2.
Watching you
Passarono
due ore dalla nostra “chiacchierata” e infine sentii dei passi fuori dalla
stanza, vidi la maniglia abbassarsi lentamente e per un attimo ebbi il terrore
di veder spuntare Damon da quella porta, anche se non mi ricordavo nemmeno che
aspetto avesse.
Fortunatamente
fece capolino il ragazzo di prima, con un leggero sorriso e un sacchetto di
carta. Me lo porse, e lo aprii frettolosa. “Cheeseburger, patatine e coca cola..
oh..” Pensai tra me e me, addentando il panino.
-
Grazie. – Bisbigliai impercettibilmente.
-
Prego. Ah, per la cronaca, io sono Stefan. Stefan Salvatore.
–
-
Elena.. Gilbert. – Gli tesi la mano, e lui me la baciò, il contatto con le sue
labbra mi fece tremare. Era molto freddo, e nonostante dovessi provare
repulsione per un mostro del genere.. provai una sorta d’attrazione, e mi tirai
subito indietro.
Provai
a restare indifferente, provai a non fargli capire nulla, e continuai a mangiare
il mio cheeseburger ma il suo sorrisetto da sbruffone mi fece intuire che aveva
capito tutto. Non volevo che mi credesse attratta da lui, maledizione! I suoi
occhi si posarono su di me, e mi scrutarono attentamente.
-
Damon? – Chiesi, parlando con un filo di voce.
-
E’ andato dalla sua nuova fiamma. – Gli comparve sul viso una smorfia
disgustata.
-
Se detesti tanto tuo fratello, perché hai paura di lui? – Gli chiesi
improvvisamente, tappandomi la bocca con le mani. Non avrei
dovuto.
-
Io non ho paura di lui, è solo che Damon sa essere molto pericoloso quando
vuole, e non voglio scatenare la sua furia. Finirebbe molto male. – Rispose
tranquillamente.
-
Capisco. – Continuai a mangiare il mio cheeseburger e a farmi osservare da lui.
– Perché stai rischiando tutto questo per me? – Chiesi d’un tratto, fissandolo
impertinente.
-
Perché c’è qualcosa di speciale in te, qualcosa che non riesco ancora a
comprendere. Mi sembra un tale spreco uccidere una ragazza come te. – Disse
sincero e io spalancai leggermente gli occhi, provando a interpretare le sue
parole nel verso giusto. “Cosa c’è di speciale in me?” Pensai,
confusa.
-
Cerca di riposare adesso, sarai ancora debole dopo il sangue che hai perso e un
cheeseburger, per quanto ti abbia saziato, non ti rimetterà in forze così
velocemente come pensi – Per l’ennesima volta si preoccupò per me e io iniziai a
chiedermi se lui fosse davvero il mostro che credevo
all’inizio.
Lo
vidi alzarsi e andare a sedersi nella poltrona di velluto ben lontana da me, io
invece posai il vassoio con gli involucri del cibo, bevvi un sorso di coca-cola
e mi stirai sotto le coperte accucciandomi per bene.
-
Hai freddo? – Mi chiese apprensivo, alzandosi e portandomi una coperta con la
velocità che solo un vampiro poteva avere.
-
Grazie. – Dissi e lui me la adagiò addosso, incastrandola sotto il
materasso.
Inspirai
il suo odore approfittando del fatto che fosse molto vicino a me e me ne beai,
sapeva di buono e mi piacque molto.
-
Quando pensi di potermi lasciar andare a casa mia? – Chiesi
impetuosa.
-
Non so darti una risposta certa. Ti lascerò andare solo quando Damon andrà via
per sempre da Mystic Falls, e onestamente non credo che avverrà dall’oggi al
domani, credo abbia dei piani, per questo è venuto qui. – Mi spiegò,
confidandosi.
A
me venne nuovamente da piangere ma mi trattenni, tirando su col
naso.
-
Andrà tutto bene. – Mi rassicurò, sedendosi sul materasso e accarezzandomi la
fronte. Mi sentii sollevata da quel suo gesto e chiusi gli occhi, godendomelo
appieno. Poi riaprii gli occhi e lo fissai intensamente, lo vidi
sorridere.
-
Grazie per tutto davvero. – Gli dissi io, davvero grata per ciò che stava
rischiando a causa mia. Avrebbe semplicemente potuto abbandonarmi al mio crudele
destino e invece era lì, a rischiare la vita per proteggermi dal suo stesso
sangue, dal suo malvagio fratello che aveva tentato di
uccidermi.
Ma
perché io? Perché, tra tante ragazze ubriache, a quella festa aveva deciso di
rovinare me? Perché non la bellissima e frivola Caroline? O l’interessantissima
Bonnie? O la festaiola/ragazza facile Vickie? Tra tutta quella scelta proprio
io. La ragazza depressa ed eternamente sola, Elena.
-
A cosa pensi? – Mi chiese, distogliendomi dalle mie
riflessioni.
-
Al motivo di tutto ciò. Cioè, insomma.. perché proprio io? – Chiesi
pateticamente, come se lui o qualcun altro avrebbe potuto rispondermi. Non i
riferivo solo al fatto di Damon, questa volta. Pensavo alla perdita dei miei
genitori, al carattere difficile di mio fratello Jeremy, al rapporto con Matt e
al fatto che nessuno, a parte Bonnie, riusciva a capire come mi sentissi a
riguardo.
-
A volte la vita è ingiusta, Elena. Ma se le dai tempo, saprà farsi perdonare.
–
-
Sì? E in che modo? Ormai i miei genitori sono morti, e la mia vita è destinata
ad essere rovinata da una mostruosa creatura senz’anima. Come potrei perdonare
il destino per questo? –
-
Zitta. – Mi disse tutto d’un tratto, girandosi verso la porta della
stanza.
-
Damon è qui, non fiatare. – Disse uscendo di corsa e scendendo al piano di
sotto.
-
Damon! – Sentii pronunciargli, poi più nulla. Aspettai mezz’ora ma lui non tornò
da me quindi mi addormentai, in preda agli incubi più
oscuri.
Per favore, ditemi cosa ne pensate, comunque dedico questo capitolo a Giada, la mia fantastica beta che è tornata ad aiutarmi dopo più di un anno.. Hip Hip.. Hurrà! Ti voglio bene tesoro.. e ora: rispondiamo ai commenti! E.. quasi dimenticavo! Piccolo sondaggio: per Elena vedete meglio Stefan o Damon? Parlo sia della storia che del telefilm. Bacioni.
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