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Autore: alessia21685    28/04/2011    5 recensioni
Cosa fareste se vi innamoraste perdutamente del vostro peggiore nemico?
Se sapeste che per salvare il futuro del mondo e delle persone a voi più care dovrete uccidere la vostra unica ragione di vita?
Quando l'amore e la passione sono così forti da strapparti l'anima, anche il bene e il male si mescolano, al punto da non riuscire più a discernere l'uno dall'altro.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Tom O. Riddle
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Ciao a tutti/e! Mamma mia ragazze, è tardi e mia mamma mi grida che devo andare a dormire...ma io devo pubblicareeeeeee!!!! o__0
Grazie a tutte!!!!! commentate! ora scappo se no mamma mi uccide...e poi come fate a sapere come continua la storia? :)

Cap. 7 : Acqua e sangue

 

Rumore di acqua e odore di ruggine.

Avanzava scalza,il contatto con il pavimento di pietra nera e liscia sotto i piedi nudi  la faceva tremare, l’acqua gelida le arrivava alle caviglie e il  freddo le gelava le ossa fino al midollo.

Non capì dove si trovava, la sua vista era offuscata, come un vetro di una finestra appannato dal vapore del respiro.

Poi lentamente, come se il vapore si stesse dissolvendo piano, vide le pareti bianche,le mattonelle crepate e i lavabi di ceramica e capì che si trovava in un bagno.

I rubinetti erano aperti al massimo ed i lavandini erano pieni d’acqua, che traboccava da essi  in rivoli simili a piccole cascate.

Hermione si strinse le braccia attorno al petto, mentre il suo respiro formava nuvole di vapore nell’aria gelida. Il rumore scrosciante dell’acqua si mescolava ad una strana litania, in una lingua sconosciuta.

Sollevò  i bordi della camicia da notte inzuppati e pesanti mentre si muoveva per guardarsi attorno.

Il suono della voce aumentò ,freddo,sibilante e monotono nel suo ripetersi simile a una filastrocca.

Non capiva se venisse da qualche parte in particolare o fosse solo nella sua testa,come un ricordo  sfumato nel sogno.

Poi,all’improvviso riconobbe la lingua misteriosa, ma non ebbe il tempo per darle un nome,perché in quello stesso istante notò che l’acqua in cui si spostavano i suoi piedi stava diventando rossastra.

Il fiato le si bloccò nei polmoni quando capì che quello era sangue.

Seguì con lo sguardo la scia vermiglia, con il cuore che le pompava frenetico in gola.

Il sangue proveniva dalla sagoma di un corpo,prono sul pavimento  a pochi metri da lei.

Accasciato con il viso sommerso nell’acqua ,l’unica parte visibile era la schiena insanguinata,una schiena forte, con spalle larghe, da ragazzo.

Hermione si precipitò verso di lui,e con fatica voltò il corpo mettendolo supino, e lo guardò.

Vide il volto di un ragazzo bellissimo. I suoi lineamenti le ricordarono quelli di certe statue di angeli,che aveva visto quando era stata in vacanza con i suoi genitori, in Italia.

Anche la pelle sembrava quella di una statua,levigata e marmorea.

I capelli corvini grondavano acqua e si appiccicavano alla pelle della fronte e delle guance, la curva dolce appena sopra le sue labbra piene,regalava alla sua bocca un’aria quasi infantile.

Le ciglia incredibilmente lunghe e scure erano imperlate di goccioline d’acqua che scivolavano come lacrime sugli zigomi alti e perfettamente scolpiti.

Hermione non sentiva quasi più alcun suono,a parte il battito pulsante del suo cuore  mentre contemplava senza respirare il volto dell’angelo.

Ma la litania in serpentese aumentava di pari passo, diventando sempre più incalzante .

Una morsa lancinante di dolore le strinse il petto facendola sussultare,quando si rese conto di quello che era accaduto.L’angelo era morto.

Non poteva sopportarlo,non poteva sopportare di fissare quella bellezza uccisa,rovinata, come un fiore calpestato .Non poteva sopportare l’idea che non avrebbe mai potuto vedere il suo volto animarsi e guardarla. Eppure non riusciva a staccare gli occhi da lui.

Chi era quel ragazzo? Chi l’aveva ucciso? Era stato Voldemort? Erano state le zanne del basilisco a dilaniare il suo petto? Eppure Hermione sapeva che non era quella, la tecnica che il mostro usava per uccidere.

Gli bastava un sguardo,per togliere la vita a qualunque fosse stato così sfortunato da trovarselo davanti.

All’improvviso, un fiotto di acqua e sangue uscirono dalla bocca del ragazzo, e un terribile gemito di dolore e sofferenza ruggì nel suo petto.Poi i suoi occhi si spalancarono. Occhi verdi, carichi di terrore.

Hermione sussultò e si allontanò di scatto. Conosceva quegli occhi. Conosceva l’espressione di dolore e sofferenza che baluginava dentro di essi,sentimenti  mai espressi, fantasmi nascosti  che si mostravano solo a lei e a nessun’altro. Le sue labbra sporche di sangue si mossero, senza emettere alcun suono. Ma Hermione vi lesse lo stesso quello che volevano dirle,perché la stessa domanda disperata  traspariva chiaramente  dai suoi occhi feriti.  “Perché?”

All’improvviso un dolore acuto le trafisse il palmo della mano destra.

La aprì e  qualcosa cadde dalla sua mano, schizzando acqua ovunque, mentre precipitava sul pavimento allagato e con un tonfo sordo toccava il fondo di marmo.

Hermione di guardò la mano,un lungo taglio le correva lungo il palmo.

Davanti a sé vide il suo riflesso distorto su uno specchio rotto,le crepe simili a una grande ragnatela dividevano la superficie lucida in tanti frammenti.Da ogni frammento poteva vedere il suo riflesso.Tante Hermione la guardavano , gli occhi carichi di orrore e gonfi di lacrime, la labbra tremanti che si muovevano frenetiche. Le labbra non smettevano di muoversi,allo stesso ritmo della voce fredda e sibilante che continuava la sua macabra litania. Il riflesso di una di quelle  Hermione  la fissava anche da sotto l’acqua. Un pezzo di specchio insanguinato, caduto poco prima ai suoi piedi.

 

Hermione si svegliò di scatto, sudata e ansimante.

Sbattè gli occhi nel buio. Non c’era nessuna luce in quel sotterraneo simile a una tomba.

Un improvviso senso di nausea le annodò le viscere, e trattenne a fatica un conato.

-Era solo un sogno. Solo un sogno- Continuava a ripetersi, mentre con la manica della camicia da notte si asciugava il sudore sulla fronte.

Ma sapeva che non era vero. Non era solo un sogno. Era un chiaro, orripilante squarcio del futuro che  le aspettava. Si nascose il volto tra le mani, mentre singhiozzi silenziosi scuotevano il suo corpo febbricitante.

Non ce la avrebbe fatta. Sapeva che non sarebbe mai riuscita a compiere la missione che Silente le aveva affidato.

Il ricordo degli occhi di Tom Ridde, pieni di terrore e paura le faceva stringere il cuore.

-è solo un ragazzo- mormorò fra le lacrime.

Come avrebbe potuto?

Aveva tanta voglia di tornare a casa.

Ma sapeva che se fosse tornata ora, tutto era perduto.

Forse, non ci sarebbe più stata una casa. Non ci sarebbe più stata neanche  Hogwards,perché il Voldemort del futuro avrebbe distrutto tutto il suo mondo.

Non avrebbe potuto uccidere un ragazzo innocente… ma Tom era davvero innocente?

Avrebbe dovuto accertarsene. Non poteva continuare a piangersi addosso in preda a questi sentimenti contrastanti,o sarebbe impazzita.

-Domani guarderò se ha l’anello al dito. Scoprirò se ha ucciso suo padre e i suoi nonni. Capirò se è innocente…-

Forse se avesse saputo che Riddle era un assassino, se lo avesse scoperto mentre apriva la Camera dei Segreti, avrebbe trovato la forza per ucciderlo.

Appoggiò la guancia bollente sul cuscino fresco, e cercò di respirare profondamente per calmarsi.

A poco a poco,le sue membra si rilassarono, e il respiro diventò regolare. Pensieri confusi e ricordi di infanzia le danzavano nella mente,come per confortarla e cullarla nel sonno.

Eppure,per un attimo prima di addormentarsi, nella sua mente vagò una domanda,timida e inattesa quando improbabile.

E se Tom non avesse ancora ucciso nessuno?Se non avrebbe mai ucciso nessuno?Allora non avrebbe dovuto ucciderlo. Si poteva cambiare il destino di un uomo? Si poteva salvare la sua anima?

 Ma non si sarebbe nemmeno ricordata di quei pensieri una volta sveglia al mattino seguente,perché certi desideri sono così fragili e delicati, come ali di farfalle, che se espressi ad alta voce e a mente lucida si sgretolano in mille pezzi, riducendosi in polvere .

 

 

“Wow! Prefetto! Mione non posso crederci!” Esclamò Sarah per quella che a Hermione parve essere la dodicesima volta.  Lei alzò gli occhi al cielo,mentre addentava un pezzo di pane spalmato di burro e marmellata di lampone,ma non poteva non trovare piacevole la compagnia di Sarah, anche se la chiamava “Mione” .

Era strano per lei avere una amica femmina, di solito passava tutto il suo tempo con Harry e Ron. Aveva sempre sentito di non appartenere a quella tipologia di ragazze che spettegolano tutto il tempo di ragazzi e vestiti, ma effettivamente spesso sentiva che le sarebbe piaciuto parlare con qualcuno con un filo di “sensibilità” in più, cosa che i ragazzi di solito non sapevano neanche dove stava di casa. A volte le sembrava proprio che maschi e femmine parlassero due lingue diverse.

“è pazzesco! Sei appena arrivata e bum! Prefetto!” disse la ragazza mimando un’esplosione con le mani.

“Si…l’hai già detto.” Mormorò lei sorridendo.

Quella mattina si era  svegliata incredibilmente riposata. Probabilmente il pianto e la stanchezza l’avevano fatta sprofondare in un sonno profondo e ristoratore.Le sembrava quasi che il sogno e la disperazione della notte prima fossero lontani anni luce.

Ad un tratto il viso di Sarah, concentrato sul soffitto nuvoloso sopra le loro teste, si adombrò.

“Chissà cos’è successo a Violet, però.”

Hermione fece una smorfia. Ricordava le parole minacciose che le aveva rivolto il prefetto dei Serpeverde nella biblioteca la sera prima. Ma non poteva essere certa che fosse stato lui il responsabile…

Forse in quell’istante Sarah giunse alla stessa conclusione, perché  il colorito già chiaro della sua pelle lentigginosa sembrò scomparire del tutto.

“Oddio. è stato lui.” Sussurrò con un filo di voce.

Hermione non capì se fosse una domanda o un affermazione.

“Cosa te lo fa pensare?” Domandò mentre l’amica la guardava con occhi sgranati di paura.

“Oh Mione! Perché sono stata così stupida! È ovvio!”

“Ma cosa stai dicendo? Calmati!” Hermione sapeva che la paura della ragazza era ben giustificata. Dopotutto era del tutto lecito essere terrorizzata da Voldemort.

 “Ma si! Tutto quadra!” Esclamò Sarah .

“Prima delle vacanze avevamo fatto un pigiama party! E Violet aveva confessato a tutte che avrebbe trovato il modo per fare suo Tom Riddle!”

Hermione spalancò gli occhi.

Fare suo Tom Riddle?” L’idea le parve comica e irritante allo stesso tempo.

Sarah annuì. “Diceva che avrebbe studiato tutta l’estate per creare un filtro d’amore. Un filtro d’amore così potente che ne sarebbe bastata una goccia, per farlo cadere ai suoi piedi.”

“Che idiozia!” commentò Hermione. Aveva sempre trovato deplorevoli le ragazze che cercavano di stregare con filtri e incantesimi i ragazzi di cui si erano prese una cotta. Era completamente contrario a qualsiasi principio morale e etico. Obbligare una persona a fare quello che si voleva… costringerla a provare sentimenti che in realtà non voleva provare…

Terribile.

Era praticamente come un’ Anatema senza perdono, l’Imperius. Anzi peggio.

“è quello che le ho detto anche io! Lui non è uno stupido. Non si sarebbe fatto propinare un filtro,la avrebbe scoperta. La avevo avvertita che era pericoloso!Non è la prima volta che lui…” Sarah bloccò la frase a metà, come se avesse temuto di avere parlato troppo. Hermione era esterefatta del fatto che anche allora, sembrava che tutti temessero Tom Riddle, e che cercavano quasi di non nominarlo. Certo, non eravamo già giunti al livello di chiamarlo Tu-sai-chi, ma era chiaro che Sarah non si trovasse a suo agio a parlare di lui.

Non poteva biasimarla.

“Caspita quanto è tardi! sarebbe ora di andare a lezione!” Disse Hermione cercando di chiudere l’argomento.

“Oh, Mione! Non mi piace questa cosa del Prefetto!” Piagnucolò lei fissandola con gli occhi sbarrati.

“Ma se è da un ora che continui a dire ‘Wow ‘?”

“Si, però ora che ci penso potrebbe essere rischioso! Insomma, con Riddle…” balbettò lei tremando leggermente. “Promettimi che starai attenta! E che cercherai di stargli alla larga!”

“Come faccio a stargli alla larga se abbiamo praticamente il settanta percento di lezioni in comune, dobbiamo svolgere insieme il lavoro da Prefetti e abitiamo nella stessa Casa? Ho pure una punizione con lui sabato…cioè tra due giorni!” Hermione si accorse che forse aveva parlato troppo,la ragazza la guardava sbigottita,con una forchetta a mezz’aria.

“Punizione? Come hai fatto a farti mettere in punizione? Eh…aspetta un attimo! Con Riddle??”

Hermione si morse le labbra.

“Beh…è una storia lunga…”

Per fortuna in quel momento la professoressa Guillian battè le mani gridando che era ora che ognuno si dirigesse verso le proprie aule.

Le due ragazze presero le cartelle e si incamminarono verso l’uscita.

Alla prima ora avevano Erbologia,con la professoressa McFarrel.

Hermione deglutì, pensando che avrebbe rivisto Tom. Una corda invisibile le strinse la bocca dello stomaco,ripensando all’incubo.

Anche se era stato solo un sogno era stato terribilmente reale, e lei sentiva ancora il bruciore del senso di colpa roderle lo stomaco come acido. Perché nel sogno,era stata lei il mostro, non Voldemort.

Anzi, era ancora peggio di lui. Perchè  non aveva ucciso la sua vittima con un Avadakedavra, un lampo di luce verde e poi più nulla.

No.Lei lo aveva accoltellato alle spalle,con un pezzo di specchio,per chissà quante volte, e lo aveva lasciato a morire dissanguato,mezzo annegato in una pozza del suo stesso sangue. Lo aveva fatto soffrire come un cane.

No. Quella non era lei. Il sogno mentiva.Non avrebbe mai potuto fare una cosa simile…

E ora lo avrebbe rivisto. Si chiese per un attimo se  dopo aver visto il terrore e il dolore nei suoi occhi, l’avrebbe guardato con occhi diversi. Per un istante fugace come un battito di ciglia,si chiese se avrebbe rivisto la bellezza sconvolgente dell’angelo. Ma subito cancellò quest’ultimo pensiero.

Siamo ancora in guerra Hermione. 

  
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