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Autore: alessia21685    22/05/2011    6 recensioni
Cosa fareste se vi innamoraste perdutamente del vostro peggiore nemico?
Se sapeste che per salvare il futuro del mondo e delle persone a voi più care dovrete uccidere la vostra unica ragione di vita?
Quando l'amore e la passione sono così forti da strapparti l'anima, anche il bene e il male si mescolano, al punto da non riuscire più a discernere l'uno dall'altro.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Tom O. Riddle
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Ciao ragazzuole!!

Grazie davvero per i commenti dell'ultimo capitolo! Mi avete davvero sollevato il morale!!

Spero che vi piaccia anche il prossimo! Un bacione e un grazie megagalattico a tutte!!

Cap-10 : Il diario

La pallida luce dell’alba filtrò attraverso il vetro impolverato della finestra  illuminando la corsia dell’infermieria,  silenziosa come una tomba a quell’ora del mattino.

Hermione non aveva dormito, non era riuscita a chiudere occhio neanche un secondo.

La sedia di legno su cui si era raggomitolata era tremendamente scomoda,ma non era quello il motivo per il quale non riusciva a trovare pace.

Si sentiva da schifo, come se un troll le avesse strappato il cuore dal petto e lo avesse preso a randellate ,per poi restituirglielo ammaccato e dolorante, tuttavia non abbastanza malridotto da evitare di battere come un ritmo frenetico ogni volta che i suoi pensieri vagavano alle ore precedenti.

Non credeva fosse possibile provare allo stesso tempo emozioni e sentimenti tanto contrastanti.

Odio, tenerezza, paura, desiderio, disprezzo per sé stessi, gioia, rimorso.

Cosa diavolo le era saltato in mente? Baciare Voldemort… la sola idea le rivoltava lo stomaco.

Ma baciare Tom Riddle…

Hermione sentì una vampata di calore bruciarle il viso.

Era stato come mangiare di nascosto una dose spropositata di gelato al cioccolato. Sapeva che era sbagliato, che le avrebbe fatto male, che non avrebbe dovuto farlo…ma nonostante questo non era riuscita a fermarsi.

Ed era stato incredibile… come un viaggio sulle montagne russe.

In quell’istante si udì un gemito provenire dal letto davanti a lei, e  una morsa di angoscia e senso di colpa le schiacciò il petto.  Tom giaceva inerte, il volto bianco come il lenzuolo in cui era avvolto, i capelli corvini gli si incollavano al viso bagnati di sudore e incrostati di fango.

Dio solo sapeva se si sarebbe ripreso. E lei se ne stava lì a pensare ai suoi baci!

Con un nodo di apprensione alla gola si sporse verso di lui e gli spostò una ciocca di capelli dalla fronte sudata.

L’infermiera, la signora Humbert, gli aveva somministrato un antidoto potente contro la maggior parte dei veleni di avvincini e mostri acquatici, ma non sapendo con esattezza la razza che l’aveva attaccato, c’era comunque il rischio che non funzionasse.

-Ti prego, fa che sopravviva- ripeteva allarmata una vocina nel suo cuore, eppure non riusciva a pronunciare a voce alta quelle parole. Se solo Silente l’avesse vista adesso…

Doveva uccidere Voldemort , e invece eccola lì a pregare perché vivesse.

Un breve movimento del corpo di Tom la fece sobbalzare, e il suo respiro accelerò.

Le sue ciglia scure tremarono, e pian piano si schiusero scoprendo due occhi liquidi, di un verde stranamente chiaro e calmo.

Lei tremò, il cuore le palpitava in gola come se stesse cercando di uscire dalla sua bocca.

Non l’aveva mai visto così, l' espressione di smarrimento sul suo viso lo rendeva così simile a un bambino indifeso  che Hermione pensò per un attimo che ci fosse stato uno scambio di persona. Non poteva essere il futuro Signore Oscuro, che la guardava in quel modo attraverso le ciglia socchiuse.

“Her…mione…” sussurrò, muovendo le sue labbra in un modo così dolce, come se stesse baciando ogni lettera del suo nome mentre usciva dalla sua bocca,che Hermione arrossì.

Poi una smorfia di dolore gli fece strizzare gli occhi e lei si piegò subito su di lui in panico.

“Tom!” Esclamò terrorizzata accarezzandogli il viso.

Lui al suo tocco si ritrasse, e questo le fece sprofondare il cuore nel petto.

“Sto bene.” Sibilò.

Il suo sguardo ritornò duro, come se avesse di nuovo indossato la sua solita maschera di gelida indifferenza, e lei fece automaticamente un passo indietro.

“Sei stato ferito Tom. Quell’avvincino…”

“come sono finito qui?” domandò lui a fatica,guardandosi intorno.

“Ho dovuto chiamare il guardiacaccia perché ti portasse in infermeria, la signora Humbert ti ha somministrato un antidoto al veleno,ma ha detto che ti avrebbe messo fuori combattimento per un po’…”

Lui annuì, e guardò attentamente Hermione.

L'intimità del suo sguardo la sconvolse, i suoi occhi danzavano senza fretta sul suo corpo, come se  stesse cercando di leggerle dentro l'anima e la stesse spogliando contemporaneamente . A quello stupido pensiero si sentì andare a fuoco, e voltò il viso dall’altra parte, spaventata che lui vedesse quanto era avvampata.

“Sei rimasta qui tutta la notte?” mormorò con voce roca.

“Si.” Rispose lei studiando le mattonelle del pavimento.

“Non avresti dovuto.”

Le sue parole aleggiarono per un po’ nell’aria immobile della stanza deserta.

Hermione alzò lo sguardo verso di lui. 

"Cosa vuoi dire?" domandò osservando il volto di lui indurirsi.

“Forse è meglio che tu te ne vada.” 

Il tono gelido della sua voce  la fece raggelare, ma ancor di più lo sguardo di lui, apatico, fisso verso il nulla.

Hermione non disse nulla,si alzò, e si avviò fuori dalla stanza, la vista appannata dalle lacrime.

Mentre si avviava correndo verso il suo dormitorio non riusciva a smettere di rimproverarsi.

-Stupida,stupida, stupida…-

C’era cascata. Era come tutte le altre, si era stupidamente innamorata di quello stupido ragazzo così schifosamente bello e seducente e…

-Dio quanto lo odio!-

Entrò nel dormitorio e affondò il viso nel cuscino per soffocare i singhiozzi e le lacrime.

Dopo un buon quarto d’ora di pianto finalmente, il respiro divenne regolare, e si addormentò.

 

Non sapeva per quanto avesse dormito. Un ora? Cinque? Ma quando si svegliò il dormitorio era vuoto.

Oddio! Non si era svegliata in tempo per le lezioni! 

Eppure dopo un iniziale momento di sconcerto, il pensiero non la preoccupò più di tanto.

Aveva bigiato le prime ore? Chissenefrega. Tanto sapeva già tutto il programma che  avrebbero affrontato per il resto dell’anno.

E poi sicuramente non si sarebbe concentrata quella mattina, non con Tom che entrava e usciva dai suoi pensieri, un attimo prima dolce e ferito, l’attimo dopo crudele e di ghiaccio.

Chissà qual’era il vero Tom. Forse non esisteva affatto il Tom dolce e ferito, forse se l’era solo immaginato.

Si alzò dal letto e dopo essersi lavata e cambiata frugò nella cartella alla ricerca del libro di Rune Antiche. Ripassare forse le avrebbe tolto dalla testa ogni pensiero collegato alla sera prima.

Ma mentre scorreva con le dita i vari libri e i rotoli di pergamena, le cadde lo sguardo su un quaderno nero, che non aveva mai visto.

-E questo da dove spunta?-

Lo tirò fuori e guardò la copertina di cuoio scuro e rovinato.

Per poco non le venne un colpo.

Sulla copertina  spiccavano delle lettere dorate in stampatello, in parte scolorite dall’uso.

TOM MARVOLO RIDDLE.

-Per la barba di Merlino! È una persecuzione questa!-

Un flash la riportò indietro nel tempo, al suo primo giorno di scuola, quando si era scontrata con Riddle nel corridoio e entrambi avevano rovesciato a terra i libri e le pergamene. Sicuramente era stato allora che aveva preso per sbaglio il quaderno e lo aveva infilato in cartella.

Per un breve,lungo momento rimase basita, immobile e indecisa se buttare il quaderno nel fuoco.

Ma poi un’orribile consapevolezza la investì, togliendole il fiato.

Sapeva cos’era quel quaderno.

-Il diario di Tom Riddle- sussurrò con voce strozzata.

Così era quello il diario di Riddle, quello che avrebbe un giorno portato Ginny a venire posseduta da Voldemort… il diario che si era poi rivelato essere un Horcrux.

Emise un grido e dalla paura il diario le cadde dalle sue mani, precipitando sul pavimento, e si aprì.

Hermione trattenne il respiro, quasi aspettandosi di udire un grido mostruoso o di vedere il pallido volto senza naso di Voldemort emergere dalle pagine ingiallite.

Ma non accadde nulla.

-Se non ha ancora ucciso nessuno non può essere un Horcrux…- pensò cercando di controllare il ritmo del suo respiro.

Lo raccolse da terra tremante e lo osservò cautamente. Sembrava un normalissimo diario.

Senza pensarci due volte, Hermione estrasse la sua bacchetta. Doveva sapere.

“Specialis Revelio!”

Soffocando un grido, Hermione vide le pagine illuminarsi d’oro come se stessero prendendo fuoco.

Lentamente  il bagliore si smorzò, e si iniziarono a distinguere piccole parole infuocate, tracciate in un'infantile scrittura corsiva, che si imprimevano sulle pagine diventando normali lettere di inchiostro.

Hermione lesse la prima pagina.


26 dicembre 1934

 

Non ho mai avuto un diario,e non so come dovrei incominciare.

Forse con “caro diario”. Ma non ho mai chiamato nessuno “caro”. Tutti mi odiano.

Cosa devi sapere di me?

Ho otto anni, sono un orfano e mi chiamo Tom Marvolo Riddle.

Tom Riddle era il nome di mio padre.

 Gli altri bambini dicono che sono un bastardo,che mio padre ha messo incinta quella baldracca di mia madre e che poi l’ha abbandonata in mezzo alla strada.

Mia madre è morta mettendomi alla luce. Forse è stata colpa mia.Forse sono stato io a ucciderla.

Forse è per questo che mio padre, pur essendo vivo e sapendo che sono rinchiuso in questo buco,non è mai venuto a prendermi.

Le educatrici dicono che non mi viene a prendere perché sono cattivo, e che nessun genitore mi adotterà mai.

A volte vorrei non essere mai nato.

Hermione  deglutì e lesse le prime pagine del diario tutte d’un fiato,finchè le lacrime le annebbiarono la vista.

Senza riuscire a finire chiuse il diario e se lo strinse al petto.

“Oh mio Dio.”

  
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