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Autore: schwarzlight    25/05/2011    3 recensioni
[Storia classificatasi prima al contest [Original Concorso 10] Il Labirinto e... l'Avida indetto da Eylis]
“Chi arriverà in cima alla Torre vedrà esaudito qualunque suo desiderio, sia esso dominare il mondo o distruggerlo.”
Era una cantilena che aveva ipnotizzato molti.
E quei molti ogni anno tentavano il loro disperato ingresso nella famigerata Torre, quella costruzione maestosa che sorgeva al centro della città, beffandosi di tutti.
Mi chiedevo quale tipo di desideri volessero vedere realizzati, dato il modo in cui si accalcavano attorno all’edificio. Quale tragedia volevano evitare? Di quale torto vendicarsi? Quale ambizione li animava?
Io non avevo nulla. Niente che potesse giustificare il mio ingresso in quel posto.
Ma ormai non potevo più scappare.
“Ci sono due modi per uscire dalla Torre: arrivare in cima o morire.”
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Torre'
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La Torre - I Distruttori 4 Capitolo 4: Il cristallo spezzato




Nessuno ha mai visto la cima,
ma chi la raggiungerà realizzerà il suo sogno.
E tu, hai scelto il tuo desiderio?




Nel giro di un anno la nostra Compagnia era cresciuta a più di venti persone.
Eravamo famosi, nessuno era arrivato più in alto di noi, e ormai le sale di pietra non erano più tanto vaste da poter ospitare un’intera città, e nemmeno arrivavano alle dimensioni della prima in cui siamo stati.
C’era una sorta di desolazione in quella solitudine, ma che raramente avvertivo.
Solitamente era la morte di un compagno che scatenava questo senso di nostalgia ed esasperazione in alcuni di noi, stati d’animo che potevamo facilmente affogare in una città con centinaia di altre persone, ma difficilmente conciliabili in un gruppo relativamente ristretto.
E poi c’era la stanchezza. Il non sapere quando sarebbe finita sfibrava le speranze di molti.
In questi casi la persona chiave era proprio Jahel e, stranamente, io stesso.
Questo mio esser diventato uno dei punti cardine del gruppo mi meravigliava ancora, ma mi riempiva d’orgoglio. Era un altro lato del mio carattere che non avrei mai immaginato: quello di guida, di esempio e di sostegno.
E Jahel, come al solito, si era rivelata la nostra forza portante.
A volte mi chiedevo dove fosse la ragazza timorosa di cui avevo voluto stringere la mano.
Non ero più sicuro di ciò che era stato quel momento. Forse era un’altra persona?
Eppure a volte quell’ombra di insicurezza riappariva a frammentare la sua apparenza forte e feroce e affascinante.
E la sua mano era lì, mi sarebbe bastato avvicinarmi di poco per prenderla… eppure non ci riuscivo mai.

Anche quella volta aveva lo stesso sguardo senza speranza.

- Non farlo mai più.

- Non dire stronzate, se non fossi intervenuto ora tu non saresti qui.

- Non farlo mai più!

La seconda frase me la urlò contro con tutte le sue forze, i pugni stretti e gli occhi rivolti al mio fianco insanguinato. Non l’aveva mai sopportato che qualcuno si sacrificasse al posto suo.

- Volevo proteggerti, razza di stupida!

- Sei un distruttore, non dovresti pensare agli altri!

Ero un distruttore, non dovevo badare a quello che faceva lei.
E chi l’aveva deciso che i distruttori non potevano intervenire in aiuto agli altri?
Chi l’aveva deciso che io non potevo salvarla?

- Ehi, voi due. Finnie ha trovato la porta… alzate il culo e muovetevi.

Guidati da Connor, ci dirigemmo verso l’ennesima uscita, uguale a tutte le precedenti ma sempre diversa.
La varcammo… e la sala di pietra non era più lì.

Sospesi su una piattaforma a pelo dell’acqua, la vista spaziava su un blu infinito. Il mare sotto i nostri piedi e il cielo notturno sopra la testa.
Un lungo pontile collegava la nostra postazione a un gruppo di palafitte illuminate soffusamente.

- Non sembra una zona neutrale…

- Magari è un altro livello?

Sembrava l’ipotesi più probabile. La porta da cui eravamo passati era scomparsa, e ora non ci rimaneva altro che proseguire.
Quella sorta di villaggio era costituito da due cerchi concentrici, l’esterno di dodici case e l’interno di cinque. Queste ultime cinque, poi, erano collegate a un’ulteriore piattaforma, occupata solamente da una porta.
Andai a controllarla assieme a Connor e Martha, mentre gli altri esploravano il resto.

- L’unica cosa strana è il colore… non ne ho mai viste di bianche finora.

- Potrebbe essere un’uscita, ma…

- Ascoltate… - ci raggiunse Jahel – un grande magazzino, laggiù, è completamente vuoto, ma per il resto sono tutti negozi e alberghi… come una qualsiasi sala di transito.

- Ma che diavolo vuol dire? Non ci sono nemmeno i portali per raggiungere gli altri livelli!

- Bastian, - intervenne Martha - e se questo fosse… l’ultimo respiro?

L’ultimo respiro, l’ultimo traguardo prima della fine.
Il silenzio ci avvolse. Tutti stavamo riflettendo su quella possibilità, su ciò che significava.
Non pensavamo più nemmeno che esistesse.

- Ma i cristalli? Non ci sono i cristalli qui!

- Le stelle… le stelle potrebbero essere i cristalli.

Increduli e sorpresi, in principio eravamo così instupiditi dalla realizzazione che ci ritrovammo a festeggiare senza accorgercene.
Passammo le ore a banchettare e ubriacarci, ballando in quella capanna verso il bordo esterno, dove ardeva uno dei grandi fuochi. Si parlò dei progetti futuri, e quando i tre suonatori della compagnia fecero una pausa, il solito Logan esordì con la domanda che tutti avevano evitato fino a quel momento.

- Bene signori! La fine è vicina! Cosa desidererete? Per quanto mi riguarda, avete di fronte a voi il futuro uomo più ricco del pianeta!

Risi a quell’uscita. Non avevo dubbi su cosa avrebbe chiesto, era sempre stato così attaccato ai soldi.
E in linea di massima devo ammettere che pochi degli altri mi stupirono; sicuramente uno di quelli fu Connor: una casa in campagna, un orto e una bella moglie.
Mi sarei aspettato qualcosa di più esaltante, e invece dopotutto era un uomo molto concreto e semplice.
Finnie ammise quasi con vergogna di rivolere la sua famiglia, mentre Martha si limitò ad aggiungere un paio di figli al desiderio del nostro leader, fra fischi e ammiccamenti da parte di più o meno tutti.
Fu il turno di Jahel.

- Io voglio distruggere la razza umana.

Il tono candido con cui l’aveva detto era esasperante, e falso in modo lampante.

- Signorina, vogliamo la verità!

- E va bene, e va bene… mi accontenterò di divenire la donna più ricca del globo.

- Ehi! Quello è il mio desiderio! – intervenne Logan, azzittito subito dall’acida risposta di lei.

- Infatti ho detto donna, idiota. E tu Jude? Qual è il tuo sogno?

Ecco, se c’era una cosa in cui non ero affatto cambiato era quella.
In quell’anno e mezzo che avevo passato nella Torre, non una sola volta avevo pensato al mio ipotetico premio finale.
Tutti avevano combattuto per qualcosa, mentre io?

- …la pace nel mondo?

- Ahahahah! Bravo ragazzo fino in fondo, eh?

- Taci, ortolano! Pensa alle tue verdure!

Non avevo un desiderio, non volevo essere da meno degli altri.
Ma allora, cosa avevo ottenuto fino a quel momento?




- Ehi, cosa fai qua da sola?

- Oh, Jude… niente, pensavo.

Mi sedetti sul bordo accanto a Jahel, a osservare quel finto cielo di stelle rotte.

- Sai, io… forse non era del tutto uno scherzo il mio primo desiderio.

- Quello sulla razza umana?

- Mh. Non siamo capaci altro che di creare dolore attorno a noi. Perché c’è gente che sente il bisogno di essere così crudele? Cosa gli ha fatto un cane, o un gatto, per meritarsi il loro odio? E perché devono essere sempre, sempre così egoisti! Che vadano al diavolo!

“Prendile la mano, prendigliela!” non facevo che ripetermi.
E invece le posai la mano sulla testa, scompigliandole i capelli castani.

- Ma ti senti? Ti ricordo che siamo distruttori, sì?

Avrei voluto dire anche qualcos’altro, ma una secchiata d’acqua mi prese alle spalle.

- Che fai, ci provi con la nostra principessa?

- Logan, che diavolo fai?

- Oh, hai ragione, non è abbastanza. Ecco, questo è abbastanza!

E mi spinse giù dal pontile, trascinandomi dietro anche Jahel, che non era riuscita in tempo a liberarsi dal mio braccio.
Ci mettemmo a ridere. Stavolta di cuore. Tutte le tensioni scivolarono via, senza motivo.
Quando rideva era bella. Era luminosa, e fragile.

- Anch’io ho mentito prima.

- Ah, sì? E allora qual è la verità?

- Voglio ritrovarti. Quando saremo fuori, voglio ritrovarti.

Senza pensarci troppo, la attirai a me e la baciai.
Senza fretta, assaporai le sue labbra di salsedine e abbracciai le sue spalle morbide.

- Ehi, bastardo! Non ti ho buttato in acqua per agevolarti!

Altre risate, un altro bacio, un rumore sordo di cristallo infranto.

Un altro pezzo di vita che cadeva nel fondo dell’’oceano.
Un altro segno di morte sul nostro cammino.










Il capitolo è di nuovo in anticipo, così, giusto per festeggiare :3
Ed è anche il più lungo fra tutti O_o
Quindi, yeah, spero di avervi fatti felici!XDD
Anche perché io adoro questa parte <3
Credo sia il migliore (a mio parere) assieme al prossimo...soprattutto per l'ambiente dell'ultimo respiro, che io adoro <3 (non dovrei dirmelo da sola? Pazienza.)
Oh, e spero abbiate notato che Martha è l'unica a chiamare Connor con il suo nome, uhuh (Bastian) 8D

Ebbene, grazie a voi che mi seguite!^^
Il prossimo è l'ultimo capitolo (gasp!), dopo il quale ci sarà solo un epilogo... quindi, two chapters to go!D:
A-ehm, fine.

Alla prossima, con il capitolo 5: "Avida".
   
 
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