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Autore: Chanel483    02/05/2011    6 recensioni
Rose Weasley vive in un universo perfetto: va bene a scuola, ha Agnes, un'amica fantastica, è nella squadra di Quidditch di Grifondoro, adora suo cugino ed ha una famiglia stupenda.
Ma cosa accadrebbe se si accorgesse che il mondo non è tutto rose e fiori come lei lo conosce?
Cosa accadrebbe se un ragazzo, con una vita molto più difficile della sua le facesse aprire gli occhi?
Può l'amore cancellare anni di pregiudizi e risentimento?
Dalla storia:
“-Quindi tu potresti fidarti di un Malfoy?-, chiese in tono di sfida.
La ragazza annuì con vigore:-Certamente-, rispose sicura.
Lui annuì tra sè:-Bene, allora facciamo un gioco. Tu mi dici una cosa che non hai mai detto a nessuno, e io faccio lo stesso-.”
***
"-Un Malfoy, Hermione! Un Malfoy! Ma non un Malfoy qualsiasi, il figlio di QUEL Malfoy!-, esclamò Ron, rosso di rabbia.
La riccia guardava ancora fuori dalla finestra, lo sguardo perso nel cielo plumbeo dell'Inghilterra:-Tu serbi troppo rancore Ronald. Non si tratta nè di me nè di Draco, tantomeno di te. L'unica cosa che conta è che lei sia felice-”.
(Seguito di “Lo yin e lo yang, gli opposti si attraggono)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gli opposti si attraggono'
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-Il coraggio di rinfacciare

Hermione Jean Granger, scribacchiava frettolosamente su un pezzettino di pergamena, nel suo ufficio al quarto livello del ministero.

Era invecchiata, la bella grifondoro. Portava bene i suoi quarantatre anni, ma ormai, della giovane strega che era stata un tempo, rimanevano solo gli occhi accesi color nocciola e poco altro. Era invecchiata come un qualsiasi donna, tutto d'un colpo. Un giorno si era guardata allo specchio ed aveva scoperto di avere qualche ciocca di capelli argentati ed un po' troppe rughe intorno alle labbra.

L'aveva accettato bene, però.

Ora, stretta nel suo tailleur color malva con i capelli impeccabilmente raccolti sulla nuca ed una quantità indicibile di fondotinta a nascondere le rughe, si sentiva molto più a suo agio, che durante i primi anni di scuola, quando tutto era fuorchè una normale adolescente.

Un bel gufo, dal piumaggio chiaro, che Hermione conosceva bene, irruppe nel Ufficio Controllo e Difesa di Creature Magiche Docili ed Indifese, per posarsi sulla scrivania del capo ufficio: Hermione, appunto.

La donna sfilò la lettera dalla zampa del gufo, e dopo avergli offerto un biscotto per gufi ed un po' d'acqua, lo lasciò libero di posarsi su una delle sedie per lisciarsi le piume.

Chissà di chi era la lettera, Rose o Hugo? Il suo dubbio fu risolto dopo un attimo, con un'occhiata alla scrittura tondeggiante che ricopriva una ventina di centimetri di pergamena.

 

Mamma!

Come stai? Tutto bene in ufficio? Papà? Ha smesso di assillarti con l'imminente campionato di Quidditch? Penso proprio di no...

In ogni caso, ti scrivo perchè giusto ieri sera non riuscivo a dormire, e sono scesa in Sala Comune. Indovina un po' chi ho incontrato? Un elfo domestico! Si chiama Wollo e sembrava molto entusiasta all'idea di poter portare del latte caldo alla figlia della sua salvatrice, la fantastica “signora Weasley”. Gli ho promesso che ti avrei scritto per dirtelo...

Per il resto, qui va tutto bene. L'altro giorno ci sono state le selezioni per la squadra di Quidditch; ed indovina un po'!? Sono una cacciatrice! Ricordati di dirlo a papà, ne sarà entusiasta!

Non c'è bisogno che me lo chieda, ovviamente gli allenamenti di quidditch non mi sottraggono tempo prezioso per lo studio. Sai, sei prevedibile come madre...

Hugo ti manda a salutare, e dice che anche a lui va tutto bene. Anche Agnes, e James, Lily, Al... si, ed anche Roxanne... se ho dimenticato qualcuno fai finta di niente!

Ah, quasi dimenticavo. Ieri c'è stato un piccolo disguido con la McGranit a causa di Malfoy, nulla di preoccupante, è ovvio. Solo penso che ti arriverà presto un lettera dalla McGranit e volevo avvisarti.

Ti voglio bene (Ti vogliamo bene, anche tutti quelli sopracitati), a presto un bacio

tua Rose.

 

Hermione inarcò un sopracciglio “Piccolo disguido”. Conoscendo sua figlia, come minimo aveva dato fuoco alla Sala Grande, se non peggio.

Con un tempismo perfetto, il gufo scuro della Preside di Hogwarts, planò sulla scrivania – come poco prima aveva fatto quello del figlio – per avvisarla che, per una settimana, sua figlia Rose sarebbe stata in punizione, poiché aveva simulato un duello con Scorpius Malofy, in Sala Grande nel bel mezzo di una cena.

Un tic le colpì l'occhio che prese a pulsare in modo inquietante. Che fine aveva fatto la piccola e dolce Rose che seguiva le regole e non combinava mai disatri?

Una vocina nel suo cervello le ricordò che Rose Weasley, posata ed attenta alle regole, non lo era mai stata.

Leggermente infastidita scrisse una risposta alla professoressa, scusandosi più volte per l'increscioso comportamento della figlia ed approvando qualsiasi sorta di punizione la preside ritenesse più opportuna.

Poi – dopo aver fatto ripartire il gufo – armandosi di pazienza, si alzò stringendo tra le mani la lettera della figlia e quella della preside, diretta all'Ufficio Auror, dove era sicura di trovare Ron.

 

<< Quindi quando andrai dalla McGranit? >>, chiese Agnes.

Rose si strinse nelle spalle:<< Mi aspetta per questa sera >>, disse ingurgitando con noncuranza la seconda coscia di pollo.

La bionda strinse convulsivamente la forchetta. Non riusciva ad accettare l'idea che quella ragazza avesse così tanto disinteresse verso le autorità:<< Lo hai detto a tua madre? >>, chiese cercando di trovare un po' di buon senso nell'amica.

Quest'ultima annì:<< Si. Dovrebbe arrivarmi subito la lettera di risposta. Spero l'abbia presa bene >>.

La sua richiesta di sapere fu avverata un'istante dopo, quando due gufi entrarono da una delle finestre aperte. Uno dei due planò sul tavolo degli insegnanti, davanti alla professoressa McGranit, mentre l'altro – il barbagianni dal piumaggio chiaro di Hugo – si fermò proprio davanti a Rose, allungando una zampetta.

La rossa trattenne il respiro:<< Quella è... una... strilettera? >>, domandò osservando la lettera rosso scuro che il gufo le tendeva.

Agnes incrociò le braccia al petto:<< Ovvio che è una strillettera! >>, rispose in tono di rimprovero:<< E ora aprila, prima che esploda >>.

Con mani tremanti la ragazza slacciò la busta dalla zampa del barbagianni che prese il volo e sparì da dove era arrivato. Osservò quella carta color crimisi, recante il nome del destinatario – Rose Weasley – e del mittente – Hermione Jean Granger.

<< Allora? Che aspetti? Aprila! >>, le consigliò James, che stava seduto davanti a lei.

Rose prese un bel respiro, sentiva la lettera riscaldarsi tra le sua mani, ed aprì la busta. Questa si sollevò subito a mezzaria, prendendo la forma di delle labbra:<< ROSE! >>, tuonò la voce di sua madre, facendo voltare tutta la Sala Grande verso di lei:<< Sei un'incoscente Rose! “Piccolo disguido”!? Un duello nel mezzo della Sala Grande tu lo chiami “piccolo disguido”! Sono molto delusa da te Rose. E sono sicura che la professoressa McGranit >>, e qui la lettera si voltò verso il tavolo degli insegnanti, inclinandosi leggermente come se volesse inchinarsi:<< prenderà i provvedimenti adeguati. Se fossi stata io al suo posto, a quest'ora ti troveresti nei sotterranei, appesa al soffitto per gli alluci! Ronald! Di qualcosa a tua figlia! >>, seguì un secondo di silenzio, poi la voce di suo padre prese il posto di quella di sua madre:<< Sei riuscita almeno ad atterrarlo, piccola? >>, Hermione riprese subito il controllo:<< Dio, Ronald! E poi mi chiedo da chi abbia preso! Io e te discutiamo dopo, Ronald! Mentre tu, Rose... se capiterà nuovamente una cosa del genere... sceglierò io la punizione più adatta! Sono molto, molto delusa. >>, con queste parole, carta di fece a pezzi da sola.

Tutta la Sala Grande fu ammutolita per una manciata di secondi, durante i quali Rose desiderò intensamente che la terra si aprisse per inghiottirla. Poi tutti scoppiarono a ridere ed urlare.

<< Si, l'ha presa bene, direi >>, commentò Agnes, che sembrava essere l'unica a non essere divertita.

Rose, in preda allo sconforto, andò a nascondersi sotto il tavolo.

 

Hermione Jean Granger aprendo la porta di casa fu accolta dall'odore famigliare della sua casa, della sua famiglia. Lo stesso odore dei capelli di Emily o delle camice di Ron.

<< Sono a casa! >>, urlò sbottonandosi la giacca a doppiopetto grigia.

<< Mamma! >>, chiamò Emily, correndole incontro come una freccia di fuoco.

La donna allargò le braccia e si abbassò, per stringere la bambina al petto. Nel corridoio arrivò anche una donna, indosso una gonna lunga scura ed un golf beige, coperti da un grembiule:<< Tesoro >>, salutò la donna sorridendo.

<< Ciao mamma >>, rispose Hermione avvicinandosi per dare un bacio sulla guancia rugosa della madre. La bimba si allungò verso la nonna, per saltarle in braccio:<< Tutto bene? >>, domandò la riccia, dopo averle lasciato Emily.

<< Certo, tutto bene >>, rispose la donna, stringendosi la bambina al petto, mentre Hermione andava in cucina a prendere un bicchiere d'acqua.

La porta di ingresso si aprì nuovamente. Questa volta entrò in casa un uomo dai capelli rossi con indosso un impermeabile scuro ed una ventiquattrore in mano:<< Buongiorno! >>, salutò allegro, sbottonandosi la giacca. Emily corse verso il padre e si fece prendere in braccio per salutarlo. Il rosso, stringendo ancora la bambina in braccio, entrò in cucina, dopo aver salutato la suocera:<< Amore >>, disse sorridendo alla nuca della moglia.

<< Ronald! >>, sibilò questa, voltandosi di scatto.

Hermione non era più la secchiona undicenne che alle domande dei professore alzava la mano, nella speranza forse, di poter toccare il cielo; ma il suo tono di rimprovero aveva comunque un certo effetto, sia sui suoi figli, che su suo marito o sui colleghi.

Istintivamente Ron fa un passo indietro, stringendo più forte la figlia, quasi volesse usarla come scudo:<< A-amore >>, ripete balbettando:<< Va... tutto bene? >>. Hermione non avrebbe mai osato affatturarlo mentre stringeva ancora Emily tra le braccia, no?

Senza dire una parola la donna si avvicinò e gli tolse la bambina di mano:<< Qualcosa non va!? >>, domandò con voce isterica, scaricando la piccola in braccio alla nonna e chiudendo in faccia ad entrambe la porta della cucina:<< Mi stai prendendo in giro, vero!? >>.

Ron si gratta la nuca ed abbassa lo sguardo:<< Davvero Hermione, non capisco di cosa tu stia parlando... >>, ammise.

La riccia alzò gli occhi al cielo. Aveva sempre saputo che in quanto a perspicacia Ron non era esattamente un bolide, ma in quel caso era ovvio quale fosse il problema:<< Tua figlia attacca un compagno nel mezzo della Sala Grande e tu le chiedi l'esito della scontro!? >>, domandò stringendo i pugni, ripensando alla strillettera che avevano spedito quella mattina.

Il rosso tirò un sospiro di solievo; sapeva che non l'avrebbe passata liscia, ma si aspettava che Hermione fosse arrabbiata per qualcosa di ben più grave, che lui ancora non sapeva:<< Miseriaccia Hermione, non prendertela tanto. È un Malfoy che ha attaccato... >>.

Le iridi castane della mora lanciarono saette:<< Quindi se è un Malfoy può dimenticare la buona educazione!? Questa è una discriminazione bella e buona, Ronald! Dovresti smetterla con tutti questi pregudizi verso... >>.

L'uomo non la lasciò finire:<< Non ho dimenticato, sai? >>, disse mentre gli occhi – solitamente azzurro cielo – si facevano più scuri:<< Pensi che abbia dimenticato tutto? Pensi che possa fare finta di niente? >>.

Tutta la grinta che teneva in piedi Hermione cadde. La sentì abbandonarla, la lasciò come sabbia che le scivolava sul corpo, ammucchiandosi sotto i suoi piedi. Le mani presero a tremarle e le si appannò la vista:<< Neanche io >>, sussurrò appena, mentre una miriade di immagini di quella notte di molti anni prima le passavano davanti agli occhi.

Ron abbassò la testa, e con un colpo secco scostò la sedia in legno del tavolo per sedervisi sopra:<< Non puoi chiedermi di dimenticare >>, aggiunse a sguardo basso, con gli occhi leggermente umidi.

La riccia avrebbe voluto urlargli che erano passati anni, che era infantile ed ormai quello non contava più nulla. Avrebbe voluto prendergli il viso tra le mani ed urlargli che lo amava, che aveva amato sempre e solo lui e che così sarebbe stato per sempre. Invece rimase inchiodata in quell'angolo, con la schiena appaggiata al mobile della cucina, le mani strette in grembo:<< Non ti chiedo di dimenticare >>, sussurrò infine quando ebbe ritrovato la voce:<< Ti chiedo solo di superare questa cosa. Non puoi incolpare un ragazzino di colpe non sue; la colpa non è nemmeno di suo padre. La colpa è mia, solo ed esclusivamente mia >>.

L'uomo non rispose.

Glielo aveva ricordato e rinfacciato ogni singolo giorno di quella loro vita insieme. Ogni volta che in un modo o nell'altro saltava fuori il nome Malfoy, Ron iniziava a dare di matto. Anche quel giorno, il giorno del loro matrimonio...

<< Ti ho già detto che sei bellissima? >>, le aveva chiesto Ron, mentre abbracciati percorrevano la navata della chiesa. Quella mattina avevano tenuto una cerimonia babbana con la famiglia di Hermione, mentre quella stessa sera avrebbero festeggiato con la famiglia Weasley e tutto il mondo magico alla Tana.

Lei gli aveva sorriso:<< A dire il vero si, ma non mi dispiace sentirmelo dire >>, aveva risposto ridendo, poggiandogli la testa sulla spalla.

Appena usciti dalla chiesa erano stati investiti da una valanga di chicci di riso, che scintillavano alla luce del sole come gemme. Poi era iniziato il giro di abbracci. Mani che conoscevano bene ed altre quasi sconosciute li avevano stretti, fra i più felici auguri. Era stata la volta del testimone, di Harry; li aveva abbracciati contemporaneamente, stampando un grosso bacio sulla guancia di Hermione. Poi si era accostato al suo orecchio e le aveva sussurrato:<< Non sapevo avessi invitato Malfoy >>.

E di colpo tutto si era ammutolito. Il mondo si era fermato ed era diventato bianco e nero. Sentì appena il braccio di Ron intorno alla sua vita irrigidirsi e farsi possessivo. Tutto ciò che vedeva ora era una chioma di capelli albini, che si allontanava dalla chiesa.

<< Io lo ammazzo >>, aveva sibilato il rosse che, di fianco a lei, aveva sentito le parole dell'amico.

La riccia gli aveva stretto il braccio che era ancora attorno alla sua vita, fasciata dall'abito bianco di seta e pizzo:<< Stai calmo Ron. Non l'ho invitato io e se ne sta andando. Non facciamo scenate, non oggi >>.

L'uomo non aveva più commentato per il resto della cerimonia.

Ma una volta salutato i parenti, quando – nascosti in una vicolo cieco – si erano presi per mano per smaterializzarsi alla Tana, lui le si era avvicinato, sussurrandole all'orecchio:<< Pentita? Poteva esserci Malfoy al posto mio >>.

Guardò nuovamente il marito. Non avrebbe mai immaginato che una persona potesse portare tanto rancore per così tanti anni.

Era una moglie inapprensibile. In diciotto anni di matrimonio non gli aveva mai dato motivo per avere qualcosa da ridire. Era sempre disponibile, lavava, stirava e cucinava. Non era mai stata con nessun uomo oltre che con Ron. Mai tranne che quella notte e lui non faceva altro che farglielo pesare. In sua discolpa poteva dire che lui le aveva distrutto il cuore, che era ubriaca e l'aveva vista più come una sfida con se stessa...

Ma non disse nulla di tutto ciò. Dischiuse leggermente le labbra e sussurrò:<< Diversa dai babbani, perchè con poteri magici... diversa dai maghi, perchè nata da babbani. Per questo continuo ad impegnarmi per dimostrare di essere qualcuno, per far capire che in realtà non importa cosa sei, o chi sei, ma ciò che fai e le scelte che prendi* >>. Ron la fissò con la testa leggermente inclinata, mentre lei ripeteva le stessa identiche parole che quella notte di tanti anni prima aveva detto a Draco in persona:<< Era solo una stupida scommessa con me stessa >>, aggiunse prima di uscire dalla porta.

Nel corridoio trovò Emily in lacrime e sua madre con indossa la giacca ed il berrettino di lana. Senza ascoltare i singhiozzi della bambina, ne i rimproveri della donna, arrabbiata per come era stata trattata, Hermione salì al piano di sopra, con il disperato bisogno di una doccia.

*Questa è la frase che Hermione dice a Malfoy in "Lo yin e lo yang" prima di andare a letto con lui.

Buongiorno... meglio, buonasera.
Mi ero ripromessa di postare il nuovo capitolo domani, ma ho troppa voglia di sentire la vostra impressione sulla mia nuova Hermione, perciò pubblico ora :D
Invito chiunque di voi non avesse letto la storia precedente a questa a fare domande nel caso ce ne fossero. Chiarisco che (come si sarà capito) il torto che Ron rinfaccia ad Hermione è quello di essere andata a letto con Malfoy, quando loro due avevano litigato.
Nel prossimo capitolo scopriremo la punizione scelta dalla McGranit per Rose e Scorpius ma la seconda parte del capitolo sarà abbastanza incentrata su Agnes ed anche su James, che forse si darà una svegliata ed aprirà gli occhi... basta! Fermatemi o vi racconto tutto!
Concludo dicendo che probabilmente dal prossimo capitolo gli aggiornamente saranno meno ravvicinati (E per fortuna per voi!), anche perchè sto studiando come una matta per cercare di finire bene l'anno :D (Mannaggia a quella deficente che ha deciso di mettere il latino come materia di studio al liceo linguistico!!!).
Grazie mille a tutti coloro che recensionano, mi date davvero un'enorme supporto. Un bacio, Franci

  
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