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Autore: IoNarrante    20/05/2011    11 recensioni
Cosa vi aspettereste da una vacanza in un villaggio? Sole, mare, magari qualche flirt estivo.. niente di più! Questo è ciò cui pensava Francesco, quando, con i suoi amici dell'università, è partito per la Puglia, per una vacanza post-laurea. Ma è bene fare attenzione a scegliersi le compagnie con cui passare quattordici giorni della propria vita.. altrimenti si può incappare in una scommessuccia, dapprima innocente, ma che costringe il nostro povero protagonista, sciupafemmine e perennemente single, ad imbarcarsi in un'avventura con una ragazza.. come dire.. non proprio della sua 'taglia'..
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Hola! E' venerdì e ho deciso di postare un altro capitolo, anche se un po' corto, così durante il week-end potrò dedicarmi all'intera stesura del prossimo, che sarà abbastanza puccioso!

Capitolo nove
Second kiss
Mi ritrovai a vagare da sola sulla spiaggia a piedi nudi, rimanendo incantata dalla luce della luna che s’infrangeva sul mare, piatto come una tavola. Lo sciabordio delle onde cullava i miei pensieri, mentre mi interrogavo su cosa avessi fatto di sbagliato per far reagire Francesco a quel modo. Era sembrato quasi.. terrorizzato, ma da cosa? Quella più spaventata dei due sarei dovuta essere io, non certo lui.
Sbuffai sonoramente guardando le scarpe a decolleté di Gin e Claudia che dondolavano nella mia mano. Era stato tutto inutile, ero comunque riuscita a rovinare tutto. Come al solito, nemmeno un solo appuntamento doveva girarmi per il verso giusto e ognuno finiva allo stesso modo. Fuggivano da me e dal mio aspetto orrendo, ne ero più che sicura.
Cos’altro avrei dovuto pensare, altrimenti?
Era logico che quando Francesco aveva realizzato chi avesse di fronte, gli si era rivoltato lo stomaco ed era fuggito via. Non c’era altra spiegazione.
Che stupida che ero stata, Betta e Sere mi avevano anche avvertita.
Eppure ha chiaramente detto ‘la mia ragazza’ a quel cameriere..
Basta! Dovevo smetterla di illudermi perché non facevo altro, e finivo sempre con l’essere ferita in continuazione. Ogni ragazzo che avevo avuto, e quelli si contano davvero sulle dita di un monco, ahimè, aveva sempre finito per darsela a gambe, guardandosi intorno e accorgendosi che c’erano altri pesci nel mare. Mi sentivo tradita, umiliata, ma, allo stesso tempo, non riuscivo a smettere di pensare a Francesco e a quel suo bacio che mi aveva letteralmente lasciata senza fiato.
Non avevo mai provato quel genere di sensazioni, con nessuno.
Mi ero innamorata fin troppe volte nella mia vita, soprattutto di ragazzi che erano completamente fuori dalla mia portata, ma nemmeno uno di loro mi aveva lasciata con un vuoto dentro talmente grande da sembrare un’immensa voragine senza fine. Sentivo un dolore fortissimo, proprio dentro al mio cuore, e non sapevo se sarei mai riuscita a guarire da una ferita tanto profonda.
Arrivai sino ad un tronco marcio adagiato sulla sabbia, a qualche metro dall’ingresso dell’albergo. Ricordai la chiacchierata con il migliore amico di Francesco, fatta a pochi passi da lì, e constatai che era stata forse l’unica nota positiva di tutta quella bruttissima giornata e non potei fare a meno di smettere di pensare a quei suoi occhi castani, così espressivi e totalmente diversi da quelli freddi e seduttori di Francesco.
Mi sedetti su uno scoglio, stavolta rivolgendo lo sguardo ad una luna immensa che torreggiava all’orizzonte, riempiendo il mio sguardo.
«Cercavi un posto per pensare?» mi domandò una voce alle mie spalle e per poco non colpii Giorgio con una delle mie scarpe dal tacco 12.
«S-scusami.. mi hai fatto prendere un colpo!» ridacchiai nervosa, per aver fatto la figura dell’idiota.
Giorgio mi sorrise, anche se riuscivo a vedere ben poco dal suo viso nascosto nella penombra. Era alto, molto più di Francesco, e indossava una canottiera bianca, molto aderente, che gli metteva in risalto i muscoli quasi perfetti. Se ci fosse stata più luce, avrebbe sicuramente visto com’ero diventata rossa al pensiero di non riuscire a smettere di guardare i suoi addominali scolpiti, baciati dalla luna.
«Scusami tu, ti sono saltato alle spalle» ridacchiò, sfiorandomi appena i capelli con una delle sue dita affusolate.
Dove mi aveva appena toccata, la cute s’increspò trasmettendomi una miriade di brividi intensi che tentai di nascondere come una reazione al freddo. Mi accorsi solo in quel momento di indossare ancora la giacca di Francesco e lo sconforto tornò a farsi sentire.
Giorgio si accorse di quel mio cambio di umore e assunse una strana espressione, direi quasi arrabbiata.
«Ti ha lasciata da sola?» se ne uscì, sempre con quel tono lievemente infervorato.
«Fra-Francesco, dici?» chiesi, per conferma.
A quel punto Giorgio spostò lo sguardo dalla pallida luna ai miei occhi e rimasi incantata a specchiarmi nuovamente in quel pozzo di emozioni. Era così maledettamente diverso da Francesco, ma riusciva ugualmente a trasmettermi le stesse sensazioni.
Non sarà l’ennesima cotta, vero, Sole?
Deglutii a fatica, poi Giorgio interruppe il silenzio.
«L’appuntamento non dev’essere finito poi tanto bene, devo dedurre» sospirò, liberandomi da quello sguardo che mi aveva intrappolata.
«Uhm.. no.. credo di no» mormorai autoconvincendomi.
«Lo sapevo» ringhiò, serrando i pugni. «È sempre così con lui..».
Quel suo comportamento mi sorprese, era come se sapesse qualcosa di troppo ma non volesse dirlo.
Soltanto Giorgio sa davvero cosa gli sia successo per farlo comportare in questo modo, ma non ha mai voluto dircelo…
Lui sapeva di Francesco e forse avrebbe potuto spiegarmi, far luce su quel suo strano comportamento e sul perché mi aveva lasciata da sola.
«P-puoi dirmi pe-perché si comporta così?» gli domandai timidamente, per paura di un’altra reazione brusca come quella che aveva avuto Francesco con me.
«Davvero ti interessa saperlo?» mi prese in contropiede lui, con uno sguardo più serio del solito.
«S-sì..» dissi poco convinta.
«Perché?» chiese ancora, non soddisfatto di quella risposta striminzita.
‘Perché’ mi domandava, ed io cosa avrei dovuto rispondergli? Non sapevo nemmeno cosa passava nella mia di testa, come potevo pretendere di capire cosa ci fosse in quella di Francesco. La voglia di conoscerlo, però, stava mettendo a dura prova il mio autocontrollo e non sapevo più se dar retta al cervello o al cuore.
«H-hai ragione.. n-non sono affari miei» sospirai infine, sconfitta dalla mia codardia.
Giorgio cambiò immediatamente espressione dopo quella mia pacata risposta, forse conscio di aver usato un tono fin troppo scortese per i miei gusti. Si stropicciò gli occhi con la mano destra, poi tornò a guardare la luna.
«Non ti merita» disse poi, senza trovare il coraggio di guardarmi negli occhi. «Francesco è il mio migliore amico e, anche se volessi, non riuscirei ad odiarlo, ma quando si comporta in questo modo, tirando fuori il peggio di quel suo caratteraccio, mi viene voglia di spaccargli il naso a testate».
Cercai in tutti i modi di riuscire a togliermi dalla testa l’immagine di Giorgio che prendeva a testate Francesco, ma non ci fu verso e cominciai a ridere.
«Grazie!» dissi infine.
«Per cosa?» mi domandò lui confuso.
«Mi hai fatto pensare ad altro e finalmente ho ritrovato il sorriso» gli dissi contenta.
L’aveva fatto per tirarmi su, ne ero più che certa. In fondo era a conoscenza del passato di Francesco e chissà quante volte si era scusato al posto suo con le tante week-girl.
«Non è solo per quello» tentò di riprendersi ed io rimasi sorpresa. Quando mi trovai nuovamente intrappolata in quel suo sguardo magnetico, non riuscii a focalizzare altro che le sue labbra sospese tra la luce e l’oscurità. La sua mano si avvolse attorno al mio polso ed io tremai inconsapevolmente.
«Sole» cominciò lui, quasi confessandosi, «non devi prendermi per uno sciocco, ma stamattina, dopo la nostra chiacchierata, mi si è risvegliato dentro qualcosa di davvero profondo e speciale. So che è infantile e sciocco, che ci conosciamo da nemmeno quattro giorni, tre dei quali passati appresso all’idea che mi ero fatto di Sara, ma tu mi hai aperto gli occhi e adesso so che devo innamorarmi di persone vere e non delle immagini stereotipate che si crea la mia mente».
«B-buon per te..» balbettai, comprendendo soltanto troppo tardi cosa volesse dire.
«Sole, non so come fartelo capire» continuò, passandomi il braccio attorno alla vita e avvicinandosi sempre di più.
Non riuscivo a distogliere lo sguardo da quegli occhi irresistibili e da quelle labbra che ormai avevano riempito tutto il mio campo visivo. Dovevo resistere.. non potevo lasciarmi andare una seconda volta, per giunta con il migliore amico di Francesco.
Con la mano sinistra mi scostò i capelli dal viso, accompagnandoli dietro l’orecchio, poi con il pollice mi accarezzo la guancia senza mai liberarmi dai suoi occhi. Era così diverso da Francesco, ma allo stesso tempo pericolosamente attraente. Sapevo di essere una sciocca a comportarmi in questo modo, ma mai prima di partire avrei pensato che tutto quello potesse capitare a me, che due dei ragazzi più belli che avessi mai visto potessero perdere tempo dietro ad una come me..
«Mi piaci tanto» soffiò sulle mie labbra, per poi chiudere gli occhi e umettarsi le sue.
Il mio intero corpo fu scosso dai brividi. Avrei potuto fermarlo, anzi, avrei dovuto, almeno il tempo sufficiente a capire cosa fosse successo a Francesco, ma non ci riuscii. La mia parte razionale diceva di alzarmi e fuggire via, di rinchiudermi nella mia camera e sparire fino all’indomani, ma il mio cuore stava per esplodermi nel petto, in un battito sordo e ritmico, mentre le mani di Giorgio, più delicate e più confortanti, mi facevano letteralmente cadere ai suoi piedi.
Gli piacevo. Io, Sole Gregori, la ragazza cicciottella della quinta B, quella che tutti avevano sempre preso in giro e che nessuno voleva mai vedere alle proprie feste.. quella Sole.. la stessa che ora veniva sballottata da due ragazzi che sembravano usciti dalla classifica di Vanity Fair sui dieci uomini più belli del mondo.
Quando le labbra di Giorgio incontrarono le mie, fui percorsa da brividi intensi in tutto il corpo, ma diversi da quelli che Francesco mi aveva provocato poco prima. I baci di Giorgio erano più delicati, più teneri, carichi di un sentimento inespresso per troppo tempo e di un bisogno d’amare e di essere amati, mentre con Francesco era stato puro bisogno fisico, passione dirompente e nient’altro. Ne ero conscia più di quanto mi sarei mai aspettata.
Con Francesco erano stati fuochi d’artificio, con Giorgio sarebbe stata una lunga passeggiata su una nuvola.
La sua mano si spostò dietro la mia nuca, per avvicinarmi meglio a lui, ed io, senza aspettare un suo segnale, dischiusi le labbra pronta ad accogliere tutto quello che mi avrebbe dato.
Non avrei dovuto comportarmi in quel modo, sapevo che era tutto maledettamente sbagliato, ma non avevo mai provato quel genere di sentimenti, proiettati nella mia testa contemporaneamente, come un’iniezione di adrenalina pura.
Passai un braccio attorno alle spalle di Giorgio, ormai in balia delle sue labbra e di quei suoi modi gentili che mi avrebbero fatta sciogliere come neve al sole. Tutto il contrario di ciò che avevo provato con Francesco, ma se mi avessero chiesto di scegliere, in quel preciso istante, non avrei saputo davvero cosa rispondere.



La zip del suo tubino nero fece un lento rumore sordo, scendendo in basso e facendomi penare per il tempo in cui impiegavo a liberarla da quel fastidioso indumento. Nel frattempo la mangiavo di baci, aggredendo le sue labbra, mordendole, suggendole fin quasi a farle sanguinare mentre i suoi mugolii riempivano le mie orecchie con la dolce musica della passione.
Lentamente le posai le mani sulle spalle, facendo scivolare le spalline del vestito lungo le sue braccia caramellate, mentre lei posò il viso sul mio petto, libero dalla camicia troppo opprimente, e cominciava a dispensarmi timidi baci a fior di pelle. Sorrisi ai suoi timidi tentativi di sedurmi, ma non potei fare a meno di sentirmi oltremodo eccitato da quei suoi gesti impacciati e da quelle sue prime esperienze.
Il tubino si arricciò ai suoi piedi, mentre la luce della luna le irradiava tutto il corpo, coperto solamente dall’intimo. Era come me la ricordavo, quando l’avevo spiata in costume, mentre si cambiava l’abito che Sara le aveva sporcato.
La mia Sole era così morbida, così ben fatta, e le sue forme erano talmente ben distribuite che per poco gli occhi non mi scappavano via dalle orbite. La fermai un attimo per guardarla meglio, perché non mi sarei mai perso per niente al mondo quello spettacolo.
Il suo viso completamente arrossato, quelle sue labbra gonfie e quegli occhi languidi per poco non m’indussero a comportarmi come un animale, seguendo soltanto l’istinto, ma cercai di non rovinare quel momento.. almeno non per la seconda volta.
Non ti sembra strano?
Il sospetto fu confermato quando la timida Sole che ricordavo mi si avvicinò con uno sguardo pieno di malizia negli occhi, posando le sue piccole mani sul mio petto e scendere sempre più in basso fino ad impossessarsi della cintura dei miei pantaloni.
L’imponenza di Walter si sarebbe notata anche dal satellite in orbita su Plutone, ma non potei fare a meno di rabbrividire quando Sole cominciò a sbottonare la patta e a tirare la zip. Quella lenta frizione non fece altro che peggiorare la mia già precaria situazione, per non parlare della voglia matta di lei che si era risvegliata anche nell’angolino più nascosto del mio lato virile. Stavo impazzendo ed era ufficiale.
A quel punto le sue dita temporeggiarono attorno al bordo dei boxer, giocando con l’elastico e facendomi deglutire a vuoto. Quella non era la Sole che conoscevo, ma, dannazione, con qualche seduta dal suo Francesco, ero sicuro di farle raggiungere una laurea con lode in materia di seduzione!
Di punto in bianco, quando pensavo che quel gioco si sarebbe protratto per le lunghe, Sole tirò giù tutto con decisione, lasciandomi in balia del suo sguardo indagatore. Quei pozzi di petrolio che erano i suoi occhi, ora ardevano di passione mentre le sue guance arrossate e il suo respiro caldo, proprio in quella zona, mi fecero rizzare i capelli sulla nuca.
Mi sentivo osservato, studiato, assaporato, ma non potevo che essere fiero di vederla così assorta nel contemplare una parte di me.
Dischiuse lentamente la bocca e s’inumidì le labbra, finendo poi col mordersi quello inferiore facendomi tremare. L’avrebbe fatto davvero?
Ero come sospeso nel baratro della perdizione e pensavo profondamente di essere l’uomo più fortunato della terra. Sole aveva scelto me ed io non mi sentivo in colpa per Giorgio, anzi, non mi sentivo in colpa per nessuno.
Prima di avvolgermi con le sue morbide labbra, mi fissò e disse qualcosa.. qualcosa che mi fece davvero rabbrividire..
«Ehi, campione, dove sei sparito ieri sera?».
Deglutii a fatica e non per la frase in sé, che poteva anche sembrare sensata se fosse stata esclusa dal contesto, ma per il tono di voce con cui l’aveva pronunciata. Lo stesso di Stefano.

Mi svegliai di soprassalto, sudato come un maiale e in piena crisi cardiaca. Con la mano mi stropicciai gli occhi e riconobbi immediatamente i contorni confusi e sfocati della mia stanza d’albergo. In fondo al letto, con un sorriso sornione da gatto soriano, c’era Stefano.
«Allora?» mi domandò, mentre lo guardavo sempre più confuso.
«Cosa?» sbraitai, con la bocca ancora impastata dal sonno.
Avevo il cuore che mi batteva a mille, mentre il mio cervello aveva completamente svalvolato. Sentivo la gola secca, lo stomaco sottosopra e avevo un Walter duro ed enorme in mezzo alle gambe. Non mi capitava di svegliarmi con un’erezione del genere da quando avevo quindici anni, dannazione, e non avevo fatto un sogno erotico così reale da secoli.
«Dove. Cazzo. Sei. Sparito. Ieri. Sera?» scandì bene Stefano, prendendomi per il culo.
Sbuffai e cercai in tutti i modi di riprendermi, in modo che il mio amico non riuscisse a notare il motivo del mio imbarazzo mattutino. Come diavolo mi era venuto in mente di fare un sogno del genere? Grazie mille, subconscio del cazzo..
«Ehi, amico, sei fradicio come le mutande di mio nonno!» esclamò Stefano, delicato come una pentola a pressione. «Che stai male?».
Sì, stavo male dannazione! Mi sentivo confuso, impacciato, dannatamente impedito.. tutte cose che non avevo mai provato in tutta la mia vita.
«Ma che, per caso, Moby ti ha attaccato qualche malattia sconosciuta quando vi siete infrattati?» chiese lui, preoccupato.
«Non ci siamo infrattati!» risposi perentorio. Nessuno avrebbe dovuto sapere che avevo infranto la promessa fatta a Giorgio e che stavo quasi per fare.. oddio.. non volevo pensarci.
Mi ero lasciato guidare dall’istinto e da quelle strane sensazioni che soltanto Sole riusciva a trasmettermi, ma il mio corpo aveva cominciato a fare di testa sua e le mie dita avevano raggiunto la zip del suo sensualissimo tubino nero.
Fermati!
Ciò che mi aveva urlato in faccia, con quegli occhi terrorizzati che mai le avevo visto in volto, mi avevano fatto tornare in me e avevo capito a cosa sarei andato in contro. Sapevo che dentro di me sarebbe cresciuto qualcosa di sbagliato, in fondo io avevo il suo stesso sangue..
«Se lo dici tu..» rispose poco convinto.
A quel punto avrei voluto che sparisse e che mi lasciasse solo a maledirmi con i miei comportamenti impulsivi che avrebbero distrutto tutto ciò che ancora mi teneva attaccato alla realtà. Mi guardai intorno e notai che l’altro letto presente nella stanza era completamente fatto, senza una minima piega del lenzuolo.
«Ma Giorgio?» domandai curioso, chiedendomi dove avesse potuto passare la notte.
Stefano tirò fuori un sorriso che gli partì da un orecchio e gli arrivò all’altro, mentre nei suoi occhi cominciò a dipingersi un’aria davvero malefica.
«Tu lo vedi?» mi chiese enigmatico.
Ovviamente no, altrimenti che te l’avrei chiesto a fare, dannato imbecille?
«Uhm.. no».
Stefano si alzò in piedi e cominciò a camminare in circolo, con le mani dietro la schiena. «Credo che Moby, invece di essere arpionata da noi, sta prendendo all’amo sempre più ragazzi del nostro gruppo.. non pensi?».
Ma parla come mangi, figlio mio!
Che cazzo c’entrava quella metafora sulla pesca e perché non voleva dirmi dov’era Giorgio? Che avesse saputo tutto? Oddio, ero rovinato!
«Sputa il rospo e falla finita di dire cazzate» ringhiai stufo.
Ero irritato per l’appuntamento-fiasco, confuso da tutto quello che il mio cervello onirico cercava di inculcarmi, ed ora ci mancava anche il mio amico babbeo a completare quel quadretto.
«Stamattina, mentre uscivo dalla camera di Glenda» cominciò ed io lo fissai in cagnesco.
E adesso chi era Glenda?
«È straniera, sai, un vero spasso!» continuò, ignorandomi del tutto. «Sa fare certe cose..».
«Vuoi arrivare al punto!» sbraitai, visto che non me ne fregava nulla delle porcherie che aveva fatto quella notte.
«Calma, tigre!» ridacchiò. «Non pensavo ti stesse così a cuore la tua Moby».
«Infatti, non è come pensi» mi calmai, dicendo a me stesso di non essere così dannatamente impulsivo.
Lui mi guardò sospettoso, ma diede poco peso ai miei strambi comportamenti ormonali.
«Insomma, mentre lasciavo la migliore scopata della mia vita, ho visto che il nostro caro Giorgio, quello moralista che ci accusava sempre di essere troppo attaccati al sesso e alle varie cose derivanti, che usciva di soppiatto dalla camera di Moby con l’aria di chi l’ha fatta grossa» disse soddisfatto. «Oddio, ci vuole il coraggio suo per stare con un cesso come quello..».
«Falla finita!» ringhiai brusco, forse esagerando.
Stefano mi guardò con maggior sospetto, non sapendo se prendere quel mio sfogo come uno scherzo o come qualcosa di preoccupante.
«Sei sicuro di sentirti bene, Fra?» mi domandò ancora.
«Sì, lasciami solo però.. ho bisogno di schiarirmi le idee» bofonchiai, sprofondando la testa nel cuscino.
Stefano non indagò oltre, anche se sembrava parecchio sorpreso da quel mio comportamento. E chi non lo sarebbe stato? Perfino io pensavo di rasentare la pazzia..
Chiunque mi avesse visto in quel momento, avrebbe pensato che quello sfigato sul letto non poteva essere Francesco Russo. E invece sì, ero io.. il più patetico essere vivente sulla faccia della terra, quello che aveva cominciato tutto per una scommessa e aveva finito per rimanere invischiato in una storia più complicata della vita di Blair Waldorf.
Chissà cos’è successo ieri sera quando te la sei svignata..
Grazie tante, me lo sto chiedendo anch’io.
Magari Sole ha trovato veramente qualcuno che tenga a lei e con cui voglia condividere tutto.. anche la sua prima volta..
Falla finita, coscienza del cazzo..
Stavo cominciando a rodermi l’animo da solo e se avessi continuato a rimuginare lì nel letto, ero sicuro che mi avrebbero dovuto ricoverare. Dio! Ma come riuscivano le persone normali a convivere con un peso del genere sul petto?
L’amore fa male, dannazione..
Amore?
Oddio.. cosa cavolo stavo pensando? Sicuramente c’era uno sbaglio ed io ero troppo confuso per riuscire a pensare lucidamente. Il caldo, quello che era successo la sera precedente, il sogno di questa notte.. sì, ero troppo confuso..
Mi alzai con decisione e feci una veloce doccia fredda, giusto per smorzare l’allegria di Walter, poi indossai il costume e mi precipitai in spiaggia, più che convinto di dover fare quattro chiacchiere con il mio ‘presunto’ migliore amico.


Eccomi qua! Che faticaccia scrivere questo capitolozzo, non tanto per la lunghezza, perché è un po' striminzito, ma per la parte iniziale... E insomma Sole e Giorgio... *fischietta* si sono sbaciucchiati e chissà quali altre zozzerie hanno fatto??? BOH! Il povero Francy si sta rodendo l'anima, diviso fra il suo cervello che gli dice di pensare a Sole solo come un misero pezzo di carne, e il suo cuore (o Walter) che gli suggerisce ben altro... poveretto, non lo invidio proprio!
Ringrazio, come sempre, tutte le persone che seguono la mia storia e, ahimé, non ce l'abbiamo fatta ad arrivare a 10 recensioni ç.ç però ci manteniamo costanti!!! (I love u)
Ringrazio tutte le new entry (sempre ben accette le nuove 'adepte') e le veterane, ma soprattutto ringrazio Manu (puzzolotta mia!) che assiste sempre i miei crolli nervosi e la mia povera testa ormai totalmente deviata -> ti lovvo troppo!!! >.< cosa farei senza di te???
Thanks anche le 40 persone che seguono la mia storia, e le 45 che l'hanno recensita fino ad adesso... e le 580 visite che ha ricevuto il primo chappy.. vi amo!

Piccolo regalino:
                   George                                                                                       Giorgio e Sole
               
Kiss Kiss
_Marty_
   
 
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