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Autore: sihu    08/05/2011    4 recensioni
il sesto anno al tempo dei malandrini inizia in modo davvero movimentato. Lily e Sirius sono talmennte arrabbiati con James tanto da odiarlo e persino Remus ha pensato di strozzare l'amico con gli occhiali, l'unico problema è che James non si trova. che ne sarà stato di James Potter e che ne sarà dei malandrini? Dal terzo capitolo: Non voglio tediarvi con i particolari anche perché non sarebbe giusto nei confronti della famiglia. La notizia fino ad ora è rimasta riservata per non fare preoccupare nessuno e per motivi di privacy, tuttavia vorrei che tutti osservassimo qualche istante di silenzio e rivolgessimo una silenziosa preghiera per James Potter.” disse il vecchio preside abbassando la testa..
Genere: Malinconico, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Lily Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Broken Memories'
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CAPITOLO 18
CHIARIMENTI E NUOVI DILEMMI. 

Diverse ore dopo il pranzo e parecchie di più dopo la colazione, nessuno aveva ancora avuto notizie di James. Uscito dalla Sala Grande il ragazzo aveva semplicemente fatto perdere le tracce di sé per quella che ai ragazzi in attesa aveva tutta l’aria di sembrare un’eternità. Forse solo la Mappa del Malandrino avrebbe potuto individuarlo, ma nessuno del gruppo dei ragazzi aveva la forza di pensarci, né tanto meno di farsi venire altre idee. Nella Sala Comune dei Grifondoro regnava una calma strana, innaturale. Nessuno si era mosso dalla sua posizione né aveva parlato da ore ormai. Se ne stavano tutti lì, zitti e fermi come statue di sale, in attesa di quello che pareva essere un miracolo. Cristal fece vagare lo sguardo nella stanza, incontrando le espressioni vuote degli amici e quella perplessa di Peter. Il biondino sembrava l’unico che, seppure snervato dall’attesa, sperasse ancora. La mente del ragazzo stava lavorando, frenetica. Era come essere tornati bambini, quando credeva ancora a quell’omone babbano di cui parlava sua zia senza poteri. Un vecchio vestito di rosso che portava i regali a tutti i bambini la notte di Natale, Babbo Natale doveva chiamarsi. Non si era mai posto il problema circa la sua natura, magica o babbana, né dubitato della sua presenza. Era una certezza, un pilastro della sua vita. Lui semplicemente ci credeva, sapeva con certezza che prima o poi l’uomo con la barba bianca, le renne e tutto il resto sarebbe arrivato, calandosi dal camino con un grosso sacco sulle spalle. Più o meno con la stessa fede attendeva James, certo che l’amico non li avrebbe delusi. Non poteva, era James Potter dopo tutto. Quello che non arrende e vince la coppa anche quando sembra una follia. Si trattava solo di aspettare qualche ora ancora. Forse gli amici non avrebbero condiviso la sua previsione ottimistica, certamente non Sirius ne tanto meno Alice o Remus, lui era sicuro di come sarebbero andate le cose.

-          Andiamo a mangiare?

Propose Seba, lanciando un’occhiata alla stanza. Vide espressioni pensierose, spaventate e pericolosamente vuote. Se fossero rimasti lì ancora per un po’ forse sarebbero esplosi. Visto che non succedeva nulla tanto valeva cercare di fare passare il tempo in qualche modo.

-          Non ho fame.

Sbuffò Sirius, distratto, alzando le spalle. Remus fissò a lungo l’amico, preoccupato. Temeva una risposta del genere, ma lo stesso non sapeva che fare.

-          Nemmeno io.

Fece eco Alice, scuotendo la testa. Non importava quanto tempo ci sarebbe voluto, lei avrebbe aspettato James. Non poteva fare altro. Non voleva deluderlo ancora una volta. Questa volta fu il turno di Frank di fissare la sua ragazza, scuotendo la testa. Nemmeno lui poteva fare nulla. Era costretto a rimanere semplice spettatore del dolore della persona che amava di più al mondo.

-          Insomma, volete stare qui tutto il giorno a piangervi addosso?

Esplose Cristal, fulminando con lo sguardo gli amici per spingerli a reagire. I due ragazzi si guardarono, alzarono le spalle e tornarono a fissare il ritratto che segnava l’ingresso della loro Sala Comune. Parevano dei fantasmi, degli echi di quello che erano stati solo qualche giorno prima. In una situazione diversa forse Sirius sarebbe scattato in piedi e Alice si sarebbe indignata per quella provocazione. Sicuramente James avrebbe riso di quella loro reazione esagerata e tutto sarebbe finito lì, tra una risata e qualche scherzo.

-          L’idea era quella.

Sbuffò Sirius, senza perdere la calma. Era rassegnato, disilluso e abbattuto. Forse persino l’ingresso improvviso di suo fratello e di sua cugina non l’avrebbero sconvolto più di tanto. Avrebbe detto loro di andarsene, poi si sarebbe voltato verso il fuoco, tornando ad aspettare ansioso. Voleva solo parlare con James, il resto era solo di contorno. Una scocciatura alla quale non poteva sottrarsi.

-          A grandi linee..

Concordò Alice, sospirando senza nemmeno prendersi la briga di alzare la testa.

Quella reazione tanto assurda fece perdere la calma a Charleen. Le due ragazze alla fine avevano chiarito i loro problemi, avevano pianto ed avevano finito con l’abbracciarsi. Seba e Frank si era guardati, perplessi, tuttavia si erano dimostrati contenti. Nessuno si aspettava che ci volesse così poco perché tutto tornasse alla normalità. Sembrava un segnale positivo. Se loro avevano appianato i loro diverbi in poco tempo allora c’era la speranza che anche James avrebbe potuto fare lo stesso con loro una volta tornato nella Sala Comune. Tutti credevano che il ragazzo sarebbe tornato per cena ma ormai iniziavano a dubitarne.

-          Basta, Alice vuoi guardarti allo specchio?

Chiese la ragazza, rossa in viso per l’agitazione. Alice era l’ombra di se stessa. Faceva quasi spavento da tanto che era nervosa, agitate ed in ansia.

-          Mi spiace Charleen, non ci riesco. Voglio stare qui, aspettare che torni e cercare di scusarmi con lui. So che non mi vorrà vedere, ma ci devo provare lo stesso.

Rispose Alice, senza staccare lo sguardo dal pavimento. La ragazza riccia sospirò, imprecò a bassa voce ma non disse altro. Le faceva male vedere l’amica così, ma più che spingerla a reagire non poteva fare. Era tutto nelle mani di quel testone di James, che non si decideva a tornare. Charleen non riusciva a spiegarsi cosa gli stesse passando per la testa. Se aveva letto le lettere che lei gli aveva dato allora doveva sapere quanto si erano preoccupati, scusati e quando era stati in pena. Dove diamine era andato a cacciarsi?

-          Ha bisogno di tempo, lo sai. Non puoi rimetterci la salute.

Mormorò Frank, abbracciando dolcemente Alice. Il contatto con il corpo del compagno rilassò la ragazza. Sarebbe stato bello potersi abbandonare tra le sue braccia, ma non poteva. Non ancora, almeno. Doveva pensare a James prima.

-          Non vi preoccupate, in fondo le cucine sono sempre aperte..

Disse Alice, sforzandosi di sorridere. Doveva essere convincente oppure l’avrebbero portata con loro con la forza. Frank non disse nulla, ma stampò un bacio silenzioso sulla bocca della ragazza.

-          Sirius, sai vero che quello che abbiamo detto a lei vale anche per te?

Sospirò Remus, guardando l’espressione persa dell’amico. Non aveva mai visto l’orgoglioso e testardo Sirius Black in quelle condizioni. Mai, neppure quando era stato cacciato di casa dalla sua famiglia ed il fratello non aveva mosso un dito.

-          Cosa?

Chiese Sirius, cadendo dalle nuvole. Il suo corpo era lì, in quella stanza, ma era evidente che la sua mente era lontana. Evidentemente in un altro luogo.

-          Stavi ascoltando, almeno?

Chiese Seba, inclinando appena la testa. Non c’era rimprovero nelle sue parole, sono una sfumatura di preoccupazione. Nemmeno lui aveva voglia di ridere, seppure si sforzasse di non darlo a vedere. Sebastian depresso avrebbe finito con il togliere la speranza a tutti loro.

-          Sono preoccupato per James..

Dichiarò Sirius, mordendosi le labbra. Più si sforzava di non pensarci, più stava peggio. Ogni istante che passava aumentava la convinzione che James stesse combinando qualcosa di stupido che avrebbe finito con l’allontanarlo ancora di più da loro invece che sistemare le cose.

-          Che fine avrà fatto Lily?

Chiese improvvisamente Cristal, guardandosi nervosamente intorno. Le parole della bionda fecero cadere tutti quanti dalle nuvole.

-          Cosa centra Lily adesso? Lei sta facendo la ronda, mentre Jamie non ci parla. Sono due problemi completamente diversi.

Sbuffò Alice, lanciando un pezzo di pergamena nel camino. Subito la fiamma si agitò, prendendo vita. In pochi istanti era tornato come prima, luminoso e caldo. Era così semplice ravvivare un fuoco quando si stava per spegnere, perché non poteva esserlo anche aggiustare le cose con James?

-          Voi siete troppo complicati, ed io ho fame.

Decretò alla fine Seba, esasperato. Avrebbero potuto insistere per ore ma non avrebbe cambiato nulla. Alice e Sirius sarebbero rimasti lo stesso dove si trovavano, immobili, silenziosi e depressi e James avrebbe continuato a non farsi vedere. Stando lì a morire di fame non avrebbero certo cambiato le cose.

-          Buon appetito, allora.

Disse Sirius, sorridendo appena. Si trattava di un sorriso tirato, uno dei più falsi che si erano mai visti sul viso del ragazzo, nonostante l’impegno che ci aveva messo per sembrare davvero convincente.

-          Li portiamo giù di peso?

Chiese Seba, rivolto a Frank. Il portiere ci pensò qualche istante, poi scosse la testa. Non sarebbe servito a nulla, lo sapeva bene. Quei due erano incredibilmente testardi. Persino un mulo si sarebbe arreso di fronte a loro.

-          No, ora no. Ci penso io più tardi se serve.

Dichiarò alla fine, scompigliando i capelli della propria ragazza. Alice e Sirius sorrisero appena, mentre gli altri si allontanavano.

Erano soli, ma per la prima volta da quando si conoscevano non avevano voglia di ridere né di parlare tra loro. niente scherzi, né battute né discorsi sul quidditch. Solo tanto silenzio e ancora più malinconia.

-          C’è l’hanno fatta a lasciarci in pace alla fine.

Esclamò Alice dopo un po’, rompendo quel silenzio tanto snervante. Sirius sospirò, scuotendo la testa. Era lieto che li avessero lasciati in pace, ma non poteva certo dare tutti i torti ai compagni.

-          Sono solo preoccupati. Avrei fatto lo stesso anche io se..

Iniziò Sirius, ignorando la porta che si apriva. Doveva trattarsi dei suoi amici. Come al solito qualcuno di loro, probabilmente Peter, aveva finito con il dimenticare qualcosa.

-          Se James non avesse smesso di parlarti perché sei un idiota?

Mormorò una voce alle spalle dei due ragazzi, che si gelarono all’improvviso. Alice e Sirius si scambiarono un’occhiata che tradiva tutta la loro preoccupazione. Quella voce, quel tono divertito. Potevano appartenere ad una persona sola. La stessa che stavano aspettando la ore e che non credevano certo di trovarsi di fronte da un momento all’altro.

-          James?

Chiese Sirius, prudente, prima di voltarsi. Non voleva illudersi che si trattasse del suo amico per poi scoprire che era solo un’illusione dettata dalla sua mente provata da quelle lunghe ore di attesa.

-          No, la fata turchina. Non le vedete le alucce azzurrine?

Sbuffò James, lasciandosi cadere sul divano di fronte ai due ragazzi. Entrambi erano troppo immobili, troppo sorpresi e troppo increduli per prendere qualsiasi iniziativa. Lo fissarono a lungo, increduli, analizzando ogni minimo particolare quasi a voler fugare ogni minimo dubbio.

-          Jamie..

Iniziò Alice, tirando su con il naso. Sentiva che gli occhi le si stavano riempiendo di lacrime e che quel groppo in gola con cui combatteva da ore stava per avere la meglio. Avrebbe voluto dire tante cose a James, eppure adesso che lo aveva davanti a sé non gli veniva in mente nulla. Voleva solo abbracciarlo e sentire che tutto era tornato come prima. Più o meno lo stesso valeva per Sirius.

-          Vale lo stesso per te, Ally. Questa volta sei stata pessima. Un’arpia, peggio di quando da piccola mi rubavi tutte le macchinine nuove.

Continuò James, spostando la sua attenzione dall’amico alla cugina. Aveva un’espressione imbronciata che avrebbe certamente strappato un sorriso alla ragazza ed a Sirius, se solo il momento non fosse stato tanto delicato.

-          Lo so, mi dispiace tanto.

Disse Alice, tenendo la testa basta. Aveva passato molto tempo a riflettere sul suo comportamento ed era giunta alla conclusione che l’ansia e la preoccupazione l’avevano portata a fare cose decisamente stupide. Invece di aiutare Jamies l’aveva solo ferito, peggiorando le cose. Non lo aveva sostenuto, né gli era stata accanto.

-          Per le macchinine?

Chiese James, divertito, ignorando l’espressione incredula della cugina.

-          James, ascolta io..

Iniziò Sirius, cercando di mettere ordine tra i suoi pensieri. Non capiva cosa stava succedendo, ma sapeva che doveva scusarsi. Non avrebbe perso il suo amico ancora una volta.

-          È tutto passato, Sirius. Davvero, va bene così.

Lo fermò James, sorridendo. Non si trattava di un sorriso tirato, finto. Il viso dell’amico emanava quella tranquillità e quella solarità che gli era così a lungo mancata in quei mesi. Per la prima volta da quasi un anno aveva davanti a sé il vero James, e questi sorrideva.

-          Ho una fame terribile, Sala Grande?

Continuò James, cercando di ignorare le espressioni perplesse e buffe dei due ragazzi che aveva di fronte. Era evidente che si aspettavano che lui facesse scenate, non che arrivasse ridendo.

-          Tutto qui?

Chiese Sirius, aggrottando la fronte. James sospirò, alzando gli occhi al soffitto. Se c’era una cosa che quei mesi gli avevano insegnato era che la vita era fin troppo breve per perdere tempo con i musi lunghi. A luglio aveva quasi rischiato di lasciarci le penne, si era salvato ed era deciso a non sprecare nemmeno un attimo.

-          Felpato, quando si ha fame ed è ora di cena si va in Sala Grande. Dove sta il problema? Oggi ti capisco poco..

Spiegò James, paziente. Alice fissava quella scena, stranita. Sirius invece era deciso a non lasciare cadere il discorso così. Non gli sembrava vero che fosse tutto tornato a posto. Sembrava un sogno, uno di quelli che lo avevano tormentato nelle ultime notti.

-          Dovresti avercela a morte con noi. Dovresti picchiarmi, urlare.. perché te ne stai lì e ci sorridi come un idiota?

Chiese Sirius, sul punto di esplodere. L’attesa, l’ansia e la paura l’avevano reso irritabile e decisamente paranoico.

-          Non rubarmi le parole di bocca. Qui il più grande degli idioti sei tu, noi io.

Precisò James, deciso e divertito da quella situazione. Era paradossale: l’unico che doveva essere arrabbiato rideva, gli altri due sembravano sul punto di scoppiare a piangere.

-          Non hai risposto alla sua domanda..

Mormorò Alice, fissando intensamente il cugino. James sospirò, prendendo tempo per elaborare una risposta che li tranquillizzasse.

-          Che devo dirvi? Lui si è comportato da stronzo, tu hai fatto concorrenza a sua cugina Bellatrix. Mi avete trattato come uno straccio, mi avete praticamente calpestato. Adesso però mi è passata. Vi voglio bene e voglio andare a mangiare perché ho fame.

Disse James alla fine, sorridendo. I due amici ci guardarono, poi saltarono tra le braccia di James. Solo lui aveva la capacità di portarti alla pazzia, farti stare da cani e poi risolvere tutto con una battuta. Lo strinsero forte, quasi avessero paura di vederlo sparire da un momento all’altro tra le braccia.

-          Ehi, vi faccio presente che farvi morire soffocato aumenterebbe in modo esponenziale il numero delle seccature.

Sussurrò James, cercando di sfuggire a quella stretta. Ci pensò su qualche istante, poi decise che gli piaceva. L’affetto sincero della sua famiglia gli era mancato nelle ultime ore, nonostante tenersi lontano era stata principalmente una sua decisione.

-          Credi di riuscire a smettere di dire stronzate?

Chiese Sirius, esasperato. James ci pensò un po’ su, perplesso.

-          Non saprei, però ci posso provare.

Disse alla fine, deciso, scoppiando a ridere subito dopo.

-          Meglio, dai.

Sorrise Alice, senza smettere di stringere il cugino.

Una volta conclusa la fase dei pianti e degli abbracci i tre si incamminarono verso la Sala Comune. Adesso che la situazione era più tranquilla, anche Alice e Sirius sentivano a gran voce i morsi della fame.

-          Ancora non ci credo.

Sussurrò Alice all’orecchio del cugino, guardandosi intorno alla ricerca degli altri compagni. Una volta individuati, il gruppo si diresse verso di loro. Lily era seduta e sorrideva tranquilla. Doveva averli raggiunti subito dopo aver lasciato James. Il capitano si chiese se la ragazza avesse o meno raccontato tutto agli altri. Dalle espressioni, tetre e preoccupate, dedusse che non doveva aver detto nulla.

-          Che noia, certo che siete monotoni. Ecco perché avevo smesso di parlarvi..

Sbuffò James, sorridendo. Sirius borbottò qualcosa, ma bastò l’espressione divertita del suo migliore amico a strappargli una risata.

-          Buonasera a tutti.

Salutò Sirius, prendendo posto accanto a Remus. Il licantropo alzò la testa, incrociò lo sguardo sorridente di James e sbiancò. L’altro gli scompigliò i capelli e gli strinse un braccio intorno alle spalle. Remus sorrise, più tranquillo. Era tornato tutto come prima.

-          James?

Chiese Seba, incredulo. Il ragazzo sospirò, esasperato. Prima o poi quel tormento sarebbe finito, ma per ora doveva tranquillizzare gli amici sul fatto che era tornato e che li aveva perdonati.

-          Se mi chiedi come sto ti affatturo.

Borbottò James, sbuffando. Cristal si voltò verso Charleen, che sorrideva. Peter guardava la scena con gli occhi lucidi, troppo emozionato per riuscire a parlare.

-          È una minaccia?

Chiese Cristal, felice.

-          Affatto, è una promessa.

Continuò James, fingendosi serio. Il gruppo tirò un sospiro di sollievo.

-          Sembra sia tornato tutto alla normalità alla fine.

Mormorò Lily, sorridendo. James si voltò verso di lei, diventando improvvisamente più serio e più posato. Quasi volesse fare una bella impressione su di lei.

-          Per adesso si, ti ricordi vero che abbiamo una certa cosa in sospeso noi due?

Chiese James, inclinando la testa. Improvvisamente il mondo intorno era svanito. Gli amici, i compagni di squadra, i compagni, i professori ed i fantasmi. C’erano solo loro due, come poco prima nel corridoio deserto dove lui l’aveva difesa dai Serpeverde.

-          Qualcuno spiega anche a noi?

Chiese Seba, perplesso dallo strano comportamento dei due. Se non si fosse trattato di Lily e James avrebbe quasi scommesso che stessero amoreggiando in pubblico. Ipotesi veramente assurda visto il famoso astio che la ragazza provava per il bel cercatore.

-          Niente domande, impiccioni!

Lo ammonì Charleen, intuendo che tra Lily e James doveva essere successo qualcosa che a loro era sfuggito. Probabilmente uno dei due doveva essersi finalmente deciso a dichiararsi, trovando l’appoggio dell’altro. La ragazza sospirò, fissando Seba con aria sognante. Prima o poi lui sarebbe diventato il padre dei suoi figli, ne era certa.

-          È una proposta?

Chiese Lily, sgranando gli occhi verdi. C’era una sfumatura di emozione nella sua voce, che non sfuggi al capitano.

-          Potrebbe.

Rispose James, vago. Il viso della ragazza si fece più colorito, decisamente tendente allo stesso rosso dei suoi capelli. Il suo cuore prese a battere più forte.  

-          Allora sentiamo.

Disse lei, incitando l’altro a proseguire. James inclinò appena la testa, per vederla meglio. Era adorabile anche quando era imbarazzata.

-          Sabato pomeriggio. Meglio ancora, tutta domenica.

Propose James, sentendo il suo cuore accelerare. Non avrebbe sopportato un rifiuto, lei doveva dire si.

-          Sai che potrei essere libera?

Mormorò Lily, divertita. Voleva tenerlo sulla corda per un po’, per vedere come reagiva ma non voleva complicare le cose. Avevano aspettato troppo, entrambi.

-          Niente compiti?

Chiese James, prudente. Essere messo da parte per un libro sarebbe stato frustrante. Forse il peggio che gli poteva capitare.

-          Fammi pensare, da una parta ci sono un sacco di temi di pozioni da fare e dall’altra un’uscita con te.

Ricapitolò lei, fingendosi pensierosa. In realtà aveva già scelto, nel momento stesso in cui aveva deciso di confessargli i suoi sentimenti. Lo amava e nulla l’avrebbe tenuta lontana da lui.

-          Ti ho messa in crisi?

Chiese James, sorridendo appena.

-          No, in fondo la scelta è facile. Non credo che Lumacorno mi metterà in punizione.

Concluse Lily, puntando gli occhi verdi dentro quelli nocciola di lui.

-          È un si?

Chiese James, prudente, mentre sul suo viso si allargava il più straordinario dei sorrisi che la ragazza gli avesse mai visto fare.

-          Sei sveglio, capitano.

Esclamò Charleen, scoppiando a ridere. Il gruppo di amici di riscosse, scoprendosi guardare la scena con espressioni ebeti. Pareva quasi di essere finiti in una fiaba che aveva per protagonisti non Lily e James, ma una principessa ed il suo bellissimo principe. L’unica cosa certa era che finalmente sarebbero riusciti, o almeno così tutti si auguravano, a coronare il loro bellissimo sogno d’amore.

-          In che universo parallelo sono finito?

Mormorò Seba, sconsolato, guardandosi intorno alla ricerca di conferme.

-          Seba, sicuro di stare bene?

Chiese Frank, osservando l’amico. Il ritorno alla normalità di James era coinciso con l’inizio della pazzia di Seba. Non era per niente positivo, al contrario. Dopo un periodo tanto assurdo avevano bisogno di calma e di certezze, non di altri problemi. Senza contare che di lì a pochi mesi ci sarebbero stati gli esami. Per loro del settimo anno si trattava di quelli finali. Si sarebbero giocati tutto, compresa la possibilità di entrare nell’Accademia Auror. Entrambi avevano già fatto richiesta per partecipare all’esame di ammissione di luglio, ma per poterlo sostenere dovevano uscire dalla scuola con dei voti alti o non avrebbero avuto speranze.

-          Io si, ma guardati intorno. James è tranquillo, calmo e sorride senza essere arrabbiato né con Sirius, né con Alice o con altri. In più Lily ha appena accettato di uscire con lui..

Spiegò Seba, sconsolato. Frank scoppiò a ridere, scuotendo la testa. Forse alla fine non lo avevano perso. Non ancora del tutto, almeno.

-          Ci dobbiamo essere persi qualcosa per forza.

Concluse Remus, scuotendo anche lui la testa. Era felice per il suo amico, non aveva mai visto James in quello stato. Toccava il cielo, sembrava che stesse per alzarsi da terra da un momento all’altro. Ancora un istante e si sarebbe staccato da terra.

-          Perspicace, Remus.

Commentò James, sorridendo.

-          Di grazia, spieghi anche a noi?

Chiese Frank, curioso. James sbuffò e scosse la testa, scompigliandosi ancora di più i capelli.

-          Da quando siete così ossessivamente curiosi e sentite il bisogno di sapere tutto quando della mia vita?

Protestò James, incrociando le braccia e fingendosi offeso.

-          Il solito schizofrenico è tornato tra noi.

Esclamò Sirius, scoppiando a ridere.

-          Simpatici, davvero molto simpatici.

Piagnucolò James, mettendo il broncio.

-          Infatti stiamo ridendo tutti, Potter.

Mormorò una voce alle spalle del ragazzo. James si irrigidì, riconoscendo chi aveva parlato. Intorno a lui, tutti si gelarono.

-          Non credo che questo riguardi te, Black.

Disse James, distaccato. Non si voltò, deciso a non darla vinta al cercatore di Serpeverde. Non sapeva per quale motivo era arrivato fino a lì, ma non doveva essere una cosa piacevole.

-          Mi spezzi il cuore, Potter. Pensa che io credevo che dopo l’ultima chiacchierata al chiaro di luna ero diventato tuo amico.

Sogghignò il Serpeverde, inclinando appena la testa. Il Grifondoro sbuffò.

-          Non esagerare Black. Ammetto che sei meglio di altri tuoi compagni, ma sei ancora troppo viscido e arrogante. Che vuoi?

Sbottò James, infastidito. Riusciva a percepire chiaramente come la presenza di Regulus agitava Sirius. Non voleva che il suo amico stesse male. Doveva mettere fine a quella discussione ad allontanare l’ultimo arrivato prima che qualcuno avesse il tempo di fare qualche scenata.

-          Parlarti. Di grazia, credi di riuscire ad alzare il sedere dalla sedia o mi farai perdere altro tempo?

Chiese il Serpeverde, paziente, tamburellando con le dita la sedia del ragazzo.

-          Non obbedisco a bacchetta ad un Serpeverde, chiaro?

Rispose James, voltando ancora di più le spalle al nuovo arrivato.

-          Presuntuoso e pieno di sè.

Borbottò a bassa voce il ragazzo più piccolo. James non sentì, o forse finse soltanto, ma Sirius scattò subito, nervoso.

-          Che diamine hai detto, brutto..

Iniziò il ragazzo, bloccato da un gesto del fratello. Il cercatore delle Serpi non aveva perso la sua lucida freddezza. Aveva raggiunto il suo obiettivo: provocare il fratello e iniziare una discussione.

-          Ho detto presuntuoso e pieno di sé. Vuoi che scandisca meglio le parole, fratellone?

Chiese Regulus, evidentemente ironico. L’ultimo loro confronto risaliva a più di un anno prima, dopo che Sirius era andato via di casa. Regulus non aveva fatto nulla per fermarlo quella sera, ma una volta tornati al castello l’aveva avvicinato. Non aveva detto molto, solo che alla fine aveva preso la decisione migliore. Nella sua voce non c’era traccia della solita strafottenza, ma vi si poteva leggere molta malinconia. Sirius avrebbe voluto chiedergli molte cose, ma per orgoglio era stato zitto. Avevano continuato a guardarsi per un po’, in silenzio, poi si erano separati. In quel momento avevano smesso definitivamente di essere fratelli ed avevano iniziato ad odiarsi.

-          Basta, lascialo stare. Dimmi quello per cui sei venuto e poi sparisci.

Esclamò James, deciso a mettere fine a quel circo ancora prima che iniziasse. Sapeva che tutto quello che stava accadendo non faceva bene a Sirius e non voleva che lui soffrisse. Era stato fin troppo male negli ultimi mesi, a causa sua.

-          Sei anche sordo, Potter? Alzati da quella sedia e vieni con me.

Ripeté Regulus, scandendo con calma le parole. Sembrava deluso per avere perso l’occasione per arrivare alla lite, ma non voleva darlo troppo a vedere.

-          Non ci sono segreti tra i Grifondoro.

Dichiarò Alice, infastidita dalla presenza della Serpe. Voleva sentire quello che Regulus aveva da dire al cugino, un po’ per curiosità ed un po’ per paura. Non voleva che James avesse segreti con loro, né che cominciasse a frequentare brutti giri che potevano condurlo su una cattiva strada.

-          Non ricordo di avere chiesto il tuo parere Prewet.

Rispose Regulus, sbuffando annoiato.

-          Lasciala stare, Serpe.

Lo minacciò Frank, furioso. Nessuno poteva toccare la sua donna, soprattutto se la persona in questione era un viscido Serpeverde che aveva già fatto soffrire un suo amico.

-          Che paura, Paciock.

Scherzò Regulus, portandosi le mani al volto per mimare un’espressione terrorizzata. Ancora una volta Sirius scattò in piedi ma fu bloccato da Remus e da Peter prima che riuscisse a fare un passo.

-          Fatela finita tutti, mi farete venire il mal di testa.

Mormorò James, alzandosi lentamente dalla sedia. Regulus sorrideva, felice di avere raggiunto il suo obiettivo. Aveva provocato il gruppo ed aveva convinto James a seguirlo. Ora doveva solo fare il resto, poi avrebbe avuto la sua occasione. Si sarebbe preso la sua rivincita e avrebbe riscattato il suo onore. Non la si faceva così facilmente ad un Black.

-          Vai sul serio con lui?

Chiese Lily, stranita. Non credeva che alla fine il ragazzo l’avrebbe davvero data vinta al suo storico nemico. Fin da quando Regulus era arrivato al castello loro due erano stati avversari: per Sirius, per il boccino e per i voti. Ogni motivo era buono per scontrarsi e dimostrarsi migliore dell’altro.

-          Almeno poi la smette.

Sospirò James, stizzito, senza aggiungere altro. In parte era curioso di sentire cosa voleva Regulus, ma non aveva grandi aspettative. Probabilmente doveva trattarsi di qualcuna delle sue cattiveria. Suo padre diceva sempre che quando un Serpeverde fa o dice qualcosa di buono, allora fa anche sempre di tutto per nasconderla al mondo perché nessuno ne venisse a conoscenza.

-          Ma che diamine?

Sbottò Sirius, furioso ed allo stesso tempo confuso.

-          Dopo, Sirius..

Lo bloccò James, dolcemente. Non voleva preoccuparlo, ma non voleva nemmeno parlare davanti a tutti. In particolare davanti a Regulus.

-          Da quando dai così tanta confidenza a mio fratello?

Chiese ancora l’altro Grifondoro, burbero.

-          Ho detto dopo, Sirius.

Rispose ancora James, questa volta con un tono più irritato.

-          Ma..

Provò ad obiettare Remus, confuso.

-          Non credo che nessuno di voi si nella posizione di prendersela con lui perché ha dei segreti…

Mormorò Regulus, senza trattenere una risata maliziosa. Nessuno ebbe la forza di controbattere a quella frase. Il Serpeverde aveva ragione. Tutti loro avevano mentito a lungo a James e non avevano diritto di costringerlo a rivelare i suoi segreti. Il capitano sospirò, irritato. Ancora una volta il Serpeverde aveva aperto la bocca solo per il gusto di ferire i suoi amici.

-          Potresti avere la decenza di stare zitto?

Chiese James, fissando la Serpe con un’espressione glaciale che avrebbe zittito chiunque.

-          Potrei, ma non sarebbe divertente.

Rispose Regulus, pacato, inclinando appena la testa.

-          Falla finita, ora.

Ripeté James, questa volta alzando leggermente la voce.

-          Sei noioso. Incredibilmente noioso.

Sbuffò il cercatore più giovane, allontanandosi di qualche passo.

-          Tu invece sei stronzo, incredibilmente stronzo.

Sibilò James, fronteggiando il cercatore di Serpeverde. I due si allontanarono di qualche metro, in silenzio. Solo quando furono abbastanza lontani Regulus iniziò a parlare, tranquillo come sempre. Nessuno lo aveva mai visto alzare la voce durante una discussione, neppure Sirius. Il Serpeverde aveva la straordinaria capacità di stare calmo in qualsiasi situazione, senza mostrare mai i suoi veri sentimenti.

-          Che diamine si staranno dicendo?

Chiese Sirius, insofferente. Avrebbe dato qualsiasi cosa per riuscire a sentire quella conversazione.

-          Smettila Sirius, James ha detto che dopo ci dice tutto.

Tagliò corto Cristal, sbuffando. Quella situazione non piaceva nemmeno a lei ma dovevano fidarsi di James. Era l’unica cosa che potevano fare.

-          Ti sbagli, ha solo detto dopo.

Sbuffò Sirius tetro, riflettendo sulle parole dell’amico.

-          Da quando non ti fidi di lui?

Chiese Alice, perplessa ed arrabbiata. Quello che aveva di fronte non sembrava il solito Sirius Black ma un gattino indifeso e spaventato.

-          Lui.. io.. Regulus..

Cercò di dire Sirius, non riuscendo nemmeno a formare una frase di senso compiuto. C’era di mezzo suo fratello e tanto bastava per mandarlo in crisi. Aveva paura di perdere tutto, proprio ora che le cose con James avevano ripreso ad andare davvero bene.

-          Stava ridendo e scherzando come sempre. Ti ha perdonato, non devi temere che trami qualcosa con tuo fratello.

Cercò di rassicurarlo Lily, dolcemente. Mai la ragazza si era dimostrata così gentile nei confronti di Sirius Black da che lo conosceva.

-          James non ti farebbe mai una cosa del genere.

Aggiunse Frank, cercando di trasmettere all’amico calma.

Sirius annuì appena, nervoso. Non riusciva a smettere di guardare i due ragazzi, poco lontani. Discutevano animatamente. James sembrava agitato, Regulus impassibile. Pareva quasi la situazione lo divertisse. Di tanto in tanto si voltava verso il tavolo di Grifondoro, lanciando occhiate torve al fratello.

-          Felice notte, poveri idioti.

Salutò Regulus con la sua solita ironia, tornando al tavolo di Serpeverde.

-          Luridi ba..

Esclamò James, adirati, lasciandosi cadere. Cercò di tirare un pugno al tavolo ma l’occhiata di rimprovero di Charleen lo bloccò. Tutti si voltarono, preoccupati, tranne Lily.

-          James, non essere volgare.

Lo riprese la ragazza, apparentemente tranquilla. Sapeva che James non era arrabbiato con loro.

-          Scusa, ma sono dei vermi.

Sbottò James, nervoso. Sbuffò e imprecò ancora a bassa voce.

-          Con chi c’è l’hai?

Chiese Peter, nervoso.

-          Serpeverde.

Rispose il capitano, sbuffando. A quelle parole tutti tirarono un sospiro di sollievo. Per qualche istante avevano temuto di essere tornati per qualche strano motivo in cima alla lista nera di James.

-          Ti spiacerebbe fare capire anche a noi?

Chiese Remus, confuso.

-          No, non adesso. Non ho abbastanza tempo, devo andare dalla McGranitt.

Esclamò James, scattando di nuovo in piedi. Era agitato, quasi non riuscisse a stare fermo nello stesso posto per più di due secondi. Sembrava che gli stesse bruciando la terra sotto i piedi.

-          È successo qualcosa di grave?

Chiese Sirius, perplesso e confuso.

-          Non lo so ancora, non del tutto almeno. Scusatemi.

Rispose James, asciutto.

-          Sicuro di non volerci dire nulla?

Chiese Seba, fissando l’amico. Non riusciva a spiegarsi quel modo di fare, non dopo che lo aveva visto sorridere fino a pochi minuti prima. Possibile che fosse bastato fare quattro chiacchere con Serpeverde per rovinare tutto?

-          Si tratta della squadra, ma non so ancora esattamente come stanno le cose.

Sospirò James alla fine, sbuffando. Si sentiva impotente, truffato e decisamente incazzato.

-          Aspetta, non avranno davvero annullato la vittoria di Grifondoro..

Esclamò Alice, inorridita. Aveva sentito delle voci nelle ultime ore, ma le erano sembrate troppo assurde per essere prese seriamente in considerazione.

-          Così sembra, per questo voglio andare da Minnie. Frank, vieni anche tu?

Chiese James, rivolto al compagno di squadra.

-          Ehm, si. Subito.

Rispose il portiere, pronto. Avevo fatto tanto per la squadra, non potevano lasciarsi portare via la vittoria così. Si voltò verso Alice, che annuì appena.

-          Charleen, raduna la squadra. Appena finiamo con la McGranitt dovremo parlare.

Esclamò James, serio. La compagna annuì, facendo ondeggiare i riccioli bruni.

-          Aspetta, James.

Mormorò Sirius, debolmente, bloccando l’amico per un braccio. Si vergognava come un ladro, ma sapeva che doveva fare quella domanda che lo stava tormentando o sarebbe esploso.

-          Dimmi, Felpato.

Disse James, voltandosi verso l’amico.

-          Che voleva da te? Perché ti ha detto che pensava che foste amici?

Chiese Sirius, facendo riferimento al modo di fare misterioso del fratello. Era evidente che si era comportato così per torturare lui, ma voleva capire quanto c’era di vero nelle sue parole. Regulus non inventata mai nulla, si limitava ad usare la realtà per portare le persone alla pazzia.

-          Ho parlato con lui ieri sera, tutto qua. Ci siamo incontrati per caso e lui ne ha approfittato per prendersi gioco di me.

Sospirò James, scegliendo con cura le parole.

-          Non credi che lui sia migliore di me, vero?

Chiese ancora Sirius, imbarazzato. Si vergognava a fare quella domanda, ma sentiva di volere una risposta. Non sarebbe mai riuscito a vivere con quel dubbio. James sospirò, poi sorrise.

-          Parlare con Regulus mi ha fatto capire quanto siete diversi e quanto mi mancavi. Sei più tranquillo ora?

Rispose il cercatore, sorridendo.

-          Sono un idiota.

Esclamò Sirius, più sollevato dopo aver sentito la risposta dell’amico.

-          Eh si, proprio così.

Sospirò James, allontanandosi insieme a Frank. 

ANGOLO DELL'AUTRICE

Grazie a tutti per essere arrivati a leggere fino a qui! per ripagare la vostra pazienza nei mesi scorsi ho deciso di pubblicare subito il nuovo capitolo. Nel giro di qualche capitolo anche questa storia finirà, ma sto pensando ad un possibile seguito che riguarderà l'estate dei nostri eroi. ho già buttato giù qualcosa, ma non dico nulla!

Stecullen94: grazie mille!!!ebbene si, alla fine il cuore della glaciale Lily si è sciolto. doveva succedere, no? James e Rose si incontreranno e forse lei comparirà anche nel seguito della storia anche se non come protagonista. come ha fatto a cadere dalla finestra lo dirà tra due capitoli.. non ti dico come! 

Love_vampire: grazie mille!!! ebbene si, sono tornata. niente più mesi di attesa, promesso! James è stato buono, molto di più di quello che persino io mi aspettavo!  per il resto delle spiegazioni devi aspettare i prossimi capitoli!

Cloe_Black: grazie milleee! ho aggiornato abbastanza in fretta.. sono curiosa di sentire le tue ipotesi sull'incidente per vedere se sono più originali della mia versione!

Lady_Saika: grazie milleee! hai visto che ho aggiornato prima?

  
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