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Autore: ornylumi    30/04/2011    4 recensioni
Un immaginario capitolo extra di Harry Potter e i Doni della Morte, posto subito dopo la fine della battaglia di Hogwarts. Un viaggio nei ricordi di Bellatrix, visti attraverso gli occhi di Harry, alla ricerca della vera ragione per cui è diventata quello che era: la più spietata e fedele Mangiamorte.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Harry Potter, Narcissa Malfoy, Rodolphus Lestrange, Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Rodolphus/Bellatrix
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Voi siete i miei più devoti servitori. Gli unici la cui fedeltà non ha mai vacillato, i soli che hanno cercato di trovarmi quando ero poco più che uno spirito. Mentre altri, troppi, hanno preferito rinnegare se stessi e il loro giuramento, nascondendosi tra le file dei nostri nemici, voi siete finiti ad Azkaban pur di non tradirmi. Sapevate che sarei risorto, e che il vostro sacrificio sarebbe stato ripagato.

Ora siete liberi. Vi offro di nuovo la vita e gli onori che meritate. Tornerete nella cerchia dei Mangiamorte, e insieme affermeremo il nostro potere nel mondo magico. Continueremo l’opera iniziata molti anni fa, com’è mio e vostro desiderio. E questa volta, non ci saranno incidenti.

Queste erano le parole che Voldemort aveva rivolto loro, dopo aver detto a Bellatrix di alzarsi. La donna, infatti, era rimasta inginocchiata a lungo ai piedi del suo padrone, al contrario di Rodolphus, che si era alzato quasi subito. Poi aveva ascoltato quel discorso, tra le lacrime traboccanti di gratitudine e annuendo ad ogni parola. E lì, la scena era sfumata; riformandosi ancora una volta, in un’altra completamente diversa.

Trovarsi di nuovo in una casa aveva un che di rassicurante, dopo l’aspetto inquietante di Azkaban e la comparsa di Voldemort nel bosco. Sembrava una piccola cucina, graziosa e pulita, quasi quanto quella dei Dursley. In effetti, il suo aspetto rimandava a una casa babbana, se non fosse stato che ad occuparla c’erano Bellatrix e sua sorella Narcissa: le due streghe decisamente più lontane da quel mondo.

Entrambe erano alla finestra; Bellatrix con aria corrucciata e le braccia incrociate, che ancora portava i segni della lunga prigionia, ma meno magra e con uno sguardo più umano. Narcissa era, invece, semplicemente quella che Harry aveva conosciuto, una donna seria e composta, che guardava sua sorella con un misto di commiserazione e disappunto. Le stava offrendo una tazza di tè, o forse una tisana; Bellatrix le diede un rapido sguardo e poi l’allontanò con la mano.

“Bevi” le impose Narcissa, mettendole la tazza di nuovo davanti agli occhi. “Sono giorni che mangi poco o niente. E’ così che vuoi rimetterti? E chiudi quella tenda, per Dio!” e con un gesto rapido della mano libera, coprì la finestra con una tendina a fiori che zia Petunia avrebbe gradito.

Bellatrix si voltò verso la sorella e sembrò ancora più contrariata dopo quel gesto. “Non hai del Whisky Incendiario, almeno? Quello sì che mi rimetterebbe…”

Narcissa alzò gli occhi al cielo. “Sono le dieci di mattina, Bella. Non ti lascerò bere alcolici a quest’ora”.

“Lo immaginavo!” alzando le mani in un gesto di stizza, Bellatrix si allontanò definitivamente dalla finestra e andò a sedersi a un tavolino. Narcissa la imitò.

“È già abbastanza terribile vivere qui, senza che tu mi faccia da carceriera”.

“Lo faccio per proteggerti! A quanto pare, non sei tanto in grado di badare a te stessa”. Narcissa le rivolgeva quei rimproveri con un sorriso, esattamente come nel giorno del matrimonio; come se non fosse cambiato niente da allora.

“Non ce la facciò più, Cissy…” si lamentò lei, ora più abbattuta che veramente arrabbiata. “Prima Azkaban, ora questa patetica casa da Babbani! Che tu ci creda o no, non fa molta differenza. Sono sempre rinchiusa, senza poter uscire né guardare dalla finestra”.

“Fossi in te, non mi lamenterei” osservò Narcissa. “Sei fin troppo fortunata ad essere uscita di lì. Questa non è esattamente la casa ideale, ma non assomiglia nemmeno a una fredda cella. E soprattutto, hai una taglia di mille galeoni sulla testa. Vuoi davvero rischiare di tornare là dentro, solo per dare uno sguardo alla strada?”

Bellatrix non trovò niente da obiettare a quelle realistiche considerazioni. Ecco, dunque, la ragione per cui si trovava lì: era il nascondiglio che probabilmente ritenevano più sicuro.

“Perché non mi hai detto dei nostri genitori?” Aveva cambiato improvvisamente argomento. Narcissa sembrò smarrita, e subito dopo profondamente infelice.

“Perché i Dissennatori ti davano già abbastanza dolore, per sopportare anche questo” le rispose debolmente. “Lei stava male da tempo. Credo che non si fosse mai ripresa, da quando Andromeda… be’, lo sai. Alla fine, il suo cuore non ha retto. Era da sola quando è successo, e pare che non abbia nemmeno preso le sue erbe curative. Forse non ne ha avuto il tempo”.

Bellatrix ascoltava quel racconto impassibile. Se il dolore per la perdita della madre le riempiva le viscere, Harry non riuscì percepirlo.

“E nostro padre?” chiese ancora.

“L’ha seguita pochi giorni dopo. E’ come se si fosse lasciato andare a sua volta, dopo averla persa. Non avevo mai notato un vero affetto tra di loro, ma forse mi sbagliavo”. Bellatrix annuì stringendo le labbra, come se condividesse quel pensiero. “Mi dispiace che tu non abbia potuto salutarli. Sarebbero felici di vedere che sei libera”.

“Hanno vissuto abbastanza per conoscere Draco. È più importante questo”.

Narcissa sembrò davvero colpita da quelle parole, pronunciate di getto e con una sincerità disarmante. Anche Harry ne era sorpreso; sembrava che Bellatrix mettesse suo nipote davanti a se stessa, e questo non era da lei.

“Perché non vieni a stare da me?” La domanda fu improvvisa, come se fosse la prima volta che Narcissa ci pensava. “Tu e Rod, s’intende. La casa è grande, ed è certamente migliore di questa”.

Bellatrix le fece un debole sorriso. “Grazie. Ma non voglio metterti in pericolo”.

“Non essere sciocca. Lucius è un Mangiamorte, come te. Siamo già in pericolo”.

A quelle parole, sua sorella si sporse maggiormente verso di lei, come per tranquillizzarla. “Non devi preoccuparti, Cissy. Il Signore Oscuro è tornato, non c’è più niente da temere adesso. È solo questione di tempo, prima che il Ministero cada nelle sue mani. Allora non dovremo più nasconderci; né da loro, né dagli insulsi Babbani, né da nessuno”.

Aveva pronunciato quel discorso in maniera appassionata, ma Narcissa non sembrava più serena. “A volte, è proprio il Signore Oscuro che mi fa paura” ammise.

Bellatrix si accigliò all’istante. “Ma che cosa dici? Sei dalla sua parte, Lucius ha scelto di servirlo ed è stato perdonato… anche se ancora non comprendo e non approvo il suo comportamento”.

“Ci sarà una missione importante, tra non molto” continuò Narcissa, ignorando le accuse della sorella. Mentre parlava, stringeva nervosamente le mani l’una all’altra sul tavolo. “Tu lo saprai già. Credo che voglia affidarla a Lucius”.

Improvvisamente, Harry realizzò che si stava parlando del recupero della Profezia. Mancava poco al momento che più di tutti temeva di rivedere.

“E allora? Dovresti esserne onorata!” esclamò Bellatrix. “È l’occasione di rimediare al suo ignobile tradimento. O forse hai paura che possa fallire?” Harry notò una punta di malignità in quella domanda.

“Ho fiducia in lui” ribatté risoluta Narcissa. “Ma tu… tu non capisci. Non ci capiremo mai, è sempre stato così. E come potrebbe essere altrimenti… È il mio amore contro il tuo”.

Improvvisamente, Bellatrix impallidì. Prese a stringere forte le mani a pugno, quel gesto che faceva ogni volta in cui si sentiva minacciata. “Che cosa vuoi dire?”

“Lo sai bene”. Narcissa non si lasciava intimorire. “Ma non puoi pretendere che siano tutti come te, pronti a sacrificare ogni cosa in nome suo. Gli altri hanno una vita, una famiglia. E dei figli. Se avessi un figlio, forse mi capiresti“.

“Io ho giurato!” gridò Bellatrix, alzandosi e appoggiando con forza le mani sul tavolo. In quel momento, ricordava molto Andromeda. “Come hanno fatto tutti, ma sembra che sia l’unica a ricordarmene!”

“Lucius tiene fede ai propri impegni!” Ora gridava anche sua sorella, per difendere il marito. “Ma la passione che ci metti tu è un’altra storia, ha altre radici. Un tempo potevo capirti, ma adesso… Non è umano, è un…” Quell’ultima parola le morì in gola.

“È cosa?” La domanda era stata pronunciata a bassa voce, ma era molto più temibile delle grida. Le sorelle si guardarono negli occhi; fiammeggianti e terribili quelli di Bellatrix, tristi e pentiti quelli di Narcissa.

“È cosa?” insisté ancora.

“Niente” pronunciò Narcissa, alla fine. “Scusami”.

La conversazione aveva preso una brutta piega; il silenzio che ne seguì era carico di tensione. Ma Bellatrix, a poco a poco, si stava calmando.

“Se sono qui è grazie a lui” disse piano. Improvvisamente, il fatto di essere in quella casa era diventato un privilegio anche ai suoi occhi. “Non dimenticare, Cissy”.

“Lo so, gli dobbiamo molto. E tu… tu non mi permetteresti di dimenticarlo, anche se volessi”.

Inaspettatamente, Bellatrix sorrise dopo quella frase. A nessun altro, realizzava improvvisamente Harry, sorrideva come a sua sorella; sembrava avere il potere di infonderle serenità.

“È ancora valido l’invito?” le chiese, un attimo dopo.

“Certo” rispose Narcissa. E sembrava felice.

Note:

Ciao a tutti, e buone feste fatte! Chiedo perdono se questo capitolo ha tardato un po' ad arrivare, ma per Pasqua mi sono presa una bella settimana di vacanza, dove non mi mancava niente a parte la connessione ad Internet! Se non altro ne ho approfittato per scrivere e pensare a nuove idee.

Solo due piccole note, dato che il capitolo è già fin troppo lungo: Bella in realtà soffre per la perdita dei genitori (non vedo possibile che non sia così) ma Harry non lo percepisce perché lei lo nega a se stessa (atteggiamento che potrebbe aver imparato da qualcuno...). Per quanto riguarda il riferimento a Draco, ho immaginato che i Black come qualsiasi famiglia desiderassero un nipote, e siccome Bellatrix non aveva nessuna intenzione a riguardo, è contenta che almeno abbiano conosciuto il figlio di Narcissa. Come sempre, grazie a tutti e ogni commento sarà ben accetto!

   
 
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