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Autore: MusicDanceRomance    10/05/2011    13 recensioni
Hogwarts e l'intero mondo di Harry Potter sono nel mirino di una comicità spietata.
Troverete un Albus Silente che traumatizza con magie assurde il piccolo Tom Riddle e Dudley Dursley, tiferete per Neville Paciock innamorato perdutamente di una certa Serpeverde e scoprirete un Lord Voldemort ansioso di lottare contro... i suoi stessi Mangiamorte!
La storia ha partecipato al contest "Perle Nascoste" di Violet Acquarius e ha vinto il Premio Sorriso.
Prima classificata al flash contest "Make me smile" indetto da dea_93 sul forum di Efp e vincitrice del Premio Miglior Risata.
Prima classificata al "Flash contest: fammi sorridere in 42 ore" indetto da demebi sul forum di Efp.
Prima classificata al "Flash contest del week end" di Bethpotter.
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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                                             In missione con Luna e Rolf
 
Luna amava Rolf. Rolf amava Luna.
E Xenophilius Lovegood diceva che sua figlia invitava il giovane Scamandro nella sua stanza solo per giocare con lui a caccia di nargilli e gorgosprizzi invisibili.
Ma si sa, i padri vedovi sono iperprotettivi nei confronti delle loro deliziose primogenite, e Xenophilius non avrebbe mai permesso alla sua “bambina” appena ventunenne di incontrarsi con un probabile fidanzato nei parchi di Diagon Alley anche solo per chiacchierare. Molto meglio far finta di credere che la piccola giocasse a scacchi nella sua stanza con un amico.
Rolf Scamandro era un tipo simpatico e paziente, ma non poteva certo aspettare dieci anni ancora prima di chiedere la mano di Luna a suo padre, come lui si aspettava che facesse.
Occorreva qualcosa di istantaneo ed incisivo per entrare nelle grazie del futuro suocero.
Così un pomeriggio Rolf si presentò a casa della fidanzata per affrontare di petto il direttore del Cavillo:
-Salve, signor Lovegood. Posso... ehm...- qui cominciò a sudare freddo -Posso andare a giocare a monopoli con sua figlia?-
Xenophilius squadrò a lungo e con fare inquisitore il ragazzo, prima di rivelargli:
-Ero sicuro che tu dovessi dirmi qualcosa. Va’ pure, Luna ti aspetta di sopra.-
Ottenuto il via libera, Rolf si precipitò su per le scale e raggiunse l’amata.
Luna salutò il fidanzato con un dolcissimo bacio, poi gli domandò intrepida:
-Hai chiesto a mio padre il permesso di uscire con me?-
-Ecco...- Rolf non voleva ammettere di avere una paura matta del signor Lovegood e del suo giudizio -stavo pensando... e se non gli piacessi?-
-Oh, caro, non devi avere paura di papà! Lui è così felice che qualcuno mi voglia tanto bene! Ora scendiamo e gli diciamo che stiamo insieme da più di un anno!-
Rolf rabbrividì. Xenophilius Lovegood non aveva che Luna e lui si presentava come l’uomo che gliel’avrebbe portata via per sempre.
-Lulù- mormorò Rolf, immobile e gelato al suo posto -Dammi un bacio d’incoraggiamento...-
-Ma certo, fifone!- ammiccò Luna, che poggiò ancora le labbra contro le sue.
Il loro era puro amore. Un solo bacio bastava per infuocarli dentro e spingerli a non fermarsi mai e ad andare immediatamente oltre, mandando alla malora tutto il presente, tutti i rischi, tutte le paure.
Il sapore delle labbra di Luna destava in Rolf mille istintive sensazioni: magia, sicurezza, stranezze, proibizioni, ardimento, voglia, voglia, voglia e stelle, voglia e sole, e nuvole e luna e...
-LUNA?- esclamò una voce tonante e possessiva.
I due si allontanarono per scoprire che, di fronte alla porta spalancata della stanza, stava ritto in piedi un orgoglioso e fiscale Xenophilius Lovegood:
-Scamandro, se volevi chiedermi il permesso di frequentare mia figlia potevi anche farlo, non ti avrei mica avada kedavrizzato.- assicurò tranquillamente il capofamiglia.
Rolf tirò un sospiro di sollievo. Forse Xenophilius non era così male come se lo era tratteggiato nella fantasia.
-...Cruciato di sicuro.- puntualizzò il futuro suocero -Noi Lovegood abbiamo una tradizione da mandare avanti: se ami davvero la mia diletta devi superare le due leggendarie prove dell’amore vero.-
-Sono già vedova!- sospirò Luna, mandando ancora più in defibrillazione il suo compagno.
-Come?- Rolf si ritirò dietro la sua ragazza -Quali due prove?-
Il signor Lovegood non esitò ad illustrare le sue pretese:
-Dovrai offrirmi un oggetto babbano e un oggetto incantato insieme. Bazzicherai tra le città babbane per cercare un loro prodotto che mi aggradi, e subito dopo ti metterai sulle tracce di un altro manufatto che abbia a che fare con il nostro mondo. Così acconsentirò anche alle eventuali nozze!-
-Io accetto!- dichiarò Rolf senza ripercussioni.
Gli pareva un’impresa abbastanza facile.
Il sorrisino diabolico di Xenophilius cancellò la sua ira nascosta:
-Bene, hai solo due giorni di tempo. Cosa fai ancora qui?-
-Ma... è proprio necessario?- osò il povero ragazzo.
-E’ logico, voglio assicurarmi che tu sia degno di una Lovegood!- ribatté il suo futuro parente.
-Ti pareva, ogni scusa è buona...- si lasciò sfuggire Rolf -Bene, io vado! Mi aiuterai, vero, Lulù?-
-Ma certo, pulcinotto!- gli sorrise la sua amata -Noi due insieme vinceremo la sfida e potremo finalmente pensare agli inviti del matrimonio e al rinfresco!-
-Non vi trattengo!- decretò il signor Lovegood -Buona fortuna!-
Rolf ovviamente non sapeva a cosa andava incontro. Luna sì, lo immaginava, ma non era il tipo di donna che si scomponeva di fronte ad un pericolo di morte, e giustamente non voleva terrorizzare il suo amoruccio prima del previsto.
Tanto avrebbero cominciato con la prova più semplice.
 
La città di Londra era la culla dei babbani: i due innamorati vi avrebbero sicuramente scovato una misera inutilità che si sarebbe adattata ai gusti originali del signor Lovegood. I guai e i rischi mortali sarebbero venuti in seguito, una volta sulle tracce di qualcosa che avesse avuto a che fare con sortilegi e fatture, pensavano.
I due passeggiavano tranquillamente lungo le vie più celebri della capitale inglese, in cerca di ispirazione.
Luna indicava a Rolf le borsette che le donne esibivano con tanta fretta e lui non le riteneva degne di nota:
-All’eminente direttore del Cavillo non possiamo portare un oggetto femminile, cara.- le ricordò -Sai quant’è permaloso.-
-Oh, già!- annuì la ragazza -Dovremmo intrufolarci in qualche appartamento babbano e sgraffignare lì la prima cianfrusaglia che ci capita davanti.-
-Ottima idea!- concordò Rolf -Bambolina Spruzzasgobettini, oggi ti ho già detto che ti amo da morire?-
Luna fece gli occhi dolci:
-Lo dici troppo poco ultimamente, etologo del mio cuore!-
-Molto bene!- stabilì Rolf, combattivo e grintoso -Scegliamo la casa giusta, allora... io...- posò lo sguardo incuriosito su alcuni giovani che in quel momento stavano attraversando la strada.
Erano tutti vestiti in modo alquanto insolito, per essere dei babbani. Al posto delle solite chiome covavano in testa un inusuale nido capelluto straripante di fronzoli ingellati e ricci assassinati; i volti bianchi erano appesantiti da ammassi di trucchi dai colori sgargianti, e orecchie, naso e ciglia erano contornati da minuscoli addobbi metallici. Per non parlare degli abiti: vestivano tutti di nero, dalla testa ai piedi, ma in maniera eccessivamente lugubre.
Pareva che quegli stranieri stessero andando ad un raduno di Mangiamorte in versione babbana.
-Cara, i babbani seguono una moda molto interessante, non credi che quel capo d’abbigliamento mi starebbe a pennello per il nostro matrimonio?- commentò Rolf, interessato ai jeans strappati e alle t-shirt color pece dei giovani che li stavano superando in quel momento.
-No, amore, io sono tradizionalista, ma magari mio padre apprezzerà un vestito babbano di quel tipo, perché non glielo compriamo?- suggerì Luna.
-Ottima idea, thestral della mia vita!- accordò Rolf, che cominciò a richiamare a gran voce il gruppetto che si stava già distanziando da loro -Ehi, voi! Gentilmente, voi vestiti tutti di nero con quelle acconciature a baldacchino, potreste aiutarci?-
Il gruppo di giovani babbani smorti e cupi in volto raggiunse i due innamoratissimi. Rolf sorrise soddisfatto:
-Bene, sapreste indicarci un buon negozio in cui si possa acquistare un completo simile ai vostri? Per una persona anziana, però!-
Il gruppo guardò vacillando i due giovani maghi. Il leader della banda, un tipo striminzito e coi capelli lunghi più di un velo da sposa, si rivolse a Rolf, lagnosamente:
-Io sono emo.-
-Piacere, io sono Rolf e questa è la colombina del mio animo viaggiatore, Luna!- Rolf strinse la mano al giovane.
-Caro- sussurrò Luna con aria pacata, indicando i bracci nudi e dilaniati del loro interlocutore -Hai visto quante ferite da tagli hanno lì? Artigli del cavalluccio del polline, secondo me!-
-No, qui a Londra non possono esserci i cavallucci del polline, amor mio!- si oppose Rolf, incuriosito tuttavia dall’osservazione di Luna -Ehi, Emo,- si rivolse al ragazzo -Scusa, ma quei tagli chi te li ha fatti, un cervo alato che profumava di nettare estinto e corna lubrificanti, per caso?-
Il ragazzo emo chiarì laconicamente e disperatamente:
-No. Noi.-
Luna annuì. Già, non c’erano cavallucci del polline a Londra, quanto era sbadata!
-Mi pareva! Londra non è di sicuro l’habitat di quella creatura delicatissima!- si risollevò Rolf -Ehm, scusate, non per impicciarmi, ma perché vi fate quei tagli?-
L’emo spiegò ancora, struggendosi lievemente:
-Noi ci tagliamo perché soffriamo.-
-Capisco.- assentì Luna, immersa come sempre nei propri pensieri.
Rolf invece, da bravo nipote di un famoso naturalista, voleva approfondire la questione:
-No, casomai è il contrario: voi soffrite perché vi tagliate. Provate a non tagliarvi e vedete come non soffrite più!-
-Certo, il mio piccolo unicorno intellettuale ha ragione - incalzò Luna, che si dispensava da sempre nel dare ausilio a tutti -Per non soffrire è sufficiente non tagliarsi! E’ facilissimo! Certa gente si perde in un bicchier d’acqua, vero, cricetino rosso mio? Si vede che loro hanno vissuto tranquillamente, senza alcuna minaccia di maghi oscuri, sono tutti così spensierati e vivaci!-
Rolf diede un piccolo bacio all’amata, salutò il gruppo emo e continuò a passeggiare a braccetto con Luna:
-Ah, questi babbani sono così diversi da noi maghi. Sono così innocenti, insicuri, stolti, mi viene voglia di invidiarli. Mia cara, dubito che quel completo interessi a tuo padre, mi sono appena ricordato che lui odia i vestiti nuovi e usa sempre quelli confezionati da sua madre e da sua nonna!-
-Oh, hai perfettamente ragione, Rorò- rammentò anche lei -Ci serve qualcosa di meno ingombrante, allora. Una trappola per topi gli potrebbe piacere di più? Sai che lui ha una paura folle dei topi.-
-No, deve essere qualcosa di inaspettato!- sentenziò l’altro.
Proprio in quel momento un tipo sudicio e che puzzava di alcol si precipitò verso i due piccioncini, pose nelle mani del giovane mago un pacchetto e gridò, tornando a correre all’impazzata:
-Ve la regalo!-
-Che gesto nobile!- Rolf si irradiò in volto -Grazie mille!-
-Grazie!- urlò anche Luna, riconoscente al massimo.
-Guarda, cara, i poliziotti stanno inseguendo il cordialissimo signore che ci ha regalato questo pacchettino!- Rolf additò due agenti che correvano a perdifiato e con le pistole puntate.
-I poliziotti equivalgono agli auror da noi?- si interrogò Luna.
-Oh, no, non mi sembra!- fece Rolf, rigirando tra le mani il pacchetto trasparente che conteneva decine di buste piene di una strana polverina bianca -I poliziotti sono quelli che prendono a calci un pallone, sono degli sportivi, equivalgono ai nostri giocatori di quidditch, se non ricordo male.-
-Non avranno scambiato quel poveretto per un boccino, allora?- ipotizzò lei.
-Sicuramente!- pensò Rolf, che esaminava ancora il pacchetto -Cara, perché non portiamo la busta con queste polverine a tuo padre? Non ho la più pallida idea di cosa siano, quindi non lo saprà neppure lui. Sono convinto che sarà un dono gradito!-
-Oh, che bello, abbiamo già superato la prima prova!- acclamò Luna -Ora non ci resta che l’oggetto magico!-
Altri cinque poliziotti si fermarono di fronte ai due innamorati, puntando pistole e manganelli contro di loro:
-Fermi tutti, siete in arresto per traffico di droga!-
Luna e Rolf si strinsero in un calorosissimo abbraccio, esclamando insieme:
-Che emozione, vogliono far giocare anche noi!-
-Oh!- comprese Rolf, quando gli fu strappato il pacco dalle mani -Loro pensano che il boccino sia il regalo per tuo padre, ecco risolto l’enigma, fragolina mia! Sono altruisti, non ci conoscono e vogliono renderci partecipi del gioco, babbani adorabili!-
-Già, sono veramente creature da ammirare!- Luna abbozzò un sorrisetto assente -Però questi bracciali che ci stanno mettendo addosso sono scomodi... Rorò, il tempo sta scadendo, dobbiamo sbrigarci! Ci hanno appena sottratto l’oggetto della prima prova!-
-Oh, no!- sbuffò il povero Rolf -Ora ne dobbiamo trovare un altro!-
I due furono sbrigativamente sbattuti dentro l’auto della polizia e condotti alla centrale con la sirena che sconquassava il traffico di Londra a tutta velocità.
Seduti dietro, vigilati da due severi sbirri, la coppia rideva beatamente:
-Quanto sono dolci, fanno pure il giro gratis agli innamorati sulle loro automobili!- declamava Rolf -Mi piace Londra, perché non veniamo qui in viaggio di nozze?-
-Sì, caro- acconsentì la bella Lovegood -Però non ci sposeremo mai se non accontentiamo papà.-
-Ora rimedio!- promise il giovane Scamandro -Scusatemi!- si rivolse agli agenti -Quanto costa questa vostra auto? E l’ululato squillante che ci sta accompagnando è incluso nel prezzo, vero? Tranquilli, i soldi li abbiamo, mio nonno conserva sempre le vostre banconote per ogni evenienza!-
Un poliziotto sbeffeggiante propose ai colleghi:
-Questi li portiamo direttamente in manicomio!-
Rolf bisbigliò ancora alla sua amata:
-Non capisco perché voi Lovegood siate fissati con i pericoli di morte. Questa missione si sta rivelando divertente e piacevole, non vi è l’ombra di un guaio!-
Furono infine condotti alla centrale di polizia per venire interrogati.
Poiché si lamentavano del tempo sprecato, decisero di portare in regalo al padre di Luna quei simpatici braccialettini metallici che i poliziotti avevano elegantemente fatto loro indossare. Si chiamavano “manette”, dicevano i poliziotti.
Il commissario fece rinchiudere i due ragazzi in uno stanzino, per interrogarli con calma. Ma Rolf sembrava stanco di rimanere ospite nella caserma, così richiese le chiavi delle manette e salutò diligentemente i tutori della legge:
-Vi ringraziamo per tutto quanto, certo, se ci aveste offerto una tazza di tè sarebbe stato più elegante, comunque ora dobbiamo scappare, abbiamo impegni urgenti, ma grazie ugualmente per l’ospitalità! Tesoro della scienza magica, avviamoci!- tese il braccio verso Luna ed insieme i due si indirizzarono verso la porta.
-Fermi, dove credete di andare?- invano il commissario cercò di bloccarli.
-A cercare l’altro oggetto, ovviamente, ma dato che siete stati così cortesi promettiamo che torneremo!- garantì educatamente Rolf.
Non si seppe come, ma i due riuscirono a far spalancare la porta sbarrata e sparirono in silenzio, mentre i poliziotti ancora erano impegnati nell’estrarre le pistole dalle fondine.
 
Ovviamente Xenophilius Lovegood non si sarebbe accontentato dello spazzolino da denti dei vampiri, né dell’essiccatore per capelli degli inferi, né dell’aspiratore che rimestava il velo spettrale ai fantasmi inglesi.
Occorreva un oggetto più significativo e difficile da conquistare per placare la sua furia di padre protettivo e geloso.
Per esempio, suggerì Rolf, la sfera di cristallo della Regina dei Puntaspilli Selvaggi, nella contea di Duckmore, si sarebbe potuta rivelare la carta vincente per spuntarla in quella lotta prematrimoniale.
La Regina dei Puntaspilli, eterna trentenne, era una zitellona inacidita dalla solitudine e divorata dall’amarezza di non avere neppure uno straccio di pretendente per sé. Non che fosse brutta,  ma era troppo cattiva per poter venire amata da qualcuno, specificava lei.
Per questo odiava gli innamoramenti, odiava i matrimoni, odiava le streghe adorate e venerate da baldi e valorosi maghi.
Quando venne a sapere che due fidanzatini erano sulle sue tracce per sottrarle la sua sfera magica (le streghe regine di qualcosa sanno sempre tutto), escogitò un piano perfetto per separare per sempre Rolf e Luna, a costo di rimetterci un suo oggetto personale.
 
Rolf si era incamminato per la mèta barbara da solo, perché preferiva sapere Luna al sicuro.
Frattanto Luna, al limitare della contea maledetta e all’inizio di un fitto bosco, conteggiava il numero degli invitati per la cerimonia. D’un tratto fu intercettata da una vecchina che reggeva in mano un cesto colmo di mele rosse.
-Salve, mia cara, vuoi una mela fresca e succosa?- la vecchina le offrì il frutto più grande che aveva.
-A dire la verità sono allergica!- sorrise Luna, senza scomporsi.
-Ma queste sono mele magiche, cara!- continuò la vecchina -Se esprimi un desiderio e mordi la mela il tuo sogno si avvererà!-
Luna, con estrema cortesia, negò ancora:
-No grazie, la mia mamma diceva sempre che non mi posso fidare delle vecchie, perché il più delle volte sono truffatrici trasfigurate che cercano di ucciderti o di rubarti il fidanzato!-
La venditrice fu sul punto di scoppiare:
-La vuoi mangiare questa mela sì o no?-
-No.- proseguì Luna -La mangi lei, se dice che è tanto buona, e si faccia esaudire lei un suo desiderio, ne ha bisogno: è così decrepita ed infelice!-
La vecchina estrasse allora dalla cesta una cioccorana e la porse alla fanciulla:
-Almeno questa la puoi accettare?-
Luna si illuminò d’immenso:
-Come faceva a sapere che amo le cioccorane? Grazie mille, davvero gentile!-
-Scusa, adesso è una questione di principio.- la bloccò allora la vecchia, interdetta da quello strano comportamento -Perché la mela no e la cioccorana sì? Ragazza mia, devi aprire gli occhi, anche questa potrebbe essere avvelenata come la mela!-
-Oh, bè!- sorrise Luna -Allora anche il cibo che ho a casa potrebbe essere avvelenato. Se uno la pensa così per tutto sarebbe condannato a morire di fame, no? Qualche rischio si deve pur correre per avere la pancia piena!-
-Condivido, cara ragazza!- annuì la vecchina, che si dileguava soddisfatta in mezzo alla brughiera, mentre udiva dietro a sé un terribile tonfo.
-Ah ah ah!- rideva, riassumendo le sue vere sembianze di Regina crudele -E anche questi innamorati non hanno avuto il loro lieto fine!-
Per terra, in mezzo all’erba alta e a qualche fiore bianco, Luna giaceva quieta e serena, cullata da una candida nebbiolina e in pace con il mondo intero, sognando il suo insostituibile Rorò.
Poco dopo il suo cavaliere, conquistata la sfera con fin troppa facilità, fece ritorno al luogo in cui aveva lasciato l’ amata e amaramente la avvistò distesa al suolo, pallida e priva di ogni vitalità.
-Noooo!- urlò, disperandosi all’istante -La mia Luna!- corse da lei -Confettino rosa, cosa ti è successo? Parlami, ti prego!-
Una voce femminile  e sadica proferì alle sue spalle:
-E’ inutile, le ho fatto mangiare una cioccorana avvelenata e non si risveglierà più!- era la Regina.
Rolf si rialzò da terra con la voglia matta di spaccare il cranio a quella zitella invidiosa:
-Ah, sei stata tu, brutta racchia che non si è mai filato nessuno!-
-Sì, sì, insultami pure!- fece la Regina, ammirando le proprie unghie colorate -Ma intanto ho vinto io! La tua amata non è morta ma è sprofondata in un sonno eterno! Ah ah!-
-La nostra amica Hermione troverà un controincantesimo e salverà la mia piccola!- ringhiò Rolf.
-Vani tentativi destinati all’insuccesso!-replicò subito, annoiata, la sua antagonista -Questa è una magia potentissima che neppure Silente in persona avrebbe potuto contrastare, non ha rimedi di alcun tipo, la tua principessina non si può salvare né col sangue di drago né con altri intrugli magici, ah ah ah!-
-Grrrr- Rolf bolliva di rabbia mentre la Regina continuava trionfante:
-Sì sì, ricorri a tutti i medimaghi che conosci e a tutti gli auror più potenti: lei continuerà a dormire fino al termine dei suoi giorni! Ah, ah! Il mio incantesimo è praticamente perfetto, non ha antidoti, anzi, ne ha appena uno! Soltanto il bacio del vero amore può spezzare la mia stregoneria!- continuava, sorniona -E’ così semplice, a chi verrebbe mai in mente? Niente pozioni, niente pietre, niente pleniluni, solo un bacio...-
Rolf era sul punto di strozzare la Regina:
-Befana che non sei altro, ti ammazzo! Fosse l’ultima azione che compio prima di raggiungere la mia amata che...- si arrestò improvvisamente e poi balzò, speranzoso -Ehi, io sono il suo unico grande amore, quindi posso salvarla! L’hai detto tu!-
Solo allora la Regina si rese conto di aver commesso un monumentale errore:
-Nooo, gliel’ho rivelato io, boccaccia mia, perché non sto mai zitta??????- strillò strappandosi i capelli, annientata e sconfitta dal suo stesso troppo parlare.
Rolf stava già baciando teneramente sulle labbra la sua amata, ma...
Ma Luna non si svegliava.
Com’era possibile? Rolf diede un secondo bacio alla sua promessa, poi un terzo, un quarto, un quinto... e lei continuava a dormire beata.
A quel punto anche la Regina, funerea e terrorizzata di colpo, volle vederci chiaro:
-Com’è che non si sveglia? Perché l’antidoto non fa effetto?- si interrogava, sentendosi improvvisamente meno perfetta e più incompetente di quanto avesse mai immaginato.
-Oltre che cattiva e zitella sei pure ciarlatana!- le rinfacciò Rolf, che stringeva afflitto le manine delicate della sua bella.
-Ehi, non offendiamo!- si difese la strega -In un modo o nell’altro questa ragazza si deve ridestare!- puntò la bacchetta contro Luna e cominciò a recitare mille diverse formule magiche, mentre Rolf piagnucolava:
-E’ tutta colpa mia, Lulù, non dovevo farti innamorare di me! Non dovevo corteggiarti, non dovevo portarti in quel ristorante e poi nel motel, non dovevo scriverti tutte quelle belle poesie e poi giurarti amore eterno, se non l’avessi fatto tu saresti al sicuro adesso! Oh, Luna mia, come posso vivere senza di te? Cosa dirò a tuo padre?- Rolf si soffocò di paura non appena gli venne in mente il signor Lovegood -Tuo padre mi ucciderà, ecco cosa farà! Me disgraziato!-
-E vuoi stare zitto?- lo rimbeccò la Regina, preoccupata per il proprio prestigio -Perché questa signorina non reagisce correttamente all’antidoto, io non posso avere sbagliato nulla, io sono una strega brillante e so... ohimè, come ho fatto a non pensarci prima? Tu non sei il suo vero amore, allora!- accusò Rolf.
Rolf sbiancò:
-Come, io non sono il suo vero amore?- si mise le mani ai capelli -Non è possibile! Tradimento! Tradimento!-
La Regina, come ultimo tentativo, cominciò a scuotere Luna, che aprì improvvisamente gli occhi e si stiracchiò, togliendosi dalle orecchie delle minuscole capsule magiche che le permettevano di ascoltare musica.
-Si è svegliata!- esultò la Regina -E’ salva!-
Rolf la strinse a sé e la baciò altre dieci volte:
-Allora sono proprio io l’uomo della tua vita!-
Luna, in mezzo a quel traffico inconsueto, chiarì la questione:
-Finalmente sei tornato, caro, mi ero stesa sul prato ad ascoltare canzoni per far trascorrere il tempo, e credo poi di essermi addormentata con le cuffiette magiche e la musica a tutto volume nelle orecchie!- spiegò innocuamente.
La Regina voleva vederci chiaro:
-E la mia cioccorana avvelenata?-
-La cioccorana?- Luna cercò di ricordare -Ah, sì, l’ho gettata via, ho pensato che devo mantenere la linea per la festa di fidanzamento e le nozze! Ho fatto bene, pulcino?-
-Hai fatto benissimo, paperotta!- sussurrò Rolf, premendo ancora le labbra contro le sue in un bacio carico di sentimento e passione -E adesso torniamo a casa, prima che alla Regina venga in mente di vendicarsi e di non farci scappare con la sua sfera!-
Ma la Regina era impegnata in ben altro: correva libera per i prati dicendosi che rimaneva la strega più potente del mondo, alla faccia del defunto Voldemort.
 
Con le manette babbane e la sfera magica della Regina dei Puntaspilli Selvaggi, Xenophilius Lovegood acconsentì di buon grado al fidanzamento e ufficializzò la relazione tra sua figlia e il giovane Scamandro.
Quella sera, quando i due innamorati riuscirono a guadagnare un momento di intimità solo per loro, ripensarono brevemente alle avventure che avevano vissuto.
Sì, la Regina dei Puntaspilli aveva bisogno di essere sistemata con qualche buon mago, era simpatica in fondo. Magari con Charlie Weasley sarebbe andata d’accordo. Glielo avrebbero presentato.
E quanto a Londra, i due fidanzatini si erano ripromessi di ritornarci, perché in mezzo ai babbani si erano davvero sentiti a loro agio. Non che ci avessero capito molto, in effetti, di come funzionasse il mondo privo di magia.
-E ora, fragolina mia...- sussurrò Rolf all’orecchio dell’amata, quando furono liberi di ammirare le stelle alte nel cielo -preparati, perché voglio festeggiare la nostra vittoria con un bel giro del mondo! Andremo a classificare le creature sconosciute, cosa ne pensi?-
-Oh, è sempre stato il mio sogno, ciliegino!- esclamò Luna, eccitata al massimo -Io, te e le creature magiche! Due cuori e un prato! Sarà bellissimo! Tanto noi siamo attenti e valorosi, non correremo grandi pericoli!-
Certo, con tutto l’amore e l’incoscienza che avevano addosso, se la potevano cavare. In fondo, l’amore vince su tutto. Questo era il loro motto.
 
 
 
 
 
E concludo le mie Magicomiche con tranquillità ed estremo sentimentalismo, tanto per ricordarmi che ho scritto anche qualcosa di romantico e serio, qualche tempo fa.
La parodia di Biancaneve (non so da dove mi sia uscita così demenziale) credo che l’abbiate riconosciuta tutti voi attenti lettori, mentre non so se vi è tornato alla mente il film “Cado dalle nubi” di Checco Zalone: la scena con gli emo l’ho infatti ripresa da lì, non è farina del mio sacco, mi sono limitata ad adattarla alle Magicomiche come modesto omaggio a Checco che crea film divertentissimi; ci vedevo bene Luna e Rolf che si confrontavano con le varie mode babbane, quindi mi è venuto subito in mente quel pezzo del film.
Ringrazio di cuore tutte le persone che hanno aggiunto la mia raccolta alle preferite, ricordate, seguite, e ovviamente ringrazio all’infinito tutte le splendide persone che hanno recensito i vari capitoli!
Un grazie gigantesco soprattutto ad _araia e al tessssoro di Graine, che hanno pazientemente sopportato le mie chiamate e non si sono perse un capitolo (tessssoro, come va con la connessione adesso?)!
Spero che questa lunghissima one-shot sia stata all’altezza delle altre, e ora...
ora mi congedo, con la speranza di ricevere un vostro ultimo parere e di risentirvi ancora, in futuro!
Grazie grazie davvero a tutti voi che avete letto anche un solo capitolo di questa strampalata raccolta. 
Kiss  :  )
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  

   
 
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