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Autore: Afaneia    28/04/2011    1 recensioni
L'autore delle Bucoliche, delle Georgiche e dell'Eneide, l'intellettuale dell'epicureismo e dello stoicismo, il poeta di Ottaviano Augusto, il cantore della virtus Romana: ma chi era veramente Publio Virgilio Marone? Era realmente così come la leggenda lo vuole, timido e schivo? Quali erano realmente i suoi rapporti con il potente Mecenate e com'erano entrati in contatto questi due uomini così diversi?
Siete disposti a scoprirlo?
Genere: Satirico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ma come si saranno conosciuti questi due uomini così diversi e, soprattutto, come saranno diventati amici e collaboratori? Per saperlo dovremo risalire a qualche mese addietro, ossia al giorno in cui Virgilio, abbandonate le terre mantovane, giunse a Roma.

Come abbiamo visto dal prologo, Virgilio era un giovane dallo spirito tendenzialmente hippie, spirito che, purtroppo per lui, molto spesso finiva per coprire quell’incredibile sensibilità artistica e talento letterario che Mecenate era destinato a scoprire e che avrebbe presto portato il giovane mantovano a diventare il cantore del popolo romano. E quale modo di viaggiare poteva confarsi a un ragazzo allegro e alla mano come lui, se non viaggiare sul carro di fieno di un mercante gallico depresso, quello stesso mercante che molti di noi hanno avuto modo di ammirare nel film “Asterix il gallico”?

E fu così che Publio Virgilio “Virgo” Marone fece il suo ingresso a Roma.

“ Vendo buoi, ma ne ho sol due: se li vendo, dite un po’, a casa mia non tornerò! Se ne avessi almeno tre, non dovrei tornare a piè…” cantava il mercante con voce lamentosa, scuotendo i malinconici baffi neri.

“Ma via amico! Ma via amico! Take it easy! Vuoi fare un tiro?” saltò su Virgilio, sporgendosi dal retro del carro e porgendogli il suo ormai famigerato rotolino bianco fumante.

“Che cos’è quella cosa che fumi, amico?” domandò l’ometto tristemente.

“ Eh eh eh! Roba buona! Assaggia!” lo invitò Virgilio, ridendo.

“No grazie…non fumo” replicò il povero mercante depresso.

“Non sai cosa ti perdi!” gli disse Virgilio in tono saggio, mettendosi a sedere accanto a lui. “Quanto manca a Roma? Eh amico? Quanto manca a Roma?”

“ A Roma, hai detto? Ormai ci siamo” rispose il poveretto, il quale purtroppo aveva ancora da incontrare un personaggio come Asterix che gli suggerisse la soluzione di vendere il carro e tornare a casa coi buoi. E per sottolineare la cosa, sollevò tristemente un braccio e gli indicò le mura gigantesche di una città diversissima da quella Mantova dove Virgilio aveva trascorso la giovinezza. Il confronto tra le due città lo colpì molto, malgrado i fumi stupefacenti, e se ne sarebbe ricordato qualche tempo dopo, nello scrivere il primo libro delle Bucoliche.

“Bada ganzo!” esclamò. “ Ma che s’era fumato quello che l’ha progettata! Genio!”

“Amico, io ti lascio qui…se entro a Roma col traffico che c’è non ne esco più…e devo trovare il modo di tornare a casa mia!” disse il povero mercante depresso.

“Vai vai! Grazie del passaggio amico! E te l’ho detto, ho un amico su in Gallia che vende della roba buonissima! Si chiama Erbivendolix! Addio!”

E detto ciò, terminato il suo “rotolino bianco fumante” che a questo punto della storia suppongo che tutti abbiano capito cos’è, terminato il suo “rotolino bianco fumante”, dicevo, penetrò le porte di Roma. E appena varcate le soglie della Città Eterna…

Pestò una cacca di bue.

“Oh, accidenti! Una cacca di bue!” esclamò.

“Ma come puoi pestare una cacca di bue e alterarti così poco?” esclamò un mercante lì vicino, alle prese con il proprio bue.

“Come faccio? Io voglio bene a tutti, anche agli animali! Basta stare sempre calmi e fumare della roba buona!” replicò Virgilio, sollevando due dita in gesto di vittoria.

Detto ciò, se ne andò tutto tranquillo per le vie di Roma.



Il povero mercante che qui è comparso non è una mia invenzione, ma, come è esplicitato nel testo, è un personaggio del cartone animato di "Asterix il gallico"!
Grazie mille a Smolly_sev per la recensione!
   
 
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