da te, è meglio da me - .

- Perché...? - .

La signora Ramìrez apparve così d’improvviso che mi zittii istantaneamente. – Ciao tesoro, tutto a posto? - .

Le sorrisi distrattamente mentre lei mi passava una mano sulla guancia, poi rivolsi una veloce occhiata anche ad Angelina. – Sì, grazie... ho stretto già amicizia con lei, Angelina! - .

- Felicissima – mi rispose. – Alina? Sapete dov’è? - .

Mi strinsi nelle spalle. – A fine corso mi ha detto che aveva da svolgere alcune pratiche... ha aggiunto che mi avresti accompagnato tu a casa - .

- Sì, in effetti ci eravamo messe d’accordo - .

Non mi interessava assolutamente sapere dov’era quella megera, né tantomeno chi mi avrebbe portato a casa. Decisi quindi di passare in azione: - Uhm... oggi pomeriggio posso andare a casa di Angelina? - .

- Certo, certo. Dove...? - .

- In centro – rispose Angelina quasi si aspettasse quella domanda. Poi si rivolse a me sorridendo amichevolmente. – Alle due ti vengo a prendere, va bene? - .

- Sai dove abito? - .

- Con Alina, sì, tranquilla – Mi donò un lieve bacio sulla guancia, poi salutò con una stretta di mano la signora Ramìrez e si allontanò in direzione del parcheggio.

Io la salutai con la mano, eccitatissima al pensiero di spettegolare sulla vita del mio maestro di ballo. In più, non avevo ben afferrato il motivo per cui Angelina preferisse non venire a casa mia per parlare di lui... e questa cosa mi faceva supporre che avesse avuto un serio motivo per rispondermi così.

 

A mezzogiorno mangiai poco che niente e nelle due ore successive mi chiusi in camera mia.

Alina era come al solito impegnata nel giro di chiamate e alcune volte la sentivo accennare ad un’uscita prevista per quella sera che l’avrebbe tenuta occupata almeno fino all’una di notte.

Meglio, mi dissi. Piuttosto che averla tra i piedi, quella sera preferivo starmene da sola a guardare la televisione.

Dal salotto comunque non si dimenticò di chiedermi (urlando) se volessi andare con lei: rifiutai l’invito con gentilezza.

E proprio mentre stavo per infilarmi le scarpe da ginnastica, alle due e un quarto Alina mi richiamò nuovamente per annunciarmi l’arrivo della mia nuova amica.

Quasi feci salti di gioia ed entusiasmo, ma pensai bene di tenerli per me mentre salutavo la mia coinquilina e salivo in auto con Angelina.

Il viaggio fu piacevole, e nonostante la mia insistenza Angelina non mi anticipò nulla riguardo Leandro.

Iniziammo a parlarne solo quando, tè alle labbra, ci trovammo nella veranda accomodate su grandi poltrone di vimini.

- Allora, perché hai preferito vederci a casa tua? – le chiesi. Non stavo più nella pelle.

Angelina mi inquadrò da dietro la tazza da tè, poi sorrise più rilassata. – Per evitare la presenza di Alina - .

Ebbi l’orribile sensazione che quella strega mi avrebbe perseguitato incessantemente. - Alina? C’entra qualcosa? - .

- Parecchio. Non va molto d’accordo con Shura, anche se non sembra -  Mise da parte la tazza mentre io la osservavo attentamente, presa dal discorso. – Diciamo che... si odiano, sì - .

- Deve essere successo qualcosa di grave - .

Lei mi annuì. - Storia complicata. L’amara verità è che lei è una stronza - .

Che parole crude! Eppure, chissà perché, era assolutamente d'accordo con lei. – Se devo dirtela tutta, mi sta molto antipatica - .

- Non sto parlando del suo carattere, Pamy – mi disse lei con una certa confidenza, - ma del suo comportamento con Shura - .

Mi ritrovai a sorseggiare distrattamente il tè. – Dimmi - .

- Si dovevano sposare, loro due, un paio di anni fa circa – iniziò lei, catturando subito la mia attenzione:

- Sposare? - .

- Mai fidarsi di una come Alina – continuò Angelina. – Shura era pazzo di lei. Insomma, non so se rendo l’idea ma... ma Shura è un gran pezzo di ragazzo, e solo una deficiente sarebbe capace di tradirlo! - .

- E fammi indovinare, la deficiente sarebbe Alina - .

- Esatto! - .

A dir la verità non mi ero mai interessata di gossip amorosi, pensavo che l’amore tra uomo e donna fosse una grande presa per il culo. Ma per la prima volta, per la prima volta mi resi conto che pure le donne potevano fottere gli uomini e comportarsi peggio di loro.  La cosa mi fece rabbrividire.

- Diciamo che Alina se la spassava con un altro uomo da almeno... qualche mese, non so dirti con precisione. E Shura mica è scemo, dopo un po’ l’ha scoperta - .

- E poi? - .

- Poi logicamente ha cancellato tutti i preparativi per il matrimonio e l’ha mollata – rispose Angelina gesticolando furiosamente. – E non è ancora finita; più tardi si sono aperti dei processi per la custodia del figlio - .

Persi qualche battito. – Figlio? Alina ha avuto...? - .

- ...un figlio da Shura? Certo, proprio per questo lui voleva prenderla in moglie: per il piccolo - .

- Cristo – mi scappò. Non me lo sarei mai immaginato. – Quanti anni ha ora? - .

- Non lo so esattamente, credo cinque o sei. Si chiama Francisco - .

- Ed è rimasto a Shura - .

- Certo, è sicuramente un genitore più responsabile! - Angelina finì di bere il tè. – Ora è da parecchio che Alina tenta di riconciliarsi con Shura, ma figuriamoci se lui accetta le sue scuse – Poi, dopo un veloce momento di pausa, abbassò il tono di voce e si sporse verso di me: - E’ un uomo molto intelligente, di certo non andrà più a fidarsi di lei. Quando Francisco sarà un po’ più grande, però, il fatto di non avere una madre accanto lo farà sentire triste e... e incompleto, capisci? - .

Annuii.

- Shura lo sa. Lo sa ma non accetterà mai di rimettersi con Alina, perché proprio lei ha rovinato la formazione di una famiglia. Della loro famiglia e della famiglia di Francisco - .

Facemmo per un po’ silenzio. Ora avevo capito perché Angelina aveva voluto evitare la presenza di Alina, e la cosa mi parve paurosamente sensata.

- E tu, Pamela? Raccontami un po’ di te - .

Quella domandò mi freddò. - Ci sarebbero così tante cose da dire... – tentennai timidamente.

- Parti da qualsiasi cosa, tranquilla – sorrise Angelina, e finalmente realizzai di non trovarmi davanti alla mia psicologa, ma solo davanti ad una persona che stava chiedendomi informazioni sulla mia vita... mi sentii libera di dire quello che volevo.

 

 

- ...ed è per questo che preferisco la compagnia delle ragazze – conclusi con un certo tremore nella voce: - Non posso sopportare a lungo la presenza di uomini più grandi di me... - .

- Comprensibile – mi tranquillizzò Angelina: non pareva assolutamente sconvolta dalla mia vicenda e non sembrava essere in procinto di fare qualche osservazione che mi avrebbe messo in imbarazzo. – Tranquilla, con il tempo riuscirai a sconfiggere questa paura... dovrebbe crearti molti problemi - .

- Sì, in effetti – risposi, ora con più decisione. Accarezzavo la tazza da tè con lo sguardo perso nel vuoto. – Mi fa sentire bene il pensiero che lui sia lontano da me - .

- Dove si trova? - .

- A Madrid, almeno credo - .

- Ma...? - .

- No, da molto tempo non è più al fresco – Mi strinsi lentamente nelle spalle. – La giustizia funziona di merda, quando vuole – Stavo per riprendere a parlare, quando sentimmo qualcuno aprire la porta di casa.

Angelina si alzò sistemandosi il vestitino estivo che aveva addosso. – Oh, deve essere il mio fidanzato - .

- Il tuo fidanzato? - .

- Sì. Te lo presento, se vuoi - .

Non so perché, non so per cosa ma annuii. Mi disse di aspettarla lì il tempo necessario per andare a “ripescarlo”, quindi rientrò in casa lasciandomi sola per alcuni istanti. Li sentii parlare, lui aveva una voce molto più vivace di quella di Shura... o Leandro, non sapevo nemmeno come chiamarlo!

No, devo assolutamente scordarmi della sua storia. Che tristezza...

- ...avendo ospiti mi piacerebbe che tu venga a conoscere la mia nuova amica... da bravo padrone di casa...! - .

Risero e sentii i loro passi avvicinarsi sempre più in mia direzione... artigliai quasi goffamente la poltrona di vimini per poi inscenare un sorrisino più naturale possibile.

- Eccoci qui! – Finalmente (finalmente?!) Angelina e il suo fidanzato mi raggiunsero nella veranda.

Appena lo vidi, appena notai il sorrisino borioso che gli colorava il viso, feci del mio meglio per stringergli la mano, già tesa verso di me.

- Aiolos, piacere - .

- Pamela... Pamy per gli amici, piacere mio - .

Wow, la mia performance è stata veramente ottima! I miei sforzi hanno giovato a qualcosa!

Mi fece piacere notare che lui non aveva perso il sorriso. Pensai subito di stargli simpatica.

Aiolos, dopo avermi stretto la mano, si accomodò sul tavolo di vimini e si rivolse ad Angelina. – Stasera esco con gli altri - .

- Altri chi? - .

- Gli altri del corso, no? - .

- Bene -, e quasi di sorpresa lei mi graziò con un acceso sorriso. – Pamy, stasera sei libera? - .

- ...Sì, perché? - .

- Noi due possiamo andare fuori a cena, che ne dici? - .

Mi strinsi nelle spalle, stupita da quell’invito. - Sarebbe... bello, sì - .

- Ottimo! Vedrai, ci divertiremo molto! - .

Aiolos rise, e la cosa mi procurò un insolito piacere.




Ed eccoci a fine capitolo... allora allora!, per ora il passato di Pamela ve lo tengo segreto (abbiate pazienza! ^^"), come vi tengo segreto il tipo che "dovrebbe essere a Madrid" (LOL), mentre quello di Leandro (o Shura, zì **)  piano piano lo stiamo ricostruendo ^^
Ci sarà molto da scoprire anche riguardo il nostro Aiolos, che è entrato in scena (mah, chissà perchè! *fischietta innocentemente* XD) e riguardo altri personaggi che conoscerete nel prossimo capitolo XD
Mo' scappo, è stato un piacere scrivere questo capitolo ^^
Grazie ancora e buona domenica! ^___^
GIO


   
 
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