Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: bluemary    08/05/2011    2 recensioni
La donna sollevò lo sguardo senza rispondere, rivelando gli occhi che fino a quel momento si erano rivolti altrove. Incapace di muoversi, la guardia la fissò sconvolto. L’iride nerissima era frammentata da piccoli lampi di grigio, come delle ferite che ne deturpavano l’armonia, donando al suo sguardo una sfumatura intensa quanto inquietante; ma era stato il centro stesso dell’occhio ad aver attratto da subito l’attenzione dell’uomo, che adesso la fissava quasi con terrore, le mani strette convulsamente alla lancia ed il respiro affannoso: al posto del nero della pupilla, si stagliava il bianco tipico degli Oscuri.
Cinque sovrani dai poteri straordinari, una ragazza alla ricerca della salvezza per una razza intera, un umano con la magia che sembra stare dalla parte sbagliata. Benvenuti su Sylune, una terra dove la speranza è bandita e dove gli ultimi uomini liberi lottano per non soccombere.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Sylune'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Capitolo 21: Il primo scacco-

Il tempo pareva congelato in un eterno presente, mentre Rafi e Kilik si preparavano a mettere in gioco la vita contro uno dei dominatori di Sylune. Qualche metro dietro di loro, Sky cercava faticosamente di rialzarsi, ancora dolorante per il colpo appena ricevuto.
Il mago lasciò scivolare la sua pupilla incolore sui due giovani di fronte a lui, indeciso su chi attaccare per primo; nonostante la rabbia per la ferita subita non si fosse ancora placata e gli agitasse la mente con dolci propositi di vendetta, possedeva ancora abbastanza razionalità per risparmiare almeno momentaneamente l’Etereo, in modo da appropriarsi del suo potere, e prolungare il più possibile il gioco al massacro con cui avrebbe punito quelle due umane.
Mentre gli occhi impietosi dell’Oscuro si soffermavano a studiarlo, Kilik si maledì ancora una volta per la propria incoscienza; la preoccupazione per quel fratello che era da sempre stato un secondo se stesso lo aveva spinto ad agire in maniera fin troppo avventata ed ora sapeva che a pagarne le conseguenze non sarebbe stato lui solo, anche se il destino pareva averlo scelto come prima vittima.
Incapace anche solo di muoversi, rimase a fissare attonito il mago che gli si avvicinava, brandendo con una sola mano l’arma nera, pronto a colpire.
Fu l’assassina a salvarlo.
- Levati di mezzo! - ringhiò, assestandogli una violenta spallata che lo mandò a ruzzolare sul pavimento.
Con un groppo in gola che gli impediva di deglutire, l’Etereo vide la spada nera dell’Oscuro abbattersi nell’esatto posto dove un secondo prima c’era il suo braccio, scontrandosi con la lama che Rafi gli aveva contrapposto.
L’impatto fu di un’intensità tremenda e si propagò con un tremito fino alle spalle dei due contendenti, che rimasero a sfidarsi in una prova di forza, l’uno di fronte all’altra, senza alcuna intenzione di cedere. Quasi subito la ragazza si ritrovò ad indietreggiare, apparentemente sopraffatta dalla potenza dell’uomo, ma un istante più tardi si riprese e riuscì ad esibirsi in un improvviso contrattacco.
Sorpreso, Ghedan fu obbligato a difendersi, senza poter reagire ai suoi fendenti.
Un primo colpo si abbatté vicino al suo collo, poi un secondo lo costrinse ad abbassare la spada per pararsi il ventre, mentre il terzo già puntava alla testa.
Il mago imprecò.
I continui cambi di direzione negli attacchi e la forza con cui essi erano sferrati lo costringevano a concentrarsi unicamente sulla sua avversaria, senza poter controllare gli altri due ragazzi.
Un nuovo fendente di Rafi passò a pochi centimetri dal suo fianco.
Ghedan si irrigidì, accogliendo con una smorfia seccata quella prova di abilità che non si sarebbe mai aspettato, tuttavia non c’era alcuna preoccupazione sul suo volto: non era mai stato un bravo spadaccino, ma con la magia pronta a guidare la sua lama diveniva praticamente invincibile.
Un sorriso crudele si disegnò sul suo volto pallido, mentre stringeva con forza le dita attorno all’impugnatura nera della sua arma, il più prezioso dei suoi tesori, che solitamente giaceva in una camera segreta e per la prima volta aveva deciso di utilizzare in battaglia.
Grazie alla magia che giorno dopo giorno aveva infuso nella lama, quella spada amplificava in maniera esponenziale la sua forza e velocità, consentendogli di combattere ad armi pari perfino contro un’avversaria del calibro di Rafi, senza nemmeno dover utilizzare direttamente il proprio potere.
Era l’arma definitiva, una sorpresa che aveva preparato per i futuri scontri con gli Oscuri e rappresentava l’asso nella manica con cui li avrebbe sconfitti; non aveva alcun bisogno di utilizzarla per avere la meglio su quei tre ragazzi, tuttavia la curiosità di scoprire quanto fosse potente la sua creazione era stato un pensiero troppo allettante per poterlo reprimere.
Il suo sorriso si accentuò in un ghigno carico di minacce e crudeltà, mentre pensava che era giunto il momento di combattere sul serio.
Dopo quei brevi secondi tregua, in cui Kilik era corso a sincerarsi sulle condizioni di Sky, Rafi attaccò di nuovo.
Ghedan attinse al potere contenuto nella spada e la sentì muoversi senza alcuna fatica, guidare il suo braccio nelle parate fino a sferrare un attacco improvviso da cui l’umana si difese con un evidente sforzo.
Approfittando della sua incertezza, l’Oscuro la colpì con un calcio allo stomaco, facendola barcollare, e si preparò a darle il colpo di grazia con un fendente alla testa abbastanza potente da infrangere la sua guardia, se lei avesse avuto la forza di opporre resistenza, ma Rafi, pur essendo rimasta senza fiato, non si lasciò sorprendere. Forte dell’esperienza di anni di scontri, si mosse prima ancora che la sua mente concepisse un pensiero concreto, facendo un passo indietro in modo da parare quel violento attacco senza sbilanciarsi.
Le due spade cozzarono con un suono argentino e, nonostante il tremito che agitava le braccia dell’assassina, la lama nera si fermò a qualche centimetro dai suoi capelli biondi. Con la fronte aggrottata per lo sforzo e la concentrazione, l’Oscuro riuscì a farla arretrare e si preparò a richiamare la magia per finirla.
Subito Kilik compresse parte del suo potere nella mano destra e lo utilizzò per muovere un tavolino poco distante, scagliandolo contro di lui, mentre Sky, appena ripresasi dal primo attacco, cercava silenziosamente di arrivargli alle spalle.
Incollerito per quel tentativo di colpirlo proprio quando stava per uccidere la sua avversaria, Ghedan sollevò il braccio libero ed un’ondata di energia investì il mobile, distruggendolo. Prima ancora che i resti del tavolino cadessero al suolo, si volse verso l’Etereo, pronto a fargli pagare caro l’attacco con cui lo aveva fermato, ma l’assassina era di nuovo di fronte a lui, e già lo incalzava con una rapida serie di stoccate.
Proprio nell’esatto momento in cui riusciva ad allontanarla, attingendo ancora una volta al potere racchiuso nella sua arma, Sky lo attaccò da dietro, ma la spada nera, apparentemente dotata di volontà propria, si levò a parare l’affondo senza che l’Oscuro dovesse voltarsi, per poi respingerla con forza bastante a farla cadere nuovamente a terra.
Invece di infierire su di lei, Ghedan squadrò ancora i suoi tre avversari, sogghignando.
- Siete degli sciocchi presuntuosi, se credete di poter sconfiggere me, il primo dei re che ha affiancato Daygon e colui che presto diverrà l’unico sovrano di Sylune. - li derise, arretrando verso la parete in modo da avere le spalle coperte.
Sollevò la mano sinistra e cominciò a condensare in essa il suo potere, mentre i suoi occhi crudeli saettavano tra i suoi nemici in cerca del prossimo obiettivo.
Quasi subito incrociò lo sguardo dell’assassina.
Con un ghigno che rivelava tutto il suo divertimento per quella situazione, le mostrò il palmo in cui l’energia era cresciuta fino a raggiungere le dimensioni di un pugno e, simile ad una fiamma ardente e di uguale colore, pulsava ad ogni secondo.
L’attimo dopo quel globo di fuoco si stava dirigendo a tutta velocità contro di lei.
Appena prima dell’impatto, Kilik stese il braccio e lo investì con il suo potere, deviandone la traiettoria.
Il colpo dell’Oscuro passò a qualche centimetro dalla spalla di Rafi, che istintivamente aveva sollevato la spada in un futile tentativo di proteggersi, ed anche a quella distanza l’assassina sentì una striscia bruciante di dolore farsi strada sulla sua pelle, lì dove il fuoco del suo avversario l’aveva appena sfiorata. Un secondo più tardi il globo ardente si schiantò contro una parete, carbonizzando tutti gli addobbi e lasciando una traccia annerita sul muro.
I due ragazzi si scambiarono un’occhiata priva di qualunque simpatia, mentre le labbra dell’Etereo si incurvavano in un sorrisetto di trionfo.
- Adesso siamo pari. - mormorò, respirando un po’ affannosamente per lo sforzo appena sostenuto.
Deciso a riscattarsi dall’errore con cui aveva risparmiato Ghedan, provò poi a colpirlo con un’ondata del suo potere, troppo debole ed improvvisa per assumere una forma visibile, ma l’unico risultato fu un violento spostamento d’aria che venne soppresso senza alcun problema dal suo avversario.
Tuttavia il colpo di Kilik era riuscito a fermare un nuovo incantesimo dell’Oscuro e questo momento di distrazione permise alle due ragazze di avvicinarglisi e costringerlo ad un corpo a corpo in cui non aveva il tempo di utilizzare la sua magia. Come se si fossero accordate in precedenza, lo attaccarono nello stesso istante, da due diversi lati.
Subito la spada nera si levò per parare la stoccata frontale di Rafi e allora Sky sorrise, pronta ad affondare la sua lama nella schiena del suo avversario, ma il suo affondo rapido e letale non raggiunse mai il bersaglio.
Proprio un attimo prima di penetrare nella carne dell’Oscuro, la sua arma cozzò contro una barriera invisibile e venne scagliata lontano, mentre lei stessa barcollava per la forza con cui quel muro protettivo che pareva circondare il mago l’aveva respinta.
Momentaneamente libero da una delle sue avversarie, Ghedan ne approfittò per sbilanciare l’assassina e scagliarla contro la parete più lontana con un rapido gesto della mano.
Quindi si volse verso Sky, ancora stordita dalla scossa di potere che l’aveva attraversata quando si era scontrata con la sua magia difensiva, e l’afferrò per la gola.
Subito la ragazza lo attaccò con l’unica spada che le era rimasta, nel vano tentativo di liberarsi, mentre si sentiva sollevare da terra e la morsa sul suo collo si faceva sempre più dolorosa.
L’Oscuro la disarmò senza alcuna difficoltà.
- Non avresti dovuto ferirmi, prima. - sibilò, aumentando la presa fino a toglierle il respiro - Pagherai caro questo affronto.
Da un lato avrebbe preferito lasciarla in vita almeno per quella notte, in modo da soddisfare gli istinti che lo avevano colto prima dello scontro, ma la sensazione di avere il suo collo sottile imprigionato dalle proprie dita gli ottenebrò la mente, lasciando che la rabbia prendesse il sopravvento.
Strinse ancora la presa, fin quasi ad incidere la pelle, facendo boccheggiare la ragazza, che ormai si agitava sempre più debolmente nella sua morsa.
Subito Kilik sollevò una mano, pronto ad utilizzare ogni goccia di energia per liberare l’amica, anche a costo di rimanere inerme di fronte all’Oscuro.
- Lasciala! - ringhiò, mentre sentiva il potere accumularsi nella sua mano destra in una fiammata di magia tanto potente che lo avrebbe lasciato stordito ed incapace di muoversi per diversi minuti.
Stese il braccio, pronto a rilasciare il suo colpo, ma Rafi, appena tornata in piedi, glielo spinse via all’improvviso.
- Tu pensa alla sua armatura. - ordinò, lanciandosi verso il mago come una furia.
Sorpreso dalla violenza dell’attacco, Ghedan fu costretto a lasciare la spadaccina, che cadde a terra tossendo convulsamente.
Nonostante il terribile dolore alla gola ed ai polmoni, Sky riuscì comunque a colpirlo sopra il ginocchio con un calcio, sbilanciandolo e dimostrando che l’armatura magica non arrivava a coprire anche le gambe.
Subito Rafi ne approfittò per attaccarlo proprio dove non aveva protezioni.
Per un attimo parve che il fendente dell’assassina sarebbe penetrato nella coscia del suo avversario, ma la lama nera s’illuminò debolmente e Ghedan riuscì a pararlo all’ultimo secondo, sentendo con un brivido il tocco dell’acciaio sfiorargli la pelle.
Kilik sgranò gli occhi non appena comprese cos’era successo.
- Rafi, mira alla spada! - urlò, finalmente sicuro di aver trovato il modo per sconfiggere il loro avversario.
La ragazza annuì senza voltarsi.
Con quell’esclamazione l’Etereo le aveva dato la certezza di ciò che già sospettava ed ora, finalmente certa di chi fosse il nemico più pericoloso in quella stanza, si gettò all’attacco con nuovo slancio. Invece di cercare un varco nella guardia dell’avversario, consapevole di come fosse protetto dall’armatura magica, cercava volontariamente di colpire l’arma che lui le contrapponeva, nel tentativo di spezzarla.
Continuò ad incalzarlo con fendenti e stoccate sempre più rapidi, riuscendo nel contempo ad allontanarlo dalla compagna che, incapace di rialzarsi, si trovava ancora inginocchiata a terra.
Subito Kilik fu al suo fianco, pronto a proteggerla ed allo stesso tempo concentrato per richiamare il potere con cui avrebbe distrutto la difesa del loro avversario. Mentre sentiva l’energia fluire nei palmi delle sue mani, sollevò lo sguardo, accorgendosi che l’Oscuro indietreggiava, incalzato dal rapidi attacchi della sua avversaria, ed in quel momento comprese come mai, nonostante la riconosciuta inferiorità, quel giorno Rafi avesse detto a Sky che in uno scontro serio sarebbe riuscita a batterla.
Simile ad un felino indomito e feroce, pronto a lottare con tutte le sue forze contro un nemico troppo potente, l’assassina pareva animata da una furia inesauribile. I suoi affondi si susseguivano con una violenza inaudita, costringendo il mago in difesa, come se, invece di provare a colpirlo, mirasse semplicemente a stancargli il braccio con cui impugnava la spada, e, quando il suo avversario si faceva abbastanza vicino, utilizzava le gambe, per cercare di colpirlo o sbilanciarlo, attenta a mirare dove era sicura che nessuna armatura invisibile l’avrebbe protetto.
Al vedere la ragazza che, da sola, riusciva quasi a tener testa all’Oscuro, Kilik risentì il soffio quasi impercettibile della speranza accarezzargli nuovamente il cuore, tuttavia quell’illusione durò solo pochi minuti.
Vedendosi in netto svantaggio come guerriero, Ghedan ricorse nuovamente alla magia.
Invece della solita energia grazie alla quale in precedenza aveva allontanato i suoi avversari, questa volta scelse un incantesimo particolare, con cui si divertiva a torturare i suoi prigionieri; nonostante l’ingente sofferenza che infliggeva alla sue vittime, non causava alcuna ferita, salvo qualche piccolo taglio superficiale attraverso cui passava la magia, ed era quindi il metodo perfetto per interrogare qualcuno o punirlo senza ucciderlo.
Grazie al potere della spada, riuscì a difendersi dall’attacco di Rafi con una sola mano, mentre con l’altra si mise a tracciare due semicerchi in aria, pronunciando alcune parole impercettibili.
Subito tanti piccoli dardi di magia colpirono la ragazza, che cadde a terra, contorcendosi dal dolore, ma con le labbra ostinatamente sigillate.
- Potresti anche urlare, prima di morire. - le disse il mago, pronto ad infierirle il colpo di grazia.
Sky scattò all’improvviso verso di lui, incurante del dolore che ancora le torturava la gola, tuttavia la sua corsa, per quanto veloce, non sarebbe bastata a salvare l’amica.
Kilik assistette alla scena con il volto contratto dalla tensione.
Ormai non c’era più tempo.
Avrebbe dovuto liberare il potere che aveva accumulato fino a quel momento, sperando fosse sufficiente a distruggere l’incantesimo protettivo dell’Oscuro. Pregando dentro di sé di non fallire, sollevò entrambe le braccia e scatenò il suo attacco.
Subito l’incolore energia sul suo palmo divenne una luce azzurrina, che guizzò verso il corpo di Ghedan simile ad un serpente, fino a circondarlo come una cintura all’altezza della vita.
L’Etereo trattenne il respiro nel momento in cui la propria magia entrò in contatto con la barriera protettiva del suo avversario, ora non più concentrato nell’uccidere l’assassina, ma incredulo per quell’attacco inaspettato.
L’aria attorno al suo corpo tremolò per un paio di secondi, quindi si sentì il rumore di qualcosa che si infrangeva, mentre Kilik cadeva in ginocchio per lo sforzo, con un sorriso disegnato sul volto esausto: l’armatura magica dell’Oscuro era stata dissolta.
Più sorpreso di lui, Ghedan dovette indietreggiare di qualche passo sotto il furioso attacco di Sky, prima di riprendere il controllo e scaraventarla nuovamente a terra con il suo potere.
- Adesso mi hai stancato, moccioso. - ringhiò, rivolgendo la sua attenzione al ragazzo dagli occhi viola, mentre le dita della sua mano sinistra compivano degli strani movimenti. Subito dal muro si materializzarono due spessi lacci di cuoio, che si strinsero ai polsi dell’Etereo, sospendendolo a qualche metro dal pavimento.
Conscia di non potersi arrendere, Sky si rialzò faticosamente, una mano premuta contro il fianco.
Vide Rafi nuovamente in piedi, ma ancora barcollante per l’incantesimo subito, e comprese che in quel momento avrebbe dovuto contare solo su se stessa.
La risata del suo nemico la mise in guardia, permettendole di evitare il suo attacco infuocato con un agile balzo a lato, che la portò vicino ad una delle sue spade. La afferrò, senza il tempo di cercare l’altra, e subito si gettò in soccorso dell’amica che, con il volto contratto per il dolore, stava per subire un nuovo attacco di Ghedan.
Rapida come il vento si frappose tra i due contendenti, parando il fendente che si sarebbe abbattuto su di lei.
Prima che la forza dell’uomo, di gran lunga superiore alla sua, la mettesse in difficoltà, fece un veloce passo a lato nel tentativo di liberarsi dalla pressione della lama nemica e poi contrattaccare, ma il potere della spada nera e non le lasciò il tempo di reagire: una violenta stoccata la costrinse ancora in difesa e, approfittando dell’evidente sforzo con cui lei si stava opponendo alla sua arma, il mago la raggiunse al volto con un manrovescio.
Mentre Sky barcollava, stordita dal colpo violento che le aveva fatto abbassare la guardia, l’Oscuro caricò il fendente con cui avrebbe posto fine alla sua vita, ma questa volta fu la spada di Rafi a contrapporsi a lui, ricacciandolo indietro nel vano tentativo di superare la difesa della sua arma nera e trafiggerlo al petto.
Con un movimento quasi annoiato del polso, Ghedan scaraventò la sua avversaria contro uno dei tavoli che ornavano l’ampia sala, distruggendolo.
Senza esitare la spadaccina si gettò contro di lui, certa di aver trovato un varco nella sua guardia, ma l’Oscuro non si fece sorprendere.
- Non così presto. - sibilò, mentre Sky si ritrovava sollevata in aria da una forza invisibile - Con te mi divertirò più tardi.
Com’era successo con Kilik, dal muro della sala comparvero delle corde che le circondarono il corpo, tanto strette da inciderle la carne e renderle difficile perfino respirare.
Ghedan si volse quindi verso l’assassina, ancora stesa a terra tra i resti del tavolo su cui era stata scaraventata. Nonostante il potere immagazzinato nella sua arma fosse ormai agli sgoccioli e lui stesso cominciasse ad avvertire una certa fatica, sapeva che non avrebbe avuto alcun problema a sbarazzarsi di quell’ultima avversaria.
- Pare che tu sia rimasta sola. - commentò, con una risata dal suono crudele e sgraziato.
Rafi si costrinse ad alzarsi in piedi, ignorando il sordo pulsare al fianco e alla schiena, le mani ancora strette alla lunga spada che non aveva lasciato nemmeno dopo essere stata colpita. Con la coda dell’occhio lanciò un rapido sguardo alla parete alla sua sinistra per verificare la veridicità dell’affermazione del mago, senza che il suo volto lasciasse trasparire alcuna emozione.
La consapevolezza di essere l’unica rimasta in grado di combattere non le interessava.
Già dall’inizio di questa sua crociata solitaria contro gli Oscuri sapeva che non avrebbe avuto nessun compagno al suo fianco, pronto a difenderla o proteggerla com’era invece accaduto in passato, ed il supporto degli altri due ragazzi nei minuti precedenti era stato più di quanto si sarebbe aspettata.
Nonostante fossero alleati, non aveva mai fatto affidamento su di loro: anni prima si era ripromessa di non dipendere mai da nessuno, sia per una questione di sfiducia, sia perché il suo scopo non sarebbe stato comunque condivisibile, e già allora sapeva che la sua strada verso la vendetta sarebbe stata percorsa unicamente dalle sue orme.
Anche il dolore ai lividi parve svanire al cospetto dell’opportunità di avvicinarsi di un passo al suo obiettivo finale.
Strinse entrambe le mani sull’impugnatura della sua spada, con gli occhi fissi su Ghedan.
Sapeva che lo scontro si sarebbe concluso entro pochi minuti, lasciando vivo solo uno di loro due, ma questa consapevolezza non le arrecava né turbamento né eccitazione.
La sua mente era sgombra, priva di rabbia o paura, pronta ad accogliere qualunque convinzione l’avesse riempita ed a perseguirla fino alla morte, come più volte le aveva raccomandato il suo maestro. E l’unico suo pensiero, in quel momento, era l’ossessivo desiderio di abbattere il suo avversario.
Ghedan la guardò avvicinarsi con un ghigno sinistro sul volto scarno, pronto a porre fine al combattimento: si era divertito parecchio durante lo scontro, ma l’uso eccessivo dei suoi poteri aveva già cominciato a stancarlo e senza la protezione dell’armatura magica preferiva evitare ogni rischio.
Si difese dal suo violento attacco per qualche secondo, arretrando fino ad avere quasi le spalle al muro, poi un bagliore dorato circondò la sua arma e la lotta senza speranza tra lui e quell’umana si preparò a concludersi nel modo più scontato.
Rafi era un’ottima guerriera, con il corpo allenato e temprato dalle battaglie avrebbe potuto tenere testa alla maggior parte dei soldati in un duello uno contro uno, tuttavia non poteva competere con la magia dell’Oscuro.
Parò a fatica un nuovo affondo dell’uomo ed una potente forza esplose dalla spada nera, scaraventandola a terra.
Solo grazie ai riflessi sviluppati durante anni di combattimenti la ragazza riuscì a fermare in tempo il fendente che si sarebbe abbattuto sul suo collo, ma Ghedan approfittò del suo addome scoperto per infierire crudelmente con un calcio, spezzandole il respiro nel momento in cui la costola cedette con uno schiocco secco.
Con un urlo soffocato, smorzato non per orgoglio ma per mancanza d’aria, Rafi cercò di rotolare via, conscia con l’ultimo barlume di razionalità che se non si fosse allontanata subito dal suo avversario sarebbe stata uccisa in un sol colpo.
Ghedan la lasciò fare con un sorriso.
Quella strana ragazza bionda lo aveva irritato fin dalla sua prima comparsa in quella sala, quando si era rifiutata di mostrargli una qualunque traccia di paura e qualcosa nel suo volto impassibile gli aveva causato una strana inquietudine a cui ancora non riusciva a trovare un nome.
Attese che si rialzasse barcollando, pronto a concludere quel combattimento con l’unico esito possibile, e calò la sua spada su di lei.
Quasi per miracolo, l’assassina riuscì a parare questo primo attacco ed il successivo, guidata ormai più dall’istinto che dalla coscienza, ma un violento manrovescio la raggiunse al volto e lei cadde a terra, stremata.
Subito il mago le fu sopra, con un ginocchio poggiato sul suo torace per impedirle di rialzarsi e la propria arma premuta contro la sua, in modo da forzarla a difendersi in quella posizione nettamente svantaggiosa.
Centimetro per centimetro la ragazza fu costretta ad abbassare la propria spada, mentre la lama nera avanzava minacciosa verso la sua gola, ed i suoi due compagni assistevano impotenti alla conclusione dello scontro.
- Kilik! - urlò la spadaccina, ed in quel nome vibrante di disperazione si fondeva l’ultima speranza di un destino che ormai pareva ineluttabile.
L’Etereo non rispose, si limitò convogliare tutte le sue energie per sciogliere quella morsa che gli stava segando la pelle, ignorando la consapevolezza di essere troppo esausto per qualunque incantesimo. Aveva già esaurito quasi tutto il suo potere dissolvendo l’armatura dell’Oscuro e non gliene rimaneva abbastanza per far sparire anche le corde che lo tenevano prigioniero.
Spinto solo dalla disperazione, conscio che senza aiutare l’incantesimo con i gesti rituali ogni suo tentativo sarebbe stato inutile, provò un’ultima volta a liberarsi, invano. Infine abbassò il capo, sconfitto, con la testa pulsante per il dolore ed i polsi sanguinanti.
Ignorando lo sguardo della spadaccina fisso su di lui, lottò strenuamente contro le lacrime, percependo ancora una volta la crudele stretta della coscienza sul suo cuore. Sapeva che il suo destino non sarebbe stato migliore di quello del fratello, tuttavia in quel momento non riusciva a preoccuparsi per sé.
Chiuse gli occhi, senza avere il coraggio di guardare la morte di quella ragazza che aveva odiato ferocemente, eppure in fondo al cuore, riconosceva come compagna. Una morte che gli gonfiava il petto di rimorso e di un inaspettato quanto violento desiderio di piangere, fosse solo per poter sfogare la sua sofferenza.
Attingendo alle sue ultime forze, con il fianco ferito bruciante per il dolore, Rafi strinse spasmodicamente l’elsa della sua spada e riuscì a sollevare di qualche centimetro la lama che le aveva già intaccato la pelle della gola.
Ghedan la fissò negli occhi con un sadico sorriso, pronto a finirla, poi il suo volto assunse un’espressione sorpresa.
- Tu… - mormorò, un attimo prima che la mano sinistra della ragazza afferrasse il coltello nascosto nello stivale e glielo conficcasse nel torace privo di difese, raggiungendo il cuore.
Il corpo dell’Oscuro crollò a terra accanto a lei, gli occhi spalancati nel vuoto Una luce argentea si levò dal suo petto, illuminando per un attimo il volto di quello che era stato uno dei Cinque Re, poi anch’essa si spense, mentre l’ultimo guizzo di vita abbandonava quel corpo insanguinato e la sua pupilla si anneriva all’improvviso.
Subito le funi che avevano legato Kilik e Sky scomparvero, facendoli precipitare a terra con un tonfo sordo.
Incurante del dolore ai polsi ed alle ginocchia su cui era atterrato pesantemente, l’Etereo si rialzò, guardando incredulo la sagoma immobile dell’Oscuro.
Avevano vinto.
   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: bluemary