7. Sfoghi,
Annunci e Vittorie
<<
Su Marie, sbrigati! >>
<<
Vai da Teddy e diglielo! >>
<<
Ma… ma… mi vergogno! >>
Naturalmente non
do minimamente peso alla titubanza della
Summers, né mi preoccupo del fatto che possa davvero non
volerlo fare. La
spintono, in modo che riscenda gli ultimi gradini della scala che
conduce al
dormitorio femminile e io ed Yvonne restiamo ben nascoste ad osservare
la
scena.
La Sala Comune
è, a quest’ora, quasi vuota. I soli occupanti
sono quei tre cadaveri di Teddy, Dylan e Shacklebolt. Il primo
è poggiato al
bracciolo della poltrona su cui Alastor è seduto,
l’argomento della loro
conversazione sarà di certo noiosissimo perché
Wood non si è unito a loro.
E’
seduto sul tappeto, gambe incrociate e sguardo perso nel
vuoto. E’ più di una settimana che ha
quell’atteggiamento da sociopatico, come
si dice chi zoppica… va con lo zoppo,no?
Solo quando
Marie raggiunge Teddy, lo vedo rialzare il capo
e seguire ogni suo gesto o movimento con quegli occhi da pesce lesso.
<<
Teddy, ecco… dovrei chiederti se… >>
Naturalmente la
Summers tentenna e non riesce a portare a
termine il compito affidatole da me ed Yvonne.
Una mansione semplicissima tra l’altro e ora che
ci penso avrei fatto
meglio ad incaricare un primino sprovveduto, piuttosto che il timido
pulcino.
<<
Andiamo Summers! Cosa sarà mai? >>
La testa di
Yvonne sbuca dal muro dietro il quale siamo
nascoste, incitando Marie a finire ciò che ha iniziato. Ma
il suo sguardo
implorante mi suggerisce che non dirà mai a Teddy
ciò per cui è stata
commissionata. Anche Yvonne deve rendersene conto perché
continua a sbraitare.
<<
Oh, per le mutande a pois di Merlino! Teddy dovrai
farci un enorme favore, te la senti? >>
Teddy alza le
sopracciglia quasi fino all’attaccatura dei
capelli, tanta è la sorpresa per la richiesta di Yvy. Lancia
un’occhiata ad
Alastor che annuisce, continuando a fissare Yvonne con un cipiglio poco
incoraggiante, quasi a sfidarla a sparare l’ennesima cazzata.
<<
Di cosa si tratta? >>
<<
E’ un compito di grande responsabilità,
Lupin… devi
essere certo di volerlo fare! >>
<<
Va… va bene >>
Io ed Yvonne ci
scambiamo un’occhiata complice, la vedo
posare una mano sulla bocca, starà di certo trattenendosi
dal ridere. Per
evitare che lo faccia davanti a Teddy, prendo io la parola, compiendo
qualche
passo in avanti, ma restando ben ferma sui gradini alti della scala.
<<
Dovrai cercare di risalire queste scale, che al tuo
tentativo si tramuteranno in uno scivolo >>
Marie abbassa lo
sguardo e arrossisce, probabilmente per
l’imbarazzo di avere delle amiche come noi. Teddy sgrana gli
occhi, sicuramente
stupito mentre Alastor scuote il capo esasperato. Dylan, poco distante
trattiene una risatina. Avrei dovuto chiederlo a lui, miseriaccia!
<<
Ho paura a chiedertene il motivo >>
<<
E’ molto semplice Teddy Bear! Una volta che ci
sarà
lo scivolo, io ed Yvonne potremmo divertirci come ad un parco giochi!
>>
Immaginavo che
in seguito alla mia chiarificazione, sarebbe
calato un silenzio imbarazzante. Imbarazzante per loro, non certo per
me o
Yvonne.
<<
Potreste impegnare in altro il vostro tempo… magari
studiando >>
Shacklebolt
cerca di distoglierci dai nostri propositi di
trascorrere una serata nel puro divertimento. Non ci
riuscirà! La sociopatia
non è contagiosa, da quel che so.
<<
Ho già copiato i compiti da Marie e Vicky ha fatto
altrettanto! Ergo, non abbiamo niente da fare! >>
La Summers
abbassa ancora di più lo sguardo, in seguito ad
un’occhiataccia di Alastor, quasi saltellando da un piede
all’altro, a disagio.
Teddy porta una mano alla testa, grattando distrattamente la nuca e
alternando
lo sguardo dalle scale alla poltrona su cui è seduto il
sociopatico numero due.
Shacklebolt si
rialza, affondando le mani nelle tasche dei
pantaloni e incamminandosi verso il suo dormitorio. Rivolge a noi
un’ultima
occhiata, che entrambe interpretiamo come un segno di saluto. Ricambio,
sventolando la mano e saltellando mentre Yvonne gli strizza
l’occhio,
soffiandogli un bacio.
<<
Dormi bene, dolcezza! >>
Lo vedo voltarsi
immediatamente e risalire le scale verso la
propria stanza come inseguito da un ippogrifo impazzito. Scrollo le
spalle,
riportando la mia attenzione ai pochi rimasti.
<<
Insomma, chi vuole provarci? >>
Ancora silenzio.
Anche Teddy si rialza, fermandosi un
istante. Ho l’impressione che sia indeciso su cosa fare,
eppure deve optare per
l’opzione a me più sgradita perché,
dopo un cenno di saluto con la mano, va
via.
Culla dei
coraggiosi, un corno!
Io ed Yvonne
volgiamo lo sguardo verso Dylan che,
improvvisamente, si irrigidisce. Avrà capito che lui
è la nostra ultima
speranza. Balza in piedi, marciando verso le scale del dormitorio
maschile, con
una celerità mai vista.
<<
Marie fermalo! >>
Alle mie parole,
Dylan si blocca all’istante, voltandosi
verso la Summers, che non sembra intenzionata ad obbedirmi, resta
impalata a
fissarlo. Gli occhi da pesce lesso, questa sera, sono in due ad averli.
Io e
Yvonne ci scambiamo un’occhiata, sospirando mestamente.
E’ chiaro che la nostra
iniziativa non andrà a buon fine.
Ci voltiamo,
risalendo stancamente gli ultimi gradini, con
l’intento di lasciare quei due soli per un po’. Ma
appena giunte alla porta
della nostra camera, Marie ci raggiunge.
<<
Sei già tornata? >>
<<
Si! >>
Si intrufola
nella stanza prima di noi, dirigendosi
rapidamente verso il bagno. L’amore deve far davvero schifo!
E se è così mi
chiedo perché tutti, ma proprio tutti finiscono col cedere
ad esso. Insomma,
dov’è il loro spirito di sopravvivenza?
***
Manca poco a
Natale, così come manca poco alla partita
contro quelle stramaledette Serpi. Dylan ci costringe ad allenarci
continuamente e il suo attuale stato da brontolone sociopatico rende il
tutto
ancor meno sopportabile. Nelle sue condizione è anche
impossibile prenderlo in
giro, si infervora per un non niente e sono circa tre giorni che mi
costringe a
lavorare il doppio solo per aver protestato sull’orario
concordato per gli
allenamenti.
Maledettissimo
despota!
Striscio oltre
il ritratto della Signora grassa, affondando
letteralmente sulla prima poltrona che compare sul mio percorso. Ma
poiché
Merlino, Morgana e chi altri, mi amano alla follia, non mi accorgo che
il posto
è già occupato e naturalmente da Teddy Lupin.
Balzo in piedi
con una certa difficoltà, dopo che mi ci sono
completamente seduta sopra, ma nel tentativo, perdo
l’equilibrio, cadendo
rovinosamente col didietro sul pavimento.
<<
Ahu… >>
<<
Stai bene? >>
Rialzo lo
sguardo, rivolgendogli un’occhiataccia seccata e
tentando con difficoltà di rimettermi in piedi. Come posso
stare bene se ho
appena battuto il mio sederino a terra? Sbuffo scocciata, sprofondando
sul
divano. In realtà non ce l’ho con lui, ma con
quell’ oppressore di Wood.
<<
Oggi ho ricevuto questa da Harry… c’è
un pezzetto
scritto da James, indirizzato anche a te >>
Si siede accanto
a me, porgendomi un foglio di pergamena. Lo
afferro prontamente, ansiosa di leggere notizie del piccolo Jamie. I
miei occhi
scorrono veloci sulle righe indicatemi e non posso non sorridere nel
notare una
grafia incerta e disordinata.
…
e
riferisci a mia cugina Vicky che mi manca troppissimo! Non vedo
l’ora che
arrivi Natale, così potrò parlare con lei di
Quidditch e spaventare Albus con
le storie sui dissennatori che lei ha promesso di raccontarmi!
Papà non vuole
parlarmene, non so perché! Tornate presto! Mi annoio tra
tutti questi
mocciosi..
Inutile
trattenermi dallo sghignazzare. Il piccolo Potter
sarà un mio degno erede, non ne ho dubbi. Devo ricordarmi di
insegnargli
qualche trucchetto interessante prima che l’anno prossimo
arrivi ad Hogwarts.
<<
Sei carina… >>
<<
Cos…? >>
Teddy sussulta,
portando le mani avanti e agitandole. Scuote
il capo, apprestandosi a chiarire il suo commento mentre io rischio di
strozzarmi con la mia stessa saliva.
<<
Intendevo che è delizioso il modo in cui ti dedichi
a James, agli altri piccoli Weasley… pur se non condivido
l’idea di raccontar
loro storie sui dissennatori, certo! >>
Sospiro quasi
sollevata. Per un attimo ho temuto che potesse
verificarsi qualcosa di simile a quel giorno… il giorno del bacio. Ma Teddy ha dimenticato tutto per
cui… eppure avrei dovuto chiedergli una spiegazione al suo
gesto, prima di
decidere di obliviarlo. Bhè, pazienza!
<<
Sono la maggiore, è naturale per me prendermi cura
di loro! >>
Gonfio il petto,
battendo qualche colpetto sullo sterno.
Sono orgogliosa della mia famiglia, è mio dovere
occuparmene. Vedo Teddy
sorridermi e so che la pensa esattamente come me.
<<
In fondo… tu fai lo stesso… >>
<<
Ci provo… siete la mia famiglia dopotutto >>
E’
così. Teddy ha trascorso con noi la sua infanzia, tra la
Tana e Grimmuld Place. Lo osservo, pensando per la prima a volta a
quanto
difficile dev’essere stato per lui crescere senza
l’affetto dei suoi. Io mi
sono spesso lamentata di mia madre, o meglio lo faccio continuamente,
eppure
non so cosa avrei fatto senza di lei.
E posso scorgere
negli occhi di Teddy quel velo di tristezza
che raramente posso intravedere. Probabilmente perché non ci
addentriamo spesso
in simili discorsi.
<<
Quand’ero bambina… credevo che tu fossi uno
dei miei tanti
cugini. Probabilmente mi
forviava il fatto che anche tu ti rivolgevi ai Potter chiamandoli
zii… >>
<<
Ecco, si… immagino che sia per questo…
però ecco
io, non ti ho mai considerata una mia cugina,
cioè… >>
E ora
perché sarà arrossito? Gli sorrido, posandogli
una
mano sul braccio, calmare Teddy è semplice, basta un
semplice contatto fisico.
Lo rammento perché quando eravamo piccoli e si adombrava di
tanto in tanto,
vedevo zia Ginny o nonna Molly stritolarlo in uno dei loro abbracci e
subito
lui tornava a sorridere.
Non avrei mai
pensato che la stretta alla Weasley avesse
poteri catartici. Probabilmente è così solo per
Teddy Bear.
<<
I tuoi… pensi mai a loro? >>
Domanda sciocca.
Me ne rendo conto quando si volta a
fissarmi con un’espressione indecifrabile in volto. Sono una
stupida, non è il
modo più adatto per avvicinarmi a lui o fare conversazione.
<<
Scus… scusa non volevo… >>
<<
Si… >>
Sgrano gli
occhi, osservandolo rispondere candidamente alla
mia domanda. Abbassa lo sguardo, congiungendo le mani dopo aver posato
i gomiti
sulle ginocchia. Fissa un punto imprecisato davanti a sé e
continua a parlarmi.
<<
E ora lo faccio in maniera diversa. Da bambino ero
costantemente arrabbiato, con loro soprattutto. Mi avevano abbandonato,
scioccamente ce l’avevo con loro perché erano
morti >>
Ha un tono di
voce diverso, rotto dall’amarezza. Prima d’ora
Teddy non si era mai confidato con me, mai. Mi avvicino a lui, voglio
ascoltarlo, voglio imprimere nella mente il Teddy che nessuno conosce.
<<
Ma il sacrificio che hanno fatto per me… per noi
tutti, non posso dimenticarlo. Loro sono la ragione per cui io vivo,
sono degli
eroi, non… non credi? >>
<<
Si! >>
Rispondo
prontamente, senza la minima titubanza. Non solo
per rassicurarlo, ma soprattutto perché credo in
ciò che ha appena detto. Mi
sorride, quasi riconoscente ed io faccio lo stesso.
<<
Sai, mio padre mi ha parlato spesso della tu mamma
>>
Mi fissa,
sbattendo più volte le palpebre e voltandosi verso
di me, raddrizzandosi meglio sulla poltrona. Vuole ascoltarmi.
<<
Quando inciampavo nei miei stessi piedi, quando
combinavo un disastro e la mamma mi rimproverava di essere troppo
goffa… mi
rifugiavo in camera mia e stupidamente singhiozzavo. Papà
veniva da me e
prendendomi tra le braccia, cercava di consolarmi. Diceva che non
c’era nulla
di male nell’essere sbadati o nell’avere le dita di
burro, anzi… adorava
i miei pasticci perché gli ricordavo
una sua vecchia amica >>
Teddy continua a
guardarmi incredulo, ed io continuo a
parlargli, a raccontarmi. Ora è il mio turno. Non gli ho mai
detto questa cosa
prima d’ora e solo ora me ne pento. Probabilmente ci avrebbe
resi più simili,
ci avrebbe avvicinati di più.
<<
Mi parlava di lei, del suo coraggio e della sua
vitalità ed io mi sentivo meglio. Fu perché
volevo assomigliare a lei che non
piansi più dopo aver rotto l’ennesimo bicchiere.
Sapevo che sarei potuta diventare
un auror eccezionale pur mantenendo le mie goffe caratteristiche.
Teddy, sono
cresciuta con la speranza di essere come lei >>
Posso cogliere
la sorpresa sul suo volto e altre decine di
emozioni che si mischiano alla sua candida espressione.
Mi capita, a volte, di guardarlo ed avere
l’impressione di trovarmi dinanzi il vecchio Teddy, quello
bambino, quello che
trascorreva con me ogni minuto della giornata.
Un Teddy musone,
il più delle volte, ma anche divertente a
modo suo. Quello che cambiava colore dei capelli o aspetto solo
perché io
ridessi e la smettessi di frignare per qualche assurdo capriccio dei
miei. Gli
sorrido ancora, non riesco ad evitarlo.
<<
Grazie >>
<<
Non ho fatto niente >>
Scuote il capo,
distogliendo lo sguardo. E dopo tanto riesco
ad assistere nuovamente alla manifestazione dei suoi poteri: vedo
chiaramente
alcune ciocche dei suoi capelli colorarsi di un tenue rosa.
Istintivamente
allungo una mano per sfiorarne alcune ciocche, ma la ritiro prontamente
quando
lui si volta verso di me.
E’
difficile riuscire a comprendere chi è Teddy Lupin, mi
è
persino difficoltoso capire me stessa quando sono con lui. E’
come se fosse
avvolto da un muro spessissimo che nessuno è mai riuscito a
valicare. Sembra
una di quelle principessine protette dalla loro gabbia dorata
e… devo smetterla
di associarlo costantemente a personaggi femminili, diamine!
La voglia di
essere l’unica a distruggere quell’ aura
negativa che lo avvolge si fa ancora spazio in me, prepotentemente.
E’ puro
egoismo o la voglia di sentirlo più vicino? E’
questo in realtà che vorrei,
accostarmi a lui, entrargli dentro. Ma perché?
Si rialza,
posando una mano sulla mia testa e carezzandomi
appena, quasi fossi una bambina. Mi sorride, piegando appena gli angoli
delle
labbra. E poi va via, lasciandomi sola nella Sala, a rimuginare su
pensieri
inconsistenti che si formano dentro la mia mente per poi svanire come
cenere al
vento.
Probabilmente
non sono la persona più adatta per addentrarsi
nei meandri più oscuri della sua anima, per svelare quella
bellezza che so
appartenergli. Sarà vero quello che spesso mi viene
ripetuto, sono profonda
poco più di una pozzanghera, il che per comprendere Teddy
non è sufficiente.
***
<<
Grugn… grugn… >>
Grugnisco poco
elegantemente, lanciando occhiatacce
risentite a quel tiranno che mi ritrovo come capitano. Naturalmente
Wood mi
ignora, continuando a mangiare tranquillamente la sua razione di cibo
che spero
vivamente gli vada di traverso. Yvonne accanto a me ridacchia,
sorseggiando del
succo di zucca mentre Marie, di fronte a lui, sembra totalmente
estranea alla
mia frustrazione.
<<
Grugn… grugn… >>
<<
Mh? >>
Finalmente Dylan
rialza il capo, osservandomi con un
sopracciglio inarcato e la forchetta ferma a mezz’aria, da
cui ricade un pezzo
del suo polpettone, schizzando di salsa la divisa del povero Teddy.
<<
Ce l’ha con me? >>
La domanda di
Wood è indirizzata un po’ a tutti immagino, ma è
Yvone che risponde
allegramente. Del resto è l’unica che riesce a
comprendere le mie
manifestazioni di rabbia, persino Marie a volte si perde tra i miei
versacci,
senza riuscire a scorgerne il senso.
<<
Naturalmente… ti sta parlando, non te ne sei
accorto? >>
<<
Ah, quella doveva essere una conversazione?
>>
<<
Dice che sei un despota e si augura fortemente che
ti strozzi col polpettone! >>
Gli sorride
raggiante, ritornando alla sua cena. A quelle
parole i due sociopatici, Dylan e Marie, alternano lo sguardo tra lei e
me, chi
stupito, chi assolutamente annoiato come nel caso di Shacklebolt.
<<
Perché non mi sorprende che tu comprenda il suo particolare
linguaggio? >>
<<
Oh, insomma! Come puoi restartene lì tranquillo
quando oggi mi hai costretta a sistemare tutte le scope della scuola
nel
vecchio capanno, solo dopo avermi obbligata a percorrere il campo dieci
volte?
>>
La luce della
comprensione attraversa gli occhi di Wood che,
riprendendo a mangiare tranquillamente, mi sorride. Il suo è
uno sguardo
inquietante, davvero inquietante. Quegli angoli della bocca appena
piegati in
un ghigno terribile, l’espressione minacciosa e la calma che
lo accompagnano,
mi terrorizzano.
<<
Weasley ti ho semplicemente punita per le tue
azioni sconsiderate >>
<<
Cosa ha fatto stavolta? >>
<<
Ehi! >>
<<
Ha colpito con un bolide la testa di un mio
cacciatore, consapevolmente aggiungerei >>
Porto una mano
al petto, sgranando gli occhi scandalizzata.
E’ pur vero che l’ho fatto di proposito, ma lui come può
dubitare così della mia buona
fede? E senza un’ombra di dubbio!
<<
Mi ferisci! >>
<<
Vic ti conosco abbastanza per sapere che tutto sei
fuorché una ragazzina innocente e pacifica >>
<<
Bhè, non ha tutti i torti >>
<<
Zitta tu! >>
Do una gomitata
ad Yvonne che mai riesce a farsi gli
affaracci propri, lei me la restituisce e basta poco per azzuffarci.
Quando la
McGranitt si alza, schiarendosi la voce per comunicarci qualcosa, io ed
Yvy
restiamo impalate a fissarla. Le mie dita sono nella sua bocca, mentre
le sue
mani tirano qualche ciocca dei miei capelli, oggi assolutamente
inguardabili.
<<
Come saprete il giorno di Natale si avvicina, così
come il tanto atteso Torneo. Prima che lasciate la scuola per far
ritorno alle
vostre famiglie nei giorni di festa, daremo un ballo, dove verranno
annunciati
i nomi dei candidati che avranno diritto a partecipare al torneo, tutti
scelti
dal professor McMillian in base alle loro prestazioni durante il corso.
E’
tutto >>
La psuedo rissa
tra me ed Yvonne si trasforma in un
abbraccio, in cui coinvolgiamo anche la povera Marie. Dylan sbuffa,
giocherellando con la forchetta e il suo amato polpettone. Shacklebolt
posa un
gomito sul tavolo, mantenendo il viso nel palmo aperto della mano e ci
fissa
esasperato.
<<
Immagino che, a differenza di tutte le ragazze qui
in Sala Grande, il vostro entusiasmo non sia per il ballo
>>
<<
Chi se ne frega del ballo! >>
<<
Sapremo finalmente chi saranno i nostri avversari
>>
<<
Siete dunque certe che verrete scelte? >>
<<
Naturalmente! >>
<<
Naturalmente! >>
<<
Neanche questo mi sorprende… quello
che invece mi sconvolge è che comincio
a pensare come voi, maledizione!>>
E ritorna alla
sua cena, probabilmente poso soddisfatto di
ciò che ha udito e borbottato. E noi continuiamo a ciarlare
di possibili
candidati, scartandone la maggior parte per incapacità
cronica, quando un trafelato
Sloper, cacciatore dei Grifondoro, si avvicina a Wood, agitando le mani
in aria
e borbottando qualcosa di poco comprensibile.
Poi si lamentano
dei miei grugniti!
<<
COSA? >>
Dylan balza in
piedi, afferrando il povero Robert per il
colletto della camicia e iniziando a strapazzarlo, muovendolo avanti e
indietro.
<<
Scusami, scusami… mi dispiace, ma non c’entro
nulla! E’ stata Madama Pomfrey a deciderlo e sai quanto sia
irremovibile!
>>
Il capitano lo
lascia andare con uno strattone,
accasciandosi sulla panca e prendendo la testa tra le mani, inizia a
dondolare
in modo decisamente inquietante, ma anche divertente.
L’attimo dopo rialza lo
sguardo su di me e se fosse stato dotato della capacità di
incenerire con gli
occhi, di certo ora sarei solo un cumolo di cenere.
Uhm, che scena
spassosa!
<<
Weasley… >>
<<
Ahm… si? >>
Porto
istintivamente il busto indietro, posando le mani sul
tavolo, quasi pronta a darmi alla fuga se fosse necessario. Ha
pronunciato il
mio nome in un sibilo davvero minaccioso e la sua collera riesco
addirittura a
tastarla tanto è intensa.
<<
Sono appena stato informato che per colpa tua, il mio
cacciatore non sarà in grado di disputare
la partita di dopodomani contro i Serpeverde…
ora… trovami una soluzione prima
che ti impedisca di salire su una scopa per il resto della tua vita!
>>
Ops!
Mi guardo
intorno, quasi la soluzione a questo dramma
dovesse arrivarmi da un angolo o l’altro della Sala Grande. E
quando il mio
sguardo si ferma su Yvonne, un lampo di genio mi colpisce.
<<
LEI! >>
La indico,
urlando e attirando non poche occhiatacce da
parte degli altri studenti. Yvonne, che tossisce dopo il quasi
soffocamento col
suo succo di zucca, si volta a guardarmi con aria confusa. Lo stesso
fanno
Dylan e gli altri.
<<
Cosa?
>>
Gracida appena e
scorgendo il mio sorrisino compiaciuto,
riposa il bicchiere con forza sulla superficie del tavolo, per
lanciarmi
un’occhiata allarmata.
<<
Non pensarci neppure! >>
<<
Ma si! >>
Anche Dylan deve
aver pensato alla stessa soluzione perché
sembra rianimarsi d’un tratto e battendo le mani, gioisce
della meravigliosa
trovata.
<<
Siete per caso impazziti? Non lo faccio, io odio il
Quidditch! >>
<<
Ma se alla Tana non fai altro che giocarci!
>>
<<
Solo perché i tuoi zii e cugini mi costringono!
>>
<<
Lo fai anche nel retro del mio cortile, a dire il
vero… >>
<<
Solo perché a costringermi sono
padre e la tua sorellina rompiscatole!
>>
Continuo ad
assistere al battibecco tra i due, quando scorgo
lo sguardo di Alastor, alternato tra Wood ed Yvonne. Sposta poi
l’attenzione su
di me, distogliendola rapidamente. Non sono mai riuscita a comprendere
quel
ragazzo. Non che ci abbia tentato più del necessario, ma un
pizzico di
curiosità verso i suoi sentimenti, ammetto di avercela avuta.
Come Teddy,
sembra sempre circondato da un alone di mistero,
eppure nel suo caso sono certa che Yvonne riuscirà a
scioglierlo. Chi potrebbe
mai farlo, se non lei?
E un rapido
pensiero si affaccia nella mia mente. Ci sarà
qualcuna che farà lo steso col mio
Teddy
Bear? Riuscirà a comprenderlo e stargli vicina come io non
sono in grado di
fare? Di certo non lo oblivierebbe se lui dovesse baciarla, queste sono
cose da
Victoire Weasley, da quella pazza di Victoire Weasley.
***
Non avevo dubbi
che sarei riuscita a convincere Yvonne a
giocare come cacciatrice, così come ero sicura della nostra
vittoria. Dopo
qualche pluffa ben assestata, qualche disarcionamento da parte dei miei
bolidi
e la conquista del boccino, la partita è stata nostra.
E i
festeggiamenti in Sala Comune sono d’obbligo, così
come
le mie danze scatenate e quelle di Yvonne. Dylan sembra fuori di
sé dalla
gioia, saltella ovunque, abbracciando ogni essere vivente, persino il
gattaccio
della Robbins.
Ma quando si
ferma davanti a Marie, non riconoscendola
subito e accingendosi a riservarle lo stesso trattamento, si ferma
all’istante.
La sua espressione spaventata fa supporre che abbia appena visto un
Troll per
niente amichevole.
E si volta
immediatamente, lasciando la Summers impalata a
fissarlo. Che imbecille!
<<
Ehi, voi… avete per caso bevuto? >>
Io ed Yvonne ci
voltiamo verso un prefetto occhialuto di cui
sinceramente non riesco a ricordare il nome. Sistema gli occhiali sul
naso, scrutandoci
con un cipiglio severo. Io ed Yvy ci rivolgiamo un’occhiata,
prima di scoppiare
a ridergli in faccia. Il povero ragazzo ci fissa sbalordito e un
tantino
risentito, prima che Shacklebolt chiarisca la situazione.
<<
Non sono ubriache, sono proprio così…
>>
Il Grifondoro
sembra irrigidirsi alla presenza di Alastor,
per poi annuire e scappare via dopo essersi inchinato quasi fosse un
elfo
domestico.
<<
Shackl… Sha… bello! Certo che incuti davvero
paura,
eh? >>
<<
Sarà per il suo solito cipiglio severo? >>
Teddy mi si
avvicina, sorridendomi e partecipando alla
discussione sul caposcuola.
<<
Oh, io lo trovo sexy! >>
<< Cos…
>>
<<
Yvonne credo che tu sia l’unica a pensarlo!
>>
<<
Bhè, ma perché lei è strana!
>>
Alastor sbuffa,
voltandoci le spalle e compiendo qualche
passo verso i dormitori maschili. Si ferma l’attimo dopo,
ruotando il busto e
guardando Yvonne.
<<
In ogni caso… bella partita >>
E va via,
lasciando la mia migliore amica a fissarlo con un
sorriso ebete stampato in faccia. Ora si che sembra ubriaca. Ma
è osservandola
mi rendo conto che più dell’adrenalina provata sul
campo, è questo che riesce a
riempirla di gioia. Una sua parola, uno sguardo ed è felice.
E’
questo l’amore?
Prima di dedicarmi alle spiegazioni
riguardanti il capitolo, c’è qualcosa da dire.
Il capitolo è dedicato ad
un’amica, ad
una lettrice ed autrice di Epf. La conoscerete col nome di
‘BarbonaGirl’.
Un ringraziamento per ciò che ha fatto:
impiegare il suo prezioso tempo per realizzare un video su
You&Me. Un video
che dovete assolutamente vedere e su cui mi auguro di leggere i vostri
pareri.
Eccolo… http://www.youtube.com/watch?v=_KQ2-O3SNIs&feature=feedf
Date anche un’occhiata alle sue storie,
ha bisogno di crescere, anche se i fans non le mancano! xD
Tornando alla storia… so che poco accade
in questo capitolo che sembra essere più di preparazione. Ma
scrivendo altro
sarebbe risultato troppo lungo e stancante!
Mi piaceva comunque riservare un
‘angolino’ per Victoire e Teddy.
Non ci sarà un altro p.o.v per questa
volta!
Ultima cosa, dal momento che la storia è
seguita da tante persone, di certo non mi aspettavo che le recensioni
diminuissero! Invece è ciò che è
accaduto… mi auguro che in futuro sia diverso!
Un
bacio! :*