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Autore: Kuchiki Chan    05/05/2011    7 recensioni
C’era stato un tempo, prima della fondazione dei Deathberries, in cui per Kurosaki Ichigo il momento migliore della giornata consisteva nel prendere in mano la sua chitarra.
Ora, le cose erano cambiate.
O almeno, si erano modificate.
Sentiva di aver trovato il suo posto nel mondo solo quando poteva suonare accompagnando la voce di Kuchiki Rukia, e quando cantava mescolando la propria voce a quella di lei. Anche se non l’avrebbe mai ammesso davanti a qualcuno, nemmeno sotto tortura.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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The Deathberries...Live in Karakura!

2) Your voice is my drug

C’era stato un tempo, prima della fondazione dei Deathberries, in cui per Kurosaki Ichigo il momento migliore della giornata consisteva nel prendere in mano la sua chitarra. Ora, le cose erano cambiate.
O almeno, si erano modificate. Sentiva di aver trovato il suo posto nel mondo solo quando poteva suonare accompagnando la voce di Kuchiki Rukia, e quando cantava mescolando la propria voce a quella di lei. Anche se non l’avrebbe mai ammesso davanti a qualcuno, nemmeno sotto tortura.

I Deathberries erano una delle sue ragioni di vita. Aveva avuto l’idea di fondare una band insieme al suo amico Renji, più di un anno prima. Suonava la chitarra già da molto tempo, e avrebbe voluto mettere a frutto i suoi studi e il suo talento.
Non che volesse diventare famoso, Ichigo era sempre stato un tipo piuttosto tranquillo; uno di quelli che odia i posti affollati e l’essere al centro dell’attenzione.
Semplicemente voleva divertirsi con i suoi amici per mezzo della musica, che aveva sempre amato fin da quando era piccolo.

Ricordava ancora ogni particolare di quella luminosa giornata d’agosto in cui i Deathberries erano stati fondati.

- Renji, perché non cerchiamo di mettere su una band?-

Era iniziato tutto così, con una proposta fatta a bruciapelo a uno dei suoi migliori amici. Sapeva già che Renji  suonava il suo stesso strumento: più volte avevano suonato insieme a casa sua in orari improponibili, causando le proteste e il malcontento dei vicini. Ogni volta che voleva farsi una bella risata, gli bastava pensare alla faccia della vecchietta in vestaglia che era venuta a bussare alla sua porta per protestare, dopo che lui e il suo amico avevano improvvisato un concerto di chitarre alle tre di notte.

- U…una band?! Come ti è venuta un’idea simile, Ichigo?-

Ricordava benissimo la faccia sorpresa di Renji, quando si era sentito fare quella domanda strana. E ricordava alla perfezione ciò che gli aveva risposto.

- Credi che sia una brutta idea? Non dev’essere poi così difficile! Molti dei nostri amici e conoscenti suonano qualcosa, ci basta chiedere un po’ in giro per trovare un basso, una batteria e una voce. Potrebbe essere divertente!-

Renji si era preso il mento tra le mani, pensandoci su. Poi, si era girato verso Ichigo con un sorriso sghembo, e aveva risposto: - Ok, Fragolo! Ma preparati, perché il suono della tua chitarra verrà subito inghiottito dalla mia bravura. Sei disposto a sopportare tutti i complessi di inferiorità che ne deriveranno?

A quella provocazione, l’amico aveva risposto con un sonoro pugno sulla spalla, e i due ragazzi si erano amichevolmente presi a cazzotti per tutta la durata della mezz’ora successiva.

Aveva tanti bei ricordi legati ai membri della sua band. Li custodiva gelosamente in un angolo della sua anima, e non avrebbe voluto dimenticarli per niente al mondo.

*
 When I sit alone come get a little known
But I need more than myself this time
Step from the road to the sea to the sky
And I do believe that we rely on


La voce di Rukia rimbombava sulle pareti della piccola sala prove. Nonostante Ichigo fosse impegnato a muovere le dita sui tasti della chitarra, non poteva evitare che quella voce scuotesse qualcosa dentro di lui. La sentiva mescolarsi al suono degli strumenti, creando una melodia impossibile da descrivere a parole. Quando cantava, quella ragazza aveva veramente qualcosa di magico. Qualcosa che Ichigo amava terribilmente, e che era fiero di supportare con il suono della sua chitarra. Qualcosa che lo faceva sentire stranamente in pace con sé stesso.

When I lay it on
Come get to play it on
All my life to sacrifice


Il ragazzo dai capelli arancioni aspettò la fine della strofa, poi avvicinò la bocca al microfono e intonò il ritornello insieme a Rukia, attento a non perdere la concentrazione sul suo strumento.

Hey oh listen what I say oh
I got your
Hey oh now listen what I say oh, oh


A volte, quando doveva cantare con la compagna, pensava che sarebbe stato meglio stare zitto, per non sporcare la purezza della voce di Rukia con la propria. Ma avere più di una voce era vantaggioso in un piccolo gruppo, e dava il suo bell’effetto, così Ichigo si era dovuto adattare. Avendo il privilegio di avere un tono di voce decente, non si era potuto tirare indietro. Anche se, in fondo, avrebbe preferito ascoltare.

Quella piccola sala prove era davvero un angolo del suo mondo. Sentiva le vibrazioni del basso di Byakuya sotto le scarpe, il rombo della batteria di Chad nella testa, il grido della chitarra di Renji nelle orecchie e il suono della voce di Rukia in fondo all’anima. Non c’era nessun altro posto, in cui si sentiva veramente sé stesso.

The more I see the less I know
The more I like to let it go hey oh
Woooh oh oh


Di solito quando suonava non amava distogliere lo sguardo dalle proprie dita, per paura di perdere la concentrazione. Ma quando invitavano degli amici ad ascoltarli era più volte tentato di farlo, per vedere
che faccia facevano:  solo così poteva sapere cosa ne pensavano davvero della loro musica. Quindi, quella volta alzò lo sguardo per qualche secondo, per controllare le espressioni di Tatsuki e Inoue.

La sua amica di infanzia li ascoltava attenta, con una smorfia all’apparenza disinteressata. Ma Ichigo ormai la conosceva bene, e sapeva che adottava quell’espressione solo quando era seriamente impressionata da qualcosa. Era così, Tatsuki. Non amava esternare i propri sentimenti, ed era veramente difficile entrare nel suo cuore, o anche solo capire cosa le passava per la testa. Ichigo ora riusciva a comprenderla, ma solo dopo anni di pratica.

Il ragazzo dai capelli arancioni spostò lo sguardo su Inoue. E, con sorpresa, si ritrovò a guardare sul fondo di due occhi castani che lo osservavano attenti, pieni di meraviglia ed ammirazione. 
Due occhi limpidi, attraverso i quali era fin troppo facile vedere.
Due occhi troppo sinceri.

La ragazza abbassò lo sguardo, imbarazzata, limitandosi a guardare la punta delle proprie scarpe. Ichigo posò nuovamente gli occhi sulla chitarra, confuso. Per certi versi, Inoue era esattamente l’opposto di Tatsuki. Il suo volto era come un libro aperto, ed era ingenua ed innocente fino all’inverosimile. Ma, per il ragazzo, risultava mille volte più complicata da comprendere. Semplicemente, era troppo diversa da lui, quasi un mondo lontano anni luce. Si conoscevano da molti anni, ormai, ma alcuni suoi comportamenti gli risultavano ancora incomprensibili.  

In between the cover of another perfect wonder
And it's so white as snow
Running through the field where all my tracks will
Be concealed and there's nowhere to go oh!

Il suono della voce di Rukia lo riportò alla realtà. Smise di pensare ad Inoue e si concentrò sulla musica.
Ma qualcos’altro, questa volta, lo invogliava ad alzare lo sguardo.
E questo qualcosa era proprio Rukia.

Sentiva una strana voglia di guardarla, di riempirsi gli occhi della sua figura e le orecchie del suo canto.
Sentiva un irrefrenabile desiderio di guardare dentro i suoi occhi blu, così diversi da quelli di Inoue.

Rukia somigliava di più a Tatsuki: non le piaceva mostrare al mondo i suoi sentimenti. Ma non riusciva mai a nasconderli completamente; in un certo senso le sue espressioni erano mosse da uno pseudo-orgoglio che le impediva di esternare i suoi attimi di debolezza. Forse Rukia ,dall’esterno, poteva sembrare una persona forte, ma in realtà era incredibilmente fragile. Non che avesse un carattere debole, semplicemente c’erano momenti in cui veniva letteralmente travolta dalle emozioni, o dai ricordi. In breve, era una di quelle persone che vivono di sentimenti e di pensieri. Per questo i suoi occhi non erano specchi di acqua limpida, ma labirinti intricati, enigmi difficili da sciogliere, senza la chiave giusta.
E Ichigo avrebbe voluto tanto possedere quella chiave.
Avrebbe voluto conoscere ogni suo minimo pensiero, ogni sua emozione.
Avrebbe voluto entrare di nascosto nel suo cuore, e conoscerla meglio di sé stesso.

Erano strani per lui, questi sentimenti. Kurosaki Ichigo era sempre stato una persona estremamente riservata, stava sempre attento a tenere il naso fuori dagli affari altrui. Parlava raramente di cose che non lo riguardavano, ma era ben disposto ad ascoltare chiunque avesse bisogno di un aiuto, o di un consiglio. E allora, come mai quella fissazione su ciò che provava quella nana malefica?

L’irritazione per non riuscire a controllare i propri sentimenti deconcentrò il ragazzo,  che si interruppe per qualche secondo proprio durante l’assolo finale della canzone. Per qualche attimo, tutti i membri del gruppo andarono fuori tempo, ma Chad riuscì a sistemare tutto scandendo il ritmo con la batteria, e gli altri lo seguirono.
Rukia, che durante l’assolo non doveva cantare, si girò verso Ichigo con aria interrogativa.
Il ragazzo dai capelli arancioni lesse nei suoi occhi stupore e un accenno di divertimento.
Sospirò, rassegnato.
Lo avrebbe preso in giro fino alla morte.

*
- Che cosa ti è successo oggi, Ichigo? Per poco non ci hai fatto andare tutti fuori tempo!-

Le prove erano appena finite, e Rukia, Ichigo e Byakuya stavano facendo insieme la strada per tornare nelle rispettive case. Villa Kuchiki era poco distante dalla clinica Kurosaki.

Byakuya teneva il basso a tracolla e camminava qualche metro davanti agli altri due, silenzioso come sempre e immerso nei propri pensieri.
Rukia e Ichigo, invece, camminavano fianco a fianco.
 
Appena il ragazzo dai capelli arancioni si sentì rivolgere quella domanda, sospirò sconsolato.

- Non è successo niente, Rukia. Ero solo un po’ distratto, tutto qui-

La ragazza lo squadrò dall’alto in basso, scettica:- Tu non sei mai distratto, Ichigo. Hai per caso qualche problema di cui vorresti parlare?-.

Quelle parole sorpresero non poco il ragazzo. Sicuramente non si aspettava un tale interessamento da parte di Rukia, pensava piuttosto che lo avrebbe preso in giro. Quella ragazza era più acuta di quanto pensasse. O forse, non era stato abbastanza bravo da riuscire a nasconderle il proprio turbamento.

Si girò verso di lei, e la guardò negli occhi.

-Ti ringrazio, Rukia. Ma puoi stare tranquilla, non è successo niente di particolare. Stavo solo pensando-.

La ragazza gli lanciò uno sguardo sarcastico:- Puoi davvero pensare, in quella zucca arancione? Non me n’ero mai resa conto!-.

Ecco. Fine dell’atmosfera.

Ichigo spostò la tracolla della chitarra sull’altra spalla, e le rispose: - Certo che posso pensare, nana. Piuttosto, tu sei sicura di poterlo fare? C’è abbastanza ossigeno, alle altezze a cui si trova il tuo cervello?-.

L’ultima parola della frase rimase incompleta. Il ragazzo dovette sforzarsi per evitare il calcio in faccia che minacciava di spappolargli il naso.

- Stolto! Vedi che l’ossigeno viene a mancare in alto, non in basso! Per questo il tuo cervello è così danneggiato!-.

I ragazzi continuarono a stuzzicarsi lungo tutta la strada del ritorno.
Ichigo si fermò una volta arrivato a casa sua, ed entrò, salutando i fratelli Kuchiki con la mano.
Rukia si girò verso di lui, sorridendo.

- A domani, stolto! E ricorda di studiare meglio la nuova canzone!-.

Ichigo rimase sulla soglia di casa per alcuni minuti, guardando la sua schiena che piano piano si allontanava.
Il sorriso che gli aveva rivolto prima di andarsene era rimasto impresso nella sua mente.
I sorrisi di Rukia erano davvero rari, quindi li custodiva gelosamente in un angolo della sua anima.

Scusa se ti ho mentito, Rukia. Ho davvero qualcosa che non va.
Il mio problema sei tu.
 

Angolo dell'autrice:

Scusate davvero per questo ritardo >.< Di solito pubblico i capitoli molto più in fretta, ma questa è stata una settimana d'inferno. La scuola inizia a diventare pesante, per non parlare di tutte le altre cose!
Pubblicare questa fic mi ha davvero portato fortuna. Riuscirò a suonare nel mio primo Live forse anche prima dei Deathberries *-*
Devo scusarmi un'altra volta per aver reso il capitolo eccessivamente introspettivo. Non perdo mai questo vizio >.>
Ho voluto parlare un pò di Ichigo, questa volta. Forse, visto che è il protagonista del manga, mi sentivo in dovere di mettere in chiaro i suoi sentimenti. Anche se sono stati abbastanza difficili da struttutare è.é
Spero, nei prossimi capitoli, di riuscire a far apparire più personaggi. E soprattutto, di avere abbastanza tempo per scrivere un altro capitolo xD

Mille grazie a: Valez, Espada_Numero_11, Sarugaki145 e Exodus per aver recensito ^^
Inoltre, grazie anche a: Sarugaki145, Valez e Crista85 per avere inserito la storia tra le preferite, ricordate o seguite.
Infine, grazie anche a chi legge e basta.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto ^^

NOTA: La canzone che i Deathberries stanno suonando in questo capitolo è Snow, dei Red Hot Chili Peppers, come molti di voi avranno senz'altro intuito. E non è la canzone che stavano suonando nel capitolo scorso, perchè questo è ambientato subito dopo la pausa. Spero di essere stata abbastanza chiara (:
  
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