Importante: nel precedente capitolo mancava l’inizio. È la prima volta che
non controllo due volte ciò che posto e ovviamente non
potevo che dimenticarmene proprio quando ne mancava una parte, in ogni caso
chiedo scusa. Il capitolo era fortunatamente comprensibile senza quel pezzo, in
ogni caso ho aggiunto il pezzo mancante.
Scusate ancora!
5
Megan guardò i propri compagni con aria particolarmente scioccata: «Mi prendete per le pluffe? Non
abbiamo una classe in comune neanche ora che siamo nello stesso anno?»
Wayne si strinse nelle spalle e lanciò un’altra occhiata al suo orario: «Tu hai Incantesimi, Difesa, Antiche Rune, Erbologia e Demonologia. Io Storia della Magia,
Trasfigurazione, Incantesimi, Babbanologia e… Difesa. Abbiamo Difesa.»
«Ma Difesa lo fanno tutti, bella scoperta!»
«Anche Incantesimi.»
«Ecco, così ragioniamo.»
«Ci tenevi a sederti con Wayne?» domandò Michael, divertito, «Aspetta… Storia della Magia, hai detto?»
«Certo che ci tenevo, avrei potuto copiare Antiche Rune e farlo lavorare a Erbologia…» borbottò Megan, allontanandosi.
«Romantica.» sbuffò Wayne, «Sì, per fare giornalismo servono
basi storiche.»
«Io e Susan siamo tuoi compagni di sventura, dato
che Storia della Magia serve anche per Magisprudenza.»
disse Stephen, unico che non voleva suicidarsi alla prospettiva.
«Io ho un’ora libera, vado a prendere i libri per la lezione di Difesa.»
dichiarò Ernie.
«Chi altri ha Aritmanzia,
oltre a me, Susan e Quill?» domandò Stephen, incuriosito.
«Io, io!» esclamò Justin.
«Quill, Aritmanzia?» si stupì Hannah.
«Vorrei lavorare alla Gringott…» mugugnò il
ragazzo.
«Quill se la cava alla grande coi numeri!» esclamò
Susan e lui arrossì, «Probabilmente dovremo chiedere aiuto a lui!»
«Quando volete…» mormorò Quill.
«Oggi ho solo
Difesa e oh! Cura delle Creature Magiche… E sono
potenzialmente l’unica del mio anno a farla, perfetto.» commentò Sally-Anne, di
passaggio, «Se non altro non avrò nessuna persona mediocre a
cui dover spiegare che non si mettono le dita in bocca agli unicorni
quando gli si vuole offrire il cibo, se dopo non si vuole ricorrere alla magia
per poter scrivere…»
«Io seguo Megan ad Antiche Rune, abbiate pena per me.» li salutò Georgia
avvilita.
«Ti accompagno, visto che devo fare la stessa
strada! Che materie avrai?» annunciò la voce allegra
di Dorian, che sembrò materializzarsi dal nulla e prese Georgia a braccetto.
Lei sorrise, sollevata, e Wayne si voltò per guardare Michael, che seguì
l’avvenimento senza mostrare alcun interesse e poi salutò tutti per dirigersi
alla sua prima lezione di Incantesimi.
«Strano…» mormorò Wayne, abbassando lo sguardo
sul proprio orario: aveva una lezione di Babbanologia
alla seconda ora. Bighellonò un po’ per la scuola con gli altri e infine si avviò,
mentre Ernie andava a Pozioni.
Andando verso l’aula e si accorse di essere in compagnia di uno degli amici
di Anthony Goldstein, quello che aveva sentito chiamare Kevin, che al momento
guardava fuori dalla finestra con l’aria di voler
essere in giardino accentuata
dall’aspetto trasandato di chi pensava di essere ancora in vacanza: camicia
fuori dai pantaloni, capelli neri lunghi portati con disinvoltura e trattenuti
con una coda per la lezione, mani in tasca e borsa tenuta da una bretella
troppo lunga e che gli sfiorava le ginocchia tanto era in basso, grossa e da
cui spuntava un pezzo di copertina di quello che sembrava un fumetto.
«Ma tu…» disse Kevin, voltandosi a guardarlo con
un sorrisetto, «Sei il fidanzato di quella che voleva mordere il lupo mannaro,
no?»
«Credo la si possa definire così, sì. Sono Wayne
Hopkins.»
Il sorriso di Kevin si allargò subito e lui gli porse la mano: «Kevin Entwhistle, piacere! Babbanologia… vuoi lavorare al Ministero o…?»
«Mi interessa il giornalismo.» spiegò lui con un’alzata
di spalle.
«Ma piantala!» esclamò Kevin a voce alta, facendo
voltare una coppietta che gli camminava davanti, «Anche io! Vuoi far fuori la Skeeter anche tu?»
«Non sarebbe male.» ammise Wayne.
«Ma com’è che non ti ho mai visto prima?»
«Bocciato.»
«Figo! Quindi
ora sei al nostro anno e sei il fidanzato di quella tizia inquietante, Megan
Jones, no? E lei diventerà amica di Anthony che è il mio migliore amico, quindi
tu diventerai amico suo quindi anche amico mio. Bello,
mi piace.»
Wayne aprì bocca per ribattere, poi ci rinunciò, del resto era tristemente
abituato a conoscere la gente più strana: «Allora
siamo amici? Va bene.»
«Sì, è stata
una cosa inaspettata. Molto emozionale ma veloce, devo dire.» continuò lui,
indisturbato, «Abbiamo anche le lezioni assieme. Che palle, non posso credere
di dover fare Storia della Magia, ho sempre dormito a quell’ora…»
Wayne si fermò e lo guardò con aria sospettosa.
«Cosa?» domandò Kevin.
«Tu… sarai per caso quel Ravenclaw che non ha mai
voglia di studiare e passa sempre all’ultimo per pura fortuna?»
«Oh mio Dio, sono famoso!»
Michael raggiunse Monica, che lo stava aspettando al piano di sopra.
«Eccoti qui!
Potevi aspettarmi!» le disse, riprendendo fiato.
«Non volevo scocciarti mentre eri con i tuoi amici.» si giustificò lui,
arrossendo leggermente alla sua occhiata severa.
«Sono i
nostri amici da adesso, te l’ho detto. Sei di famiglia, ormai. Che stai
bevendo?» le domandò, notando che aveva preso una
piccola borraccia dalla borsa.
«Succo di mirtilli, ne vuoi un po’?»
« Ah, ovvio!»
sorrise lui, prendendo prima la borraccia e poi la sua mano per farle fare una
giravolta. Monica scoppiò a ridere ed entrambi sobbalzarono all’
“oooh!” intenerito o divertito che seguì.
Gli amici di Michael del quinto anno erano tutti lì, Helen e Rowan in
testa, la prima che li guardava con occhioni pieni di
approvazione e il secondo che lo stava vistosamente
prendendo in giro.
«Geloso.» gli disse Michael, ridendo e facendo fare
un’altra piroetta a Monica per ritrovarsela tra le braccia e tenerla stretta
col viso poggiato al suo. Monica diventò color mattone ma sorrise a Helen,
nascondendosi dietro i capelli scuri.
«Smielato.» ribatté Rowan.
«Represso.»
«La piantiamo?» domandò Lance, alzando gli occhi al cielo.
«Un altro represso.» sghignazzò Michael, facendo un innocente occhiolino
alle ragazze che ridacchiarono e guidando Monica via da loro.
«Devi sempre metterti in mostra?» domandò lei, suonando divertita.
«Sì, assolutamente.» confermò lui, bevendo un sorso del succo di mirtilli e
porgendoglielo.
«No, grazie.
Senti, forse dovremmo separarci prima di entrare in aula per evitarti problemi.»
«Tranquilla, non mi farò bocciare solo per un abbraccio, anche se l’abbraccio meriterebbe.» ridacchiò il ragazzo, lasciandola
andare.
Monica gli rivolse un’occhiata penetrante, «Non mi riferisco al professore,
mi riferisco che quest’anno sarai in aula anche con Sandy, Cho…»
«Oh, già. E
quindi? Pensi che ti faranno l’interrogatorio?»
«Già fatto stanotte... Vorrei solo evitare il caos.» sospirò lei, giocherellando
coi suoi capelli.
«Non hanno nessun diritto di darci fastidio, ci penserò io.» ribatté lui,
più duro del solito, guadagnandosi per questo un’occhiata allarmata, «Non intendo affatturare delle ragazze, rilassati. Dico solo
che non c’è ragione per cui si facciano i fatti
nostri.»
«Un po’ hanno ragione, loro sono così perfette e io…» mormorò lei.
Michael la fermò e le poggiò una mano su una guancia, «Non
c’è niente di più perfetto di te. Fidati di me, okay?»
Monica finalmente sorrise, rassicurata. Afferrò la borraccia, la mise in
borsa e lo seguì prendendogli la mano.
«Ricordi
quando abbiamo parlato davvero per la prima volta? Mi avevi offerto del succo
anche allora.» commentò Michael, quasi nostalgico, «Walter aveva appena
litigato malamente con Wayne per dei problemi di famiglia, io ero andato a
cercarlo e ho trovato te. E ti ho anche trattata
male.»
«Pazienza.» disse lei a bassa voce.
«Ma tu hai
continuato a seguirmi in silenzio e poi mi hai offerto un succo di zucca da
Aberforth. E mi sei rimasta in testa.» sorrise il ragazzo, «Anche se poi non ci
siamo parlati per un mese ho sempre voluto
ringraziarti, perché dopotutto sei una delle poche persone che mi accettava
così com’ero l’anno scorso, un idiota insomma, e che ha aspettato che tornassi
in me.»
«Sapevo che non eri così e sapevo che avresti reagito a quel modo, ti
conosco troppo bene.» ammise lei, «Quindi non hai di ché
stupirti.»
«Beh, mi stupisce che mi sia venuto così facile seguirti fino alla Testa di
Porco, con tutte le cose che avevo per la testa.»
«Sono stata fortunata.» sorrise lei, aprendo la porta dell’aula e prendendo
un respiro profondo. Sapeva che Sandy era più bella di
lei, più popolare, e che era stata il primo amore di Michael o qualcosa del
genere, ma non gliel’avrebbe data vinta, mai e poi mai.
Georgia si imbatté in Martin Travers
proprio mentre scendeva l’ultima rampa di scale e per un momento ebbe paura nel
vederlo in piedi da solo in mezzo al corridoio ormai deserto. Lui però non
diede segno di volerla attaccare, si limitò a salutarla educatamente. Lei
ricambiò, giustamente perplessa, ma il ragazzo non diede segno di volersi
muovere.
«Senti… penso di dovermi scusare.» borbottò e
Georgia lo guardò allibita, «Mi è stato fatto notare che mi sono comportato in
modo piuttosto idiota con te.»
«Oh, okay.» mormorò lei, cercando di passargli attorno e quasi sbattendo
contro il muro nel tentativo di prendere le distanze. Urtò invece un’armatura,
il cui elmo evidentemente rotto precipitò a terra con uno schianto.
«Accidenti!» sbottò la ragazza, avvicinandosi per raccoglierlo. Martin fece
lo stesso, e mentre si chinava mise mano alla
bacchetta.
«Che succede?» domandò una voce autoritaria; Georgia sobbalzò e si ritrovò
a guardare Ginny Weasley, la sorella di Ron Weasley.
«Niente.» rispose Martin Travers, «Che vuoi? Non sei neanche un prefetto.»
Ginny Weasley lo fissò torva: «No, ma tu hai la bacchetta in mano senza un
valido motivo.»
Georgia si accorse che era vero e sobbalzò, cercando la sua. Martin sollevò
le mani vuote.
«È un
riflesso, Weasley. Dacci un taglio, le stavo solo dando una mano.»
Lei guardò Georgia, che annuì e raccolse l’elmo, «Grazie,
Travers. Ora puoi andare.»
«Puoi chiamarmi anche Martin.» ribatté lui, per un momento supplichevole.
La strega non seppe cosa rispondere e restò in silenzio mentre lui si
allontanava, trucidando la Weasley con gli occhi.
Lei lo ignorò totalmente, avvicinandosi a Georgia, «Sicura
che non ti stava dando fastidio? Mio fratello è prefetto, potrebbe fargli
passare guai.»
«No, era stranamente gentile.» rispose lei, ed entrambe tentarono di
mettere a posto l’elmo, «Grazie comunque. I ragazzi
sono sempre strani, non si sa mai.»
«Nel caso degli Slytherin direi “pericolosi”, ma ho avuto l’impressione che
stesse per attaccarti alle spalle e volevo evitare di dover rimediare al
danno.» spiegò lei, spostando una ciocca di capelli dietro un orecchio. Georgia
si accorse che l’ultima volta che le aveva prestato attenzione era al suo
secondo anno, quando era stata salvata dalla Camera dei Segreti, e che ora era
diventata davvero bella.
«Non so se
l’avrebbe fatto. Uscivamo.» borbottò Georgia.
Ginny la guardò incuriosita: «Con uno Sl… Voglio dire… Ah. Beh, peggio
ancora. Quando esci con un ragazzo e poi ci si molla
lui tende sempre a diventare patetico.»
«Credo che questo
riassuma bene il tutto, sì. Anche perché abbiamo già avuto uno scontro
risultato con lui e il mio migliore amico che quasi si picchiavano
e la mia migliore amica volata giù dalle scale. Ma dato che
lui fa Travers di cognome preferisco pensare che siano
solo le solite scemenze da ragazzo respinto che non si dà pace.»
«Non sarebbe il primo…» commentò lei,
contrariata, e poi i suoi occhi si sgranarono: «Travers? Figlio del Mangiamorte Travers?»
«Sì, beh, all’epoca non si sapeva ancora… Per
quel che può valere credo davvero che tutto questo dipenda dal fatto che sia
solo un ragazzo stupido, non un delinquente.»
Lo sguardo dell’altra cadde sulla sua cravatta: «Hufflepuff, siete sempre
troppo fiduciosi.»
«E voi Gryffindor sempre pronti a dar battaglia.» replicò lei bonariamente.
Il viso di Ginny si illuminò finalmente di un
sorriso, che la rese ancora più bella e che fece sentire meglio anche lei,
dissipando la tensione, «Sapessi. Beh, ci vediamo…»
«Georgia.
Georgia Runcorn.»
«Ci vediamo, Georgia Runcorn. Io sono Ginny
Weasley, comunque.»
«Lo so, sei piuttosto famosa.» le fece presente
lei. Ginny rise come se avesse detto la cosa più divertente del mondo, e
Georgia si chiese come fosse vivere come lei, con un fratello e degli amici
sempre a salvare la situazione e lei stessa coinvolta in battaglie vere che lei
non riusciva a immaginare nei suoi peggiori incubi. Si domandò
anche se si rendesse conto di quanto lei, Longbottom, Lovegood e
ovviamente il famoso trio fossero diventati non solo delle celebrità ma delle
vere e proprie icone per tutti coloro che non li conoscevano se non di vista.
Forse non era cambiato nulla per i loro compagni di stanza o forse anche loro
erano in soggezione, ma di sicuro a lei faceva uno strano effetto parlare con
quella ragazzina più piccola, lo stesso che avrebbe provato faccia
a faccia con Merlino.
Si salutarono, e finalmente Georgia raggiunse l’aula di Antiche Rune, dove
Megan le aveva salvato un posto dietro Hermione Granger. Poco dopo furono
raggiunte anche da Stephen e Susan, e cinque minuti dopo arrivò Zacharias, che
per un attimo diede l’impressione di volersi sedere accanto a Hermione Granger,
poi captò il suo sguardo sconcertato e cambiò strada. Georgia soffocò una
risata mentre Megan non fece alcuno sforzo per nasconderla, attirando
l’attenzione della Granger che si voltò incuriosita.
«Ciao.» la salutò Georgia, dando una gomitata a Megan.
«Ciao.» salutò anche lei, un po’ confusa.
«Povero Smith, gli spezzi il cuore il primo giorno di scuola?»
«Megan.» disse Georgia in tono di rimprovero.
«Cosa? È
divertentissimo!»
«Megan!»
«Spezzargli cosa?» domandò Hermione Granger, improvvisamente allarmata e
rossa in viso.
«Posso?» chiese Terry Boot, per poi accomodarsi accanto a lei, «Comunque è
vero, Zacharias ha una cotta per te, è per questo che si era unito al… tu-sai-cosa in un primo
momento.»
Hermione Granger sembrò sul punto di svenire.
«Tutto ciò è stupendo!» sghignazzò Megan, «Tu-sai-cosa
cosa, amico di Anthony?»
«Sono Terry, e comunque non è niente di importante.»
«Lo sanno.» disse Susan dal banco dietro al loro.
«Oh, okay, all’ex D.A. E
a proposito, niente gruppo di Difesa quest’anno, vero? Con Snape a insegnarla…»
Hermione fece cenno di no con la testa, ancora sconvolta, poi si riprese di
colpo e guardò le due ragazze con aria ancora più scioccata:
«Voi sapete?»
«Gli altri Hufflepuff ce l’hanno detto e ci hanno
un po’ allenate prima degli esami e ci hanno aiutato anche durante l’estate.»
spiegò Megan, «Dopo che siete stati scoperti, e qualunque cosa tu avessi messo
dove loro hanno firmato era già svanita. Ho visto Marietta
Edgecombe, ha ancora qualche segno sul viso, che
cos’hai usato?»
«Non
dirglielo, lo userebbe per il male. È malvagia.»
consigliò Georgia, suo malgrado divertita. Stava parlando con un’altra gigante
della storia contemporanea, che peraltro sembrava un pochino più “vicina”
rispetto a Ginny Weasley, forse perché la vedeva in classe da sei anni, con la
mano sempre alzata per poter rispondere per prima, e
per via del suo aspetto comune.
«Sei ancora destabilizzata per via di Zacharias,
vero? Tranquilla, non è che ti pensi dal Ballo del
Ceppo, ha avuto una ragazza nel frattempo.» la rassicurò Terry.
«E tu come lo sai?» chiese Georgia.
«Dal Ballo del Ceppo?» ripeté Hermione, persa.
«Chi è la pazza che è uscita con lui?» chiese Megan.
«Prima di tutto lo so non perché sono pettegolo.» cominciò Terry,
sentendosi al centro dell’attenzione e
inorgogliendosi, «Ho amiche pettegole, tipo Cindy, che mi ha detto che vi ha
conosciute da poco, e tipo Kevin che invece che studiare guarda gli altri.»
Georgia annuì divertita, chiedendosi perché Sally-Anne avesse piantato un
ragazzo con un sorriso così simpatico. Probabilmente, in effetti, proprio
perché era così simpatico e onesto.
«Secondo, ti ha notata dal Ballo del Ceppo,
Hermione. Eri veramente bella, persino Malfoy c’è rimasto male perché non ti
poteva offendere.»
Hermione diventò rossa ma sorrise e ringraziò con voce fioca, prima di
rendersi conto della prima frase, «No! Come “mi ha notata”?»
«E terzo, la pazza è…»
La professoressa entrò in quel momento, «Scusate
il ritardo, cominciamo subito! Aprite il libro…»
Megan rantolò e sbatté la testa contro il banco.
Georgia e Hermione si sorrisero brevemente e poi entrambe si fiondarono sul
primo capitolo del libro, che senza dubbio la Granger sapeva già a memoria.
«Hai intenzione di provare le selezioni per il Quidditch?» domandò Rose a
pranzo, cogliendo Charlotte di sorpresa.
«Neanche per
idea, non sono così brava e voglio che il team vinca. E tu?»
«Sì, come
cacciatrice. Pensavo che ti avrei avuta come
avversaria.» osservò lei con tranquillità, prendendo poi una fetta di crostata.
Charlotte valutò se tentare di parlarle ancora, come Jack del resto le
aveva consigliato per lettera dato che non aveva
praticamente amici ad eccezione di Euan e Mary, che
peraltro non considerava un’amica quanto una presenza stupidamente ridacchiante
al suo fianco, ma in quel momento fu quasi travolta da quest’ultima che subito
l’abbracciò in segno di saluto.
«È un fiocco quello che hai in testa?» domandò Mary con occhi già sognanti,
«Sei così carina…»
«Vero?» domandò Euan, sedendosi all’altro suo
fianco e dando a Charlotte una pacca in testa come se fosse un cane, «Sei
adorabile.»
«È come essere amici di una caramella gommosa
particolarmente caruccia.» convenne l’altra.
«Vado a salutare mia sorella.» annunciò Charlotte, battendo in ritirata.
«Ho dovuto consolare Hagrid, stava praticamente piangendo…» mugugnò Sally-Anne, appoggiandosi ad Hannah.
«Ho l’impressione che abbia pianto anche tu.» fece presente Hannah,
esitante.
Sally-Anne arricciò le labbra, indispettita, «Beh,
vorrei vedere te se quel cretino andasse in giro a sgocciolare la sua tristezza
su chi vorrebbe semplicemente imparare! Scommetto che sperava che Potter fosse
uno dei suoi studenti! Lo ammazzerei!»
«A chi, a Harry?» rise Ernie, «Ma non è colpa sua, abbiamo già abbastanza
lezioni così…»
«Se proprio dobbiamo dirla tutta, Stephen e Susan hanno sia Antiche Rune che Aritmanzia e Storia della
Magia, quindi nessuno di noi si può lamentare.» fece presente Justin, sdraiato
pigramente su una panca del cortile interno davanti all’aula di
Trasfigurazione.
«Però abbiamo tutti molto più tempo libero.»
osservò Quill, «A parte i compiti.» aggiunse depresso.
«E gli allenamenti di Quidditch.» aggiunse Megan, in arrivo con Wayne a
braccetto.
«Uuh, che coppia…» li
sfotté debolmente Justin, aggiustando poi la borsa che teneva come cuscino.
«Ma sta bene?» domandò Wayne.
«Non proprio, ha appena finito Aritmanzia.»
spiegò Quill.
«Beh, allora vai e muori da un’altra parte.» disse Megan con tono risoluto,
«Stephen, andiamo. C’è il club di Pozioni.»
«Da oggi?» domandò Stephen, che era già esausto per via delle altre lezioni
e stava sbandando mentre arrivava con Susan.
Megan batté un pugno contro il palmo dell’altra mano, minacciosa.
«Su, in quanto mio migliore amico devi legare di
più con la mia ragazza.» lo invitò Wayne, chiaramente beffardo. Stephen alzò il
dito medio in risposta mentre veniva trascinato via da
Megan.
«Salve!» salutò Michael, raggiungendoli per ultimo, «Com’è che Megan e
Stephen vanno via assieme?»
«Club di Pozioni.» risposero tutti in coro.
«Oh, già, anche Monica ci va…»
«E com’è che ora voi due siete smielati?» aggiunse
Sally-Anne interrogativamente, «Mi riferisco a te e Megan.»
«Beh, è naturale che due persone in coppia cambino e si addolciscano.»
rispose Wayne, tirando fuori dalla borsa il libro di Babbanologia
per cominciare i compiti. Alzò lo sguardo e notò che tutti lo fissavano
scettici. «Voleva picchiare Buggin.» cominciò lui e vide parecchi di loro annuire,
del resto tutti detestavano quel bullo e la sua pettegolissima gemella, «E
volevo evitare che fosse espulsa il primo giorno.»
«Ah, ecco.» dissero tutti quanti.
«Questo ha molto più senso.» approvò Sally-Anne.
«Ehi, dov’è Georgie?» domandò Michael, spingendo via Justin, «Spazio,
spazio!»
«Georgie l’abbiamo persa in mezzo ai Ravenclaw, sta decisamente
prendendo a cuore l’idea di fare amicizia tra elementi di diverse case.»
rispose Susan, «Dorian e Cindy l’hanno trascinata con loro da Burt, Terry, Anthony
e Kevin e l’hanno mollata lì, credo abbia riscosso la curiosità di Kevin in
qualche modo.»
Wayne annuì comprensivo.
«Anthony?» sibilò Sally-Anne, «Sta fraternizzando col nemico?»
«Guarda che anche Megan…»
«Megan è strana!»
Wayne annuì di nuovo, concordando con l’ultimo commento, e lanciò
un’occhiata a Michael per capire come aveva preso la risposta di Susan, ma
sembrava tranquillo, e lui aggrottò la fronte.
«Sei strana.» osservò Stephen, notando come buona parte dei gruppi di
persone che normalmente gli sarebbero andati a sbattere addosso si aprissero al
passaggio di Megan.
«Perché?»
«Lascia stare… Dove ci incontreremo con gli
altri?»
«Biblioteca e poi ci spostiamo in un aula del
settimo. Prima però passiamo per la Sezione Proibita e tu mi aiuterai e prendere
i libri da passare agli altri, sei già stato promosso ad assistente, urrah per te.»
Il tono funereo con cui lei glielo spiegò non lo
rassicurò affatto.
«Sezione
Proibita? Hai il permesso, vero? E perché scegli tu i libri?»
«Perché sono io il capo.» rispose lei semplicemente, «E sì, il professor
Snape mi ha dato carta bianca.»
“Irresponsabile!” fu la prima parola che balenò nella mente di Stephen:
«Come hai fatto a ottenerlo?»
Lei lo guardò.
«Sì, domanda stupida da parte mia.» convenne il ragazzo.
«Sono la migliore in Pozioni.» disse lei, priva di modestia. «Non gli rispondo come Potter, magari. Anche se ammetto che
“non c’è bisogno di chiamarmi signore” era splendida, stamattina.»
«Certo.» disse lui atono, senza capire a cosa si riferisse, «Chi altri c’è
nel club?»
«La tipa di Michael, Seamus Finnigan,
Travers, sì, quello, Neville…
Non guardarmi così, ha scoperto che non fa schifo in Pozioni quando non c’è il
professor Snape di mezzo e voleva provare, Dorian e Cindy del settimo,
Charlotte, Euan che è un amico suo…»
«È incredibile che tu abbia veramente ricordato tutti i loro nomi!» esclamò
Stephen in tono veramente sorpreso. Megan annuì compiaciuta.
«Perché comunque li conosco abbastanza bene e poi sono miei sottoposti.»
«Non so se tu possa davvero definirli così…»
«Ascolta, il professore che se ne sarebbe dovuto
occupare è ovviamente il professor Snape, che appunto da’ il via libera ai
libri e decide gli argomenti in generale
ma lo conosci, ha sbolognato il lavoro a me e ogni tanto fa visite a
sorpresa per terrorizzare i membri del club, ma per il resto siamo praticamente
indipendenti. Io gli chiederò conferma della scaletta che preparerò e lui dirà
di fare come mi pare e togliermi di mezzo.»
«Non dovresti chiedere a Slughorn ora?»
«Forse… ma non lo considero. Non mi piace.»
Stephen pensò all’omaccione grasso seduto al tavolo degli insegnanti e
rabbrividì, «Neanche a me.»
Alla fine non ci misero molto a trovare i libri adatti, né a decidere i
gruppi: Charlotte ed Euan, sotto la supervisione
diretta di Megan che si era autoproclamata subito compagna di Stephen, Cindy e
Dorian, Seamus e Neville e Travers
e Monica assieme per esclusione.
«Scegliete un progetto.» disse Megan a Charlotte ed Euan,
«Sfogliate pure i libri e ricordate che le vostre
conoscenze sono pur sempre quelle del secondo anno, quindi eviterei il
Distillato della Morte Vivente. Se si parla di morte e sofferenze già nel nome,
saltate. Quando avete deciso, fatemi sapere. Naturalmente potete venire da me
quando volete, vi aiuterò anche passo passo.»
Stephen la guardò incredulo, perché Megan aveva un ché
di materno in quel momento che avrebbe fatto piangere Walter di commozione.
«Voi del settimo avete i M.A.G.O, prendetevi pure
il vostro tempo.» continuò Megan, rivolgendosi a Monica e poi fissando Travers con disprezzo, «Se Monica ha bisogno di aiuto sa dove trovarmi, ad ogni modo. Longbottom, se uccidi qualcuno la responsabilità è tua.»
Neville la guardò con orrore.
«Ma…» continuò lei, distogliendo lo sguardo,
«Visto come ti è andata agli esami direi che non avrai
davvero problemi.»
«Oh.» sfuggì al ragazzo, che poi assunse una colorazione più rosea e annuì
con determinazione.
«Cindy e… tu.»
«Dorian.» l’aiuto lui.
«Lo sapevo, merda! E dire che oggi me li ero ricordati tutti! Comunque, anche voi due non fatevi
troppi problemi coi tempi, ormai siete abituati, siete
in questo club da più tempo di me.»
«Basilarmente qui si creano le pozioni che si vogliono sotto la
supervisione dei compagni più bravi, aiutandosi a vicenda e con la possibilità
di avere praticamente aiuto privato.» commentò alla
fine Stephen.
«Sì, e non
dimenticare le pozioni che non sono nel programma. Nel nostro caso, noi del
sesto e del settimo, possiamo sperimentare quanto ci pare. Per Charlotte ed Euan sono invece approfondimenti, e stessa cosa per i
ragazzini delle altre classi che si aggiungeranno man mano, vedrai,
appena si abitueranno al carico di compiti delle classi normali ci sarà sempre
qualcuno che vorrà tentare. A te l’onore di decidere la prima pozione.»
Stephen ringraziò con un cenno del capo e cominciò a sfogliare il primo
libro:
«Pozione per colorare la pelle altrui?» lesse, e la guardò.
«Permanente.» aggiunse lei.
«Pozione per far parlare i libri!» lesse ancora, e gli brillarono gli occhi
all’idea.
«Si leggono da soli, in pratica, se vuoi…»
«Aspetta,
fammi continuare a leggere prima… Che strano libro,
guarda questa! Ne versi un paio di gocce su un oggetto, meglio se una collana o
un anello, e questo oggetto se indossato fa emergere
completamente il tuo lato oscuro, praticamente diventi malvagio!»
«È difficilissima da preparare.» notò lei, «E meno male!»
«Questa fa crescere più velocemente le piante.»
«Scommetto che la prova Longbottom.»
«Con questa tu la versi in una bacinella d’acqua e diventa come un pensatoio… Solo che non vedi i tuoi ricordi ma chiedi di
vedere il mondo con un “e se”.»
«E cosa vuol dire?» domandò lei, spingendolo via e leggendo, «AH! In pratica vedi come sarebbe il mondo con una
differenza che scegli tu. Per esempio io potrei dire…»
Il pensiero di entrambi andò a Cedric.
«Potrei dire: e se fossi un’amica di Harry Potter.» terminò lei, «E poi
guardare dentro e vedrei più o meno come sarebbe il
mondo.»
«Qui c’è
scritto che è molto pericolosa però, perché la persona che la usa potrebbe
infatuarsi di quella fantasia e non volerla lasciare, o essere così
terrorizzata dagli eventi possibili che potrebbe impazzire. O...»
«Saltala.» disse subito lei.
«Oh, questa… Leggere nel pensiero.»
«Può portare alla pazzia anche quella, immagino.»
commentò Megan.
«Sì, però dura solo una settimana.» fece presente lui, e poi notò una nota
scarabocchiata al margine, «E qui c’è scritto che se
diminuisci le gocce di sangue di topo… Sangue di
topo? Diminuisce anche la durata, il che permette di non avere
ripercussioni gravi. A parte lo scoprire magari che la tua fidanzata ti
tradisce o roba del genere.»
«Ah beh.»
«La proviamo?» domandò Stephen.
Megan lo guardò e poi sorrise radiosamente: «Certo!
E tu la bevi!»
«Perché io?»
«Perché se sbagliamo qualcosa io non voglio
morire!» rispose lei prontamente.
Stephen la guardò senza parole, poi annuì, per la verità molto curioso. «E
Snape ci segnerà crediti alla fine dell’anno se non sbaglio.»
«Quello, ed eventualmente Dumbledore dopo aver letto il programma potrà
segnare una sorta di raccomandazione… no, un
attestato, ecco, che dice che abbiamo fatto il club e che quindi ne sappiamo
parecchio di pozioni e affini, e poi ce lo danno a
fine settimo anno.»
«A patto che io continui l’anno prossimo… Ma chi
prendo in giro.» sbuffò lui, «Ovvio che continuo. Il
libro lo prendiamo con noi?»
«Per ricopiare le istruzioni, poi lo mettiamo a posto.» rispose Megan.
«D’accordo… Copiamo anche le note sotto, magari questo tizio… L. E. sa di cosa parla.»
«Vedremo
mentre la staremo facendo. Anche se è odioso pasticciare i libri…»
«Lo fai anche
tu! Ti ho vista!»
«Sì, ma non di Pozioni!» ribatté lei, avvicinandosi alla prima pagina dopo
la copertina, in cui ancora si notavano frasi tracciate calcando la matita e
poi cancellate, appena leggibili contro luce. Non erano consigli, ma semplici
annotazioni come quelle che lasciava lei, come “ne
parliamo dopo”. In questo caso c’era un “ti amo.”, un “studia”, un “L e J”
cancellato con una riga così pesante che aveva quasi rotto la pagina, un
piccolo “ho sonno”, un omino stilizzato con i capelli dritti come raggi di sole
disegnati da un bambino e occhiali tondi subito sotto,
un “lo dico io dopo a Occhi D’Oro” dove quell’ “io” era sottolineato due volte
e c’era un cuoricino finale, e un “dopo” al margine del foglio che non era
neppure stato cancellato del tutto, evidentemente scritto di fretta. «Madama Pince non gira molto per il Reparto Proibito o
avrebbe avuto un collasso. Che strano però… Ci pensi
che queste scritte ci sono da anni e anni? Questo “ti
amo” si vede benissimo che è stato scritto prima delle altre note, è molto più sbiadito anche se è praticamente l’unico non cancellato, a
parte quel dopo, magari chi l’ha scritto è già bello che morto…
E chissà chi sono L, J, Occhi d’oro…»
«“L” magari è
il ragazzo che ha corretto il “siero del pensiero”. Leonard e Jane, magari.»
«Complimenti, hai beccato il nome di mio padre e della migliore amica di
mia madre.» fece una smorfia lei, «Su, muoviamoci a ricopiare.»
Stephen annuì e si mise al lavoro, osservando Megan di tanto in tanto. Non
si sarebbe mai aspettato osservazioni simili da parte sua e forse Wayne aveva
ragione, era ora che la conoscesse meglio.
Tanto di sicuro quei due si sarebbero sposati, visto che litigavano come
marito e moglie dal primo anno.
Georgia si ritrovò a ridere forte per via del racconto di Terry e Burt Chambers, che erano particolarmente bravi nell’imitare
Kevin che si era addormentato durante Pozioni e il professor Snape che l’aveva
mangiato vivo. Kevin rideva con lei, senza la minima vergogna, e Anthony si era
coperto la faccia con le mani.
«Ma come avete fatto a diventare amici?» domandò
lei alla fine, guardando Anthony.
«È accaduto questo: mi sono presentato e lui ha detto, testuali parole: “parli in modo strano e hai maniere strane, sei mio amico da
adesso in poi”. E così non mi ha più mollato. Come un cane.»
«Parli in modo strano significa “educato”, ti faccio notare.» rise Terry.
Georgia pensò a Megan, «Sì, capisco bene.»
«E dopo che Terry ha avuto una disavventura-»
«Sono stato mollato per la prima volta, dillo pure.»
«Dopo che
Terry si è preso una cotta al primo anno per una del terzo e già pensava al
matrimonio, perché dopotutto aveva undici anni, e lei gli ha detto di no, Kevin
ha pagato, non scherzo, ha pagato Fred e George Weasley che erano i suoi eroi,
non so se li conosci, per andare a Hogsmeade e portargli cinque burrobirre. I
gemelli non hanno accettato i suoi soldi, sono andati alle cucine e hanno preso
le burrobirre e anche una torta, e lui ha tirato su di morale Terry in questo
modo e siamo diventati tutti amici.» terminò Anthony
con un sorriso che rivelava quanto in realtà tenesse a loro.
«Sensato.» commentò lei, guardando Kevin con divertimento.
Il ragazzo ghignò.
«Ora vado ad allenarmi un po’ a Quidditch prima di cena.» annunciò Burt.
«Di già?» domandò Georgia. Burt la guardò
serissimo e annuì.
«No, non farlo!» gemette Terry, vedendola aprire bocca.
«Non fare domande a Burt sul Quidditch.» precisò Anthony.
«Burt è un Quidditchofilo.» commentò Kevin.
«Il Quidditch è la mia vita.» dichiarò Burt, sollevando la camicia e
mostrando la canottiera con sopra stampata la frase che aveva appena
pronunciato.
«Credevo che i Ravenclaw fossero sani e studiosi.» osservò infine Georgia,
voltandosi dagli altri in cerca di aiuto.
«Anthony, Terry e Michael lo sono.» disse Kevin, ridendo, «Credo che ne troverai così anche negli altri anni, ma penso
che il Cappello Parlante si fosse bevuto il cervello sei anni fa. Oh, si può
usare questo modo di dire se parliamo di un cappello?»
«Sentite, ma posso chiedervi perché sono qui?» domandò alla fine lei,
guardando Burt andarsene velocissimo.
«Non
fissarlo, è già tanto se non torna indietro a mostrarti le mutande. C’è lo
stemma dei Puddlemere lì.» disse Terry
serissimo, «Comunque chiedi a Kevin. È lui che ha insistito.»
Kevin smise di sorridere e la guardò; Georgia si accorse che i suoi occhi
erano più piccoli di quelli di Anthony ma ugualmente magnetici, specialmente
ora che lui sembrava sul punto di dire qualcosa di serio.
«Cindy.
L’anno scorso sembrava completamente allo sbando e dopo una sola serata in
camera tua è improvvisamente tornata la mia… la
nostra Cindy. Ha lasciato Jeremy, e quelli non sono affari miei, e in qualche
modo è riuscita a non litigarci e a non farci litigare
me, salvando il gruppo intero che rischiava di dividersi del tutto. Credo che
tu possa capire se ti dico che il mio gruppo è un po’ come una famiglia, anche
se ho due genitori e tanti fratelli e sorelle non riesco a non pensare a tutti
i miei amici qui come tali: Anthony, Terry, Jeremy, Dorian e Cindy in
particolare. Ora, Hannah Abbott e Susan Bones erano
già sue conoscenti quindi non è proprio opera loro,
Megan voglio lasciarla conoscere prima ad Anthony anche perché mi spaventa un
po’ e Sally-Anne è apparentemente malvagia con tutti i miei amici, perciò tu
sei l’unica che ho potuto chiamare per ringraziarvi e a nome di tutti. Senza
contare che Dorian ha già deciso che ti adora, e che tu con Cindy non ci avevi
mai parlato prima eppure anche lei ora canta le tue lodi. Non potevo non conoscerti.»
«Ho capito.» disse Georgia, «E ti ringrazio.
Dovreste dare una chance a Sally-Anne, comunque. Quando non le
si chiede di essere una fidanzata sa essere una buona amica.»
«Dillo ad Anthony.» borbottò Terry.
«Appunto, non pensi mai a te.» sorrise Kevin, «Comunque
qualunque cosa ti servirà, io ci sarò. Ti devo un favore enorme, perciò non
farti problemi per qualsiasi cosa.»
«Sembra che oggi non faccia che riscuotere
successo.» commentò lei, sorridendo a sua volta, «E comunque, l’unica persona
da cui vorrei essere approvata è da qualche parte a sbaciucchiare la sua futura
moglie».
«Mi sembra
giusto, sei bella, simpatica e buona. Se non fossi un disgraziato
ci proverei subito con te.» approvò Kevin, tornato normale.
«Come sarebbe?» domandò Terry.
«Non chiedere.» si lamentò Anthony.
«Beh, io voglio le tipe strane, lo sapete.»
«Tu e Cindy non…» tentò Georgia, ricordando che
Cindy sembrava innamorata del suo cosiddetto migliore amico.
Kevin fece subito cenno di no con la testa, «Migliori amici.»
«Ah. La sento
spesso, questa.»
«Cosa?»
«Niente.
Quindi Burt ha davvero le mutande del Puddlemere?»
«Impazzirò prima della fine dell’anno e non riesco a ricordare a cosa serva
la telecamera.» annunciò Susan dopo la prima settimana, sbadigliando, «Inutile
il panico.»
«Invece che
scattare le foto e quindi prendere le immagini ferme, perché quelle dei babbani
sono ferme, prende direttamente tutto quello che succede da quando la fai
funzionare a quando la spegni. Con i suoni e i colori.»
disse Hannah, che aveva gettato il libro a terra e stava studiando piegata in
due sulla poltrona per leggere.
«Comodo avere un’amica che ha la madre babbana,
eh?» commentò Sally-Anne, «A me servirebbe una mano in Erbologia,
comunque.»
«Ci penso io.
E mia madre non è babbana, è nata-babbana.» precisò lei, mettendosi più comoda.
«Come si chiamano i tuoi?» domandò Quill, emergendo da dietro il divano.
«Ignatus Abbott e Alexis River.» rispose lei,
«Perché?»
«Perché ero convinto anche io che lei fosse babbana e tuo padre invece mezzosangue.»
«No, mio
padre è purosangue! Anche se il cognome si estinguerà con me visto
che non ho fratelli. Ormai la famiglia era ridotta a noi, ma c’è da
secoli.»
«Sapete che mio padre era amico del padre di Goldstein?» domandò Michael,
intromettendosi nel discorso, «Me l’ha detto Anthony Goldstein, erano
inseparabili a scuola!»
«Triste che si siano separati e riprodotti, se si fossero fidanzati tra loro avrebbero fatto un favore al mondo.» commentò
Sally-Anne e Megan sghignazzò, occupata a mescolare ogni dieci minuti la
pozione a turno con Stephen.
«Non ti rispondo perché sono un signore.»
«Ma avessi la decenza di tapparti la bocca invece
che uscirtene con cose simili…»
commentò Georgia, facendogli poi l’occhiolino. Michael rise e fece cenno di
volerle spettinare i capelli, lei gli sfuggì.
«Si sta bene però.» mormorò Stephen, che ora che toccava a Megan mescolare
si era potuto sedere accanto a Susan e Quill. I due annuirono, rilassandosi con
lui.
«L’hai più sentito tuo padre, Michael?» domandò Wayne, e il ragazzo fece segno
di no con la testa.
«Ma aspetto una lettera o qualcosa del genere.»
«E tu e tuo fratello?» domandò Ernie a Georgia, tanto per parlare.
«Già, vedo meno lettere in arrivo.» convenne Justin.
«È molto
occupato col lavoro, ma anche lui ha promesso di spedirmene presto. Sta facendo
una specie di allenamento per rimettersi in forma e poter affrontare le
missioni di persona, gli ci vorrà almeno un anno prima di tornare operativo.» spiegò lei, scambiando uno sguardo con Michael che diceva
quanto lei fosse sollevata da ciò.
«Auror…» disse Ernie, sognante.
Robert stava uscendo dalla Gringott quando fu
distratto dalla vista di una splendida ragazza dai capelli argentei che
salutava un tizio dall’aria familiare e i capelli rossi come il fuoco. Si chiese se lei fosse una
veela o qualcosa del genere, tanto era bella, e la guardò andare via piuttosto imbambolato prima
di portare l’attenzione al ragazzo in questione e trasalire.
«Bill?»
«Rob?»
I due si strinsero la mano e si diedero qualche
pacca sulla spalla a vicenda, non sapendo se abbracciarsi o meno, e Robert fu
felice di trovare il vecchio amico così raggiante.
«Ma tu pensa, quanti anni sarà che non ci vediamo?
Come stai?»
«Meno bene di te.» rispose Robert, lanciando un’occhiata alla ragazza che
si allontanava.
«Ah, Fleur… Ci sposiamo l’anno prossimo.» rivelò Bill, cercando di non suonare troppo compiaciuto e fallendo.
«Mi stai prendendo in giro.»
«Fatico a crederci anche io quando la vedo. E non parlo solo della bellezza esteriore, sia chiaro.»
«Congratulazioni!» esclamò Robert, sorridendo felice.
«Grazie.» ridacchiò Bill, tenendolo d’occhio con fare incuriosito e ricevendo uno sguardo interrogativo per questo, «Sapessi quant’è
strano vederti sorridere così… O sorridere e basta. Tra l’altro sei invitato, avrei chiamato comunque tutti, anche se siete
così sfuggenti… Specialmente tu e Gabriel…
E Sarah, certo. Li vedi ancora?»
«Solo Sarah.» rispose lui con un’alzata di spalle,
«Ma Gah mi manda cartoline da tutto il mondo ogni
tanto.»
«E tu e Sarah…»
«No! No, no,
siamo solo migliori amici, proprio come allora.»
rispose Robert con sicurezza.
«Diavolo, mi ricordi… beh, mi ricordi quasi tutti
i miei fratelli.»
«In che senso?»
«Lascia stare…»
«E Tonks?» domandò poi Robert, «Lei non la inviti?»
«Ah, ma Tonks è già di casa.» rispose Bill, «Anche
se dubito che oltre a Charlie qualcuno abbia realizzato quanto vicini fossimo a
Hogwarts… Quando eravamo ragazzini chiamavamo Tonks “Dors” tutto il tempo per colpa di Gah,
per fortuna, o mia madre l’avrebbe ossessionata perché si sposasse con Charlie o
qualcosa del genere. E siamo tutti andati per la nostra strada dopo la scuola.»
«Ci siamo allontanati prima, con la morte dei miei.» lo corresse Robert, «Charlie
è in Romania, Gah era scappato di
casa subito dopo Hogwarts e chissà dov’è ora, Tonks fa l’Auror ma la vedo solo
ogni tanto perché lei è sempre sul campo, tu alla Gringott
e io e Sarah nella divisione d’ufficio.»
«Strano posto per una Slytherin.» sogghignò Bill, «Come stanno le tue
sorelle?»
«Bene, bene.
Charlotte mi ricorda inquietamente la piccola Tonks appena arrivata a Hogwarts,
senza amici della sua età, tutta scontrosa e ribelle, ma
pazienza. Troverà un Charlie, un Bill e un Gah, immagino.»
«Sei fiero di lei.»
«Ci puoi
giurare. Georgia invece è tranquillissima, è più matura lei di me. E i tuoi? È
tuo fratello quello che è finito a dar battaglia nel Dipartimento dei Misteri
mesi fa, no?»
«C’era anche mia sorellina.» si incupì Bill, «Hai
tempo per bere qualcosa?»
«E perché no…» accettò Robert, un po’ in pena per
Bill. Se fossero state le sue sorelle, quelle finite sul giornale per aver
affrontato dei Mangiamorte, lui avrebbe come minimo avuto un collasso nervoso.
Non riusciva più a non lottare per ciò che era giusto, ma d’altro canto
cercava di correre meno rischi possibili, perché capiva la paura della sorella.
Però, proprio per proteggere lei e Charlotte, sapeva che avrebbe dato anche la
sua stessa vita con piacere e che avrebbe dovuto combattere per
poter permettere loro di vivere vite normali.
«Quindi esistono altre bambine col carattere che aveva Tonks?»
«Beh, lei non odia davvero il mondo… spero.»
Bill sorrise e pensò che avrebbe dovuto spedire già quel giorno una lettera
a Gah, nella speranza di trovarlo ovunque lui fosse,
e invitare anche lui al suo matrimonio.
Per quanto riguarda Zacharias
Smith, c’è da dire che Hermione, al party, dice a Harry
che non sapeva se invitare lui o McLaggen per infastidire di più Ron, e
sembrava abbastanza sicura di poter ottenere un sì da entrambi.
Inoltre, se per curiosità
volete sapere quali materie stanno seguendo:
Megan (club) incantesimi,
antiche rune, demonologia,
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Wayne storia della magia, incantesimi,
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babbanologia, difesa
Michael storia della magia, incantesimi, trasfigurazione,
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Georgia erbologia, antiche rune, trasfigurazione, difesa
Stephen (club) storia della magia, babbanologia, antiche
rune, aritmanzia,
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Susan storia della magia, babbanologia, antiche
rune, aritmanzia,
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Justin incantesimi,
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Ernie incantesimi, trasfigurazione, erbologia, difesa, pozioni
Hannah incantesimi, erbologia , difesa
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Sally-Anne incantesimi, erbologia, cura
delle creature magiche, difesa