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Autore: ElseW    23/05/2011    9 recensioni
Ci tengo a puntualizzare che io in questa storia avrò un ruolo ben diverso da quello della tipica ragazzina da salvare.
Solitamente infatti sono gli altri che vogliono essere salvati da me.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Shadow
Capitolo 5:
Alvin, Simon, Theodore... e Dorian
 
-
 
Sono rinchiuso qua dentro da due - settimane.
Due settimane in cui Ombra non ha fatto altro che apparire per qualche minuto e sparire per il resto della giornata. Brayden ha provato a farmi compagnia, ma per qualche motivo, pur avendo cresciuto Ombra, mi è sembrato totalmente incapace di intrattenere un giovane.
Sì, ok, ho diciannove anni, ma sono pur sempre un ragazzo! Tra l’altro sono sempre stato un tipo piuttosto attivo e stare due settimane in compagnia di uno sconosciuto poco incline al divertimento e di una ragazza praticamente assente non mi ha aiutato certo a tenere alto il morale.
Scorro con pigrizia i canali della televisione fino a fermarmi sul telegiornale.
Il giorno dopo la mia fuga al telegiornale era stato mandato in onda il video, abilmente tagliato.
In pratica ero finito per dire, chissà come, che preferivo passare per disertore e traditore che diventare soldato e lavorare per il conseguimento della giustizia.
L’esatto opposto di quello che avevo detto, insomma.
Furioso scanso subito il telegiornale e mi fermo sul canale dei cartoni. Patetico, lo so.
È pomeriggio e stanno mandando in onda un cartone molto vecchio chiamato 'The Chipmunk Adventure', dove sei scoiattoli - tre maschi e tre femmine - vengono convinti con l’inganno a fare il giro del mondo in mongolfiera e nel frattempo non fanno altro che cantare e ballare insieme a serpenti, pinguini e tribù indigene.
… Ok, sì, è il mio cartone preferito. Lo adoro.
È così antico che non lo conosce quasi nessuno, ma a me piace lo stesso.
Il tempo scorre piacevolmente, finalmente, dopo due settimane di agonia.
Poi quando è il momento della mia canzone preferita lo faccio.
Sì, lo so, è da idioti ma…
Salgo sul tavolino e imbraccio la scopa che Brayden si è dimenticato accanto al divano come se fosse una chitarra elettrica, quindi canto a squarciagola al ritmo di 'The Girls/Boys of rock and roll'.
Sono arrivato all’assolo di chitarra, premo delle corde immaginarie e il tavolino scricchiola, ma per una volta dopo due settimane non sento l'angoscia e la tensione, nulla potrebbe…
Un battito di mani interrompe il mio idillio musicale. Sussulto e mi ritrovo a barcollare lungo il bordo, metto un piede fuori dal tavolino e ruzzolo per terra con un tonfo sinistro.
Sempre più patetico.
Mi metto a sedere e scanso la scopa con un gesto brusco per urlare contro Brayden ma…
…non è Brayden.
Ombra è poggiata contro il muro, con un’espressione divertita nei suoi occhi blu e la bocca atteggiata in un sorriso ironico. Arrossisco furiosamente e questo sembra divertirla ancora di più.
“Esibizione deliziosa… i Chipmunks pagherebbero per averti.” Sembra pensarci su. “Hai anche il nome adatto: Alvin, Simon, Theodore e Dorian.”
Il mio colorito diventa ancora più intenso. “Io-io stavo…”
“Suonando una chitarra elettrica immaginaria, suppongo.”
“ …sì.”
Emette un risolino.
Strabuzzo gli occhi.
Ha riso e continua a ridere!
Quando smette non riesce a far sparire del tutto il suo divertimento dal viso. “Esilarante.”
Sono così scioccato che non mi rendo conto di essere ancora seduto sul pavimento. Quando il mio cervello si è ripreso dalla visione di lei che ride - surreale e splendida visione, se vogliamo essere precisi – chiedo, “Conosci i Chipmunks?”
Ombra annuisce. “Sì… mi piacciono.”
Sorrido. “Non mi sembri un tipo da cartoni animati.”
Inarca un sopracciglio. “In effetti mi conosci benissimo, il tuo stupore è giustificato.”
Colgo il sarcasmo e arrossisco. “Comunque…uhm…” non so che dire. In queste due settimane ci siamo solo scambiati qualche saluto, niente di più, trovarmela adesso di fronte dopo essere stato sorpreso a suonare una scopa al ritmo di una canzone cantata da scoiattoli parlanti e aver suscitato la sua ilarità, beh… non so che dire.
“Ti dispiace se lo guardo anche io?” chiede, riprendendo il suo solito tono piatto. Neutro.
Annuisco e lei inarca un sopracciglio, quindi mi affretto a correggere. “No! Cioè, sì, puoi restare se vuoi, non era un 'sì, mi dispiace' ma un 'Sì, puoi restare', ecco… quindi era un no, non mi dispiace.” Oh cielo…
Sta ghignando. Probabilmente sembro un idiota.
 
È incredibilmente impacciato, eppure riesce ad esserlo senza apparire un idiota.
Mi accoccolo sul divano, raccogliendo le gambe da un lato e poggiando la testa sul bracciolo.
È terribilmente scomodo guardare la televisione con una mascherina sugli occhi, ma non posso rischiare.
Non posso fidarmi.
Sospiro: sono distrutta.
Queste due settimane sono state le più dure da qualche anno a questa parte. Ho dovuto portare alcuni messaggi a Myers da parte di Dorian, sorvegliare il Ministro degli Interni, studiare le sue abitudini e racimolare notizie sulle reazioni di Orion dopo la diserzione di Dorian.
Orion non è uno sprovveduto, ha aumentato di molto la sorveglianza, Demidoff – il sopracitato Ministro - è tenuto sotto osservazione ogni minuto, la sua casa è ormai piena di telecamere e allarmi e non rimane solo neanche per un secondo.
Tra l'altro alcuni informatori mi hanno suggerito che potrebbe anche essere trasferito.
Far fuori lui sarà molto, molto difficile.
Potrei tentare di dissuadere anche lui, ma il mio obbiettivo iniziale è sempre quello di uccidere. Non c’è spazio per la pietà, quando si fa il mio lavoro.
Sì, mi faccio schifo anche io, non mi dite nulla di nuovo.
Mi rendo conto che invece di godermi sto cazzo di cartone non faccio altro che pensare e arrovellarmi. Scuoto la testa e maledico mentalmente di non aver indossato vestiti più pesanti durante le uscite notturne degli ultimi due giorni. Mi sta scoppiando la testa e sento le palpebre diventare pesanti. Sto per massaggiarmi le tempie quando con la coda dell’occhio vedo Dorian che si volta verso di me.
“Tutto bene?”
Sì, una favola. “Mai stata meglio, non vedi?”
Arrossisce e si stringe nelle spalle. “Vuoi una fiala?”
Mi strofino la fronte e annuisco, quindi faccio per alzarmi ma lui mi blocca.
“Sta ferma, sei pallida come uno cencio, la prendo io.”
Si dirige verso il bagno e sento il rumore dello stipetto che si apre e poi si chiude, quindi i suoi passi sul pavimento. Ritorna in salotto con due fialette in mano.
“Vediamo se hai la febbre... ”
Inarco un sopracciglio. “Ti ho promosso a infermiere personale? Sono in grado di badare a me stessa.” fitta alla testa. Chiudo gli occhi, imprecando contro la mia stupidità.
“Sì, lo vedo, così in grado che non ti sei preoccupata di coprirti meglio durante le tue esplorazioni notturne.”
Lo guardo malissimo, ma non mi scompongo. “Senti Dottor House, vuoi darmi quella dannatissima fiala o devo prendermela da sola?”
Sorride. “Misurati la febbre e ti do la fiala.”
Stringo gli occhi. “Dammi subito quella fiala altrimenti… ”
“Altrimenti?”
Maledetto moccioso.
Sbuffo, tendo la mano afferrando la fiala per la febbre, la bevo in pochi sorsi e aspetto.
Immediatamente le unghie cominciano a tingersi di rosso, segno che la febbre è oltre i trentasette e mezzo, quindi si ferma sul bordeaux. Trentotto.
E il premio per la stupidità va a…
 
“Prendi la fiala per il mal di testa, io vado a chiamare Brayden.”
Sbuffa. “Non fare un bel nulla è solo un po’ di febbre, non ha mai ucciso nessuno.”
“Veramente… ”
“Non tirare fuori del fiscalismo perché giuro che ti rompo quella scopa in testa.”
Il suo tono è così serio che non dubito neanche per un istante della sua onestà.
Mi risiedo sul divano. “Stai male, hai bisogno di riposare, la febbre alzandosi ti indebolirebbe e rischieresti di farti scoprire, ferire o peggio catturare… vuoi davvero rischiare tutto solo perché non vuoi prenderti un paio di giorni di riposo?”
In realtà sarebbe almeno una settimana, ma questo forse è meglio non dirglielo.
Vedo che sta riflettendo sulle mia parole, quindi mi guarda. I suoi occhi sono talmente freddi da far male... e in un certo senso fa male.
Mi volto verso la TV, aspettando una risposta.
“D’accordo…” Si allunga verso di me e mi strappa la fiala di mano senza troppi complimenti. Senza farmi vedere sorrido, quindi vado a chiamare Brayden.
Lo trovo in cucina che rimescola 'qualcosa di indefinito', mentre con l’altra mano tenta di ammaccare il tasto stop del microonde.
Vedendolo dico, sorpreso, “Usate ancora il microonde?”
Si volta verso di me e annuisce. “È più comodo e non dobbiamo comprare scorte infinite di Fiale per la cottura, ma solo una o due per l'alimentazione elettrica.”
Lascio cadere il discorso e dico, “Ombra ha la febbre a trentotto. L’ho convinta a prendere una fiala per il mal di testa e a rimanere in casa per un paio di giorni.”
Brayden apre un po’ di più gli occhi nella sua massima espressione di sorpresa. “Tu hai convinto S… Ombra?”
È appurato che il suo nome inizia con la S.
“Sì… sta male, è pallida, ha forti emicranie e un principio di raffreddore.”
Brayden stringe gli occhi. “Non l’avrai Vista… ”
Scuoto la testa. “No, ho studiato anche come Guaritore all’Accademia, in caso di interventi tempestivi sul campo.”
L'ex soldato mi supera, lasciando il mestolo poggiato sul lavandino.
Appena arriviamo in salotto giriamo attorno al divano e…
Dorme.
Brayden scuote la testa. “È una stacanovista… si riduce in questo stato ogni volta che le cose si fanno difficili.” inconsciamente ho sorriso.
Qualche istante dopo però mi rendo conto che la mascherina e quasi slacciata.
Mi volto di scatto dall’altro lato e strizzo gli occhi, giusto una frazione di secondo prima che la maschera cada. “Brayden, la maschera, rimettigliela.”
“Aspetta qui, la porto in camera.”
Sento il fruscio di vestiti e il respiro di Brayden. Lei è silenziosa anche quando dorme.
Apro gli occhi quando sono certo che entrambi hanno abbandonato la stanza e aspetto il ritorno dell’ex-guardia.
Qualche minuto dopo dei passi leggeri anticipano la comparsa di Brayden. “Sei stato corretto.”
Mi acciglio. “Cosa? In che… a che ti… ? Uhm?” Bravo Dorian, sempre molto eloquente.
Eppure lui sembra capire, perché accenna un sorriso e continua. “Le è caduta la maschera e ti sei girato. Sei stato corretto.”
“Oh… uhm… mi è sembrato, sì, insomma… giusto. Sì, giusto” Perché balbetto?
“Qualunque sia stato il motivo, ti ringrazio per averlo fatto.” Mi osserva per qualche istante, come se avesse preso una decisione proprio in quel momento, quindi riprende a parlare. “Orion non è uno stupido, ha capito che Ombra farà fuori chiunque tenterà di portare avanti la legge, di conseguenza si è deciso a porre delle misure di sicurezza adeguate intorno ai prescelti per questo compito.”
Annuisco. “Già, era prevedibile.”
“Credo che potresti esserci utile.”
“Già… aspetta, cosa?”
“Credo che potresti… ”
“Ho sentito! Era un 'cosa' tipo… COSA?!
“Oh, adesso si è sentito il punto esclamativo.”
“Piantala! Io non – non posso! E poi cosa dovrei fare?”
“Mai sentito parlare di diversivo?”
“Sì, è anche una tattica che… ”
“…”
“…no. Oh no! Assolutamente no! Un conto è essere accusati di aver disertato, un altro è sbandierare la mia complicità nei vostri confronti. Sarebbe una condanna a morte assicurata!”
“Ombra è stata condannata a morte circa venticinque (ventiquattro?) volte… corrisponde al numero di politici e nobili fatti fuori in questi quattro anni. Sei all’anno. Bel ritmo, non trovi?”
“Non mi interessa quante volte dovrebbero decapitare Ombra, né il ritmo di omicidi che cerca di mantenere, so solo che non voglio diventare complice di un assassinio. Voglio fare giustizia, nient’altro!”
“E cosa credi che faccia lei? Che giochi a ping-pong?”
“Cosa è il ping-pong?!”
“Oh, cielo, non sai cosa… ok, sorvoliamo sulla tua ignoranza in materia di sport centenari, voglio solo che tu rifletta su questa proposta. Ombra sta combattendo anche per te.”
“Non tentare di farmi sentire in colpa, semmai dovessi decidere di darvi una mano non sarebbe per una di queste subdole manovre psicologiche, ma perché avrei veramente intenzione di aiutarvi”
“Ottima risposta.”
“Ti ringrazio. Adesso però vorrei continuare a guardare i miei... cartoni.”
Sta sogghignando? È un sogghigno quello?
“D’accordo.”
Si volta e torna in cucina.
Mi butto nuovamente sul divano e alzo leggermente il volume, facendo attenzione a non fare troppo rumore. Posso scordarmi di ripetere lo spettacolino di prima.
Non posso trattenermi però dal canticchiare sottovoce ogni canzone.
 
*
 
L’ultimo messaggio di Ombra dice che Dorian se la passa abbastanza bene. Non ci sono dettagli su questo pezzo di carta, il mio ex-allievo non è di certo così stupido, però quantomeno si è premurato di farmi sapere che non lo stanno torturando e che non hanno intenzione di buttarlo per strada o di consegnarlo alle guardie.
Sospiro e mi accascio sullo schienale della poltrona. Sono distrutto.
Queste due settimane sono state un inferno: interrogatori continui da parte del Console e sotterfugi mortali come grazioso regalo di Ombra e Dorian.
Se scoprissero che copro la criminale più ricercata dell’Impero non perderebbero neanche tempo ad interrogarmi, mi ucciderebbero in pochi secondi facendolo addirittura sembrare un incidente.
Mi strofino il viso con le mani e sussulto quando sento bussare.
Sbuffo e dico, “Avanti.”
La porta si apre e Elijah fa il suo ingresso, pallido e un po’ spaesato. È così da quando Dorian è scomparso.
“Maggiore Myers… ”
“Elijah… a cosa devo questa visita? Accomodati pure.”
Il giovane si siede compostamente su una delle poltroncine dall’altra parte della scrivania, torcendosi le mani e mordendosi le labbra.
“La prego di scusare l’intrusione ma vorrei chiederle se – se ha notizie di… ” sembra sforzarsi seriamente per parlare “… di Dorian, Signore.”
Odio mentire a questo ragazzo. Ha uno sguardo talmente indifeso, fiducioso e onesto in questo momento che anche il più abile dei bugiardi avrebbe difficoltà a sparare balle.
Mi passo una mano sul viso, segnato da rughe che due settimane fa non erano ancora spuntate.
“Elijah, vorrei risponderti, davvero, ma ne so quanto te.”
Il giovane abbassa gli occhi, sconfitto.
“Speravo avesse qualche novità ma… d’accordo. Scusi il disturbo, torno in… ” e si blocca.
Seguo il suo sguardo e noto che sta osservando il foglietto del messaggio di Ombra che ho lasciato aperto sulla scrivania. Sono certo che non è in grado di decifrarlo, né di capire cosa è. Ogni recluta ha inventato un codice da usare solo con me in caso di emergenza.
Dubbio: e se i due bastardelli avessero…
“Signore, c'entra qualcosa Ombra?” oh, cazzo.
“Che c’entra Ombra?”
“L’ho chiesto a lei, Signore.”
“Sì, ma non capisco a cosa ti… ”
“Con tutto il rispetto, Signore, ma credo che sappiamo entrambi a cosa mi riferisco.”
Sbatto le palpebre più volte, sorpreso dalla schiettezza del giovane.
“Elijah, non credo siano… ”
“Non mi dica che non sono affari miei perché le giuro che perdo le staffe! Lui è il mio migliore amico e se lei sa dov’è o con chi è, ho il diritto di saperlo!”
Testardo e determinato. Altroché.
“Ci sono cose che è meglio che tu non sappia Elijah. Sappi solo che sta bene, d’accordo?”
“Sì, lo so, ho letto il biglietto.”
“Avevo detto di non rivelare i vostri codici a nessuno.”
“È il mio migliore amico.”
“Oh beh ...”
“Cosa c’entra Ombra?”
“Dorian non ci dirà nulla, Elijah e credimi, conviene che anche tu lo faccia. Non far circolare voci, non chiedere niente in giro e non nominare Ombra al di fuori di questo ufficio. Ne va della tua vita.”
Il ragazzo deglutisce, ma il suo sguardo rimane fermo e deciso.
“D’accordo, ma se ci sono novità importanti, per favore… mi faccia sapere.”
“Va bene.”
“Lo prometta.”
“…”
“La prego… ”
“Va bene. Lo prometto.”
Senza dire una parola fa un rapido saluto rigido ed esce dal mio ufficio.
Sono felice che la cerimonia sia stata sospesa.
Felice che ancora questi giovani siano al di fuori dei meccanismi di questo governo corrotto e avvelenato. Farò di tutto per ritardare ulteriormente il secondo tentativo di Diploma dei miei ragazzi.
Mi dispiace solo di non aver potuto fare nulla per Asia, anche se qualcosa mi dice che lei stessa non avrebbe rinunciato. Non dopo tanti sacrifici.
Spero solo che non venga corrotta anche lei.
 
*
 
Quando mi sveglio mi rendo subito conto di essere nel posto sbagliato.
Ricordo perfettamente di essermi addormentata sul divano, ma adesso sono nel letto della mia camera e soprattutto sono senza maschera.
Scatto a sedere, infilo rapidamente la mia mascherina e scappo in cucina, ignorando i capogiri e le emicranie.
Trovo Brayden e Dorian che parlano fitto tra loro. Il primo si accorge di me.
“Oh, Ombra! Come ti senti?”
Batto le palpebre e mi passo le mani sulla fronte.
“Uno splendore… mi hai portato tu in camera?”
Annuisce e io tiro un respiro di sollievo. “Ok… ok.” Mi accascio sulla sedia. “Che state facendo? Che mi sono persa?”
Dorian scocca un’occhiata nervosa a Brayden che prende un bel respiro e dice, “Mentre tu dormivi noi abbiamo… organizzato una cosetta.”
Inarco un sopracciglio. “VOI avete organizzato una cosetta? E da quanto lui organizza cosette?” Indico con un cenno della testa il soldatino dagli occhi chiari che arrossisce e risponde, “Me l’ha chiesto lui e io ho accettato.”
Mi massaggio le tempie e le frasi che articolo dopo nascondono a stento la mia irritazione. “Ti stai immischiando troppo. Io lavoro da sola. Non accetto suggerimenti, se non da Brayden; e intendo solo da Brayden.”
“Almeno ascolta la nostra proposta” insiste Brayden.
Un quarto d'ora dopo mi ritrovo ad annuire stizzita
“D’accordo, facciamolo.”
 


 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
___________________________________________________________________
Spazio Autrice:
---
Eccomi con il quinto capitoli, miei cari. Ringrazio coloro che hanno recensito il precedente, naturalmente.
Spero che anche questo vi piaccia : )
 
Vi lascio anche il link della canzone che ha un po' ispirato questa storia:
 
Alla prossima,
Besos*
 
 
Moony
   
 
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