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Autore: giulina    29/04/2011    11 recensioni
C'è Alessandro e c'è Giorgia.
Compagni di banco, amici, nemici e forse anche qualcosa di più.
Dal capitolo 1:
-Toh chi c’è! Castelli credevo tu fossi morto travolto da una valanga di neve laggiù in Trentino! Noto con dispiacere che sei ancora vivo- Scherzò la ragazza sorridendo al moro che le si era avvicinato.
-E no mia cara! Le mie vacanze natalizie sono state bellissime e purtroppo per te non ho subito nessuna amputazione e non mi sono rotto nemmeno un ossicino sciando fra le montagne innevate…-
- ….con le caprette che ti facevano ciao! Senti Heidi hai mica un accendino da prestarmi o laggiù, nella baita del nonno, usate ancora i fiammiferi?!-
Dal capitolo 11:
Sotto a quel portone, con la sola luce dei campanelli accanto a loro a illuminare i loro volti, Alessandro e Giorgia si erano continuati a baciare, incuranti dell’ora e di essere visti da qualche passante.
Baci appena accennati, alcuni più profondi, morsi, risate dai respiri spezzati anche in quel momento così intimo, così loro.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Alessandro fissava la tazza verde tra le sue mani assorto nei suoi pensieri.

Ogni tanto lanciava delle occhiate nervose all’indirizzo di Giovanni, che seduto accanto a lui al tavolo della cucina, beveva la sua cioccolata calda in un rigoroso silenzio, scandito solo dal ticchettio dell’orologio sulla parete bianca che segnava già le undici e mezza.

Giorgia era stata rapita dalla migliore amica un’ora prima e si erano rinchiuse nella camera della mora da cui provenivano, di tanto in tanto, degli urletti e gemiti gioiosi.

Alessandro si passò una mano tra i capelli neri scompigliandoli e fece un sorriso forzato quando incontrò gli occhi azzurri di Giovanni che lo scrutavano imbarazzato. D’altronde, l’ultima volta che si erano visti si erano presi a cazzotti dentro una discoteca.

-Secondo te cosa stanno facendo?- Gli chiese cercando di alleggerire la tensione palpabile nell’aria.

-Fanno le pettegole. Irene è parecchio brava in quello-

Alessandro arrossì leggermente pensando, terrorizzato, a cosa avrebbe potuto raccontare la compagna della notte che avevano trascorso insieme.

-Donne- Dissero insieme scambiandosi un’occhiata di comprensione e un sorriso complice.

-Mentre aspettiamo, che ne dici di una partita alla play del fratello di Giorgia?-

-Che giochi ha?-

-Final Fantasy Versus XIII- Gli rispose Alessandro compiaciuto nel notare la faccia imbambolata dell’altro.

-Ti prego ti prego… giochiamo insieme?- Chiese Giovanni con gli occhi azzurri speranzosi e le mani giunte a preghiera.

Alessandro annuì con la testa e corse in salotto a prendere la sua postazione seguito dall’amico impaziente di tenere il joystick tra le mani.

Uomini. 

 

 

In un’altra stanza, leggermente più a sud del salotto, Nene stava per porre un quesito a Giorgia che da troppo tempo le tormentava i pensieri.

-Alessandro….è un puritano che ti ha solo sfiorato gentilmente con la punta delle dita oppure un grandissimo porco dalle fantasie estreme e masochiste?-

La mora scandalizzata si alzò dal letto non prima però, di aver tirato alla amica due o tre libri che erano maldisposti sulla scrivania.

-è puro sapere accademico, sappilo!-

Dopo la sua ultima affermazione, Nene si ritrovò la sveglia a forma di pecora direttamente sulla faccia sghignazzante.

-Mi puoi dire almeno se ti è piaciuto?

-Mai!-

-Dai! Dimmelo Giò, ti prego è una curiosità troppo succulenta! Ti prego ti prego ti prego… Devi dirmele queste cose…ti prego…-

-No! No ho detto…smettila Nene…zitta! No no No….SI, PORCO CANE, MI è PIACIUTO DA MORIRE! VA BENE?- Urlò Giorgia con tutto il fiato che aveva in gola, tanto che il Signor Giampaolo ,che abitava di fronte a lei, si affacciò dalla finestra del suo balcone e le sorrise malizioso.

Un “anche a me” dal fondo del corridoio arrivò dritto dritto alle orecchie della mora e subito le sue guance si colorarono di un rosso acceso.

-Bene, ora che anche Gesù Cristo sa che ti è piaciuto, possiamo tornare dai nostri rispettivi compagni-

Irene si alzò composta dal letto e dopo essersi sistemata i lunghi capelli biondi dietro le spalle si avvicinò alla porta della stanza.

Prima di poggiare la mano sulla maniglia però, strinse Giorgia che si stava vestendo, in un abbraccio caloroso e all’orecchio le sussurrò:

-Benvenuta nel club delle ninfomani!- Per poi sparire dietro la porta.

 

 

 

Quando anche Giorgia arrivò in salotto trovò Nene che sdraiata sul divano di pelle leggeva una rivista di scienza di sua madre e due bambini maggiorenni che giocavano alla play station, tutti emozionati, seduti sul tappeto di casa.

Mentre si avvicinava tranquilla all’amica, passò, per caso eh, accanto ad Alessandro e la sua mano finì a stretto contatto con la sua testa, e metà dei suoi capelli scuri le rimasero sul palmo della mano.

-Ma sei scema?! Mi hai fatto lo scalpo!-

-Stai zitto!-

-Ragazzi questa pressione non mi piace. Che ne dite di andare a fare colazione?- Propose Irene saltando giù dal divano per andare ad abbracciare il suo fidanzato.

Alessandro annuì e tentò di toccare con una mano il fianco della mora, ma venne brutalmente allontanato con un’occhiataccia avvelenata.

E ora cosa aveva fatto di male?

 

 

 

Alessandro parcheggiò vicino alla spiaggia dove molto spesso aveva portato sua sorella quando erano più piccoli, e con il bombolone alla crema tra le mani, scese dalla macchina insieme agli altri.

Il tempo non era dei migliori e alcune nuvole avevano oscurato i flebili raggi del sole ma sembrava l’aria adatta per fare una passeggiata sulla battigia.

Il moro si liberò delle sue scarpe da tennis e si arrotolò i jeans fino al ginocchio per non sporcargli con la sabbia umida e l’acqua di mare.

Si guardò intorno e i suoi occhi si posarono su Nene e Giovanni che camminavano per mano vicino a lui e discutevano su cui doveva avere l’ultimo boccone della loro ciambella alla cioccolata fondente con una gara di pizzicotti.

Giorgia li guardava sorridente mentre li camminava a fianco con le scarpe in mano, ma il suo sguardo era leggermente incupito e Alessandro se ne accorse immediatamente mentre mille domande incominciarono a vorticargli in quella zucca vuota che si ritrovava.

Cosa era successo da quando si erano svegliati? Di cosa aveva parlato con Nene?

Certo, l’aveva sentita gridare che le era piaciuto da morire fare l’amore con lui, notò con un certo orgoglio tipicamente maschile il ragazzo, ma se durante la mattinata ci avesse ripensato e si fosse pentita?

È proprio vero che certe volte gli uomini si fanno più paranoie mentali delle donne, e Alessandro Castelli ne era una prova lampante.

Le si avvicinò cauto e la prese per un polso trascinandola lontano dai moderni Renzo e Lucia.

Giorgia lo guardò per un attimo indecisa se offenderlo come suo solito o meno ma abbassò lo sguardo sulla sabbia fina che veniva calpestata.

Era imbarazzo quello che le aveva letto negli occhi? Già.

Continuarono a camminare in silenzio vicino all’acqua, ma Alessandro aveva un diabetico sorriso a increspargli le labbra.

Giorgia, d'altro canto, non riusciva a far altro che guardare i suoi piedi di uno scarso 38.

Giorgia Ceccarini, famosa per il suo carattere forte, senza peli sulla lingua che non si spaventava mai davanti a nulla e non conosceva la parola timidezza, era imbarazzata.

E con Alessandro Castelli, quel cretino del suo compagno di banco che in seconda liceo per poca non finiva all’ospedale per aver mangiato un pezzo di gesso!

Però era così.

 Nella sua mente le ritornavano le immagini di quella notte e di quando si era svegliata, aggrovigliata tra le coperte e con il volto nascosto tra la spalla e il suo collo. Tutto così da film di Moccia che credeva di stare ancora sognando.

E invece era la realtà e a lei,quella realtà, piaceva parecchio.

Una mano comparve sotto al suo naso e le offriva l’ultimo pezzo di un bombolone alla crema.

-Vuoi?-

-Ci hai sputato?-

-No-

-L’hai buttato nella sabbia?-

-No-

-L’hai mangiucchiato e riempito di saliva?-

-Ti farebbe tanto schifo?- Le chiese Alessandro con un sopracciglio alzato.

-Contando che non so cosa hai fatto nelle ultime ore, si-

-Tranquilla. L’unica cosa che ho mangiato sei te- Gli rispose sorridente posandole un braccio sulle spalle coperte da un maglione chiaro.

-Mangiato non credo proprio!-

-Hai visto il dolce morsetto che ti ho lasciato sulla coscia?-

-Per quello te la devo ancora far pagare- Le rispose imbronciata dandogli una leggera spinta con la spalla.

-Ma stai buona! Ti è piaciuto da morire mi sembra che hai detto, no?- Gli chiese il ragazzo fingendosi confuso.

Giorgia si liberò dalla sua presa con uno scatto e incomincio a camminare veloce per raggiungere i suoi amici dall’altra parte della spiaggia.

-Carotina! Non fare l’arrabbiata dai!- La raggiunse Alessandro passandole un braccio intorno ai fianchi per bloccare la sua corsa.

-Te mi prendi in giro!- Si lamentò come una bambina piccola finendo soffocata dalle braccia del moro, respirando sul suo collo.

-Mi piace prendere in giro la mia ragazza soprattutto se è permalosa- Le sussurrò nell’orecchio Alessandro baciandole poi una gota arrossata.

Giorgia era rimasta senza parole con un subbuglio strano nello stomaco.

La mia ragazza. Aveva detto così o aveva bisogno di un buon Amplifon? No, aveva detto proprio così.

-Ale..-

-Dimmi-

-Cosa hai detto?-

-Che mi piacerebbe adottare una gazza-

Giorgia, dopo averlo picchiato, rimase ancora qualche secondo immobile tra le sue braccia e poi si decise ad incontrare i suoi occhi neri che tanto le piacevano.

-Hai per caso una fissa per i pronomi possessivi?- Gli chiese seria vedendolo scoppiare a ridere.

-No, ho scelto la parola ragazza al posto di fidanzat..-

-Non finire la frase! Odio quella parola, mi fa venire l’urticaria- Lo bloccò la ragazza tappandosi le orecchie come una bambina piccola che non vuole sentire la parte più paurosa di un film.

-Okey, Allora va bene la parola ragazza? Senno ti posso chiamare girlfriend, novia, petite amie, djevojka..-

-Basta così, grazie. L’ultimo cos’era?-

-Croato. A volte il traduttore di Google serve a qualcosa-

Giorgia scoppiò a ridere seguita subito dopo dal suo ragazzo. Oddio, era possibile che le si rizzassero i peli sulle gambe quando pronunciava nella sua mente quella parola?

-Non ti sembra di correre troppo?-

-E perché? Ti conosco da cinque anni e ieri sera abbiamo fatto l’amore. So tutto di te-

-E se nel tempo libero fossi una killer spietata?- Gli chiese Giorgia circondando i fianchi del moro con le sue braccia.

-Indossi una tuta di pelle nera per caso?-

-No maiale! E se fossi una specie di Clark Kant mezza aliena?-

-Stanotte non ho notato tentacoli strani sul tuo corpo, ma posso sempre verificare. Vieni qui fragolina!-

Giorgia incominciò a scappare per la spiaggia rincorsa da Alessandro che aveva intenzione di divorarla dai baci.

 

 

 

Nene abbracciata al suo Giovanni, gli posò un bacio sul naso e sospirò.

-Cosa c’è amore?-

-Sono come noi all’inizio-

-Dici prima di scoprire che la mia camera era insonorizzata?-

-Già- Rispose con un sorriso Nene prima di lasciarsi baciare dal suo fighissimo fidanzato.

 

 

 

 

Buonasera!!!!

Eccomi, finalmente direte voi, con l’attesissimo (magari!) penultimo capitolo di questa storia.

Eh già (come dice quel nonno di Vasco) siamo arrivati quasi alla fine di questo viaggio che mi ha divertito come non mai e spero sia piaciuto anche a voi.

Non so se vi ho deluso oppure no, come potete notare sono l’antiromanticismo in persona e l’ho riportato anche nella mia storia con molte battute ironiche e personaggi buffi.

Vi dico, a scrivere questo capitolo mi sono divertita tantissimo e questo fa capire la mia poca sanità mentale, e spero quindi di avere la vostra approvazione, mie cari fanfictionspettatori.

Sono ancora indecisa se mettere un epilogo oppure no, ma i due extra finali, se vorrete, ci saranno sicuramente!

Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate di questo capitolo, con due paroline messe in croce e in anticipo vi ringrazio per tutto l’affetto che mi avete trasmesso attraverso un pc in questi mesi.

Siete la mia gioia e fonte di ispirazione, come dico sempre.

Scrivere è una valvola di sfogo per me, un modo diverso per evadere dalla realtà per qualche ora e voi mi avete dato tutto l’appoggio necessario perché questo mio hobby, se lo vogliamo chiamare così, sia potuto continuare.

Basta con i momenti tragici e vi lascio con una piccola auto pubblicità.

Sto scrivendo un’altra storia romantica con protagonisti Alice, Filippo e il loro strambo garage.

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=690940&i=1

Questo è il link e se volete avere ancora a che fare con me (rotolo di fieno che passa….) passate a dare un’occhiatina!

Vi lascio in pace, un bacione grandissimo,

Giulia :)

   
 
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