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Autore: secretdiary    20/04/2011    2 recensioni
Questa storia è ambientata prima della nascita di Harry Potter e della sua generazione.
Parla di lord Voldemort, e di come ha conosciuto Nagini, il suo fedele serpente.
Spero che vi piaccia!
Bisous.
Genere: Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Mangiamorte, Voldemort
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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i Mangiamorte

Con passo sicuro il biondo uomo sparì dietro ad un ufficio, lasciando Neela sola in corridoio.

Quel livello era più silenzioso degli altri, come se fosse vuoto, anche se ella sapeva che dietro i bureau si annidavano diversi Auror.

Disgustata Neela si guardò intorno, controllando tutti gli avvisi appesi alle pareti.

Finalmente poco dopo trovò ciò che stava cercando.

Il suo ritratto (gli Auror indiani non erano ancora riusciti a farle una fotografia) era immobile al centro di un manifesto.

Sopra in grassetto, con caratteri cubitali era stampato il suo nome: “Neela Sheetal”.

Al di sotto il valore assegnatole, la sua taglia, 75,000 Galeoni.

Infine le condizioni per ritirare il compenso: viva o morta.

Ella sorrise nel leggere quella scritta.

Gli Auror della sua patria non erano certo indulgenti.

Non c'era problema di prigioni affollate in India, là vigeva la legge del Taglione.

Una vita per una vita.

E Neela aveva spezzato parecchie vite.

Se l'avessero presa, l'Anatema che Uccide l'avrebbe colpita senza remora alcuna, non era certo come in Inghilterra.

Azkaban era una passeggiata in confronto alle torture che i protettori dei maghi orientali le avrebbero fatto patire prima di ucciderla.

Evidentemente quindi gli inglesi avevano ceduto, accettando di porre anche la clausola che prevedeva la sua morte sul manifesto.

Quindi anche la comunità inglese mi cerca, dovrò stare attenta tornando al Paiolo” rifletté ella voltandosi per riprendere l'ascensore.

Un improvviso frastuono proveniente dall'ufficio dove era entrato il biondo attirò la sua attenzione.

Poteva udire incantesimi pronunciati quasi urlando a causa dello sforzo compiuto per eseguirli.

Neela aggrottò le sottili sopracciglia rosse e si avvicinò a quella stanza.

Prima che potesse sporgersi per scrutare al suo interno, venne allontanata in malo modo da due figure appena giunte alle sue spalle.

Esse indossavano delle lunghe tuniche nere, con cappucci appuntiti, e enormi maschere che coprivano l'intero volto.

La giovane donna rimase sola in corridoio mentre nell'ufficio imperversava una battaglia.

Non trascorse molto tempo in solitudine: non era nel suo carattere rimanere inerte, ferma mentre il mondo continuava a girare.

Impugnando la bacchetta entrò nel bureau.

Vide tre figure ammantate di nero in un angolo, e tre maghi che davano loro battaglia nell'altro.

Inizialmente Neela non si schierò in favore di alcuna fazione.

Teoricamente lei fuggiva dagli Auror, ma non sapeva cosa spingesse i portatori di maschera a combattere, quindi, finché non avesse preso una decisione, rimase sulla soglia ad osservare.

«Lurido Mezzosangue!» urlò una voce femminile, unendo tale affermazione ad una maledizione Cruciatus che colpì l'Auror costringendolo ad accasciarsi al suolo e ad allentare la presa dalla bacchetta.

«Stupeficium!» esclamarono i compagni di quest'ultimo, assetati di vendetta.

Neela scelse che quello fosse il momento giusto di agire.

Puntò la bacchetta in direzione dei due Auror rimasti in piedi e bloccò il loro incantesimo.

Le tre figure incappucciate ebbero il tempo per uscire dalla stanza.

Una di esse, Neela non sapeva dirlo con precisione, ma era quasi certa che non fosse la donna, la prese per un braccio e insieme si Smaterializzarono lontano dal Ministro della Magia.

 

Neela non abbandonò la posizione difensiva che aveva assunto, perciò la sua bacchetta era ancora levata, e puntata sui tre.

Celermente la giovane donna si guardò attorno per cercare di capire in quale luogo era stata condotta.

Era un salotto ben ammobiliato con uno stile che ricordava gli appartamenti francesi.

Il sofa era a due posti, completati da un pouf rivestito con la stessa stoffa: una nuance avorio.

Innanzi al divano era posto un tavolino datato Luigi XIV, e della stessa epoca erano la credenza che ospitava le porcellane, e il tavolo da pranzo con le sue sedie rivestite di velluto.

La figura che aveva deciso di portare con sé Neela si tolse maschera e cappuccio, rivelando di essere l'uomo che la giovane aveva incontrato in ascensore.

«Lucius, perché l'hai portata qui?» quel sussurro inviperito apparteneva alla donna.

Anch'ella si liberò dal travestimento, mostrando una cascata di capelli ricci e un volto asciutto e candido.

Lucius non poté risponderle perché il terzo presente cascò al suolo premendosi con la mano un fianco.

«E' stato colpito violentemente da uno Schiantesimo» commentò il biondo appoggiandosi ad una parete rivestita con carta da parati color verde pastello e incrociando le gambe.

«Lo so cos'ha -obiettò la donna- c'ero anche io».

Sembrava che sputasse veleno ad ogni parola.

Neela dedusse che non avesse un'alta considerazione di Lucius.

Ella decise di aver atteso fin troppo, e mentre la riccia si occupava del ferito, pose la sua domanda con timbro sicuro e leggermente disinteressato.

«Per quale ragione sono qui e chi siete voi?».

Il biondo accennò un mezzo sorriso mentre tronfio e sicuro si accingeva a sfiorarle la mano con un bacio.

La donna alzò gli occhi al cielo sbuffando, poi tornò al suo paziente.

«Mai sentito parlare dei Mangiamorte?» rispose Lucius orgoglioso.

   
 
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