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Autore: Ofelia20    24/05/2011    5 recensioni
STORIA RISCRITTA CAMBIANDO ANCHE UN Pò LA TRAMA.
Clelia Landini è una giovane criminal profiler italiana. convocata in America per indagare su un caso anologo. Duarante il suo soggiorno negli U.S.A. farà esperienze che le cambieranno la vita.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'Se un giorno mai...'
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Dozzine di patate dolci, sbucciate, tagliate, bruciate occupano l’intero piano cucina, accanto ad esse risiede assopito nella sua teglia il tacchino ripieno carbonizzato ancora fumante, su muri verniciati di bianco miriadi di schizzi di salsa di mirtilli. Il ragazzo, disperato si porta alla bocca un  cucchiaio colmo di salsa per assaggiarla ma repentinamente compare sul suo volto un’ espressione di disgusto, e subito anche la salsa prende posto sul piano cucino accanto a tutte le altre vittime della battaglia che il dottor Reid sta combattendo, la cena per il ringraziamento. Il ragazzo si guarda attorno con aria avvilita: Sono le 18:30 e la sua cena per il ringraziamento è un disastro, l’unica cosa commestibile sarebbe stata la torta di zucca che aveva prenotato in pasticceria, se solo non si fosse dimenticato di ritirarla. Scuotendo la testa afferra il telefono e compone in tutta fretta un numero.

“Ehi Spence, cosa c’è?” trilla la voce dall’altro capo del telefono.

“JJ è ancora valida la tua offerta?” azzarda il giovane

“Certo! Tra mezz’ora sarò da te con la cena! Sapevo che avresti avuto bisogno di me!” esulta trionfante la bionda

“Grazie!” le risponde il giovane, tranquillizzato.

 

Sono le 18:30, Clelia è seduta sul bordo del letto, avvolta nel suo accappatoio. Sta fissando le valigie aperte davanti a lei, una morsa le attanaglia lo stomaco, sta per lasciare tutto.  Si trova sul ciglio di un precipizio, sa che se salterà per lei sarà la fine, e potrebbe evitarlo se solo facesse un piccolo passo indietro, ma invece decide di saltare. Sa che se tornerà in Italia, perderà tutto quello che ha trovato in America. Questa nazione che finalmente le ha fatto riscoprire il piacere di vivere, le ha fatto riscoprire delle sensazioni che da anni non provava più, il dolore, la felicità, l’amicizia, In meno di una settimana ha vissuto quasi un’intera vita, ma una volta salita sul aereo dovrà dire addio a tutto questo. È consapevole di stare per compiere quello che forse, sarà il più grande errore della sua vita, eppure decide di non tornare indietro. Strofinandosi gli occhi pieni di lacrime e scuotendo la testa si dirige a passo svelto verso le valige, oggi è il 25 novembre,in America si festeggia il Ringraziamento, e lei deve andare a cena a casa del suo collega Reid. Reid. Pensare a lui le provoca un’altra fitta allo stomaco, questa volta più forte. Sta per lasciare anche lui. Lui che le ha salvato la vita, i suoi occhi che hanno più volte sciolto il ghiaccio intorno al suo cuore, le sue braccia che l’hanno sorretta quando non ce la faceva ad andare avanti. Non riesce ha capire come possa provare una cosa simile per un uomo che conosce da meno di una settimana e che per di più non le era nemmeno simpatico all’inizio. Sospirando rumorosamente, apre la valigia, incerta su cosa indossare, non avrebbe mai sospettato  di essere invitata a cena, quindi di dover portare un abito elegante. Mentre con le mani si fa largo tra i vestiti, qualcosa le cattura la vista. Nascosto sotto il monte di abiti, timidamente poggiato sul fondo della valigia vi è un elegante vestito nero. Estrae il vestito: è nero, senza spalline e leggermente svasato alla fine, è perfetto,  anche se odia indossare vestiti, lo indossa velocemente, con un sorriso stampato sul pallido viso, pensando ce forse sia stato il Destino a metterglielo in valigia. Vi abbina un golfino rosso come i suoi indomabili ricci, indossa le scarpe e sempre sorridendo si avvia verso casa del suo collega felice, se pur con il cuore pesante.

È davanti ad un edificio con l’intonaco grigio, da alcune finestre traspare la vita delle persone al suo interno. L’attenzione della ragazza viene catturata dal leggero bagliore che si intravede nella finestra al terzo piano, l’appartamento del suo collega. Trattenendo il respiro suona il campanello e la voce del ragazzo, smorzata dall’imbarazzo ma colorata dal entusiasmo risponde: “Si?”

“Reid, sono Clelia.” Risponde tutto di un fiato la ragazza, riprendendo finalmente a respirare. Il portone davanti a lei si apre, e a passo incerto si dirige verso le scale. Ha di nuovo quella sensazione che le attanaglia lo stomaco, quella sensazione che ormai sentirla le è diventato un piacere.  Sale ritmicamente le scale, arrivata ormai al terzo piano, vede, appoggiato allo stipite della porta, Spencer che la guarda sorridendo. Appena i loro sguardi si incrociano le guance di entrambi cominciano ad arrossire.

“Bè buona Festa del Ringraziamento!” esclama la ragazza aprendo le braccia sorridendo, cercando di smorzare la tensione.

“Oh anche a te!” risponde il ragazzo ricambiando il sorriso e ridestandosi dopo la visione della ragazza, ancora più bella del solito. “Prego entra!” le dice poi facendole un cenno con la mano. La ragazza a passo lento attraversa la soglia della porta, entrando nel piccolo appartamento del ragazzo: davanti a lei compare un enorme libreria straripante di enormi tomi, vi sono libri ovunque, sul piccolo mobile del salotto, sulla poltrona e persino a terra, e Sul piccolo tavolino posto ai piedi della poltrona risiede una scacchiera aperta. La ragazza continua a guardarsi attorno, curiosando nel piccolo salotto del ragazzo, mentre lui è tornato in cucina.

“Sai Reid, dovresti leggere di più!” dice sarcastica la ragazza afferrando con aria disgustata un saggio di mille pagine.

“Bè sai come si dice, “Un uomo che legge ne vale due” “ risponde ridacchiando il ragazzo dall’altra stanza.

“Allora tu ne vali almeno quindici!” risponde la ragazza, per poi continuare “Perché compri tutti questi libri se tanto ricordi tutto quello che leggi?”

“Hai ragione, ma mi piace tenerli e rileggerli!” risponde entrando nella stanza con il vassoio di patate dolci. L’attenzione della ragazza si era intanto spostata su un’altra cosa, la collezione di Cd di musica classica del ragazzo.

“Oh mio Dio, tu ascolti questa roba?”esclama, con aria leggermente inorridita.

“Si, perché tu no?” risponde il ragazzo avvicinandosi a lei.

“Certo! Quando ho l’insonnia!”

“Bè se adesso hai finito di criticarmi, possiamo mangiare!” le dice il ragazzo sorridendole.

“Non hai cucinato tu vero, Reid?” domanda la ragazza sedendosi.

“Certo che ho cucinato io!” cerca di mentire il ragazzo.

“Si certo!” gli risponde lei ancora una volta sarcastica.

“Credimi!” esclama lui ridacchiando, per poi proseguire, cambiando argomento “Comunque chiamami Spencer!”

“D’accordo, Spencer, tu chiamami Clelia! Come hai sempre fatto d’altronde!”dice la rossa addentando un pezzo di tacchino.

“Cercavo solo di essere amichevole!” si giustifica il ragazzo, “malgrado tu non fossi il massimo della simpatia!” la provoca il ragazzo.

“Se è per questo, neanche tu mi eri molto simpatico, anzi non lo sei neanche ora!”risponde la ragazza mentendo e sorridendo.

“La penso come te!”dice ridacchiando il ragazzo, seguito dalle risate della rossa. Dopo un attimo di silenzio, Reid si fa serio e si rivolge a Clelia:

“Ti fa molto male?” indicando la ferita al braccio e lividi marchiati sul volto della ragazza.

“No, tranquillo. Non fanno molto male. E a te?” chiede dolcemente la ragazza

“ Neanche a me, ma credo che mi resterà la cicatrice!” risponde il ragazzo arrossendo e abbassando lo sguardo.

“Ah tranquillo, le donne adorano le cicatrici!” scherza Clelia, per poi tornare seria “Spencer grazie veramente! Senza di te non sarei mai riuscita viva da quella cantina, ti devo la vita!”

“Scherzi? Sei tu che ti sei presa il proiettile al posto mio, sono io che devo ringraziarti!”. Tra i due ricade di nuovo il silenzio, si sentono solo i rumori ferrosi delle forchette che battono sui piatti.

“A che ora è il volo domani?”  chiede Spencer con la voce leggermente rotta

“Alle nove!” risponde secca la ragazza, cercando di non pensare a quanto sia vicino quel orario.

“Ti serve un passaggio per l’aeroporto?” chiede tutto d’un fiato

“No, tranquillo. Andrò in taxi!” .

“Ok” si limita a rispondere, con la voglia di dirle, anzi di urlarle di non partire. Di restare lì con lui! ma sarebbe troppo irrazionale, come è del resto provare quello che prova lui per una donna che conosce da così poco, e che non vorrebbe perdere.

“Comunque, non è così tanto male la vostra cucina!” cerca di cambiare discorso Clelia, afferrando un’altra patata.

“Mi fa piacere che ti piaccia!” risponde quasi entusiasta il ragazzo.

“Anche se la cucina italiana non ha rivali. Dovresti venire a trovarmi!” dice poi la ragazza, facendo una piccola parte, per poi riprendere, “si, devi venire da me in Italia quest’estate!”

“Se il lavoro me lo permetterà, verrò di sicuro!” risponde il ragazzo.

La cena continua tra discorsi di vario genere, risate, battute, aneddoti di vita, fin quando l’orologio batte la mezzanotte.

“Oh mio Dio è tardissimo!”esclama la ragazza guardando l’orologio. “Devo andare!” mentre fa per alzarsi.

C-certo! Ti accompagno alla porta” bofonchia il ragazzo. Arrivati ala porta i due restano a fissarsi, inaspettatamente il primo a parlare è Reid:

“Allora questo è un addio!”

“Dipende da te. Vuoi che sia un addio?” domanda la ragazza fissando i grandi occhi del giovane.

“Io no, e tu?” risponde sommessamente il giovane, diventato rosso con al solito.

“No”  tra i due cala di nuovo il sipario del silenzio, fin quando prende la parola Clelia:

“Spencer vorrei darti una cosa” gli dice aprendo la chiusura del braccialetto che tiene al polso, e legandolo intorno a quello esile del ragazzo, una fine catenella d’argento con il ciondolo di un TAO “é l’unica cosa che mi resta di mia madre. Vorrei che l’avessi tu, così ti ricorderai di me. Tu sei lo Yang il principio positivo, il bianco, e hai portato la luce nella mia oscurità”

“Ma Clelia, io non posso accettarlo” dice il ragazzo emozionato

“Allora, prendilo come una garanzia! Così per restituirmelo dovrai venire da me!” dice la ragazza con gli occhi lucidi, alzandosi sulle punte per posare un leggero bacio sul angolo della bocca del ragazzo, prima di uscire dall’appartamento.

 

 

 

Ciao a tuttii!!! Lo so, sono imperdonabile, scusate il ritardo!!! Ma purtroppo ho avuto il computer rotto! Comunque, che ve ne pare di questo ultimo capitolo??   A me non convince molto e a voi?? Ma forse è solo il mio dannato pessimismo e la mia stramaledetta criticità che mi fa vedere questo cap così disgustoso…  aspetto impaziente i vostri pareri! E vorrei sapere da tutti quelli che mi hanno seguito cosa ne pensate di questa storia ormai giunta al termine.  Ma state tranquilli, ho già pronto il seguito, lo pubblicherò la settimana prossima, e mi aspetto di rincontrarvi tutti!! Concludo mandando un enorme bacio a tutti quelli che mi hanno fatto sempre sapere cose ne pensavano, grazie mille senza di voi, non ce l’avrei mai fatta!!! Davvero grazie con tutto il cuore. E poi un grazie alla mia adorata Martina che mi ha sempre spronato ad andare avanti e a credere in me stessa!! Ti voglio bene!  adesso concludo veramente, mando un bacio a tutti, e vi aspetto alla prossima storia!

 

   
 
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