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Autore: schwarzlight    16/05/2011    2 recensioni
[Storia classificatasi prima al contest [Original Concorso 10] Il Labirinto e... l'Avida indetto da Eylis]
“Chi arriverà in cima alla Torre vedrà esaudito qualunque suo desiderio, sia esso dominare il mondo o distruggerlo.”
Era una cantilena che aveva ipnotizzato molti.
E quei molti ogni anno tentavano il loro disperato ingresso nella famigerata Torre, quella costruzione maestosa che sorgeva al centro della città, beffandosi di tutti.
Mi chiedevo quale tipo di desideri volessero vedere realizzati, dato il modo in cui si accalcavano attorno all’edificio. Quale tragedia volevano evitare? Di quale torto vendicarsi? Quale ambizione li animava?
Io non avevo nulla. Niente che potesse giustificare il mio ingresso in quel posto.
Ma ormai non potevo più scappare.
“Ci sono due modi per uscire dalla Torre: arrivare in cima o morire.”
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Torre'
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La Torre - I Distruttori 3
Capitolo 3: I distruttori




I distruttori sono rari e potenti,
sono egoisti, non sanno proteggere gli altri.
Le sentinelle sono l’ultimo baluardo,
la difesa dei disperati e la speranza dei deboli.
Chi fra i distruttori otterrà il potere delle sentinelle,
sarà completo, e imbattibile.




- Aah, finalmente una città! Non ne potevo più, mi serve una doccia!

- E dai, Finnie, che pappamolla che sei… per soli cinque giorni.

- Cinque giorni di fango, sudore e… è sangue questo?! Che schifo, che schifo, lo odio il sangue!

- Va bene, va bene, là c’è un albergo, quindi calmati.

- Mi sarò calmato quando avrò degli abiti nuovi!

Questo era più o meno la stessa scena che si presentava ogni volta che entravamo in una città.
Finnie si era unito a noi quasi subito, e la sua fobia del sangue di sicuro era la caratteristica più evidente. Ma fra tutti era anche il più agile e svelto, e possedeva un’abilità senza dubbio utile: era un mappatore. Con lui non correvamo il rischio di perderci nelle vaste aree di ogni livello, ed era anche piacevole parlarci… quando non era in preda alle sue crisi.
Gli altri due compagni che avevamo acquisito erano Martha e Logan. Lei rossa e affascinante, con un cervello fine e perfettamente padrona di sé in ogni situazione; ero quasi certo che avesse l’attenzione di Connor. Lui alto e magro, bastardo nel combattere e ancor di più se si svegliava male. Faceva il mercenario prima di unirsi a noi.

Era da almeno cinque mesi ormai che salivamo. Avanzando i livelli divenivano sempre più grandi, sempre più pericolosi e complessi da superare. Il quel periodo Connor ci aveva insegnato a usare le armi da fuoco e un po’ di autodifesa. Il resto venne da sé.
Con il tempo anche il soldato abbandonò il M9 per passare a una spada, e presto fu come se l’avesse avuta da sempre. E lo stesso valeva per me e Jahel.
Mi sembrava di non aver fatto altro che allenarmi a usarla per tutta la vita, come se non fossi destinato ad altro.
E nel frattempo eravamo cambiati. Tutto quel combattere, quel tentare di sopravvivere ci aveva forgiati.
Probabilmente eravamo più simili ai guerrieri di cui si legge nei romanzi che non al soldato e ai due ventenni di prima. Era l’adrenalina che ci dominava, il bisogno di sentirci vivi.
Come dei predatori, attendevano lo scontro successivo, ansiosi di spezzare, di vincere.

E i luoghi che avevamo attraversato, gli avversari sconfitti… cose impensabili, impossibili, estinte.
Draghi e mostri mitologici erano diventati normali, e non ce ne rendevamo neanche conto che quella non era la realtà.
E poi la cosa più assurda: la magia.
Era stata Jahel a scoprirla, quasi per caso, mentre una notte non riuscivamo ad accendere il fuoco. Dopo vari tentativi falliti urlò un rabbioso “brucia” alla legna, e le fiamme divamparono.
“La vostra forza è la vostra volontà” sembrava avere degli effetti spaventosi. Potevamo curare le ferite, o fermare proiettili. Non tutti ci riuscivano, o non con la stessa intensità.

Ci sentivamo forti, potenti. E fra tutti noi, Jahel sembrava avere una volontà ineguagliabile, che non poteva esser piegata. Se Connor era il leader indiscusso del nostro gruppo, Jahel era il motore che lo azionava, quell’ennesima piccola crepa sul muro che ci avrebbe permesso di distruggerlo.
Lei non era più, o forse non lo era mai stata, quella ragazza allegra che mi era parsa la prima volta.
Come io stesso non ero più lo stupido universitario che non desiderava altro che la sua monotonia.
Eravamo cambiati, e quel giorno l’avremmo fatto di nuovo.

Perché quel giorno, avremmo incontrato i distruttori.

“Distruttore” era un titolo, un’onorificenza, un’offesa. Era come dire tutto e dire nulla.
Coloro che distruggono.
I forti.
Abbattere i distruttori era come poter dire di essere in grado di vincere, di arrivare fino in cima.
E noi eravamo decisi a farlo.

Erano in quattro e li sfidammo in quattro.
Io, Connor, Jahel e Logan.
Quattro idioti contro quattro celebrità.

- Alza la testa, Jahel. La nostra luce è più forte della loro.

Le dissi senza pensarci troppo. E lei mi sorrise in risposta, in quel suo modo sicuro.
“Vinceremo” mi diceva.

E avremmo vinto.
Fu difficile e rischioso.
Il clangore delle spade mi rintronava, battendo il tempo di quella danza letale.
Il sangue che schizzava mi stordiva e i muscoli mi dolevano nello sforzo di parare i colpi.
Come potevamo non ucciderli? Se fossimo stati più furbi li avremmo presi uno ad uno. I distruttori erano individualisti, e non avremmo avuto difficoltà e fermarli in un attacco concentrato.
Ma noi eravamo uguali, e stupidi, e scegliemmo la strada più complicata e lunga.

E alla fine solo uno ne rimase in vita: l’avversario di Jahel.
Gli puntò la spada alla gola, e sorrise.

- Oggi è nata la Compagnia dei Distruttori. E state pur certi che la cima sarà nostra.

Era un sorriso feroce, come solo le belve sanno fare.
L’impressione che ne ebbi fu che ci avrebbe trascinato alla rovina, nessuno escluso.
Ne eravamo tutti consapevoli.
Eppure, una parte di me era convinta che se lei fosse rimasta con noi, allora nessuno avrebbe potuto più fermarci.













Oh, wow che capitolo corterrimo.
Come dite? Sono passati solo dieci giorni? Sì, può essere, ma io volevo aggiornare.
E spero di avervi fatto una sorpresa gradita =D
E...coff. Mi ero dimenticata di avvisare del salto temporale che ci sarebbe stato nel capitolo scorso u_u"
Ma spero comunque di non aver creato confusione, o che non ci siate rimasti male...in quel caso, mi dispiace D°:
Dovevo stare in certi limiti per il contest, e ho deciso di tagliare tutti gli eventi che non erano rilevanti ai fini della trama. Anche perché, lo dico per l'ennesima volta, ci sarà un seguito, con la trama principale ^^
E viva i distruttori X°D Personaggi senza senso ma che adoro (senza motivo, ovvio.)
Ok, basta.

Vi ringrazio per aver letto *_*
e ovviamente ringrazio le recensitrici dello scorso capitolo <3
Mi fate tanto felice ogni volta, ai limiti della follia X°D

Bene, ho concluso le cose da dire (balle. semplicemente son troppe per esser messe qui)
Al prossimo salto temporale capitolo:  "Il cristallo spezzato"!;3


   
 
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