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Autore: MusicDanceRomance    02/05/2011    15 recensioni
Hogwarts e l'intero mondo di Harry Potter sono nel mirino di una comicità spietata.
Troverete un Albus Silente che traumatizza con magie assurde il piccolo Tom Riddle e Dudley Dursley, tiferete per Neville Paciock innamorato perdutamente di una certa Serpeverde e scoprirete un Lord Voldemort ansioso di lottare contro... i suoi stessi Mangiamorte!
La storia ha partecipato al contest "Perle Nascoste" di Violet Acquarius e ha vinto il Premio Sorriso.
Prima classificata al flash contest "Make me smile" indetto da dea_93 sul forum di Efp e vincitrice del Premio Miglior Risata.
Prima classificata al "Flash contest: fammi sorridere in 42 ore" indetto da demebi sul forum di Efp.
Prima classificata al "Flash contest del week end" di Bethpotter.
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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                                           Memorie di un’afflitta abbandonata
 
Quando un’affermata giornalista viene snobbata dai propri lettori l’unica cosa che è in grado di realizzare per istinto di sopravvivenza è un nuovo fantasmagorico scoop del millennio.
Rita Skeeter, al termine della guerra magica, sapeva bene che i riflettori della gloria erano tutti puntati su Harry Potter, e sapeva altresì bene che l’eroe del mondo magico non le avrebbe mai concesso una seria intervista dopo i guai che lei aveva arrecato a Sua Predestinazione Reale durante il quarto anno ad Hogwarts.
-Bene!- declamò Rita, battagliera come sempre con l’infallibile penna in mano -Se non posso incontrare Potter, interrogherò la sua fidanzata!-
Rimuginò un secondo e scartò quell’assurda idea.
No, Ginny Weasley era troppo di parte, non avrebbe mai spiattellato i difetti del suo Harryuccio proprio a lei.
La nata babbana Granger neppure.
Paciock neppure.
Nessuno, insomma, vista la reputazione di avvoltoio inventafrottole che Rita manteneva da anni, avrebbe accettato di parlare con lei e di spendere qualche parolina di critica verso il maghetto più popolare del momento.
Eppure lei aveva bisogno di redarre un articolo che mettesse almeno un pochino in cattiva luce il bambino sopravvissuto, se voleva alzare le vendite del giornale per cui lavorava e salvarsi lo stipendio.
Chi mai avrebbe dialogato con la giornalista più fantasiosa e spietata del mondo magico per sparlare di un eroe? Chi mai? Un nemico? Sì, ma quale, se Voldemort era morto e imbalsamato?
Pensava Rita, pensava. Aveva bisogno assolutamente di intervistare qualcuno che avesse avuto a che fare con Potter e che ne fosse rimasto deluso.
Forse una ragazzina che lui aveva amato prima della Weasley sarebbe andata bene, come Cho Chang, perché no? O un’insegnante discriminata come la Cooman, perché no? O un amico mai accolto, come Draco Malfoy, perché no? O gli zii babbani, duramente ignorati ed eternamente detestati, perché no?
D’un tratto, la cinica chioma bionda della donna fu travolta e squarciata da un’idea geniale.
Ma certo! Come aveva fatto a non pensarci prima?
Adesso sapeva a chi chiedere collaborazione per pettegolezzi e critiche su Potter!
 
Due giorni dopo sulla Gazzetta del Profeta spumeggiava in prima pagina una foto smagliante di Harry abbracciato alla sua Ginny. La tenera foto accompagnava però un titolo feroce che annunciava un lieto articolo firmato Skeeter:
 
SOLO POTTER HA PREFERITO UN’ALTRA A ME
Perché Harry Potter non ha teso la mano a tutti, dopo aver sconfitto colui che nessuno ha più timore di nominare
 
Seguiva l’articolo, che si presentava come una confessione ed una piccola raccolta di memorie da parte di una povera “lamentosa” che, stando alla Skeeter, solo il prescelto aveva abbandonato a sé stessa:
 
Harry Potter, il fanfarone che ha sconfitto giusto per un colpo di fortuna Lord Voldemort facendogli uno sgambetto durante lo scontro finale ad Hogwarts, viene continuamente osannato dal mondo magico mentre illimitate biografie fresche di stampa ne ripercorrono la vita avventurosa e crivellata da avventure mortali e noiose. Ma noi della Gazzetta del Profeta siamo voluti andare oltre. Oltre la vittoria, oltre la lotta, oltre i dolori del giovane Potter, abbiamo raccolto prontamente le memorie di qualcuna che gli ha offerto il suo amore e i suoi onesti servigi e si è vista sbattere la porta, anzi, il sepolcro in faccia, essendo stata preferita alla sua diretta rivale. Ecco di seguito lo sfogo lacrimante di colei che solo Harry Potter ha rifiutato:
“No, non mi nominate subito Potter. Partiamo dal principio. La mia vita è stata costellata di avventure ed amanti, voglio prima ricordare i fasti del passato e solo dopo rievocare brevemente l’umiliazione che la mia nobile essenza ha subìto per mano di quel moccioso con gli occhiali sempre appannati dall’umidità.
Sapete, io sono sempre stata la più bella, la più scaltra, la più seducente, sono nata per assoggettare e per servire. Nata per schiavizzare l’animo terreno ed immolarlo alla mia vanità.
Fin da giovanissima ne ho visti morire tanti per me. Ero scabrosa agli occhi dei saggi, ma rivestivo il sogno ricorrente e maledettamente imperituro di ogni essere vivente. Secondo alcuni scortavo la morte, secondo altri un’eterea quanto labile felicità. Io ero tutto questo, una volta, e molto altro ancora. Avete un fazzoletto? Grazie.
Allora, dovete sapere che nessuna ha contato più pretendenti di me. Povere donne, quanti lamenti e singulti a causa mia! Quanti lutti e tradimenti!
Ero la perfezione assoluta, chi mi guadagnava non avrebbe dovuto trascurarmi per nient’altro al mondo.
Lo ammetto, in un’unica cosa difettavo: la fedeltà. Non reputatemi troppo maligna, chi è fedele al giorno d’oggi?
Rimpiazzavo senza premura chi moriva. Tanti si ammazzavano a vicenda per conquistarmi. Ed io mi schieravo sempre dalla parte del più forte, questo è ovvio, io sono potenza e generavo potenza, mi univo a potenza ed i mesti fallimenti mi ripugnavano più dei comuni delitti. Chi non era degno di me veniva spazzato via.
Era piacevole essere toccata da mani sempre diverse, venire baciata da labbra vogliose di supremazia infinita, dormire in letti morbidi, stretta a qualcuno che non riusciva mai ad allontanarmi da sé, neppure durante il provvido sonno. Oh, la notte mi era così amica! Nella notte sussurravo ai miei uomini i nostri sogni più oscuri e peccaminosi. Voi non lo avreste fatto, ragazze?
Passavo di uomo in uomo, deliziata dal mio fascino evocativo. Ero dissoluta ed infedele come una prostituta forse, ma dominante e maestosa più di una sovrana. Ho viaggiato tanto, con i miei numerosi innamorati. Talvolta li ubriacavo a tal punto di me che le loro fidanzate e spose scioglievano i loro giuramenti d’amore, temendomi eccessivamente. Noi femmine siamo sempre più giudiziose e mille volte più spietate e machiavelliche nei nostri interessi, e poi, sì, siamo guardinghe ai limiti della paranoia, ma imploriamo serenità.
E poi.. io esigevo di essere l’unica irresistibile passione di un uomo, io solamente.
Ero gelosa quando un mago mi condivideva con mogli e streghe sempliciotte ed inadeguate, e puntavo a sbarazzarmene in segreto, plagiando quanto più potevo le menti dei miei compagni con promesse abbastanza indicibili. E me ne liberavo facilmente, non mi annoiavo mai, non meritavo la noia io.
Ma ricordo con maggior nostalgia i miei ultimi morbosi innamorati.
Vi dirò qualcosina di loro, tanto per farvi comprendere quanto sia stata benamata in passato.
Partiamo da Gregorovich, quello  a cui fui meno affezionata. Era troppo possessivo, troppo feroce, troppo apprensivo, ammetto che non mi mancò granché quando Gellert mi portò via da lui. Gellert, sì, quanto mi adorava! Mi prometteva il mondo, mi baciava ad ogni ora affermando che ero la sua unica ragione di vita, la sua droga, il suo tormento, e mi coccolava e mi sussurrava con estatica aggressività: “tu dovrai essere solo mia!”.
Dopo Gellert venne Albus, chiaramente. Lui  è stato l’unico a possedermi senza lasciarsi inebriare dai miei scherzetti conturbanti. Eravamo amici, più che un’unità affine o, come si suol dire, amanti eletti.
Albus non dipendeva da me e la nostra unione quasi sconsacrata è stata il nucleo della fama che abbiamo condiviso insieme. Gli sono riconoscente, tutto sommato.
Ma nessun uomo mi ha sospirata tanto quanto lui: Voldemort. Ero la sua primaria necessità, quell’uomo così crudo ed irrequieto, così diabolico ed esperto, mi desiderava ad ogni costo. Ero la sua urgenza impellente, lo percepivo. Mi dilettava  ciò che Voldemort voleva fare di me.
Mi sarei offerta a lui con piacere, Silente non sapeva più trattarmi come una volta, non mi ricolmava più di affetto, non mi riempiva più di attenzioni, era malaticcio ed il contatto con la sua mano bruciata mi faceva rabbrividire di disgusto. Ogni donna mi dovrebbe comprendere, io ho le mie esigenze e preferisco i maghi più baldi e dinamici, voialtre no?
Non vedevo l’ora di conoscere Voldemort, almeno fino a quando Albus non morì. Allora compresi che Albus mi aveva davvero voluto bene, gli premeva sapermi in mani sicure, e mi allontanò da Voldemort con un trucco geniale.
Così di Voldemort non mi importò più nulla: era sciocco, credeva che io appartenessi a Piton e, gelosissimo di me, lo uccise senza pietà. Che sciocchezza! Come potevo io avere qualcosa a che fare con Piton? Come potevo legarmi a Piton ed accettare di appartenere a lui? Dico, ma lo avevate visto?
Io bramavo solamente di ricongiungermi a quel mio nuovo amore che, nel giorno della dipartita di Albus, mi aveva conquistato con lacrime, con tremore, con indifferenza, con dubbio. Quel mio nuovo amore era sorto per ridestarmi, era diverso da tutti gli altri, impazzivo e già palpitavo per lui perché non ne venivo minimamente considerata.
Io pensavo solo a Draco Malfoy, è chiaro.
Draco era giovane, e da troppo tempo non mi sentivo sfiorare da mani giovani, superbe, da troppo non appartenevo ad un nobile mago purosangue! Draco mi piaceva, mi aveva conquistata senza neppure saperlo. Era puro amore! Lo avrei potuto soddisfare più di chiunque altro.
Ma alla fine della guerra il destino mi legò ad Harry Potter, e dimenticai in fretta Draco, ammaliata dalla potenza dell’eroico bambino sopravvissuto. Lo avevo detto che sono infedele e sto sempre dalla parte del più forte.
Dove c’era Potter poi c’era sempre mio fratello, da secoli non vedevo mio fratello! Tornavo in famiglia, mi sembrava di essere finalmente a casa!
Immaginate la mia gioia nel sapere che finalmente avrei vissuto nella quieta stabilità con un giovane di aspetto accettabile, dopo che ne avevo passate tante.
Da quel poco che compresi di lui, Potter era certamente diverso da Draco, più indeciso, più goffo, più bambino, e fremevo all’idea dei trucchetti che io, così vecchia del mondo, gli avrei insegnato: lui non avrebbe più potuto fare a meno di me, come tutti gli altri. Quanto mi ha fatta sognare, Potter.
Già fantasticavo e credevo di consolidarmi come l’unica vera e fedele compagna di Harry fino al termine dei suoi giorni, ed invece, sigh sigh... nella sua testa c’erano solo Ginny, gli amici, la pace, la carriera di Auror, l’amore... e c’era lei. Lei! Lei!
Questo è il culmine della mia disperazione.
Solo Potter mi ha rifiutata, solo Potter ha preferito un’altra a me. Solo Potter ha accettato di seppellirmi viva, insensibile e maligno!
Non ti perdonerò mai, Harry Potter, mi hai deposta nella tomba bianca di Albus a marcire con lui per l’eternità, hai spento il mio potere e hai preferito quella tua insulsa, volgare e banalissima bacchetta di agrifoglio a me, la leggendaria bacchetta di Sambuco!
Potter non è un eroe, Potter mi ha fatto soffrire e mi ha condannata al silenzio. Io ho sempre donato potere e supremazia, io ho ricevuto amore e ossessione dai miei precedenti padroni e ora sono spenta. Ora morirò tra le mani putrefatte di Albus, per colpa di quel vostro eroe che ha decretato la mia rovina! Traditore, Potter! Traditore e vigliacco!”
 
L’articolo non accrebbe, come si sperava, le antipatie già latenti nei confronti di Harry, ma riscosse un ottimo successo e riportò il nome della Skeeter al giusto splendore.
Anche perché accanto all’ultimo capolavoro di Rita si distingueva un nuovo pezzo che appariva molto interessante:
 
DEPREDATA DA IGNOTI LA TOMBA DI ALBUS SILENTE
Tra le mani giunte di Silente, al posto della bacchetta di Sambuco campeggia un bigliettino con poche parole: Vado, mi lamento e torno
 
Nessun mago (evidentemente i maghi in Inghilterra non erano così arguti come i loro connazionali babbani alla Sherlock Holmes) riuscì mai a scoprire chi rubò per poche ore (giusto il tempo di un’intervista) la bacchetta di Sambuco.
E dire che la risposta ce l’avevano proprio due righe più in alto.
Ma si sa, i maghi senza bacchette non sapevano fare neanche due più due.
 
 
 
 
Spero tanto che vi sia piaciuto, io ho fatto il possibile per cercare di renderlo all’altezza delle altre Magicomiche, anche se l’avevo scritto con ben altri intenti e ho deciso di inserirlo nella raccolta all’ultimo momento. E’ comunque demenziale, anche se lo considero un capitolo jolly-sorpresa che si discosta leggermente dagli altri.
Avevate capito, vero, che a parlare era la bacchetta di Sambuco? Suo fratello è infatti il mantello dell’invisibilità (entrambi sono doni della morte).
Facciamo finta che anche le bacchette possano parlare, nelle mie Magicomiche, e lamentarsi un po’, e il gioco è fatto, e la mia figuraccia pure!     :  (
I vostri pareri saranno preziosissimi, se ci saranno.
Se vorrete seguirmi, ci leggiamo nell’ultimo capitolo! Vi anticipo qualcosina? Per esempio che i protagonisti saranno due... ehm...
Nooo, dai, lasciamo l’effetto sorpresa!
  

   
 
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