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Autore: Dudissimo    21/04/2011    3 recensioni
Si narra che nella città santa di Varania venissero perpetrati omicidi orribili e misteriosi. Alcuni dicono che si trattò di un demone maligno, e altri sostengono perfino di aver visto un essere inumano mentre straziava i corpi delle vittime.
E' nel momento più cupo che arrivò lui. Il cacciatore.
Cornero prese di nuovo la bottiglia del vino, tremando, e metà del contenuto si versò sul suo polsino, mentre dell’altra metà una buona parte gli imbrattò i capelli grigi mentre portava la coppa alle labbra. Stavolta non se le asciugò.
“ Chi sei, ragazzo? “
Nel tono del borgomastro non vi era più traccia di superiorità o di freddezza. Fu abbastanza saggio da controllarsi davanti agli altri quattro, ma non poté impedire alla voce di uscirgli a fatica, facendo a pugni con la gola paralizzata dal disgusto.
“ Sono un cacciatore di mostri. E il vostro problema ora è affar mio. “
Genere: Erotico, Fantasy, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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XI
La notte alla fine aveva preso possesso della volta celeste. La luna sorrideva in alto, spettrale e malevola – un volto ghignante incorniciato di piccole stelle.
Circa un’ora prima, quando ancora l’astro d’argento non si trovava in alto, un mostro era morto.
La badessa Mariette era… come dicono i religiosi? Ascesa al cielo. O forse caduta negli inferi.
Nessuno lo sapeva, ovviamente. La sua morte sarebbe stata spacciata per un omicidio ad opera di un criminale da due soldi, si sarebbe aperta un’inchiesta, il Signore avrebbe punito i peccatori e poi un’altra vecchia monaca sarebbe diventata il nuovo motivo di paura di tutte le più giovani.
Tutto regolare.
Nella Cattedrale della Rosa Bianca, quindi, regnava la tranquillità più assoluta.
Solo una sparuta presenza era ancora in piedi nella grande navata, intenta ad accendere le candele aromatiche con una lunga bacchetta.
Alyssa si guardò intorno. Le sembrava di aver sentito un rumore… giunse le mani e provò ad ascoltare. Niente.
Probabilmente si era solo sbagliata.
“ Te l’avevo detto che sarei tornato. “
Si girò di scatto e soffocò il grido di paura in un singulto.
“ Messer Tanet! Cosa ci fate… cosa ci fai qui? E’ proibito! Se la badessa ti dovesse vedere non sarà tanto indulgente come l’altra volta! “
Il giovane sorrise e le si avvicinò. La veste bianca non si mosse, né le membra ancor più candide si ritrassero al tocco sapiente delle mani di lui.
“ Lo so. Ma morivo dalla voglia di vederti prima di lasciare la città. “
“ Te ne vai? “ fece lei stupita. “ E perché? “
“ Non ho più nulla da fare qui e devo continuare il mio viaggio. “
“ Oh… è un peccato, io… speravo che… “
E qui arrossì vistosamente, abbassando il capo per tentare di nasconderlo. Ma Tanet glielo alzò delicatamente e lo portò a pochi pollici dal suo.
“ Speravi cosa? “
“ Io… non lo so, non… ho mai… provato… “
“ Lo so io. Chiudi gli occhi, fanciulla. “
“ Tan… “
L’ ‘et’ scomparve in un lamento strozzato, che mai sarebbe potuto uscire da una bocca tanto graziosa. Almeno finché una lama non l’avesse trafitta.
La figura minuta si piegò in due mentre l’arma affondava con estenuante lentezza nelle carni, facendo uscire dalla ferita copiose lacrime di sangue mentre le labbra pallide si spalancavano deformate in un gemito di sofferenza.
Poi gli angoli della bocca si sollevarono lentamente. Il capo si alzò. E gli occhi azzurri, scintillanti di follia, si piantarono in quelli neri dell’uomo, freddi e privi di reazioni.
“ Molto scaltro. “
La spada d’argento uscì dalla schiena bianca, lacerando pelle e tessuto, ma nessun grido di dolore scosse la ragazza… piuttosto un breve risolino, simile a quello di un moccioso che esulta per uno scherzo riuscito.
Nel momento esatto in cui il metallo splendente fu estratto dalla ferita, il corpo si sgretolò e si dissolse in una nuvola di sabbia grigia.
Tanet roteò l’arma nella mano e la fece scivolare nella guaina appesa dietro la schiena. Si chinò con cautela sul mucchio di stoffa coperta di polvere e vi frugò dentro, fino a trovare un piccolo oggetto solido che tirò fuori alla flebile luce delle candele, rabbrividendo quando comprese la sua natura: un cuore umano prosciugato del sangue ed atrofizzato come una prugna secca.
Imprecò e buttò il disgustoso oggetto a terra.
Un feticcio… un maledetto corpo artificiale. Mi ha fregato.
“ Ci avevo messo molto tempo a crearlo. Sei stato scortese, cacciatore. “
La voce giunse da dietro, seguita da una risatina simile a gocce che cadevano in uno specchio d’acqua cristallina, ma impregnate di una sfumatura maligna. Si voltò lentamente, senza staccare per un attimo le mani dall’impugnatura della spada.
“ Sembra che il lupo alfa sia finalmente uscito allo scoperto. “
La ragazzina si trovava in mezzo alla navata, illuminata a stento dalle candele che rendevano la sua figura ancora più bella ed inquietante. Era completamente diversa dalla prima volta che si erano incontrati; il corpo era sempre lo stesso, bianco, minuto, con i capelli d’oro lunghi fino alle caviglie e gli occhi color ghiaccio, non più coperto da vesti e nudo, splendido. Ma tutto di quella bellezza suggeriva un timore oscuro, dallo sguardo conturbante fino al sorriso malizioso che sfoggiava lunghi canini scintillanti. Nessuna delle virtù le apparteneva ancora.
Mosse i piedi nudi sul terreno freddo, avvicinandosi con lentezza ipnotica all’altro. E mentre camminava rise di nuovo, facendo correre un brivido lungo la spina dorsale del guerriero – così intenso che al confronto quello provato poche ore prima era simile ad una piacevole sensazione di calore.
“ Non credo che il titolo di lupo mi si addica. Cobra sarebbe molto più appropriato, non trovi? “
Si fermò a pochi passi dagli stivali neri.
“ Quando lo hai scoperto? “
“ Appena ti ho toccata. Ho sentito chiaramente la presenza di un essere sovrannaturale nella Cattedrale, anche se non potevo determinare con certezza se fossi tu o – come speravo – la badessa. Ma quando l’ho uccisa ho capito tutto. “
“ E come mai? “
“ Un midian non nasce, un midian viene creato. E per farlo serve qualcuno… come te. “
“ Allora puoi anche capire cosa io sia. “ chiese Alyssa avvicinandosi ancora.
“ Il fatto che quel mostriciattolo fosse mezzo-serpente “ rispose Tanet indietreggiando lentamente “ e che tu sappia celare così bene la tua identità lasciano adito a pochi dubbi. Sei una lamia. “
Un lampo verde balenò nelle iridi color cielo, sfolgorando nella penombra verso da quelle nere ed impassibili, che sfuggivano a quello sguardo piantando il loro in basso sul collo bianchissimo.
“Immagino che tu sappia già tutto su di noi. “
“ So che vi nutrite di sangue umano e strappate i cuori alle vostre vittime. “
“ Mmmh… “
Lui smise di indietreggiare quando incontrò la dura pietra di una colonna alle sue spalle e si ritrovò la testolina bionda a pochi palmi dalla sua, continuando a cercare un contatto oculare che le veniva negato caparbiamente.
“ So anche che potete stregare gli uomini con lo sguardo. “
“ Ah si? “ fece lei con tono di bambina innocente, ridacchiando.
Con seducente lentezza appoggiò i palmi delle mani sul petto coperto dal duro cuoio e si mise in punta di piedi per sporgersi in alto. Un odore indescrivibile, dolce ed aspro, colpì le narici del giovane.
“ E che… che… “
“ Aaaah.. “
Le dita nivee accarezzarono il torace e giunsero fino alle mani chiuse a pugno, cingendo i polsi con delicatezza. Quindi il corpo bianco si schiacciò su quello nero e Tanet sentì un fiato rovente sfiorargli il mento proprio mentre un nuovo brivido gli percorreva la spina dorsale. Alzò lo sguardo, cercando di sottrarsi alle forme che lo attraevanoe lo respingevanoallo stesso tempo. Era come se delle presenze invisibili lo chiamassero da ogni direzione, spingendo le sue membra con viscide ma invitanti carezze.
Devo… resistere, devo… Non ce la faccio… No! Non posso… lasciarglielo… fare
L’ultima cosa che udì prima che due luci verdi lo facessero piombare nell’oblio fu una voce dolce e lontana, che diceva “ Dormi, guerriero. Dormi… e sii mio.
Dormì.
  
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