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Autore: sammyjoe Storm    01/05/2011    14 recensioni
"L'amore è come il vento, viene e va con facilità, ma se è come il vento prima o poi ritornerà" Da questa frase prende il via questa storia.. Una storia dove i sentimenti, le provocazioni, la passione, le emozioni, i sorrisi e le battute saranno all'ordine del giorno.
Samantha scappa dalla sua vita e dalla sua città, Los Angeles, per iniziarne una completamente diversa a New York, in un nuovo Campus non proprio convenzionale, tanto che gli studenti dovranno inscenare, per un concorso, la rivisitazione in chiave moderna di Dirty Dancing e non solo... Qui Sam incontrerà Alexander, un bellissimo ed egocentrico ragazzo. Sam e Alex, hanno lo stesso identico carattere e si avvicineranno grazie ad una piccola scommessa, un giochino un po' perverso... ma questo è solo l'inizio.
..ma come sempre accade, quando si chiude il cuore, arriva di nuovo l'amore, quello forte, quello vero, quello che ti lascia senza fiato ad annaspare aria, quello che ti massacra il cuore da dentro..eh si.. quando l'amore arriva, o più semplicemente ritorna, non avvisa nessuno.. colpisce come un treno in corsa, come un tir lanciato a tutta velocità o come uno shuttle in decollo.. quando arriva arriva e non c'è niente da fare.. se non viverlo o almeno provare a viverlo, perchè scappare è inutile, ti insegue e non ti lascia mai. L'amore è qualcosa che attanaglia l'anima, prende il cuore, il corpo e la mente, niente resta escluso..se è amore. Paradiso e inferno, volo e immobilità, colore e nulla.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mulinelli e Risucchi - Cap. 25 (soundtrack The Dandy Warhols - Sleep )



Svegliati pigrona, è ora di alzarsi”. Una voce lontana mi carezzava come una dolce brezza estiva.
Ancora cinque minuti..” risposi mugolando appena.
Sono venti minuti che dici così” e ridacchiò sulla mia fronte, mentre con la mano mi accarezzava i capelli. Allungai un braccio e mi accoccolai meglio al suo fianco.
Che ore sono, tesoro?” chiesi con un filo di voce e gli occhi ancora chiusi.
Le otto” Spalancai gli occhi e misi a fuoco il suo viso. Splendido, come sempre.
Cazzo, è tardissimo e ho bisogno di fare colazione.. ho una fame da lupi.. ”
Tigrotta golosa.. bhè, direi che una buona mezz’ora ce l’abbiamo a disposizione” disse Alex malizioso tirandomi dolcemente sopra di sé. Mi rannicchiai a guscio e posai la testa nell’incavo tra il collo e la spalla, muovendomi appena per mettere un braccio dietro al suo collo.
Fame di caffè e brioche…l’abbiamo fatto tre volte stanotte, ho bisogno di rimettermi in forze. Andiamo a bere il caffè?” Sorrise e a bassa voce, al mio orecchio, “Come posso dirti di no, se me lo chiedi cosi teneramente?”
Uscii dal mio angolino preferito e lo baciai dolcemente e lentamente.

Alex era il mio angolino incantato, la mia Terra di Mezzo e il mio Paradiso sulla terra.
Era amore, era vita, era il mio mondo. Alex era il Tutto: tutto quello che desideravo, tutto quello che sognavo, tutto quello di cui avevo bisogno per essere felice e vivere appieno ogni singolo istante o giorno. Non serviva nient’altro.
Per una volta potevo finalmente affermare di avere tutto.

Con lui era come vivere su una nuvola, vivere seduta sull’arcata dell’arcobaleno oppure a cavallo di una stella.
Era emozione pura, gioia e felicità liquida, che inondava il mio essere di luce abbagliante e pura, che scorreva nelle mie vene pompandola direttamente al cuore e facendolo pulsare di nuova forza, come se fosse linfa in grado di accendere e mettere in moto l’intero corpo e far vibrare l’anima. Una forza struggente e così immensa, che a volte, fissando, osservando e immaginando Alex mi ritrovavo a commuovermi da cotanta beatitudine e felicità che riuscivo a provare.
Era possibile piangere di gioia? Me l’ero sempre chiesto e adesso avevo una risposta. Si, ed era una sensazione incredibilmente strana ma bellissima.


Avevamo appena finito le prove, stavamo uscendo dall’auditorium, destinazione Demon’s pub, per pranzare tutti insieme, poi, io e Alex, saremmo andati a casa sua per la restante parte del week-end, quando, usciti dalla porta, da una limousine nera, parcheggiata alla fine del vialetto, scese una donna avvolta in un elegantissimo cappotto grigio scuro e con degli occhiali da sole sul viso. Trasudava un'eleganza mostruosa.
Sentii il braccio di Alex, intorno alle mie spalle, farsi pesante e rigido,mi diede un bacio sulla tempia e a bassa voce disse semplicemente
“Ci vediamo da Demon, a dopo”, si staccò e si avviò verso quella donna, mani in tasca, sguardo volto all'infinito e ghigno sul viso.
Indifferenza e maschera.
Dentro di me si formarono domande e pensieri, ma seguii gli altri silenziosamente mentre la mia mente iniziava, come il solito, a viaggiare.
Chi era quella donna?
Questa domanda rimbombava nell'anticamera e sulle pareti del cervello, come una pallina impazzita, a destra e sinistra, senza trovare mai risposta, una domanda esplicita e silenziosa che massacrava e mi estraniava completamente dai discorsi altrui.

Avevo imparato a conoscere Alex e i suoi modi di fare, ma in quell'attimo mi sembrò così strano e distaccato, così diverso dal solito e dalla nostra quotidianità, che pensai che ci fosse qualcosa che non quadrava; era diverso, negli occhi, in quello sguardo verso l'infinito, avevo notato quella nota velata che non vedevo da parecchio, quella maschera calcata d'indifferenza, come se niente per lui fosse tangibile e come se niente lo riguardasse veramente.

Quando arrivò al Demon's, sembrò essere ritornato l'Alex degli ultimi tempi, scherzò e fece battutine con tutti gli altri, i suoi lineamenti erano rilassati e i suoi occhi limpidi, ma a me non la dava a bere, c’era qualcosa in lui che non mi convinceva.
Alex..” non finii la frase che subito m'interruppe capendo cosa stavo per dirgli.
Tutto a posto, stellina” e prendendomi il viso tra le mani mi diede un dolcissimo bacio.
Accettai le sue parole, non indagando oltre e vedendolo abbastanza tranquillo non chiesi altro, nonostante la curiosità mi stesse logorando.

 

Sam, vieni a vedere le foto del servizio con Christopher? Me le ha appena girate il fotografo” disse con quel sorriso capace di frantumare le pietre, orgoglioso e felice.
Arrivo, il tempo di lavare le tazzine del caffè” risposi.
Casa di Alex era talmente perfetta, che non mi andava di lasciare in giro niente di quello che sporcavamo, forse ero maniacale, ma a parte la camera da letto, cercavo di sistemare e riordinare tutto.

Guarda” disse una volta che fui al suo fianco aprendo i vari file.
Sgranai gli occhi e spalancai la bocca come una scema.

Che faccia fai?” domandò ridacchiando, certo del mio apprezzamento espressivo.
Oh santo cielo!” Alzò un sopracciglio e mi guardò confuso.
Christopher è perfetto, cioè.. guarda che fisico assurdo! E'.. è.. perfetto sotto tutti i punti di vista, bellissimo è dire poco!” assottigliò gli occhi.
Hai qualcosa da dire anche su di me o la tua attenzione è rapita solo da lui?” ribattè subito, orgoglioso come un leone.
Sghignazzai per prenderlo in giro. Avevo visto prima lui, naturalmente, quel fotografo aveva fatto degli scatti favolosi e sia Alex che Christopher sembravano due Dei scesi dal paradiso, ma cosa c'era di più divertente che prendere in giro Alex nel suo punto più debole?
Ma soprattutto portarlo completamente a non pensare a quel qualcosa che gli velava appena lo sguardo? Che poi prendere in giro era una parolona, perchè quelle foto erano talmente perfette che era veramente difficile poter dire
Bhè, e a dirla tutta si poteva solo sbavare schifosamente e copiosamente su quel ben di Dio.

Fece scorrere le foto di tutto il servizio, quando ad un tratto, vidi quel qualcosa che feceva al caso mio.
Alex!” esclamai “Ma ti sembra il caso?” Puntai il dito verso il monitor sgranando gli occhi.
Alzò entrambe le sopracciglia, formulando la classica domanda muta del tipo: cos'ho fatto questa volta? Guardò la foto e poi me, me e la foto per circa due o tre volte e fermandosi, infine, a fissarmi, con l'espressione di un bambino tenerissimo tra l'imbronciato e lo stupito, aspettandosi palesemente una risposta.
Dentro di me ridevo come una matta, vedere Alex con quell'espressione era qualcosa che ti faceva sciogliere come un ghiacciolo al sole, roba da buttargli le braccia al collo e spupazzarlo di baci, ma sapevo che non appena sarei uscita con l'affermazione che stavo pensando, una volta che l'avesse recepita, avrei dovuto iniziare a correre. Ghignai.

Non sono d'accordo su questa cosa...” dissi seria.
Eh?” Classica espressione di Alex quando cade dal pero. “Quale cosa?” domandò non capendo.
Come quale cosa? Guarda quella foto!” feci la finta incazzata.
Guardò ancora il monitor del pc e si grattò la testa con il dito.

Cos'ha che non va questa foto? Sono perfetto: addominali precisi, sguardo tenebroso, capelli sparati e posa sensuale” disse convinto.
Aveva ragione, se non fosse il fatto che in quella foto comparisse in boxer aderenti e fosse completamente bagnato dall'acqua; il che significava goccioline sui pettorali e sugli addominali, che scendevano lente per via della gravità, tranne in quei punti dove si erano adagiate sensualmente come se fossero rugiada sulle foglie, boxer completamente aderenti che non lasciavano nulla all'immaginazione, capelli bagnati sparati ovunque e lo sguardo da infarto coronarico. Era una foto da petite mort

Oh.. è una bella foto, hai i capezzoli in tiro e il pisello...”
Sam!” m'interruppe prima che finissi la frase, girandosi a guardarmi.
Ti si vede il pisello” replicai.
Smettila”
E' vero!” assottigliai gli occhi e portai una mano al mento con fare sospettoso, gustandomi quella sua lieve timidezza che non avevo mai visto né sul suo volto né nei suoi modi di fare.
Forse sul suo lavoro era più puntiglioso e si vergognava un po' di certe foto che lo mettevano a nudo, non a caso difficilmente mi mostrava i servizi fotografici interi.
Vedere Alex lievemente imbarazzato era un evento talmente raro che meritava tutta la mia attenzione e la mia stronzaggine in fatto di battutine.

Hai finito con le tue uscite?” disse guardandomi e assottigliando appena l'occhio destro.
Sei arrossito.”
Non è vero”
Si che è vero”
Basta cazzate”
E va bene.. comunque quella foto è un fotomontaggio” Stronza fino in fondo.
Perché sarebbe un fotomontaggio?”
Perché c’è qualcosa che non mi torna”
E sarebbe?” Feci un passo indietro pronta alla fuga.
Ti hanno ingrandito il pisello!” esclamai spostandomi di altri due passi e ridendo come una cretina, nello stesso istante in cui si alzò dalla sedia “Inizia a correre stellina..”

Iniziai a girare intorno al bancone ad isola della cucina con Alex alle calcagna, due giri completi in semicorsa, poi ci fermammo uno davanti all’altro, sui volti di entrambi il sorriso e risate tintinnanti nell’aria accompagnavano i nostri movimenti, finchè Alex fece una cosa che non mi sarei aspettata, saltò sopra il bancone e tentò di afferrarmi ma i miei riflessi lasciarono aria nella sua presa.
Scappai ancora, questa volta verso la camera da letto e appena mi raggiunse, un pugno di secondi dopo, chiuse a chiave la porta.

Adesso voglio vedere cosa fai..” e sghignazzò.
Puntai lo sguardo in direzione del bagno, avrei dovuto scavalcare il letto per arrivarci, ma Alex capì quello che volevo fare e mi brancò al volo, proprio mentre stavo salendo sul letto. Cademmo e rimbalzammo sul materasso, tra risate e battutine, poi iniziò con il solletico e fu la mia fine.

Ritratta” disse ridendo.
Ok, ok, ma ti prego basta solletico. Ritiro tutto, giuro!”
Si fermò grazie al cielo, non riuscivo più a respirare dalle troppe risate e gli addominali mi facevano male, per non parlare delle lacrime che mi scendevano dagli occhi.
Riprendemmo fiato sdraiati entrambi in posizione supina.

Non ho mai riso così tanto” dissi girandomi verso di lui
Nemmeno io. Sei incredibile, Sam”
Almeno per un po’ i tuoi occhi si sono rasserenati” dissi accarezzandogli i capelli, mi attirò a sé
“Ti amo Sam, tantissimo”. Rimanemmo abbracciati ed accoccolati per qualche minuto, poi l’istinto e la passione ci trasportarono in quella terra fatta di gemiti, amore, passione e voglie in quel di
Lussurolandia.

 

Quel lunedì, New York si trasformò, nell’evento più mondano dell’anno; modelli, fotografi e stilisti avrebbero presentato le collezioni estive sulle varie passerelle sparse per la città.
La
New York Fashion Week era uno tra gli eventi più importanti per la città e per gli appassionati di moda, tanto che arrivavano persone da ogni dove.

Alex non si sarebbe visto per quasi tutta settimana, complice anche gli orari assurdi e i party del dopo-sfilata, quindi alle prove avremmo recitato tutte le scene in cui non Johnny non compariva. Ormai mancava poco all’inizio delle riprese, Freeman, Jackson e la Mayer spingevano continuamente affinché fosse tutto perfetto.


Il giovedì, finiti gli allenamenti, camminai lenta verso la mia stanza con i pensieri puntati sull’assenza di Alex di quegli ultimi quattro giorni.
Non lo vedevo da domenica, comunicavamo con sms, qualche tweet e pochissime chiamate vocali, dormivamo insieme nella mia stanza quando rientrava al Campus, ma arrivava a notte inoltrata e non lo sentivo mettersi sotto le coperte; al mattino quando mi svegliavo lo osservavo dormire beato prima di alzarmi e andare a lezione. Non volevo svegliarlo, si vedeva da come dormiva profondamente che era stanco morto, ma a me bastava guardarlo ed averlo accanto, anche se per poco, per iniziare la giornata con il sorriso.

Era sorridere con il cuore, era pura e semplice gioia.
Mi mancavano le sue battutine a lezione o alle prove, i suoi baci durante le pause tra una lezione e l’altra, il pranzo o la cena insieme e quel suo modo di punzecchiarmi la schiena con la matita.
Erano stati strani quei quattro giorni, sentivo la sua forte presenza ma anche la sua incolmabile assenza.
Come avrei fatto ad assentarmi durante le vacanze per il mio lavoro? Come avrei vissuto per quei mesi estivi lontano da lui?


Qualcuno mi venne addosso e mi fece cadere a terra.
Ahi…Ma che diamine!” sbottai appena il mio sedere toccò il cemento.
Alzai gli occhi e vidi Corinne ridere con l’altra imbecille della sua amica.
E’ vero che ero sovrappensiero e che guardavo a terra ma era anche vero che l’avevano fatto di proposito, perché il vialetto era abbastanza largo da passare senza urtarmi.

Insulsa, goffa e sempliciotta” disse con tono freddo e il ghigno sul volto.
Hai qualche problema?” risposi irata.
Io no e i tuoi non sono ancora iniziati, bambina. Goditi gli ultimi giorni con Alexander perchè presto te lo porterò via, e questa è una promessa, ottengo sempre quello che voglio” rispose con quell'aria altezzosa da diva viziata; avrei voluto alzarmi e saltarle al collo, ma non lo feci, non era la prima deficiente con cui mi trovavo a dover discutere e soprattutto a difendere il mio territorio. Sospirai.
Tra il pensare ed il fare c'è di mezzo l'oceano, non mi conosci, ma sappi che se ti avvicinerai troppo dove non devi, avrai modo di conoscere quanto l'insulsa, goffa e sempliciotta bambina saprà difendere il proprio territorio.”
Mi stai minacciando?” sghignazzò.
No, ti sto avvisando” e così dicendo mi alzai, dando le spalle a quelle due stronze e mi avviai verso il mio alloggio.

Con la testa piena di pensieri, l'ansia di quelle parole nel cuore e la rabbia nelle vene, mi feci una doccia bollente e lunghissima, sperando che l'acqua lavasse via quello schifo che mi si era attaccato addosso. Non dubitavo di Alex né dei suoi sentimenti, ma avevo paura lo stesso, avevo una fottuta paura che quella si mettesse in mezzo.

D'altronde quando s'incontravano persone come Corinne, persone cattive dentro, che dovevano prendere quello che non potevano avere, solo per puntiglio, solo per gioco, solo perchè gli altri avevano qualcosa di bello e che valeva la pena vivere, bisognava prestare attenzione perchè sporcavano e rovinavano e macchiavano, e spesso se erano caparbie, danneggiavano, infrangevano e a volte disintegravano, bastava poco: parole, gesti e incomprensioni.
Le persone invidiose come Corinne erano la peggior specie tra gli esseri umani: persone che s'insinuavano nelle vite altrui come microscopici batteri, capaci di far ammalare quanto si aveva di bello, quanto si era costruito con sudore e forze, e di portare solamente devasto e tristezza; le persone invidiose ti rovinavano solo perchè la loro vita era insulsa e vuota.
L'invidia è esattamente come l'amore non corrisposto: disperato bisogno di avere ciò che non si possiede.
L'invidia è la conseguenza del discontento personale, di insicurezza e frustrazione per i propri fallimenti di tutte quelle persone che non hanno una vita propria e devono succhiare quella degli altri; l'avevo imparato a mie spese, ma ero anche convinta che l'invidia era una forte forma di ammirazione, più invidiavano, più cresceva la mia autostima, un rapporto direttamente proporzionale.
Ma faceva sempre paura, ogni volta che capitava, perchè non sapevo mai cosa aspettarmi dagli altri e nonostante ci avessi convissuto fin dalla nascita, la temevo.

Quando uscii dalla doccia, lessi un sms di Alex che mi avvisava che non sarebbe rientrato per cena; feci appena in tempo ad inviare la mia risposta che il telefono trillò, era Bruce che mi chiedeva di fargli compagnia a cena, visto che quella sera non era impegnato con le sfilate, ma soprattutto visto che da quando era rientrato a New York non ci eravamo ancora visti. Accettai lieta e finii di prepararmi.

Andammo in un ristorante in centro, parlammo del suo soggiorno a L.A. e dell'amicizia che aveva stretto con Nikki, che aveva fatto da Cicerone tra i locali e la città, così da farlo ambientare subito e dargli quella parvenza di essere a casa.
Li avevo sentiti spesso, in quelle due settimane, e da quello che mi raccontavano, oltre a divertirsi un mondo ne combinavano di ogni, era bello saperli insieme a ridere e scherzare; sapevo che avrei potuto contare su Nikki e Tara e così era stato.

E ad ogni parola di Bruce scattava automaticamente il sorriso; riusciva a donarmi il buon umore senza fare o dire niente di speciale, e quando mi chiamava con i suoi millemila nomignoli mi faceva sorridere di cuore.
Bruce era stato il mio colpo di fulmine, non il comune colpo di fulmine di cui parlano tutti, non quello che ti fa stramazzare al suolo con il cuore scalpitante, ma quello che ti fa levitare il cuore, quello dell'amicizia e dell'affetto: con Bruce era stata amicizia a prima vista, o impatto che fosse, e per lui provavo affetto sincero e puro.

Mon Cheriè, Alex sa di Tammy?” disse sorridendomi e allungando la sua mano sulla mia.
Spalancai gli occhi e sbattei un paio di volte le ciglia. L'eventualità che Bruce scoprisse di Tammy non mi aveva nemmeno sfiorato l'anticamera del cervello.

Hem.. no. Non sa niente, non gli ho detto nulla in merito. Ti prego Bruce, non dirgli nulla”
Tranquilla, tresor, non dirò nulla, ma perchè non gliel'hai ancora detto?”
Perchè l'altro giorno, ridendo e scherzando, è saltato fuori con una frase che mi ha fatto pensare che è meglio che non sappia nulla”
Del tipo?”
Che se facessimo lo stesso lavoro non sarebbe più tranquillo, perchè sa come gira in quel mondo e dovrebbe farmi da guardia del corpo perchè non si fida.. e poi ha aggiunto che dovrebbe farmi una recinzione intorno e che solo il cartello proprietà privata non sarebbe bastato” dissi ridacchiando.
Direi che Alex è parecchio possessivo Sammyna” e si mise a ridere anche lui “Ma ci tiene parecchio a te. Se vuoi un consiglio, non aspettare troppo, se lo scoprisse non credo sarebbe entusiasta sul fatto che non hai menzionato il fatto che facciate lo stesso lavoro”
Si lo so, anche perchè quest'estate dovrei lavorare e...”
E dovrai dirglielo entro breve. Vedrai che capirà, d'altronde lo fa anche lui no? Più caso di così! E comunque con i capelli rossi sei una bomba ragazza mia.. se fossi etero ti avrei già sequestrato” disse e scoppiammo a ridere.
Te l'ha detto Nikki o Tara?” chiesi con ovvia curiosità.
Nessuno dolcezza, all'ingresso della Vip Fashion c'è una tua gigantografia a colori, quando l'ho vista mi è venuto un colpo e ho impiegato poco ad associare i tuoi occhi a quelli della ragazza nella foto, nonostante il trucco impeccabile e il viso leggermente girato, ma soprattutto concentrarmi sulla tua figura visto che eri con un biondo da mozzare il fiato, sexy, splendido e divino, arrapante e... Oh dei del cielo! Un pezzo di ragazzo assurdo.. insomma.. un figo come pochi..”
Hem.. Kyle? Il cantante?”
Si, si lui.. quant'è bello, che fortuna hai avuto ad incontrarlo” disse con gli occhi luccicanti, quasi a forma di stellina. Risi tra me e me.
Ah si, bellissimo ragazzo quel Kyle. Mi sono divertita in quel servizio”. Non sapevo nemmeno che Tara avesse una mia foto nella sua hall, figuriamoci se sapevo a quale dei tre servizi fatti con Kyle si riferisse Bruce. Ed era meglio restare sul vago, onde evitare che a Bruce venisse in mente il gossip di Tammy e Kyle. Dovevo cambiare discorso.
Piuttosto dimmi, come va con Christopher?”
Iniziò a raccontarmi tutta la loro storia, da come era nata e come si era evoluta, non stavano insime da molto ma era come se si conoscessero da una vita.
Parlammo di tutto quella sera e all'alba di mezzanotte uscimmo dal ristorante.

Bruce, non ti ho chiesto come mai sei in giro con una Maserati e non con la tua Mercedes”
Oh, è semplice, sweety, questa è l'auto di Christopher, a lui non serviva così essendo fuori dal garage ho preso questa” disse facendomi l'occhiolino.
Certo che anche Christopher ha ottimi gusti!” esclamai.
Chiaro, sta con il sottoscritto! Non potrebbe essere altrimenti” sghignazzò e risi di gusto.
Arrivammo nei pressi della mia palazzina al Campus, si fermò, ci salutammo e prima che scendessi mi diede un pass per una sfilata.

E questo pass?”
Domenica sera veni con me a vedere Christopher, tranquilla Alex lavora anche domenica, quindi mi farai compagnia” disse trillante e contento.
Ti ringrazio, ma è meglio evitare.. qualcuno potrebbe riconoscermi”
Posti in ombra e abbastanza imboscati, fidati di me, mon amour
Ok, ci sto. Di te mi fido. Ci vediamo domenica” e mi sporsi per dargli un bacio sulla guancia.
E... Sammyna, fregatene di Corinne, è solo una sfigata” disse baciandomi la guancia e strizzando l'occhio.
Sorrisi, forse aveva ragione, non dovevo darle peso, dovevo semplicemente ignorarla. Scesi dall'auto e mi avviai verso la mia camera.


Venerdì mattina mi accorsi che Alex non era rientrato nemmeno per dormire.
Guardai sul cellulare e non trovai nessun messaggio da parte sua. Iniziai a preoccuparmi, che fosse successo qualcosa?
Gli mandai un sms

Amore tutto bene? Non sei rientrato stanotte, sono preoccupata. Chiamami. Ti amo.

Uscii e mi trovai con Steve e gli altri a fare colazione.
Sicuramente non aveva ancora risposto al messaggio perchè stava dormendo, e io come una cretina continuavo a guardare il display in trepidante attesa.

Sammy tutto bene?” chiese Mark.
Come? Oh si, solo un po' assonnata” risposi mettendo il cellulare in tasca.
Vieni stasera alla festa, Sammy Sammy?” domandò Steve.
Caddi per la seconda volta dalle nuvole. Ma che diavolo stava dicendo?

Che festa?” domandai.
Come che festa! La festa di cui parliamo da lunedì!” esclamò Simon.
Mi sa che questa settimana Sammy non c'è molto con la testa” proferì Mark.
E aveva pienamente ragione.

Ah la festa della vostra squadra?” domandai chiedendo conferma.
Brava Sammy Sammy. Ti vengo a prendere alle nove e mezza stasera”
No, la porto io” proferì Amber. La guardammo tutti.
E' inutile che mi guardate, dato che vengo anch'io e lei sta nella mia stessa palazzina, la porto io, di peso se necessario” Chi la capiva era bravo, sicuramente ci voleva uno specialista perchè era proprio strana.
Alzai le spalle “ Ok, vengo, vengo.”
Sorrisero tutti, un po' di divertimento con i miei amici sarebbe servito a far passare il tempo più in fretta, non vedevo l'ora che finisse quella settimana infernale, non vedevo l'ora di riavere il mio Alex vicino. Mi mancava, troppo.

All'ora di pranzo Alex non aveva ancora risposto al mio messaggio; pensai che forse si era perso nella rete, così lo rimandai, pari pari, e restai in attesa. Forse dormiva ancora, o forse si era svegliato in ritardo ed era corso al lavoro. Aspettai ancora, sempre più preoccupata.
Andai negli spogliatoi e chiusi il cellulare nell'armadietto.
Una volta finita la convocazione del coach per la partita dell'indomani, controllai e trovai un messaggio da leggere.
Lo aprii fulminea.

Sono incasinatissimo, ci sentiamo appena avrò un attimo di calma.

Aggrottai la fronte, mi sembrò un messaggio piuttosto freddo, sospirai.
Era inutile pensare a cose che magari non stavano né in cielo né in terra, probabilmente era di fretta ed era riuscito a mandare solo quelle poche parole. Sicuramente era così e cercai di auto convincermi.

Tu, alle nove e trenta sono da te, fatti trovare pronta” disse Amber prendendo i suoi libri e uscendo dallo spogliatoio.
Infilai nello zaino cellulare e felpa, lo misi in spalla e raggiunsi a mia volta la stanza.

 

Le prime due ore della festa le passai seduta sul divano con il cellulare in mano, aspettando un suo messaggio o una sua chiamata, inutilmente; gli altri mi prendevano in giro dandomi dell'ameba e portandomi a turno un bicchiere di qualcosa da bere, sedendosi, a loro volta, per riprendere fiato dopo aver ballato. Non era da me comportarmi in quel modo, così mandai un sms ad Alex con scritte solo due parole:

Mi manchi.

Misi il cellulare in tasca e decisi che forse era arrivato il momento di accantonare i pensieri, mi alzai e andai al bar, presi da bere e raggiunsi gli altri in pista.
Ballammo e bevemmo, poi io e Mark, con la risata da sbronza sul viso, ci andammo a sedere sul divano, Steve e Simon ci raggiunsero poco dopo, con altri due bicchieri per noi e sulle labbra il ghigno di chi aveva bevuto troppo.
Per fortuna la festa si svolgeva al campus, nessuno avrebbe dovuto guidare per rientrare agli alloggi, al massimo saremmo ruzzolati per terra.
Arrivò anche Matt su di giri, tutto contento perchè si era fatto l'amica stronza di Corinne. Giusto Corinne non c'era alla festa, ecco perchè si stava bene e c'era allegria nell'aria.
Si sedette anche lui e iniziò a raccontare la sua breve avventura, interrottasi quando la tizia se n'era andata dicendogli che era arrivata la sua amica di ritorno da una sfilata. Al momento non collegai le sue parole, troppo presa dalle battute idiote di Simon e Steve, quando ci raggiunse Amber con un'espressione strana sul volto.

Arrivo subito” mi alzai e raggiunsi il bancone, presi un rum e cola e nel tornare dagli altri guardai per l'ennesima volta il cellulare. Niente.
Bevvi metà bicchiere in un sorso e vidi Steve allungare la mano, gli lasciai il bicchiere e tornai a sedermi.
“Sammy, è arrivata Corinne” sbottò Amber.

Chi se ne frega” risposi e scoppiarono tutti a ridere, me compresa; solo Amber non sorrise, alzai un sopracciglio e la guardai “E non è sola.” aggiunse.
Poveraccio chi è con lei” risposi ancora. Ridemmo tutti insime,
Cattivissima Sammy-Sammy” disse Steve, alzai il pollice nella sua direzione.
E' con Alex”. Un mattone in testa avrebbe fatto meno male.
Cooosa?” Urlò Mark.
Il cuore iniziò a pulsare dolorosamente nel petto, e in testa si formarono immagini di tutti i tipi, lei, lui, sfilata, festa, insieme; nelle orecchie le parole di Corinne e il silenzio di Alex.
Chiusi un attimo gli occhi, dovevo calmarmi e contenere l'ira che stava per sbottare come se fosse lava di un vulcano in eruzione; a tutto c'è sempre una spiegazione, inspirai ed espirai.

Sammy?” sentii Simon. Lo ignorai, mi alzai e scesi al piano inferiore, appoggiandomi con una mano al muro.

Camminai verso il bancone finchè non li vidi: stavano ballando insieme, al centro della pista, circondati da altre persone, troppo vicini, dolorosamente vicini.
Inconsciamente portai una mano sul cuore, un battito più forte degli altri, un rumore immaginario di vetri rotti, e la mia mano che stringeva la pelle come a voler fermare quell'infrangersi, quello sgretolarsi di quel cuore ferito.
Il naso iniziò a pizzicare, la gola si sigillò non permettendo alla saliva di scendere, sentii le gambe farsi molli e lo stomaco contorcersi, iniziai a vedere sfuocati i contorni di quel che mi circondava.
Mi sembrava di vedere quell'assurda scena, quasi surreale, da dietro una finestra, il cui vetro era bagnato da un forte temporale e da grosse gocce di pioggia; un incubo. Stavo sognando, dovevo solo aprire gli occhi e svegliarmi.
Camminai altri tre passi, mi fermai, passai le mani sugli occhi, le guardai, erano bagnate.
Mi girai nella loro direzione, lei l'aveva abbracciato e mentre ballavano si era voltata verso di me, sulle sue labbra un ghigno vittorioso, cattiveria e ferocia. Si mosse e mi diede le spalle, rivelando così il viso di Alex serio e inespressivo, lo fissai e finalmente mi vide.
Non fece nulla, non ghignò, non sorrise, mi guardò come se non ci fossi, come se non fossi lì e poi si rimise a ballare, ignorandomi completamente e voltandosi dall'altra parte.

Perchè faveva così? Perchè mi aveva trattato in quel modo?
Perchè non si era fatto sentire per tutto il giorno ed era comparso a quella festa con lei?

Inspirai e voltandomi cercai la porta, camminai trattenendo il fiato, avevo bisogno di aria, una volta giunta la porta la oltrepassai e iniziai a correre verso l'alloggio.
Vedevo a malapena la strada, avevo freddo, il giubbetto l'avevo scordato alla festa, il cellulare iniziò a suonare, ma lo sentivo a fatica, i battiti del cuore rimbombavano nelle orecchie.
Avrei voluto urlare con tutta l'anima un semplice Perchè ma non avevo fiato né parole, il nodo alla gola era troppo stretto.
Mi appoggiai ad un albero per riprendere fiato, mi ero persino scordata di respirare nella foga e mi sentivo soffocare.
Inspirai ed espirai decine di volte finchè il battito si regolarizzò, il cellulare squillò ancora, lo estrassi dalla tasca e risposi.

Steve va tutto bene, tranquillo, sono quasi in camera, a domani” e rimisi il cellulare in tasca. La voce tremò appena.
Camminai silenziosa stringendomi in un abbraccio solitario e pensando alla scena che avevo visto, cercando di trovare risposte a quel suo sguardo, ma quando arrivai in camera non avevo trovato nessuna risposta.
Mi buttai sul letto, spensi il cellulare e affondai la faccia nel cuscino, soffocando i perchè urlati e i singhiozzi, finchè non arrivarono le convulsioni, strinsi le mani sul piumone finchè non iniziai a provare dolore e fino a che le convulsioni diminuirono.
Mi addormentai con il cuore a pezzi e con il fisico e l'animo stremato, con in testa una sola domanda: Perchè?

Suonò la sveglia, allungai un braccio, l'afferrai e la scagliai, con forza e ad occhi chiusi, contro qualsiasi cosa l'avrebbe rotta.
Una pessima nottata era sinonimo di un pessimo risveglio.

Sei impazzita, vuoi uccidermi?” la voce di Alex.
Che cazzo ci faceva, dopo ieri sera in camera mia?
Aprii gli occhi, che mi bruciarono appena videro la luce, li richiusi e mi alzai a sedere, coprendomi gli occhi con le mani.

Che cazzo ci fai in camera mia?”
Ho le chiavi”
Bhè non credo ti servano ancora, lasciale sul tavolo e vattene”
Dobbiamo parlare” rispose serio con voce profonda.
Te la sei scopata?” domandai gelida mentre mi alzavo per raggiungere il bagno, sbirciando tra le dita la strada da percorrere ed evitando di guardare nella sua direzione.
No” rispose secco.
Peccato, ma tranquillo, sei sulla buona strada” aprii l'acqua del lavandino e buttai la faccia sotto l'acqua corrente.
Hai pianto nel sonno” disse constatando un fatto che mi fece irritare parecchio.
Eh bravo Watson... capita quando si ha a che fare con gli stronzi come te” dissi con sarcasmo e rabbia.
Non ho fatto niente con lei, a parte ballare, e poi sei tu quella che deve dare spiegazioni..” rispose con tono incazzoso.
Risi fredda “Vuoi dare l'ennesima colpa a me per giustificare le tue azioni?”

Quando il gatto non c'è i topi ballano..” rispose fermo.
Mi asciugai il viso e presi il collirio dal mobiletto, avevo gli occhi e le palpebre gonfie e rosse.
Tra un ora avrei dovuto presentarmi alle prove e sembravo vampiretta appena uscita dalla cripta.

Ma che cazzo stai dicendo? Guarda che l'unico che ha fatto qualcosa, l'unico che ha fatto fatica a farsi sentire, l'unico che ha fatto preoccupare l'altro sei tu” e mi posizionai difronte a lui.
Ne sei convinta?”
Esatto! Quindi adesso te ne puoi anche andare a fare il cazzone con la tua nuova amichetta”
La pensi così?” disse prendendo il suo cellulare dalla tasca dei pantaloni.
Non posso pensarla in nessun altro modo. Vuoi addossarmi una colpa che non ho per giustificare un tuo gesto e stavolta non ci sto proprio. Mi hai ferito, mi hai fatto piangere, mi hai fatto dubitare di te, nonostante cercassi di scusarti in tutti i modi. Non ci siamo visti per cinque giorni e questo è il risultato, non oso immaginare cosa potrebbe succedere se non ci vedessimo per un periodo più lungo” dissi amareggiata.
Allora dimmi Sam, che hai fatto giovedì sera?” Cos'avevano sentito le mie orecchie?
Che cazzo c'entra?”
Rispondimi”
Giovedì sera sono uscita a cena”
Vedi che hai iniziato tu, io non ci sono e tu che fai? Esci a cena con altri ragazzi senza nemmeno avvisare, e per di più con ragazzi che nemmeno conosco?”
Alex, forse è meglio che vai a farti vedere da uno psicologo, perchè ti stai inventando un sacco di balle!”
Allungò il braccio mostrandomi il cellulare, dove c'era una fotografia in cui mi si vedeva mentre abbracciavo un ragazzo di spalle vicino ad un'auto nera, sullo sfondo s'intravvedeva la palazzina del mio alloggio. Eravamo io e Bruce e ci siamo abbracciati solo quando mi è venuto a prendere.

Mi sto inventando un sacco di balle, Sam?”
Te l'ha data lei?”
Non è importante come l'abbia avuta, ma quello che contiene.. Hai qualcosa da dire in merito, oppure neghi l'evidenza?”
Risi. S'incazzò ulteriormente.
“Bastava dirlo che ti eri stancata, anziché comportarti in questo modo subdolo, ma soprattutto aspettando che io non ci fossi. Complimenti Samantha, mi hai veramente deluso, più di chiunque altro.”
Rimise il cellulare in tasca e si alzò dalla sedia su cui era seduto.

Sei un idiota, Alex. Quello in foto è Bruce,te l'ho appena detto, giovedì sono uscita con lui. Non ho bisogno di aspettare che mi volti le spalle, se voglio uscire con qualcun altro te l'avrei detto in faccia. Chiama Bruce e chiedigli se sto mentendo.” Infilai i jeans e il maglione.
Pensi che sia veramente così idiota da non sapere che auto ha Bruce?”
A quanto pare è così” dissi infilandomi il giubbotto e prendendo il cappellino dall'attaccapanni. “Ma sei libero di credere alla tua nuova troietta, e adesso scusami ma devo andare.”
Mi afferrò un braccio, strinsi gli occhi e mi voltai.

Giuramelo.” disse fissandomi negli occhi, quasi a voler leggermi l'anima.
Alex, pensavo avessi capito che ti amo sopra qualsiasi cosa.. ma se dubiti di me, forse è il caso di lasciar perdere” stavo per scoppiare di nuovo a piangere. Strattonai il braccio e uscii dalla camera, di corsa.


Passò il sabato, stavo male, possibile che dubitasse così di me?
Non era questione di un finto scoop fatto da una stronza, era lui che non aveva fiducia in me e la cosa era parecchio grave.
Passai il sabato, finita la partita, in camera, sotto il piumone ad ascoltare musica e a pensare.
Tenni il cellulare spento, non volevo sentire nessuno e se qualcuno bussava alla porta non rispondevo. Avevo bisogno di stare con me stessa, di chiudermi di nuovo agli occhi del mondo. Come poteva dubitare? Non poteva dubitare dopo tutto quello che avevamo passato, dopo i nostri scontri, dopo le nostre parole, la sincerità e tutte le nostre azioni. Era bastato l'arrivo di Corinne a modificare le nostre vite e i nostri sentimenti? Come potevano essere così leggeri i suoi pensieri?
Non riuscivo a trovare le risposte ma era certo che iniziavo ad odiare Corinne visceralmente.


Non volevo nemmeno muovermi dalla mia stanza, ma Bruce insistette talmente tanto che mi feci trovare pronta alle diciannove.
Pantaloni eleganti, camicia, maglione, cappotto e tacchi; una semplice coda di cavallo e il trucco per coprire le occhiaie.
Gli raccontai tutto prima di arrivare alla fantomatica sfilata.

Ambercrombie.
Mi si strinse il cuore quando arrivammo all'ingresso dell'immenso stabile che la ospitava.
Bruce non aveva colpa, pensava di farmi una sorpresa portandomi a vedere Alex, Christopher ed Evan.
Sorrisi cercando di trattenere l'amarezza.
Alex non si era ancora fatto sentire e nessuno degli altri l'aveva visto o sentito.

Ci sedemmo nell'angolo più buio, circa sei file indietro rispetto la passerella, si spensero le luci e partì la musica.
Iniziarono ad uscire i modelli, vidi nelle prime file, opposte a noi, un ragazzo che fissava nella nostra direzione ma mi accorsi, ben presto che era Bruce il centro dell'attenzione di quel biondo.

Bruce c'è uno che ti fissa in un modo assurdo, quasi volesse mangiarti” dissi nel suo orecchio.
Tzè, quello stronzo è il ragazzo che ti dicevo, quello che mi ha lasciato per l'inglesino appena arrivato”
Quello è quel Nik?”
Esatto, sweety, quello stronzo di Nik” disse con un filo di fastidio.
Se si avvicina lo castro, te lo prometto” dissi prendendogli la mano e stringendola nelle mie.
Sei un amore Sammyna mia” rispose sorridendo.
Uscì Evan a torso nudo e con i jeans, poi fu la volta di Christopher.

Da sbavo quei due...” dissi appena.
Già Evan è bellissimo e Christoper è la mia perfezione.. Oddio quanto mi eccito a vederlo sfilare” rispose Bruce facendomi sogghignare.
E fu la volta di Alex, anche lui a petto nudo e con i jeans a vita bassa.
Non era bello, di più, e con le luci che lo illuminavano di semplice bianco, sembrava un angelo sceso direttamente sulla terra tra i comuni mortali; al collo una collana con la piastrina militare, rifletteva le luci, creando scintillii ad ogni suo movimento; oltre alla musica non si sentiva mezzo vociare, silenzio assoluto, come se fossero tutti in contemplazione. Io stessa lo contemplavo e non riuscivo a sentire nemmeno la musica tanto il mio cuore pompava forte il sangue.
Sentii Bruce stringermi la mano. Respirai profondamente fino a quando non lo vidi scomparire dietro le quinte. Emozione.

Io e Bruce ci alzammo alla fine del primo tempo e andammo a bere qualcosa, nella sala del rinfresco. I modelli erano a prepararsi per la seconda parte della sfilata, quindi non avrei visto Alex né gli altri, così ci appartammo lontano dagli altri invitati, vicino ad una finestra semi aperta.
Bruce sta venendo qui Nik” gli dissi a bassa voce prima di finire l'ultimo sorso del mio cocktail.
Lo vidi sgranare gli occhi, sicuramente provava fastidio, chi non l'avrebbe provato dopo essere stato trattato come uno straccio dalla persona che si amava?
Nik arrivò e passò un braccio intorno alle spalle di Bruce.

Guarda chi si vede, è un po' che non ci vediamo tesoro” disse fissandomi “Bhe meglio trovarti con una femmina che con un bel ragazzo, non trovi?” e girò il suo sguardo cercando gli occhi di Bruce.
Aveva proprio una gran bella faccia di bronzo. Presi in mano la situazione. Incrociai le mie dita a quelle della mano di Bruce, feci un passo avanti e guardai Nik negli occhi.

Tu devi essere Nik” dissi con il ghigno.
Esatto, vedo che Bruce ti ha parlato di me, e tu saresti?” chiese compiacendosi.
Un'amica, si mi ha accennato qualcosa di interessante..” lasciai la frase in sospeso.
Del tipo?” domandò con un sorriso pieno di fascino e arguzia.
Mi ha detto che hai il pisello piccolo e che in confronto a Christopher, a letto, sei una mezza calzetta, che tradotto in linguaggio più comune significa che a letto fai schifo... Quindi fossi in te, manterrei le distanze da Bruce, sai Christopher è parecchio geloso del suo cucciolo, e poi... non credo riusciresti a competere, si sa dopo aver trovato un Dio a letto, difficilmente si torna sulle scamorze!” sogghignai e tirai Bruce per un braccio, avviandomi verso l'uscita della sala.
Oddio mon cherì, sei stata grandiosa, l'hai massacrato nell'orgoglio! Splendida, semplicemente” disse sorridendo con una felicità senza pari.
E' giusto che sappia qual'è il suo nuovo posto, lontano da te, dolcezza” e gli strizzai l'occhio.
Vado alla toilette e torno, mi aspetti qui?”
Certo sweety. Non mi muovo, cascasse il mondo.”

Mi avviai con passo svelto, andai in bagno e poi mi lavai le mani.
Quando alzai lo sguardo, per fissare il mio volto allo specchio, vidi una donna, dietro le mie spalle, che mi fissava.
Era la stessa donna che avevo visto scendere dalla limousine nera qualche giorno prima.
Fissava il mio riflesso allo specchio, stando elegantemente composta in piedi, con grazia e con superiorità.
Ma chi diavolo era? L'avevo vista andare via con Alex, e lui aveva detto che era lavoro. Una manager? Qualcuno della sua agenzia?
Mi asciugai il viso e mi voltai.
Iniziò a parlare con tono pacato “Non so chi tu sia e che ruolo abbia nella vita di Alexander, ma la cosa non mi piace. Sono abituata ad inquadrare subito le persone, appena le vedo e tu non sei un'eccezione, non so come tu sia giunta a questa sfilata, sicuramente su invito visto il pass, ma te lo dico chiaramente: non voglio che tu riveda mai più Alexander, ho altri progetti per lui.”

E lui ne è al corrente?” chiesi subito di rimando.
Arrogante ragazzina, certo che ne è al corrente” Infilò una mano in borsa ed estrasse una busta e me la porse “Questa è per te, da questo momento in poi, mio figlio non sarà più affar tuo.”
Suo... figlio?” balbettai appena, appoggiando la busta nella mia borsa, posata sul marmo, mentre finivo di asciugarmi le mani.
Certo, Alexander è mio figlio e per lui voglio solo il meglio, come tutti le madri vorrebbero per i loro figli, quindi capirai il mio punto di vista, e io ho già scelto per lui”
Questa cosa mi fece terribilmente incazzare, è vero che non la conoscevo, è vero che era una signora distinta, ma come si permetteva di giudicarmi a priori puntandomi un dito contro, visto che non sapeva nulla su di me?

Io amo Alex e non sarà certo sua madre a farmi smettere di amarlo” sbottai con una risposta che più idiota non poteva essere. Rise.
Tranquilla, te lo dirà lui stesso appena e come potrà” si girò e uscì dal bagno.

Rimasi di merda a quelle parole, cosa voleva dire? Sapeva qualcosa di cui non ero al corrente? Perchè stava succedendo a me? Avevamo litigato e non avevamo chiarito e non lo sentivo dal giorno prima, orgoglioso com'era forse aveva solo bisogno di sbollire la sua assurda incazzatura, e non aveva ancora parlato con Bruce.
Questa cosa però mi fece pensare, perchè non gli aveva chiesto se confermava o smentiva la mia versione? Bastava mandargli un sms, possibile che non avesse avuto un attimo di tempo nemmeno per mandargli un messaggio? E se era veramente finita? E io non l'avevo capito?
Panico, sentii l'ansia avvolgermi ancora.

Uscii dal bagno come se fossi un robot, con quelle parole che vorticavano in testa.
Samantha cara, stai bene? Sei pallida come un lenzuolo” disse Bruce prendendomi sottobraccio.
Si, si, sono solo un po' sconvolta” risposi.
Che è successo?” chiese dolcemente a bassa voce.
Gli raccontai dell'incontro con la madre di Alexander mentre ritornavamo ai nostri posti, la sfilata stava per ricominciare e quando finii di raccontare,eravamo già seduti; mi guardò basito.

Vieni qui piccina” disse abbracciandomi e tenendomi stretta.
Bruce io, io.. non so che fare.. cosa significa?”
Non lo so, ma Alex non è uno che si fa mettere i piedi in testa da nessuno, vedrai che si sistemerà tutto. Magari è stato preso e non mi ha scritto perchè ha chiesto a Christopher”.

Nel frattempo i modelli stavano già sfilando, ma ormai non prestavo più attenzione, quelle parole, quella frase, che mi sembrò tanto un'affermazione: te lo dirà lui stesso appena e come potrà, rimbombava sorda nel cranio, frantumando tutto quello che avevo davanti agli occhi e che udivo, la sfilata era diventata un contorno sfumato a quello che ronzava nel mio cervello.
Persi di vista tutto quello che mi circondava, era come se fossi stata rinchiusa in un piccolo sgabuzzino buio, i miei piedi non sentivano nemmeno il pavimento su cui erano appoggiati tanto non c'ero con la testa.
Bruce prese la mia mano e la strinse talmente forte, finchè non mi risvegliai completamente da quello stato catatonico in cui ero caduta.

Sam c'è Alex a chiudere la sfilata” disse dolcemente al mio orecchio.
Ah si, grazie” e mi girai a guardarlo.
Camminava come un Dio su quella passerella, un costume azzurro e un medaglione al collo, nient'altro.
Si accesero i laser e uscì del fumo, le luci piroettavano su di lui, giocando con i colori e con gli strati di densità del fumo profumato, l'atmosfera diventò in un attimo surreale: sembrava stesse camminando su una nuvola, leggero e gaio, il sorriso sul volto e quegli occhi profondi che splendevano, ogni suo muscolo si tendeva e guizzava ad ogni movimento, regalità e perfezione, lo sguardo fiero. Un leone, senza dubbio.
Mi si bloccò il fiato in gola, era di una bellezza struggente, faceva male guardarlo così, ma soprattutto faceva male guardarlo dopo tutto quello che era successo negli ultimi due giorni.
Avrei voluto buttarmi tra quelle braccia, stringerlo e urlare quanto lo amavo, avrei voluto prendere il viso tra le mie mani e baciarlo così intensamente da togliergli il fiato, avrei voluto stringermi a lui e addormentarmi ancora tra le sue braccia.
Dio solo sa cos'avrei voluto fare in quel momento, mi scese una lacrima che asciugai subito.
Amarezza e dolore, tristezza e paura, ansia e angoscia.

Perchè aveva detto che era lavoro quella donna, ed invece era sua madre?
Perchè mi aveva mentito?
Cosa stava succedendo?

Si accesero le luci e gli applausi scrosciarono come pioggia battente, uscirono gli stilisti e gli altri modelli, vidi una ragazza di spalle portare un mazzo di fiori ad Alex, che si abbassò appena per riceverli e...
Mi cadde l'universo addosso.
La ragazza si era alzata in punta dei piedi e l'aveva baciato davanti a tutti, e di casto in quel bacio non c'era nulla, poi si staccò e la riconobbi: Corinne.
Scattarono i flash e di nuovo applausi e grida riempirono la sala. Mi sentii morire.
Il mio cuore fece più rumore di tutto quel chiasso, frantumandosi in migliaia di pezzi, ma quel boato stridulo e spaventoso, fui l'unica ad udirlo, perchè nessuno si girò dalla mia parte.

Afferrai la borsa e il cappotto e prima che le lacrime iniziassero a sgorgare copiose, mi allontanai con passo veloce, silenziosa come uno spettro, facendo slalom tra sedie e persone in piedi, arrivai all'uscita di quella sala, corsi lungo il corridoio e mi avventai sulla porta del palazzo.
Mi sentivo di nuovo soffocare, avevo bisogno di aria, uscii dal palazzo e mi trovai sul marciapiede, mi appoggiai alla parete e cercai di calmarmi.
Mi accesi una sigaretta, mandai un sms a Bruce dicendo che ci saremmo sentiti presto e che mi dispiaceva averlo lasciato lì in quel modo, ma che non ce la facevo proprio a restare.

Iniziai a camminare senza una destinazione, il freddo pungeva le ossa e la carne, ma non importava, ero troppo presa da quella scena che avevo davanti agli occhi, che continuavo a rivivere come un film, migliaia e migliaia di volte, quel bacio che mi massacrava l'anima e il cuore, quel bacio che mi aveva definitivamente distrutto dentro.
Quando mi fecero male i piedi e non sentii più le mani e le braccia, guardai davanti a me, non sapevo dov'ero né per quanto tempo avevo camminato, mi asciugai l'ennesima lacrima e non sentii nemmeno il contatto tra la mano e la guancia; m'infilai a fatica il cappotto, e con dita insensibili chiamai un taxi, lessi il nome della via su un palazzo, poi mi appoggiai di nuovo al muro e mi accesi un'altra sigaretta.

Dove la porto Signorina?” chiese cordiale l'autista.
Inizi a guidare, ci penso un attimo” risposi a bassa voce, sprofondando nel sedile.
Era domenica sera, non avevo voglia di tornare al Campus, stavo troppo male per parlare con qualsiasi essere umano, in camera c'erano ancora le lenzuola con il suo odore e tornare sarebbe stato come morire una seconda volta.
L'indomani l'avrei rivisto a lezione, l'avrei sentito parlare, avrei comunque sentito il suo profumo e la sua presenza avrebbe invaso i miei spazi e i miei pensieri, gli altri avrebbero fatto domande, avrei incontrato di nuovo Corinne con il ghigno sul volto.
No, non ce l'avrei fatta, avevo bisogno di sbollire rabbia, delusione, amarezza e dolore.

Mi porti all'aeroporto, al JFK, per favore”
Subito signorina”.
Appoggiai la testa al sedile e asciugai le lacrime ancora una volta.
Girai il viso e guardai fuori dal finestrino, alti palazzi che si stagliavano immensi, luci colorate che sparivano in un lampo, gente che camminava sui marciapiedi e auto che sfrecciavano, ma il suo viso lo vedevo ovunque, in trasparenza. Chiusi gli occhi.
Perchè Alex?
La seconda volta in due giorni che mi sentivo risucchiata verso il basso, in un mulinello di dolore e tristezza che mi attanagliava mente, corpo e anima.

Siamo arrivati”
Mi risvegliai dai miei pensieri, pagai l'autista ed entrai, mi fermai davanti al tabellone con le prossime partenze e decisi di prendere il primo volo per Los Angeles.
Mi recai alla biglietteria, pagai e mi avviai verso il mio gate d'imbarco. Meno di un ora e avrei lasciato New York, sarei tornata a casa.
Chiamai Nikki e le dissi che l'avrei raggiunta in meno di sette ore e che le avrei spiegato tutto una volta a casa, disse che sarebbe venuta a prendermi all'aeroporto e di stare tranquilla, che tutto si sarebbe risolto.
Spensi il telefono e attesi la chiamata per l'imbarco.

Una volta sull'aereo, accesi l'i-pod e feci scivolare la testa sul finestrino, in attesa che partisse; non ce la facevo più a rimanere in quella città e quando finalmente si sollevò in volo, fissai la città New York diventare piccola fino a diventare un insignificante puntino luminoso.
Sospirai, chiusi finalmente gli occhi e cercai di dormire evitando di pensare, ma soprattutto evitando di immaginare il viso di Alex, il bacio o tutto quello che riguardava il mio passato con lui.
Passato.. una parola che solo a pensarla mi faceva impazzire la mente, mi struggeva il cuore e mi devastava l'anima.
Pensai ad un foglio bianco e cantai, mentalmente, le parole di tutte le canzoni che si susseguivano nella playlist, quando passarono con il beveraggio, presi un bicchiere di vino, avrebbe sicuramente aiutato a distendere i nervi, poi un altro e un altro ancora.

Senza rendermene conto mi addormentai.

 

 

Angolino Autrice: Eccomi, scusate l'attesa.. Non sono scappata e nemmeno mi sono trasferita oltreoceano (per ora^^) . Come avrete letto nell'avviso, purtroppo non ho passato un bel periodo, non solo a causa del lutto che mi ha colpito, ma anche per altri motivi. Ero parecchio stanca, a dirla tutta.. Questa settimana ho iniziato a vedere il sole e il vento ha spinto verso l'orizzonte le nuvole nere.. speriamo restino lontane per un po'..Prima di parlare del capitolo, vorrei ringraziare le persone che mi sono stata vicino in questo periodo tramite i MP su Efp e i post su FB. Grazie di cuore per le vostre parole e i vostri gesti.
Oggi ho realizzato che siete in tantissime a seguire questa storia, e mi fa molto piacere, non sono una che "pretende" o chiede insistentemente di essere recensita, dico sempre che mi farebbe piacere ricevere i vostri pareri sulla storia o sui personaggi, non pretendo niente di più che sincerità. La storia sta volgendo al termine della prima parte, ho preventivato cinque capitoli ancora e adesso, vi chiedo se vi farebbe piacere condividere con me le vostre impressioni., anche se le ritenete banali o non sapete cosa scrivere, perchè una vostra opinione non è mai banale e vi assicuro che oltre ad invogliarmi maggiormente, mi da felicità. Sono stimoli per me che scrivo, questa e le altre storie, e vedere quasi trecento persone che leggono e pochi che commentano mi fa veramente un po' strano.. perchè non capisco se c'è qualcosa nella trama, nella scrittura o nei personaggi che non va bene. E' vero che scrivo per me, ma un parere, veramente dopo 25 capitoli, sarebbe graditissimo da chi, soprattutto fin'ora è rimasto a leggere in silenzio. Naturalmente non vi obbligo, vedete voi ^^
Dunque parlando del capitolo: Corinne è arrivata e si è notato parecchio. credo sia l'unico mio personaggio che odio visceralmente e incondizionatamente, perchè rappresenta nel suo tutto, l'insime delle "cose " che odio nel genere umano: invidia, cattiveria, arroganza e superiorità. Ha detto e fatto quel qualcosa che ha minato la mia coppia preferita, Alex e Sam. Ma non ha fatto tutto da sola, le incomprensioni, compe sempre, e la gelosia hanno portato i nostri due "tenerorsi" ad una situazione non bella. Comprendo i pensieri di Sam e le sue domande logiche al quale non ha avuto ancora risposte e posso capire Alex raggirato da Corinne.. Come nella vita reale, basta poco per un litigio o una rottura o uno stallo.
Sam e Bruce hanno stretto una bellissima amicizia e si spalleggiano a vicenda. Bruce ha scoperto di Tammy/Sam a Los Angeles ma ha promesso di non dire nulla ad Alex. Sam è sconvolta e ha fatto la prima cosa che le è venuta in mente, è scappata da New York. E' brava a scappare, tornerà? Cosa accadrà adesso? Sono solo alcune delle domande che possono affacciarsi nelle nostre menti.
E Alex? E sua madre? Quale rapporto c'è tra i due? Tranquille, tutte queste domande avranno le loro risposte, tempo al tempo ;)


Colgo l'occasione per linkarvi il mio account FB, dove spesso e volentieri, posto spoiler e spezzoni del capitolo, in anticipo, e i miei "vari" scritti ma soprattutto i deliri di una squilibrata. Se voleste aggiungermi, mi farebbe piacere .

Un ringraziamento particolare va a: Liven, vera1982, siter82, baby2080, rodney, Kalstar e Franklyn ,le 21 persone che hanno cliccato mi piace e condiviso lo scorso capitolo.
Ringrazio, qui sotto, chi segue in silenzio, le 27 new entry con un “Benvenuto” e tutti coloro che con la sola presenza, mi rendono fiera e orgogliosa di me stessa, redendo possibile la stesura di questa storia e non solo.. In ordine alfabetico:
_deny_
_Fibi_
_lovely_
_maddy_25
_Miss_
_miss_sophi_
_Selene13
_SunMoon_
13ste
adrianoemartina
Aislinn_05
aleda776
AleInuUsui
alevale
Alexandra90
alien77
alina81
angio
ant0n3lla
anto_92
Aryanne
babichan1990
Baby laLe
baby2080
Bananarama
Bauci
bea_88
bells7791
Biancaneve90
blair93
brooky
bruchi
camilla81
Carocimi
Cherryblue
chiara84
chicchetta
cino nero
cinziasaba
claudina cullen
CostanzaPalma
crazykika
CrisAngels
crystal1989
cuchiric
cullen taxs
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yunas
zucchina


Alla Prossima ;)
   
 
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