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Autore: alessia21685    12/05/2011    12 recensioni
Cosa fareste se vi innamoraste perdutamente del vostro peggiore nemico?
Se sapeste che per salvare il futuro del mondo e delle persone a voi più care dovrete uccidere la vostra unica ragione di vita?
Quando l'amore e la passione sono così forti da strapparti l'anima, anche il bene e il male si mescolano, al punto da non riuscire più a discernere l'uno dall'altro.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Tom O. Riddle
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Mi scuso per il ritardo...settimana impegnativa tra uni e lavoro!
C'è solo una cosa da dire su questo capitolo: o è venuto benissimo o è una vera schifezza...non so non ho ancora deciso! 
Voi che ne dite? 

Buona lettura!!



Cap 9: Killing me softly

Tutto quello che Hermione riusciva a sentire era il freddo e il dolore.

Ogni fibra del suo essere gridava, dilaniata dall’agonia causata dall’ assenza di ossigeno nel suo corpo.

La fame d’aria la stava letteralmente facendo impazzire. Tutto era buio.

Dal profondo di quella tenebra, sentiva una voce, lontana e soffocata, come se provenisse da un'altra dimensione.

Hermione si voleva aggrappare al suono di quella voce, con tutte le poche forze che le erano rimaste,ma essa sfuggiva inevitabilmente, come fumo fra le dita.

Poi d’un tratto, sentì un fiotto d’acqua  fuoriuscire dalla sua bocca,abbandonando il suo corpo come se una forza misteriosa l’avesse aspirata via. Il suono della voce si fermò.

Con un rantolo disperato  l’aria fresca le riempì di nuovo i polmoni, facendole alzare e abbassare il petto in modo frenetico. Il dolore si attenuò lentamente fino a scomparire del tutto.

Le sue dita ghiacciate si mossero leggermente,affondando nella terra molle.

Dove si trovava? Cos’era successo?

L’aria gelida le accarezzava la pelle bagnata,avvolta dai vestiti fradici e pesanti,facendole accapponare la pelle.

Nelle narici sentiva ancora l’odore acre e nauseante di fango e acqua morta.

Emise un gemito, e lentamente cercò di aprire gli occhi,ma appena lo fecero, si spalancarono di sorpresa e orrore, alla vista del viso di Tom Riddle, chino su di lei, la bacchetta puntata al suo petto.

“Cosa diavolo?!...” mormorò con voce rauca, ma non appena lo fece, un dolore bruciante le trafisse la gola come una lama rovente.

Tom la guardava paralizzato, mentre piccole gocce d’acqua gelida cadevano dai suoi capelli fradici sul viso di Hermione.

I suoi occhi erano stranamente vivi, angosciati.

Hermione si domandò se aveva mai avuto un’espressione così umana da quando lo aveva conosciuto. Ma cosa diamine stava facendo con quella bacchetta puntata al suo sterno?E perché era completamente fradicio?E a petto nudo per di più! Appena se ne rese conto,Hermione arrossì violentemente .

Lui distolse la bacchetta dal suo petto, il suo viso era tornato senza espressione.

 “Penso che ‘grazie’ sia la parola che stai cercando,Granger.” Disse  mentre si alzava.

Hermione si sollevò sui gomiti, ma il movimento troppo brusco le fece girare la testa.

“Cos’è successo?” mormorò a fatica,cercando di non fissare il petto di Tom, dai muscoli ben delineati e imperlato d’acqua.

“Il professore di Cura delle Creature Magiche ci aveva assicurato che in questo lago gli Avvincini si erano tutti estinti. A quanto pare si sbagliava.” Rispose lui con tono pacato e accademico.

Avvincini? Hermione comprese all’improvviso quello che probabilmente era successo.

Mentre era in piedi vicino al bordo della barca, era stata afferrata da un avvincino, che l’aveva trascinata con sé nel lago. E Tom era intervenuto, tuffandosi in acqua e salvandola dalle grinfie del demone acquatico. Probabilmente aveva usato un incantesimo per liberarle i polmoni dall’acqua, ecco perché le aveva puntato contro la bacchetta. Le aveva salvato la vita.

Quest’ultimo pensiero cadde sul suo cuore come una lastra di piombo. Davvero l’aveva salvata?

Voldemort, il futuro mago più Oscuro di tutti i Tempi aveva rischiato la propria vita per salvare quella di un altro? Per salvare lei?

Lo shock fu così grande che per un attimo rimase senza parole.

Lui si voltò,dandole le spalle, e lei rimase muta ad osservare il chiarore serico della pelle della sua schiena illuminata dalla luna.

Con un moto di sorpresa, notò delle cicatrici segnare la pelle di porcellana altrimenti perfetta, formando lunghe strisce perlacee che dalle spalle larghe e muscolose seguivano la curva snella della sua schiena.

“Tom!” mormorò Hermione con un filo di voce.

Il dolore bruciante nella sua gola non la dissuase dal pronunciare la parola che voleva dirgli.

“Grazie.” Sussurrò in modo appena percettibile.

Non capì se lui l’avesse sentita, perché per qualche secondo non si mosse ,dandole le spalle.

Poi fece un impercettibile segno del capo, e iniziò a camminare allontanandosi da lei.

Hermione si sentiva a pezzi, come una bambola di stracci buttata in  un tombino.

“Aspetta!” gridò, ma tutto quello che uscì dalla sua gola era un suono gracchiante, la voce svanita.

Lui si fermò, mentre lei si rialzava a fatica e lo raggiungeva rabbrividendo per il vento gelido.

Gli afferrò il braccio con la mano tremante, e sentì i muscoli sotto la sua pelle tendersi.

Come se il suo tocco l’avesse bruciato, lui si retrasse, voltandosi di scatto, gli occhi spalancati di sorpresa e orrore.

“Cosa diavolo vuoi da me, Granger?” Sibilò acido, mentre lei indietreggiava delusa.

“Io…non lo so.”  Ed era vero. Non sapeva perché in quell’istante il suo cuore batteva rapido contro le sue costole. Non sapeva perché sentiva l’irresistibile desiderio di toccare con le dita la sua pelle candida come l’avorio. Tutto quello che sapeva era che quello che le stava succedendo, tutto quello che in quel momento provava, era sbagliato. 

Senza riuscire a fermarsi fece un altro passo verso di lui, e questa volta Tom non indietreggiò, la osservava in silenzio, immobile.

L’espressione calma e apatica che di solito caratterizzava il suo viso si incrinò, come una superficie d’acqua stagnante increspata dal cadere di una foglia.

Gli occhi di Tom erano acqua verde e scura, ed Hermione ne era al contempo attirata e terrorizzata.

Le sue ciglia scure e appiccicate le une alle altre dall’acqua si mossero impercettibilmente,mentre il suo sguardo si spostava sul volto di  Hermione ,come studiandola.

Hermione sentì qualcosa dentro di lei andare in pezzi.

Non aveva mai provato niente del genere. Mai aveva sentito il bisogno disperato di accarezzare un volto, non aveva mai provato così intensamente il desiderio di baciare le labbra di un ragazzo. Un desiderio così intenso da divenire insopportabile mano a mano che si avvicinava a lui sempre di più.

Lui non si muoveva ma nonostante la sua calma apparente Hermione poteva sentire la sua agitazione, il suo respiro accelerato trattenuto a stento.

-Oddio perché non riesco a fermarmi?

Senza che il cervello avesse impartito l’ordine, la sua mano tremante  si mosse verso il suo viso e lui spalancò gli occhi terrorizzato.

-Mi ucciderà.- pensò una piccola parte –quella ancora sana-del suo cervello.

Ma la parte restante la fece tacere. Con una mossa improvvisa e inaspettata si avvicinò a lui e premette le labbra sulle sue. Il silenzio che seguì era rotto solo dal canto di un gufo poco lontano.

 Non sapeva cosa aspettarsi, ma di certo non questo.

Tom rimaneva immobile, nessuna reazione di umanità, né rabbia né sgomento…niente.

Era come baciare una statua, una statua viva, dalle labbra morbide e calde.

Se lui l’avesse respinta con uno schiaffo si sarebbe sentita meglio.

Una sensazione di gelo penetrò nelle ossa di Hermione, che staccò la sua bocca da quella di lui, e si allontanò respirando affannosamente .

Ora non riusciva a guardarlo in faccia, una profonda sensazione di vergogna,delusione e qualcos’altro le trasformarono il cuore in un pezzo di pietra.

Senza che neanche se ne rendesse conto, gli occhi le si velarono di lacrime e si voltò di scatto, decisa a scappare via. 

Via da Tom Riddle, via da se stessa.

Ma in quell’istante qualcosa le afferrò il polso con una presa d’acciaio obbligandola a voltarsi.

Oltre la nebbia delle lacrime vide Tom che la fissava , gli occhi brucianti di rabbia.

-Ora mi ucciderà- pensò lei incredibilmente calma. L’idea quasi la confortava. Forse si meritava la morte.

Aveva tradito tutti , Silente, Harry, Ron… tutti.

Chiuse gli occhi,facendo rotolare le lacrime calde lungo il suo viso, in attesa del lampo mortale di luce verde che l’avrebbe stroncata. Sperò solo che lui facesse in fretta.

Ma all’improvviso si sentì strattonare, e si schiantò contro qualcosa di caldo e forte.

Il profumo di lui la avvolse- sapone misto a qualcosa di più caldo e muschiato- e si sentì avvolgere dalle sue braccia forti.

Hermione voleva aprire gli occhi ma era terrorizzata. Poi sentì il tocco caldo e morbido delle sue labbra sulle sue e un vortice di emozioni la sommerse.

Le sue labbra non erano più immobili e morte, ma prepotenti e violente. E le piaceva.

Tom la stava baciando. Tom la stava uccidendo.

Entrambe le affermazione erano vere.

Le  labbra di Tom  schiusero a forza  le sue e lei sentì il  fiato caldo nella sua bocca, il tocco eccitante della sua lingua.

Gemette senza fiato, pensando che sarebbe svenuta, e lui la strinse ancora più forte a sé.

Ma in quell’istante lui emise un suono strano,sbagliato.

Hermione spalancò gli occhi.

Con ancora la testa che girava guardò  Tom in viso, e venne assalita dal panico quando vide i suoi lineamenti contorti in una smorfia di dolore.

Tom si piegò su se stesso gemendo , e la sua mano destra andò a stringere il fianco sinistro.

Hermione lo fissava sgomenta, terrorizzata.

“Tom! stai male?! fece un passo in avanti per aiutarlo, ma lui la respinse.

“Non è nulla.” Mormorò con voce ferma cercando di raddrizzarsi.

Quando la sua mano si sollevò dalla pelle del fianco, Hermione vide una piccola ferita nella sua pelle. La ferita spurgava un liquido nero.

“Oddio.” balbettò . “Veleno.”

Hermione aveva letto abbastanza libri sulle creature acquatiche per sapere che certe razze di Avvincini erano velenosi. Il loro morso poteva rapidamente portare all’infermità … o alla morte se iniettato in quantità adeguate.

“Devi andare subito in infermeria!”

“No.” Ribattè lui gelido.

“ non è nulla te l’ho detto. Credi che basti così poco per ferirmi?”

“Ti prego Tom… devi…” cercò di supplicarlo, ma in quel momento, il ragazzo ribaltò gli occhi all’indietro,mostrando solo il bianco, e cadde a terra.

  
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