“Virgilio,
Virgilio…quante volte te lo devo ripetere? Un
esametro si chiama così perché è un
verso di sei piedi, quindi sei accenti…
come fai a metterne sempre quattro, otto o nove a caso?!”
ripeteva un uomo di
circa cinquant’anni, ancora piacente, molto elegantemente
vestito, che si
aggirava inquieto per il soggiorno della propria abitazione.
“Ma Mecenate, ma Mecenate,
ma come sei puntiglioso! Ma chi vuoi che se ne accorga, te
ne accorgi
solo tu!” gli rispose un giovane con una voce stranamente
lenta e allegra. Era
un ragazzo di circa venticinque anni, di gradevole aspetto, con folti
ricci
biondi e sconvenientemente lunghi che gli ricadevano un po’
sugli occhi, un po’
sulle spalle. Era disteso su un divanetto, sostenendosi la testa con un
braccio
e tenendo nella mano libera un rotolino bianco che emetteva del fumo.
“Ehi
Mecenate, ehi Mecenate, vuoi fumare Mecenate?”
“Virgilio! Quante volte te
lo devo ripetere che ti droghi
solo te in tutta l’antica Roma?!” sbottò
Mecenate. “E poi, non dovresti
scrivere dopo aver fumato, poi per forza che
mi combini certi disastri!”. E gli sventolava davanti alla
faccia, con aria
evidentemente scocciata, un lunghissimo brano in poesia.
“Guarda qui: prima
metti quattro piedi, poi ne metti nove al verso dopo!”
“Ma Mecenate, ma Mecenate,
ma come sei puntiglioso!” ripeté
Virgilio, lisciandosi un lembo della tunica colorata a fiorellini
hippie. “Tu
non capisci i giovani, la gente è come me, la gente si vuole
tutta bene, sei
troppo all’antica, vuoi fare un tiro?”
“Virgilio…no!
Smettila con questa droga… cosa c’entra se la
gente è come te, l’esametro resta sempre un
esametro, ci vogliono sei piedi!”
“Ma Mecenate, ma Mecenate,
tu non capisci i giovani, ti ci
voleva proprio un poeta come me, giovane, pieno di idee, vicino al
mondo di Roma…”
e blaterando cose insensate sul fatto che la sua poesia avrebbe
certamente
rivoluzionato l’ambito letterario romano, finì il
suo rotolino fumante e cessò
di disturbare Mecenate. Il quale, rassegnato ormai alle stramberie del
suo più
giovane, sensibile e talentuoso poeta, ma anche il più
distratto, si sedette e
si diede pazientemente ad aggiustare la metrica del primo libro delle
Georgiche…