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Autore: Eklypse    22/05/2011    4 recensioni
Fra Sara Ghirardi e Michele Rizzardi non scorreva buon sangue.
Che lui fosse bello e gettonato, non ci sono stati dubbi, fin dall’inizio della storia, ma se vi aspettate “lei” come una giovane fanciulla timida e indifesa, allora vi sbagliate di grosso.
Perché lei era tutto ciò che Michele era, in versione femminile ovviamente

ULTIMO CAPITOLO PUBBLICATO, anni e anni dopo...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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CAPITOLO VENTIDUESIMO _

Si mescolano le carte…

 

Il capitolo è breve e frettoloso, ma il prossimo, credo per nulla. Inoltre penso di scrivere il ventitreesimo capitolo interamente dal punto di vista del narratore-

 

Perdonatemi per il ritardo… e leggete l’angolino in fondo, Grazie di cuore!

 

SARA POV

 

La vista di Simone, sorridente, alla fermata dell’autobus, mi provoca un duro attacco di “Intenerimento acuto”, che raggiunge il suo apice quando mi scaravento fra le sue braccia, stritolandolo.

Certo, è il doppio di me in larghezza e altezza, ed è più lui ha spaccarmi le costole, ma sono dettagli. Il concetto è che ci abbracciamo a lungo, come se fossero anni che non ci vediamo.

Mi è mancato un sacco e visti gli sviluppi della mia relazione con Rizzardi, non potergli raccontare tutto subito, mi ha messo a dura prova.

Certe cose non si possono dire per telefono, dopotutto.

-Come stai piccola? – domanda con sguardo dolce, espressione che riserva solo a me.

Sono gelosa di Simone, ma ancora non ha incontrato sulla sua strada una ragazza che gli facesse battere il cuore. Per mia grande gioia, è ancora tutto mio.

-Sono stanca- affermo sporgendo il labbro inferiore in un tenero broncio – e domani dobbiamo già tornare a scuola!

-Sei stata in vacanza cinque giorni!- protesta. Lui quest’anno non andrà in gita, perché i suoi professori hanno scelto di non portare nessuna classe del Copernico in viaggio di istruzione, in segno di protesta contro le recenti controriforme.

-Guarda che ho faticato tutti i giorni- ribatto, anche se la mia tesi non regge molto…

-Ceerto, la tua lingua ha certamente fatto parecchio esercizio.

Mi separo da lui e punto lo sguardo nei suoi occhi.

Ho capito subito a cosa si riferisce, ma io non gli ho mai detto niente.

Ho accennato a un bacio con Rizzardi, ma nulla di più.

-Cosa intendi dire?

Simone si morde impercettibilmente un labbro e continua a sorridermi.

-Indovina!- esclama ironico, alzando lo sguardo al cielo – Mi riferisco a te e Rizzardi, ovviamente. Ormai mi sono rassegnato, a voi due…

Alzo le sopracciglia, scettica.

-Ma come sai che c’è stato uno sviluppo fra noi?- insisto.

-Sara!- quasi si mette a urlare e una vecchina accanto a noi sobbalza accigliata, rischiando un attacco di cuore – E’ ovvio, che sarebbe andato avanti… in quel senso!

Ovvio?

-Hai ragione- confermo, ma dentro di me non ne sono così sicura – In effetti è così.

Dimentico tutte le mie preoccupazioni, perché ho troppa voglia di raccontargli tutto.

-Mi stai chiedendo scusa? Stai bene?- domanda stralunato, guardandomi sospetto.

Rifletto il suo sguardo stupito.

Ho davvero chiesto scusa?

L’ho fatto davvero?

-E’ colpa di Rizzardi- afferma con convinzione Simone, con un’espressione tanto simile a quella di Detective Conan quando trova la prova decisiva per incolpare l’assassino – ti manda il cervello in tilt…

Prima che io possa ribattere, mi passa amichevole un braccio attorno alle spalle, ammiccando.

-Dai, piccola, dimmi tutto.

-Tutto cosa?- chiedo con un tono da bambina dell’asilo.

Simone ghigna divertito e lo fermo prima che commenti con una frase poco consona al mio stato nobiliare.

-Ho capito, Simo. Troviamo un posto al caldo, la primavera non accenna ad arrivare.

 

-Quindi niente sesso.

Una ragazzina di circa quattordici anni alza di scatto il viso dal suo bicchiere di Coca Cola e lo punta sulla schiena di Simone.

Subito si china verso la sua amica, sussurrandole qualcosa di estremamente trasgressivo, per loro: il sesso.

Stupide ragazzine.

E poi cosa sono quelli sguardi languidi rivolti a Simone?

-No- confermo, trattenendomi dallo scatenare una scenata di gelosia.

Ma andiamo… si sono viste? Con i capelli tinti, il trucco troppo pesante e le magliette più strette di loro?

Come credono di competere con me?

-Chi guardi?

Simone segue il mio sguardo, provocando un attacco di ridarella alle due mocciosette.

-Esseri di minore intelligenza.

Simone scoppia a ridere di gusto.

-Oh, povera la nostra regina che deve confrontarsi con umili persone…- ribatte con una voce in falsetto – come posso ringraziarla, visto che mi permette di parlare con lei?

Gli lancio un’occhiata di fuoco, sorseggiando il mio pirlo.

-Idiota.

Continua a ridacchiare come un cretino, ma mantiene un minimo di contegno.

-Stavamo dicendo?- domanda prendendo un lungo sospiro.

Lo guardo con aria di sufficienza, ma ormai sa leggere i miei reali sentimenti dietro la maschera da gran donna e non ottengo nemmeno il risultato di metterlo in soggezione.

-Ah già- si risponde da solo – della tua situazione sessuale. Da quanto sei in astinenza?

-Simone!- lo rimprovero – Non sono una ninfomane, non tengo il conto dei giorni trascorsi dalla scorsa performance!

Ancora una volta ride di gusto, tutto felice di aver detto una cazzata, tanto per cambiare.

-Scusa piccola, mi diverto.

-Tu staresti bene con Anna- commento – ogni tanto esce con frasi sconnesse a doppio senso, degne di un bambino di undici anni.

Me ne rendo conto tardi, ma ha storto le labbra al nome della mia migliore amica.

Possibile che la odi così tanto? Invidia? Gelosia? Semplice antipatia?

Non l’ho mai capito e ultimamente mi pesa molto avere due migliori amici che non si parlano neanche.

-Già…

Sbaglio o ha solo sospirato lievemente, senza trucidarmi?

-Stai bene?- è il mio turno di domandare.

Annuisce solo con un sorrisone.

-La stanchezza mi impedisce di rispondere a tono.

Lo osservo attentamente e lui ricambia lo sguardo, per nulla assoggettato.

-Faccio finta di crederci?

-E’ la verità, non vedere misteri in tutto, piccola.

Appoggio il viso sulle braccia incrociate sul tavolino trasparente.

-Fra poco devo andare…- bisbiglio scrutando le tenebre al di fuori del piccolo bar. A casa mi aspettano per cena e i gemelli so già che mi salteranno addosso, prengandomi di giocare con loro…

-Ti accompagno?

-Sei in moto?

-Sì

Annuisco impercettibilmente. Facciamo per alzarci, ma Simone mi ferma, sfiorandomi la spalla, leggero.

-Lo sai vero, che per qualsiasi cosa… io e Anna ci saremo sempre? Anche quando finalmente ti lascerai andare con Rizzardi.

Sento un nodo allo stomaco, probabilmente dettato dalla commozione che sto provando.

Io, Anna e nemmeno Simone, diciamo spesso frasi simili e se lo facciamo, è perché ci crediamo davvero.

Lo abbraccio stretto, ignorando le occhiate – giustamente- invidiose delle due ragazzine di poco fa.

Non un ringraziamento esce dalle mie labbra, ma Simone capisce ugualmente.

-Offri tu, non è così?

 

NARRATORE POV

 

Simone lascia cadere le chiavi di casa nel piattino di ceramica posto sul cassettone vicino all’ingresso.

È solo, i suoi si sono concessi tre giorni di vacanza per festeggiare i venticinque anni di matrimonio.

A passo svelto si dirige verso la camera, senza accendere nessuna luce e rischiando di rompersi l’osso del collo inciampando nel tappeto.

Le 19.00.

E’ quasi certo che Anna sarà connessa.

Tamburella con le dita sul piano della scrivania, mentre il computer si accende lentamente.

Deve assolutamente ricordare ai suoi genitori di comprarne uno nuovo…

Facebook si apre dopo un paio di imprecazioni da parte del ragazzo, ma rimane soddisfatto nel vedere il nome di Anna nella chat con un pallino verde accanto.

Ci pensa pochi secondi, poi clicca sulla sua foto e si apre la schermata della conversazione, bianca, ma tra poco sarà drappeggiata da righe sottili.

 

-Ciao!

 

-Ciao Simo! ^^

 

-Mi sono quasi fatto beccare da Sara che mi avevi già raccontato tutto, ma credo di essere riuscito a distrarla.

 

-Ci farai scoprire, cavolo. Ricorda: NON DEVE SOSPETTARE NIENTE!

 

-Me lo ripeti cinquanta volte al giorno! E poi per me è una cazzata, lasciali nel loro brodo a crogiolare ben bene…

 

-Sei matto? Quei due ispirano sesso violento solo a guardarli, è nostro DOVERE  fare qualcosa!

 

-Tu sei matta lo sai?

 

-Anch’io ti voglio bene! <3

 

 

-Ma da quando poi? Tu mi odi, ricordalo! D:

-Cavolo, hai ragione! Come ho potuto tradirmi così? Ti detesto, stronzo.

 

-Troia

 

-Non direi D:

 

-Situazione sentimentale sempre uguale?

 

-Già…

 

Simone sfoggia un sorriso allo schermo.

Situazione sentimentale di Anna : nulla. Questo gli piace.

 

 

MICHELE POV

 

-Michele, staccati da quel telefono- Alice, quella sottospecie di oca, che poi è mia sorella, mi fissa incavolata per poi riservare la stessa occhiataccia anche a Riccardo.

In effetti la situazione potrebbe risultare comica: due ragazzi, alias io e Riccardo, appiccicati alla cornetta del telefono come due vecchie zitelle.

Ma ci sono news troppo succose.

Ho appena parlato come una bimba minchia? Sto davvero parlando come…?

Che umiliazione.

Schiocco la lingua infastidito, ma Riccardo mi ammonisce con lo sguardo, pronto ad uccidere ad un’altra interruzione.

Ignoriamo bellamente le lamentele di Alice che rivendica il telefono per sé, concentrandoci sulla voce di mio cugino Edoardo.

-Ripeti- ordino, strattonando la cornetta verso di me, ma Riccardo la tiene ben salda fra le mani e sono costretto a condividerla con lui, rischiando di non capire ciò che ci sta comunicando Edo.

-Ve l’ho appena detto: Sabato, Celeste Milgazzi ha organizzato una festa in maschera in casa sua. E ci sarà mezza Brescia.

-Ma dove abita?- chiede Riccardo, impedendomi di rispondere per primo.

-In Panoramica (*), ha una casa enorme e i suoi non ci sono. È tutta per noi.

-In quanti saremo?- mi informo subito. Adoro le feste gremite di gente, sono quelle in cui mi applico maggiormente per fare il coglione.

-Tanti, ti ho già detto. Celeste non conosce moltissima gente, ma gli imbucati saranno moltissimi. Voi venite sicuramente no?

-Ovvio!- rispondo per entrambi, ma Riccardo non sembra dello stesso avviso.

-Edo- esordisce – che significa “festa in maschera”?

-Chi ha parlato di festa in maschera?- sbotto guardandolo come se fosse un alieno e lo vedo alzare gli occhi al cielo.

-Tuo cugino, cretino, l’ha detto per due volte nemmeno un minuto fa.

Questa volta riesco ad appropriarmi del telefono.

-FESTA IN CHE??

Riccardo mi fa segno di abbassare la voce e Edoardo mi fa sapere, gentilmente, che gli ho appena spaccato un timpano.

-In maschera, Michele, in maschera!

-E che vuol dire?

Ditemi che è solo un arricchimento di vocaboli al termine “festa” e che non implica…

-Bisogna travestirsi.

NO! No, no, no una festa stile telefilm NO!

-Non veniamo.

Edoardo trattiene una risata.

-Verrai, e ci verrai travestito.

-E scommetto che mi obbligherai tu ve…

-Ci sarà anche Sara Ghirardi.

Io ADORO le feste a tema.

 

-Che cosa ne dici di questo?

Osservo Riccardo con una smorfia schifata sul viso.

-Scordatelo.

-Non è così male…

-Riccà! Non mi travestirò da gay.- affermo. Non che abbia nulla in contrario ai gay, ma io dico, come diamine fanno a non svenire dietro a una bella ragazza?

-Non è da gay, Michele- sospira Riccardo – è da principe. Pronto? PRINCIPE! Alle ragazze piace.

-Non alla mia.

Mi rendo conto di ciò che ho detto solo grazie allo sguardo malizioso di Riccardo.

-La TUA ragazza?- domanda sfoggiando un sorriso che sottintende molte cose.

Ignorare il nemico. È sempre l’arma migliore. Coscienziosamente, mi volto dal lato opposto, dirigendomi verso alcuni abiti rossi sgargianti.

Esattamente. Proprio così.

IO sono in un negozio di costumi. Io.

Cosa si non fa per conquistare una ragazza? Quella ragazza?

-E allora cosa indossi!?- esclama Riccardo esasperato.

-Se lo sapessi- ribatto ironico – non sarei in questo posto, non credi? Piuttosto, tu da cosa ti travesti?

-Mi travesto da hamburger- borbotta Riccardo fra i denti.

Lo guardo di traverso, so che suona strano, ma io sono convinto che potrebbe anche farlo. Sul serio.

-Non saresti molto virile- commento perdendomi fra i meandri del negozio.

-Parla per te…

Riccardo mi segue lanciando occhiate fra lo schifato e il divertito a tutti i vestiti che ci circondano. Ce ne sono di tutti i tipi, avremmo solo l’imbarazzo della scelta, se fossimo semplici ragazzi. Ma noi siamo non siamo semplici adolescenti.

-Che ne dici di superman?- mi domanda allegro indicandomi un vestito polveroso rosso e blu.

-No, scusa, la calzamaglia non mi dona!- esclamo con un tono acuto e in falsetto.

-Ma cosa dici!- civetta lui mimando le parole con le mani – sono sicuro che saresti bellissimissimo!

Ridiamo come scemi, incuranti della commessa che ci guarda male e annoiata.

-Ma Ale e Fra come si vestono? Da pagliacci? – chiedo incuriosito.

-Non sono sicuro di volerlo sapere… - mormora Riccardo – ma penso che abbiano scelto un semplice mantello nero per tentare di spacciarsi per Dracula. Ma sotto al lenzuolo indosseranno jeans e maglietta.

-E non possiamo farlo anche noi?

Non ricevo risposta. Riccardo si è immobilizzato davanti a una serie di vestiti dai colori scuri. Sbircio al di sopra della sua spalla, scoprendo anche un paio di cappelli piumati.

-Ho detto niente costumi principeschi!- ribatto, ma Riccardo mi zittisce con una gomitata ben piantata nel mio stomaco.

-Non è da principe, idiota- sbotta, afferrando i vestiti.

Un solo attimo e sfoggio un sorriso storto. Questi costumi, sono semplicemente perfetti.

Ecco il travestimento perfetto per rubare il cuore a Sara Ghirardi.

-Tortuga? (**)

Riccardo sorride malandrino.

-Tortuga.

 

(*) E’ una via di Brescia, in collina, diciamo così, dove ci sono un sacco di villazze!

(**) spero che tutte voi conosciate la maledizione della prima Luna ;) e ho detto tutto!

 

 

Angolino personale.

 

Ho davvero finito questo capitolo? Sul serio?

Da quando è salvato incompleto fra i miei documenti?

Davvero troppo, troppo tempo.

Io e la scrittura abbiamo perso un’affinità che credevo fosse incrinabile. Non so cosa mi sta succedendo, ma è quasi un’estranea. Scrivo e nulla mi soddisfa, le parole risuonano vuote, anche dentro di me.

Mi sembra di essermi trovata a un bivio e che senza saperlo, il pilota automatico ha scelto una strada che mi allontana da quest’arte.

Non le cosa mi piaccia, anzi. Fin da quando ho sette anni voglio diventare scrittrice, o, perlomeno, scrivere per mio tornaconto. E invece è cambiato tutto.

Avevo progettato tutta la mia vita, ma il mio castello di carte è crollato lasciandomi vuota!

Cosa farò ora? avere un futuro nebuloso, anche se ho solo diciassette anni, mi manda davvero in crisi.

 

Mi rendo conto che è una scusa inutile, ma davvero, anche Sara e Michele mi sembrano lontani, in questo periodo. Perdonatemi, non so quando aggiornerò ancora, ma lo farò. Se volete mollare vi capisco! Se tenete duro, vi ringrazio per seguirmI!

 

E a voi che leggete, che abbiate recensito o no, COME STATE?

Il tempo è passato veloce, amate ancora la lettura, la scrittura? Come state? Fatemelo sapere!

 

Scusate i discorsi deprimenti, ma mi sento proprio così giù! Scusate!

GRAZIE SE LEGGETE QUESTA STORIA, SE SEGUITE ANCORA SARA E MICHELE NELLA LORO AVVENTURA <3

 

 

 

Rispondo a tutte voi che avete recensito l’ultimo capitolo, con un unico commento.

 

Innanzitutto, parlando del capitolo, ringrazio il fatto che vi sia piaciuto.

Tutte concordiamo, io per prima ;), che Riccardo e Anna sono sia diabolici che geniali xD

Descrivendo la scena con il “montanaro”, stavo ridendo dal ridere, anche se è un personaggio tipo, un vero e proprio stereotipo xD

So che questo è solo un capitolo di passaggio, ma posso assicurarvi che la storia sta volgendo al termine! Mancano solo due capitoli, se tutto va bene =)

L’epilogo sarete voi a decidere se ci sarà o no e per quanto riguarda un capitolo extra per il triangolo, forse ci sarà, o forse no! perché io adoro lasciare le storie un po’ in sospeso anche se so che i lettori lo odiano ( rimango sempre sadica eh!)

Spero che voi tutte leggiate anche questo capitolo, lo spero tanto.

UN ENORME GRAZIE E UN ABBRACCIO

 

Eklypse

   
 
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