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Autore: Luz_    04/05/2011    2 recensioni
Nessuna continuità.
Nessuna storia.
Solo un solo filo rosso che inizia per A e termina per Z.
Alex e Zoe, gli antipodi della loro storia.
[...] “In sintesi: sì, amo te. Amo te, Zoe. Amo le cose più banali che ti caratterizzano, amo i tuoi occhi, le tue labbra, il tuo sorriso. Ma anche il neo che hai sulla nuca, non vorrei si offendesse. Amo il dentifricio che dimentichi di sciacquare via dal labbro la mattina e che levo con un bacio appena ci incontriamo; amo quando ti arrabbi e mi offendi, perché le offese che crei sono le più belle che io abbia mai ascoltato. Amo il pensiero che forse, io e te, un giorno andremo a fare la spesa insieme per riempire il nostro frigorifero. Amo gli infiniti motivi per cui ti sto dicendo queste cose. E come dimenticarlo, amo il pensiero che tu ami me. Perciò in sintesi, Zoe: io sì, amo te.”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questo momento è nato dopo aver visto ancora una volta il film Brothers, davvero bello secondo me e che consiglio a tutti. Diciamo che mi ha 'ispirato' la tematica, tremendamente attuale purtroppo e che molti la vivono indirettamente, altri in prima persona..spero apprezzerete. :)
Per il prossimo momento proverò a creare qualcosa di più simpatico e divertente :D




9. When the war is over, we'll be too tired to enjoy life.

Non so chi ha detto che solo i morti
hanno visto la fine della guerra.
Io ho visto la fine della guerra.
Ma la domanda è: potrò tornare alla vita?



Erano ormai passate diverse ore da quando il sole si era nascosto oltre l’orizzonte, lasciando il posto alla luna e al cielo infinito.
Ma lui era ancora lì, seduto sotto la veranda, fermo, immobile, ad osservare l’orizzonte, ma senza soffermarsi su un qualche preciso particolare.
Guardava. Guardava ciò che non avrebbe più potuto ammirare, guardava ciò che per mesi aveva rappresentato un miraggio irraggiungibile ed ora che vi era giunto, era svanito con soffio di vento. Volato via senza poter essere più afferrato. Ciò era la libertà.
La libertà di sorridere. La libertà di camminare per le strade della sua città. La libertà di parlare. La libertà di amare. La libertà di vivere.
Aveva perso tutto ed ora, quella distesa immensa di cielo, tutta quella libertà, gli apparivano un quadro bellissimo in cui avrebbe voluto immergersi per quanto fosse reale e tangibile ciò che vedeva.
Ma non avrebbe potuto farlo, ormai ne era ben consapevole. La sua vita non era più lì, a Londra; la sua vita era tra i suoi compagni, tra tutti coloro che lo chiamavano capitano, tra tutti coloro i cui visi esprimevano fiducia e fedeltà verso ciò che condividevano; la sua vita era in tutti quei giovani che capitanava e che aveva visto morire, sgretolarsi come polvere al vento sabbioso che soffia sull’Afghanistan; la sua vita era in quel vento.
Chiuse gli occhi e li rivide, uno per uno, ogni volto, ogni sorriso, li rivide tutti schieratigli di fronte, prima di quella missione suicida.
Avrebbe dovuto lasciarli restare in tenda, stesi nelle loro misere brandine, a comportarsi da ragazzi quali erano nell’inferno in cui si trovavano; tuttavia li aveva chiamati in riga, aveva mostrato loro la missione e fu in quel momento che diventarono degli eroi. Non si erano tirati indietro: era quella la loro missione e non avrebbero mai lasciato il loro capitano.
Ma ora si domandava a cosa fosse servita tutta quella fiducia.
A condannarli a morte, si rispose, come ormai accadeva in ogni istante della giornata.
Perché non avevano dubitato anche solo per un istante di lui? Perché nessuno tra loro gli aveva posto la domanda: “Perché farlo? Moriremo.”
Se ci fosse stato quel qualcuno, forse non li avrebbe destinati a quella fine e non si sarebbe chiesto ogni mattina al sorgere del sole perché fosse ancora vivo, perché lui, Alex, che aveva il compito di proteggere quei ragazzi, fosse vivo.
In quell’istante percepì un toccò sulla spalla e prontamente portò la mano sulla pistola, ormai sua fedele compagna.
“Alex.”
Era soltanto lei, Zoe, la donna della sua vita, come avrebbe pensato prima che tutto accadesse; ora non sapeva chi fosse davvero, non aveva il coraggio di riscoprire cosa rappresentasse realmente per lui, poiché avrebbe ucciso anche lei, avrebbe ucciso tutto ciò che amava.
La guardò, ma senza osservarla veramente; il suo sguardo andava oltre il suo viso, tornava ad ammirare il cielo imponente alle sue spalle.
Zoe si inginocchiò e pregò chiunque ci fosse in quel cielo di riportarle suo marito, di far tornare da lei l’uomo che amava, ma che era morto in Afghanistan. Lì, davanti i suoi occhi, vi era qualcuno di sconosciuto, vi era un uomo privo di quello sguardo profondo come l’oceano, che l’aveva fatta tanta innamorare.
“Alex, guardami, parlami. Dimmi qualcosa.”
Ci provò: spostò gli occhi plumbei sul volto di sua moglie e scrutò quel volto giovane, ma tracciato da linee di tensione e apprensione che le donavano un aria più matura di quanto fosse davvero. Ancora una volta per colpa sua.
“Non devi preoccuparti per me.”le disse ed accennò un sorriso, ma non seppe dire se ci fosse realmente riuscito.
Gli occhi di Zoe si velarono di lacrime nascoste, che lottavano con forza per essere scacciate via. “Non escludermi da ciò che ti sta succedendo, ti prego. Non respingermi.”
“Devo farlo, Zoe.”
“No, non devi. Io sono qui per aiutarti, sono qui per te capisci? Nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita. Ricordi? E’ ciò che mi hai sempre ripetuto.”
Ma Alex scosse il capo senza fermarsi, lo scosse con vigore, mandando via il desiderio di stringerla a sé e di baciarla come se fosse il giorno del loro matrimonio.
“Perché no? Perché non mi vuoi?”mormorò tra le ormai lacrime che scorrevano lungo le sue guance e bagnavano l’erba fresca su cui era inginocchiata.
E fu allora che Alex non fu capace di reprimere ciò che premeva con forza nel suo petto. “Io ti voglio più della mia stessa vita, Zoe!”gridò con tutto il fiato che i suoi polmoni erano in grado di fornirgli. “Io ti ho voluta in ogni istante della mia vita da quando ti ho conosciuta! Ti ho voluta, mentre ammazzavo quei bastardi in quel paese di merda! Ti ho voluta, mentre tutti morivano ed io vivevo! Ti desidero ora, come desidero essere morto al posto di quei ragazzi, Zoe! Ma non posso, non posso più amare, non deve esserci più nessuno che abbia fiducia in me! Se ognuno nella vita ha ciò che si merita... io perché ho avuto te?”
Zoe era priva di parole. Osservava Alex camminare infuriato, tentando di comprendere cosa potesse fare per strappare via da lui quel dolore. La cicatrice sarebbe rimasta per il resto della sua vita, ne era consapevole, ma non poteva perderlo, ora che era tornato da lei.
Si alzò lentamente e si avvicinò ad Alex, che ansimava per la foga con cui aveva gridato il suo dolore; non si mosse, mentre la guardava avanzare verso di lui né quando sentì il suo tocco sul viso, bensì chiuse gli occhi e se ne beò completamente. Dopo molti mesi finalmente percepiva un piccolo senso di benessere attraversare tutto il suo corpo.
“Cosa stai facendo?”
“Cerco l’uomo che amo e che so che è ancora qui da qualche parte.”
“Cerchi invano, Zoe.”replicò Alex amaramente.
“Sta’ zitto.”
Le sue mani continuarono il loro viaggio: percorsero i capelli corti che stavano pian piano ricrescendo; la fronte alta, dove tentarono di spianare le rughe di apprensione ormai costantemente presenti; le palpebre chiuse; le guance, divenute spigolose e scarne; i contorni delle labbra rosee, che si schiusero a quel tocco delicato così familiare; il collo; le spalle possenti e rigide; ed infine il cuore, dove sentì il suo Alex, vivo e forte, come era prima di imbarcarsi su quel volo di sola andata.
“Eccoti.”sussurrò, mentre appoggiava l’orecchio su quella porzione di petto in cui il battito scandiva i secondi di quella notte. “Sei qui, non sei mai andato via.”
“Forse ti sbagli..”
Ma lei scosse il capo e continuò ad ascoltare quel suono in cui c’era tutto il suo Alex, tutta la sua più intima essenza, che non riusciva a trovare una via d’uscita per tornare a rendere vivo quel corpo.
Infine sollevò il capo e lo trovò ad occhi chiusi con dipinta in viso un’espressione tranquilla che non scorgeva da tempo; senza altri indugi si avvicinò al suo volto e sollevandosi sulle punte, raggiunse la bocca a forma di cuore di Alex, che sobbalzò per quel contatto inaspettato.
“E qui, ci siamo noi.”gli sussurrò a fior labbra, finchè non combaciarono alla perfezione, e si plasmarono in un unico corpo.


Grazie per essere arrivati fin qui. <3
   
 
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