CHIARIMENTI E NUOVI DILEMMI.
Diverse
ore dopo il
pranzo e parecchie di più dopo la colazione, nessuno aveva
ancora avuto notizie
di James. Uscito dalla Sala Grande il ragazzo aveva semplicemente fatto
perdere
le tracce di sé per quella che ai ragazzi in attesa aveva
tutta l’aria di
sembrare un’eternità. Forse solo
-
Andiamo
a mangiare?
Propose
Seba,
lanciando un’occhiata alla stanza. Vide espressioni
pensierose, spaventate e
pericolosamente vuote. Se fossero rimasti lì ancora per un
po’ forse sarebbero
esplosi. Visto che non succedeva nulla tanto valeva cercare di fare
passare il
tempo in qualche modo.
-
Non ho
fame.
Sbuffò
Sirius,
distratto, alzando le spalle. Remus fissò a lungo
l’amico, preoccupato. Temeva
una risposta del genere, ma lo stesso non sapeva che fare.
-
Nemmeno
io.
Fece
eco Alice,
scuotendo la testa. Non importava quanto tempo ci sarebbe voluto, lei
avrebbe
aspettato James. Non poteva fare altro. Non voleva deluderlo ancora una
volta.
Questa volta fu il turno di Frank di fissare la sua ragazza, scuotendo
la
testa. Nemmeno lui poteva fare nulla. Era costretto a rimanere semplice
spettatore del dolore della persona che amava di più al
mondo.
-
Insomma,
volete
stare qui tutto il giorno a piangervi addosso?
Esplose
Cristal, fulminando
con lo sguardo gli amici per spingerli a reagire. I due ragazzi si
guardarono,
alzarono le spalle e tornarono a fissare il ritratto che segnava
l’ingresso
della loro Sala Comune. Parevano dei fantasmi, degli echi di quello che
erano
stati solo qualche giorno prima. In una situazione diversa forse Sirius
sarebbe
scattato in piedi e Alice si sarebbe indignata per quella provocazione.
Sicuramente James avrebbe riso di quella loro reazione esagerata e
tutto
sarebbe finito lì, tra una risata e qualche scherzo.
-
L’idea
era quella.
Sbuffò
Sirius,
senza perdere la calma. Era rassegnato, disilluso e abbattuto. Forse
persino
l’ingresso improvviso di suo fratello e di sua cugina non
l’avrebbero sconvolto
più di tanto. Avrebbe detto loro di andarsene, poi si
sarebbe voltato verso il
fuoco, tornando ad aspettare ansioso. Voleva solo parlare con James, il
resto
era solo di contorno. Una scocciatura alla quale non poteva sottrarsi.
-
A
grandi linee..
Concordò
Alice,
sospirando senza nemmeno prendersi la briga di alzare la testa.
Quella
reazione
tanto assurda fece perdere la calma a Charleen. Le due ragazze alla
fine
avevano chiarito i loro problemi, avevano pianto ed avevano finito con
l’abbracciarsi. Seba e Frank si era guardati, perplessi,
tuttavia si erano
dimostrati contenti. Nessuno si aspettava che ci volesse
così poco perché tutto
tornasse alla normalità. Sembrava un segnale positivo. Se
loro avevano
appianato i loro diverbi in poco tempo allora c’era la
speranza che anche James
avrebbe potuto fare lo stesso con loro una volta tornato nella Sala
Comune.
Tutti credevano che il ragazzo sarebbe tornato per cena ma ormai
iniziavano a
dubitarne.
-
Basta,
Alice vuoi
guardarti allo specchio?
Chiese
la ragazza,
rossa in viso per l’agitazione. Alice era l’ombra
di se stessa. Faceva quasi
spavento da tanto che era nervosa, agitate ed in ansia.
-
Mi
spiace Charleen,
non ci riesco. Voglio stare qui, aspettare che torni e cercare di
scusarmi con
lui. So che non mi vorrà vedere, ma ci devo provare lo
stesso.
Rispose
Alice,
senza staccare lo sguardo dal pavimento. La ragazza riccia
sospirò, imprecò a
bassa voce ma non disse altro. Le faceva male vedere l’amica
così, ma più che
spingerla a reagire non poteva fare. Era tutto nelle mani di quel
testone di
James, che non si decideva a tornare. Charleen non riusciva a spiegarsi
cosa
gli stesse passando per la testa. Se aveva letto le lettere che lei gli
aveva
dato allora doveva sapere quanto si erano preoccupati, scusati e quando
era
stati in pena. Dove diamine era andato a cacciarsi?
-
Ha
bisogno di
tempo, lo sai. Non puoi rimetterci la salute.
Mormorò
Frank,
abbracciando dolcemente Alice. Il contatto con il corpo del compagno
rilassò la
ragazza. Sarebbe stato bello potersi abbandonare tra le sue braccia, ma
non
poteva. Non ancora, almeno. Doveva pensare a James prima.
-
Non vi
preoccupate,
in fondo le cucine sono sempre aperte..
Disse
Alice,
sforzandosi di sorridere. Doveva essere convincente oppure
l’avrebbero portata
con loro con la forza. Frank non disse nulla, ma stampò un
bacio silenzioso
sulla bocca della ragazza.
-
Sirius,
sai vero
che quello che abbiamo detto a lei vale anche per te?
Sospirò
Remus,
guardando l’espressione persa dell’amico. Non aveva
mai visto l’orgoglioso e
testardo Sirius Black in quelle condizioni. Mai, neppure quando era
stato
cacciato di casa dalla sua famiglia ed il fratello non aveva mosso un
dito.
-
Cosa?
Chiese
Sirius,
cadendo dalle nuvole. Il suo corpo era lì, in quella stanza,
ma era evidente
che la sua mente era lontana. Evidentemente in un altro luogo.
-
Stavi
ascoltando,
almeno?
Chiese
Seba,
inclinando appena la testa. Non c’era rimprovero nelle sue
parole, sono una
sfumatura di preoccupazione. Nemmeno lui aveva voglia di ridere,
seppure si
sforzasse di non darlo a vedere. Sebastian depresso avrebbe finito con
il togliere
la speranza a tutti loro.
-
Sono
preoccupato
per James..
Dichiarò
Sirius,
mordendosi le labbra. Più si sforzava di non pensarci,
più stava peggio. Ogni
istante che passava aumentava la convinzione che James stesse
combinando
qualcosa di stupido che avrebbe finito con l’allontanarlo
ancora di più da loro
invece che sistemare le cose.
-
Che
fine avrà fatto
Lily?
Chiese
improvvisamente Cristal, guardandosi nervosamente intorno. Le parole
della
bionda fecero cadere tutti quanti dalle nuvole.
-
Cosa
centra Lily
adesso? Lei sta facendo la ronda, mentre Jamie non ci parla. Sono due
problemi
completamente diversi.
Sbuffò
Alice,
lanciando un pezzo di pergamena nel camino. Subito la fiamma si
agitò,
prendendo vita. In pochi istanti era tornato come prima, luminoso e
caldo. Era
così semplice ravvivare un fuoco quando si stava per
spegnere, perché non
poteva esserlo anche aggiustare le cose con James?
-
Voi
siete troppo
complicati, ed io ho fame.
Decretò
alla fine
Seba, esasperato. Avrebbero potuto insistere per ore ma non avrebbe
cambiato
nulla. Alice e Sirius sarebbero rimasti lo stesso dove si trovavano,
immobili,
silenziosi e depressi e James avrebbe continuato a non farsi vedere.
Stando lì
a morire di fame non avrebbero certo cambiato le cose.
-
Buon
appetito,
allora.
Disse
Sirius,
sorridendo appena. Si trattava di un sorriso tirato, uno dei
più falsi che si
erano mai visti sul viso del ragazzo, nonostante l’impegno
che ci aveva messo
per sembrare davvero convincente.
-
Li
portiamo giù di
peso?
Chiese
Seba,
rivolto a Frank. Il portiere ci pensò qualche istante, poi
scosse la testa. Non
sarebbe servito a nulla, lo sapeva bene. Quei due erano incredibilmente
testardi. Persino un mulo si sarebbe arreso di fronte a loro.
-
No, ora
no. Ci
penso io più tardi se serve.
Dichiarò
alla fine,
scompigliando i capelli della propria ragazza. Alice e Sirius sorrisero
appena,
mentre gli altri si allontanavano.
Erano
soli, ma per
la prima volta da quando si conoscevano non avevano voglia di ridere
né di
parlare tra loro. niente scherzi, né battute né
discorsi sul quidditch. Solo
tanto silenzio e ancora più malinconia.
-
C’è
l’hanno fatta a
lasciarci in pace alla fine.
Esclamò
Alice dopo
un po’, rompendo quel silenzio tanto snervante. Sirius
sospirò, scuotendo la
testa. Era lieto che li avessero lasciati in pace, ma non poteva certo
dare
tutti i torti ai compagni.
-
Sono
solo
preoccupati. Avrei fatto lo stesso anche io se..
Iniziò
Sirius,
ignorando la porta che si apriva. Doveva trattarsi dei suoi amici. Come
al
solito qualcuno di loro, probabilmente Peter, aveva finito con il
dimenticare
qualcosa.
-
Se
James non avesse
smesso di parlarti perché sei un idiota?
Mormorò
una voce
alle spalle dei due ragazzi, che si gelarono all’improvviso.
Alice e Sirius si
scambiarono un’occhiata che tradiva tutta la loro
preoccupazione. Quella voce,
quel tono divertito. Potevano appartenere ad una persona sola. La
stessa che
stavano aspettando la ore e che non credevano certo di trovarsi di
fronte da un
momento all’altro.
-
James?
Chiese
Sirius,
prudente, prima di voltarsi. Non voleva illudersi che si trattasse del
suo
amico per poi scoprire che era solo un’illusione dettata
dalla sua mente
provata da quelle lunghe ore di attesa.
-
No, la
fata
turchina. Non le vedete le alucce azzurrine?
Sbuffò
James,
lasciandosi cadere sul divano di fronte ai due ragazzi. Entrambi erano
troppo
immobili, troppo sorpresi e troppo increduli per prendere qualsiasi
iniziativa.
Lo fissarono a lungo, increduli, analizzando ogni minimo particolare
quasi a
voler fugare ogni minimo dubbio.
-
Jamie..
Iniziò
Alice,
tirando su con il naso. Sentiva che gli occhi le si stavano riempiendo
di
lacrime e che quel groppo in gola con cui combatteva da ore stava per
avere la
meglio. Avrebbe voluto dire tante cose a James, eppure adesso che lo
aveva
davanti a sé non gli veniva in mente nulla. Voleva solo
abbracciarlo e sentire
che tutto era tornato come prima. Più o meno lo stesso
valeva per Sirius.
-
Vale lo
stesso per
te, Ally. Questa volta sei stata pessima. Un’arpia, peggio di
quando da piccola
mi rubavi tutte le macchinine nuove.
Continuò
James,
spostando la sua attenzione dall’amico alla cugina. Aveva
un’espressione
imbronciata che avrebbe certamente strappato un sorriso alla ragazza ed
a
Sirius, se solo il momento non fosse stato tanto delicato.
-
Lo so,
mi dispiace
tanto.
Disse
Alice,
tenendo la testa basta. Aveva passato molto tempo a riflettere sul suo
comportamento ed era giunta alla conclusione che l’ansia e la
preoccupazione
l’avevano portata a fare cose decisamente stupide. Invece di
aiutare Jamies
l’aveva solo ferito, peggiorando le cose. Non lo aveva
sostenuto, né gli era
stata accanto.
-
Per le
macchinine?
Chiese
James,
divertito, ignorando l’espressione incredula della cugina.
-
James,
ascolta io..
Iniziò
Sirius,
cercando di mettere ordine tra i suoi pensieri. Non capiva cosa stava
succedendo, ma sapeva che doveva scusarsi. Non avrebbe perso il suo
amico
ancora una volta.
-
È
tutto passato,
Sirius. Davvero, va bene così.
Lo
fermò James,
sorridendo. Non si trattava di un sorriso tirato, finto. Il viso
dell’amico
emanava quella tranquillità e quella solarità che
gli era così a lungo mancata
in quei mesi. Per la prima volta da quasi un anno aveva davanti a
sé il vero
James, e questi sorrideva.
-
Ho una
fame
terribile, Sala Grande?
Continuò
James,
cercando di ignorare le espressioni perplesse e buffe dei due ragazzi
che aveva
di fronte. Era evidente che si aspettavano che lui facesse scenate, non
che
arrivasse ridendo.
-
Tutto
qui?
Chiese
Sirius,
aggrottando la fronte. James sospirò, alzando gli occhi al
soffitto. Se c’era
una cosa che quei mesi gli avevano insegnato era che la vita era fin
troppo
breve per perdere tempo con i musi lunghi. A luglio aveva quasi
rischiato di
lasciarci le penne, si era salvato ed era deciso a non sprecare nemmeno
un
attimo.
-
Felpato,
quando si
ha fame ed è ora di cena si va in Sala Grande. Dove sta il
problema? Oggi ti
capisco poco..
Spiegò
James,
paziente. Alice fissava quella scena, stranita. Sirius invece era
deciso a non
lasciare cadere il discorso così. Non gli sembrava vero che
fosse tutto tornato
a posto. Sembrava un sogno, uno di quelli che lo avevano tormentato
nelle
ultime notti.
-
Dovresti
avercela a
morte con noi. Dovresti picchiarmi, urlare.. perché te ne
stai lì e ci sorridi
come un idiota?
Chiese
Sirius, sul
punto di esplodere. L’attesa, l’ansia e la paura
l’avevano reso irritabile e
decisamente paranoico.
-
Non
rubarmi le
parole di bocca. Qui il più grande degli idioti sei tu, noi
io.
Precisò
James,
deciso e divertito da quella situazione. Era paradossale:
l’unico che doveva
essere arrabbiato rideva, gli altri due sembravano sul punto di
scoppiare a
piangere.
-
Non hai
risposto
alla sua domanda..
Mormorò
Alice,
fissando intensamente il cugino. James sospirò, prendendo
tempo per elaborare
una risposta che li tranquillizzasse.
-
Che
devo dirvi? Lui
si è comportato da stronzo, tu hai fatto concorrenza a sua
cugina Bellatrix. Mi
avete trattato come uno straccio, mi avete praticamente calpestato.
Adesso però
mi è passata. Vi voglio bene e voglio andare a mangiare
perché ho fame.
Disse
James alla
fine, sorridendo. I due amici ci guardarono, poi saltarono tra le
braccia di
James. Solo lui aveva la capacità di portarti alla pazzia,
farti stare da cani
e poi risolvere tutto con una battuta. Lo strinsero forte, quasi
avessero paura
di vederlo sparire da un momento all’altro tra le braccia.
-
Ehi, vi
faccio
presente che farvi morire soffocato aumenterebbe in modo esponenziale
il numero
delle seccature.
Sussurrò
James,
cercando di sfuggire a quella stretta. Ci pensò su qualche
istante, poi decise
che gli piaceva. L’affetto sincero della sua famiglia gli era
mancato nelle
ultime ore, nonostante tenersi lontano era stata principalmente una sua
decisione.
-
Credi
di riuscire a
smettere di dire stronzate?
Chiese
Sirius,
esasperato. James ci pensò un po’ su, perplesso.
-
Non
saprei, però ci
posso provare.
Disse
alla fine,
deciso, scoppiando a ridere subito dopo.
-
Meglio,
dai.
Sorrise
Alice,
senza smettere di stringere il cugino.
Una
volta conclusa
la fase dei pianti e degli abbracci i tre si incamminarono verso
-
Ancora
non ci
credo.
Sussurrò
Alice
all’orecchio del cugino, guardandosi intorno alla ricerca
degli altri compagni.
Una volta individuati, il gruppo si diresse verso di loro. Lily era
seduta e
sorrideva tranquilla. Doveva averli raggiunti subito dopo aver lasciato
James.
Il capitano si chiese se la ragazza avesse o meno raccontato tutto agli
altri.
Dalle espressioni, tetre e preoccupate, dedusse che non doveva aver
detto
nulla.
-
Che
noia, certo che
siete monotoni. Ecco perché avevo smesso di parlarvi..
Sbuffò
James,
sorridendo. Sirius borbottò qualcosa, ma bastò
l’espressione divertita del suo
migliore amico a strappargli una risata.
-
Buonasera
a tutti.
Salutò
Sirius,
prendendo posto accanto a Remus. Il licantropo alzò la
testa, incrociò lo
sguardo sorridente di James e sbiancò. L’altro gli
scompigliò i capelli e gli
strinse un braccio intorno alle spalle. Remus sorrise, più
tranquillo. Era
tornato tutto come prima.
-
James?
Chiese
Seba,
incredulo. Il ragazzo sospirò, esasperato. Prima o poi quel
tormento sarebbe
finito, ma per ora doveva tranquillizzare gli amici sul fatto che era
tornato e
che li aveva perdonati.
-
Se mi
chiedi come
sto ti affatturo.
Borbottò
James,
sbuffando. Cristal si voltò verso Charleen, che sorrideva.
Peter guardava la
scena con gli occhi lucidi, troppo emozionato per riuscire a parlare.
-
È
una minaccia?
Chiese
Cristal,
felice.
-
Affatto,
è una
promessa.
Continuò
James, fingendosi
serio. Il gruppo tirò un sospiro di sollievo.
-
Sembra
sia tornato
tutto alla normalità alla fine.
Mormorò
Lily,
sorridendo. James si voltò verso di lei, diventando
improvvisamente più serio e
più posato. Quasi volesse fare una bella impressione su di
lei.
-
Per
adesso si, ti
ricordi vero che abbiamo una certa cosa in sospeso noi due?
Chiese
James,
inclinando la testa. Improvvisamente il mondo intorno era svanito. Gli
amici, i
compagni di squadra, i compagni, i professori ed i fantasmi.
C’erano solo loro
due, come poco prima nel corridoio deserto dove lui l’aveva
difesa dai
Serpeverde.
-
Qualcuno
spiega
anche a noi?
Chiese
Seba,
perplesso dallo strano comportamento dei due. Se non si fosse trattato
di Lily
e James avrebbe quasi scommesso che stessero amoreggiando in pubblico.
Ipotesi
veramente assurda visto il famoso astio che la ragazza provava per il
bel
cercatore.
-
Niente
domande,
impiccioni!
Lo
ammonì Charleen,
intuendo che tra Lily e James doveva essere successo qualcosa che a
loro era
sfuggito. Probabilmente uno dei due doveva essersi finalmente deciso a
dichiararsi, trovando l’appoggio dell’altro. La
ragazza sospirò, fissando Seba
con aria sognante. Prima o poi lui sarebbe diventato il padre dei suoi
figli,
ne era certa.
-
È
una proposta?
Chiese
Lily,
sgranando gli occhi verdi. C’era una sfumatura di emozione
nella sua voce, che
non sfuggi al capitano.
-
Potrebbe.
Rispose
James,
vago. Il viso della ragazza si fece più colorito,
decisamente tendente allo
stesso rosso dei suoi capelli. Il suo cuore prese a battere
più forte.
-
Allora
sentiamo.
Disse
lei,
incitando l’altro a proseguire. James inclinò
appena la testa, per vederla
meglio. Era adorabile anche quando era imbarazzata.
-
Sabato
pomeriggio.
Meglio ancora, tutta domenica.
Propose
James,
sentendo il suo cuore accelerare. Non avrebbe sopportato un rifiuto,
lei doveva
dire si.
-
Sai che
potrei
essere libera?
Mormorò
Lily,
divertita. Voleva tenerlo sulla corda per un po’, per vedere
come reagiva ma
non voleva complicare le cose. Avevano aspettato troppo, entrambi.
-
Niente
compiti?
Chiese
James,
prudente. Essere messo da parte per un libro sarebbe stato frustrante.
Forse il
peggio che gli poteva capitare.
-
Fammi
pensare, da
una parta ci sono un sacco di temi di pozioni da fare e
dall’altra un’uscita
con te.
Ricapitolò
lei, fingendosi
pensierosa. In realtà aveva già scelto, nel
momento stesso in cui aveva deciso
di confessargli i suoi sentimenti. Lo amava e nulla l’avrebbe
tenuta lontana da
lui.
-
Ti ho
messa in
crisi?
Chiese
James,
sorridendo appena.
-
No, in
fondo la
scelta è facile. Non credo che Lumacorno mi
metterà in punizione.
Concluse
Lily,
puntando gli occhi verdi dentro quelli nocciola di lui.
-
È
un si?
Chiese
James,
prudente, mentre sul suo viso si allargava il più
straordinario dei sorrisi che
la ragazza gli avesse mai visto fare.
-
Sei
sveglio,
capitano.
Esclamò
Charleen,
scoppiando a ridere. Il gruppo di amici di riscosse, scoprendosi
guardare la
scena con espressioni ebeti. Pareva quasi di essere finiti in una fiaba
che
aveva per protagonisti non Lily e James, ma una principessa ed il suo
bellissimo principe. L’unica cosa certa era che finalmente
sarebbero riusciti,
o almeno così tutti si auguravano, a coronare il loro
bellissimo sogno d’amore.
-
In che
universo
parallelo sono finito?
Mormorò
Seba,
sconsolato, guardandosi intorno alla ricerca di conferme.
-
Seba,
sicuro di
stare bene?
Chiese
Frank,
osservando l’amico. Il ritorno alla normalità di
James era coinciso con
l’inizio della pazzia di Seba. Non era per niente positivo,
al contrario. Dopo
un periodo tanto assurdo avevano bisogno di calma e di certezze, non di
altri
problemi. Senza contare che di lì a pochi mesi ci sarebbero
stati gli esami.
Per loro del settimo anno si trattava di quelli finali. Si sarebbero
giocati
tutto, compresa la possibilità di entrare
nell’Accademia Auror. Entrambi
avevano già fatto richiesta per partecipare
all’esame di ammissione di luglio,
ma per poterlo sostenere dovevano uscire dalla scuola con dei voti alti
o non
avrebbero avuto speranze.
-
Io si,
ma guardati
intorno. James è tranquillo, calmo e sorride senza essere
arrabbiato né con
Sirius, né con Alice o con altri. In più Lily ha
appena accettato di uscire con
lui..
Spiegò
Seba,
sconsolato. Frank scoppiò a ridere, scuotendo la testa.
Forse alla fine non lo
avevano perso. Non ancora del tutto, almeno.
-
Ci
dobbiamo essere
persi qualcosa per forza.
Concluse
Remus,
scuotendo anche lui la testa. Era felice per il suo amico, non aveva
mai visto
James in quello stato. Toccava il cielo, sembrava che stesse per
alzarsi da
terra da un momento all’altro. Ancora un istante e si sarebbe
staccato da
terra.
-
Perspicace,
Remus.
Commentò
James,
sorridendo.
-
Di
grazia, spieghi
anche a noi?
Chiese
Frank,
curioso. James sbuffò e scosse la testa, scompigliandosi
ancora di più i
capelli.
-
Da
quando siete
così ossessivamente curiosi e sentite il bisogno di sapere
tutto quando della
mia vita?
Protestò
James,
incrociando le braccia e fingendosi offeso.
-
Il
solito
schizofrenico è tornato tra noi.
Esclamò
Sirius,
scoppiando a ridere.
-
Simpatici,
davvero
molto simpatici.
Piagnucolò
James,
mettendo il broncio.
-
Infatti
stiamo
ridendo tutti, Potter.
Mormorò
una voce
alle spalle del ragazzo. James si irrigidì, riconoscendo chi
aveva parlato.
Intorno a lui, tutti si gelarono.
-
Non
credo che
questo riguardi te, Black.
Disse
James,
distaccato. Non si voltò, deciso a non darla vinta al
cercatore di Serpeverde.
Non sapeva per quale motivo era arrivato fino a lì, ma non
doveva essere una
cosa piacevole.
-
Mi
spezzi il cuore,
Potter. Pensa che io credevo che dopo l’ultima chiacchierata
al chiaro di luna
ero diventato tuo amico.
Sogghignò
il
Serpeverde, inclinando appena la testa. Il Grifondoro sbuffò.
-
Non
esagerare
Black. Ammetto che sei meglio di altri tuoi compagni, ma sei ancora
troppo
viscido e arrogante. Che vuoi?
Sbottò
James,
infastidito. Riusciva a percepire chiaramente come la presenza di
Regulus
agitava Sirius. Non voleva che il suo amico stesse male. Doveva mettere
fine a
quella discussione ad allontanare l’ultimo arrivato prima che
qualcuno avesse
il tempo di fare qualche scenata.
-
Parlarti.
Di
grazia, credi di riuscire ad alzare il sedere dalla sedia o mi farai
perdere
altro tempo?
Chiese
il
Serpeverde, paziente, tamburellando con le dita la sedia del ragazzo.
-
Non
obbedisco a
bacchetta ad un Serpeverde, chiaro?
Rispose
James,
voltando ancora di più le spalle al nuovo arrivato.
-
Presuntuoso
e pieno
di sè.
Borbottò
a bassa
voce il ragazzo più piccolo. James non sentì, o
forse finse soltanto, ma Sirius
scattò subito, nervoso.
-
Che
diamine hai
detto, brutto..
Iniziò
il ragazzo,
bloccato da un gesto del fratello. Il cercatore delle Serpi non aveva
perso la
sua lucida freddezza. Aveva raggiunto il suo obiettivo: provocare il
fratello e
iniziare una discussione.
-
Ho
detto
presuntuoso e pieno di sé. Vuoi che scandisca meglio le
parole, fratellone?
Chiese
Regulus,
evidentemente ironico. L’ultimo loro confronto risaliva a
più di un anno prima,
dopo che Sirius era andato via di casa. Regulus non aveva fatto nulla
per
fermarlo quella sera, ma una volta tornati al castello
l’aveva avvicinato. Non
aveva detto molto, solo che alla fine aveva preso la decisione
migliore. Nella
sua voce non c’era traccia della solita strafottenza, ma vi
si poteva leggere
molta malinconia. Sirius avrebbe voluto chiedergli molte cose, ma per
orgoglio
era stato zitto. Avevano continuato a guardarsi per un po’,
in silenzio, poi si
erano separati. In quel momento avevano smesso definitivamente di
essere
fratelli ed avevano iniziato ad odiarsi.
-
Basta,
lascialo
stare. Dimmi quello per cui sei venuto e poi sparisci.
Esclamò
James,
deciso a mettere fine a quel circo ancora prima che iniziasse. Sapeva
che tutto
quello che stava accadendo non faceva bene a Sirius e non voleva che
lui
soffrisse. Era stato fin troppo male negli ultimi mesi, a causa sua.
-
Sei
anche sordo,
Potter? Alzati da quella sedia e vieni con me.
Ripeté
Regulus,
scandendo con calma le parole. Sembrava deluso per avere perso
l’occasione per
arrivare alla lite, ma non voleva darlo troppo a vedere.
-
Non ci
sono segreti
tra i Grifondoro.
Dichiarò
Alice,
infastidita dalla presenza della Serpe. Voleva sentire quello che
Regulus aveva
da dire al cugino, un po’ per curiosità ed un
po’ per paura. Non voleva che
James avesse segreti con loro, né che cominciasse a
frequentare brutti giri che
potevano condurlo su una cattiva strada.
-
Non
ricordo di
avere chiesto il tuo parere Prewet.
Rispose
Regulus, sbuffando
annoiato.
-
Lasciala
stare,
Serpe.
Lo
minacciò Frank,
furioso. Nessuno poteva toccare la sua donna, soprattutto se la persona
in
questione era un viscido Serpeverde che aveva già fatto
soffrire un suo amico.
-
Che
paura, Paciock.
Scherzò
Regulus,
portandosi le mani al volto per mimare un’espressione
terrorizzata. Ancora una
volta Sirius scattò in piedi ma fu bloccato da Remus e da
Peter prima che
riuscisse a fare un passo.
-
Fatela
finita
tutti, mi farete venire il mal di testa.
Mormorò
James,
alzandosi lentamente dalla sedia. Regulus sorrideva, felice di avere
raggiunto
il suo obiettivo. Aveva provocato il gruppo ed aveva convinto James a
seguirlo.
Ora doveva solo fare il resto, poi avrebbe avuto la sua occasione. Si
sarebbe
preso la sua rivincita e avrebbe riscattato il suo onore. Non la si
faceva così
facilmente ad un Black.
-
Vai sul
serio con
lui?
Chiese
Lily,
stranita. Non credeva che alla fine il ragazzo l’avrebbe
davvero data vinta al
suo storico nemico. Fin da quando Regulus era arrivato al castello loro
due
erano stati avversari: per Sirius, per il boccino e per i voti. Ogni
motivo era
buono per scontrarsi e dimostrarsi migliore dell’altro.
-
Almeno
poi la
smette.
Sospirò
James,
stizzito, senza aggiungere altro. In parte era curioso di sentire cosa
voleva
Regulus, ma non aveva grandi aspettative. Probabilmente doveva
trattarsi di
qualcuna delle sue cattiveria. Suo padre diceva sempre che quando un
Serpeverde
fa o dice qualcosa di buono, allora fa anche sempre di tutto per
nasconderla al
mondo perché nessuno ne venisse a conoscenza.
-
Ma che
diamine?
Sbottò
Sirius,
furioso ed allo stesso tempo confuso.
-
Dopo,
Sirius..
Lo
bloccò James,
dolcemente. Non voleva preoccuparlo, ma non voleva nemmeno parlare
davanti a
tutti. In particolare davanti a Regulus.
-
Da
quando dai così
tanta confidenza a mio fratello?
Chiese
ancora l’altro
Grifondoro, burbero.
-
Ho
detto dopo,
Sirius.
Rispose
ancora
James, questa volta con un tono più irritato.
-
Ma..
Provò
ad obiettare
Remus, confuso.
-
Non
credo che
nessuno di voi si nella posizione di prendersela con lui
perché ha dei segreti…
Mormorò
Regulus,
senza trattenere una risata maliziosa. Nessuno ebbe la forza di
controbattere a
quella frase. Il Serpeverde aveva ragione. Tutti loro avevano mentito a
lungo a
James e non avevano diritto di costringerlo a rivelare i suoi segreti.
Il capitano
sospirò, irritato. Ancora una volta il Serpeverde aveva
aperto la bocca solo
per il gusto di ferire i suoi amici.
-
Potresti
avere la
decenza di stare zitto?
Chiese
James,
fissando
-
Potrei,
ma non
sarebbe divertente.
Rispose
Regulus,
pacato, inclinando appena la testa.
-
Falla
finita, ora.
Ripeté
James,
questa volta alzando leggermente la voce.
-
Sei
noioso.
Incredibilmente noioso.
Sbuffò
il cercatore
più giovane, allontanandosi di qualche passo.
-
Tu
invece sei
stronzo, incredibilmente stronzo.
Sibilò
James,
fronteggiando il cercatore di Serpeverde. I due si allontanarono di
qualche
metro, in silenzio. Solo quando furono abbastanza lontani Regulus
iniziò a parlare,
tranquillo come sempre. Nessuno lo aveva mai visto alzare la voce
durante una
discussione, neppure Sirius. Il Serpeverde aveva la straordinaria
capacità di
stare calmo in qualsiasi situazione, senza mostrare mai i suoi veri
sentimenti.
-
Che
diamine si
staranno dicendo?
Chiese
Sirius,
insofferente. Avrebbe dato qualsiasi cosa per riuscire a sentire quella
conversazione.
-
Smettila
Sirius,
James ha detto che dopo ci dice tutto.
Tagliò
corto
Cristal, sbuffando. Quella situazione non piaceva nemmeno a lei ma
dovevano
fidarsi di James. Era l’unica cosa che potevano fare.
-
Ti
sbagli, ha solo
detto dopo.
Sbuffò
Sirius tetro,
riflettendo sulle parole dell’amico.
-
Da
quando non ti
fidi di lui?
Chiese
Alice,
perplessa ed arrabbiata. Quello che aveva di fronte non sembrava il
solito
Sirius Black ma un gattino indifeso e spaventato.
-
Lui..
io..
Regulus..
Cercò
di dire Sirius,
non riuscendo nemmeno a formare una frase di senso compiuto.
C’era di mezzo suo
fratello e tanto bastava per mandarlo in crisi. Aveva paura di perdere
tutto,
proprio ora che le cose con James avevano ripreso ad andare davvero
bene.
-
Stava
ridendo e
scherzando come sempre. Ti ha perdonato, non devi temere che trami
qualcosa con
tuo fratello.
Cercò
di
rassicurarlo Lily, dolcemente. Mai la ragazza si era dimostrata
così gentile
nei confronti di Sirius Black da che lo conosceva.
-
James
non ti
farebbe mai una cosa del genere.
Aggiunse
Frank,
cercando di trasmettere all’amico calma.
Sirius
annuì
appena, nervoso. Non riusciva a smettere di guardare i due ragazzi,
poco
lontani. Discutevano animatamente. James sembrava agitato, Regulus
impassibile.
Pareva quasi la situazione lo divertisse. Di tanto in tanto si voltava
verso il
tavolo di Grifondoro, lanciando occhiate torve al fratello.
-
Felice
notte,
poveri idioti.
Salutò
Regulus con
la sua solita ironia, tornando al tavolo di Serpeverde.
-
Luridi
ba..
Esclamò
James,
adirati, lasciandosi cadere. Cercò di tirare un pugno al
tavolo ma l’occhiata
di rimprovero di Charleen lo bloccò. Tutti si voltarono,
preoccupati, tranne
Lily.
-
James,
non essere
volgare.
Lo
riprese la
ragazza, apparentemente tranquilla. Sapeva che James non era arrabbiato
con
loro.
-
Scusa,
ma sono dei
vermi.
Sbottò
James,
nervoso. Sbuffò e imprecò ancora a bassa voce.
-
Con chi
c’è l’hai?
Chiese
Peter,
nervoso.
-
Serpeverde.
Rispose
il capitano,
sbuffando. A quelle parole tutti tirarono un sospiro di sollievo. Per
qualche
istante avevano temuto di essere tornati per qualche strano motivo in
cima alla
lista nera di James.
-
Ti
spiacerebbe fare
capire anche a noi?
Chiese
Remus,
confuso.
-
No, non
adesso. Non
ho abbastanza tempo, devo andare dalla McGranitt.
Esclamò
James,
scattando di nuovo in piedi. Era agitato, quasi non riuscisse a stare
fermo
nello stesso posto per più di due secondi. Sembrava che gli
stesse bruciando la
terra sotto i piedi.
-
È
successo qualcosa
di grave?
Chiese
Sirius,
perplesso e confuso.
-
Non lo
so ancora,
non del tutto almeno. Scusatemi.
Rispose
James,
asciutto.
-
Sicuro
di non
volerci dire nulla?
Chiese
Seba,
fissando l’amico. Non riusciva a spiegarsi quel modo di fare,
non dopo che lo
aveva visto sorridere fino a pochi minuti prima. Possibile che fosse
bastato
fare quattro chiacchere con Serpeverde per rovinare tutto?
-
Si
tratta della
squadra, ma non so ancora esattamente come stanno le cose.
Sospirò
James alla
fine, sbuffando. Si sentiva impotente, truffato e decisamente incazzato.
-
Aspetta,
non
avranno davvero annullato la vittoria di Grifondoro..
Esclamò
Alice,
inorridita. Aveva sentito delle voci nelle ultime ore, ma le erano
sembrate
troppo assurde per essere prese seriamente in considerazione.
-
Così
sembra, per
questo voglio andare da Minnie. Frank, vieni anche tu?
Chiese
James,
rivolto al compagno di squadra.
-
Ehm,
si. Subito.
Rispose
il
portiere, pronto. Avevo fatto tanto per la squadra, non potevano
lasciarsi
portare via la vittoria così. Si voltò verso
Alice, che annuì appena.
-
Charleen,
raduna la
squadra. Appena finiamo con
Esclamò
James,
serio. La compagna annuì, facendo ondeggiare i riccioli
bruni.
-
Aspetta,
James.
Mormorò
Sirius,
debolmente, bloccando l’amico per un braccio. Si vergognava
come un ladro, ma
sapeva che doveva fare quella domanda che lo stava tormentando o
sarebbe
esploso.
-
Dimmi,
Felpato.
Disse
James,
voltandosi verso l’amico.
-
Che
voleva da te?
Perché ti ha detto che pensava che foste amici?
Chiese
Sirius,
facendo riferimento al modo di fare misterioso del fratello. Era
evidente che
si era comportato così per torturare lui, ma voleva capire
quanto c’era di vero
nelle sue parole. Regulus non inventata mai nulla, si limitava ad usare
la
realtà per portare le persone alla pazzia.
-
Ho
parlato con lui
ieri sera, tutto qua. Ci siamo incontrati per caso e lui ne ha
approfittato per
prendersi gioco di me.
Sospirò
James,
scegliendo con cura le parole.
-
Non
credi che lui
sia migliore di me, vero?
Chiese
ancora
Sirius, imbarazzato. Si vergognava a fare quella domanda, ma sentiva di
volere
una risposta. Non sarebbe mai riuscito a vivere con quel dubbio. James
sospirò,
poi sorrise.
-
Parlare
con Regulus
mi ha fatto capire quanto siete diversi e quanto mi mancavi. Sei
più tranquillo
ora?
Rispose
il
cercatore, sorridendo.
-
Sono un
idiota.
Esclamò
Sirius, più
sollevato dopo aver sentito la risposta dell’amico.
-
Eh si,
proprio
così.
Sospirò James, allontanandosi insieme a Frank.
ANGOLO DELL'AUTRICE
Grazie a tutti per essere arrivati a leggere fino a qui! per ripagare la vostra pazienza nei mesi scorsi ho deciso di pubblicare subito il nuovo capitolo. Nel giro di qualche capitolo anche questa storia finirà, ma sto pensando ad un possibile seguito che riguarderà l'estate dei nostri eroi. ho già buttato giù qualcosa, ma non dico nulla!
Stecullen94: grazie mille!!!ebbene si, alla fine il cuore della glaciale Lily si è sciolto. doveva succedere, no? James e Rose si incontreranno e forse lei comparirà anche nel seguito della storia anche se non come protagonista. come ha fatto a cadere dalla finestra lo dirà tra due capitoli.. non ti dico come!
Love_vampire: grazie mille!!! ebbene si, sono tornata. niente più mesi di attesa, promesso! James è stato buono, molto di più di quello che persino io mi aspettavo! per il resto delle spiegazioni devi aspettare i prossimi capitoli!
Cloe_Black: grazie milleee! ho aggiornato abbastanza in fretta.. sono curiosa di sentire le tue ipotesi sull'incidente per vedere se sono più originali della mia versione!
Lady_Saika: grazie milleee! hai visto che ho aggiornato prima?