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Autore: Julia Weasley    23/04/2011    14 recensioni
Seguito di “Eroi non si nasce, si diventa”.
Regulus è morto in circostanze misteriose, lasciando dietro di sé soltanto domande senza risposta. Ma quando una fidanzata che non si dà pace, un vecchio Indicibile in pensione e un elfo domestico che sa molto più di quanto possa sembrare incroceranno per caso le loro strade e uniranno le forze, tutto sarà destinato a cambiare.
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Black, Mangiamorte, Nuovo personaggio, Ordine della Fenice, Regulus Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'R.A.B.'
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Non può piovere per sempre

Capitolo 23
L’occasione perduta
 
« Rachel, che ci fai in piedi? Tornatene subito a letto ».
Diane se ne stava in mezzo al corridoio, le braccia conserte e l’aria inquisitoria.
« Ma sono guarita! » protestò la figlia, sbuffando.
« Devi riguardarti, quindi non fare storie ».
Regulus alzò gli occhi dalla copia della Gazzetta del Profeta, un po’ divertito e un po’ esasperato. Era la terza volta che quella scena si ripeteva quel giorno.
« Non ho la febbre! »
« Ma hai perso molto sangue e sei debole. Non farmi pentire di averti dimessa in anticipo dal San Mungo. Devo tenerti sotto osservazione ancora un po’ ».
Rachel stavolta non sembrava intenzionata a cedere.
« Posso almeno stare seduta in poltrona? A cosa serve rimanere coricata? »
Diane sospirò ma parve rifletterci.
« D’accordo. Però non agitarti troppo » le concesse.
Tutta contenta, Rachel andò a raggiungere Regulus nel salotto, sedendosi di fronte a lui.
« Finalmente » commentò, mentre sua madre si allontanava. « Che notizie ci sono? »
Regulus abbassò la Gazzetta per risponderle.
« Niente di nuovo. Nessun accenno a quanto accaduto a Drybrook. C’è solo un necrologio su Bones ma non sono state specificate neanche le cause del decesso. È evidente che il Ministero non sappia dove sbattere la testa ».
Rachel si rabbuiò.
« È assurdo. Quel poveretto è morto per aiutare un sacco di gente e nessuno gliene rende merito. Il Dipartimento degli Auror si vergognerà troppo per non aver creduto alla soffiata. Anche se era stata fatta da Moody, non si sono fidati, e naturalmente lui non poteva dire che l’Ordine aveva un infiltrato nel branco di Greyback ».
« Fammi capire: l’Ordine della Fenice è illegale? » chiese Regulus, perplesso.
Rachel fece una smorfia.
« Bè, tecnicamente lo è… L’ex Ministro della Magia, Boot, aveva dichiarato illegali tutte le organizzazioni autonome che non facessero riferimento al Ministero. Ovviamente era riferito a Mangiamorte e affini, ma alla fine ci rientriamo anche noi, perché non seguiamo le direttive del Ministero ».
Regulus chiuse il giornale e lo mise da parte, pensieroso.
« Non credi che possa essere stato il vostro infiltrato a suggerire a Greyback di cambiare strategia? » domandò. Ci aveva pensato molto ed era giunto alla conclusione che quella fosse l’ipotesi più sensata.
Rachel non ne fu stupita, ma sembrava più che sicura quando rispose:
« No, fidati, non lo farebbe mai ».
« Se ne sei proprio certa… Io l’ho detto solo perché è quello che avrebbe avuto più occasioni per tradirvi ».
« Lo so, ma se sapessi chi è non diresti così ».
« E chi è? »
Rachel fece un sorriso imbarazzato.
« Non puoi chiedermi tutte queste cose. Ti racconto anche troppo ».
« D’accordo… » fece lui, rassegnato. « Però, anche se magari in questo caso potresti avere ragione tu, ricordati che non puoi fidarti delle persone solo perché credi di conoscerle ».
Lei lo guardò con perplessità, ma Regulus non aggiunse altro.
Entrambi tacquero per un po’, ognuno immerso nelle proprie riflessioni. Regulus la guardò, non potendo fare a meno di considerare una fortuna quella di averla ancora lì, viva e sana, anche se molto provata dall’esperienza che aveva vissuto a Drybrook. Rachel cercava di non farlo pesare, ma lui aveva notato la sua nuova abitudine di osservarsi di continuo allo specchio, nel tentativo di nascondere le cicatrici che le erano rimaste e che gli abiti non le coprivano completamente.
Anche il quel momento la vide spostarsi i capelli in modo da occultare la cicatrice che si intravedeva al lato del collo. Al solo pensiero, Regulus si sentì di nuovo invadere dalla collera.
Avrebbe voluto dirle che la trovava bella quanto prima e che quei segni non erano visibili come lei temeva, ma la rabbia parlò per lui.
« Riusciremo mai a scoprire chi fosse quell’ibrido che ti ha ferita? » chiese, senza pensare.
Rachel si irrigidì.
« Non ne ho idea. Ma non usare più quella parola » rispose con un tono serio che non ammetteva repliche.
Lui si rese conto di aver fatto una gaffe bella grossa e cercò di rimediare, mortificato.
« Mi riferivo solo a quello che ti ha quasi uccisa. Non lo difenderai, spero ».
« Certo che no. Lui non merita nulla, perché è uno di quelli che mordono le persone apposta. Ma non sono tutti come Greyback e i suoi, Regulus. Se fossi stata morsa, non mi sarei di certo unita al loro branco. Le mie convinzioni e i miei sentimenti sarebbero rimasti sempre gli stessi ».
Regulus non replicò.
In quel momento qualcuno suonò il campanello alla porta d’ingresso. Regulus si alzò e uscì dal salotto, rifugiandosi nello studio. Rachel lo seguì, mentre Diane andava ad aprire la porta.
« Detesto dovermi nascondere ogni volta » commentò lui sottovoce.
Rachel cercò di tirargli su il morale.
« Pensa a quello che c’è di positivo. Un tempo eri costretto a fare sempre gli onori di casa. Adesso invece puoi evitare gli ospiti senza sembrare maleducato ».
« Questo mi consola molto » commentò lui, sarcastico.
Tuttavia la voce maschile che si sentiva da dietro la porta sembrava familiare a entrambi. Poi qualcuno bussò alla porta dello studio.
« Disturbo? » chiese quella voce, mentre un naso aquilino si affacciava nella stanza.
Sia Rachel che Regulus ne furono sorpresi.
« Professor Silente! » esclamò la prima.
« Era ora » bofonchiò il secondo, molto meno entusiasta.
Il mago entrò, chiudendosi la porta alle spalle.
« Ciao, Rachel. Ho approfittato della situazione per venirti a trovare: ho ricevuto il tuo messaggio. Comunque sono contento che te la sia cavata. Come ti senti? »
« Bene, solo un po’ spaventata ».
« Mi dispiace. Ho sbagliato io a rassicurare troppo gli altri. A proposito, tuo padre ha avuto parecchio da rinfacciarmi ».
Lei aggrottò la fronte.
« In che senso? »
« L’ho incontrato fuori in giardino, e non ha fatto mistero di essere infuriato con me, perché ti ho fatto correre un enorme pericolo, mentre io “me ne stavo al sicuro”, ha detto ».
Rachel arrossì. Regulus invece si trovò straordinariamente d’accordo con Perseus.
« Credo che abbia superato il limite di sopportazione, lo scusi » disse Rachel.
« No, ha ragione lui » rispose Silente. « Però mi ha anche detto che non ha più intenzione di permetterti di partecipare a missioni del genere ».
Rachel sembrava improvvisamente arrabbiata.
« Che cosa? Ma io faccio parte dell’Ordine della Fenice, ormai; non voglio lasciarlo. E poi lui non può decidere per me, senza neanche interpellarmi! » sbottò.
« È tuo padre, ed è ovvio che si preoccupi per te » intervenne Regulus, ottenendo per tutta risposta un’occhiataccia da parte di lei.
« Ma non posso lasciare l’Ordine. Siamo già pochi ».
« Perseus in cambio ha offerto la sua collaborazione. È disposto a farci da contatto presso la Gringott e di controllare che i goblin non decidano di allearsi con Voldemort. Tuttavia non ti sto chiedendo di lasciare l’Ordine. Potrai sempre partecipare alle riunioni e alle ronde, in attesa che tuo padre superi lo shock. In realtà ho approfittato delle decisioni di Perseus perché giocano a mio favore: mi serve il tuo aiuto per un altro tipo di missioni, che dovrai considerare più importanti di qualsiasi altra battaglia ».
Rachel assunse un’espressione consapevole. Era evidente che l’uomo si stesse riferendo alla ricerca degli Horcrux. Silente sorrise.
« Prima di entrare in argomento, credo sia meglio sederci ».
Dopo aver imposto un incantesimo isolante alla porta e aver preso posto intorno alla scrivania, Silente parlò di nuovo. 
« Molto bene. Ora che siamo tutti, posso spiegare per bene tutto quello che ho scoperto durante questa mia lunga assenza. Prima però… Rachel, mi hai accennato che ci sono delle novità. Di cosa si tratta? »
Lei mise da parte l’irritazione dovuta alle decisioni di suo padre per assumere un’espressione emozionata.
« Forse abbiamo individuato un secondo Horcrux » bisbigliò.
« E io so dov’è » aggiunse Regulus con una certa soddisfazione. « Sempre se si tratta di un Horcrux, ma penso di sì, si trova a villa Malfoy ».
Quella volta la fortuna era stata dalla sua parte, pensò. Pochi giorni prima di entrare nella caverna, era andato a cena a casa di sua cugina, che aveva intenzione di annunciare la propria gravidanza. E proprio in quell’occasione aveva intuito che il misterioso diario si trovava proprio lì, nascosto in una botola sotto il pavimento del salotto.
Silente ne parve entusiasta.
« Meraviglioso! Questo è un grande passo avanti. Io ho fatto parecchi progressi nel ricostruire il passato di Tom Riddle. Sono riuscito a risalire alla sua famiglia di origine e ho scoperte parecchie cose interessanti che ci aiuteranno a capirlo di più. Per ora non ho trovato altri Horcrux, ma sono sulla buona strada… D’altra parte, ho scoperto diversi modi per distruggere quello che già abbiamo, ossia il medaglione ».
Regulus e Rachel si scambiarono un’occhiata stupefatta.
« Quindi possiamo distruggerlo subito? » chiese lei.
« Non proprio. Si tratta di metodi tutti abbastanza pericolosi. Dovremo valutarli per bene per scegliere il più efficace e meno rischioso. Per esempio… »
Silente estrasse dalla veste un borsellino molto piccolo. Vi infilò la mano e ne tirò fuori un libro molto più grosso del suo contenitore. Aveva la copertina di pelle nera, ma era piuttosto consunto e antico. Regulus lo osservò con interesse e lesse il titolo: Segreti dell'Arte Più Oscura.
Nel giardino, appena fuori la finestra, ci fu un rumore simile ad uno schiocco, ma erano tutti troppo concentrati per farvi caso.
« Questo si trovava nel Reparto Proibito della biblioteca di Hogwarts, ahimè » spiegò Silente. « È probabile che lo stesso Tom Riddle vi abbia trovato informazioni sugli Horcrux, quando era ancora uno studente. C’è scritto tutto quello che c’è da sapere sugli Horcrux: come crearli, quali sono i danni che possono arrecare, perfino consigli sui modi per nasconderli, e naturalmente, anche come distruggerli ».
Regulus iniziò a sfogliare il volume, con particolare attenzione. Silente aveva ragione: quel libro spiegava ogni cosa. Si fermò al paragrafo che trattava della distruzione degli Horcrux e lo lesse in silenzio, mentre Rachel, sporgendosi, faceva altrettanto.
« Qui dice che un mago oscuro può rimettere insieme tutti i pezzi della propria anima col rimorso » disse la ragazza.
« Esattamente » confermò il Preside. « Chiunque l’abbia provato può capire come il rimorso possa essere talmente doloroso da distruggere una persona ».
Regulus sapeva bene di cosa stessero parlando. Ancora adesso aveva l’impressione che gli sguardi accusatori degli altri due fossero puntati su di lui – anche se non era vero – così parlò.
« Direi che possiamo escludere questo metodo. Il Signore Oscuro non proverebbe mai rimorso per quello che sta facendo ».
« Sono d’accordo. Quanto agli altri metodi per distruggere un Horcrux, non ce ne sono molti ».
Regulus tornò a leggere, e man mano che andava avanti il suo entusiasmo si affievoliva sempre di più.
« Veleno di Basilisco… Ardemonio… veleno di Manticora… Fluido Esplosivo dell’Erumpent… »
« Insomma, cose che si trovano in qualsiasi negozio di Diagon Alley » commentò Rachel, sarcastica.
« In effetti non sono facili da trovare » confermò Silente. « Io stesso ho provato a trovare del veleno di Basilisco, nella remota speranza che Mundungus Fletcher, con le sue conoscenze nel mercato illegale, fosse in grado di fornirmelo, anche se non ci ho mai contato molto ».
« Fletcher? Quella specie di ricettatore? » chiese Regulus, aggrottando la fronte con disgusto.
« Fa parte dell’Ordine. Può essere utile per qualche soffiata » gli spiegò Rachel.
« E di solito lo è, ma non questa volta. Si è presentato con una boccetta di quella che poi si è rivelato semplice siero di Doxy, spacciandomelo per veleno di un Basilisco. A quanto ho capito, un suo conoscente greco sosteneva che fosse niente meno che il veleno del primo Basilisco mai esistito, quello creato da Herpo lo Schifido… Naturalmente non è così, ma basta per farvi capire come sia complicato trovare quelle sostanze. Quanto all’Ardemonio, a meno che uno di noi non sappia usarlo… »
« Io conosco la formula per evocarlo » disse Regulus, teso. « Ma non l’ho mai messa in pratica, e soprattutto non ho mai provato il controincantesimo. Sarebbe troppo pericoloso ».
« Sono d’accordo. Quindi cercherò altre sostanze in grado di distruggere un Horcrux e vi farò sapere ».
Silente chiuse Segreti dell’Arte più Oscura e lo ripose dentro il borsellino di prima.
« Quanto a voi, ho due incarichi da affidarvi ».
Loro tornarono sull’attenti, curiosi.
« Rachel, tu che lavori al Ministero, dovresti farmi il favore di frugare negli archivi dell’Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia, per scoprire se qualche dipendente ha mai avuto a che fare con una certa famiglia Gaunt. Mi serve scoprire chi ha avuto contatti con essi, se qualche Gaunt è ancora in vita e dove posso trovarlo ».
« Non c’è problema » acconsentì lei.
« Perfetto. Quanto a te, Regulus, potresti disegnare la piantina più dettagliata che riesci a fare del maniero dei Malfoy? Credo che conoscere bene il luogo in cui si trova il secondo Horcrux sia necessario ».
Regulus non riuscì a nascondere la delusione, ma si limitò ad annuire. Non era molto, ma almeno poteva rendersi un po’ più utile del solito. L’unico motivo che lo aiutava a resistere in quella sua segregazione forzata era il pensiero che, se qualcuno lo avesse riconosciuto, Voldemort se la sarebbe presa con quel che restava della sua famiglia. E lui non voleva certo che questo accadesse.
Quando Silente si congedò, fu con un tono piuttosto sorpreso che si rivolse a chi si trovava nel salotto.
« Vedo che le uscite clandestine sono un vizio di famiglia ».
Regulus si affacciò alla stanza, ed ebbe un tuffo al cuore. Seduto su una poltrona accanto a Perseus, c’era Alphard.
Regulus era stupito: non si aspettava di ritrovarsi suo zio nel salotto. Improvvisamente ricordò il rumore che aveva sentito poco prima: era stato Alphard, che si era Materializzato insieme all’elfo Aster direttamente dentro casa Queen.
« Non c’è pericolo, Silente » rispose l’uomo con una naturalezza quasi eccessiva. « Pochissime persone sanno che gli elfi possono Materializzare chiunque dove vogliono, e i Mangiamorte non ne hanno idea. Per questo posso andare e venire in tutta sicurezza ».
« Me lo auguro… » commentò Silente, pensieroso.
Regulus rimase sulla soglia del salotto, mentre Alphard si informava delle condizioni di salute di Rachel.
Un timore improvviso lo stava tormentando dal momento in cui aveva visto lo zio. Il fatto che si fosse Materializzato così vicino allo studio in cui loro stavano discutendo lo preoccupava, e a giudicare dall’espressione tesa di Rachel, anche lei stava pensando la stessa identica cosa.
O forse no, pensò. Isoliamo sempre la stanza, quindi non può aver sentito nulla.
Ma Rachel, come se gli avesse letto nel pensiero, lo smentì.
« Reg, ho paura che la finestra non fosse ben chiusa » gli sussurrò lei, sussultando quando lui la guardò con un’espressione ansiosa. « Deve averla aperta Sory, scusa... Pensi che abbia sentito quello che dicevamo? »
Regulus osservò Alphard che stava parlando con Perseus, apparentemente tranquillo.
« Se lo avesse fatto, non sarebbe così calmo » rispose.
Ma lo sguardo sfuggente di Alphard non lo rendeva tranquillo. 
 
 
La casa era circondata da un recinto di siepi. Dall’aspetto del tutto normale, nessuno avrebbe potuto intuire che in realtà fosse l’abitazione di un mago, e per giunta di un Mangiamorte.
Dalle finestre chiuse non filtrava alcuna luce, segno che il proprietario non era ancora rientrato, anche se tutti loro sapevano che sarebbe tornato a momenti.
Gli Auror erano nascosti tutt’intorno alla casa, pronti ad intervenire al minimo problema. All’interno invece tre membri dell’Ordine della Fenice e altri due giovani Auror erano pronti a cogliere di sorpresa il padrone di casa, non appena avesse messo piede nel salotto.
Dorcas lanciò un’occhiata ai suoi compagni, scrutandoli attraverso l’oscurità. Frank era concentrato sulla porta d’ingresso e non le staccava gli occhi di dosso. Williamson bloccava il passaggio per il corridoio, mentre Scrimgeour controllava la porta sul retro.
Dorcas e Moody invece erano nascosti dentro l’enorme armadio a muro dell’ingresso, di cui avevano lasciato l’anta socchiusa, in modo da poter tenere d’occhio la situazione – almeno lei, perché Malocchio non ne aveva bisogno – ed essere pronti per attaccare.
Ignorando la puzza di chiuso e dei cappotti ammuffiti, Dorcas notò che Malocchio sembrava molto pensieroso.
« So cosa ti passa per la testa » sussurrò.
Lui non si mosse, limitandosi a rivolgere l’occhio sano verso di lei, mentre quello magico continuava a controllare la porta.
« Perché, non lo pensi anche tu? »
Dorcas non rispose, incupita.
« Nessuno dei nostri è sospettabile » disse con fermezza.
« Quindi lo sono tutti ». concluse lui implacabile.
La donna lo guardò, un po’ irritata e un po’ confusa.
« Come può essere? Capirei se non ti fidassi di Mundungus, ma a lui non avevamo detto nulla di Drybrook ».
« Potrebbe averlo scoperto lo stesso. Ma non è l’unico sospetto. Tutti hanno un motivo più che valido per decidere di scendere a patti con la propria coscienza. Tutti quelli che hanno una famiglia o amici molto stretti sono ricattabili ».
« Quindi tutti » fece lei, sconvolta. « Non puoi pensarlo. Almeno risparmia di nutrire sospetti su Rachel e Edgar, visto che lei è stata quasi morsa e lui ha perso suo cugino ».
« Perché dovrei? Anche loro potrebbero aver tradito, e i loro potrebbero essere stati incidenti che non avevano calcolato. So che sei affezionata a loro due, ma ricorda che non è consigliabile stringere nuove amicizie di questi tempi. Non ci si può fidare neanche degli amici di vecchia data, figurarsi dei nuovi ».
Dorcas si morse la lingua, infuriata con se stessa. Non voleva credere alle parole di Malocchio, ma dentro di sé non poteva fare a meno di dargli ragione. Erano tempi bui, in cui dare fiducia a qualcuno era pericoloso.
Inoltre anche lei nutriva qualche sospetto.
« So che è la soluzione più ovvia, ma io credo che Remus sia quello più sospetto. In fondo è lui che ci passa informazioni dal branco, ma non ci ha avvertiti del cambio di programma. E in fondo nella sua vita deve aver subito così tante umiliazioni a causa della licantropia che forse le idee di Greyback potrebbero averlo confuso e attirato » disse, anche se si sentiva in colpa nei confronti di quel ragazzo apparentemente sempre gentile.
« Vero, l’ho pensato anche io, ma non escluderei nessun altro » commentò Malocchio.
« Quindi non ti fidi neanche di me? » domandò lei.
Lui tacque per alcuni istanti, ma infine ringhiò.
« Non mi fido di nessuno ».
Dorcas incassò il colpo. Doveva immaginarselo, conoscendo l’indole di Moody, anche se lasciarsi dare della spia senza reagire la irritava.
« Allora perché hai portato qui me e Frank? »
« Perché se siete solo due posso tenervi d’occhio facilmente ».
Dorcas non ebbe il tempo per protestare, perché in quel momento tutti loro udirono un movimento dietro la porta d’ingresso che, un attimo dopo, si aprì.
Il mago entrò a passi strascicati, chiudendosi poi la porta alle spalle e sbadigliando rumorosamente.
Non era ancora il momento di attaccare, così se ne rimasero tutti immobili e in silenzio, col fiato sospeso.
Fu quando il Mangiamorte accese la lampada a gas sul tavolo che Malocchio aprì l’armadio con un calcio e ne uscì, puntando la bacchetta contro di lui e gridando:
« Non ti muovere, Wilkes! Ti dichiaro in arresto ».
Il Mangiamorte reagì rapidamente, ma ebbe solo il tempo di estrarre la bacchetta dal mantello.
« Se fossi in te non lo farei » disse Dorcas, raggiungendo Moody insieme a Frank, Scrimgeour e Williamson, tenendo Wilkes sotto tiro.
Quest’ultimo si guardava intorno nervosamente, accorgendosi degli Auror che, all’esterno della casa, gli bloccavano tutte le vie d’uscita, comprese le finestre. Era braccato, e per questo dovette cambiare strategia.
« E con quale accusa? » domandò in tono arrogante.
« Sei in arresto per omicidio plurimo con l’aggravante di essere un Mangiamorte. Per tua sfortuna non ti sei accorto che la famiglia di Babbani che hai trucidato l’altro ieri era composta da cinque persone, e non quattro come credevi. Sei stato visto dall’unico sopravvissuto, che ti ha incastrato. Adesso abbassati lentamente e senza movimenti bruschi. Posa la bacchetta per terra e metti le mani in alto » gli intimò Moody.
Wilkes si grattò il mento, apparentemente tranquillo, ma il suo sguardo era concentrato e vagava da tutte le parti, alla ricerca di una scappatoia.
Dorcas lo guardava con raccapriccio. Lei e Wilkes avevano frequentato Hogwarts nello stesso periodo, e mai si sarebbe aspettata di riconoscere in lui il Mangiamorte che aveva fatto quella strage, quando aveva guardato i ricordi del ragazzino che era riuscito a sopravvivere per miracolo.
« E dovrei consegnarmi a voi senza protestare? » chiese l’uomo, sarcastico.
« Ti conviene » intervenne Scrimgeour. « Siamo dieci contro uno e se sceglierai di combattere aggraverai ulteriormente la tua situazione. Se invece sceglierai di sottometterti all’autorità del Ministero della Magia, potrai avere delle attenuanti ».
Wilkes esplose in una risata nervosa.
« Quali attenuanti? Volete dire che la mia cella di Azkaban sarà abitata da topi piuttosto che da serpenti? Ora sì che sono sollevato! » Poi smise di ridere e il suo volto assunse un’espressione di profondo disgusto. « Io sono fedele al Signore Oscuro. Non sono un servo del potere come voi e non riconosco la vostra autorità! »
E per dimostrarlo, sputò ai loro piedi.
Un attimo dopo, tutto l’ingresso fu invaso da una nebbia densa e fitta, capace di confondere gli Auror.
« Sta scappando! Il corridoio! » tuonò Williamson.
Cercando di muoversi a tentoni, Dorcas e gli altri tentarono di uscire da quella nube e di seguire il Mangiamorte. Lei era molto agile e veloce, e fu la prima a sfuggire dal fumo e raggiungere il fuggitivo.
« Impedimenta! » gridò, ma lui riuscì a schivare l’incantesimo, girando l’angolo e iniziando a salire la scale per arrivare al piano di sopra.
Tutti loro cercarono di colpirlo, ma lui si era rifugiato dietro la balaustra, dalla quale continuava a scagliare maledizioni letali contro chiunque si fosse avventurato sulle scale.
« Meadowes e Paciock! Voi venite con me! » ringhiò Malocchio. « Voi altri copriteci! »
Scrimgeour, Williamson e gli altri cinque Auror iniziarono a scagliare incantesimi contro Wilkes, mentre Malocchio, Dorcas e Frank uscivano allo scoperto, salendo le scale e raggiungendo il Mangiamorte al piano di sopra.
« Arrenditi Wilkes! » gridò Moody.
« Mai! » rispose quello, muovendo la bacchetta per mimare un colpo di frusta.
Frank fu colpito in pieno, e si accasciò a terra con un gemito strozzato, perdendo i sensi subito dopo.
Malocchio iniziò a duellare contro Wilkes, ed erano così veloci e accaniti che Dorcas non riusciva nemmeno ad intervenire. Dei passi scalpitanti dietro di lei le annunciarono l’arrivo degli altri Auror. Wilkes indietreggiava sempre di più, il volto contorto e deformato dalla rabbia. Improvvisamente alzò la bacchetta in alto, in apparenza senza motivo.
Il gesto fu seguito dal rumore di un’esplosione. Il soffitto iniziò a crollare, e gli Auror furono costretti a coprirsi la testa con le braccia per proteggersi. Dorcas al tempo stesso riuscì a evitare che i calcinacci cadessero su Frank. Qualcuno gridò: Scrimgeour era stato colpito, e stava perdendo sangue dalla nuca.
« Maledetto Wilkes! » sbottò Moody, zoppicando mentre il Mangiamorte ricominciava a scappare.
Dorcas si arrampicò sui resti del soffitto crollato, più che mai decisa a fermare quell’uomo.
Wilkes si accorse di lei e le scagliò la stessa maledizione che aveva usato contro Frank, ma Dorcas ruotò la bacchetta a formare un cerchio perfetto, e riuscì a rimandarla indietro. il Mangiamorte evitò la sua stessa maledizione per un pelo, ma cadde per terra.
« Impedimenta! » gridò lei. E lo colpì.
Wilkes si ritrovò immobilizzato e la guardò con profondo odio, imprecando sonoramente. Lei lo ignorò, restando fredda e impassibile.
Moody li aveva raggiunti, ma era da solo. Gli altri Auror stavano aiutando Frank e Scrimgeour.
« Brava Dorcas » commentò, chinandosi poi su Wilkes e tirandogli i capelli. Quello si lamentò per il dolore. « Ascoltami bene, Wilkes. Quello che ti attende adesso è un lungo soggiorno ad Azkaban, così lungo che dubito ne uscirai vivo. Il processo sarà solo una formalità, perché abbiamo già un testimone e prove evidenti della tua colpevolezza, senza contare il tuo geniale tentativo di reagire all’arresto di oggi. Tra l’altro sai bene quanto Crouch abbia a cuore quelli come te… »
Per la prima volta, Wilkes rabbrividì.
« Ma io posso proporti un compromesso. La tua reclusione ad Azkaban sarà meno dura nel caso in cui mi rivelassi chi è il vostro informatore all’interno dell’Ordine della Fenice ».
Dorcas osservò Wilkes, attenta. Lui per un attimo sembrò allettato da quella proposta, e questo le diede la speranza di poter smascherare il traditore. Il Mangiamorte taceva, e rimase in silenzio per un paio di minuti, valutando le sue alternative.
« Allora? Qual è la tua risposta? » domandò Dorcas, impaziente.
« La mia risposta è… questa » sbottò Wilkes, all’improvviso. Ci fu uno scoppio, e Moody fu sbalzato indietro: l’effetto dell’Impedimenta si era esaurito.
Dorcas non riuscì a fermarlo perché Wilkes la disarmò. Un brivido di terrore la percorse da capo a piedi mentre il Mangiamorte liberava una risata di trionfo.
« Credevate davvero che potessi tradire il Signore Oscuro? Vi siete sbagliati di grosso. Quanto all’identità dell’informatore, è talmente insospettabile che non sarete mai in grado di indovinarla! E ora, addio… »
Dorcas scoprì di essere paralizzata dal terrore quando Wilkes le puntò la bacchetta dritta contro il cuore. Era certa che la sua ora fosse ormai giunta e non riusciva più a trovare la forza di reagire.
« Avada Kedavra! »
La casa fu illuminata da una potente luce verde. Dorcas percepì uno sprigionarsi di energia che le fece rizzare i capelli, ma quando il silenzio ripiombò intorno a lei, si rese conto di essere ancora in piedi e di non essere stata lei a provocare il tonfo che aveva rimbombato per qualche secondo.
Aprì lentamente gli occhi, e la prima cosa che vide fu Williamson che abbassava lentamente la bacchetta, fissando il corpo riverso e privo di vita del Mangiamorte.
« Grazie » sussurrò lei, sollevata.
Malocchio guardò l’Auror con un’espressione contrariata.
« Avresti dovuto Schiantarlo e basta » bofonchiò.
« Mi scusi, ma ho agito d’istinto » rispose Williamson.
« Crouch comunque ha dato l’espresso ordine di uccidere quando un Mangiamorte sta per fare altrettanto » obiettò Scrimgeour, tenendosi uno straccio insanguinato sulla nuca ferita.
« Crouch può dire quello che vuole, ma quando siete sotto il mio comando dovete rispettare le mie regole. Altrimenti nessuno vi obbliga a seguirmi » replicò Moody. Nessuno protestò.
Dorcas lo guardò con ansia, e notò che anche lui era preoccupato.
Wilkes era morto, e con lui l’unica possibilità di cui erano a conoscenza di svelare l’identità del traditore.

 
 
 
*Angolo autrice*
Buona Pasqua a tutti!! Mangiate tante uova anche da parte mia... ç__ç
La fortuna sfacciata di Peter è irritante, lo so, ma del resto non potevano scoprirlo subito! Alphard avrà davvero sentito qualcosa? Chissà! xD
- Se non vi ricordate quando Regulus capisce che il diario si trova a villa Malfoy, lo racconto nel capitolo 49 di Eroi.
- Hermione, nei Doni della Morte, dice questo: "Il nostro problema è che ci sono pochissime sostanze micidiali quanto il veleno di Basilisco e sono tutte pericolose da portare in giro." Sappiamo che un altro modo per distruggere gli Horcrux è l'Ardemonio, ma la Rowling non ha detto nulla sugli altri, quindi per il Veleno di Manticora e il Fluido Esplosivo dell’Erumpent ho inventato, cercando conferme su "Gli animali fantastici: dove trovarli". Il veleno di Manticora provoca una morte istantanea (ma non lo userei mai da solo: come unica arma contro l'Horcrux dubito che sia sufficiente) mentre sul Fluido dell'Erumpent dice: "Il corno dell'Erumpent può perforare qualunque materiale, dalla pelle ai metalli, e contiene un fluido mortale che provoca l'esplosione di qualunque cosa da esso venga trafitta". Quindi questo potrebbe funzionare. Approfondirò meglio la questione nei prossimi capitoli.
- Herpo lo Schifido è conosciuto come il primo creatore del Basilisco, ed è vissuto nell'antica Grecia. Ecco perché Mundungus si è rivolto ad un mercante greco, una delle sue tante  conoscenze nel mercato di contrabbando!
- Wilkes è uno dei Serpeverde che facevano parte del gruppo dei Lestrange a Hogwarts (nel quarto libro la Rowling fa confusione e ci inserisce anche Piton, ma è impossibile, visto che quando lui ha iniziato scuola, Bellatrix e soci la avevano già finita da qualche anno. Gli amici di Severus qui sono Avery e Mulciber).

Annuncio importante, con un po' di anticipo. ^^ Chi mi segue da tempo già lo sa: io d'estate non riesco a scrivere regolarmente, perché sto poco a casa e inoltre il caldo mi risucchia l'ispirazione. Solo che le volte precedenti ero riuscita a finire le ff prima dell'inizio dell'estate. Stavolta mi toccherà interrompere la storia tra fine maggio e inizio giugno, e se da una parte lo trovo necessario, dall'altra non ne sono molto convinta e mi dispiace.
Di sicuro una pausa più lunga mi servirà, perché devo avere il tempo di incastrare i futuri avvenimenti, però (se ci riesco) potrei pubblicare un capitolo al mese... forse!

Comunque, il prossimo capitolo sarà pubblicato regolarmente il 7 maggio! ^^'
  
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