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Autore: MiaStonk    03/05/2011    8 recensioni
Dimenticate una Victoire Weasley semplicemente perfetta, altezzosa e superba. Dimenticate la ragazza che ammalia col suo sguardo e il suo portamento elegante. Dimenticate la ragazza con un ottavo di sangue Veela. Fate spazio ad una giovane Grifondoro esuberante e chiassosa. Ad un giocatrice di Quidditch in gamba e stravagante. Ad un'amica leale e impicciona, ad una Victoire imperfetta, semplicemente Weasley.
Dal prologo: Ho sangue Veela nelle vene.
Lunghi capelli biondi, chiari come i raggi di una spenta luna.
Occhi di un azzurro pallido, ghiaccio direbbe qualcuno.
Ma i geni Delacour si fermano qui[...]
Non ho un portamento aggraziato, sono goffa e rumorosa.
Non ammalio con il mio sguardo, tutt’al più faccio ridere.
Sono l’orgoglio di mio zio George e la disgrazia di mia madre.
Sono una Weasley, e fiera di esserlo[...]
In ultimo, ma non meno importante, Teddy Lupin mi è completamente indifferente.
No, non sono innamorata di lui come in molti sperano.
Nemmeno lo odio come si vocifera.
A stento so che esiste, a stento ci rivolgiamo la parola.
Io vivo nel mio mondo fatto di caos e allegria.
Lui vive nel suo, fatto di ordine e noia.
Io e lui, opposti che non si attraggono.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Teddy Lupin, Victorie Weasley
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'You&Me'
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7. Sfoghi, Annunci e Vittorie

 

<< Su Marie, sbrigati! >>

<< Vai da Teddy e diglielo! >>

<< Ma… ma… mi vergogno! >>

 

Naturalmente non do minimamente peso alla titubanza della Summers, né mi preoccupo del fatto che possa davvero non volerlo fare. La spintono, in modo che riscenda gli ultimi gradini della scala che conduce al dormitorio femminile e io ed Yvonne restiamo ben nascoste ad osservare la scena.

 

La Sala Comune è, a quest’ora, quasi vuota. I soli occupanti sono quei tre cadaveri di Teddy, Dylan e Shacklebolt. Il primo è poggiato al bracciolo della poltrona su cui Alastor è seduto, l’argomento della loro conversazione sarà di certo noiosissimo perché Wood non si è unito a loro.

 

E’ seduto sul tappeto, gambe incrociate e sguardo perso nel vuoto. E’ più di una settimana che ha quell’atteggiamento da sociopatico, come si dice chi zoppica… va con lo zoppo,no?

Solo quando Marie raggiunge Teddy, lo vedo rialzare il capo e seguire ogni suo gesto o movimento con quegli occhi da pesce lesso.

 

<< Teddy, ecco… dovrei chiederti se… >>

 

Naturalmente la Summers tentenna e non riesce a portare a termine il compito affidatole da me ed Yvonne.  Una mansione semplicissima tra l’altro e ora che ci penso avrei fatto meglio ad incaricare un primino sprovveduto, piuttosto che il timido pulcino.

 

<< Andiamo Summers! Cosa sarà mai? >>

 

La testa di Yvonne sbuca dal muro dietro il quale siamo nascoste, incitando Marie a finire ciò che ha iniziato. Ma il suo sguardo implorante mi suggerisce che non dirà mai a Teddy ciò per cui è stata commissionata. Anche Yvonne deve rendersene conto perché continua a sbraitare.

 

<< Oh, per le mutande a pois di Merlino! Teddy dovrai farci un enorme favore, te la senti? >>

 

Teddy alza le sopracciglia quasi fino all’attaccatura dei capelli, tanta è la sorpresa per la richiesta di Yvy. Lancia un’occhiata ad Alastor che annuisce, continuando a fissare Yvonne con un cipiglio poco incoraggiante, quasi a sfidarla a sparare l’ennesima cazzata.

 

<< Di cosa si tratta? >>

 

<< E’ un compito di grande responsabilità, Lupin… devi essere certo di volerlo fare! >>

 

<< Va… va bene >>

 

Io ed Yvonne ci scambiamo un’occhiata complice, la vedo posare una mano sulla bocca, starà di certo trattenendosi dal ridere. Per evitare che lo faccia davanti a Teddy, prendo io la parola, compiendo qualche passo in avanti, ma restando ben ferma sui gradini alti della scala.

 

<< Dovrai cercare di risalire queste scale, che al tuo tentativo si tramuteranno in uno scivolo >>

 

Marie abbassa lo sguardo e arrossisce, probabilmente per l’imbarazzo di avere delle amiche come noi. Teddy sgrana gli occhi, sicuramente stupito mentre Alastor scuote il capo esasperato. Dylan, poco distante trattiene una risatina. Avrei dovuto chiederlo a lui, miseriaccia!

 

<< Ho paura a chiedertene il motivo >>

 

<< E’ molto semplice Teddy Bear! Una volta che ci sarà lo scivolo, io ed Yvonne potremmo divertirci come ad un parco giochi! >>

 

Immaginavo che in seguito alla mia chiarificazione, sarebbe calato un silenzio imbarazzante. Imbarazzante per loro, non certo per me o Yvonne.

 

<< Potreste impegnare in altro il vostro tempo… magari studiando >>

 

Shacklebolt cerca di distoglierci dai nostri propositi di trascorrere una serata nel puro divertimento. Non ci riuscirà! La sociopatia non è contagiosa, da quel che so.

 

<< Ho già copiato i compiti da Marie e Vicky ha fatto altrettanto! Ergo, non abbiamo niente da fare! >>

 

La Summers abbassa ancora di più lo sguardo, in seguito ad un’occhiataccia di Alastor, quasi saltellando da un piede all’altro, a disagio. Teddy porta una mano alla testa, grattando distrattamente la nuca e alternando lo sguardo dalle scale alla poltrona su cui è seduto il sociopatico numero due.

 

Shacklebolt si rialza, affondando le mani nelle tasche dei pantaloni e incamminandosi verso il suo dormitorio. Rivolge a noi un’ultima occhiata, che entrambe interpretiamo come un segno di saluto. Ricambio, sventolando la mano e saltellando mentre Yvonne gli strizza l’occhio, soffiandogli un bacio.

 

<< Dormi bene, dolcezza! >>

 

Lo vedo voltarsi immediatamente e risalire le scale verso la propria stanza come inseguito da un ippogrifo impazzito. Scrollo le spalle, riportando la mia attenzione ai pochi rimasti.

 

<< Insomma, chi vuole provarci? >>

 

Ancora silenzio. Anche Teddy si rialza, fermandosi un istante. Ho l’impressione che sia indeciso su cosa fare, eppure deve optare per l’opzione a me più sgradita perché, dopo un cenno di saluto con la mano, va via.

 

Culla dei coraggiosi, un corno!

 

Io ed Yvonne volgiamo lo sguardo verso Dylan che, improvvisamente, si irrigidisce. Avrà capito che lui è la nostra ultima speranza. Balza in piedi, marciando verso le scale del dormitorio maschile, con una celerità mai vista.

 

<< Marie fermalo! >>

 

Alle mie parole, Dylan si blocca all’istante, voltandosi verso la Summers, che non sembra intenzionata ad obbedirmi, resta impalata a fissarlo. Gli occhi da pesce lesso, questa sera, sono in due ad averli. Io e Yvonne ci scambiamo un’occhiata, sospirando mestamente. E’ chiaro che la nostra iniziativa non andrà a buon fine.

 

Ci voltiamo, risalendo stancamente gli ultimi gradini, con l’intento di lasciare quei due soli per un po’. Ma appena giunte alla porta della nostra camera, Marie ci raggiunge.

 

<< Sei già tornata? >>

 

<< Si! >>

 

Si intrufola nella stanza prima di noi, dirigendosi rapidamente verso il bagno. L’amore deve far davvero schifo! E se è così mi chiedo perché tutti, ma proprio tutti finiscono col cedere ad esso. Insomma, dov’è il loro spirito di sopravvivenza?

 

                                                                         ***

 

Manca poco a Natale, così come manca poco alla partita contro quelle stramaledette Serpi. Dylan ci costringe ad allenarci continuamente e il suo attuale stato da brontolone sociopatico rende il tutto ancor meno sopportabile. Nelle sue condizione è anche impossibile prenderlo in giro, si infervora per un non niente e sono circa tre giorni che mi costringe a lavorare il doppio solo per aver protestato sull’orario concordato per gli allenamenti.

 

Maledettissimo despota!

 

Striscio oltre il ritratto della Signora grassa, affondando letteralmente sulla prima poltrona che compare sul mio percorso. Ma poiché Merlino, Morgana e chi altri, mi amano alla follia, non mi accorgo che il posto è già occupato e naturalmente da Teddy Lupin.

 

Balzo in piedi con una certa difficoltà, dopo che mi ci sono completamente seduta sopra, ma nel tentativo, perdo l’equilibrio, cadendo rovinosamente col didietro sul pavimento.

 

<< Ahu… >>

 

<< Stai bene? >>

 

Rialzo lo sguardo, rivolgendogli un’occhiataccia seccata e tentando con difficoltà di rimettermi in piedi. Come posso stare bene se ho appena battuto il mio sederino a terra? Sbuffo scocciata, sprofondando sul divano. In realtà non ce l’ho con lui, ma con quell’ oppressore di Wood.

 

<< Oggi ho ricevuto questa da Harry… c’è un pezzetto scritto da James, indirizzato anche a te >>

 

Si siede accanto a me, porgendomi un foglio di pergamena. Lo afferro prontamente, ansiosa di leggere notizie del piccolo Jamie. I miei occhi scorrono veloci sulle righe indicatemi e non posso non sorridere nel notare una grafia incerta e disordinata.

 

… e riferisci a mia cugina Vicky che mi manca troppissimo! Non vedo l’ora che arrivi Natale, così potrò parlare con lei di Quidditch e spaventare Albus con le storie sui dissennatori che lei ha promesso di raccontarmi! Papà non vuole parlarmene, non so perché! Tornate presto! Mi annoio tra tutti questi mocciosi..

 

Inutile trattenermi dallo sghignazzare. Il piccolo Potter sarà un mio degno erede, non ne ho dubbi. Devo ricordarmi di insegnargli qualche trucchetto interessante prima che l’anno prossimo arrivi ad Hogwarts.

 

<< Sei carina… >>

 

<< Cos…? >>

 

Teddy sussulta, portando le mani avanti e agitandole. Scuote il capo, apprestandosi a chiarire il suo commento mentre io rischio di strozzarmi con la mia stessa saliva.

 

<< Intendevo che è delizioso il modo in cui ti dedichi a James, agli altri piccoli Weasley… pur se non condivido l’idea di raccontar loro storie sui dissennatori, certo! >>

 

Sospiro quasi sollevata. Per un attimo ho temuto che potesse verificarsi qualcosa di simile a quel giorno… il giorno del bacio. Ma Teddy ha dimenticato tutto per cui… eppure avrei dovuto chiedergli una spiegazione al suo gesto, prima di decidere di obliviarlo. Bhè, pazienza!

 

<< Sono la maggiore, è naturale per me prendermi cura di loro! >>

 

Gonfio il petto, battendo qualche colpetto sullo sterno. Sono orgogliosa della mia famiglia, è mio dovere occuparmene. Vedo Teddy sorridermi e so che la pensa esattamente come me.

 

<< In fondo… tu fai lo stesso… >>

 

<< Ci provo… siete la mia famiglia dopotutto >>

 

E’ così. Teddy ha trascorso con noi la sua infanzia, tra la Tana e Grimmuld Place. Lo osservo, pensando per la prima a volta a quanto difficile dev’essere stato per lui crescere senza l’affetto dei suoi. Io mi sono spesso lamentata di mia madre, o meglio lo faccio continuamente, eppure non so cosa avrei fatto senza di lei.

 

E posso scorgere negli occhi di Teddy quel velo di tristezza che raramente posso intravedere. Probabilmente perché non ci addentriamo spesso in simili discorsi.

 

<< Quand’ero bambina… credevo che tu fossi uno dei  miei tanti cugini. Probabilmente mi forviava il fatto che anche tu ti rivolgevi ai Potter chiamandoli zii… >>

 

<< Ecco, si… immagino che sia per questo… però ecco io, non ti ho mai considerata una mia cugina, cioè… >>

 

E ora perché sarà arrossito? Gli sorrido, posandogli una mano sul braccio, calmare Teddy è semplice, basta un semplice contatto fisico. Lo rammento perché quando eravamo piccoli e si adombrava di tanto in tanto, vedevo zia Ginny o nonna Molly stritolarlo in uno dei loro abbracci e subito lui tornava a sorridere.

 

Non avrei mai pensato che la stretta alla Weasley avesse poteri catartici. Probabilmente è così solo per Teddy Bear.

 

<< I tuoi… pensi mai a loro? >>

 

Domanda sciocca. Me ne rendo conto quando si volta a fissarmi con un’espressione indecifrabile in volto. Sono una stupida, non è il modo più adatto per avvicinarmi a lui o fare conversazione.

 

<< Scus… scusa non volevo… >>

 

<< Si… >>

 

Sgrano gli occhi, osservandolo rispondere candidamente alla mia domanda. Abbassa lo sguardo, congiungendo le mani dopo aver posato i gomiti sulle ginocchia. Fissa un punto imprecisato davanti a sé e continua a parlarmi.

 

<< E ora lo faccio in maniera diversa. Da bambino ero costantemente arrabbiato, con loro soprattutto. Mi avevano abbandonato, scioccamente ce l’avevo con loro perché erano morti >>

 

Ha un tono di voce diverso, rotto dall’amarezza. Prima d’ora Teddy non si era mai confidato con me, mai. Mi avvicino a lui, voglio ascoltarlo, voglio imprimere nella mente il Teddy che nessuno conosce.

 

<< Ma il sacrificio che hanno fatto per me… per noi tutti, non posso dimenticarlo. Loro sono la ragione per cui io vivo, sono degli eroi, non… non credi? >>

 

<< Si! >>

 

Rispondo prontamente, senza la minima titubanza. Non solo per rassicurarlo, ma soprattutto perché credo in ciò che ha appena detto. Mi sorride, quasi riconoscente ed io faccio lo stesso.

 

<< Sai, mio padre mi ha parlato spesso della tu mamma >>

 

Mi fissa, sbattendo più volte le palpebre e voltandosi verso di me, raddrizzandosi meglio sulla poltrona. Vuole ascoltarmi.

 

<< Quando inciampavo nei miei stessi piedi, quando combinavo un disastro e la mamma mi rimproverava di essere troppo goffa… mi rifugiavo in camera mia e stupidamente singhiozzavo. Papà veniva da me e prendendomi tra le braccia, cercava di consolarmi. Diceva che non c’era nulla di male nell’essere sbadati o nell’avere le dita di burro, anzi…  adorava i miei pasticci perché gli ricordavo una sua vecchia amica >>

 

Teddy continua a guardarmi incredulo, ed io continuo a parlargli, a raccontarmi. Ora è il mio turno. Non gli ho mai detto questa cosa prima d’ora e solo ora me ne pento. Probabilmente ci avrebbe resi più simili, ci avrebbe avvicinati di più.

 

<< Mi parlava di lei, del suo coraggio e della sua vitalità ed io mi sentivo meglio. Fu perché volevo assomigliare a lei che non piansi più dopo aver rotto l’ennesimo bicchiere. Sapevo che sarei potuta diventare un auror eccezionale pur mantenendo le mie goffe caratteristiche. Teddy, sono cresciuta con la speranza di essere come lei >>

 

Posso cogliere la sorpresa sul suo volto e altre decine di emozioni che si mischiano alla sua candida espressione.  Mi capita, a volte, di guardarlo ed avere l’impressione di trovarmi dinanzi il vecchio Teddy, quello bambino, quello che trascorreva con me ogni minuto della giornata.

 

Un Teddy musone, il più delle volte, ma anche divertente a modo suo. Quello che cambiava colore dei capelli o aspetto solo perché io ridessi e la smettessi di frignare per qualche assurdo capriccio dei miei. Gli sorrido ancora, non riesco ad evitarlo.

 

<< Grazie >>

 

<< Non ho fatto niente >>

 

Scuote il capo, distogliendo lo sguardo. E dopo tanto riesco ad assistere nuovamente alla manifestazione dei suoi poteri: vedo chiaramente alcune ciocche dei suoi capelli colorarsi di un tenue rosa. Istintivamente allungo una mano per sfiorarne alcune ciocche, ma la ritiro prontamente quando lui si volta verso di me.

 

E’ difficile riuscire a comprendere chi è Teddy Lupin, mi è persino difficoltoso capire me stessa quando sono con lui. E’ come se fosse avvolto da un muro spessissimo che nessuno è mai riuscito a valicare. Sembra una di quelle principessine protette dalla loro gabbia dorata e… devo smetterla di associarlo costantemente a personaggi femminili, diamine!

 

La voglia di essere l’unica a distruggere quell’ aura negativa che lo avvolge si fa ancora spazio in me, prepotentemente. E’ puro egoismo o la voglia di sentirlo più vicino? E’ questo in realtà che vorrei, accostarmi a lui, entrargli dentro. Ma perché?

 

Si rialza, posando una mano sulla mia testa e carezzandomi appena, quasi fossi una bambina. Mi sorride, piegando appena gli angoli delle labbra. E poi va via, lasciandomi sola nella Sala, a rimuginare su pensieri inconsistenti che si formano dentro la mia mente per poi svanire come cenere al vento.

 

Probabilmente non sono la persona più adatta per addentrarsi nei meandri più oscuri della sua anima, per svelare quella bellezza che so appartenergli. Sarà vero quello che spesso mi viene ripetuto, sono profonda poco più di una pozzanghera, il che per comprendere Teddy non è sufficiente.

 

                                                                      ***

 

<< Grugn… grugn… >>

 

Grugnisco poco elegantemente, lanciando occhiatacce risentite a quel tiranno che mi ritrovo come capitano. Naturalmente Wood mi ignora, continuando a mangiare tranquillamente la sua razione di cibo che spero vivamente gli vada di traverso. Yvonne accanto a me ridacchia, sorseggiando del succo di zucca mentre Marie, di fronte a lui, sembra totalmente estranea alla mia frustrazione.

 

<< Grugn… grugn… >>

 

<< Mh? >>

 

Finalmente Dylan rialza il capo, osservandomi con un sopracciglio inarcato e la forchetta ferma a mezz’aria, da cui ricade un pezzo del suo polpettone, schizzando di salsa la divisa del povero Teddy.

 

<< Ce l’ha con me? >>

 

La domanda di Wood è indirizzata un po’ a tutti  immagino, ma è Yvone che risponde allegramente. Del resto è l’unica che riesce a comprendere le mie manifestazioni di rabbia, persino Marie a volte si perde tra i miei versacci, senza riuscire a scorgerne il senso.

 

<< Naturalmente… ti sta parlando, non te ne sei accorto? >>

 

<< Ah, quella doveva essere una conversazione? >>

 

<< Dice che sei un despota e si augura fortemente che ti strozzi col polpettone! >>

 

Gli sorride raggiante, ritornando alla sua cena. A quelle parole i due sociopatici, Dylan e Marie, alternano lo sguardo tra lei e me, chi stupito, chi assolutamente annoiato come nel caso di Shacklebolt.

 

<< Perché non mi sorprende che tu comprenda il suo particolare linguaggio? >>

 

<< Oh, insomma! Come puoi restartene lì tranquillo quando oggi mi hai costretta a sistemare tutte le scope della scuola nel vecchio capanno, solo dopo avermi obbligata a percorrere il campo dieci volte? >>

 

La luce della comprensione attraversa gli occhi di Wood che, riprendendo a mangiare tranquillamente, mi sorride. Il suo è uno sguardo inquietante, davvero inquietante. Quegli angoli della bocca appena piegati in un ghigno terribile, l’espressione minacciosa e la calma che lo accompagnano, mi terrorizzano.

 

<< Weasley ti ho semplicemente punita per le tue azioni sconsiderate >>

 

<< Cosa ha fatto stavolta? >>

 

<< Ehi! >>

 

<< Ha colpito con un bolide la testa di un mio cacciatore, consapevolmente aggiungerei >>

 

Porto una mano al petto, sgranando gli occhi scandalizzata. E’ pur vero che l’ho fatto di proposito, ma  lui come può dubitare così della mia buona fede? E senza un’ombra di dubbio!

 

<< Mi ferisci! >>

 

<< Vic ti conosco abbastanza per sapere che tutto sei fuorché una ragazzina innocente e pacifica >>

 

<< Bhè, non ha tutti i torti >>

 

<< Zitta tu! >>

 

Do una gomitata ad Yvonne che mai riesce a farsi gli affaracci propri, lei me la restituisce e basta poco per azzuffarci. Quando la McGranitt si alza, schiarendosi la voce per comunicarci qualcosa, io ed Yvy restiamo impalate a fissarla. Le mie dita sono nella sua bocca, mentre le sue mani tirano qualche ciocca dei miei capelli, oggi assolutamente inguardabili.

 

<< Come saprete il giorno di Natale si avvicina, così come il tanto atteso Torneo. Prima che lasciate la scuola per far ritorno alle vostre famiglie nei giorni di festa, daremo un ballo, dove verranno annunciati i nomi dei candidati che avranno diritto a partecipare al torneo, tutti scelti dal professor McMillian in base alle loro prestazioni durante il corso. E’ tutto >>

 

La psuedo rissa tra me ed Yvonne si trasforma in un abbraccio, in cui coinvolgiamo anche la povera Marie. Dylan sbuffa, giocherellando con la forchetta e il suo amato polpettone. Shacklebolt posa un gomito sul tavolo, mantenendo il viso nel palmo aperto della mano e ci fissa esasperato.

 

<< Immagino che, a differenza di tutte le ragazze qui in Sala Grande, il vostro entusiasmo non sia per il ballo >>

 

<< Chi se ne frega del ballo! >>

 

<< Sapremo finalmente chi saranno i nostri avversari >>

 

<< Siete dunque certe che verrete scelte? >>

 

<< Naturalmente! >>

<< Naturalmente! >>

 

<< Neanche questo mi sorprende…  quello che invece mi sconvolge è che comincio a pensare come voi, maledizione!>>

 

E ritorna alla sua cena, probabilmente poso soddisfatto di ciò che ha udito e borbottato. E noi continuiamo a ciarlare di possibili candidati, scartandone la maggior parte per incapacità cronica, quando un trafelato Sloper, cacciatore dei Grifondoro, si avvicina a Wood, agitando le mani in aria e borbottando qualcosa di poco comprensibile.

 

Poi si lamentano dei miei grugniti!

 

<< COSA? >>

 

Dylan balza in piedi, afferrando il povero Robert per il colletto della camicia e iniziando a strapazzarlo, muovendolo avanti e indietro.

 

<< Scusami, scusami… mi dispiace, ma non c’entro nulla! E’ stata Madama Pomfrey a deciderlo e sai quanto sia irremovibile! >>

 

Il capitano lo lascia andare con uno strattone, accasciandosi sulla panca e prendendo la testa tra le mani, inizia a dondolare in modo decisamente inquietante, ma anche divertente. L’attimo dopo rialza lo sguardo su di me e se fosse stato dotato della capacità di incenerire con gli occhi, di certo ora sarei solo un cumolo di cenere.

 

Uhm, che scena spassosa!

 

<< Weasley… >>

 

<< Ahm… si?  >>

 

Porto istintivamente il busto indietro, posando le mani sul tavolo, quasi pronta a darmi alla fuga se fosse necessario. Ha pronunciato il mio nome in un sibilo davvero minaccioso e la sua collera riesco addirittura a tastarla tanto è intensa.

 

<< Sono appena stato informato che per colpa tua, il mio cacciatore non sarà in grado di disputare la partita di dopodomani contro i Serpeverde… ora… trovami una soluzione prima che ti impedisca di salire su una scopa per il resto della tua vita! >>

 

Ops!

 

Mi guardo intorno, quasi la soluzione a questo dramma dovesse arrivarmi da un angolo o l’altro della Sala Grande. E quando il mio sguardo si ferma su Yvonne, un lampo di genio mi colpisce.

 

<< LEI! >>

 

La indico, urlando e attirando non poche occhiatacce da parte degli altri studenti. Yvonne, che tossisce dopo il quasi soffocamento col suo succo di zucca, si volta a guardarmi con aria confusa. Lo stesso fanno Dylan e gli altri.

 

<< Cosa? >>

 

Gracida appena e scorgendo il mio sorrisino compiaciuto, riposa il bicchiere con forza sulla superficie del tavolo, per lanciarmi un’occhiata allarmata.

 

<< Non pensarci neppure! >>

 

<< Ma si! >>

 

Anche Dylan deve aver pensato alla stessa soluzione perché sembra rianimarsi d’un tratto e battendo le mani, gioisce della meravigliosa trovata.

 

<< Siete per caso impazziti? Non lo faccio, io odio il Quidditch! >>

 

<< Ma se alla Tana non fai altro che giocarci! >>

 

<< Solo perché i tuoi zii e cugini mi costringono! >>

 

<< Lo fai anche nel retro del mio cortile, a dire il vero… >>

 

<< Solo perché a costringermi  sono padre e la tua sorellina rompiscatole! >>

 

Continuo ad assistere al battibecco tra i due, quando scorgo lo sguardo di Alastor, alternato tra Wood ed Yvonne. Sposta poi l’attenzione su di me, distogliendola rapidamente. Non sono mai riuscita a comprendere quel ragazzo. Non che ci abbia tentato più del necessario, ma un pizzico di curiosità verso i suoi sentimenti, ammetto di avercela avuta.

 

Come Teddy, sembra sempre circondato da un alone di mistero, eppure nel suo caso sono certa che Yvonne riuscirà a scioglierlo. Chi potrebbe mai farlo, se non lei?

 

E un rapido pensiero si affaccia nella mia mente. Ci sarà qualcuna che farà lo steso col mio Teddy Bear? Riuscirà a comprenderlo e stargli vicina come io non sono in grado di fare? Di certo non lo oblivierebbe se lui dovesse baciarla, queste sono cose da Victoire Weasley, da quella pazza di Victoire Weasley.

 

                                                                 ***

 

Non avevo dubbi che sarei riuscita a convincere Yvonne a giocare come cacciatrice, così come ero sicura della nostra vittoria. Dopo qualche pluffa ben assestata, qualche disarcionamento da parte dei miei bolidi e la conquista del boccino, la partita è stata nostra.

 

E i festeggiamenti in Sala Comune sono d’obbligo, così come le mie danze scatenate e quelle di Yvonne. Dylan sembra fuori di sé dalla gioia, saltella ovunque, abbracciando ogni essere vivente, persino il gattaccio della Robbins.

 

Ma quando si ferma davanti a Marie, non riconoscendola subito e accingendosi a riservarle lo stesso trattamento, si ferma all’istante. La sua espressione spaventata fa supporre che abbia appena visto un Troll per niente amichevole.

 

E si volta immediatamente, lasciando la Summers impalata a fissarlo. Che imbecille!

 

<< Ehi, voi… avete per caso bevuto? >>

 

Io ed Yvonne ci voltiamo verso un prefetto occhialuto di cui sinceramente non riesco a ricordare il nome. Sistema gli occhiali sul naso, scrutandoci con un cipiglio severo. Io ed Yvy ci rivolgiamo un’occhiata, prima di scoppiare a ridergli in faccia. Il povero ragazzo ci fissa sbalordito e un tantino risentito, prima che Shacklebolt chiarisca la situazione.

 

<< Non sono ubriache, sono proprio così… >>

 

Il Grifondoro sembra irrigidirsi alla presenza di Alastor, per poi annuire e scappare via dopo essersi inchinato quasi fosse un elfo domestico.

 

<< Shackl… Sha… bello! Certo che incuti davvero paura, eh? >>

 

<< Sarà per il suo solito cipiglio severo? >>

 

Teddy mi si avvicina, sorridendomi e partecipando alla discussione sul caposcuola.

 

<< Oh, io lo trovo sexy! >>

 

<<  Cos… >>

 

<< Yvonne credo che tu sia l’unica a pensarlo! >>

 

<< Bhè, ma perché lei è strana! >>

 

Alastor sbuffa, voltandoci le spalle e compiendo qualche passo verso i dormitori maschili. Si ferma l’attimo dopo, ruotando il busto e guardando Yvonne.

 

<< In ogni caso… bella partita >>

 

E va via, lasciando la mia migliore amica a fissarlo con un sorriso ebete stampato in faccia. Ora si che sembra ubriaca. Ma è osservandola mi rendo conto che più dell’adrenalina provata sul campo, è questo che riesce a riempirla di gioia. Una sua parola, uno sguardo ed è felice.

 

E’ questo l’amore?

 

 

 

 

Prima di dedicarmi alle spiegazioni riguardanti il capitolo, c’è qualcosa da dire.

Il capitolo è dedicato ad un’amica, ad una lettrice ed autrice di Epf. La conoscerete col nome di ‘BarbonaGirl’.

Un ringraziamento per ciò che ha fatto: impiegare il suo prezioso tempo per realizzare un video su You&Me. Un video che dovete assolutamente vedere e su cui mi auguro di leggere i vostri pareri.

Eccolo…      http://www.youtube.com/watch?v=_KQ2-O3SNIs&feature=feedf    

Date anche un’occhiata alle sue storie, ha bisogno di crescere, anche se i fans non le mancano! xD

 

Tornando alla storia… so che poco accade in questo capitolo che sembra essere più di preparazione. Ma scrivendo altro sarebbe risultato troppo lungo e stancante!

Mi piaceva comunque riservare un ‘angolino’ per Victoire e Teddy.

Non ci sarà un altro p.o.v per questa volta!

Ultima cosa, dal momento che la storia è seguita da tante persone, di certo non mi aspettavo che le recensioni diminuissero! Invece è ciò che è accaduto… mi auguro che in futuro sia diverso!

Un bacio! :*

                                   

 

   
 
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